Avamposto
01-08-10, 09:52
ARNO BREKER - Uno scultore dimenticato
a cura di Silvio Gorelli 27/10/2003
Arno Breker appartiene alla nutrita schiera degli artisti dimenticati. Spesso, per motivi diversi che vanno dal cambiamento della sensibilità estetica ad altri inconfessabilmente più prosaici, molti artisti finiscono per essere travolti dal destino e condannati al silenzio permanente. Arno Breker appartiene a questa categoria e, a determinarne il silenzio, hanno giocato motivi politici ed idee
artistiche considerate sorpassate. Unitamente a Josef Thorak, egli fu sicuramente uno dei massimi
scultori nella Germania nazista.
Arno Breker nasce il 19 luglio del 1900. Dal 1916 al 1925 conduce gli usuali studi artistici che lo vedono anche allievo,al Kustakademie di Dusserdolf, del Prof. Wilhelim Kreis.
I suoi primi lavori risentono delle esperienze che in Europa si compiono in quegli anni. Nel 1927
si reca a Parigi, città che considererà sempre la sua capitale d’adozione. In questa città intreccia
numerose relazioni con molte personalità artistiche dell’epoca. Intraprende un viaggio anche in Africa settentrionale da cui trae una serie di litografie riunite in una raccolta denominata
“ Tunesische Reise”. Inizia anche a produrre le prime opere monumentali ed ad ottenere i primi riconoscimenti. A lui si deve, sul finire degli anni venti, il busto del primo presidente socialista
Friedrich Eber. Nel 1929 affida i suoi interessi al mercante d’arte Alfred Flechthein, amico del
più conosciuto Kahnweiler, mercante di Pablo Picasso. Nel 1932 si trova a Roma, soggiorna a villa
Massimo, realizza una copia della pietà Rondinini e vince il premio Roma.
A convincerlo a rientrare in Germania è il pittore ebreo Max Lieberman, di cui realizzerà un ritratto in bronzo e la maschera mortuaria. L’anno 1936 segna l’inizio della sua ascesa nel panorama artistico tedesco. Ascesa che coincide con l’affermarsi del nazismo e che sarà successivamente la sua rovina. La sua cultura di sapore squisitamente classico, unitamente alla sua capacità di realizzare opere di grande dimensione, lo pongono fra i preferiti artisti da Hitler che vuole dare origine a un’arte caratterizzata dal forte orgoglio nazionale. Quando nel 1937 si organizza a Monaco la manifestazione contro l’arte definita degenerata, Breker viene nominato professore
all’Accademia. Dal 1938 al 1944 svolge un’intensa attività, fatta di numerose commesse governative. Alla sua opera spesso ricorre A. Speer, chiamato ad edificare la nuova Cancelleria e la nuova Berlino. Per lui realizzerà le due statue che ornavano il cortile della nuova cancelleria e lavorerà, fra l’altro, ai 24 grandi bassorilievi che avrebbero dovuto ornare l’Arco di Trionfo mai realizzato. Sarà lui ad accompagnare Hitler nella breve visita fatta dal dittatore a Parigi poco dopo l’occupazione . Durante l’occupazione nazista di Parigi , fu grazie al suo intervento che P.Picasso si salvò dalle conseguenze dell’accusa di aver sottratto metalli indispensabili alla produzione bellica.
Nel 1945, con la caduta del nazismo, i suoi tre studi vengono confiscati e distrutti. Le opere esposte
all’Orangerie spariscono e vengono ritrovate solo negli anni sessanta in una fonderia dove venivano vendute a peso. Circa l’ottanta per cento della sua produzione si dissolve e va irrimediabilmente perduto. Una legge del 1947 gli impedisce anche il riacquisto delle poche opere che l’artista riesce a rintracciare. Solo pochissime si salvano grazie alla compiacenza di un’amica svizzera.
Pur non avendo mai aderito ufficialmente al partito nazista, viene sottoposto all’esame di un comitato di epurazione ed invitato a fornire pubbliche scuse; scuse che si rifiuterà di porgere.
L’essere considerato uno dei massimi scultori sotto il nazismo non impedisce a I. Stalin di formulargli l’invito di recarsi a Mosca per continuare il suo lavoro. Invito che Breker rifiuta.
Dal 1948 è nuovamente in Francia , città dove si stabilisce e dove esegue numerosi ritratti.
Pur vivendo lontano dal grosso pubblico, mantiene i contatti con alcuni grandi della cultura occidentale dell’epoca. Amico personale di Jean Cocteau, continua il suo lavoro dando sempre più importanza alla ritrattistica, genere per il quale vanta una indiscussa fama. Di quel periodo sono i ritratti di Cocteau, del barone Thyssen, del Prof. Ludwig ecc. Arno Breker morirà nel 1991.
Alla sua morte il pittore viennese Ernst Fuchs dice “ Con il decesso di Arno Breker è finita un’epoca della scultura del nostro secolo. Breker era un vero profeta del bello; egli ha modellato, di volta in volta nella tradizione classica , la bellezza dell’immagine dell’uomo come Dio la intendeva con ineguagliata maestria” Attualmente, il maggior numero delle sue opere è conservato presso l’Art Museum Norevenich di Colonia
Arcarte - ARNO BREKER uno scultore dimenticato (http://www.arcarte.it/pagine/articoli_long.asp?ArtId=15&imgID=15)
a cura di Silvio Gorelli 27/10/2003
Arno Breker appartiene alla nutrita schiera degli artisti dimenticati. Spesso, per motivi diversi che vanno dal cambiamento della sensibilità estetica ad altri inconfessabilmente più prosaici, molti artisti finiscono per essere travolti dal destino e condannati al silenzio permanente. Arno Breker appartiene a questa categoria e, a determinarne il silenzio, hanno giocato motivi politici ed idee
artistiche considerate sorpassate. Unitamente a Josef Thorak, egli fu sicuramente uno dei massimi
scultori nella Germania nazista.
Arno Breker nasce il 19 luglio del 1900. Dal 1916 al 1925 conduce gli usuali studi artistici che lo vedono anche allievo,al Kustakademie di Dusserdolf, del Prof. Wilhelim Kreis.
I suoi primi lavori risentono delle esperienze che in Europa si compiono in quegli anni. Nel 1927
si reca a Parigi, città che considererà sempre la sua capitale d’adozione. In questa città intreccia
numerose relazioni con molte personalità artistiche dell’epoca. Intraprende un viaggio anche in Africa settentrionale da cui trae una serie di litografie riunite in una raccolta denominata
“ Tunesische Reise”. Inizia anche a produrre le prime opere monumentali ed ad ottenere i primi riconoscimenti. A lui si deve, sul finire degli anni venti, il busto del primo presidente socialista
Friedrich Eber. Nel 1929 affida i suoi interessi al mercante d’arte Alfred Flechthein, amico del
più conosciuto Kahnweiler, mercante di Pablo Picasso. Nel 1932 si trova a Roma, soggiorna a villa
Massimo, realizza una copia della pietà Rondinini e vince il premio Roma.
A convincerlo a rientrare in Germania è il pittore ebreo Max Lieberman, di cui realizzerà un ritratto in bronzo e la maschera mortuaria. L’anno 1936 segna l’inizio della sua ascesa nel panorama artistico tedesco. Ascesa che coincide con l’affermarsi del nazismo e che sarà successivamente la sua rovina. La sua cultura di sapore squisitamente classico, unitamente alla sua capacità di realizzare opere di grande dimensione, lo pongono fra i preferiti artisti da Hitler che vuole dare origine a un’arte caratterizzata dal forte orgoglio nazionale. Quando nel 1937 si organizza a Monaco la manifestazione contro l’arte definita degenerata, Breker viene nominato professore
all’Accademia. Dal 1938 al 1944 svolge un’intensa attività, fatta di numerose commesse governative. Alla sua opera spesso ricorre A. Speer, chiamato ad edificare la nuova Cancelleria e la nuova Berlino. Per lui realizzerà le due statue che ornavano il cortile della nuova cancelleria e lavorerà, fra l’altro, ai 24 grandi bassorilievi che avrebbero dovuto ornare l’Arco di Trionfo mai realizzato. Sarà lui ad accompagnare Hitler nella breve visita fatta dal dittatore a Parigi poco dopo l’occupazione . Durante l’occupazione nazista di Parigi , fu grazie al suo intervento che P.Picasso si salvò dalle conseguenze dell’accusa di aver sottratto metalli indispensabili alla produzione bellica.
Nel 1945, con la caduta del nazismo, i suoi tre studi vengono confiscati e distrutti. Le opere esposte
all’Orangerie spariscono e vengono ritrovate solo negli anni sessanta in una fonderia dove venivano vendute a peso. Circa l’ottanta per cento della sua produzione si dissolve e va irrimediabilmente perduto. Una legge del 1947 gli impedisce anche il riacquisto delle poche opere che l’artista riesce a rintracciare. Solo pochissime si salvano grazie alla compiacenza di un’amica svizzera.
Pur non avendo mai aderito ufficialmente al partito nazista, viene sottoposto all’esame di un comitato di epurazione ed invitato a fornire pubbliche scuse; scuse che si rifiuterà di porgere.
L’essere considerato uno dei massimi scultori sotto il nazismo non impedisce a I. Stalin di formulargli l’invito di recarsi a Mosca per continuare il suo lavoro. Invito che Breker rifiuta.
Dal 1948 è nuovamente in Francia , città dove si stabilisce e dove esegue numerosi ritratti.
Pur vivendo lontano dal grosso pubblico, mantiene i contatti con alcuni grandi della cultura occidentale dell’epoca. Amico personale di Jean Cocteau, continua il suo lavoro dando sempre più importanza alla ritrattistica, genere per il quale vanta una indiscussa fama. Di quel periodo sono i ritratti di Cocteau, del barone Thyssen, del Prof. Ludwig ecc. Arno Breker morirà nel 1991.
Alla sua morte il pittore viennese Ernst Fuchs dice “ Con il decesso di Arno Breker è finita un’epoca della scultura del nostro secolo. Breker era un vero profeta del bello; egli ha modellato, di volta in volta nella tradizione classica , la bellezza dell’immagine dell’uomo come Dio la intendeva con ineguagliata maestria” Attualmente, il maggior numero delle sue opere è conservato presso l’Art Museum Norevenich di Colonia
Arcarte - ARNO BREKER uno scultore dimenticato (http://www.arcarte.it/pagine/articoli_long.asp?ArtId=15&imgID=15)