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Visualizza Versione Completa : Nietzsche e anarchismo



Jerome
02-02-17, 18:02
https://it.wikipedia.org/wiki/Anarchismo_e_Friedrich_Nietzsche

https://radicalarchives.org/2010/05/18/nietzsche-and-the-anarchists/

Jerome
02-02-17, 18:45
Contro Nietzsche (Camillo Berneri) Nietzsche e l’anarchismo (http://www.socialismolibertario.it/Nietzsche%20e%20l%92anarchismo.htm)

Pro Nietzsche (Emma Goldman)

Nietzsche era un anarchico (E. Goldman, J. Moore, S. Sunshine)
Ricostruzione delle conferenze su Nietzsche tenute da Emma Goldman
(dal libro “Non sono un uomo, sono dinamite. Friedrich Nietzsche e la tradizione anarchica” a cura di John Moore e Spencer Sunshine, Bepress Edizioni, 2012)
[N.B. So per certo che questa nota farà storcere il naso (come minimo) a qualche chierico schierato in difesa dell’ortodossia anarchica. Mi appello fin da ora all’ “anything goes” feyerabendiano e al fatto che comunque non sono nato per portare casacche]
- le note al testo sono state omesse per motivi di spazio -


Tra il 1913 e i 1917 Emma Goldman tenne una serie di conferenze pubbliche negli Stati Uniti il cui tema era Nietzsche e l’importanza delle sue teorie in relazione alle questioni anarchiche del tempo. Nell’arco di quel periodo, la Goldman intervenne in almeno ventitre occasioni, da Los Angeles a New York, per parlare della relazione tra il pensiero di Nietzsche e i temi dell’ateismo, dell’anti-statalismo e (considerando il contesto della prima guerra mondiale a lei contemporaneo) dell’antinazionalismo e dell’antimilitarismo.
Sembrerebbe dunque che le considerazioni della Goldman su Nietzsche si possano facilmente reperire in archivi pubblici e che basti consultare le trascrizioni di queste conferenze per stabilire l’esatta natura delle considerazioni dell’anarchica americana sull’importanza del filosofo tedesco per l’anarchismo. Purtroppo non è così. In seguito a retate poliziesche presso la sede di Mother Earth, il giornale anarchico di cui la Goldman era editrice, furono confiscati tutti i materiali considerati sediziosi o tali da minare l’impegno bellico. Sembra che la stessa Goldman fosse stata appositamente perquisita, senza alcun esito, per via dei trascritti delle sue conferenze. Fu così che i testi delle sue discussioni su Nietzsche andarono perduti per sempre.
Ciononostante, grazie ad una serie di altri punti di riferimento, è possibile cogliere il senso dell’importanza che Nietzsche rivestiva per la Goldman nella costruzione di una prassi anarchica moderna, nonché il debito che ella gli riconosceva nella formulazione delle sue stesse teorie. Brevi riferimenti a Nietzsche sono sparsi in tutti i saggi della Goldman. Ma è la sua autobiografia, Vivendo la mia vita (pubblicata nel 1930, a distanza di molti anni dalle suddette conferenze) che chiarisce l’influenza che Nietzsche ebbe sulla formazione di lei, un’influenza che chiaramente le diede una notevole spinta non solo a livello intellettuale, ma anche su un piano personale. Resoconti del tempo di varie conferenze della Goldman su Nietzsche sono inoltre forniti dai giornali Free Society e lo stesso Mother Earth. Sebbene la brevità di tali resoconti sia frustrante, essi forniscono qualche indicazione del contenuto e del tenore generale di questi convegni.
Messi a confronto con i commenti su Nietzsche che la Goldman annotò sia nella sua biografia che nei sui saggi, tali resoconti forniscono le uniche chiavi di lettura sui contenuti dei discorsi della Goldman sul filosofo. In questo modo diventa possibile comprendere l’importanza che il pensiero di Nietzsche riveste nella formazione della teoria e pratica anarchica, un qualcosa che la Goldman era ansiosa di esprimere e veicolare.
Il primo incontro dell’anarchica americana con l’opera di Nietzsche risale al suo breve soggiorno a Vienna negli anni 1895 e 1899, dove ella studiò ostetricia e la professione di infermiera. Oltre a dedicarsi ai suoi studi, ella visitò anche Londra e Parigi dove intervenne in assemblee anarchiche clandestine, cominciando così ad acquisire una reputazione internazionale negli ambienti rivoluzionari. In questo modo ebbe occasione di conoscere anarchici già ben noti, quali Kropotkin, Michel e Malatesta. Ma la sua biografia chiarisce come gli autori che Emma incontrò durante le sue letture del tempo, e Nietzsche era tra questi, furono per lei altrettanto importanti nel suo modo di essere anarchica.
A ciò si deve aggiungere il fatto che la Goldman fosse fermamente convinta che espressioni culturali quali musica, teatro e letteratura avessero le stesse possibilità rivoluzionarie di qualsiasi altra espressione di natura più esplicitamente politica. Ad esempio, durante il suo soggiorno in Europa, oltre a partecipare a incontri anarchici, frequentò l’opera wagneriana, assistette all’esibizione di Eleonora Duse, ascoltò conferenze di Levy Bruhl e Sigmund Freud. In Europa, inoltre, ella scoprì le opere di Henrik Ibsen, Gerhart Hauptmann, Von Hofmannsthal e Nietzsche. La Goldman ammirava particolarmente tali scrittori perché essi “scagliavano i loro anatemi contro i vecchi valori”, un atto che ella trovava compatibile con lo spirito anarchico.
I nomi elencati poc’anzi, infatti, erano abbastanza adulati dalle avanguardie europee del tempo. Per potersi considerare “moderno” e in sintonia con lo zeitgeist, un intellettuale, scrittore o artista, doveva essere coerente con le proprie opere. Nietzsche era stato adottato dai bohémien di fine secolo, specialmente quelli dei paesi di lingua tedesca, come un esempio di iconoclasta . Egli si poneva come una sorta di profeta che reclamava la rimozione dei detriti di un passato oppressivo, della morale, la religione, le convenzioni e le istituzioni. Alla fine del XIX secolo, tutto ciò si univa al rigetto di ogni eredità o tradizione, ovvero all’ordine imposto dai propri “padri”. Questo fenomeno durò fino alla prima guerra mondiale, soprattutto tra gli Espressionisti tedeschi.
In quanto anarchica, tuttavia, Emma Goldman era piuttosto singolare nel suo entusiasmo per una parte del mondo culturale a lei contemporaneo. E considerando che ella fosse anche una donna e un’ebrea, il suo interesse per Nietzsche è forse ancora più rimarchevole. Ciò nondimeno, per quanto la Goldman fosse al passo con i tempi sul piano culturale, non lo era su quello politico. Lo scoprì lei stessa quando tentò di condividere il suo entusiasmo per Nietzsche (“il più audace” tra i “giovani iconoclasti”) con l’anarchico che le era più vicino a quel tempo, Ed Brady. Gli scrisse quasi in stato di estasi di come Nietzsche fosse “il nuovo spirito letterario in Europa” e della “magia del suo linguaggio, la bellezza delle sue visioni”. Ma “evidentemente Ed non condivideva il mio fervore per la nuova arte…mi esortava a non sprecare le mie energie con letture oziose. Ne fui delusa ma mi consolai al pensiero che lui potesse apprezzare lo spirito rivoluzionario della nuova letteratura nel momento in cui avesse avuto occasione di leggerla”.
Anni dopo in America, questa sarebbe stata la speranza della Goldman nei confronti di coloro che partecipavano alle sue conferenze su Nietzsche e di quegli anarchici che, come Brady, non riuscivano a comprendere come le rivoluzioni potessero essere culturali oltre che politiche. Ma, come ella scoprì di lì a poco, per Brady e la relazione che aveva con lui non vi era alcuna speranza. Le idee di quest’ultimo su politica e letteratura erano impantanate nel “classico”; e come molti anarchici del tempo, egli non riusciva a vedere nessun nesso tra politica e arte. Vale la pena citare per intero il brano di Vivendo la mia vita in cui Emma Goldman descrive come e perché mise fine alla sua relazione con Brady: tale brano illustra la forza delle sue convinzioni sull’anarchia e sul “moderno”:
Tutto originò da Nietzsche...una sera... c'erano James Hukener e un nostro giovane amico, P. Yelineck, pittore di talento. Essi cominciarono a discutere di Nietzsche. Presi parte alla discussione ed espressi il mio entusiasmo per il grande poeta-filosofo e mi soffermai sull' impressione che le sue opere producevano in me. Hukener ne fu sorpreso: "Non sapevo che tu ti interessassi di altro che non fosse propaganda", osservò. "Questo perché tu non sai niente di anarchismo", risposi, "altrimenti capiresti che esso abbraccia tutte le fasi della vita e della lotta e scalza tutti i valori desueti". Yelineck affermò che egli era anarchico perché era un artista; tutte le persone creative devono essere anarchici, sostenne, perché hanno bisogno di scopi e libertà per esprimersi. Hukener insisteva che l'arte non ha nulla a che fare con nessuna teoria. "Lo stesso Nietzsche ne è la prova", argomentò. “È un aristocratico, il suo ideale è quello del superuomo perché egli non ha alcuna simpatia o fede per la massa". Gli feci presente che Nietzsche non era un teorico sociale, ma un poeta, un ribelle e innovatore. La sua aristocrazia non era dovuta né alla nascita né al portafoglio: era un'aristocrazia dello spirito. In questo senso Nietzsche era un anarchico, ed ogni vero anarchico è un aristocratico, dissi io.
Qui la Goldman difende i concetti di Nietzsche e la loro importanza di fronte alle incomprensioni di cui erano oggetto, come poi fece nei suoi saggi e conferenze. La risposta di Brady è tipica della resistenza che divenne a lei familiare:
“Nietzsche è uno stolto”, disse, “un uomo dalla mente malata. Era condannato fin dalla nascita all’idiozia che infine lo travolse. Verrà dimenticato in meno di dieci anni, e lo stesso dicasi per tutti quegli pseudo-moderni. Essi sono delle distorsioni se confrontati con la vera grandezza del passato”.
Furiosa in seguito a quella discussione, la Goldman decise di lasciare Brady: “Tu sei affossato nel passato. Molto bene, resta pure dove sei! Ma non pensare di potermici tenere…Libererò me stessa, anche se ciò significa strappare te dal mio cuore”.
È evidente come il compito nietzschiano di trasvalutazione di tutti i valori era qualcosa che Emma Goldman prese a cuore in modo appassionato. Per poter realizzare un progetto che fosse sia anarchico che moderno, ella era disposta a mettere in questione e/o rigettare tutto, non importa quanto potesse risultare difficile a livello personale.
Subito dopo questo episodio, la Goldman si lanciò in un giro di conferenze organizzate dal circolo anarchico che faceva riferimento al giornale Free Society. Nell’ambito di questo tour, ella tenne una discussione pubblica a Filadelfia nel febbraio del 1898, dal titolo “La base della morale”. In quell’occasione, nell’articolare la sua accusa contro l’oppressione della morale totalitaria e dei sistemi legali, la Goldman citò Nietzsche. Free Society pubblicò un resoconto dei commenti di lei:
La compagna Goldman ha sostenuto che ogni morale dipende da ciò che è noto ai moralisti come la “concezione materialistica”, cioè l’io. Ella ha detto di essere completamente d’accordo con quanto Nietzsche scrisse nel Crepuscolo degli idoli: “La nostra attuale morale è un’idiosincrasia degenerata che ha causato un’inesprimibile quantità di danno”.
E citando Kropotkin e Lacassagne, la Goldman negò “alla Chiesa e allo Stato il diritto di formulare un codice etico da usare come base di ogni azione morale”.
Questo stratagemma secondo cui riferimenti politici sono posti accanto a quelli letterari è tipico della pratica discorsiva della Goldman, la prova che ella credesse come l’espressione artistica potesse fornire intuizioni e ispirazioni rivoluzionarie pari e persino maggiori di quelle offerte da pratiche apertamente politiche. In saggi più recenti, Emma Goldman attribuì ancora più influenza rivoluzionaria all’arte e alla letteratura di quanto non facesse con la propaganda e col discorso puramente politico. Impegnata dal 1906 in poi nella pubblicazione del mensile anarchico Mother Earth, ella sperava di creare una piattaforma di discussione sulla teoria ma anche sull’arte “socialmente significativa”. Tale atteggiamento trovò la sua espressione più chiara nella prefazione che scrisse nel 1911 per Anarchismo e altri saggi:
Non vi è più fede in me nel portento della parola parlata. Ho capito come essa sia inadeguata a risvegliare il pensiero o anche l’emozione. Gradualmente…sono arrivata alla conclusione che la propaganda è al meglio solo un mezzo per scuotere la gente dalla letargia: non lascia alcuna impressione duratura…… E’ del tutto diversa dalle modalità scritte dell’espressione umana… La relazione tra lo scrittore e il lettore è più intima. È vero, i libri sono solo ciò che noi vogliamo che essi siano o piuttosto ciò che leggiamo in essi. Il fatto che lo possiamo fare dimostra l’importanza dell’espressione scritta rispetto a quella parlata.
Per questi motivi, Emma Goldman ripete continuamente che i modi di espressione – poetici, letterari e perfino visionari – scelti da Nietzsche sono tanto importanti quanto l’effettivo contenuto che intendono esprimere. Quella della Goldman è un’intuizione importante, e valida ancora oggi, sui limiti del discorso politico.
Di volta in volta, sia nei saggi che nelle conferenze, la Goldman si ritrova a difendere i concetti di Nietzsche in un modo molto simile a quello adottato di fronte ai pregiudizi ostinati di Brady. Ella è sempre pronta a chiarire alcuni sventurati malintesi sulle idee di Nietzsche, malintesi che circolavano immediatamente prima che l’America entrasse in guerra (la prima guerra mondiale) e che furono successivamente amplificati dai nazisti dopo che il filosofo aveva cessato di essere una forza motrice tra intellettuali e artisti. Questi malintesi riguardavano principalmente il concetto nietzschiano più controverso e noto, quello dell’Übermensch, ma anche le sue idee su un tipo “aristocratico” di individualismo, che la Goldman associava a quello di Stirner. Ecco come Emma esprime la sua frustrazione di fronte alle false e ignoranti interpretazioni di Nietzsche:
L’inclinazione più scoraggiante comune a molti lettori è quella di staccare una frase da un’opera e farne un criterio per la comprensione delle idee o della personalità dello scrittore. Friedrich Nietzsche, per esempio, viene tacciato come colui che odia i deboli per via del suo credo nell’ Übermensch. I superficiali interpreti di questa grande mente non capiscono che la visione dell’ Übermensch includeva anche un tipo di società nella quale non vi era spazio per i meschini e gli schiavi.
Ella prosegue con il disprezzare lo stesso “atteggiamento limitato” che riduce l’individualismo stirneriano alla svilita formula “ognuno per sé, e che il diavolo si porti via l’ultimo”
Similmente, divulgando l’ateismo al posto del cristianesimo (o del giudaismo, da lei rifiutato in precedenza), la Goldman fonda la sua posizione a favore dell’individualismo di Nietzsche e Stirner, i quali – ella dichiara – “si sono dedicati ad affossare i defunti valori sociali e morali del passato”. Secondo Goldman, entrambi i filosofi attaccarono il cristianesimo perché:
Essi videro nel cristianesimo uno schiavo pernicioso della morale, il diniego della vita, il distruttore di tutti quegli elementi che compongono forza e carattere. Vero, Nietzsche denigrava la morale-schiava inerente al cristianesimo a favore di una morale-padrona per il privilegio di pochi. Ma mi azzardo a suggerire che la sua idea di padrone non ha niente a che fare con la volgarità del rango, della casta o del patrimonio. Egli intendeva piuttosto la maestria nelle possibilità umane, che aiuta l’uomo a superare vecchie tradizioni e valori consunti e gli insegna a diventare il creatore di cose belle e nuove.
Queste preoccupazioni si ripetono nella serie di conferenze che la Goldman tenne nel periodo 1913-1927. Molte delle discussioni di quegli anni riguardano specificatamente Nietzsche o argomenti correlati. Sebbene i trascritti di queste conferenze non esistano più, gli scarsi documenti rimasti suggeriscono che il contenuto delle discussioni fosse a volte virtualmente identico, sebbene i titoli cambiassero per adattarsi a un pubblico o a una data situazione. Per esempio, varie volte ella si rivolge al pubblico in questi termini: “Nietzsche, un focolaio intellettuale in Europa”, “Nietzsche, un focolaio intellettuale nella guerra europea”, “Nietzsche e il Kaiser tedesco”.
Tali conferenze, unite all’attività della Goldman contro la coscrizione militare e la guerra, portarono all’arresto di lei e di Alexander Berkman nel 1917 (anno in cui l’America entrò in guerra), con l’accusa di “associazione sovversiva” tesa a ostacolare la coscrizione. In seguito, disgraziatamente, i due furono deportati in Russia, appena diventata un paese comunista.
Altri discorsi di questa serie di conferenze riguardano la rilevanza del pensiero di Nietzsche rispetto a una gamma di questioni anarchiche del tempo: individualismo, ateismo, anti-statalismo, anti-moralismo. Altre questioni da lei trattate nel corso dei suoi convegni, sebbene non direttamente correlate a Nietzsche, testimoniano il desiderio della Goldman di proporre discussioni di carattere sociale – ad esempio il diritto di voto alle donne, il controllo delle nascite, l’amore libero – e di permearle con i concetti nietzschiani e stirneriani di individualismo. Come lei stessa ha affermato:
“La mia mancanza di fede nella maggioranza deriva dalla mia fede nelle possibilità dell’individuo. Solo quando quest’ultimo sarà libero di scegliere i suoi compagni per uno scopo comune, potremo sperare nell’ordine e nell’armonia per uno scopo comune, potremo sperare nell’ordine e nell’armonia al di fuori di questo mondo di caos e ineguaglianza”.
Il 25 luglio 1915 Emma Goldman tenne una conferenza a San Francisco, dal titolo “Nietzsche, un focolaio intellettuale nella guerra”. L’essenza di tale conferenza fu descritta in Mother Earth, dal cui resoconto risulta chiaramente come la Goldman si trovò ancora una volta a contrastare false accuse riguardanti il pensiero del filosofo, compresa quella secondo cui “l’uomo che ha sostenuto la volontà di potenza dovrebbe essere ritenuto responsabile dell’attuale carneficina in Europa”. Il resoconto di Mother Earth racconta sommariamente come la Goldman trattò queste false affermazioni:
Miss Goldman ha sottolineato che il ‘superuomo’ di Nietzsche – se mai dovesse emergere – dovrà emergere da un contesto diverso da quello degli attuali standard; che la visione di Nietzsche va al di là e si pone al di sopra degli attuali concetti. Ella ha citato Così parlò Zarathustra per dimostrare…l’atteggiamento del filosofo verso l’uniforme marchio di debolezza che chiamiamo “aristocrazia”…Nessuno che abbia ascoltato l’interpretazione di Miss Goldman potrebbe più collocare Nietzsche nella lista di aspirazioni miopi. Ella ha messo in chiaro come il filosofo volesse scandagliare profondità che al giorno d’oggi sono pressochè inconcepibili; e come coloro che contestano questo fatto dimostrano semplicemente di non comprendere Friedrich Nietzsche.
La Goldman sostiene un punto di vista simile in un saggio senza data dal titolo “Gelosia: cause e possibili cure”:
Nietzsche, il filosofo di Al di là del bene e del male, viene denunciato come il promotore dell’odio nazionale e della distruzione delle mitragliatrici; ma sono solo i cattivi lettori e discepoli ad interpretarlo in questo modo. ‘Al di là del bene e del male’ significa al di là della persecuzione, del giudicare, dell’uccidere, ecc. Al di là del bene e del male apre ai nostri occhi una visione il cui sottofondo è asserzione individuale unita alla comprensione di tutti quelli che non sono come noi, che sono diversi.
Mother Earth, inoltre, scrive di una conferenza tenutasi a Filadelfia, dal titolo “Friedrich Nietzsche, un focolaio intellettuale in Europa”. Il giornale commenta:
Nazioni ed individui (che non leggono Nietzsche e che non lo capirebbero se lo leggessero) si servono di questo filosofo come esempio di brutalità spietata e ingordigia egocentrica. “Sono un nietzschiano”, si sente dire quale attenuante di una grande quantità di atti egoistici. Ma per una interpretazione essenziale del vero Nietzsche e una presentazione della sua filosofia, si ascolti Emma Goldman in silenzio.
Che questo tema fosse una specialità della Goldman risulta evidente dal commento di questo giornalista: “E’ in questa conferenza più che in qualsiasi altra che Miss Goldman rivela se stessa a noi. Raramente, per non dire mai, si può trovare un oratore che sia più in armonia col suo soggetto”.
E lei era perfettamente capace di armonizzare il suo argomento preferito con qualunque evento contemporaneo che lo rendeva rilevante, con qualunque problema e dibattito che lo rendeva urgente. Eppure non accadeva mai che la Goldman si trovasse a saltare sul carro del vincitore. Tutto lascia intendere chiaramente come ella impostasse i suoi punti di discussione e determinasse la sua priorità secondo una prassi anarchica.
Nelle sue conferenze si assiste ad una mescolanza di individualismo nietzschiano e collettivismo kropotkiniano, un tratto distintivo del pensiero della Goldman. Ed è esattamente questo che le consente di sostenere il primato dell’io e la sua autonomia, e allo stesso tempo di interessarsi a questioni sociali quali le donne, l’infanzia, l’educazione, le relazioni tra i sessi, ecc. Ma è il suo insistere che l’io autonomo non deve mai essere sacrificato alla collettività che pone Emma Goldman in una posizione diversa dal comunismo e dal socialismo e addirittura da certe forme di anarchismo, quale il sindacalismo, che guardano alle masse e ai lavoratori in una chiave rivoluzionaria. Come sempre, anche in questo caso Nietzsche le era di esempio:
Friedrich Nietzsche definì lo stato un mostro freddo. Come avrebbe definito l’odiosa bestia in veste di dittatura moderna? Non che il governo abbia mai dato molto spazio all’individuo; ma i campioni della nuova ideologia dello Stato non concedono nemmeno tanto. “L’individuo è nulla”, dichiarano, “è la collettività che conta”. Niente altro che la resa dell’individuo soddisferà l’appetito insaziabile della nuova divinità.
Ma la Goldman metteva grande cura nel distinguere ciò che ella definiva “individualità” dal concetto di “individualismo rozzo”, così tanto amato dall’ideologia americana dominante. Ella rigetta quest’ultimo come un “tentativo mascherato di reprimere e sconfiggere l’individuo e la sua individualità”, una dottrina che rappresenta “l’individualismo dei padroni, mentre il popolo resta irreggimentato in una casta di schiavi al servizio di un numero ristretto di superuomini egoisti”. Un tema simile può essere stato il soggetto della conferenza che la Goldman tenne a New York nel maggio del 1917, dal titolo “Lo Stato e i suoi vigorosi oppositori: Friedrich Nietzsche, Max Stirner, Ralph Waldo Emerson, H. David Thoreau e altri”.
Essendo la Goldman anarchica e contemporaneamente russa (lituana), tedesca e donna ebrea emigrata che parlava Yiddish, il suo pensiero era nettamente distinto – sul piano intellettuale, culturale e linguistico – da quello del radicalismo americano, come quello di Benjamin Tucker, ad esempio. L’eredità del dissenso americano veniva da una combinazione di protestantesimo, individualismo alla Emerson e Thoreau e democrazia alla Jefferson, filosofi ai quali l’anarchismo di Goldman doveva ben poco. Come altri emigrati europei dell’ambiente anarchico che lei frequentava, ella aveva lasciato dietro di sé il passato del Vecchio Mondo, per poi ritrovarsi nel Nuovo Mondo senza radici. Di conseguenza , la sua filosofia politica aveva origini diverse da quelle della tradizione radicale nata in America. Riformulando il collettivismo di Kropotkin e il concetto stirneriano di io e riferendo questi ultimi al progetto nietzschiano di trasvalutazione di tutti i valori, la Goldman indirizzò questa combinazione al contesto socio-culturale americano.
Se l’attenzione della Goldman volta contemporaneamente all’individuale e al sociale è insolita, altrettanto insolito è il suo interesse nel temporale che andava di pari passo al valore che ella dava all’inattuale. Sebbene ella condividesse con molti dei suoi contemporanei l’interesse per Nietzsche, il senso che ella dava a questo interesse era piuttosto diverso da quello dei suoi contemporanei. Per gli intellettuali di fine XIX secolo e gli espressionisti di inizio XX secolo, ad esempio, l’Übermensch di Nietzsche rappresentava la superiorità del genio creativo sulle convinzioni della massa o dell’ideologia borghese. Alcuni scrittori e artisti tedeschi, sebbene contrari all’ordine dello stato del vecchio mondo e delle sue istituzioni decrepite, si spinsero perfino a salutare la prima guerra mondiale, per lo meno all’inizio, come un esempio di distruzione nietzschiana da cui sarebbe nato un nuovo mondo libero dalle costrizioni della tradizione e della storia.
Si comprende bene come questo approccio ostinato al pensiero di Nietzsche fosse precisamente quello che la Goldman sempre e con vigore indicava come incompatibile con lo spirito complessivo del filosofo e con quello dell’anarchismo. Tutto ciò perché Emma Goldman leggeva Nietzsche non tanto per essere in sintonia con lo zeitgeist o semplicemente per essere una “moderna”; piuttosto, Goldman leggeva Nietzsche innanzitutto come anarchica. È questo che differenzia la sua lettura di Nietzsche da quella della maggioranza dei suoi contemporanei. Ella osserva:
Gli artisti “arrivati” sono anime morte sull’orizzonte intellettuale. Gli spiriti intransigenti e audaci non “arrivano” mai. La loro vita è una battaglia senza fine con la stupidità e ottusità del loro tempo. Essi devono restare quello che Nietzsche chiama “inattuali”, perché tutto ciò che lotta per una nuova forma, una nuova espressione e nuovi valori è sempre condannato ad essere “inattuale”.
Similmente, mentre Emma Goldman era impegnata con le tendenze contro-culturali del tempo e le questioni sociali e politiche che allora premevano con urgenza, le sue conferenze su Nietzsche sembrano precisamente diramare messaggi inattuali, secondo lo spirito del filosofo stesso. È questo, per Emma Goldman, lo scopo senza tempo dell’anarchismo – un’intuizione che le permise di dichiarare: “Nietzsche era un anarchico”.

Lèon Kochnitzky
08-02-17, 17:28
Il legame tra Nietzsche è l'individualismo anarchico, è un legame indiscutibile. Chiaramente N. non è un filosofo libertario, ma molte sue intuizioni sono state giustamente prese dagli anarchici.Così come per Stirner. Io poi, francamente, non capisco perche' un individualista non possa leggere Nietzsche e pure Bakunin; collettivismo e individualismo non per forza contrastano

Josef Scveik
09-02-17, 12:29
Il legame tra Nietzsche è l'individualismo anarchico, è un legame indiscutibile. Chiaramente N. non è un filosofo libertario, ma molte sue intuizioni sono state giustamente prese dagli anarchici.Così come per Stirner. Io poi, francamente, non capisco perche' un individualista non possa leggere Nietzsche e pure Bakunin; collettivismo e individualismo non per forza contrastano

Certo sono d'accordo....ma poi è Stirner ad aver ispirato Nietzsche o piuttosto il contrario?
La crisi iniziale di Nietzsche (Stirner) (http://www.lsr-projekt.de/poly/itnietzsche.html)

Jerome
09-02-17, 12:34
Certo sono d'accordo....ma poi è Stirner ad aver ispirato Nietzsche o piuttosto il contrario?
La crisi iniziale di Nietzsche (Stirner) (http://www.lsr-projekt.de/poly/itnietzsche.html)

Stirner ha ispirato Nietzsche. Nietzsche aveva 12 anni quando morì Stirner.