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Visualizza Versione Completa : Stampa socialista: Mondoperaio (1982)



Frescobaldi
19-01-18, 22:14
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Da “1892-1982. PSI novanta anni di storia”, Almanacco socialista, Roma 1982, pp. 372-373.




La rivista “Mondoperaio” è lo strumento culturale più prestigioso del PSI. Nata nel 1948 per iniziativa di Pietro Nenni, nell’ultimo decennio è divenuta il luogo di elaborazione teorica e politica del programma socialista. Con i dibattiti aperti su temi come il marxismo e lo Stato, democrazia e socialismo, ha contribuito a svecchiare il patrimonio ideologico di tutta la sinistra. La rivista è attualmente sede di confronto per i progetti di riforma dello Stato.



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“Mondo Operaio” nasce, settimanale, nel 1948, poco dopo la sconfitta elettorale del Fronte Popolare, come organo della corrente di sinistra (messa in minoranza al Congresso di Genova) del PSI. Né è direttore Pietro Nenni. Al successivo Congresso del PSI, maggio 1949, gli equilibri interni mutano nuovamente. La sinistra riguadagna la maggioranza. Da organo di corrente che era, “Mondo Operaio” diventa di fatto organo del Partito, restandone direttore Pietro Nenni (direttore responsabile Antonio Bergoni, sostituito nel 1951 da Tullio Vecchietti).
Nel 1952 la periodicità di “Mondo Operaio” subisce un primo cambiamento, diventando, da settimanale, quindicinale. Nel novembre Vecchietti assume la direzione dell’ “Avanti!” e al suo posto viene chiamato Giuseppe Petronio. In questo stesso anno viene costituito un comitato redazionale di cui fanno parte Ruggero Amaduzzi, Giuseppe Bartolucci, Giacinto Cardona, Vittorio Foa, Guido Mazzali, Fernando Schiavetti. È il momento – gli anni, per intenderci, della lotta contro la “legge truffa” – in cui la rivista sposta il baricentro dei suoi interessi sui temi di politica interna. Il Congresso di Torino 1955, apre nuove piste politiche e giornalistiche, quelle dell’incontro con le masse cattoliche, della fuoriuscita dal tunnel della guerra fredda. Nel 1956, una nuova modificazione editoriale: “Mondo Operaio” diventa mensile (e lo resterà a tutt’oggi), condirettore Francesco De Martino, segretaria di redazione Anna Fenoaltea. Il 1956 è l’anno del XX Congresso del PCUS, delle rivolte di Poznan e di Budapest. Il discorso del PSI sui Paesi dell’Est si libera finalmente dai vincoli e dagli impacci del frontismo. Su “Mondo Operaio” Pietro Nenni pubblica gli ormai celebri saggi su “Luci e ombre del XX Congresso”. La denuncia dei crimini staliniani è adesso piena. Vengono messe in discussione le fondamenta stesse del “socialismo reale”. Il PSI non ha più da scegliere tra l’atlantismo ottuso e lo stalinismo.
Nel 1957, all’indomani del Congresso di Venezia, Raniero Panzieri sostituisce De Martino alla condirezione di “Mondo Operaio”. Panzieri è un politico e un giornalista. Viene dall’esperienza delle lotte contadine siciliane ma anche dagli studi universitari. Ha la passione del dibattito politico e dell’organizzazione culturale. È lui, assieme a Lucio Libertini, ad avviare il dibattito sul controllo operaio nel quale interverranno Francesco De Martino, Alberto Caracciolo, Roberto Guiducci, Livio Maitan, Alessandro Menchinelli, Pino Tagliazucchi. Una altra significativa iniziativa di Panzieri è l’istituzione, a partire dal marzo 1958, di un supplemento scientifico-letterario (diretto da Carlo Castagnoli per la parte scientifica e da Carlo Muscetta per la parte letteraria) che ospita contributi e interventi di grande interesse (vi scrivono, fra gli altri, Pio Baldelli, Cesare Cases, Alberto Asor Rosa, ecc.). È il momento in cui il PSI raccoglie e interpreta gli umori di alcuni intellettuali e dirigenti usciti dal PCI (Antonio Giolitti, primo di tutti).
Nel 1959 Panzieri, in dissenso con la politica del Partito – un dissenso che doveva portarlo di lì a poco ad abbandonarne le file e indurlo a continuare in piena autonomia la sua ricerca teorica e pratica, interrotta dalla sua prematura scomparsa – abbandona la rivista. In quella stessa occasione anche Nenni decide di dedicare al Partito tutta la sua attività e cede il posto di direttore a Francesco De Martino, affiancato da Gaetano Arfè e Antonio Giolitti.
Da questo momento la rivista diventa l’organo di elaborazione e di definizione concreta della nuova politica socialista, rivolta a creare e sviluppare le condizioni dell’incontro con la Democrazia Cristiana sulla base di un programma di sviluppo e ammodernamento democratico del Paese. Una politica difficile da condurre contro avversari su entrambi i fianchi, a destra (la DC), a sinistra (la scissione del PSIUP). Nel 1964 Giolitti, nominato ministro del Bilancio nel primo governo Moro, lasciava la condirezione della rivista, dove rimanevano De Martino, eletto allora Segretario del Partito, e Arfè.
Tra le iniziative di “Mondo Operaio”, in questi anni, sono da ricordare due convegni: il primo, gennaio 1963, Firenze, in occasione del 70° anniversario della fondazione del Partito socialista, ha per oggetto i problemi relativi alla storia e alla storiografia del movimento socialista italiano; il secondo, 1965, Napoli, su “Programmazione e Mezzogiorno”.
Sono adesso gli anni dell’unificazione socialista. L’immagine e la politica culturale del PSI ne vengono confuse, sbiadite. Un effetto che si ripercuote su “Mondo Operaio”, il quale va perdendo il ruolo e lo smalto degli anni migliori, subendo un fortissimo calo di vendite. Sembra, per un lungo tratto, che il PSI si sia dimenticato di avere questo strumento.
Nel gennaio 1973 Federico Coen assume la direzione di “Mondo Operaio”, sostituendo Gaetano Arfè, chiamato ad altri incarichi di partito. A Coen è affiancato, come condirettore, Sisinio Zito. Nell’editoriale di debutto il nuovo direttore scrive: “esiste una realtà che pone a noi tutti problemi di rinnovamento culturale e politico, di più incisiva presenza nella società e nelle lotte dei lavoratori, di un legame più profondo ed organico con le nuove energie intellettuali emerse, soprattutto fra i giovani, negli ultimi anni e dalle quali proviene una rinnovata domanda di socialismo che stenta a trovare risposta nei partiti della sinistra tradizionale. È onesto riconoscere che nei confronti di queste energie e di queste istanze, che si muovono in senso lato nell’area socialista, solo in parte e solo episodicamente questa rivista è riuscita a rappresentare un punto di riferimento”.
Con il 1974 “Mondo Operaio” assume una nuova veste grafica, disegnata da Sergio Ruffolo. La testata diventa “Mondoperaio”, a segnare uno snellimento, un ammodernamento dei modi espressivi e giornalistici. Accanto a Coen e Zito si forma, per aggregazioni successive, una nuova redazione di cui Luciano Cafagna è elemento di punta.
Già nel 1975 la rivista, giunta nel suo momento più basso a vendere poco più di 2000 copie, ha quadruplicato le vendite. Ma la vera e propria “esplosione” editoriale la accendono i saggi di Norberto Bobbio su “democrazia e socialismo” che segnarono il dibattito politico e culturale italiano per molti mesi. Poco dopo sarà Massimo L. Salvadori ad avviare un altro dibattito di grande rilievo, quello su Gramsci. I temi del “revisionismo socialista” e del “programma socialista” trovano nelle sue pagine momenti di attenta esemplificazione; il gruppo di studi economici offre un’analisi periodica della situazione economica del Paese; molti i saggi dedicati al “socialismo reale”, alla storia del PSI e delle sue istituzioni; le “rassegne” seguono, pur con le difficoltà inevitabili per un mensile, l’attualità culturale; “servizi fotografici” uniscono immagini e scrittura per illuminare un tema o una situazione.
Nel 1978, trentesimo di fondazione della rivista, viene inaugurata la nuova sede della redazione in un palazzo di via Tomacelli, a Roma, in cui nascono anche la libreria e il Centro culturale Mondoperaio. È il momento in cui nel Progetto socialista giunge a maturazione il lungo lavoro teorico di cui “Mondoperaio” è stata una delle sedi naturali. La rivista è adesso impegnata a difendere il suo prestigio e a estenderlo: il patrimonio teorico di “Mondoperaio” è, infatti, divenuto patrimonio di tutti. Il dibattito sulla riforma dello Stato e l’impegno a sostegno della resistenza afghana sono attualmente i due punti di forza della rivista.


1982



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