Avamposto
31-07-10, 19:17
30 gennaio 1943 - Le direttive del partito nazionalsocialista
Il testo qui presentato contiene le direttive per le celebrazioni del X anniversario del 30 Gennaio (1943). L’ultima data del documento è del 24 dicembre del ’42, il che significa che le istruzioni di Göbbels iniziarono a circolare agli inizi di gennaio dell’anno successivo. Il documento è molto lungo (circa 33 pagine) ed estremamente dettagliato; contiene tutte le indicazioni sui discorsi, le manifestazioni pubbliche e gli interventi dei massimi esponenti del III Reich. E’, in effetti, un documento “tecnico”, la cui traduzione integrale ci è parsa ridondante. Ne abbiamo quindi estrapolato la parte relativa alle indicazioni per i discorsi che sarebbero stati tenuti dai Capi ai Membri del Partito.
Fonte: 30. Januar 1943. 10. Jahrestag der Machtübernahme. Anweisungen des Reichspropagandaleiters der NSDAP. Zusammengestellt vom Hauptamt Propaganda (Amt Grossveranstaltungen) der Reichspropagandaleitung der NSDAP. [30 Gennaio 1943 – 10° Anniversario della Presa del Potere. Indicazioni del Reichspropagandaleiter della NSDAP. Realizzate dall’ Hauptamt Propaganda (Amt Grossveranstaltungen) del Reichspropagandleitung della NSDAP.]1
Direttive per il discorso dei Capi ai Membri del Partito
di venerdì 29 Gennaio 1943
Il 29 gennaio 1943, vigilia del 10° anniversario della presa del potere, dovrebbero essere tenuti convegni in tutte le province e i gruppi locali2, in cui parleranno capi del Partito ed oratori. Come in tutti gli altri eventi relativi al 10° anniversario, il concetto centrale dovrebbe essere: “La vittoria del movimento Nazionalsocialista il 30 gennaio 1933 ha creato le fondamenta per la vittoria delle armi del popolo tedesco nella propria lotta per un sistema di vita più giusto, per la libertà e per il pane quotidiano”. Il discorso dovrebbe ricordare al popolo tedesco che Adolf Hitler e il suo movimento non hanno solo salvato la Nazione all’ultimo istante dalla totale rovina e il Popolo tedesco da un minaccioso declino, ma hanno anche determinato una rinascita nazionale, sociale, economica e culturale che sovrasta3 quanto i capi di altri popoli sono stati in grado di compiere. La storia della nostra lotta per il potere, la ricostruzione e l’assicurazione della nostra esistenza nazionale e i forti successi delle nostre forze armate dimostrano che, alla fine, il nostro Führer ha sempre vinto4 e che la vittoria segue la vittoria. Tutto ciò ci da la sicurezza che la decisiva battaglia finale coi nostri avversari può concludersi solo con la nostra vittoria. “Noi vinceremo perché ci guida Adolf Hitler!”. Ogni cittadino deve lasciare i raduni di massa e le cerimonie in onore del 30 Gennaio con questo slogan quale fermo convincimento per i giorni a venire.
Gli orientamenti che seguono dovrebbero rappresentare per i Capi del Partito e gli oratori i punti fermi da porre al centro dei loro dei discorsi. Naturalmente ognuno di loro dovrà adattare il materiale alle situazioni locali e sottolineare le specifiche realizzazioni del Partito e
del Governo Nazionalsocialista nella propria zona.
A. Risultati sociali
Quando il Füher prese il potere, il 30 Gennaio 1933, il popolo tedesco aveva raggiunto il fondo, economicamente e socialmente, ad un punto tale che oggi non può neppure essere compreso. Oltre sette milioni di nostri connazionali erano senza lavoro né cibo. Ciò significa che erano oltre 20 milioni i tedeschi privati di una vita normale, dal momento che ciascuno di quei sette milioni aveva una media di due familiari da mantenere. Questo vuol dire che più di 20 milioni di persone non potevano comprare ciò di cui necessitavano per sostenersi, neppure quanto, per esempio, è a disposizione di ogni cittadino con la tessera del razionamento5, in questo quarto anno di guerra. Oltre a ciò, il capitale finanziario internazionale ebraico dominava la Germania e i capi dei partiti politici e dei sindacati erano suoi strumenti. La borsa valori mondiale aveva il controllo della nostra esistenza, ed i nostri nemici giudeo-plutocratici ci avevano imposto i piani Dawes e Young6, gli stessi nemici che ci hanno dichiarato guerra nel 19397 e contro cui oggi stiamo combattendo sul campo. Tutto quanto produceva il popolo tedesco fluiva nelle mani del giudaismo mondiale e dei capitalisti finanziari, nelle tasche dei banchieri internazionali. Il nostro popolo soffriva la fame e periva e non vedeva una via d’uscita dalla propria, disperata situazione. Milioni di Tedeschi vedevano soltanto una strada per uscire dalla loro disperata condizione, vale a dire la totale distruzione delle condizioni di allora attraverso la bolscevizzazione. Ma quella era proprio la meta del giudaismo internazionale. Se quel traguardo fosse stato raggiunto la sofferenza sarebbe cresciuta al di là di ogni limite. Il nostro destino sarebbe stato quello degli omicidi di massa attraverso un furioso terrore, di una fame orribile per milioni di persone e dell’asservimento fisico degli altri sotto le fruste dei giudei trionfanti.8 In questo caos totale la Germania completamente scomparsa.9 Oggi non ci sarebbero alcun Reich Tedesco, alcun Popolo Tedesco, nessuna salda famiglia Tedesca, le risate felici dei bambini, alcuna vita e nessun futuro per il nostro sangue e la nostra stirpe. Ringraziamo il Führer e tutti i combattenti, sconosciuti e senza nome, che ci hanno salvato da tutto questo. Nonostante le loro necessità personali, malgrado la persecuzione ed il vile terrore, essi marciarono in Germania con fanatica fede e prepararono il terreno per il giorno decisivo della Nazione, il 30 Gennaio 1933. Immediatamente dopo aver preso il potere, il Führer iniziò una energica campagna contro la sofferenza e il declino delle nostre vite. Col motto “Prima un lavoro ad ognuno, poi il lavoro
adatto a ciascuno”, iniziò la campagna per il diritto a un lavoro per ogni cittadino tedesco. I precedenti anni di declino avevano lasciato così tanta miseria e dissesto nei settori governativi, ufficiali e privati che i lavori da fare erano più che abbastanza. C’era un disperato bisogno di manutenzioni, riparazioni e nuove costruzioni. Ciò che era necessario sconfiggere era la vecchia opinione, accettata da tutti meno che dai Nazionalsocialisti, che i lavori potessero procedere solo dopo che fossero stati stabiliti i mezzi di pagamento. Il movimento procedette dal principio che il lavoro era più prezioso del capitale e che potesse creare ricchezza sufficiente da permettere di estendere il credito ai suoi nuovi proprietari. I primi sforzi si rivolsero alle strade e al sistema dei trasporti, con la costruzione delle Autostrade10, di condomini e insediamenti, per la difesa e il miglioramento delle condizioni generali di vita del nostro popolo. Le parole di Adolf Hitler al principio della costruzione delle Autostrade – “Lavoratore tedesco, inizia!”- furono la chiara espressione del convincimento Nazionalsocialista che il lavoro e non il capitale (la posizione del vecchio sistema giudaicoliberal-democratico) era al centro dell’attività costruttiva. Un mese dopo l’altro, la gente ricominciò a lavorare, gente che non aveva guadagnato nulla per anni e che per anni aveva vegetato. La disoccupazione scomparve in tre anni. L’attività in costante aumento condusse al problema opposto. Al posto della mancanza di lavoro, si ebbe l’insufficienza di lavoratori. Nei primi anni dello Stato Nazionalsocialista i nostri cittadini hanno compiuto un lento progresso affrontando le condizioni miserevoli che avevano ereditato. Finché non sono stati in grado di aiutarsi da soli, l’organizzazione Nazionalsocialista per l’assistenza sociale e l’istituzione del Soccorso Invernale hanno operato per alleviare le sofferenze peggiori. Il Führer risvegliò la volontà dell’assistenza comunitaria e mobilitò la forza dell’animo tedesco. In luogo delle precedenti attività caritatevoli, compiute da un piccolo gruppo per lo più per salvare le proprie coscienze, si sviluppò un cameratismo che coinvolse tutto il Popolo. Esso sostenne prontamente11 ogni cittadino, ma pretese anche che ognuno, compresi coloro che ricevevano aiuto, sviluppassero una volontà a sacrificarsi ed a fare e perciò ad aiutare se stessi. Su queste basi si sviluppò un nuovo ordine morale relativo all’assistenza sociale che è unico al mondo e che aiutò a vincere tutta la sofferenza e il dolore che i paesi giudeoplutocratici ancora non riescono a risolvere a causa della loro visione materialistica. Anche i meravigliosi programmi comunitari del Nazionalsocialismo derivano dalla sua visione del mondo, nel prendersi cura della nostra gioventù, delle nostre madri e della crescita delle nuove vite. I programmi della NSV12 comprendono la “Mutter und Kind”, la “Haushaltshilfe”13, i “Kindergarten”14, la “Jugendhilfe”15, la “Gemeindepflegestationen”16, la “Ernährungshilfswerk”17, la “Freiplatz-Spende”18 che, insieme ai programmi del DAF19, l’ “Amt für Schönheit der Arbeit”20, “Kraft durch Freude21”, l’“Amt für Volksgesundheit”22 o l’ “Amt für Berufserziehung und Betriebsführung”23, così come i meravigliosi programmi per favorire la salute dei nostri giovani per mezzo della HJ e della BDM24, tutti insieme rappresentano l’imponente dimostrazione della volontà Nazionalsocialista di una vita sociale completamente nuova nella nostra comunità di popolo.25 Gli enti statali e comunali hanno seguito il modello impostato dal Partito con proprie, numerose e rivoluzionarie innovazioni. L’impulso alla costruzione di appartamenti e case, i prestiti per i matrimoni26, i versamenti per i bambini, il mantenimento all’istruzione e numerosi, analoghi programmi sono stati l’espressione della nuova volontà di vivere della nostra comunità Nazionalsocialista. Lo Stato ha anche usato le opportunità operative che aveva per fornire una cura crescente ai vecchi ed ai pensionati attraverso misure giuridiche di vario tipo.27 Tutte queste realizzazioni sono immaginabili soltanto nella visione della vita totalmente nuova dell’ideale Nazionalsocialista, che oggi guida28 la vita pubblica e le azioni del Governo. I molti tentativi d’imitarci che vediamo nei nostri avversari, specialmente durante la guerra, sono la prova dell’impatto esemplare e di vasta portata che hanno avuto le nostre misure sociali. Nonostante questi tentativi di imitazione, noi sappiamo che i nostri nemici non avranno mai successo, perché sono privi del requisito indispensabile, la nuova determinazione che il Führer ci ha dato con la sua visione del mondo Nazionalsocialista. Ciò che non hanno i nostri nemici giudeo-plutocratici.
B. Successi politici
Di significato perfino maggiore e più decisivo, nel contesto della nostra attuale battaglia col destino, sono i superbi successi delle nostre politiche economiche ottenuti29 dallo Stato Nazionalsocialista nei dieci anni trascorsi. Anche per questi risultati dobbiamo ringraziare soltanto la forza direttiva del Führer ed il suo ideale. L’enorme povertà che abbiamo sperimentato prima della presa del potere fu, alla fin fine, l’opera degli stessi nemici che affrontiamo oggi sul campo di battaglia per la seconda volta. La terribile carenza di spazio che caratterizzava la nostra vita economica impedì sia all’industria tedesca, che all’agricoltura e al commercio di sviluppare i requisiti di una vita economica libera ed indipendente. Un esiguo gruppo di giudei e di plutocrati si dividevano la terra con tutte le sue ricchezze. Essi restavano avidamente aggrappati a ciò che avevano, difendendolo con ogni mezzo contro una giusta redistribuzione, sebbene vi fossero spazio e cibo sufficienti, ricchezze e lavoro per tutti. Volevano perpetuare la miserabile divisione del mondo fra chi ha e chi non ha. La Prima Guerra mondiale fu una lotta dei giudei e dei plutocrati contro un equo ordine mondiale. Speravano, attraverso il trattato di Versailles, di proteggere per il tempo a venire le ricchezze che avevano raccolto nei secoli. Così Versailles non portò la pace in Germania, ma solo la quiete dei cimiteri. Così crebbe nel mondo un mare di nuove fonti d’agitazione, che minacciava l’esplosione delle forze elementari.30 Con l’assunzione del potere da parte di Adolf Hitler, anche in questo settore della vita nazionale ebbe inizio un nuovo impulso all’ordine e alle soluzioni nuove. Riconoscendo l’evidenza di una cospirazione mondiale giudaico-plutocratico-bolscevica contro la nuova Germania, fu chiara la necessità di essere economicamente indipendenti. Il Führer quindi operò per renderci indipendenti nei settori essenziali da un mondo straniero ed ostile. Il suo genio di statista, la sua lungimiranza politica e la sua energia vitale riuscirono, insieme ai nostri amici italiani, a mobilitare tutte le forze necessarie. Si dovrebbe ricordare quale sforzo egli fece per persuadere il popolo della effettiva necessità di misure impopolari e improduttive. La costruzione di industrie per la produzione di materiali sintetici incontrò all’inizio una opposizione accanita da parte di quei circoli abituati in altri tempi a valutare le cose soltanto in termini di profitti e di perdite.31 Il Nazionalsocialismo, fin dal principio, non ha ragionato in termini capitalistici. Piuttosto ha agito soltanto secondo questo principio: cosa è utile per il nostro Popolo? Il fatto che il nemico potesse tagliarci fuori dai mercati mondiali per delle materie essenziali per la nostra sussistenza e per la lotta per la nostra esistenza fu l’unica cosa che guidò le nostre azioni e la nostra condotta. Oggi possiamo ringraziare questo principio perché, nel pieno di una battaglia impostaci proprio per la nostra esistenza, noi non dipendiamo dai buoni favori del mondo per la benzina, la gomma e numerose altre sostanze sintetiche. Nel processo di garantire la nostra esistenza, l’economia tedesca è cresciuta ed è prosperata come mai prima.32 Abbiamo lavorato con grande energia33 per assicurare il miglior approvvigionamento possibile di cibo. La protezione dei contadini, la liberazione delle loro terre dal controllo giudaico-liberale, la creazione delle fattorie ereditarie34, gli incrementi sistematici della produzione, i miglioramenti nella gestione delle fattorie e degli allevamenti e la lungimirante creazione di riserve di cibo ci assicura che il nostro popolo possiede un rifornimento indipendente di cibo fino al massimo livello possibile e che le precedenti importazioni di generi alimentari, che erano in crescita, sono state ridotte. Consapevole che potesse rendersi necessario difendere la nostra esistenza, il Führer si è curato di armare il nostro popolo. Possiamo ringraziare l’accuratezza di tali preparativi se le armi tedesche sono sempre state superiori su tutti i fronti fin dall’inizio della guerra cui siamo stati obbligati. La ricostruzione e la riorganizzazione del Lavoro e dell’Economia tedeschi sono stati i presupposti della nostra invincibilità. Dobbiamo ringraziare soltanto Adolf Hitler per la nostra esistenza nazionale. Dall’epoca in cui il mondo vedeva il popolo e la patria tedesca come una nazione del tutto insignificante politicamente, una nazione che aveva perduto ogni concetto dell’onore nazionale e dell’indipendenza politica, che era stata degradata a nazione schiava, soggetta all’avidità giudaica e all’arbitrio plutocratico, da allora, la grande abilità politica e le brillanti capacità diplomatiche del Führer hanno condotto la Germania al livello più alto di stima e rispetto. Oggi la Germania rappresenta già la speranza e la sicurezza per molti nazioni europee. Ma i nemici della Germania, con furia e odio sconfinati, si agitarono contro la grandezza del Governo35 Nazionalsocialista e la sua forza diplomatica. Per oltre tre anni, il mondo rabbioso e pieno d’odio d’ebrei, plutocrati e bolscevichi ha sfidato l’energia della nuova Germania, patendo una sconfitta dopo l’altra. Anche qui dobbiamo ringraziare soltanto il Führer per gli sbalorditivi successi militari delle nostre forze armate. Dall’impotenza totale cui eravamo stati costretti dal vergognoso trattato di Versailles, Adolf Hitler in soli sei anni ci ha portati a divenire la potenza più forte del continente. Consapevole dell’elevata responsabilità per i valori eterni del nostro sangue, egli ha protetto la nostra esistenza e salvato la forza creativa del talento tedesco per il mondo intero. Quanto egli ha iniziato con la lotta per il potere, oggi egli lo termina liberandoci dalla eterna minaccia del pericolo di annientamento da parte del bolscevismo. Mentre giudei e bolscevichi mostrano brama selvaggia e odio sconfinato per le immortali energie della nostra razza e vogliono sconsideratamente consegnare la Germania e l’intero continente europeo alla rovina, l’incessante energia e l’azione instancabile di Adolf Hitler preservano il popolo tedesco e tutti i valori della cultura e della civiltà d’Europa.
(continua)
Italia Sociale (http://www.italiasociale.net/storia07/storia060207-2.html)
Il testo qui presentato contiene le direttive per le celebrazioni del X anniversario del 30 Gennaio (1943). L’ultima data del documento è del 24 dicembre del ’42, il che significa che le istruzioni di Göbbels iniziarono a circolare agli inizi di gennaio dell’anno successivo. Il documento è molto lungo (circa 33 pagine) ed estremamente dettagliato; contiene tutte le indicazioni sui discorsi, le manifestazioni pubbliche e gli interventi dei massimi esponenti del III Reich. E’, in effetti, un documento “tecnico”, la cui traduzione integrale ci è parsa ridondante. Ne abbiamo quindi estrapolato la parte relativa alle indicazioni per i discorsi che sarebbero stati tenuti dai Capi ai Membri del Partito.
Fonte: 30. Januar 1943. 10. Jahrestag der Machtübernahme. Anweisungen des Reichspropagandaleiters der NSDAP. Zusammengestellt vom Hauptamt Propaganda (Amt Grossveranstaltungen) der Reichspropagandaleitung der NSDAP. [30 Gennaio 1943 – 10° Anniversario della Presa del Potere. Indicazioni del Reichspropagandaleiter della NSDAP. Realizzate dall’ Hauptamt Propaganda (Amt Grossveranstaltungen) del Reichspropagandleitung della NSDAP.]1
Direttive per il discorso dei Capi ai Membri del Partito
di venerdì 29 Gennaio 1943
Il 29 gennaio 1943, vigilia del 10° anniversario della presa del potere, dovrebbero essere tenuti convegni in tutte le province e i gruppi locali2, in cui parleranno capi del Partito ed oratori. Come in tutti gli altri eventi relativi al 10° anniversario, il concetto centrale dovrebbe essere: “La vittoria del movimento Nazionalsocialista il 30 gennaio 1933 ha creato le fondamenta per la vittoria delle armi del popolo tedesco nella propria lotta per un sistema di vita più giusto, per la libertà e per il pane quotidiano”. Il discorso dovrebbe ricordare al popolo tedesco che Adolf Hitler e il suo movimento non hanno solo salvato la Nazione all’ultimo istante dalla totale rovina e il Popolo tedesco da un minaccioso declino, ma hanno anche determinato una rinascita nazionale, sociale, economica e culturale che sovrasta3 quanto i capi di altri popoli sono stati in grado di compiere. La storia della nostra lotta per il potere, la ricostruzione e l’assicurazione della nostra esistenza nazionale e i forti successi delle nostre forze armate dimostrano che, alla fine, il nostro Führer ha sempre vinto4 e che la vittoria segue la vittoria. Tutto ciò ci da la sicurezza che la decisiva battaglia finale coi nostri avversari può concludersi solo con la nostra vittoria. “Noi vinceremo perché ci guida Adolf Hitler!”. Ogni cittadino deve lasciare i raduni di massa e le cerimonie in onore del 30 Gennaio con questo slogan quale fermo convincimento per i giorni a venire.
Gli orientamenti che seguono dovrebbero rappresentare per i Capi del Partito e gli oratori i punti fermi da porre al centro dei loro dei discorsi. Naturalmente ognuno di loro dovrà adattare il materiale alle situazioni locali e sottolineare le specifiche realizzazioni del Partito e
del Governo Nazionalsocialista nella propria zona.
A. Risultati sociali
Quando il Füher prese il potere, il 30 Gennaio 1933, il popolo tedesco aveva raggiunto il fondo, economicamente e socialmente, ad un punto tale che oggi non può neppure essere compreso. Oltre sette milioni di nostri connazionali erano senza lavoro né cibo. Ciò significa che erano oltre 20 milioni i tedeschi privati di una vita normale, dal momento che ciascuno di quei sette milioni aveva una media di due familiari da mantenere. Questo vuol dire che più di 20 milioni di persone non potevano comprare ciò di cui necessitavano per sostenersi, neppure quanto, per esempio, è a disposizione di ogni cittadino con la tessera del razionamento5, in questo quarto anno di guerra. Oltre a ciò, il capitale finanziario internazionale ebraico dominava la Germania e i capi dei partiti politici e dei sindacati erano suoi strumenti. La borsa valori mondiale aveva il controllo della nostra esistenza, ed i nostri nemici giudeo-plutocratici ci avevano imposto i piani Dawes e Young6, gli stessi nemici che ci hanno dichiarato guerra nel 19397 e contro cui oggi stiamo combattendo sul campo. Tutto quanto produceva il popolo tedesco fluiva nelle mani del giudaismo mondiale e dei capitalisti finanziari, nelle tasche dei banchieri internazionali. Il nostro popolo soffriva la fame e periva e non vedeva una via d’uscita dalla propria, disperata situazione. Milioni di Tedeschi vedevano soltanto una strada per uscire dalla loro disperata condizione, vale a dire la totale distruzione delle condizioni di allora attraverso la bolscevizzazione. Ma quella era proprio la meta del giudaismo internazionale. Se quel traguardo fosse stato raggiunto la sofferenza sarebbe cresciuta al di là di ogni limite. Il nostro destino sarebbe stato quello degli omicidi di massa attraverso un furioso terrore, di una fame orribile per milioni di persone e dell’asservimento fisico degli altri sotto le fruste dei giudei trionfanti.8 In questo caos totale la Germania completamente scomparsa.9 Oggi non ci sarebbero alcun Reich Tedesco, alcun Popolo Tedesco, nessuna salda famiglia Tedesca, le risate felici dei bambini, alcuna vita e nessun futuro per il nostro sangue e la nostra stirpe. Ringraziamo il Führer e tutti i combattenti, sconosciuti e senza nome, che ci hanno salvato da tutto questo. Nonostante le loro necessità personali, malgrado la persecuzione ed il vile terrore, essi marciarono in Germania con fanatica fede e prepararono il terreno per il giorno decisivo della Nazione, il 30 Gennaio 1933. Immediatamente dopo aver preso il potere, il Führer iniziò una energica campagna contro la sofferenza e il declino delle nostre vite. Col motto “Prima un lavoro ad ognuno, poi il lavoro
adatto a ciascuno”, iniziò la campagna per il diritto a un lavoro per ogni cittadino tedesco. I precedenti anni di declino avevano lasciato così tanta miseria e dissesto nei settori governativi, ufficiali e privati che i lavori da fare erano più che abbastanza. C’era un disperato bisogno di manutenzioni, riparazioni e nuove costruzioni. Ciò che era necessario sconfiggere era la vecchia opinione, accettata da tutti meno che dai Nazionalsocialisti, che i lavori potessero procedere solo dopo che fossero stati stabiliti i mezzi di pagamento. Il movimento procedette dal principio che il lavoro era più prezioso del capitale e che potesse creare ricchezza sufficiente da permettere di estendere il credito ai suoi nuovi proprietari. I primi sforzi si rivolsero alle strade e al sistema dei trasporti, con la costruzione delle Autostrade10, di condomini e insediamenti, per la difesa e il miglioramento delle condizioni generali di vita del nostro popolo. Le parole di Adolf Hitler al principio della costruzione delle Autostrade – “Lavoratore tedesco, inizia!”- furono la chiara espressione del convincimento Nazionalsocialista che il lavoro e non il capitale (la posizione del vecchio sistema giudaicoliberal-democratico) era al centro dell’attività costruttiva. Un mese dopo l’altro, la gente ricominciò a lavorare, gente che non aveva guadagnato nulla per anni e che per anni aveva vegetato. La disoccupazione scomparve in tre anni. L’attività in costante aumento condusse al problema opposto. Al posto della mancanza di lavoro, si ebbe l’insufficienza di lavoratori. Nei primi anni dello Stato Nazionalsocialista i nostri cittadini hanno compiuto un lento progresso affrontando le condizioni miserevoli che avevano ereditato. Finché non sono stati in grado di aiutarsi da soli, l’organizzazione Nazionalsocialista per l’assistenza sociale e l’istituzione del Soccorso Invernale hanno operato per alleviare le sofferenze peggiori. Il Führer risvegliò la volontà dell’assistenza comunitaria e mobilitò la forza dell’animo tedesco. In luogo delle precedenti attività caritatevoli, compiute da un piccolo gruppo per lo più per salvare le proprie coscienze, si sviluppò un cameratismo che coinvolse tutto il Popolo. Esso sostenne prontamente11 ogni cittadino, ma pretese anche che ognuno, compresi coloro che ricevevano aiuto, sviluppassero una volontà a sacrificarsi ed a fare e perciò ad aiutare se stessi. Su queste basi si sviluppò un nuovo ordine morale relativo all’assistenza sociale che è unico al mondo e che aiutò a vincere tutta la sofferenza e il dolore che i paesi giudeoplutocratici ancora non riescono a risolvere a causa della loro visione materialistica. Anche i meravigliosi programmi comunitari del Nazionalsocialismo derivano dalla sua visione del mondo, nel prendersi cura della nostra gioventù, delle nostre madri e della crescita delle nuove vite. I programmi della NSV12 comprendono la “Mutter und Kind”, la “Haushaltshilfe”13, i “Kindergarten”14, la “Jugendhilfe”15, la “Gemeindepflegestationen”16, la “Ernährungshilfswerk”17, la “Freiplatz-Spende”18 che, insieme ai programmi del DAF19, l’ “Amt für Schönheit der Arbeit”20, “Kraft durch Freude21”, l’“Amt für Volksgesundheit”22 o l’ “Amt für Berufserziehung und Betriebsführung”23, così come i meravigliosi programmi per favorire la salute dei nostri giovani per mezzo della HJ e della BDM24, tutti insieme rappresentano l’imponente dimostrazione della volontà Nazionalsocialista di una vita sociale completamente nuova nella nostra comunità di popolo.25 Gli enti statali e comunali hanno seguito il modello impostato dal Partito con proprie, numerose e rivoluzionarie innovazioni. L’impulso alla costruzione di appartamenti e case, i prestiti per i matrimoni26, i versamenti per i bambini, il mantenimento all’istruzione e numerosi, analoghi programmi sono stati l’espressione della nuova volontà di vivere della nostra comunità Nazionalsocialista. Lo Stato ha anche usato le opportunità operative che aveva per fornire una cura crescente ai vecchi ed ai pensionati attraverso misure giuridiche di vario tipo.27 Tutte queste realizzazioni sono immaginabili soltanto nella visione della vita totalmente nuova dell’ideale Nazionalsocialista, che oggi guida28 la vita pubblica e le azioni del Governo. I molti tentativi d’imitarci che vediamo nei nostri avversari, specialmente durante la guerra, sono la prova dell’impatto esemplare e di vasta portata che hanno avuto le nostre misure sociali. Nonostante questi tentativi di imitazione, noi sappiamo che i nostri nemici non avranno mai successo, perché sono privi del requisito indispensabile, la nuova determinazione che il Führer ci ha dato con la sua visione del mondo Nazionalsocialista. Ciò che non hanno i nostri nemici giudeo-plutocratici.
B. Successi politici
Di significato perfino maggiore e più decisivo, nel contesto della nostra attuale battaglia col destino, sono i superbi successi delle nostre politiche economiche ottenuti29 dallo Stato Nazionalsocialista nei dieci anni trascorsi. Anche per questi risultati dobbiamo ringraziare soltanto la forza direttiva del Führer ed il suo ideale. L’enorme povertà che abbiamo sperimentato prima della presa del potere fu, alla fin fine, l’opera degli stessi nemici che affrontiamo oggi sul campo di battaglia per la seconda volta. La terribile carenza di spazio che caratterizzava la nostra vita economica impedì sia all’industria tedesca, che all’agricoltura e al commercio di sviluppare i requisiti di una vita economica libera ed indipendente. Un esiguo gruppo di giudei e di plutocrati si dividevano la terra con tutte le sue ricchezze. Essi restavano avidamente aggrappati a ciò che avevano, difendendolo con ogni mezzo contro una giusta redistribuzione, sebbene vi fossero spazio e cibo sufficienti, ricchezze e lavoro per tutti. Volevano perpetuare la miserabile divisione del mondo fra chi ha e chi non ha. La Prima Guerra mondiale fu una lotta dei giudei e dei plutocrati contro un equo ordine mondiale. Speravano, attraverso il trattato di Versailles, di proteggere per il tempo a venire le ricchezze che avevano raccolto nei secoli. Così Versailles non portò la pace in Germania, ma solo la quiete dei cimiteri. Così crebbe nel mondo un mare di nuove fonti d’agitazione, che minacciava l’esplosione delle forze elementari.30 Con l’assunzione del potere da parte di Adolf Hitler, anche in questo settore della vita nazionale ebbe inizio un nuovo impulso all’ordine e alle soluzioni nuove. Riconoscendo l’evidenza di una cospirazione mondiale giudaico-plutocratico-bolscevica contro la nuova Germania, fu chiara la necessità di essere economicamente indipendenti. Il Führer quindi operò per renderci indipendenti nei settori essenziali da un mondo straniero ed ostile. Il suo genio di statista, la sua lungimiranza politica e la sua energia vitale riuscirono, insieme ai nostri amici italiani, a mobilitare tutte le forze necessarie. Si dovrebbe ricordare quale sforzo egli fece per persuadere il popolo della effettiva necessità di misure impopolari e improduttive. La costruzione di industrie per la produzione di materiali sintetici incontrò all’inizio una opposizione accanita da parte di quei circoli abituati in altri tempi a valutare le cose soltanto in termini di profitti e di perdite.31 Il Nazionalsocialismo, fin dal principio, non ha ragionato in termini capitalistici. Piuttosto ha agito soltanto secondo questo principio: cosa è utile per il nostro Popolo? Il fatto che il nemico potesse tagliarci fuori dai mercati mondiali per delle materie essenziali per la nostra sussistenza e per la lotta per la nostra esistenza fu l’unica cosa che guidò le nostre azioni e la nostra condotta. Oggi possiamo ringraziare questo principio perché, nel pieno di una battaglia impostaci proprio per la nostra esistenza, noi non dipendiamo dai buoni favori del mondo per la benzina, la gomma e numerose altre sostanze sintetiche. Nel processo di garantire la nostra esistenza, l’economia tedesca è cresciuta ed è prosperata come mai prima.32 Abbiamo lavorato con grande energia33 per assicurare il miglior approvvigionamento possibile di cibo. La protezione dei contadini, la liberazione delle loro terre dal controllo giudaico-liberale, la creazione delle fattorie ereditarie34, gli incrementi sistematici della produzione, i miglioramenti nella gestione delle fattorie e degli allevamenti e la lungimirante creazione di riserve di cibo ci assicura che il nostro popolo possiede un rifornimento indipendente di cibo fino al massimo livello possibile e che le precedenti importazioni di generi alimentari, che erano in crescita, sono state ridotte. Consapevole che potesse rendersi necessario difendere la nostra esistenza, il Führer si è curato di armare il nostro popolo. Possiamo ringraziare l’accuratezza di tali preparativi se le armi tedesche sono sempre state superiori su tutti i fronti fin dall’inizio della guerra cui siamo stati obbligati. La ricostruzione e la riorganizzazione del Lavoro e dell’Economia tedeschi sono stati i presupposti della nostra invincibilità. Dobbiamo ringraziare soltanto Adolf Hitler per la nostra esistenza nazionale. Dall’epoca in cui il mondo vedeva il popolo e la patria tedesca come una nazione del tutto insignificante politicamente, una nazione che aveva perduto ogni concetto dell’onore nazionale e dell’indipendenza politica, che era stata degradata a nazione schiava, soggetta all’avidità giudaica e all’arbitrio plutocratico, da allora, la grande abilità politica e le brillanti capacità diplomatiche del Führer hanno condotto la Germania al livello più alto di stima e rispetto. Oggi la Germania rappresenta già la speranza e la sicurezza per molti nazioni europee. Ma i nemici della Germania, con furia e odio sconfinati, si agitarono contro la grandezza del Governo35 Nazionalsocialista e la sua forza diplomatica. Per oltre tre anni, il mondo rabbioso e pieno d’odio d’ebrei, plutocrati e bolscevichi ha sfidato l’energia della nuova Germania, patendo una sconfitta dopo l’altra. Anche qui dobbiamo ringraziare soltanto il Führer per gli sbalorditivi successi militari delle nostre forze armate. Dall’impotenza totale cui eravamo stati costretti dal vergognoso trattato di Versailles, Adolf Hitler in soli sei anni ci ha portati a divenire la potenza più forte del continente. Consapevole dell’elevata responsabilità per i valori eterni del nostro sangue, egli ha protetto la nostra esistenza e salvato la forza creativa del talento tedesco per il mondo intero. Quanto egli ha iniziato con la lotta per il potere, oggi egli lo termina liberandoci dalla eterna minaccia del pericolo di annientamento da parte del bolscevismo. Mentre giudei e bolscevichi mostrano brama selvaggia e odio sconfinato per le immortali energie della nostra razza e vogliono sconsideratamente consegnare la Germania e l’intero continente europeo alla rovina, l’incessante energia e l’azione instancabile di Adolf Hitler preservano il popolo tedesco e tutti i valori della cultura e della civiltà d’Europa.
(continua)
Italia Sociale (http://www.italiasociale.net/storia07/storia060207-2.html)