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ARNO BREKER - Uno scultore dimenticato

a cura di Silvio Gorelli 27/10/2003



Arno Breker appartiene alla nutrita schiera degli artisti dimenticati. Spesso, per motivi diversi che vanno dal cambiamento della sensibilità estetica ad altri inconfessabilmente più prosaici, molti artisti finiscono per essere travolti dal destino e condannati al silenzio permanente. Arno Breker appartiene a questa categoria e, a determinarne il silenzio, hanno giocato motivi politici ed idee
artistiche considerate sorpassate. Unitamente a Josef Thorak, egli fu sicuramente uno dei massimi
scultori nella Germania nazista.
Arno Breker nasce il 19 luglio del 1900. Dal 1916 al 1925 conduce gli usuali studi artistici che lo vedono anche allievo,al Kustakademie di Dusserdolf, del Prof. Wilhelim Kreis.
I suoi primi lavori risentono delle esperienze che in Europa si compiono in quegli anni. Nel 1927
si reca a Parigi, città che considererà sempre la sua capitale d’adozione. In questa città intreccia
numerose relazioni con molte personalità artistiche dell’epoca. Intraprende un viaggio anche in Africa settentrionale da cui trae una serie di litografie riunite in una raccolta denominata
“ Tunesische Reise”. Inizia anche a produrre le prime opere monumentali ed ad ottenere i primi riconoscimenti. A lui si deve, sul finire degli anni venti, il busto del primo presidente socialista
Friedrich Eber. Nel 1929 affida i suoi interessi al mercante d’arte Alfred Flechthein, amico del
più conosciuto Kahnweiler, mercante di Pablo Picasso. Nel 1932 si trova a Roma, soggiorna a villa
Massimo, realizza una copia della pietà Rondinini e vince il premio Roma.
A convincerlo a rientrare in Germania è il pittore ebreo Max Lieberman, di cui realizzerà un ritratto in bronzo e la maschera mortuaria. L’anno 1936 segna l’inizio della sua ascesa nel panorama artistico tedesco. Ascesa che coincide con l’affermarsi del nazismo e che sarà successivamente la sua rovina. La sua cultura di sapore squisitamente classico, unitamente alla sua capacità di realizzare opere di grande dimensione, lo pongono fra i preferiti artisti da Hitler che vuole dare origine a un’arte caratterizzata dal forte orgoglio nazionale. Quando nel 1937 si organizza a Monaco la manifestazione contro l’arte definita degenerata, Breker viene nominato professore
all’Accademia. Dal 1938 al 1944 svolge un’intensa attività, fatta di numerose commesse governative. Alla sua opera spesso ricorre A. Speer, chiamato ad edificare la nuova Cancelleria e la nuova Berlino. Per lui realizzerà le due statue che ornavano il cortile della nuova cancelleria e lavorerà, fra l’altro, ai 24 grandi bassorilievi che avrebbero dovuto ornare l’Arco di Trionfo mai realizzato. Sarà lui ad accompagnare Hitler nella breve visita fatta dal dittatore a Parigi poco dopo l’occupazione . Durante l’occupazione nazista di Parigi , fu grazie al suo intervento che P.Picasso si salvò dalle conseguenze dell’accusa di aver sottratto metalli indispensabili alla produzione bellica.
Nel 1945, con la caduta del nazismo, i suoi tre studi vengono confiscati e distrutti. Le opere esposte
all’Orangerie spariscono e vengono ritrovate solo negli anni sessanta in una fonderia dove venivano vendute a peso. Circa l’ottanta per cento della sua produzione si dissolve e va irrimediabilmente perduto. Una legge del 1947 gli impedisce anche il riacquisto delle poche opere che l’artista riesce a rintracciare. Solo pochissime si salvano grazie alla compiacenza di un’amica svizzera.
Pur non avendo mai aderito ufficialmente al partito nazista, viene sottoposto all’esame di un comitato di epurazione ed invitato a fornire pubbliche scuse; scuse che si rifiuterà di porgere.
L’essere considerato uno dei massimi scultori sotto il nazismo non impedisce a I. Stalin di formulargli l’invito di recarsi a Mosca per continuare il suo lavoro. Invito che Breker rifiuta.
Dal 1948 è nuovamente in Francia , città dove si stabilisce e dove esegue numerosi ritratti.
Pur vivendo lontano dal grosso pubblico, mantiene i contatti con alcuni grandi della cultura occidentale dell’epoca. Amico personale di Jean Cocteau, continua il suo lavoro dando sempre più importanza alla ritrattistica, genere per il quale vanta una indiscussa fama. Di quel periodo sono i ritratti di Cocteau, del barone Thyssen, del Prof. Ludwig ecc. Arno Breker morirà nel 1991.
Alla sua morte il pittore viennese Ernst Fuchs dice “ Con il decesso di Arno Breker è finita un’epoca della scultura del nostro secolo. Breker era un vero profeta del bello; egli ha modellato, di volta in volta nella tradizione classica , la bellezza dell’immagine dell’uomo come Dio la intendeva con ineguagliata maestria” Attualmente, il maggior numero delle sue opere è conservato presso l’Art Museum Norevenich di Colonia



Arcarte - ARNO BREKER uno scultore dimenticato (http://www.arcarte.it/pagine/articoli_long.asp?ArtId=15&imgID=15)

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Arno Breker nel suo studio - Opera per il ministro Albert Speer (1940)


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Arno Breker nel suo studio (1939)


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Arno Breker (a destra) a Parigi con il Fuhrer (1940)

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Arno Breker






Catalogo dell’esposizione del Museo Arno Breker, Schloss Nörvenich, D – 52388 Nörvenich


Dominique Egret “Arno Breker: Ein Leben für das Schöne. Une Vie pour le Beau, A life for the beautiful”, Grabert Verlag, 1996, 55 Euro.


Questo volume incanter à tutti i cultori della scultura classica. La pubblicazione del francese Dominique Egret apporta un considerevole contributo all’editoria dedicata ai grandi scultori del XX secolo: Auguste Rodin, Charles Despiau and Aristide Maillol. Arno Breker (1900-1991) fu un amico personale sia di Despiau che di Maillol lo scultore più giovane tra quelli di questa scuola europea. Lo storico dell’arte Egret ha selezionato i capolavori dell’opera di Breker dal 1924 al 1991. Essi documentano come Breker si separò dallo stile di Rodin e Maillol per elaborare la sua particolare impronta che fu il fondamento nella scultura moderna della "Nouvelle Ecole". Il lussuoso volume, con copertina rigida, è composto di 352 pagine e più di 600 illustrazioni. Il testo è trilingue in inglese, francese e tedesco. Per la prima volta uno sguardo esaustivo è riservato al periodo classico di Breker tra gli anni 1929 e 1945 in cui l’artista rappresentò in modo eccelso la bellezza dell’uomo e della donna. La star tedesca di Hollywood Marlene Dietrich dirà più tardi ripensando agli anni tra il 1938 e il 1945: “A Hollywood io ho sognato quegli uomini che Arno Breker scolpiva a Berlino”. Colpiscono nel libro anche le sculture che Breker fece ai suoi contemporanei: Salvador Dalì, Ernst Fuchs, Isamu Noguchi, Ezra Pound, Konrad Adenauer, Anwar El Sadat, il Negus Haile Selassie dell’Etiopia e lo statista e poeta africano Leopold Sedar Senghor. L’editore di Breker, Joe F. Bodenstein e Marco Bodenstein hanno reso accessibili all’autore fotografie uniche, mai pubblicate prima: come il celebre ritratto giovanile di Breker eseguito dal famoso fotografo Man Ray a Parigi, ed anche fotografie del nuovo Arno Breker Museum dove il principe spagnolo inaugurò un monumentale busto dedicato a Salvador Dalì.


Arno Breker fu senza dubbio lo scultore più significativo del XX secolo nella tradizione classica. Nella rappresentazione dell’ideale della bellezza dell’essere umano nessun artista contemporaneo ha potuto eguagliarlo. Nato nel 1900, Breker divenne il legame, nella prima metà del secolo, tra l’arte della scultura rappresentata da Auguste Rodin e la scuola creata da Charles Despiau e Aristide Maillol. Amico intimo di quest’ultimo , unito ad entrambi nella visione dell’uomo rappresentato come coronamento della creazione, Arno Breker fu l’ultimo scultore europeo ad aver progettato delle nuove dimensioni nella figurazione plastica dell’uomo raggiungendo in questa sua opera un incomparabile abilità artistica. Nonostante ciò egli – uno degli artisti della scultura più rappresentativi del secolo – fu, fino alla sua morte nel 1991, l’oggetto di violentissimi attacchi per ragioni politiche. Imperturbabile, l’artista non ha mai rinnegato né la sua esperienza di vita né la sua opera e non ha mai cessato di rivendicare il suo ideale artistico: “Ho sempre celebrato l’uomo, mai un ideologia” dichiarerà a Berlino nel 1981. In un'altra occasione il maestro disse: “Sono lo scultore dell’uomo nel triplice aspetto della creazione: corpo, anima e spirito.” Da giovane Breker visse per lungo tempo in Francia. Egli fu un europeo in un epoca in cui nessuno aveva avuto la visione di un Europa unita. Gli anni di Parigi segnarono la sua vocazione sopranazionale, la sua tolleranza e il suo senso della giustizia. Tutti gli amici sopravvissuti al cambio di secolo ricordano il rispetto e l’ammirazione di Breker per gli artisti stranieri. Per Roger Peyrefitte, egli fu “nel dominio dell’arte un faro che illuminerà il XXI secolo”...

This volume will enchant every friend of classical sculpture. The publication of the French author Dominique Egret is at the same time a valuable enlargement to the books about the great sculptors of the 20th century: Auguste Rodin, Charles Despiau and Aristide Maillol. Arno Breker (1890-1991) was as a personal friend of both Despiau and Maillol the youngest sculptor of this western tradition. The art historian Egret has selected masterpieces from the treasure of Breker's oeuvre from the years 1924 to 1991. They document, how Breker separated himself from the style of Rodin and Maillol and found his way to his own, perfected form which grounded in the modern sculpture the "New School", the "Nouvelle Ecole".The representative volume (size 8 1/2 x 12 inches), hard-cover has 352 pages and more than 600 illustrations. Text is in English, French and German. For the first time, a wide insight is given into the "classical period" of Breker between the years 1929 and 1946, the high point of which is the beauty of the man and woman. The German Hollywood star Marlene Dietrich said later, looking back at the years 1938 to 1945: "In Hollywood I have dreamt about those men, whom Arno Breker was sculpting in Berlin". Fascinating in the book are also the portrait-busts, which Breker created of his contemporaries: Salvador Dali, Ernst Fuchs, Isamu Noguchi, Ezra Pound, Konrad Adenauer, Anwar El Sadat, emperor Haile Selassie from Ethiopia and the African statesman and poet Leopold Sedar Senghor. Breker's publishers Joe F. Bodenstein and Marco Bodenstein have made available to the authors unique photographs, never published previously, as well as a portrait from Arno Breker's young days which was made by the famous star photographer Man Ray in Paris, and also photographs of the new Arno Breker Museum in which the Spanish Crown Prince opened a monumental Dali portrait-bust.

Museum Arno Breker, Schloss Nörvenich, D – 52388 Nörvenich

Tel. 02426 4632 Fax: 02426 – 1311 E-mail: info@europaeische-kultur-stiftung.or

Europäische Kulturstiftung (http://www.europaeische-kultur-stiftung.org/inhalt.html)

Sito francese con opere, biografia e bibliografia completa: Arno Breker (http://arno.breker.free.fr/)

Grabert Verlag
Postfach 1629
D 72076 Tübingen
Deutschland
Telefon: 07071/4070-0
Telefax: 07071/4070-26
Email: info@grabertverlag.de
Grabert Verlag (http://www.grabert-verlag.de)




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http://galleria.thule-italia.com/breker.html

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01-08-10, 10:14
La città di Schwerin, capoluogo del Land Meclenburgo-Pomerania occidentale rompe il tabù.

Torna la vera arte: mostra sull’opera dello scultore Arno Breker



Nella Schleswig-Holstein-Haus a Schwerin, capoluogo del Land Meclenburgo-Pomerania occidentale (Puschkinstr. 12, 19055 Schwerin, informazioni tel. 0385 555525) sono esposte dal 21 di luglio fino al 22 ottobre 2006 (orario di apertura dalle ore 10.00 alle ore 18.00) oltre settanta opera dello scultore tedesco Arno Breker (1900-1991) in gran parte provenienti dal museo a lui dedicato ed esposizione permanente nel castello della città di Nörvenich vicino Bonn (Museum Arno Breker - Startseite (http://www.museum-arno-breker.org/) Posta elettronica: info@museum-arno-breker.org ). Sicuramente uno dei massimi scultori del ‘900, Jean Cocteau nel 1928 lo definisce : “Il più vitale degli scultori contemporanea e la più grande speranza per il futuro”, nel 1937 Charles Despiau afferma all’Esposizione Mondiale di Parigi: "Breker apre una nuova dimensione alla rappresentazione dell’uomo”, Aristide Maillol nel 1942 lo nomina: “il Michelangelo tedesco del XX secolo.”, Ernst Fuchs nel 1972 dichiara: “Arno Breker è il vero profeta della bellezza.”, Salvador Dalì nel 1975 : "Dio è la bellezza e Arno Breker è il suo profeta". Eppure non troverete il nome dello scultore in quasi nessuna pubblicazione artistica. La colpa di Arno Breker è quella di esser stato uno degli artisti preferiti dal capo del Nazionalsocialismo tedesco. Tanto bastò perché l’artista fosse espulso dal novero dei grandi e perché il 90% della sua produzione artistica fosse distrutta dagli alleati dopo la seconda guerra mondiale. Il suo nome è stato recentemente evocato dalla stampa mondiale perché una nota confraternita ha chiesto la rimozione e la distruzione delle sue statue di atleti che ornano lo stadio olimpico di Berlino. Questa è la prima volta che in Germania si organizza un’esposizione dedicata a Breker a oltre 60 dalla fine della guerra. Già alte si levano le grida delle vestali dell’arte “corretta”: pseudo critici e artisti “moderni” chiedono la messa al bando della mostra, Der Spiegel, seguito da buona parte della stampa, si fa portavoce di queste oscene litanie. Nonostante ciò la mostra sta riscuotendo un ottimo successo. Il fronte dei censori è stato stranamente rotto dallo scrittore Guenther Grass che ha affermato che Breker era un grande artista conosciuto in tutto il mondo e nell’ambiente artistico parigino ben prima della presa del potere da parte di Hitler. Secondo lo scrittore tedesco l’opera dell’artista, come la storia tedesca, deve essere mostrata e raccontata nella sua interezza e non solo in una sua parte. La casa editrice Grabert (Grabert Verlag, Postfach 1629 - D 72076 Tübingen, Email: info@grabertverlag.de Grabert Verlag (http://www.grabert-verlag.de)), già editrice dell’eccellente opera enciclopedica sull’arte in Germania dal 1933 al 1945 di Mortimer G. Davidson, ha recentemente ristampato il catalogo del museo Breker opera dello storico dell’arte francese Dominique Egret che ha selezionato i capolavori dell’opera di Breker dal 1924 al 1991. Essi documentano come Breker si separò dallo stile di Rodin e Maillol per elaborare la sua particolare impronta che fu il fondamento nella scultura moderna della "Nouvelle Ecole". Il lussuoso volume, con copertina rigida, è composto di 352 pagine e più di 600 illustrazioni. Il testo è trilingue in inglese, francese e tedesco. Per la prima volta uno sguardo esaustivo è riservato al periodo classico di Breker tra gli anni 1929 e 1945 in cui l’artista rappresentò in modo eccelso la bellezza dell’uomo e della donna. La star tedesca di Hollywood Marlene Dietrich dirà più tardi ripensando agli anni tra il 1938 e il 1945: “A Hollywood io ho sognato quegli uomini che Arno Breker scolpiva a Berlino”. Colpiscono nel libro anche le sculture che Breker fece ai suoi contemporanei: Salvador Dalì, Ernst Fuchs, Isamu Noguchi, Ezra Pound, Konrad Adenauer, Anwar El Sadat, il Negus Haile Selassie dell’Etiopia e lo statista e poeta africano Leopold Sedar Senghor. L’editore di Breker, John G. Bodenstein e Marco Bodenstein hanno reso accessibili all’autore fotografie uniche, mai pubblicate prima: come il celebre ritratto giovanile di Breker eseguito dal famoso fotografo Man Ray a Parigi, ed anche fotografie del nuovo Arno Breker Museum dove il principe spagnolo inaugurò un monumentale busto dedicato a Salvador Dalì. Una grande selezione di opere grafiche e video dedicate all’artista in diverse lingue è disponibile presso la MARCO Galerie Händelstr. 12 - 53115 Bonn Tel: 0228 / 651208 Fax: 0228 / 697933. La lista completa può essere richiesta all’indirizzo: Marco-VG@gmx.de

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01-08-10, 10:16
The Art of Arno Breker

Arno Breker was born in Elberfeld, Northern German, on July 19th, 1900. In his late teens be began the study of stone-carving and anatomy and at age 20 began attending the Duesseldolf Academy of Arts where he began his study of sculpture and an immensely successful art career.
His work between 1933 and 1942 was most noted for its classical approach to the human form which depicts men and women in timeless glory, youth, potential, honor, desire, hope, and possibility. Works such as Comradeship (1940) express a powerful anguish as the state of the world and a simultaneous promise to one's comrades that their loss will be redeemed. In a similar vein are Torchbearer (1940), Sacrifice (1940), and Predestination (1941). Touching on the traditional relationships between men and women are the powerfully naturalistic You and I (1940) and the classically inspired Apollo and Daphne (1940).

Though the return to a classical era of beauty and human potential was shattered with the collective national loss in World War 2, the vast inspiration of his art lives on.


The Art of Arno Breker (http://www.hitler.org/art/breker/)

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