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Visualizza Versione Completa : Lysander Spooner



Daser
06-04-17, 10:37
Per non caricare troppo la discussione sull'anarchismo americano, direi di aprire qui un 3d su Spooner singolarmente, e poi magari altri su altri anarchici.

Lysander Spooner (Athol, 19 gennaio1808 – Boston, 14 maggio 1887[1]) è stato un filosofo, anarchico, giurista e abolizionista s tatunitense.

Fu un importante studioso del diritto dell'800, e divenne molto famoso quando con la compagnia postale privata da lui fondata, la American Letter Mail Company, sfidò il monopolio dell'U.S. Post Office costringendo il governo statunitense a eliminare dal mercato la compagnia dello studioso, e allo stesso tempo ad abbassare le tariffe.

BiografiaModifica

Spooner è stato indubbiamente uno dei più importanti e influenti anarco-individualisti della storia. Basandosi sul diritto naturale, o Scienze della giustizia, egli considerava non solo illegittima, ma anche illegale qualsiasi azione coercitiva nei confronti degli individui o delle proprietà a loro appartenenti.

Spooner sostenne la necessità di incrementare la concorrenza nella società. Da questa sua teoria nacque l'idea di creare la American Letter Mail Company, ossia una compagnia postale in concorrenza con il monopolio statale. Questa sua iniziativa gli causò una serie di attacchi da parte del governo che causarono il suo fallimento, ma allo stesso tempo ottenne un deciso abbassamento delle tariffe statali.

L'illegittimità dello StatoModifica

Spooner considerava illegittima e illegale la pretesa dello Stato di rappresentare i propri cittadini, perché non è mai stato firmato da ciascun cittadino alcun contratto che prevedesse il trasferimento dell'autodeterminazione da ciascun individuo al popolo e della sovranità dal popolo allo Stato. Quindi, da un punto di vista strettamente legale, secondo Lysander Spooner, ogni stato che eserciti la propria autorità in queste condizioni ha i caratteri dell'organizzazione criminale.

Il fatto che i cittadini si rechino liberamente ai seggi per eleggere dei propri rappresentanti in seno alle istituzioni statali non è paragonabile alla firma di alcun regolare contratto. Infatti, la decisione, da parte di un individuo adulto, di sottomettersi a un'organizzazione come lo Stato nazionale (o a una comunque determinata collettività), è una scelta di una tale gravità che comporta l'avvio di procedure comportanti garanzie, cautele e scadenze almeno pari a quelle tipiche del contratto regolare.

Il pensiero di Spooner è ben esemplificato in questo passo:[2]

« È vero che secondo la teoria della nostra Costituzione, tutte le tasse vengono pagate volontariamente e che il nostro Stato è una compagnia di mutua assicurazione, alla quale le persone aderiscono volontariamente. Ma questa teoria del nostro sistema di governo è del tutto differente da quel che si verifica in pratica. Il fatto è che lo Stato, come un bandito di strada, intima alle persone “o la borsa o la vita”. E molte se non tutte le tasse vengono pagate sotto il peso di questa minaccia. Lo Stato, in effetti, non tende un agguato a un uomo in un luogo solitario, balzando dal ciglio della strada, per puntargli la pistola alla tempia e svuotargli le tasche. Ma non per questo la rapina cessa di essere una rapina a tutti gli effetti, anzi, è ben più codarda e vergognosa. Il bandito di strada assume su di sé tutta la responsabilità, il pericolo e la criminalità del suo atto. Egli non pretende di avere un giusto titolo al vostro denaro, né di volerlo usare a vostro beneficio. Non pretende di essere altro che un rapinatore. Non è tanto impudente da affermare di essere semplicemente un “protettore” e di prendere il denaro dei passanti contro la loro volontà solo per essere in grado di “proteggere” quei viaggiatori che si illudono di essere perfettamente capaci dì difendersi da soli o che non apprezzano il suo peculiare sistema di protezione. Il ladro si limita a rapinarvi: non cerca di rendervi il suo zimbello e il suo schiavo, come fa lo Stato ogni qualvolta vi obbliga a fare qualcosa dicendo che è per il vostro bene, ergendosi ad arbitro morale delle vostre vite. »

AbolizionismoModifica

Spooner fu un fervente abolizionista, riteneva la schiavitù come la più classica violazione dei diritti di ogni uomo, e certamente la sua critica più forte a questa violazione la possiamo trovare in uno dei suoi più importanti lavori The Unconstitutionality of Slavery del 1846.

I saggi del filosofo su questo tema furono molto influenti all'epoca, tanto da essere inseriti nello statuto del Liberty Party, o da essere spesso menzionati da importanti esponenti dell'epoca come Gerrit Smith e Frederick Douglass.

Nel 1858 pubblicò e fece circolare Plan for the Abolition of Slavery.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Lysander_Spooner

Daser
06-04-17, 10:39
Il 19 ottobre 1808 nasce l’anarchico Lysander Spooner




Il 19 ottobre 1808 nasce nel Massachussetts l’Anarchico individualista Lysander Spooner.
Nel 1931 insegna e contemporaneamente studia diritto presso alcuni avvocati. Successivamente pubblica un’opuscolo fortemente anticlericale ed uno dove difende il pensiero di un’economia fondata sulla libera associazione e la cooperazione volontaria, senza l’intervento dello stato.
A partire dal 1844, Spooner inizia a lottare contro tutti i monopoli dello stato: fonda una compagnia postale indipendente da quella nazionale, che però viene smantellata per ordine del governo federale. Nel 1845, prende pubblicamente posizione contro la schiavitù e si trasferisce a Boston per rendere più efficace la sua azione di protesta.
Per Spooner il contratto sociale è da ritenersi non-valido e quindi i governi devono essere considerati come un’associazione di malfattori, una mafia, che dietro la pretesa d’offrire protezione ai cittadini, impone il pagamento delle tasse. Il governo non si accontenta d’esercitare l’autorità sugli individui, ma cerca di persuaderli che senza la sua autorità la vita sarebbe impossibile.

Il pensiero di Spooner sullo stato è ben esemplificato in questo passo:

« È vero che secondo la teoria della nostra Costituzione, tutte le tasse vengono pagate volontariamente e che il nostro Stato è una compagnia di mutua assicurazione, alla quale le persone aderiscono volontariamente. Ma questa teoria del nostro sistema di governo è del tutto differente da quel che si verifica in pratica. Il fatto è che lo Stato, come un bandito di strada, intima alle persone “o la borsa o la vita”. E molte se non tutte le tasse vengono pagate sotto il peso di questa minaccia. Lo Stato, in effetti, non tende un agguato a un uomo in un luogo solitario, balzando dal ciglio della strada, per puntargli la pistola alla tempia e svuotargli le tasche. Ma non per questo la rapina cessa di essere una rapina a tutti gli effetti, anzi, è ben più codarda e vergognosa. Il bandito di strada assume su di sé tutta la responsabilità, il pericolo e la criminalità del suo atto. Egli non pretende di avere un giusto titolo al vostro denaro, né di volerlo usare a vostro beneficio. Non pretende di essere altro che un rapinatore. Non è tanto impudente da affermare di essere semplicemente un “protettore” e di prendere il denaro dei passanti contro la loro volontà solo per essere in grado di “proteggere” quei viaggiatori che si illudono di essere perfettamente capaci dì difendersi da soli o che non apprezzano il suo peculiare sistema di protezione. Il ladro si limita a rapinarvi: non cerca di rendervi il suo zimbello e il suo schiavo, come fa lo Stato ogni qualvolta vi obbliga a fare qualcosa dicendo che è per il vostro bene, ergendosi ad arbitro morale delle vostre vite. »

Nel saggio I vizi non sono crimini Spooner contesta allo stato il diritto d’intervento nella vita privata dei cittadini, dietro la pretesa di proteggerli dai loro vizi.
I vizi non sono crimini e non devono essere puniti con misure restrittive, se essi non nuocciono che a se stessi. Il solo limite della libertà è la libertà altrui.
Muore a Boston il 14 maggio 1887.

Un ringraziamento a Walter Ranieri
http://anarchistintheworld.altervista.org/19-ottobre-1808-nasce-lanarchico-lysander-spooner/?doing_wp_cron=1477083129.9084329605102539062500

Daser
06-04-17, 10:43
L’ANARCHISMO INDIVIDUALISTA DI LYSANDER SPOONER, LECTIO MAGISTRALIS DI ALBERTO SCERBO
l termine “anarchia”, nasce nell’antichità greca, in accezione puramente negativa come degenerazione dello Stato e come mancanza di ordine (α(ν)-αρχή). La prima menzione scritta della parola “anarchia” è pronunciata da Antigone nella parte finale de I sette contro Tebe di Eschilo, vicenda poi ripresa nella nota tragedia di Sofocle, e rappresentata per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 467 a.C., dove lei testualmente recita: «Non ho vergogna di mostrare alla città questo atto di disobbedienza» («οὐδ᾽ αἰσχύνομαι ἔχουσ᾽ ἄπιστον τήνδ᾽ ἀναρχίαν πόλει», versi 1035-1036).

In ambito politico, e sempre in senso spregiativo, è poi presente nei classici: Platone, Isocrate, Polibio, Diogene di Sinope, Zenone di Cizio, Epicuro, Laozi e il gladiatore ribelle Spartaco. L’anarchismo è, insieme al liberalismo, al socialismo e al comunismo, una delle più fondamentali ideologie economico – politiche.

L’ideologia anarchica, giusto in senso etimologico, ripudia ogni forma di governo, autorità e gerarchia, a cominciare da quella statale. In economia, non si può identificare l’anarchismo con il liberalismo, il quale presuppone i diritti di proprietà e un’autorità statale, che li tuteli.

Una variante è quella dei miniarchici, che considerano lo Stato un “male necessario”, ma che ne ridefiniscono le funzioni fino a configurare uno “Stato minimo”, dai quali vanno poi distinti coloro che considerano lo Stato semplicemente un “male”.

Tale ultima variante è anche definita anarco-individualismo e anarco-capitalismo, che pone al centro l’individuo. Nella prospettiva teorica dell’anarchismo, insieme a Josiah Warren e Benjamin Tucker, si colloca Lysander Spooner, la cui prospettiva libertaria discende direttamente dal liberalismo classico, del quale esprime una versione radicale, e da qual filone di pensiero che da John Locke conduce a Thomas Jefferson.

Spooner è stato un americano del XIX secolo impegnato in una dura lotta contro il potere pubblico: tanto nella vita sociale come nella riflessione teorica. Per questo autore lo Stato viola l’ordine delle cose e minaccia l’autonomia dei singoli, che non dovrebbero essere forzati a entrare in collettività, Stati, nazioni che non hanno scelto.

Lo stesso muove da taluni assiomi elementari per contestare ogni forma di istituzionalizzazione dell’aggressione. Il suo punto di partenza sono le tesi formulate nella Dichiarazione di Indipendenza del 1776. Egli ritiene insomma che gli individui abbiano diritti che nessuno dovrebbe violare, al punto che di fronte a un governo ingiusto è legittimo resistere e perfino doveroso opporsi.

La giustizia discente dalla legge naturale, perché «o la giustizia è una legge naturale, oppure non detta legge per nulla». Da qui l’insistenza sul fatto che essa deve avere un carattere universale e oggettivo, non potendo mutare a seconda dei luoghi e dei tempi.

Da tutto ciò, l’anarchico americano trae la conseguenza che lo Stato non è necessario e che una maggioranza che pretenda di definire ciò che è giusto o meno fare non è degna di obbedienza. La stessa esistenza dell’organo legislativo gli appare un abuso.

Gli uomini devono poter decidere liberamente se stipulare contratti, rinunciare a una parte della loro libertà, assoggettarsi a decisioni della maggioranza, spogliarsi dei beni per formare un governo. Il tutto deve per giunta avvenire rispettando due condizioni: che si sia di fronte a una libera scelta manifestata con il consenso e che non si abbia mai una totale privazione della libertà.

D’altra parte, uno dei testi più noti di questo autore s’intitola I vizi non sono crimini e al cuore di tale riflessione c’è la contestazione dell’idea che si possa usare la cogenza della legge per impedire comportamenti che non hanno nulla di violento. Quello che viene ripudiato è il paternalismo: sotto ogni forma.

Mentre il diritto è necessario a impedirci di fare del male al prossimo, esso non dovrebbe “proteggerci da noi stessi”, limitando la nostra libertà. Lysander Spooner può essere considerato il padre fondatore del movimento libertario americano. Molte delle sue idee d sono state accolte e sviluppate ulteriormente nel Novecento dalla corrente libertaria americana ed europea.

La sua lezione di incoercibilità rimane tuttora attuale.

Il prof. Alberto Scerbo laureatosi con lode presso l’Università degli Studi di Pisa, è professore ordinario presso l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, ove è titolare della cattedra di Filosofia del Diritto. Sempre presso il medesimo ateneo è anche docente di Filosofia del diritto, Teoria e tecnica della normazione e dell’interpretazione, Filosofia politica e Etica. È autore di numerose pubblicazioni, tra le quali: Diritti, Procedure, Virtù (Giappichelli editore, 2005), Pace Guerra Conflitto nella società dei diritti (Giappichelli editore, 2009), Prospettive di filosofia del diritto del nostro tempo (Giappichelli editore, 2010). Ha partecipato come relatore a numerosi convegni nazionali e internazionali. Il 22 agosto 2014, a Pizzo (VV), ha ricevuto il Premio Internazionale Liber@mente 2014 – VI edizione.

http://www.movimentolibertario.com/2016/02/lanarchismo-individualista-di-lysander-spooner-lectio-magistralis-di-alberto-scerbo/