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Visualizza Versione Completa : Bravo Berlusconi



Nazionalistaeuropeo
20-08-10, 17:59
Lungi da me l'esaltare il filosionista cavaliere..però va
riconosciuto che è l'unico ad avere amici scomodi.
Notare le proteste della feccia democratica,tra non molto arriveranno quelle della sionistra dei cessi sociali.

Governo: Orlando (Idv), Berlusconi riferisca su Putin e Gheddafi - Yahoo! Notizie (http://it.notizie.yahoo.com/7/20100819/tpl-governo-orlando-idv-berlusconi-rifer-e9595f1.html)

Avanguardia
20-08-10, 18:41
Mah, anche Prodi costruiva accordi con Gheddafi e Putin, anche D' Alema aveva detto che con Hamas o Hezbollah, adesso non ricordo esattamente chi delle due, bisogna trattare. Il governo inglese ha persino scarcerato un signore libico accusato della strage di Lockerbie, che è potuto così tornare in Libia. Zapatero tratta con Chavez. La Germania e la Francia con la Russia. Niente di speciale. Se poi ci sono interessi economici del Cavaliere in gioco in queste faccende, ancora di meno da eccitarsi: il mercante non guarda in faccia a nessuno.
Il centrodestra, quando sta all' opposizione, sta a controllare che il centrosinistra non esca troppo dal seminato atlantista.

Nazionalistaeuropeo
20-08-10, 19:35
Mah, anche Prodi costruiva accordi con Gheddafi e Putin, anche D' Alema aveva detto che con Hamas o Hezbollah, adesso non ricordo esattamente chi delle due, bisogna trattare. Il governo inglese ha persino scarcerato un signore libico accusato della strage di Lockerbie, che è potuto così tornare in Libia. Zapatero tratta con Chavez. La Germania e la Francia con la Russia. Niente di speciale. Se poi ci sono interessi economici del Cavaliere in gioco in queste faccende, ancora di meno da eccitarsi: il mercante non guarda in faccia a nessuno.
Il centrodestra, quando sta all' opposizione, sta a controllare che il centrosinistra non esca troppo dal seminato atlantista.
In parte è vero,però Berlusconi ha fatto collezione
di scomodi:da Putin a Lukaschenko,mancava solo Chavez
ed era fatta :D
Lungi da me esaltare un uomo che avuto 2 luci e 2000 ombre,ma riconosciamo come per tutti meriti e demeriti.

Avamposto
20-08-10, 21:03
Eh si proprio "bravo" Berlusconi....


http://blog.panorama.it/mondo/files/2010/02/netanyahu_berlusconi5-large.jpg

Avamposto
20-08-10, 21:12
Premesso che centro-destra e centro-sinistra siano la stessa identica cosa e le due facce di una sola medaglia....cerca le differenze....



Centro-destra berlusconiano:


http://images.movieplayer.it/2009/06/01/silvio-berlusconi-indossa-la-kippah-ad-una-cerimonia-religiosa-119093.jpg


http://www.difesa.it/backoffice/upload/img/grandi/2009/%7B942575AB-8B41-4BC4-82D6-A9A062D4B796%7D.jpg



http://umsoi.org/wp-content/uploads/2010/02/berlusconi.jpg






Centro-sinistra prodiano:


http://www.loccidentale.it/files/imagecache/big/files/prodi%20-%20ahmadinejad.jpg


http://focusonisrael.files.wordpress.com/2008/05/dalemmah-hezbollah.jpg



http://images-srv.leonardo.it/progettiweb/laportinaia/blog/Diliberto%20Nasrallah.jpg

Nazionalistaeuropeo
20-08-10, 23:02
Ma è uno scherzo vero?
Premesso che so bene i legami del filosionista
Berlusconi con sion(che sono emersi prepotentemente
durante l'ultima visita nell'entità sionista),vogliamo vedere il centrosinistra?Bene.

Diliberto: «Alla fiaccolata io non ci sarò non manifesto con chi alimenta la guerra» (http://archiviostorico.corriere.it/2005/novembre/01/Diliberto_Alla_fiaccolata_non_saro_co_9_051101024. shtml)

"Il giudizio sulle dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad è netto, «sono deliranti e inaccettabili», ma il leader dei Comunisti italiani ritiene l' iniziativa di Giuliano Ferrara «del tutto unilaterale, perché non tiene insieme la questione israeliana e quella palestinese». E così se ne starà a casa. «Fassino va? Com' è noto abbiamo qualche divergenza in politica estera, ma non trovo nulla di scandaloso a partecipare. Anzi, se la fiaccolata fosse stata organizzata, chessò, dai sindacati, ci sarei andato senz' altro. Mi sono sempre battuto per il diritto di Israele alla vita e alla sicurezza, ma non ci sarà pace in quell' area tormentata finché non ci saranno due Stati liberi e indipendenti». Delle "


"Delle manifestazioni pro Israele non è certo un habitué, ma è stato alla fiaccolata in Campidoglio promossa da Veltroni, ha fatto visita alla Knesset (il Parlamento israeliano) e si dice «pronto a sfilare per la sicurezza di Israele». Diliberto è convinto che se al comando dell' Iran c' è oggi un presidente «ultraintegralista» la colpa è di George Bush. «"

Il PDCI di Diliberto e Rifondazione sono famosi per le politiche ambigue riguardo sion(si veda il discorso di Bertinotti alla Knesset per rifondazione,il sostegno al governo della guerra per il PDCI,il fatto che hanno votato le missioni di guerra entrambi).
Prodi?
Non so se ricordate quando ci fu la conferenza in Iran(sul revisionismo) il governo Prodi tentò di bloccare gli italiani che avevano osato partecipare con il blocco dei passaporti,e un esponente della feccia radicale ne chiese
addirittura l'arresto!
E sto tralasciando la figura patetica di Fassino e altri..



In parole povere=destra=sinistra.

Nazionalistaeuropeo
20-08-10, 23:08
Dimenticavo..e il discorso di Prodi nell'entità sionista ve lo siete dimenticati?
Quando ripeté come un pappagallo ciò che Olmert gli disse di dire. :D

Avamposto
20-08-10, 23:17
Come ho scritto centro-destra e centro-sinistra sono le due facce di una identica medaglia.

Entrambe sotto controllo ed entrambe funzionali agli interessi stranieri in Italia (americani e sionisti).

Quello che e' cambiato radicalmente e' l'atteggiamento del governo italiano: con l'avvento del centro-destra berlusconiano si e' nettamente spostato su posizioni filo-israeliane abbandonando quella politica di "equidistanza" che era stata portata avanti da Prodi e da alcuni dei suoi ministri (Diliberto, D'Alema ecc ecc).

Mi sembra evidente che nessuno stia difendendo il governo Prodi: sto semplicemente analizzando la politica estera italiana che con Berlusconi e' nettamente schierata pro-Israele.

E visto che mi hai parlato di "amicizie scomode" del Cavaliere (quali? Putin lo incontrano tutti senza alcun problema; Gheddafi rispetto al passato - vent'anni, venticinque anni fa - si e' allineato e comunque non dimenticarti gli interessi enormi della Libia in Italia co-proprietaria della FIAT...mi sembra normale che Berlusconi mantenga queste relazioni con Tripoli....l'unico veramente scomodo incontrato finora dal cavaliere e' Lukaschenko...) casomai ne riparleremo se e quando capitera' di vederlo prendere un aereo e volare a Teheran ad incontrare Ahmadinejad (come fatto da Prodi).

Per ora il supersionista Berlusconi non ha fatto neanche mezzo passo verso la Siria di Assad.

Figuriamoci verso l'Iran di Ahmadinejad....

Giò
21-08-10, 13:37
Quello che e' cambiato radicalmente e' l'atteggiamento del governo italiano: con l'avvento del centro-destra berlusconiano si e' nettamente spostato su posizioni filo-israeliane abbandonando quella politica di "equidistanza" che era stata portata avanti da Prodi e da alcuni dei suoi ministri (Diliberto, D'Alema ecc ecc).

Non è vero.
La differenza fondamentale fra la politica estera del governo Prodi e del governo Berlusconi sta nei rapporti con la Russia di Vladimir Putin e Dmitri Medvedev.
Gli accordi ENI-Gazprom di fatto - che piaccia o no - hanno 'scompigliato' i piani anglo-americani per il Mediterraneo dei prossimi 10/15 anni. South Stream è un controaltare efficace a Nabucco e costituisce una risorsa per quelle nazioni europee che vogliono rendersi autonome dallo strapotere americano.
Questo costituisce un problema anche per la posizione di Israele nel Mediterraneo.
Cosa probabilmente non voluta direttamente da Berlusconi, ma de facto è così. Motivo che spiegherebbe anche i toni enfatici con cui Berlusconi è intervenuto tempo fa alla Knesset, durante il suo ultimo viaggio in Israele, in cui però ha pure paragonato la tragedia di Gaza con l'Olocausto ebraico (cosa inaudita per gli ebrei).

Romano Prodi - pur non disdegnando gli accordi energetici con la Russia - ha fatto una politica estera sia filo-americana che filo-israeliana.
D'Alema a parte, come ha ricordato Nazionalistaeuropeo, Prodi quando è andato in Israele ha fatto i soliti salamelecchi ma - soprattutto - ha portato i nostri soldati in Libano in una cosiddetta "missione di pace" tesa a ridimensionare lo strapotere di Hezbollah in Libano, voluta da USA, GB e - guarda caso! - Israele.
Anche quando incontrava Putin per importanti accordi, menava sempre il torrone con la storia del "rispetto dei diritti umani", dell' "autodeterminazione del popolo ceceno" e amenità del genere, ponendosi in continuità con quanto già fece come presidente della commissione UE. Cose che Berlusconi mai ha fatto.
E d'altronde, cosa fondamentale, è Berlusconi ad aver dato sostanzialmente torto alla Georgia nello 'scontro' con la Russia, ad aver definito l'indipendenza del Kosovo e lo scudo americano nell'Est 'provocazioni contro la Russia', ecc. ecc.
Ma del resto la svendita del patrimonio pubblico italiano è stata fatta da Prodi negli anni '90, non da Berlusconi.

odiopuro
21-08-10, 14:14
Per me Berlusca e csx pari sono! Ovviamente è necessario ,per un governo italiano, dialogare con vicini partner commerciali quali la Libia e l'Iran. L'ha scritto anche Avanguardia: perfino il csx agì in questo modo. Ritengo, in un certo senso, accettabile questa agenda di politica estera...ma non dimentichiamo le lecchinate di Silviuzzo nei confronti del TRIO (usa-uk-israele).

Per quanto concerne i soliti "contestatori": stendiamo un velo pietoso.

Avamposto
21-08-10, 14:19
Non è vero.
La differenza fondamentale fra la politica estera del governo Prodi e del governo Berlusconi sta nei rapporti con la Russia di Vladimir Putin e Dmitri Medvedev.
Gli accordi ENI-Gazprom di fatto - che piaccia o no - hanno 'scompigliato' i piani anglo-americani per il Mediterraneo dei prossimi 10/15 anni. South Stream è un controaltare efficace a Nabucco e costituisce una risorsa per quelle nazioni europee che vogliono rendersi autonome dallo strapotere americano.
Questo costituisce un problema anche per la posizione di Israele nel Mediterraneo.
Cosa probabilmente non voluta direttamente da Berlusconi, ma de facto è così. Motivo che spiegherebbe anche i toni enfatici con cui Berlusconi è intervenuto tempo fa alla Knesset, durante il suo ultimo viaggio in Israele, in cui però ha pure paragonato la tragedia di Gaza con l'Olocausto ebraico (cosa inaudita per gli ebrei).

Romano Prodi - pur non disdegnando gli accordi energetici con la Russia - ha fatto una politica estera sia filo-americana che filo-israeliana.
D'Alema a parte, come ha ricordato Nazionalistaeuropeo, Prodi quando è andato in Israele ha fatto i soliti salamelecchi ma - soprattutto - ha portato i nostri soldati in Libano in una cosiddetta "missione di pace" tesa a ridimensionare lo strapotere di Hezbollah in Libano, voluta da USA, GB e - guarda caso! - Israele.
Anche quando incontrava Putin per importanti accordi, menava sempre il torrone con la storia del "rispetto dei diritti umani", dell' "autodeterminazione del popolo ceceno" e amenità del genere, ponendosi in continuità con quanto già fece come presidente della commissione UE. Cose che Berlusconi mai ha fatto.
E d'altronde, cosa fondamentale, è Berlusconi ad aver dato sostanzialmente torto alla Georgia nello 'scontro' con la Russia, ad aver definito l'indipendenza del Kosovo e lo scudo americano nell'Est 'provocazioni contro la Russia', ecc. ecc.
Ma del resto la svendita del patrimonio pubblico italiano è stata fatta da Prodi negli anni '90, non da Berlusconi.

Meno male sei venuto tu a spiegarmi la politica estera dell'italia altrimenti non ci arrivavo.

In attesa che arrivi qualche altro "sapientone" a dare lezioni geopolitiche ti rispondo; premesso sempre che l'Italia e' una colonia a stelle e strisce vediamo di non barare su alcune questioni affatto relative quali:
a) il ruolo della Russia
b) le dichiarazioni di Berlusconi alla Knesset
c) la politica estera del centro-sinistra

Punto 1: Iniziamo dalla Russia. Capisco che vi siete tutti innamorati di Putin e d'improvviso la destra radicale e tante sue propaggini minori siano attratte da Mosca quale "terza Roma" ma vedete di risvegliarvi dai vostri sogni perche' il nuovo "zar" del Cremlino fa nient'altro che i suoi interessi e quelli di Mosca (come peraltro anche tu hai sottolineato in non ricordo quale post tempo fa).

Pensare che l'Europa uscira' dalla colonizzazione americana grazie alla Russia non ha alcun senso come non ne ha sostenere in questa prospettiva alleanze eurasiatiche a 360gradi con Pechino, Pyonyang o chissa ancora quali altre nazioni.

Gli accordi Eni-Grazprom non hanno scompigliato un bel niente. I russi hanno sempre la NATO alle porte che preme per espandersi a Est e (da quanto mi risulta) se vent'anni fa l'Alleanza Atlantica si fermava lungo la cortina di ferro oggi sono arrivati quasi fin dentro la stessa Russia - con la quale oltretutto fanno esercitazioni militari congiunte e celebrano antifascisticamente le celebrazioni per gli anniversari della 2.a Guerra Mondiale.

L'economia ha un suo valore ma ne ha anche la politica. La Russia sta difendendo il suo spazio d'azione che si e' limitato rispetto a venti anni or sono.


Punto 2: Berlusconi non ha equiparato l'olocausto a Gaza altrimenti l'avrebbero impalato direttamente sulla pubblica piazza davanti al parlamento israeliano. Ha anzi sostenuto alla Knesseth che quell'aggressione fu un "atto giustificato".
Ti consiglio di rileggerti bene le dichiarazioni rese all'epoca. Dopo, una volta visitata la sede dell'ANP ha cercato (come suo costume) di cambiare le precedenti dichiarazioni.
Se vuoi posso riportarti le dichiarazioni esatte del premier e vedrai cosa realmente ha dichiarato alla Knesset.



Punto 3: Nessuno nega la politica filo-USA e filo-israeliana di Prodi. Ma vediamo di non barare: con Prodi avevamo ottime relazioni bilaterali con l'Iran. Con l'attuale centro-destra questo rapporto ammetterai che e' stato quasi disintegrato o comunque ridotto al minimo.

Su Gaza e l'aggressione sionista ai palestinesi le sole parole spese contro Israele sono quelle di D'Alema.
Infine se gli italiani sono andati nel Libano meridionale e' perche' chiamati dal governo libanese e liberamente accettati dallo stesso Hezbollah. La missione di pace serve a contenere nuovi scontri. Il ruolo di Hezbollah politico e militare non e' cambiato: cosa c'entrino con questo Prodi e i militari italiani non l'ho capito.

Anche verso altre nazioni scomode l'Italia di Berlusconi sembra aver fatto notevoli passi indietro (mi riferisco alla Siria) rispetto all'epoca Prodi. In ogni caso l'attuale governo e' fondamentalmente malvisto nel mondo arabo e islamico e considerato come ostile e alleato di Israele.

Non c'entra assolutamente niente l'aver tirato in ballo la questione delle privatizzazioni (c'e' una discussione apposita aperta dal sottoscritto stanotte) anni Novanta.

La verita' e' che gli uni e gli altri (centro-destra e centro-sinistra) sono identici. La politica estera italiana resta al traino di quella che decideranno i suoi padroni a stelle e strisce. E se Berlusconi non appartiene alle istituzioni mondialiste c'e' sempre un Tremonti li' a ricordare all'interno del governo chi e' che realmente detiene il potere.

Poi se vogliamo accontentarci delle briciole senza analizzare a 360 gradi tutta la politica estera italiana fate pure. Alzarsi un giorno aprendo un 3d intitolato "Bravo Berlusconi!" dopo essere stati settimane e mesi a criticarne l'operato non mi sembra comunque dimostrazione di coerenza.

Non sono di quelli a cui piace il pro o l'anti-berlusconismo. Lo lascio ai nostri parlamentari e a quelli che campano della politica dietro a qualche scrivania di qualche segreteria.

In ogni caso con Berlusconi o senza la nostra politica estera sara' sempre a sovranita' limitata: ieri almeno con Craxi, Andreotti, Mattei, Moro avevamo una classe dirigente di ladri ma che sapeva fare gli interessi energetici italiani nel Mediterraneo. Oggi con i Berlusconi ed i Fini, l'anti-islamismo della Lega alleata di ferro del Cavaliere, abbiamo uno dei governi piu' filo-israeliani d'Europa.

Avamposto
21-08-10, 14:31
Le dichiarazioni di Berlusconi alla Knesseth:


"Il presidente del Consiglio parla alla Knesset e difende l'operazione "Piombo Fuso"
"Il popolo ebraico è il nostro fratello maggiore, il vostro posto è nella Ue"
Israele, Berlusconi: "A Gaza reazione giusta"
L'Anp: "Fu un atto criminale, il premier sbaglia"
Giallo sul testo del discorso: il termine "giusto" non compare nella versione ufficiale
Teheran smentisce l'annuncio del disimpegno Eni, che precisa: "Non ci sono nuovi contratti"
Silvio Berlusconi parla alla Knesset
ROMA - "Sono onorato, il mio Paese e' onorato di essere qui e di parlare in questo parlamento, che è il simbolo stesso della democrazia". Silvio Berlusconi verga il suo pensiero sul libro delle firme alla Knesset, prima di parlare al parlamento israeliano. Un intervento che parte dalle legge razziali promulgate durante il fascismo: "L'Italia trovò la forza di riscattarsi da quell'infamia attraverso la lotta di liberazione dal nazifascismo". Per Berlusconi Israele rappresenta "il più grande esempio di democrazia e di libertà nel Medio Oriente. Per noi, come hanno detto sia il Papa Giovanni Paolo II che il Rabbino Elio Toaff, il popolo ebraico è un 'fratello maggiore e noi, liberali di tutto il mondo, vi ringraziamo per il fatto stesso di esistere".

A Berlusconi si rivolge il premier israeliano Benyamin Netanyahu: "Italia è diventata paese di punta contro l'antisemistismo e il negazionismo. Silvio, tu sei un grande leader coraggioso, Israele ha un grande amico in Europa". Apprezzamenti davanti ai quali il Cavaliere rilancia l'auspicio che Israele diventi "membro a pieno titolo dell'Unione Europea". E' totale l'appoggio del presidente del Consiglio ad Israele. Arrivando fino a definire "una reazione giusta" ai missili di Hamas da Gaza, l'attacco israeliano che provocò morti, polemiche e la condanna dell'Onu. Un passo del discorso molto forte, che suona però diverso dal testo ufficiale dell'intervento dove il termine "giusto" non era presente come si evince dalla lettura del discorso sul sito della Presidenza del consiglio.

L'Italia si schierò contro il documento di condanna dell'Onu e oggi il presidente del Consiglio rilancia: "Israele è davvero il simbolo di questa possibilità di essere liberi e di far vivere la democrazia anche al di fuori dei confini dell'Occidente, ed è proprio per questo che risulta una presenza intollerabile per i fanatici di tutto il mondo"



Israele, Berlusconi: "A Gaza reazione giusta" L'Anp: "Fu un atto criminale, il premier sbaglia" - Repubblica.it (http://www.repubblica.it/esteri/2010/02/03/news/simbolo-democrazia-2172111/)


Ci sono poi anche queste:


"BETLEMME - "Il fermo dell'espansione degli insediamenti da parte di Israele" è una "condizione necessaria" per "avviare i negoziati in modo proficuo", ha ribadito il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa al termine dell'incontro con il presidente dell'Anp Abu Mazen.

Da parte di Israele c'è una "vera, forte, decisa volontà di cominciare negoziati di pace". E' il messaggio portato a Betlemme dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen dopo i colloqui avuti in Israele. "Ho avuto modo di incontrare i dirigenti di Israele -ha detto Berlusconi- e con il loro accordo mi sono permesso di venire qui a rappresentarvi, quasi fotograficamente, la loro vera, forte, decisa volontà di cominciare i negoziati di pace".

BERLUSCONI: INCONTRI FRUTTUOSI, SPERO DI ESSERE UTILE ALLA PACE
"Gli incontri sono stati fruttuosi, positivi. Tutti mi hanno caricato di grandi responsabilità. Spero di poter essere utile". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, durante la visita alla Basilica della Natività, al termine della visita di tre giorni in Israele. Berlusconi, che nel pomeriggio ha incontrato a Betlemme il leader dell'Anp Abu Mazen, stamattina aveva parlato alla Knesset di Gerusalemme davanti a Benjamin Netanyahu e al presidente israeliano Shimon Peres.

ABU MAZEN A BERLUSCONI, E' URGENTE SOLUZIONE DUE STATI - Arrivare alla soluzione della questione palestinese con "la creazione di due Stati è urgente nell'interesse dell'intera regione e del mondo" e bisogna mettere in campo "ogni sforzo". E' quanto ha sottolineato il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen nella conferenza congiunta con il premier Silvio Berlusconi al termine del colloquio avuto a Betlemme. Abu Mazen ha colto l'occasione per uno speciale ringraziamento a Berlusconi per il "suo interessamento perenne per la ricerca di una soluzione alla questione palestinese".

ABU MAZEN, CHIEDIAMO A HAMAS DI FIRMARE ACCORDO AL CAIRO - Hamas vada al Cairo e firmi la proposta di accordo egiziana. E' la richiesta avanzata dal presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen nel corso della conferenza stampa congiunta con il premier Silvio Berlusconi a Betlemme. "Chiediamo ad Hamas che vada al Cairo e firmi questo accordo e inizi così questo percorso di riconciliazione", ha detto Abu Mazen dopo aver ricordato che l'Anp ha già siglato l'accordo proposto dal presidente egiziano Hosni Mubarak.

Nel giorno in cui il premier Silvio Berlusconi rivolge uno storico discorso ai deputati della Knesset, il parlamento israeliano, arriva da Teheran la dura reazione alle parole del presidente del Consiglio, che ieri aveva esortato la comunità internazionale ad "aiutare e sostenere l'opposizione" in Iran, invocando "forti sanzioni" per impedire agli ayatollah di dotarsi dell'arma nucleare.

Le parole di Berlusconi rappresentano "una aperta interferenza negli affari interni di un Paese indipendente", tuona il portavoce della commissione Esteri del parlamento iraniano Kazem Jalali. "Sono dichiarazioni - dice all'ANSA il deputato - che non potranno aiutare a risolvere i problemi, ma al contrario li renderanno più complicati". La preoccupazione per la minaccia nucleare iraniana ha dominato la visita di Berlusconi in Israele, arrivata oggi al suo terzo giorno. E anche alla Knesset - nel primo discorso di un presidente del Consiglio italiano davanti ai deputati israeliani - Berlusconi è tornato a invocare "sanzioni efficaci" contro Teheran: "Non è accettabile - ha scandito infatti il premier tra gli applausi - l'armamento atomico a disposizione di uno stato i cui leader hanno proclamato apertamente la volontà di distruggere Israele ed hanno negato insieme la Shoah e la legittimità dello stato ebraico". Berlusconi - che si è rivolto al popolo ebraico come ad "un fratello maggiore", citando le parole di papa Giovanni Paolo II - ha parlato di Israele come "unico esempio di democrazia in Medio Oriente", è tornato ad auspicare un suo ingresso nell'Ue e ha rilanciato la prospettiva della creazione di uno stato palestinese che viva accanto a quello israeliano "in pace e in sicurezza".

Spazio nel suo discorso - in un clima di grande calore e intervallato da 12 applausi - anche per una rievocazione dell' "infamia delle leggi razziali" di cui l'Italia "si macchiò" nel 1938, ma da cui trovò la forza di riscattarsi attraverso "la lotta di liberazione dal nazifascismo".

"Profonda commozione" invece per l'episodio su mamma Rosa Berlusconi, ricordato in aula dal premier israeliano Benyamin Netanyahu. Fu durante la seconda guerra mondiale, quando una signora italiana, incinta di otto mesi, ha raccontato Netanyahu, riuscì a salvare una ragazza ebrea da un poliziotto tedesco: "Quella signora coraggiosa si chiamava Rosa e uno dei suoi figli si chiama Silvio Berlusconi", ha scandito tra gli applausi il primo ministro israeliano. Nel pomeriggio, a conclusione della sua missione nella regione, Berlusconi si sposterà a Betlemme, dove incontrerà il presidente palestinese Abu Mazen, invitandolo a tornare al tavolo dei negoziati. Alla sua frase sulla "giusta reazione" di Israele su Gaza durante l'operazione Piombo Fuso ha già risposto Nemer Hammad, uno dei più stretti consiglieri politici di Abu Mazen: "Le parole di Berlusconi non cambiano la realtà, quella degli israeliani a Gaza fu un aggressione".

BERLUSCONI, QUI MI SENTO A CASA, ITALIANI VI AMANO - "Sono stato accolto con grande affetto, qui mi sento a casa mia". Lo ha sottolineato il premier Silvio Berlusconi nel suo discorso prima del pranzo di gala offerto oggi in suo onore a Gerusalemme dal presidente israeliano Shimon Peres. Il presidente del Consiglio è tornato anche sul suo discorso di stamattina alla Knesset: "Per la prima volta - ha detto - ho letto un discorso. Di solito parlo a braccio, questa volta ho voluto riflettere su ogni parola per testimoniare al meglio al popolo d'Israele i miei sentimenti e quelli del popolo italiano. Peres ha detto che ama l'Italia. Io posso assicurare che tutto il popolo italiano, al di là delle appartenenze politiche, ama Israele e gli israeliani". Berlusconi ha poi raccontato di essere rimasto negli anni sempre "colpito" dalla violenza degli attacchi terroristici contro Israele: "Una volta - ha ricordato - ho provato un dolore lancinante quando un amico che vive in Israele mi ha raccontato che mandava i suoi tre figli a scuola su tre autobus diversi...".

PERES A BERLUSCONI, SEI LEADER PIU' SOLARE MAI CONOSCIUTO - Il capo dello stato israeliano Shimon Peres ha oggi definito il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi "il leader più solare fra tutti quelli che ho conosciuto". Il discorso da questi pronunciato oggi alla Knesset (il parlamento israeliano) è stato, secondo Peres, "caldo, nobile, coraggioso, pieno di visione e di amicizia. Per usare un'espressione quasi romantica, Israele ama l'Italia di un amore profondo". "L'Italia - ha detto ancora Peres nel brindisi di saluto - é nella parte illuminata del mondo" . Allo stesso modo "ci possono essere leader che sono nella parte nuvolosa della vita e leader che, come Berlusconi, sono invece nella parte soleggiata".

PERES A BERLUSCONI: COOPERAZIONE TECNOLOGICA DECISIVA - Nell'incontro avvenuto nella residenza del Capo dello Stato israeliano, Shimon Peres ha discusso con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi della cooperazione nel campo delle nuove tecnologie, ambito che ha definito "decisivo per il futuro". "Sono reduce dal Forum economico di Davos - ha quindi detto Peres - Ma i problemi finanziari sono il mondo di ieri. La tasca non riempie la testa, ma è la testa a riempire la tasca". La recente crisi economica è avvenuta, a suo parere, "perché gli americani avevano troppi soldi, ma poche idee". Peres ha quindi insistito sull'importanza dello sviluppo tecnologico, un fronte sul quale la cooperazione fra Italia ed Israele sarà a suo giudizio molto importante."


Berlusconi alla Knesset. Israele, diritto d'esistere - Mondo - ANSA.it (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/02/02/visualizza_new.html_1680259668.html)


E la reazione iraniana: Servo d'Israele!

Localport notizie: "L'Iran replica alle dichiarazioni di Berlusconi alla Knesset: "Servo di Israele"" (http://www.localport.it/eventi/notizie/notizie_espansaN.asp?N=56361)

Stella Maris
21-08-10, 14:44
Premesso che centro-destra e centro-sinistra siano la stessa identica cosa e le due facce di una sola medaglia....cerca le differenze....


Se, al giorno d'oggi, vuoi governare l'Italia - senza scazzi all'estero - bisogna accettare determinate cose.
Per esempio essere"amico di israele" o degli Stati Uniti.
Diversamente il Paese non avrà mai una politica estera a 360°.

Avamposto
21-08-10, 14:49
Se, al giorno d'oggi, vuoi governare l'Italia - senza scazzi all'estero - bisogna accettare determinate cose.
Per esempio essere"amico di israele" o degli Stati Uniti.
Diversamente il Paese non avrà mai una politica estera a 360°.

Questo e' sicuramente vero. Ricordi le pressioni internazionali contro il primo governo Berlusconi nel 1994?


Non credo di avere mai scritto il contrario. Anche se ovvio vorrei un'Italia non piu' a sovranita' limitata e sotto controllo politico, economico e militare statunitense.

Esiste una lobby pro-sionista cosi' forte che l'attuale ministro degli Esteri, on. Frattini, di fatto fa quello che decide il suo controllore Fiamma Nirenstein.

Quello che volevo sottolineare era l'incoerenza e anche l'inutilita' di agitarsi tanto con i "viva" tizio o caio quando poi sappiamo tutti che non sono ne' tizio ne' caio (neanche se questi si chiamano Silvio Berlusconi e rappresentano uno dei maggiori imperi aziendali-imprenditoriali e massmediatici europei) in Italia a decidere. :ciaociao:

Nazionalistaeuropeo
21-08-10, 14:52
Non è vero.
La differenza fondamentale fra la politica estera del governo Prodi e del governo Berlusconi sta nei rapporti con la Russia di Vladimir Putin e Dmitri Medvedev.
Gli accordi ENI-Gazprom di fatto - che piaccia o no - hanno 'scompigliato' i piani anglo-americani per il Mediterraneo dei prossimi 10/15 anni. South Stream è un controaltare efficace a Nabucco e costituisce una risorsa per quelle nazioni europee che vogliono rendersi autonome dallo strapotere americano.
Questo costituisce un problema anche per la posizione di Israele nel Mediterraneo.
Cosa probabilmente non voluta direttamente da Berlusconi, ma de facto è così. Motivo che spiegherebbe anche i toni enfatici con cui Berlusconi è intervenuto tempo fa alla Knesset, durante il suo ultimo viaggio in Israele, in cui però ha pure paragonato la tragedia di Gaza con l'Olocausto ebraico (cosa inaudita per gli ebrei).

Romano Prodi - pur non disdegnando gli accordi energetici con la Russia - ha fatto una politica estera sia filo-americana che filo-israeliana.
D'Alema a parte, come ha ricordato Nazionalistaeuropeo, Prodi quando è andato in Israele ha fatto i soliti salamelecchi ma - soprattutto - ha portato i nostri soldati in Libano in una cosiddetta "missione di pace" tesa a ridimensionare lo strapotere di Hezbollah in Libano, voluta da USA, GB e - guarda caso! - Israele.
Anche quando incontrava Putin per importanti accordi, menava sempre il torrone con la storia del "rispetto dei diritti umani", dell' "autodeterminazione del popolo ceceno" e amenità del genere, ponendosi in continuità con quanto già fece come presidente della commissione UE. Cose che Berlusconi mai ha fatto.
E d'altronde, cosa fondamentale, è Berlusconi ad aver dato sostanzialmente torto alla Georgia nello 'scontro' con la Russia, ad aver definito l'indipendenza del Kosovo e lo scudo americano nell'Est 'provocazioni contro la Russia', ecc. ecc.
Ma del resto la svendita del patrimonio pubblico italiano è stata fatta da Prodi negli anni '90, non da Berlusconi.
Ma passi la missione in Libano che tra quelle degli italiani è forse la meno servile...prendiamo Iraq,Afghanistan e Serbia TUTTE VOTATE FAVOREVOLMENTE DA ENTRAMBI GLI SCHIERAMENTI.
Riguardo Berlusconi è un falso,ha parlato di provocazioni contro la Russia(intervista sul corsera) riguardo il Kosovo MA HA VOTATO A FAVORE PER BEN 2 VOLTE LA LEGITTIMITÀ DELLO STATO ILLEGALE.
Destra=sinistra=merda.

Nazionalistaeuropeo
21-08-10, 14:59
Le dichiarazioni di Berlusconi alla Knesseth:


"Il presidente del Consiglio parla alla Knesset e difende l'operazione "Piombo Fuso"
"Il popolo ebraico è il nostro fratello maggiore, il vostro posto è nella Ue"
Israele, Berlusconi: "A Gaza reazione giusta"
L'Anp: "Fu un atto criminale, il premier sbaglia"
Giallo sul testo del discorso: il termine "giusto" non compare nella versione ufficiale
Teheran smentisce l'annuncio del disimpegno Eni, che precisa: "Non ci sono nuovi contratti"
Silvio Berlusconi parla alla Knesset
ROMA - "Sono onorato, il mio Paese e' onorato di essere qui e di parlare in questo parlamento, che è il simbolo stesso della democrazia". Silvio Berlusconi verga il suo pensiero sul libro delle firme alla Knesset, prima di parlare al parlamento israeliano. Un intervento che parte dalle legge razziali promulgate durante il fascismo: "L'Italia trovò la forza di riscattarsi da quell'infamia attraverso la lotta di liberazione dal nazifascismo". Per Berlusconi Israele rappresenta "il più grande esempio di democrazia e di libertà nel Medio Oriente. Per noi, come hanno detto sia il Papa Giovanni Paolo II che il Rabbino Elio Toaff, il popolo ebraico è un 'fratello maggiore e noi, liberali di tutto il mondo, vi ringraziamo per il fatto stesso di esistere".

A Berlusconi si rivolge il premier israeliano Benyamin Netanyahu: "Italia è diventata paese di punta contro l'antisemistismo e il negazionismo. Silvio, tu sei un grande leader coraggioso, Israele ha un grande amico in Europa". Apprezzamenti davanti ai quali il Cavaliere rilancia l'auspicio che Israele diventi "membro a pieno titolo dell'Unione Europea". E' totale l'appoggio del presidente del Consiglio ad Israele. Arrivando fino a definire "una reazione giusta" ai missili di Hamas da Gaza, l'attacco israeliano che provocò morti, polemiche e la condanna dell'Onu. Un passo del discorso molto forte, che suona però diverso dal testo ufficiale dell'intervento dove il termine "giusto" non era presente come si evince dalla lettura del discorso sul sito della Presidenza del consiglio.

L'Italia si schierò contro il documento di condanna dell'Onu e oggi il presidente del Consiglio rilancia: "Israele è davvero il simbolo di questa possibilità di essere liberi e di far vivere la democrazia anche al di fuori dei confini dell'Occidente, ed è proprio per questo che risulta una presenza intollerabile per i fanatici di tutto il mondo"



Israele, Berlusconi: "A Gaza reazione giusta" L'Anp: "Fu un atto criminale, il premier sbaglia" - Repubblica.it (http://www.repubblica.it/esteri/2010/02/03/news/simbolo-democrazia-2172111/)


Ci sono poi anche queste:


"BETLEMME - "Il fermo dell'espansione degli insediamenti da parte di Israele" è una "condizione necessaria" per "avviare i negoziati in modo proficuo", ha ribadito il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa al termine dell'incontro con il presidente dell'Anp Abu Mazen.

Da parte di Israele c'è una "vera, forte, decisa volontà di cominciare negoziati di pace". E' il messaggio portato a Betlemme dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen dopo i colloqui avuti in Israele. "Ho avuto modo di incontrare i dirigenti di Israele -ha detto Berlusconi- e con il loro accordo mi sono permesso di venire qui a rappresentarvi, quasi fotograficamente, la loro vera, forte, decisa volontà di cominciare i negoziati di pace".

BERLUSCONI: INCONTRI FRUTTUOSI, SPERO DI ESSERE UTILE ALLA PACE
"Gli incontri sono stati fruttuosi, positivi. Tutti mi hanno caricato di grandi responsabilità. Spero di poter essere utile". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, durante la visita alla Basilica della Natività, al termine della visita di tre giorni in Israele. Berlusconi, che nel pomeriggio ha incontrato a Betlemme il leader dell'Anp Abu Mazen, stamattina aveva parlato alla Knesset di Gerusalemme davanti a Benjamin Netanyahu e al presidente israeliano Shimon Peres.

ABU MAZEN A BERLUSCONI, E' URGENTE SOLUZIONE DUE STATI - Arrivare alla soluzione della questione palestinese con "la creazione di due Stati è urgente nell'interesse dell'intera regione e del mondo" e bisogna mettere in campo "ogni sforzo". E' quanto ha sottolineato il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen nella conferenza congiunta con il premier Silvio Berlusconi al termine del colloquio avuto a Betlemme. Abu Mazen ha colto l'occasione per uno speciale ringraziamento a Berlusconi per il "suo interessamento perenne per la ricerca di una soluzione alla questione palestinese".

ABU MAZEN, CHIEDIAMO A HAMAS DI FIRMARE ACCORDO AL CAIRO - Hamas vada al Cairo e firmi la proposta di accordo egiziana. E' la richiesta avanzata dal presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen nel corso della conferenza stampa congiunta con il premier Silvio Berlusconi a Betlemme. "Chiediamo ad Hamas che vada al Cairo e firmi questo accordo e inizi così questo percorso di riconciliazione", ha detto Abu Mazen dopo aver ricordato che l'Anp ha già siglato l'accordo proposto dal presidente egiziano Hosni Mubarak.

Nel giorno in cui il premier Silvio Berlusconi rivolge uno storico discorso ai deputati della Knesset, il parlamento israeliano, arriva da Teheran la dura reazione alle parole del presidente del Consiglio, che ieri aveva esortato la comunità internazionale ad "aiutare e sostenere l'opposizione" in Iran, invocando "forti sanzioni" per impedire agli ayatollah di dotarsi dell'arma nucleare.

Le parole di Berlusconi rappresentano "una aperta interferenza negli affari interni di un Paese indipendente", tuona il portavoce della commissione Esteri del parlamento iraniano Kazem Jalali. "Sono dichiarazioni - dice all'ANSA il deputato - che non potranno aiutare a risolvere i problemi, ma al contrario li renderanno più complicati". La preoccupazione per la minaccia nucleare iraniana ha dominato la visita di Berlusconi in Israele, arrivata oggi al suo terzo giorno. E anche alla Knesset - nel primo discorso di un presidente del Consiglio italiano davanti ai deputati israeliani - Berlusconi è tornato a invocare "sanzioni efficaci" contro Teheran: "Non è accettabile - ha scandito infatti il premier tra gli applausi - l'armamento atomico a disposizione di uno stato i cui leader hanno proclamato apertamente la volontà di distruggere Israele ed hanno negato insieme la Shoah e la legittimità dello stato ebraico". Berlusconi - che si è rivolto al popolo ebraico come ad "un fratello maggiore", citando le parole di papa Giovanni Paolo II - ha parlato di Israele come "unico esempio di democrazia in Medio Oriente", è tornato ad auspicare un suo ingresso nell'Ue e ha rilanciato la prospettiva della creazione di uno stato palestinese che viva accanto a quello israeliano "in pace e in sicurezza".

Spazio nel suo discorso - in un clima di grande calore e intervallato da 12 applausi - anche per una rievocazione dell' "infamia delle leggi razziali" di cui l'Italia "si macchiò" nel 1938, ma da cui trovò la forza di riscattarsi attraverso "la lotta di liberazione dal nazifascismo".

"Profonda commozione" invece per l'episodio su mamma Rosa Berlusconi, ricordato in aula dal premier israeliano Benyamin Netanyahu. Fu durante la seconda guerra mondiale, quando una signora italiana, incinta di otto mesi, ha raccontato Netanyahu, riuscì a salvare una ragazza ebrea da un poliziotto tedesco: "Quella signora coraggiosa si chiamava Rosa e uno dei suoi figli si chiama Silvio Berlusconi", ha scandito tra gli applausi il primo ministro israeliano. Nel pomeriggio, a conclusione della sua missione nella regione, Berlusconi si sposterà a Betlemme, dove incontrerà il presidente palestinese Abu Mazen, invitandolo a tornare al tavolo dei negoziati. Alla sua frase sulla "giusta reazione" di Israele su Gaza durante l'operazione Piombo Fuso ha già risposto Nemer Hammad, uno dei più stretti consiglieri politici di Abu Mazen: "Le parole di Berlusconi non cambiano la realtà, quella degli israeliani a Gaza fu un aggressione".

BERLUSCONI, QUI MI SENTO A CASA, ITALIANI VI AMANO - "Sono stato accolto con grande affetto, qui mi sento a casa mia". Lo ha sottolineato il premier Silvio Berlusconi nel suo discorso prima del pranzo di gala offerto oggi in suo onore a Gerusalemme dal presidente israeliano Shimon Peres. Il presidente del Consiglio è tornato anche sul suo discorso di stamattina alla Knesset: "Per la prima volta - ha detto - ho letto un discorso. Di solito parlo a braccio, questa volta ho voluto riflettere su ogni parola per testimoniare al meglio al popolo d'Israele i miei sentimenti e quelli del popolo italiano. Peres ha detto che ama l'Italia. Io posso assicurare che tutto il popolo italiano, al di là delle appartenenze politiche, ama Israele e gli israeliani". Berlusconi ha poi raccontato di essere rimasto negli anni sempre "colpito" dalla violenza degli attacchi terroristici contro Israele: "Una volta - ha ricordato - ho provato un dolore lancinante quando un amico che vive in Israele mi ha raccontato che mandava i suoi tre figli a scuola su tre autobus diversi...".

PERES A BERLUSCONI, SEI LEADER PIU' SOLARE MAI CONOSCIUTO - Il capo dello stato israeliano Shimon Peres ha oggi definito il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi "il leader più solare fra tutti quelli che ho conosciuto". Il discorso da questi pronunciato oggi alla Knesset (il parlamento israeliano) è stato, secondo Peres, "caldo, nobile, coraggioso, pieno di visione e di amicizia. Per usare un'espressione quasi romantica, Israele ama l'Italia di un amore profondo". "L'Italia - ha detto ancora Peres nel brindisi di saluto - é nella parte illuminata del mondo" . Allo stesso modo "ci possono essere leader che sono nella parte nuvolosa della vita e leader che, come Berlusconi, sono invece nella parte soleggiata".

PERES A BERLUSCONI: COOPERAZIONE TECNOLOGICA DECISIVA - Nell'incontro avvenuto nella residenza del Capo dello Stato israeliano, Shimon Peres ha discusso con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi della cooperazione nel campo delle nuove tecnologie, ambito che ha definito "decisivo per il futuro". "Sono reduce dal Forum economico di Davos - ha quindi detto Peres - Ma i problemi finanziari sono il mondo di ieri. La tasca non riempie la testa, ma è la testa a riempire la tasca". La recente crisi economica è avvenuta, a suo parere, "perché gli americani avevano troppi soldi, ma poche idee". Peres ha quindi insistito sull'importanza dello sviluppo tecnologico, un fronte sul quale la cooperazione fra Italia ed Israele sarà a suo giudizio molto importante."


Berlusconi alla Knesset. Israele, diritto d'esistere - Mondo - ANSA.it (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/02/02/visualizza_new.html_1680259668.html)


E la reazione iraniana: Servo d'Israele!

Localport notizie: "L'Iran replica alle dichiarazioni di Berlusconi alla Knesset: "Servo di Israele"" (http://www.localport.it/eventi/notizie/notizie_espansaN.asp?N=56361)
Nessuno lo nega,ma vediamo di mettere tutto sul piatto della bilancia.
Vi ricordate le dichiarazioni di Fassino riguardo piombo fuso?Vi ricordate che quando ci fu la provocatoria manifestazione antiiraniana al consolato promossa dal foglio di Giuliano Ferrara PARTECIPÒ TUTTO L'INFAME E SQUALLIDO ARCO PROSTITUZIONALE dalla Lecca ai Radicali,includendo PD e PDL eccovi la lista dei nomi al completo

Abdul Hadi Palazzi - Fiaccolata per Israele (http://www.amislam.com/foglio.htm)

il PDCI e Rifondazione fecero i furbi annunciando di non partecipare...ma si recarono alla manifestazione di solidarietà filoisraeliana a Milano promossa dal sionista
Reibman.
Destra=sinistra=merda.

Nazionalistaeuropeo
21-08-10, 15:03
Come ho scritto centro-destra e centro-sinistra sono le due facce di una identica medaglia.

Entrambe sotto controllo ed entrambe funzionali agli interessi stranieri in Italia (americani e sionisti).

Quello che e' cambiato radicalmente e' l'atteggiamento del governo italiano: con l'avvento del centro-destra berlusconiano si e' nettamente spostato su posizioni filo-israeliane abbandonando quella politica di "equidistanza" che era stata portata avanti da Prodi e da alcuni dei suoi ministri (Diliberto, D'Alema ecc ecc).

Mi sembra evidente che nessuno stia difendendo il governo Prodi: sto semplicemente analizzando la politica estera italiana che con Berlusconi e' nettamente schierata pro-Israele.

E visto che mi hai parlato di "amicizie scomode" del Cavaliere (quali? Putin lo incontrano tutti senza alcun problema; Gheddafi rispetto al passato - vent'anni, venticinque anni fa - si e' allineato e comunque non dimenticarti gli interessi enormi della Libia in Italia co-proprietaria della FIAT...mi sembra normale che Berlusconi mantenga queste relazioni con Tripoli....l'unico veramente scomodo incontrato finora dal cavaliere e' Lukaschenko...) casomai ne riparleremo se e quando capitera' di vederlo prendere un aereo e volare a Teheran ad incontrare Ahmadinejad (come fatto da Prodi).

Per ora il supersionista Berlusconi non ha fatto neanche mezzo passo verso la Siria di Assad.

Figuriamoci verso l'Iran di Ahmadinejad....
Equidistanza?
A parte che ricordo che Prodi incontrò Ahmadinejad DOPO che era stato al governo,ricordo anche le intromissioni del governaccio Prodi riguardo l'uso della pena di morte in Iran,e il tentativo(quasi riuscito) di ampliare la Mancino e includere il revisionista.
Tentativo promosso dal camerata di sion Ruben(che fece i complimenti in diretta tv a Mastella).
Ovviamente non che le cose ora vadano meglio,con una Nirestein che presiede una commissione censoria su internet.
Tra Prodi e Berlusconi...astensione!

Avamposto
21-08-10, 15:03
Nessuno lo nega,ma vediamo di mettere tutto sul piatto della bilancia.
Vi ricordate le dichiarazioni di Fassino riguardo piombo fuso?Vi ricordate che quando ci fu la provocatoria manifestazione antiiraniana al consolato promossa dal foglio di Giuliano Ferrara PARTECIPÒ TUTTO L'INFAME E SQUALLIDO ARCO PROSTITUZIONALE dalla Lecca ai Radicali,includendo PD e PDL eccovi la lista dei nomi al completo

Abdul Hadi Palazzi - Fiaccolata per Israele (http://www.amislam.com/foglio.htm)

il PDCI e Rifondazione fecero i furbi annunciando di non partecipare...ma si recarono alla manifestazione di solidarietà filoisraeliana a Milano promossa dal sionista
Reibman.
Destra=sinistra=merda.



Verissimo e difatti insisto e ripeto con lo scrivere che sono (centro-destra e centro-sinistra) identiche.

In ogni caso Fassino era all'opposizione all'epoca di Piombo Fuso.


Alle fiaccolate pro-Israele (o anti-iraniane come quella che hai citato) deve partecipare l'intero arco parlamentare

Anche PdCI e Rifognazione!

("Siamo tutti ebrei!" - urlava Bertinotti dalla tribuna di un congresso rifognarolo in quel di Rimini nel 2002 o giu' di li'...:giagia:)


:ciaociao:

Avamposto
21-08-10, 15:07
Equidistanza?
A parte che ricordo che Prodi incontrò Ahmadinejad DOPO che era stato al governo,ricordo anche le intromissioni del governaccio Prodi riguardo l'uso della pena di morte in Iran,e il tentativo(quasi riuscito) di ampliare la Mancino e includere il revisionista.
Tentativo promosso dal camerata di sion Ruben(che fece i complimenti in diretta tv a Mastella).
Ovviamente non che le cose ora vadano meglio,con una Nirestein che presiede una commissione censoria su internet.
Tra Prodi e Berlusconi...astensione!

E io mi ricordo invece del primo CLAMOROSISSIMO viaggio di un presidente iraniano in Italia (Khatami) che segui' proprio quello di Prodi a Teheran
(si parla degli anni fine Novanta ...1999-2000 circa).

E di dichiarazioni del tipo "Roma porta dell'Occidente per l'Iran" e viceversa.

Ricordo anche quanto fecero scalpore le foto della consorte di Prodi inchadorata e gli strali isterici dei sionisti e di tutto il centro-destra.

Lo stesso centro-destra che poi fara' affiggere quei manifesti con D'Alema a spasso per le macerie fumanti di Beirut con un deputato di Hezbollah sottotitolandoli "Dalemmah"....

Ammetterai che da D'Alema agli Esteri alla Nirenstein ....ce ne corre.... :ciaociao:

Stella Maris
21-08-10, 15:12
Questo e' sicuramente vero. Ricordi le pressioni internazionali contro il primo governo Berlusconi nel 1994?
No, ero troppo piccolo


Esiste una lobby pro-sionista cosi' forte che l'attuale ministro degli Esteri, on. Frattini, di fatto fa quello che decide il suo controllore Fiamma Nirenstein.
Frattini è un burattino.
Quando ci si deve esprimere a favore di Israele, Usa, Uk tocca sempre a lui.
Quando c'è di risolvere crisi come quella Russo-georgiana interviene Berlusconi.


Quello che volevo sottolineare era l'incoerenza e anche l'inutilita' di agitarsi tanto con i "viva" tizio o caio quando poi sappiamo tutti che non sono ne' tizio ne' caio (neanche se questi si chiamano Silvio Berlusconi e rappresentano uno dei maggiori imperi aziendali-imprenditoriali e massmediatici europei) in Italia a decidere. :ciaociao:
Ma lo sanno benissimo tutti che Berlusconi non è il degno successore di B.Mussolini, ma nella politica attuale, tra i tanti, è il migliore, o il meno peggio.

Avamposto
21-08-10, 15:14
Ovviamente non che le cose ora vadano meglio,con una Nirestein che presiede una commissione censoria su internet.



Appunto.


.
Tra Prodi e Berlusconi...astensione!

E chi ti ha detto di andare a votare? :D


Ma se sono quasi trent'anni che non ci vado (cioe' da quando ne ho avuto il diritto) figurati se ti inviterei a votare questi pagliacci. :sofico:

Avamposto
21-08-10, 15:23
No, ero troppo piccolo



All'epoca si mobilito' mezzo mondo ebraico (da New York a Tel Aviv) contro il "cavaliere nero" e i "fascisti del Msi" e i "razzisti della Lega" al governo.
Ed e' bene che non mi fai ricordare il fiume di cazzate lette in quei sei-sette mesi prima del ribaltone di Bossi.
Un autentico delirio. :giagia:




No, ero troppo piccolo

Frattini è un burattino.
Quando ci si deve esprimere a favore di Israele, Usa, Uk tocca sempre a lui.
Quando c'è di risolvere crisi come quella Russo-georgiana interviene Berlusconi.


Ma lo sanno benissimo tutti che Berlusconi non è il degno successore di B.Mussolini, ma nella politica attuale, tra i tanti, è il migliore, o il meno peggio.


Meno peggio di chi o cosa? :chefico:

E perche' poi "meno peggio"? :mmm:


Io vedo solo che ha messo la Nirenstein agli Esteri dove detta legge e presiede una commissione parlamentare che sta cercando di chiudere diversi portali internet scomodi.

E vedo ogni suo intervento di politica estera sempre ovviamente favorevole alla causa sionista.


Questo governo di centro-destra e' indiscutibilmente il piu' favorevole agli interessi israeliani e quello che sta allontanando l'Italia da alcuni dei suoi partner strategici nel Mediterraneo

(e questo ovviamente non significa che il centro-sinistra di Prodi fosse esente da filo-sionismo)


Lasciamo in pace, dov'e', il Duce...che con questa gentaglia non ha niente a che spartire ne' mai l'avra'. Grazie :ciaociao:

Avanguardia
21-08-10, 15:58
Non è vero.
La differenza fondamentale fra la politica estera del governo Prodi e del governo Berlusconi sta nei rapporti con la Russia di Vladimir Putin e Dmitri Medvedev.
Gli accordi ENI-Gazprom di fatto - che piaccia o no - hanno 'scompigliato' i piani anglo-americani per il Mediterraneo dei prossimi 10/15 anni. South Stream è un controaltare efficace a Nabucco e costituisce una risorsa per quelle nazioni europee che vogliono rendersi autonome dallo strapotere americano.
Questo costituisce un problema anche per la posizione di Israele nel Mediterraneo.
Cosa probabilmente non voluta direttamente da Berlusconi, ma de facto è così. Motivo che spiegherebbe anche i toni enfatici con cui Berlusconi è intervenuto tempo fa alla Knesset, durante il suo ultimo viaggio in Israele, in cui però ha pure paragonato la tragedia di Gaza con l'Olocausto ebraico (cosa inaudita per gli ebrei).

Romano Prodi - pur non disdegnando gli accordi energetici con la Russia - ha fatto una politica estera sia filo-americana che filo-israeliana.
D'Alema a parte, come ha ricordato Nazionalistaeuropeo, Prodi quando è andato in Israele ha fatto i soliti salamelecchi ma - soprattutto - ha portato i nostri soldati in Libano in una cosiddetta "missione di pace" tesa a ridimensionare lo strapotere di Hezbollah in Libano, voluta da USA, GB e - guarda caso! - Israele.
Anche quando incontrava Putin per importanti accordi, menava sempre il torrone con la storia del "rispetto dei diritti umani", dell' "autodeterminazione del popolo ceceno" e amenità del genere, ponendosi in continuità con quanto già fece come presidente della commissione UE. Cose che Berlusconi mai ha fatto.
E d'altronde, cosa fondamentale, è Berlusconi ad aver dato sostanzialmente torto alla Georgia nello 'scontro' con la Russia, ad aver definito l'indipendenza del Kosovo e lo scudo americano nell'Est 'provocazioni contro la Russia', ecc. ecc.
Ma del resto la svendita del patrimonio pubblico italiano è stata fatta da Prodi negli anni '90, non da Berlusconi.

Ma le leggi per la privatizzazione dell' acqua le ha fatte il centrodestra.

Giò
21-08-10, 16:03
Meno male sei venuto tu a spiegarmi la politica estera dell'italia altrimenti non ci arrivavo.

In attesa che arrivi qualche altro "sapientone" a dare lezioni geopolitiche ti rispondo; Nessuno fa il sapientone. Si sta solo discutendo. Se vuoi farlo, sono disponibile.



Punto 1: Iniziamo dalla Russia. Capisco che vi siete tutti innamorati di Putin e d'improvviso la destra radicale e tante sue propaggini minori siano attratte da Mosca quale "terza Roma" ma vedete di risvegliarvi dai vostri sogni perche' il nuovo "zar" del Cremlino fa nient'altro che i suoi interessi e quelli di Mosca (come peraltro anche tu hai sottolineato in non ricordo quale post tempo fa).

Pensare che l'Europa uscira' dalla colonizzazione americana grazie alla Russia non ha alcun senso come non ne ha sostenere in questa prospettiva alleanze eurasiatiche a 360gradi con Pechino, Pyonyang o chissa ancora quali altre nazioni.

Gli accordi Eni-Grazprom non hanno scompigliato un bel niente. I russi hanno sempre la NATO alle porte che preme per espandersi a Est e (da quanto mi risulta) se vent'anni fa l'Alleanza Atlantica si fermava lungo la cortina di ferro oggi sono arrivati quasi fin dentro la stessa Russia - con la quale oltretutto fanno esercitazioni militari congiunte e celebrano antifascisticamente le celebrazioni per gli anniversari della 2.a Guerra Mondiale.

L'economia ha un suo valore ma ne ha anche la politica. La Russia sta difendendo il suo spazio d'azione che si e' limitato rispetto a venti anni or sono.

Non sono eurasiatista e pertanto non mi interessano discorsi su fantomatiche alleanze sino-russo-persiano-coreane. La Federazione Russa fa i suoi interessi, legittimamente. Gli interessi della Russia sono convergenti, se non totalmente quanto meno in gran parte, con quelli del nostro paese e con quelli di gran parte dei paesi europei. Una convergenza di interessi russo-europei rappresenta, a mio modesto avviso, un possibile controaltare allo strapotere americano o - al limite - un polo geopolitico dotato di una sua autonomia.
La NATO c'è purtroppo e non la si può cancellare da un giorno all'altro. Si può però cercare di "aggirare l'ostacolo".
E per il momento mi limito ad un discorso prettamente geopolitico. A livello di politica interna ci sono molte cose che apprezzo del "governo Putin", ma non sto a dilungarmici.
Quanto alle 'esercitazioni anti-fasciste congiunte', sinceramente non mi interessano e non credo abbiano rilevanza sul piano geopolitico e/o politico reale.



Punto 2: Berlusconi non ha equiparato l'olocausto a Gaza altrimenti l'avrebbero impalato direttamente sulla pubblica piazza davanti al parlamento israeliano. Ha anzi sostenuto alla Knesseth che quell'aggressione fu un "atto giustificato".
Ti consiglio di rileggerti bene le dichiarazioni rese all'epoca. Dopo, una volta visitata la sede dell'ANP ha cercato (come suo costume) di cambiare le precedenti dichiarazioni.
Se vuoi posso riportarti le dichiarazioni esatte del premier e vedrai cosa realmente ha dichiarato alla Knesset.
Io mi riferivo proprio alle seconde dichiarazioni che citi. Qual è la sostanza? Berlusconi ha "leccato il deretano" sia agli israeliani che ai palestinesi (ai quali, a Gaza, fra l'altro, ha sborsato non pochi soldi).
Questo fa di lui un ultrà del filo-sionismo alla Nirenstein? Secondo me, no. Non perchè consideri Berlusconi uno sponsor di Hamas, ma perché a contare più delle parole, in determinati casi, sono i fatti. Faccio un esempio, giusto per farmi capire.
Berlusconi ha dato ragione, sostanzialmente, a Putin sulla crisi in Georgia e speso tante parole sull'amicizia italo-russa. Se queste fossero state solo parole, senza fatti, potrei dire che è solo un 'parla-parla' e che nei fatti Silvio non è filo-russo. Ma siccome a queste 'parole' seguono precisi accordi economici, finanziari ed energetici, posso dire che dietro alle parole c'è 'sostanza'.
Ecco, dopo la visita di Berlusconi alla Knesset, è per caso cambiata la politica estera italiana rispetto a prima, come qualcuno ha pure asserito? No.
Perciò, insomma, guardiamo ai fatti: in Iran le aziende italiane ci sono ancora e Frattini ha pure detto, molto recentemente, che l'Italia è disponibile a fare da mediatrice fra la Repubblica Islamica Iraniana e USA-GB in Afghanistan, anticipando le successive dichiarazioni di Ahmadinejad favorevoli ad un impegno iraniano nella regione in funzione 'pacificatrice'.
Cosa a cui, tra l'altro, sarebbe favorevole pure la Russia.



Punto 3: Nessuno nega la politica filo-USA e filo-israeliana di Prodi. Ma vediamo di non barare: con Prodi avevamo ottime relazioni bilaterali con l'Iran. Con l'attuale centro-destra questo rapporto ammetterai che e' stato quasi disintegrato o comunque ridotto al minimo.
Sicuramente dopo le dichiarazioni di Berlusconi alla Knesset c'è stata una forte battuta di arresto, ma prima ammetterai che tutto filava 'liscio'.
Fra l'altro, la supposta 'rottura' fra Iran e Italia è avvenuta proprio quando la Russia ha incominciato a marcare il suo dissenso rispetto alla politica di Ahmadinejad sul nucleare. Linea politica che ha portato, oltre tutto, la Russia a votare a favore delle sanzioni. Sul resto, però, ribadisco quanto detto sopra.
Vorrei ricordarti, infine, che Prodi è il referente di Soros in Italia. Soros - ebreo cosmopolita - ha sempre promosso una posizione favorevole ad aperture, seppur caute, verso Hamas. Verso l'Iran ha sempre auspicato una linea più morbida, come del resto Brzezinski. Non vorrei eccedere in complottismi e paranoie, ma che Prodi mantenesse determinati 'rapporti', in fondo, rientra nel 'copione'.



Su Gaza e l'aggressione sionista ai palestinesi le sole parole spese contro Israele sono quelle di D'Alema.
Infine se gli italiani sono andati nel Libano meridionale e' perche' chiamati dal governo libanese e liberamente accettati dallo stesso Hezbollah. La missione di pace serve a contenere nuovi scontri. Il ruolo di Hezbollah politico e militare non e' cambiato: cosa c'entrino con questo Prodi e i militari italiani non l'ho capito. A me sembra che Prodi abbia mandato i nostri soldati nell'ennesima missione internazionale voluta da Stati Uniti, Gran Bretagna, UE e Israele (lo Stato d'Israele si complimentò - nella persona di Olmert - con l'Italia per il ruolo svolto nella riuscita della missione). Poi, magari, posso sbagliare, anche se non potrò mai togliermi dalla testa la ridicola propaganda della sinistra radicale di allora che per far digerire il loro voto favorevole ai propri militanti a momenti si inventava che l'esercito italiano andava a sparare sugli israeliani. :D


Anche verso altre nazioni scomode l'Italia di Berlusconi sembra aver fatto notevoli passi indietro (mi riferisco alla Siria) rispetto all'epoca Prodi. In ogni caso l'attuale governo e' fondamentalmente malvisto nel mondo arabo e islamico e considerato come ostile e alleato di Israele. Non posso sapere per ovvie ragioni cosa ne pensa un egiziano o un giordano o un arabo di Berlusconi. Ti dirò: non mi interessa neanche. So solo però che con i paesi del Nord Africa Berlusconi sta cercando di mantenere i rapporti migliori possibili e ci sta riuscendo, soprattutto sul fronte della lotta all'immigrazione clandestina. E non mi riferisco solo all'accordo con Gheddafi, ma pure ai rapporti con Tunisia, Egitto, Algeria e Marocco, che mi risultano essere paesi arabi e islamici.


Non c'entra assolutamente niente l'aver tirato in ballo la questione delle privatizzazioni (c'e' una discussione apposita aperta dal sottoscritto stanotte) anni Novanta. E' un'utile cartina di tornasole per capire quali sono i 'padroni' dei vari politici italiani. Quel che mi basta sapere è che Berlusconi non sta con quelli che hanno svenduto l'Italia e che non vedono l'ora che l'attuale governo cada per completare definitivamente l'opera.


La verita' e' che gli uni e gli altri (centro-destra e centro-sinistra) sono identici. La politica estera italiana resta al traino di quella che decideranno i suoi padroni a stelle e strisce. E se Berlusconi non appartiene alle istituzioni mondialiste c'e' sempre un Tremonti li' a ricordare all'interno del governo chi e' che realmente detiene il potere.Giulio Tremonti non è un 'mondialista'. Fa parte del Bilderberg e dell'Aspen, è vero. Ma a certi livelli un politico deve 'sporcarsi' le mani e deve avere contatti dappertutto. Motivo per cui il Berluska ha mandato Letta nella 'tana del lupo' della G&S.



Poi se vogliamo accontentarci delle briciole senza analizzare a 360 gradi tutta la politica estera italiana fate pure. Alzarsi un giorno aprendo un 3d intitolato "Bravo Berlusconi!" dopo essere stati settimane e mesi a criticarne l'operato non mi sembra comunque dimostrazione di coerenza.

Non sono di quelli a cui piace il pro o l'anti-berlusconismo. Lo lascio ai nostri parlamentari e a quelli che campano della politica dietro a qualche scrivania di qualche segreteria.Non è un mio problema la critica all'operato di Berlusconi, dato che io non ho mai nascosto il mio appoggio, nonostante tutto, al governo italiano.


In ogni caso con Berlusconi o senza la nostra politica estera sara' sempre a sovranita' limitata: ieri almeno con Craxi, Andreotti, Mattei, Moro avevamo una classe dirigente di ladri ma che sapeva fare gli interessi energetici italiani nel Mediterraneo. Oggi con i Berlusconi ed i Fini, l'anti-islamismo della Lega alleata di ferro del Cavaliere, abbiamo uno dei governi piu' filo-israeliani d'Europa.
Ricordati che non ruota tutto attorno ad Israele. Nel complesso, possiamo giudicare la politica estera italiana attuale la migliore degli ultimi 60 anni.

Avanguardia
21-08-10, 16:14
E comunque, le sottigliezze in politica estera che possiamo ricercare a beneficio di una coalizione di nullità o dell' altra non cambiano il quadro della vita in Italia. Non sarà un accordo con Gheddafi o con Putin a cambiare la qualità della nostra vita.

Avamposto
21-08-10, 16:52
E comunque, le sottigliezze in politica estera che possiamo ricercare a beneficio di una coalizione di nullità o dell' altra non cambiano il quadro della vita in Italia. Non sarà un accordo con Gheddafi o con Putin a cambiare la qualità della nostra vita.

Esattamente Avanguardia.

Ma sai com'e' e' dura farlo capire a chi idolatra Berlusconi...

Un premier che dichiaro', nel gennaio 2009 (venti mesi fa) che "la crisi era finita" e per il quale la stessa e' solo un "fattore psicologico".... :postridicolo:

Probabilmente nessuno gli ha riferito che sessanta milioni di italiani continuano a tirare la cinghia e non vivono nella bambagia delle ville di Arcore.... :chefico:

Avamposto
21-08-10, 17:18
Nessuno fa il sapientone. Si sta solo discutendo. .

Non mi riferivo a te in particolare, tranquillo.
Magari a chi, da vent'anni, sta rompendo le palle a tutti quanti con la Russia che cambiera' il mondo (per ora e' stato il mond-ialismo a cambiare la Russia e non il contrario :D )





Non sono eurasiatista e pertanto non mi interessano discorsi su fantomatiche alleanze sino-russo-persiano-coreane. La Federazione Russa fa i suoi interessi, legittimamente. Gli interessi della Russia sono convergenti, se non totalmente quanto meno in gran parte, con quelli del nostro paese e con quelli di gran parte dei paesi europei. Una convergenza di interessi russo-europei rappresenta, a mio modesto avviso, un possibile controaltare allo strapotere americano o - al limite - un polo geopolitico dotato di una sua autonomia.
La NATO c'è purtroppo e non la si può cancellare da un giorno all'altro. Si può però cercare di "aggirare l'ostacolo".
E per il momento mi limito ad un discorso prettamente geopolitico. A livello di politica interna ci sono molte cose che apprezzo del "governo Putin", ma non sto a dilungarmici.
Quanto alle 'esercitazioni anti-fasciste congiunte', sinceramente non mi interessano e non credo abbiano rilevanza sul piano geopolitico e/o politico reale.


Meno male. Non se ne poteva piu' di sentire eurasiatismi vari di tutti i generi e colori. In ogni caso le esercitazioni congiunte ci sono ed hanno rilevanza sul piano strategico e militare quindi anche geopolitico.

Se la Russia avesse voluto dimostrare di essere una potenza mondiale al livello degli Stati Uniti avrebbe dovuto difendere il suo unico alleato di rilievo (la Yugoslavia di Milosevic) dall'aggressione NATO.
Non lo fece.
E non lo fece perche' non volle contrapporsi direttamente agli Stati Uniti.
A questo punto se permetti anche i gasdotti, gli accordi Eni-Gazprom ecc ecc diventano bazzecole di fronte ad un conflitto che ha aperto, anzi spianato, le porte dell'Europa Orientale agli atlantici.

Putin ha provato, o sta provando, a rimettere in carreggiata la politica estera russa. Medvedev onestamente pare proprio intenzionato a mantenere la rotta filo-occidentale.

Evidentemente a Mosca c'e' uno scontro interno tra anti e filo-atlantisti.

Se sbaglio correggimi pure. In ogni caso non e' la Russia che risolvera' i problemi (che son ben altri a cominciare dalla presenza delle basi americane) dell'Europa.











Io mi riferivo proprio alle seconde dichiarazioni che citi. Qual è la sostanza? Berlusconi ha "leccato il deretano" sia agli israeliani che ai palestinesi (ai quali, a Gaza, fra l'altro, ha sborsato non pochi soldi).
Questo fa di lui un ultrà del filo-sionismo alla Nirenstein? Secondo me, no. Non perchè consideri Berlusconi uno sponsor di Hamas, ma perché a contare più delle parole, in determinati casi, sono i fatti. Faccio un esempio, giusto per farmi capire.
Berlusconi ha dato ragione, sostanzialmente, a Putin sulla crisi in Georgia e speso tante parole sull'amicizia italo-russa. Se queste fossero state solo parole, senza fatti, potrei dire che è solo un 'parla-parla' e che nei fatti Silvio non è filo-russo. Ma siccome a queste 'parole' seguono precisi accordi economici, finanziari ed energetici, posso dire che dietro alle parole c'è 'sostanza'.
Ecco, dopo la visita di Berlusconi alla Knesset, è per caso cambiata la politica estera italiana rispetto a prima, come qualcuno ha pure asserito? No.
Perciò, insomma, guardiamo ai fatti: in Iran le aziende italiane ci sono ancora e Frattini ha pure detto, molto recentemente, che l'Italia è disponibile a fare da mediatrice fra la Repubblica Islamica Iraniana e USA-GB in Afghanistan, anticipando le successive dichiarazioni di Ahmadinejad favorevoli ad un impegno iraniano nella regione in funzione 'pacificatrice'.
Cosa a cui, tra l'altro, sarebbe favorevole pure la Russia.



Sicuramente dopo le dichiarazioni di Berlusconi alla Knesset c'è stata una forte battuta di arresto, ma prima ammetterai che tutto filava 'liscio'.
Fra l'altro, la supposta 'rottura' fra Iran e Italia è avvenuta proprio quando la Russia ha incominciato a marcare il suo dissenso rispetto alla politica di Ahmadinejad sul nucleare. Linea politica che ha portato, oltre tutto, la Russia a votare a favore delle sanzioni. Sul resto, però, ribadisco quanto detto sopra.
.


Non e' cambiata la politica estera italiana...e' cambiata la pressione sionista in Italia. Questo e' il pegno pagato da Berlusconi con la sua visita alla Knesset

In Iran le aziende italiane ci sono e ci resteranno perche' "business is business" pero' a livello politico tra Italia e Iran e' mutato radicalmente il clima.

Che l'Italia voti le sanzioni contro Teheran (e restando il terzo esportatore in Iran e fra i maggiori importatori specie di petrolio dalla Repubblica Islamica) e' contro i suoi interessi e contro ogni logica. L'unica logica sono, appunto, le pressioni esercitate dalla lobby.

Che la Russia abbia fatto altrettanto non mi sorprende affatto.
I russi si sono semplicemente allineati.

Vedremo se o meno manterranno questa posizione nei prossimi mesi.




Vorrei ricordarti, infine, che Prodi è il referente di Soros in Italia. Soros - ebreo cosmopolita - ha sempre promosso una posizione favorevole ad aperture, seppur caute, verso Hamas. Verso l'Iran ha sempre auspicato una linea più morbida, come del resto Brzezinski. Non vorrei eccedere in complottismi e paranoie, ma che Prodi mantenesse determinati 'rapporti', in fondo, rientra nel 'copione'.
.

Di chi sia referente Prodi lo so perfettamente....
Su tutto il resto posso concordare: vero, ci sono tentativi e ammiccamenti una tantum in direzione dei dirigenti iraniani come e' vero che le amministrazioni americane sanno perfettamente che lanciare un'aggressione contro l'Iran potrebbe costar loro caro molto caro. Soros-Brzezinsky hanno capito che l'unica strada e' quella del dialogo ma, purtroppo per loro, non tutti al Pentagono e nell'Establishment la pensano cosi'.

La verita' e' che a Washington sono trent'anni che non sanno che pesci prendere rispetto alla questione iraniana....









A me sembra che Prodi abbia mandato i nostri soldati nell'ennesima missione internazionale voluta da Stati Uniti, Gran Bretagna, UE e Israele (lo Stato d'Israele si complimentò - nella persona di Olmert - con l'Italia per il ruolo svolto nella riuscita della missione). Poi, magari, posso sbagliare, anche se non potrò mai togliermi dalla testa la ridicola propaganda della sinistra radicale di allora che per far digerire il loro voto favorevole ai propri militanti a momenti si inventava che l'esercito italiano andava a sparare sugli israeliani. :D

Non posso sapere per ovvie ragioni cosa ne pensa un egiziano o un giordano o un arabo di Berlusconi. Ti dirò: non mi interessa neanche. So solo però che con i paesi del Nord Africa Berlusconi sta cercando di mantenere i rapporti migliori possibili e ci sta riuscendo, soprattutto sul fronte della lotta all'immigrazione clandestina. E non mi riferisco solo all'accordo con Gheddafi, ma pure ai rapporti con Tunisia, Egitto, Algeria e Marocco, che mi risultano essere paesi arabi e islamici.



Allora scrivi di cio' che maggiormente conosci. Il nord-Africa (come i paesi del Golfo) sono tutti filo-americani. Niente di particolarmente eclatante.

Qui si parlava - se vedi inizialmente i primi post - di "stati canaglia" (come direbbero a Washington-Tel Aviv) : Iran o Siria. O movimenti di resistenza come Hamas o Hezbollah.

Non mettermi la Tunisia o il Marocco al fianco della Siria per favore....
Almeno queste amenita' evitamele. Grazie





Giulio Tremonti non è un 'mondialista'. Fa parte del Bilderberg e dell'Aspen, è vero. Ma a certi livelli un politico deve 'sporcarsi' le mani e deve avere contatti dappertutto. Motivo per cui il Berluska ha mandato Letta nella 'tana del lupo' della G&S.
.

Perche' Bilderberg Group e Aspen Institute cosa sono? I circoli della briscola e del tresette del dopolavoro ferroviario o di qualche bancario in pensione??? :postridicolo:

Ma per favore.... siamo seri. Grazie.






Non è un mio problema la critica all'operato di Berlusconi, dato che io non ho mai nascosto il mio appoggio, nonostante tutto, al governo italiano.
.


Ma sei il moderatore del forum del PdL o cosa? :chefico:

Scusa ma se sei del PdL non credo che abbiamo niente da dirci.






Ricordati che non ruota tutto attorno ad Israele. Nel complesso, possiamo giudicare la politica estera italiana attuale la migliore degli ultimi 60 anni.


Hai ragione. Non e' che tutto ruota attorno a Israele: e' Israele che ruota attorno a tutto (e per Israele sai gia' cosa intendo).




Nel complesso, possiamo giudicare la politica estera italiana attuale la migliore degli ultimi 60 anni.


Amen! E con questa posso anche salutarti!

Questo governo (e quelli del centro-sinistra passati) fanno rimpiangere perfino Craxi, Andreotti, la vecchia Dc, Aldo Moro e la politica energetica dell'Eni di Mattei.

:ciaociao:

Giò
21-08-10, 18:40
Non mi riferivo a te in particolare, tranquillo.
Magari a chi, da vent'anni, sta rompendo le palle a tutti quanti con la Russia che cambiera' il mondo (per ora e' stato il mond-ialismo a cambiare la Russia e non il contrario :D ) E' altrettanto vero però che nell'ultimo decennio c'è stata un'inversione di tendenza (non priva di pecche ma, per citare monsignor Fellay, 'qualcosa si muove' ).



Meno male. Non se ne poteva piu' di sentire eurasiatismi vari di tutti i generi e colori. In ogni caso le esercitazioni congiunte ci sono ed hanno rilevanza sul piano strategico e militare quindi anche geopolitico.Sì, ma non c'entra l'anti-fascismo in questo caso specifico.


Se la Russia avesse voluto dimostrare di essere una potenza mondiale al livello degli Stati Uniti avrebbe dovuto difendere il suo unico alleato di rilievo (la Yugoslavia di Milosevic) dall'aggressione NATO.
Non lo fece.
E non lo fece perche' non volle contrapporsi direttamente agli Stati Uniti. All'epoca c'era Boris Eltsin in Russia, nè Vladimir Putin nè Dmitri Medvedev.
Che dire poi della Serbia di oggi che rivendica il Kosovo ma al tempo stesso chiede l'adesione all'Unione Europea?


A questo punto se permetti anche i gasdotti, gli accordi Eni-Gazprom ecc ecc diventano bazzecole di fronte ad un conflitto che ha aperto, anzi spianato, le porte dell'Europa Orientale agli atlantici.Hai ragione, ma purtroppo allora in Russia a dominare erano altri interessi.


Putin ha provato, o sta provando, a rimettere in carreggiata la politica estera russa. Medvedev onestamente pare proprio intenzionato a mantenere la rotta filo-occidentale.

Evidentemente a Mosca c'e' uno scontro interno tra anti e filo-atlantisti.

Se sbaglio correggimi pure. In ogni caso non e' la Russia che risolvera' i problemi (che son ben altri a cominciare dalla presenza delle basi americane) dell'Europa.
Putin e Medvedev giocano al poliziotto cattivo e al poliziotto buono. Non credo si possa considerare Medvedev 'filo-occidentale' solo per via delle dichiarazioni sull'Iran, dato che la sua linea è condivisa da Putin e visto che quest'ultimo in passato con la NATO fece l'accordo di Pratica di Mare.
Sul fatto che la Russia non sia la panacea di tutti i mali sono d'accordo, d'altronde anche Putin in patria ha i suoi problemi - gravosi - da risolvere. A cominciare proprio dalla questione demografica.


Non e' cambiata la politica estera italiana...e' cambiata la pressione sionista in Italia. Questo e' il pegno pagato da Berlusconi con la sua visita alla Knesset

In Iran le aziende italiane ci sono e ci resteranno perche' "business is business" pero' a livello politico tra Italia e Iran e' mutato radicalmente il clima.

Che l'Italia voti le sanzioni contro Teheran (e restando il terzo esportatore in Iran e fra i maggiori importatori specie di petrolio dalla Repubblica Islamica) e' contro i suoi interessi e contro ogni logica. L'unica logica sono, appunto, le pressioni esercitate dalla lobby.

Che la Russia abbia fatto altrettanto non mi sorprende affatto.
I russi si sono semplicemente allineati.

Vedremo se o meno manterranno questa posizione nei prossimi mesi.Come ho già spiegato altre volte, la Russia non vuole una Repubblica Islamica Iraniana 'egemone', ma la vuole legata doppio filo alla Russia.
La Russia ha mire egemoniche sul Medio e Vicino Oriente da tempo e pertanto non vuole che l'Iran cresca più del dovuto. La Russia infatti, in passato, ha sempre detto no alle sanzioni, a patto che l'Iran arricchisse l'uranio in Europa e in Russia. Quando Ahmadinejad ha cambiato 'linea', la Russia s'è adeguata facendo i suoi interessi, indipendentemente dalla retorica israeliana sulle dichiarazioni di Ahmadinejad.
La Russia punta a raggiungere un equilibrio nella regione che garantisca stabilità. Idem dicasi per l'Italia.
Un Iran invece con pretese eccessive scatenerebbe la 'corsa al nucleare' di tanti altri stati islamici e arabo-islamici. Questo costituirebbe per tutti un fattore destabilizzante, che tutti vogliono evitare, seppur per motivi diversi. I motivi che spingono la Russia o la Cina non sono gli stessi, ad esempio, della Francia o della Gran Bretagna o di Israele o degli USA.
Che poi dietro ci siano anche interessi di lobbies e pressioni 'ebraico-sioniste' non fatico a crederlo, ma rendiamoci conto che non sono l'unico fattore decisivo (nè il più importante in assoluto).



Di chi sia referente Prodi lo so perfettamente....
Su tutto il resto posso concordare: vero, ci sono tentativi e ammiccamenti una tantum in direzione dei dirigenti iraniani come e' vero che le amministrazioni americane sanno perfettamente che lanciare un'aggressione contro l'Iran potrebbe costar loro caro molto caro. Soros-Brzezinsky hanno capito che l'unica strada e' quella del dialogo ma, purtroppo per loro, non tutti al Pentagono e nell'Establishment la pensano cosi'.

La verita' e' che a Washington sono trent'anni che non sanno che pesci prendere rispetto alla questione iraniana.... Concordo.
Obama del resto 'nasce' politicamente come pedina di Soros e Brzezinski e la sua politica estera trae ispirazione dalle loro idee sul futuro degli Stati Uniti.
Con Israele, infatti, i rapporti si sono raffreddati parecchio e molti in Israele, soprattutto dell'ala più oltranzista del Likud, 'odiano' Obama.






Allora scrivi di cio' che maggiormente conosci. Il nord-Africa (come i paesi del Golfo) sono tutti filo-americani. Niente di particolarmente eclatante.

Qui si parlava - se vedi inizialmente i primi post - di "stati canaglia" (come direbbero a Washington-Tel Aviv) : Iran o Siria. O movimenti di resistenza come Hamas o Hezbollah.

Non mettermi la Tunisia o il Marocco al fianco della Siria per favore....
Almeno queste amenita' evitamele. Grazie Guarda che so benissimo che quei paesi sono nell'orbita occidentale (vedasi anche l'Unione per il Mediterraneo voluta da Sarkozy fra paesi UE, Nord Africa e altri del Vicino Oriente). Però si parlava di paesi arabi e islamici, non solo di 'stati-canaglia', mi pareva di capire, dato che avevi parlato della 'pessima opinione' del mondo arabo e islamico (parole tue eh) del governo italiano e non credo che Siria e Iran siano rappresentative dell'intero e variegato mondo islamico.



Perche' Bilderberg Group e Aspen Institute cosa sono? I circoli della briscola e del tresette del dopolavoro ferroviario o di qualche bancario in pensione??? :postridicolo:

Ma per favore.... siamo seri. Grazie.So perfettamente cosa sono. So anche che tesi appoggiano. Tremonti sostiene una linea opposta alle linee prevalenti in quei gruppi. E' un dato di fatto...del resto, nell'altro 3d tu stesso hai riportato delle dichiarazioni di Tremonti dove 'denuncia' il clima 'da anni '90' che si respira in Italia (con riferimento alle privatizzazioni attuate dai governi Ciampi, Dini e Prodi).



Ma sei il moderatore del forum del PdL o cosa? :chefico:

Scusa ma se sei del PdL non credo che abbiamo niente da dirci. Non lo sono, ma anche se lo fossi non credo c'entrerebbe molto con quello di cui stiamo parlando ;)



Hai ragione. Non e' che tutto ruota attorno a Israele: e' Israele che ruota attorno a tutto (e per Israele sai gia' cosa intendo).

Frase alla Dagoberto :D che saluto :sofico: :ciaociao:


Amen! E con questa posso anche salutarti!

[I]Questo governo (e quelli del centro-sinistra passati) fanno rimpiangere perfino Craxi, Andreotti, la vecchia Dc, Aldo Moro e la politica energetica dell'Eni di Mattei.
:ciaociao:Ma il punto è che la politica estera di questo governo ricalca proprio quella politica estera :chefico:
Anzi, in più c'è pure l'ottica euro-russa, allora non possibile per via dell'esistenza dell'Unione Sovietica.

Avamposto
21-08-10, 18:56
(o.t.) - Gio' 91 leggero' piu' tardi il tuo post e ti rispondero' con calma al rientro. Ora devo uscire: impegni coniugali (c'e' la moglie 'reclama'...andiamo in visita da amici....serata da noia mortale in vista).

Mandami per favore un pvt (che' hai il nick accentato e il mio pc non mi permette di mandartene). Grazie


Buona serata

Avamposto

Giò
21-08-10, 18:58
Sì, fa con calma, non c'è fretta.
Ora ti mando il pvt ;)

Robert
21-08-10, 20:18
E comunque, le sottigliezze in politica estera che possiamo ricercare a beneficio di una coalizione di nullità o dell' altra non cambiano il quadro della vita in Italia. Non sarà un accordo con Gheddafi o con Putin a cambiare la qualità della nostra vita.

Ecco , finalmente un concetto da scolpire , dove..decidete voi...
l'economia della Nazione è la cosa più importante e si dà il fatto che stiamo sprofondando nella merda , perchè il governo che c'è in Italia è di finta destra , dovrebbe chiamarsi governo corporativo e lobbistico.
Prevedo entro 2 anni un'ondata di banditismo oppure una rivoluzione , al 100%.

Majorana
21-08-10, 20:50
E' altrettanto vero però che nell'ultimo decennio c'è stata un'inversione di tendenza (non priva di pecche ma, per citare monsignor Fellay, 'qualcosa si muove' ).

La Russia ha subito un vero e proprio tracollo finanziario in questi ultimi due anni, la cosa è stata aggravata dagli enormi e luttuosi incendi che hanno fatto uscire a galla la ruggine sovietica dei sistemi e delle strutture russe.
Gli ammodernamenti promessi, che dovevano trasformare profondamente il paese, non ci sono stati e sarà difficile vederli nel breve periodo (questo farà perdere qualche voto al partito).
La Russia era rinata sotto l'opera di Putin, un uomo che, pur avendo ancora le mani legate, di certo aveva riportato il suo paese tra le vette del mondo che conta. Oggi, invece, la gestione Medvedev si è dimostrata immobile e troppo vicina ai poteri forti occidentali, quel poco che si è fatto lo si deve ancora una volta a Putin.



Sì, ma non c'entra l'anti-fascismo in questo caso specifico.

Parlando di anti-fascismo, mi vengono in mente gli "aennini" che si sono spinti ben oltre il semplice anti-fascismo, riuscendo nell'impresa ardua di ripudiare perfino le loro stesse madri.
Nessuno, prima di quelle serpi, aveva additato il fascismo come male assoluto, questo fa capire (o almeno dovrebbe farlo) che intendere il fascismo a destra può portare solo a Fini e a quella gente (da un orrore come l'MSI ne è stato partorito uno ancora più orrorifico, da questo uno ancora peggiore e così via, quando le radici sono marce la pianta non può fare che questa fine).
La lega e forza italia (e quello che è venuto dopo), sono stati, invece, sempre coerenti con il loro essere anti-fascisti (andiamoci a vedere i vecchi manifesti della lega contro AN, oppure la provenienza di molti "politici" del partito di Berlusconi), liberal-capitalisti (inutile che mi citi qualche politico di secondo, se non terzo, piano di questi partiti, gli esponenti che contano lo sono), filo-americani e filo-sionisti.
L'anti-fascismo di questa gente è più subdolo di quello della sinistra, come i camaleonti, hanno cambiato colore più volte rinnegando tutto e tutti (perfino se stessi) per il denaro e la poltrona.



All'epoca c'era Boris Eltsin in Russia, nè Vladimir Putin nè Dmitri Medvedev.
Che dire poi della Serbia di oggi che rivendica il Kosovo ma al tempo stesso chiede l'adesione all'Unione Europea?

Non credo di doverti ricordare che la Serbia di oggi non è quella di un tempo, poi, si parla più di un avvicinamento e cooperazione (voluta, ovviamente, dai poteri forti), non credo che la cosa piaccia ai serbi.



Hai ragione, ma purtroppo allora in Russia a dominare erano [I]altri interessi.

Quegli interessi non sono scomparsi, semplicemente sono andati in letargo per poter ritornare nel momento più propizio.
Medvedev, purtroppo, si è dimostrato loro vicino, fortunatamente ha subito dei forti "freni" da Putin (che ha dato più potere alla sua carica, prima di lasciare il posto al suo successore).



Putin e Medvedev giocano al poliziotto cattivo e al poliziotto buono. Non credo si possa considerare Medvedev 'filo-occidentale' solo per via delle dichiarazioni sull'Iran, dato che la sua linea è condivisa da Putin e visto che quest'ultimo in passato con la NATO fece l'accordo di Pratica di Mare.
Sul fatto che la Russia non sia la panacea di tutti i mali sono d'accordo, d'altronde anche Putin in patria ha i suoi problemi - gravosi - da risolvere. A cominciare proprio dalla questione demografica.


Attualmente, Putin, ha di fronte problemi ben più gravi della crisi demografica (economia, derrate alimentari, minacce usraeliane dai suoi paesi confinanti, ammodernamento delle infrastrutture e dei sistemi, ecc...).
La Russia non è la risposta a tutto, ma poteva essere un valido aiuto all'Europa, non fosse stato per la presidenza Medvedev, che di certo si è dimostrata ben più immobile e passiva rispetto al suo predecessore, ciò è innegabile.
Non si possono paragonare gli sforzi fatti dai primi anni di presidenza di Putin con quelli di Medvedev, il paragone non regge e non è vero che i due sono sullo stesso livello di pensiero, semplicemente, Medvedev, era il meno peggio che si potesse trovare in quel momento nell'orbita di Putin, che purtroppo non può spingersi oltre a quelli che sono i poteri del suo nuovo incarico.
Bisogna sperare in altri 10 anni di Putin, sperando che abbia le mani più libere dell'ultima volta. Solo in questo caso potremo avere un partner in grado di liberarci dalla morente USA.


Come ho già spiegato altre volte, la Russia non vuole una Repubblica Islamica Iraniana 'egemone', ma la vuole legata doppio filo alla Russia.
La Russia ha mire egemoniche sul Medio e Vicino Oriente da tempo e pertanto non vuole che l'Iran cresca più del dovuto. La Russia infatti, in passato, ha sempre detto no alle sanzioni, a patto che l'Iran arricchisse l'uranio in Europa e in Russia. Quando Ahmadinejad ha cambiato 'linea', la Russia s'è adeguata facendo i suoi interessi, indipendentemente dalla retorica israeliana sulle dichiarazioni di Ahmadinejad.
La Russia punta a raggiungere un equilibrio nella regione che garantisca stabilità. Idem dicasi per l'Italia.
Un Iran invece con pretese eccessive scatenerebbe la 'corsa al nucleare' di tanti altri stati islamici e arabo-islamici. Questo costituirebbe per tutti un fattore destabilizzante, che tutti vogliono evitare, seppur per motivi diversi. I motivi che spingono la Russia o la Cina non sono gli stessi, ad esempio, della Francia o della Gran Bretagna o di Israele o degli USA.
Che poi dietro ci siano anche interessi di lobbies e pressioni 'ebraico-sioniste' non fatico a crederlo, ma rendiamoci conto che non sono l'unico fattore decisivo (nè il più importante in assoluto).


Stai scrivendo esattamente ciò che blaterano i media occidentali, la corsa al nucleare intesa come nucleare militare.
L'Iran, e questo l'hanno affermato anche gli osservatori internazionali (anche gli americani hanno dovuto ammetterlo), vuole sviluppare il nucleare civile per avere energia e per le ricerche mediche. Non vedo questo come possa essere fonte di preoccupazione, se anche altri stati arabi e medio-orientali volessero il nucleare, ben venga, tutti sono liberi di seguire la politica energetica che ritengono migliore per il proprio paese.
Il nucleare militare, forse non lo sai, ma necessita di un arricchimento vicino al 90% e ciò, da solo, non basta, questo perchè oltre al nucleare arricchito a percentuali molto alte, servono anche missili-vettori a lunghissima distanza che possano lanciare gli ordigni . Questi paesi non dispongono di tali vettori, ciò risulterebbe inutile al semplice uranio ultra arricchito (che dovrebbero pur sempre farselo fabbricare con l'aiuto di paesi progrediti nel campo, dato che non ne sono in grado).
La Russia, ha dovuto frenare i propri rapporti con l'Iran (anche se sono continuati in segreto), per via della pressione degli stati uniti e degli ebrei, ma non accettare il denaro dell'Iran sarebbe stato un vero suicidio per la nazione di Putin.
Quello che spero è che l'Iran si doti di tecnologia e combustibile nucleare dalla Russia, questo per due scopi, cioè per sollevare il ristagno economico russo e per far si che la Russia instauri un rapporto di cooperazione ancora più forte con quel paese, magari vendendogli armi ad alta tecnologia.



Concordo.
Obama del resto 'nasce' politicamente come pedina di Soros e Brzezinski e la sua politica estera trae ispirazione dalle loro idee sul futuro degli Stati Uniti.
Con Israele, infatti, i rapporti si sono raffreddati parecchio e molti in Israele, soprattutto dell'ala più oltranzista del Likud, 'odiano' Obama.


Non è vero, israele e gli ebrei non hanno una visione unica, ma diversa in base alle posizioni. Se ha raffreddato (mica tanto, dato che abbaia al loro comando come un cane), un pochino i rapporti con alcuni, li ha rafforzati e di tanto con altri.



Guarda che so benissimo che quei paesi sono nell'orbita occidentale (vedasi anche l'Unione per il Mediterraneo voluta da Sarkozy fra paesi UE, Nord Africa e altri del Vicino Oriente). Però si parlava di paesi arabi e islamici, non solo di 'stati-canaglia', mi pareva di capire, dato che avevi parlato della 'pessima opinione' del mondo arabo e islamico (parole tue eh) del governo italiano e non credo che Siria e Iran siano rappresentative dell'intero e variegato mondo islamico.

Ovvio, i paesi islamici ed arabi, si dividono (grosso modo) in due parti, quelli vicini agli americani e ad israele (come l'arabia saudita, una volta la Turchia, ecc...), quelli che lottano contro USA e Israele.
Purtroppo, noi europei, vivendo in quelli che sono a tutti gli effetti degli stati satellite degli americani, siamo amici dei nostri "amici".



So perfettamente cosa sono. So anche che tesi appoggiano. Tremonti sostiene una linea opposta alle linee prevalenti in quei gruppi. E' un dato di fatto...del resto, nell'altro 3d tu stesso hai riportato delle dichiarazioni di Tremonti dove 'denuncia' il clima 'da anni '90' che si respira in Italia (con riferimento alle privatizzazioni attuate dai governi Ciampi, Dini e Prodi).



Sì, Tremonti blatera tanto, ma poi di concreto non fa nulla, anzi, ha regalato decine di miliardi di euro alle banche con lo scudo fiscale, non ha nazionalizzato nulla (nel suo ultimo libro blaterava di signoraggio senza avere il coraggio nemmeno di nominarlo).
Bello andare in televisione e parlare dei poteri forti, di illuminati e delle banche, per poi stare con Berlusconi e le sue aziende, con gli scudi fiscali, la contabilità creativa per farli evadere a discapito dei cittadini che devono pagare le tasse anche per loro, ecc...




Ma il punto è che la politica estera di questo governo ricalca proprio quella politica estera :chefico:
Anzi, in più c'è pure l'ottica euro-russa, allora non possibile per via dell'esistenza dell'Unione Sovietica.


Ma quando mai. Berlusconi fa i suoi interessi, come in Libia, cui abbiamo regalato fior di miliardi ai beduini.
Fortunatamente è anche amico di Putin, in caso contrario, tra i suoi interessi personali e la sudditanza ad usrael, sarebbe stato uno schifo immondo

Avamposto
22-08-10, 01:15
E' altrettanto vero però che nell'ultimo decennio c'è stata un'inversione di tendenza (non priva di pecche ma, per citare monsignor Fellay, 'qualcosa si muove' ).



Queste cose le ho gia’ lette – trite e ritrite – quasi un ventennio or sono su un certo mensile milanese che dovresti conoscere molto bene. A sentir loro sembrava che la rivoluzione rosso-nero-bruna nazionalcomunista fosse imminente: abbiamo visto tutti come e’ andata a finire!
Lascia perdere sogni e vane speranze Gio’ che, ti assicuro, non portano da nessuna parte. E’ bastato che Eltsin ottenesse il sostegno dell’esercito per prendere a cannonate il parlamento e ristabilire l’ordine “democratico” atlantista che avevano pianificato i signori dell’Oligarchia. Quanto venuto dopo e’ nient’altro che il riflesso di quella stagione. E questo “qualcosa si muove” non e’ sufficiente a fare della Russia una nazione anti-imperialista (anche loro esercitano, legittimamente quanto vuoi, il loro micro-imperialismo regionale nel Caucaso) o puntata contro il sistema economico mondiale all’interno delle cui istituzioni i russi stanno e anche a pieno titolo cooperando ampiamente con l’Occidente (G8, Fondo Monetario, Banca Mondiale ecc ecc. ) Dove stia l’anti-mondialismo russo e’ tutto da dimostrare.
Forse nella testa malata di qualche studioso di geopolitica….o forse neanche li’.




Sì, ma non c'entra l'anti-fascismo in questo caso specifico.


Il problema e’ che il “fronte anti-fascista” del 41-45 viene riproposto e in pompa magna dal Cremlino ogni volta che a lorsignori fa comodo. Un po’ come quando i russi negavano qualunque responsabilita’ per il massacro (tanto per citarne uno…il piu’ noto) di Katyn continuando ad addossare la colpa ai “brutti, sporchi e cattivi” tedeschi.
Mi spiace ma e’ troppo comodo barare con la storia a proprio piacimento. L’unica cosa che conta sono i fatti e questi ultimi mi dicono che il 7 maggio scorso (non dieci, venti, trenta o cinquant’anni fa) sulla Piazza Rossa sono sfilate rappresentanze militari NATO per la prima volta nella storia della nazione russa. Qualcosa vorra’ pur dire o no?






All'epoca c'era Boris Eltsin in Russia, nè Vladimir Putin nè Dmitri Medvedev.
Che dire poi della Serbia di oggi che rivendica il Kosovo ma al tempo stesso chiede l'adesione all'Unione Europea?



Certo che c’era Eltsin. Cio’ non toglie che la Serbia e’ stata lasciata al suo destino dai “fratelli” di fede ortodossa russi.
Dio me ne scampi e liberi ad avere “fratellanze” di questo genere.
Cosa c’entri la Serbia di oggi rispetto a quella di undici anni fa e’ argomento che soltanto tu puoi citare in questa discussione. La Serbia e’ stata sacrificata sull’altare dell’imperialismo americano-atlantico: che cosa avrebbero dovuto fare i serbi secondo te? Continuare a combattere e vedersi radere al suolo ogni citta’?
Mi spiace per loro ma era inevitabile che dopo le bombe gli americani fomentassero le politiche di destabilizzazione interna e finanziassero (Soros e amici) le rivoluzioni colorate. E’ accaduto in Serbia, in Ucraina e in Georgia. E continuera’ a capitare fintanto che la Russia non si decidera’ a muoversi seriamente…. Per ora ha sostanzialmente lasciato fare. L’iniziativa e’ in mano americana, piaccia o dispiaccia.





Putin e Medvedev giocano al poliziotto cattivo e al poliziotto buono. Non credo si possa considerare Medvedev 'filo-occidentale' solo per via delle dichiarazioni sull'Iran, dato che la sua linea è condivisa da Putin e visto che quest'ultimo in passato con la NATO fece l'accordo di Pratica di Mare.
Sul fatto che la Russia non sia la panacea di tutti i mali sono d'accordo, d'altronde anche Putin in patria ha i suoi problemi - gravosi - da risolvere. A cominciare proprio dalla questione demografica.


Sara’ come dici tu: a me pare invece che Medvedev sia su posizioni fortemente filo-occidentali. E non parlo per le sue dichiarazioni sull’Iran. Magari per le sue visite “americane” e per quelli che sono i suoi contatti negli Stati Uniti.

Se la Russia non e’ la panacea di tutti i mali allora di cosa stiamo parlando?





Come ho già spiegato altre volte, la Russia non vuole una Repubblica Islamica Iraniana 'egemone', ma la vuole legata doppio filo alla Russia.
La Russia ha mire egemoniche sul Medio e Vicino Oriente da tempo e pertanto non vuole che l'Iran cresca più del dovuto. La Russia infatti, in passato, ha sempre detto no alle sanzioni, a patto che l'Iran arricchisse l'uranio in Europa e in Russia. Quando Ahmadinejad ha cambiato 'linea', la Russia s'è adeguata facendo i suoi interessi, indipendentemente dalla retorica israeliana sulle dichiarazioni di Ahmadinejad.
La Russia punta a raggiungere un equilibrio nella regione che garantisca stabilità. Idem dicasi per l'Italia.
Un Iran invece con pretese eccessive scatenerebbe la 'corsa al nucleare' di tanti altri stati islamici e arabo-islamici. Questo costituirebbe per tutti un fattore destabilizzante, che tutti vogliono evitare, seppur per motivi diversi. I motivi che spingono la Russia o la Cina non sono gli stessi, ad esempio, della Francia o della Gran Bretagna o di Israele o degli USA.
Che poi dietro ci siano anche interessi di lobbies e pressioni 'ebraico-sioniste' non fatico a crederlo, ma rendiamoci conto che non sono l'unico fattore decisivo (nè il più importante in assoluto).



L’Iran ha sempre smentito categoricamente di lavorare ad un arsenale nucleare militare. E se poi anche gli iraniani stessero lavorando alla realizzazione di un programma nucleare la domanda e’ sempre la stessa: con quale diritto la Russia, l’Europa, l’America o Israele potrebbero impedirglielo? Con il “diritto del piu’ forte”?
A me questo refrain suona molto politically correct e da media pro-us/raeliani se permetti.
La corsa agli armamenti in Medio Oriente c’e’ sempre stata da settant’anni a questa parte e sempre ci sara’ perche’ c’e’ in quella regione un fattore di instabilita’ e conflittualita’ permanente che e’ lo stato sionista. E il ruolo di Mosca in quell’area attualmente appare piuttosto limitato rispetto alla pressione che esercitano gli americani da vent’anni: praticamente quasi inesistente se paragonato al ruolo che giocavano un tempo i sovietici.





Concordo.
Obama del resto 'nasce' politicamente come pedina di Soros e Brzezinski e la sua politica estera trae ispirazione dalle loro idee sul futuro degli Stati Uniti.
Con Israele, infatti, i rapporti si sono raffreddati parecchio e molti in Israele, soprattutto dell'ala più oltranzista del Likud, 'odiano' Obama.




Infatti Obama ha ribadito non piu’ di qualche giorno fa il suo pieno ed incondizionato sostegno ai sionisti. Dove li hai visti raffreddare i rapporti US-raeliani lo sai soltanto tu…

Obama, come del resto Bush prima e Clinton prima ancora, sono solo i burattini di ZOG.





Guarda che so benissimo che quei paesi sono nell'orbita occidentale (vedasi anche l'Unione per il Mediterraneo voluta da Sarkozy fra paesi UE, Nord Africa e altri del Vicino Oriente). Però si parlava di paesi arabi e islamici, non solo di 'stati-canaglia', mi pareva di capire, dato che avevi parlato della 'pessima opinione' del mondo arabo e islamico (parole tue eh) del governo italiano e non credo che Siria e Iran siano rappresentative dell'intero e variegato mondo islamico.



Nel mondo arabo-islamico come saprai senz’altro ci sono spaccature profonde e divisioni irrecuperabili (sunniti contro sciiti , arabi contro curdi in Irak e altrove ecc ecc.) Hanno lavorato ottimamente gli amici dell’Imperialismo: vedi che casino hanno combinato in Irak. Quanto al ruolo del governo italiano di centro-destra e della figura di Berlusconi sono percepiti niente piu’ niente di meno che come uno dei maggiori alleati di Israele. E, visto che hai esteso la questione al nord-Africa, vorrei ricordarti la mezza guerriglia che ci venne a Tripoli per la sconsiderata iniziativa di quell “genialoide” di Calderoli quando apparve al Tg1 con la maglietta anti-islamica sotto la camicia. Se questo e’ il modo di condurre la politica estera degli alleati di Berlusconi potrai immaginare quale considerazione potranno avere il centro-destra ed il Cavaliere in tutto il mondo arabo-islamico.




So perfettamente cosa sono. So anche che tesi appoggiano. Tremonti sostiene una linea opposta alle linee prevalenti in quei gruppi. E' un dato di fatto...del resto, nell'altro 3d tu stesso hai riportato delle dichiarazioni di Tremonti dove 'denuncia' il clima 'da anni '90' che si respira in Italia (con riferimento alle privatizzazioni attuate dai governi Ciampi, Dini e Prodi).




Tremonti sostanzialmente parla parla parla. Appunto: parla e basta. Perche’ piu’ che parlare non puo’ far niente. Resta comunque il fatto che sia un autorevole esponente di due organizzazioni mondialisteIl resto concordo.






Non lo sono, ma anche se lo fossi non credo c'entrerebbe molto con quello di cui stiamo parlando ;)




Cambierebbe la prospettiva: saprei di trovarmi di fronte ad uno del pdl anziche’ ad uno, dall’avatar e da quel poco che ho saputo di te, della destra radicale.






Frase alla Dagoberto :D che saluto :sofico: :ciaociao:




Dici si vedeva molto? :D No dai. :sofico:
Comunque si…a volte le chat servono anche per qualche piccolo aiutino.... Ammetto che quella battuta l'ho presa in "prestito" :giagia:
In ogni caso dopo aver letto la tua risposta mi ha mandato una mail: ricambia i saluti dalla Scozia. Con amicizia. :ciaociao:

Dimenticavo: mi ha anche detto di non dire niente a Arba di questo forum...potrebbe, scoprendolo, sentirsi male :crepapelle::crepapelle:





Ma il punto è che la politica estera di questo governo ricalca proprio [I]quella politica estera :chefico:
Anzi, in più c'è pure l'ottica euro-russa, allora non possibile per via dell'esistenza dell'Unione Sovietica.


Falso: anche Mattei dialogava direttamente con l’URSS ed i paesi fornitori di petrolio. Fu eliminato proprio perche’ stava scavalcando le “Sette Sorelle” (…penso saprai a cosa mi riferisco…non sono sette baldracche da saloon altrimenti scrivevo “cavalcando” ….questa invece e’ mia se permetti…:D) che dominano il commercio mondiale dell’energia.
I rapporti con l'Urss - a livello commerciale - sono retrodatati 1923 anno in cui Mussolini fece propria una iniziativa che fu promossa in parlamento da Nicola Bombacci allora capogruppo comunista alla Camera (e che per aver sostenuto la necessita' di scambi commerciali diretti tra il governo fascista e quello sovietico verra' poi cacciato dall'allora PCdI): come vedi le relazioni e gli scambi bilaterali Italia-Russia non c'entrano niente con le ideologie al potere.
In ogni caso Berlusconi sta semplicemente tentando di approfittare di alcuni spazi di manovra offertigli dall’alleanza russo-turca. Nient’altro. E se manchera’ l’approvigionamento petrolifero dall’Iran sicuramente il Cavaliere sapra’ a quale porta bussare (Arabia Saudita, Kuwait ecc ecc) Onestamente Gio’ questo governo sta perseguendo la peggior politica estera da settant’anni a questa parte. Come vedi abbiamo idee radicalmente diverse su questo punto. :ciaociao:

Avamposto
22-08-10, 01:21
A proposito delle amicizie americane di Medvedev


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Non credo che Vladimir Putin sia mai andato a parlare dalla tribuna del Council on Foreign Relations statunitense (o anche il CFR ora e' diventato il circolo domenicale della parrocchia e non ha la sua influenza sulla politica estera americana?)....correggimi pure se sbaglio.

In ogni caso, se anche Putin ci fosse stato (...credo comunque di no...), la politica di Medvedev e' sicuramente distinta da quella del suo predecessore. Quanto sia un gioco delle parti onestamente e' difficile capirlo ma qualcosa a Mosca non funziona...

Majorana
22-08-10, 04:43
(o.t.) - Gio' 91 leggero' piu' tardi il tuo post e ti rispondero' con calma al rientro. Ora devo uscire: impegni coniugali (c'e' la moglie 'reclama'...andiamo in visita da amici....serata da noia mortale in vista).

Mandami per favore un pvt (che' hai il nick accentato e il mio pc non mi permette di mandartene). Grazie


Buona serata

Avamposto


I piaceri della vita coniugale...


:D:D:D

Giò
22-08-10, 17:16
Faccio un intervento breve e sintetico per rispondere sia ad Avamposto che a Majorana, visto che le obiezioni sono in certi punti piuttosto simili (Majorana mi sembra più filo-russo rispetto ad Avamposto).

La Russia partecipa degli organismi internazionali del 'mondialismo' per forza di cose. Se facesse diversamente, questo significherebbe la morte 'fisica' - non uso questo aggettivo a caso - della Russia stessa.

E' vero che Vladimir Putin è diventato Presidente della Federazione Russa perché era nello stesso schieramento politico di Boris Eltsin, ma a differenza di quest'ultimo ha fatto fuori gli oligarchi più compromessi e de facto servitori di interessi stranieri, che stavano facendo della Russia lo zimbello del mondo intero.
Con Vladimir Putin la Russia è tornata ad essere una potenza: é un dato di fatto innegabile.
Che questa 'rinascita russa' sia stata fatta all'insegna del 'neo-zarismo', della rinascita della Chiesa Ortodossa, del decisionismo politico e di un'apertura verso l'Europa è altrettanto innegabile.
Oggi la Russia si trova ad affrontare una crisi di non poco conto, ma ha tutte le risorse per poterla superare e di fatto rimane un competitor degli Stati Uniti.
Se Putin usa la storia pro domo sua non credo ci sia molto da scandalizzarsi, del resto se notate proprio con Putin la 'guerra patriottica' è stata de-ideologizzata completamente, trasformandola da vittoria del comunismo a vittoria del solo popolo russo.
In Russia poco tempo fa scoppiò una polemica fra comunisti russi e Russia Unita perchè esponenti della formazione partitica e politica di Putin avevano dichiarato che la vittoria nella WWII era merito del solo popolo russo, non di Stalin.
I rapporti con la Chiesa Ortodossa, inoltre, sono ottimi: è notevole la differenza rispetto all'ateismo di Stato da sempre promosso dall'Unione Sovietica.
La Russia in passato ha fatto non pochi errori, sia in politica interna che in politica estera, ma questo non credo giustifichi l'ostilità verso il 'nuovo corso putiniano'.
Non credo poi, sinceramente, che il discorso di Medvedev negli USA possa essere sintomatico di una linea più filo-occidentale, che molti di voi hanno 'denunciato' nei vostri interventi, ma di cui non trovo grandi 'prove'.
Che la Russia abbia cercato di allentare la pressione statunitense con la diplomazia riguardo alla questione dello scudo non mi sembra cosa deprecabile: quante volte, durante la Guerra Fredda, fra USA e URSS ci sono stati momenti in cui la diplomazia prevaleva sulla logica della competizione?
Ciò non faceva venire meno la contrapposizione, per quanto nel quadro di un medesimo sistema di riferimento.
Vi segnalo il discorso fatto da Medvedev a Berlino nel 2008 in cui - al di là della solita retorica che tutti i capi di Stato del mondo utilizzano nei loro discorsi diplomatici - di fatto pone delle condizioni precise all'Europa e all'Occidente, criticando, neanche tanto velatamente, il sistema NATO e gli Stati Uniti d'America, dichiarando che l'atlantismo "ha fatto il suo tempo" (cit.) e rifiutando i rimproveri europei sui diritti umani ("Spesso Mosca si sente invitare alla moderazione. Abbiamo tutti la necessità di mostrare moderazione per impedire l'escalation su qualsiasi questione e spezzare il circolo vizioso dell'azione unilaterale e della conseguente reazione. Dobbiamo smettere di cercare di forzare gli eventi e di perseguire la politica del fatto compiuto. Come inizio sarebbe già qualcosa se ci limitassimo semplicemente a concederci una pausa per considerare a che punto siamo arrivati e in cosa stiamo sprofondando, che si tratti del Kosovo, dell'allargamento della NATO o della difesa anti-missile. È altamente sintomatico che le divergenze attuali con la Russia siano interpretate da molti, in Occidente, come una necessità di rendere le posizioni della Russia più vicine a quelle dell'Occidente. Ma noi non vogliamo essere “abbracciati” in questo modo. È necessario trovare soluzioni comuni. A volte si limitano a dirci: se la smettete di essere così caustici, così scontrosi negli affari internazionali, le questioni legate allo sviluppo democratico e ai diritti umani diventeranno secondarie. Ci fanno capire che possono chiudere un occhio su queste cose, e ci citano gli esempi di altri paesi che si comportano esattamente così e con i quali vanno d'amore e d'accordo. Ma vorrei dirvi che questo atteggiamento non ci va bene, soprattutto perché anche noi pensiamo che i diritti umani siano valori fondamentali e basilari. I diritti umani non dovrebbero essere merce di scambio. Ciò che auspichiamo dunque è una pacata e onesta discussione su una base comune e paritaria", cit. Medvedev).

Link: mirumir 2.0 - documenti: Il discorso di Berlino di Medvedev (http://mirudue.blogspot.com/2008/06/il-discorso-di-berlino-di-medvedev.html)

Cerco di concludere brevemente sull'Iran, Obama-Israele e la politica estera italiana: so anch'io che l'Iran vuole il nucleare civile, ma il problema potrebbe porsi in caso l'Iran volesse diventare una potenza nucleare e sapete bene anche voi che la strada è breve.
Con questo non voglio assolutamente dare ragione alla retorica israeliana e americana sulla questione. Non sta scritto da nessuna parte che Israele possa avere il nucleare e l'Iran no, non c'è nessun 'innato diritto' al nucleare per gli ebrei che possa essere escluso agli iraniani.
Per me questo è chiarissimo. Io faccio, al contrario, un discorso di interesse geopolitico. La Russia dopo il crollo dell'URSS ha perso posizioni in Medio e Vicino Oriente (colpa anche e soprattutto della politica fallimentare di Eltsin), che invece Putin ha sempre voluto recuperare. I rapporti con l'Iran sono sempre stati orientati in tal senso.
La Russia ha appoggiato le sanzioni per suoi interessi oggettivi innegabili, non per complotti sionisti o per pistole alla tempia puntate dagli americani.
Ciò non impedisce lo stesso alla Russia di continuare a fare affari in Iran (così come del resto accade nel caso italiano!).

Il raffreddamento delle relazioni fra Obama e Israele è sempre stato implicito nei presupposti - ideali e non - della politica estera 'democratica' americana, in vista di un riavvicinamento molto forte verso il mondo arabo-islamico (o islamico tout court) nell'ottica della dorsale verde in funzione anti-russa, vecchio pallino di Soros-Brzezinski.
Il 'raffreddamento' attuale è dovuto all'opposizione di Netanyahu alla soluzione-Obama per la Palestina. Obama vorrebbe finalmente la costituzione di uno stato palestinese, Netanyahu invece vuole dei bantustan palestinesi separati da colonie israeliane che gli USA vorrebbero smantellate, mentre i sionisti no.
Che poi Obama usi una certa riverenza verso Israele è noto a tutti ma per una duplice ragione:
1) il disegno geopolitico giudeo-cosmopolita sorosiano e brzezinskiano non prevede la 'fine' di Israele, ma una sua momentanea emarginazione nel senso di uno stop all'aggressività sionista 'tradizionale'...perché la dorsale verde possa realizzarsi Israele deve abbassare i toni. Se gli USA decidessero di rompere definitivamente e totalmente con lo storico e tradizionale alleato israeliano le conseguenze sarebbero nefaste sul piano interno (lobbies ebraiche ultra-sioniste) e l'America giudeo-cosmopolita potrebbe perdere una sua potenziale 'pedina';
2) il livello di potere delle lobbies sioniste in America non è così in declino da poter permettere ad Obama strappi eccessivi;

ci sarebbero poi da fare delle considerazioni sulla strategia di Obama sull'Iran, ma evito perché se no mi dilungherei ulteriormente.

Riguardo alla politica estera dell'attuale governo italiano, capisco i motivi del giudizio radicalmente diverso, ma, se posso permettermi, credo che venga sopravvalutato l'orientamento filo-israeliano del nostro paese.
Italia e Russia, di fatto, sono alleati, quella fra Berlusconi e Putin non è solo un'amicizia contingente, ma un rapporto politico consolidato.
Si potrebbero citare tantissimi aspetti dei rapporti bilaterali fra Russia e Italia, che confermano, a mio avviso, il carattere positivo della politica estera italiana, in quanto si discosta completamente dalle precedenti.
Ecco perchè sostengo che Berlusconi, in realtà, non ha fatto altro che porsi sulla linea dei già citati Mattei, Craxi e Andreotti, andando però oltre, osando stringere rapporti fortissimi con il principale competitor su scala globale degli Stati Unti assieme - forse - alla Cina, ossia la Russia di Putin.
Con la frase Anzi, in più c'è pure l'ottica euro-russa, allora non possibile per via dell'esistenza dell'Unione Sovietica non facevo diretto riferimento a Mattei, ma al fatto che l'Italia democristiano-socialista non avrebbe mai potuto andre 'oltre ai blocchi', essendo, secondo la logica di Yalta, saldamente nella sfera di influenza nord-americana.

p.s.: volevo fare una cosa breve, ma noto che anziché un pippone è venuto fuori un mezzo pippone...scusatemi e cercate di apprezzare lo sforzo :D :ciaociao:

Avanguardia
22-08-10, 19:44
Ma quel discorso Mevdeved o come si chiama esattamente, lo aveva pronunciato nel 2008, quando c' era l' amministrazione Bush, che perseguiva una politica anti-russa, in combutta con la Cina. L' amministrazione Obama persegue invece una politica di alleanza con la Russia in funzione anti-cinese. La Russia ha colto la mano tesa dell' amministrazione Obama, perchè sentiva il bisogno di un partner forte per garantirsi dall' espansionismo cinese.

Giò
22-08-10, 19:58
Ma quel discorso Mevdeved o come si chiama esattamente, lo aveva pronunciato nel 2008, quando c' era l' amministrazione Bush, che perseguiva una politica anti-russa, in combutta con la Cina. L' amministrazione Obama persegue invece una politica di alleanza con la Russia in funzione anti-cinese. La Russia ha colto la mano tesa dell' amministrazione Obama, perchè sentiva il bisogno di un partner forte per garantirsi dall' espansionismo cinese.

In realtà, Obama ha sempre fatto il possibile per migliorare le relazioni con la Cina.
Durante il 2010 ci sono state delle tensioni, anche forti, fra USA e Cina, ma adesso le relazioni sembrano migliorate.
Del resto, gli USA dipendono dalla Cina popolare e quindi una politica anti-cinese da parte di Obama sarebbe impossibile.
Riguardo invece alle relazioni con la Russia, ricorda che Obama ha dietro - in senso lato - Soros e Brzezinski, che da sempre 'lavorano' contro la Russia.

Avamposto
22-08-10, 20:59
I piaceri della vita coniugale...


:D:D:D


In effetti...:sofico:

Aggiungici che il tipo e' del P.D. e immaginati che seratina.... :piango:

( ...ovviamente non si parla di politica....senno' je meno... :D )

Avamposto
22-08-10, 21:26
Faccio un intervento breve e sintetico ....


E meno male che doveva essere un intervento breve e sintetico: se volevi entrare nel merito dei diversi temi affrontati cosa mi scrivevi? L’enciclopedia Treccani? :crepapelle:



....per rispondere sia ad Avamposto che a Majorana, visto che le obiezioni sono in certi punti piuttosto simili (Majorana mi sembra più filo-russo rispetto ad Avamposto).


Infatti. Mai stato filo-russo ne' onestamente capisco perche' dovrei esserlo: finche' la Russia mi arma l'Iran mi sta bene altrimenti ...raus!



La Russia partecipa degli organismi internazionali del 'mondialismo' per forza di cose. Se facesse diversamente, questo significherebbe la morte 'fisica' - non uso questo aggettivo a caso - della Russia stessa.


La Russia e’ tra i grandi Stati capitalisti del pianeta. Questo e’ quanto: ma si continua a far finta di niente come se cio’ non comportasse evidenti oneri nei confronti della finanza mondiale.



E' vero che Vladimir Putin è diventato Presidente della Federazione Russa perché era nello stesso schieramento politico di Boris Eltsin, ma a differenza di quest'ultimo ha fatto fuori gli oligarchi più compromessi e de facto servitori di interessi stranieri, che stavano facendo della Russia lo zimbello del mondo intero.
Con Vladimir Putin la Russia è tornata ad essere una potenza: é un dato di fatto innegabile.
Che questa 'rinascita russa' sia stata fatta all'insegna del 'neo-zarismo', della rinascita della Chiesa Ortodossa, del decisionismo politico e di un'apertura verso l'Europa è altrettanto innegabile.



Eltsin ha prostituito la Russia alla finanza mondiale. Putin sta cercando di renderle quel minimo di grandeur: e’ un tentativo che probabilmente richiedera’ molti anni forse decenni (ammesso poi che non sia stoppato prima dai soliti oligarchi...cosa affatto impensabile come sottolinei anche tu quando mi parli dei vari Soros-Brzezinski et simili). Ma da qui a parlare di Russia “antagonista” al Nuovo Ordine Mondiale a me sembra un po’ affrettato.
In merito poi alla “potenza” ritrovata... Mosca dovra’ dimostrarlo (di essere davvero una potenza antagonista agli Stati Uniti) quando e se chiamata a farlo: in Yugoslavia (c’era Eltsin l’ho capito) non e’ successo. Il test georgiano di due estati fa mi sembra un po’ poca cosa per parlare di “rinascita militare” russa… Vedremo cosa succedera’ e come si comporteranno i russi in futuro.





Oggi la Russia si trova ad affrontare una crisi di non poco conto, ma ha tutte le risorse per poterla superare e di fatto rimane un competitor degli Stati Uniti.
Se Putin usa la storia pro domo sua non credo ci sia molto da scandalizzarsi, del resto se notate proprio con Putin la 'guerra patriottica' è stata de-ideologizzata completamente, trasformandola da vittoria del comunismo a vittoria del solo popolo russo.




Putin puo' utilizzare la storia russa come meglio crede: non e' affar mio ne' mi interessa. Non cambia la sostanza della 2.a guerra mondiale ne' lo scontro titanico tra due welthanshauung (visioni del mondo) totalmente antagoniste e nemiche quali furono quelle che opposero i fascismi europei al bolscevismo (piu' o meno giudaico e piu' o meno russo).



In Russia poco tempo fa scoppiò una polemica fra comunisti russi e Russia Unita perchè esponenti della formazione partitica e politica di Putin avevano dichiarato che la vittoria nella WWII era merito del solo popolo russo, non di Stalin.


Pensi che per il sottoscritto questo dettaglio cambi qualcosa? :chefico:



Non credo poi, sinceramente, che il discorso di Medvedev negli USA possa esseIn Russia poco tempo fa scoppiò una polemica fra comunisti russi e Russia Unita perchè esponenti della formazione partitica e politica di Putin avevano dichiarato che la vittoria nella WWII era merito del solo popolo russo, non di Stalin.
I rapporti con la Chiesa Ortodossa, inoltre, sono ottimi: è notevole la differenza rispetto all'ateismo di Stato da sempre promosso dall'Unione Sovietica.
La Russia in passato ha fatto non pochi errori, sia in politica interna che in politica estera, ma questo non credo giustifichi l'ostilità verso il 'nuovo corso putiniano'.



Onestamente Gio’ a me di cosa fanno, pensano, scrivono o dicono i russi interessano meno di zero. Se continueranno a sostenere lo sforzo nucleare iraniano benissimo altrimenti l’Iran trovera’ probabilmente altre soluzioni.
L’Europa ha avuto storicamente due nemici mortali: uno a occidente (la Gran Bretagna) e l’altro a Oriente (la Russia). La storia prima ancora che la geopolitica dicono che questa nazione ha creato piu’ danni che benessere al resto del continente. E al di la’ dei corsi e ricorsi storici vorrei proprio capire in che cosa sono differenti gli attuali russi dai loro contemporanei europei occidentali?
Mi sembra che nessuno noti che la Russia e’ entrata di fatto da quasi vent'anni nell’orbita delle democrazie del Nord del pianeta. Una democrazia capitalista e imperialista ne’ piu’ ne’ meno delle altre.




Non credo poi, sinceramente, che il discorso di Medvedev negli USA possa essere sintomatico di una linea più filo-occidentale, che molti di voi hanno 'denunciato' nei vostri interventi, ma di cui non trovo grandi 'prove'.
Che la Russia abbia cercato di allentare la pressione statunitense con la diplomazia riguardo alla questione dello scudo non mi sembra cosa deprecabile: quante volte, durante la Guerra Fredda, fra USA e URSS ci sono stati momenti in cui la diplomazia prevaleva sulla logica della competizione?



Scusami Gio’ ma non era una certa “area” politica che per cinquant’anni utilizzava slogan quali “Ne’ Usa Ne’ Urss Europa Nazione”? Qualcosa avra’ significato no? Forse proprio che le due superpotenze si stavano spartendo le sorti del mondo ed in particolare si erano divise in modo non diverso da quanto avrebbero fatto degli sciacalli i territori dell’Europa.
E allora dov’e’ questo mistero se oggi come ieri i due capitalismi collaborano? Guarda che non sono io il filo-russo che crede che a Mosca stiano ritornando Lenin e l’Armata Rossa….



Ciò non faceva venire meno la contrapposizione, per quanto nel quadro di un medesimo sistema di riferimento.




La stessa competizione che esiste tra Berlusconi e il PD.
La stessa che esiste tra Russia e Cina in Eurasia.
La stessa che esiste tra mondialisti imperialisti filo-statunitensi e mondialisti internazionalisti (quelli che vorrebbero arrivare ad un Governo Mondiale in maniera piu’ “soft” rispetto alle logiche delle guerre asimmetriche neoconservatrici).

Alla fine come vedi sempre di logiche interne a determinati sistemi di potere si tratta.

Che prevalga Berlusconi o Bersani alle prossime elezioni non mutera’ di una virgola il quadro politico, economico e geostrategico dell’Italia. Sempre colonia resteremo.
Che prevalga Mosca o Pechino in Eurasia non cambiera’ assolutamente niente per noi europei.
E identico discorso si puo’ applicare alla logica mondialista: con la forza delle armi e gli interventi unilaterali statunitensi oppure in maniera meno violenta, ribaltando risultati elettorali o favorendo opposizioni democratiche, che si arrivi un giorno ad un sistema mondiale di governo questo e’ quanto vorrebbero i padroni dell’Oligarchia.

A noi cosa cambia? Niente.






Cerco di concludere brevemente ....


Ammettilo...tu lavori a Zelig in incognito? :D :D



Cerco di concludere brevemente sull'Iran, Obama-Israele e la politica estera italiana: so anch'io che l'Iran vuole il nucleare civile, ma il problema potrebbe porsi in caso l'Iran volesse diventare una potenza nucleare e sapete bene anche voi che la strada è breve.
Con questo non voglio assolutamente dare ragione alla retorica israeliana e americana sulla questione. Non sta scritto da nessuna parte che Israele possa avere il nucleare e l'Iran no, non c'è nessun 'innato diritto' al nucleare per gli ebrei che possa essere escluso agli iraniani.
Per me questo è chiarissimo. Io faccio, al contrario, un discorso di interesse geopolitico. La Russia dopo il crollo dell'URSS ha perso posizioni in Medio e Vicino Oriente (colpa anche e soprattutto della politica fallimentare di Eltsin), che invece Putin ha sempre voluto recuperare. I rapporti con l'Iran sono sempre stati orientati in tal senso.
La Russia ha appoggiato le sanzioni per suoi interessi oggettivi innegabili, non per complotti sionisti o per pistole alla tempia puntate dagli americani.
Ciò non impedisce lo stesso alla Russia di continuare a fare affari in Iran (così come del resto accade nel caso italiano!).



Mi sembra che non hai aggiunto niente di nuovo rispetto ai precedenti interventi. Comunque concordo.





Il raffreddamento delle relazioni fra Obama e Israele è sempre stato implicito nei presupposti - ideali e non - della politica estera 'democratica' americana, in vista di un riavvicinamento molto forte verso il mondo arabo-islamico (o islamico tout court) nell'ottica della dorsale verde in funzione anti-russa, vecchio pallino di Soros-Brzezinski.
Il 'raffreddamento' attuale è dovuto all'opposizione di Netanyahu alla soluzione-Obama per la Palestina. Obama vorrebbe finalmente la costituzione di uno stato palestinese, Netanyahu invece vuole dei bantustan palestinesi separati da colonie israeliane che gli USA vorrebbero smantellate, mentre i sionisti no.



Sai meglio di me che queste sono chiacchiere: prima dovranno eliminare Hamas ed Hezbollah dopo eventualmente potranno dare un minimo di autonomia ai palestinesi e normalizzare il Libano.




Che poi Obama usi una certa riverenza verso Israele è noto a tutti ma per una duplice ragione:
1) il disegno geopolitico giudeo-cosmopolita sorosiano e brzezinskiano non prevede la 'fine' di Israele, ma una sua momentanea emarginazione nel senso di uno stop all'aggressività sionista 'tradizionale'...perché la dorsale verde possa realizzarsi Israele deve abbassare i toni. Se gli USA decidessero di rompere definitivamente e totalmente con lo storico e tradizionale alleato israeliano le conseguenze sarebbero nefaste sul piano interno (lobbies ebraiche ultra-sioniste) e l'America giudeo-cosmopolita potrebbe perdere una sua potenziale 'pedina';
2) il livello di potere delle lobbies sioniste in America non è così in declino da poter permettere ad Obama strappi eccessivi;

ci sarebbero poi da fare delle considerazioni sulla strategia di Obama sull'Iran, ma evito perché se no mi dilungherei ulteriormente.



E per fortuna: altrimenti mi ci voleva una settimana per risponderti. :D

Comunque concordo: come detto sopra ci sono due campi all’interno dell’Establishment mondialista. Attraverso l’ONU o mediante l’uso della forza militare statunitense vedremo quali strategie attueranno nei confronti dell’Iran.

Concordo anche sul fatto che, qualora dovesse succedere, se Washington rompesse le sue relazioni con Israele inevitabilmente la lobbie’s ridimensionerebbe la potenza, il prestigio, il ruolo internazionale degli Stati Uniti...

I due "partiti" interni al sistema mondialista decideranno quale sara' la sorte dell'America come stanno gia' decidendo quali sono le sorti del resto del pianeta.




Riguardo alla politica estera dell'attuale governo italiano, capisco i motivi del giudizio radicalmente diverso, ma, se posso permettermi, credo che venga sopravvalutato l'orientamento filo-israeliano del nostro paese.
Italia e Russia, di fatto, sono alleati, quella fra Berlusconi e Putin non è solo un'amicizia contingente, ma un rapporto politico consolidato.
Si potrebbero citare tantissimi aspetti dei rapporti bilaterali fra Russia e Italia, che confermano, a mio avviso, il carattere positivo della politica estera italiana, in quanto si discosta completamente dalle precedenti.
Ecco perchè sostengo che Berlusconi, in realtà, non ha fatto altro che porsi sulla linea dei già citati Mattei, Craxi e Andreotti, andando però oltre, osando stringere rapporti fortissimi con il principale competitor su scala globale degli Stati Unti assieme - forse - alla Cina, ossia la Russia di Putin.
Con la frase Anzi, in più c'è pure l'ottica euro-russa, allora non possibile per via dell'esistenza dell'Unione Sovietica non facevo diretto riferimento a Mattei, ma al fatto che l'Italia democristiano-socialista non avrebbe mai potuto andre 'oltre ai blocchi', essendo, secondo la logica di Yalta, saldamente nella sfera di influenza nord-americana.




Ti consiglio di leggerti “Vodka-Cola” dell’ebreo Levinson.
Capiresti perche’ hai scritto un mare di idiozie circa la natura delle relazioni economiche tra il blocco occidentale capitalista e quello orientale ex sovietico: le relazioni commerciali tra Occidente capitalista e Oriente comunista ci sono sempre state.

E quelle tra l’Italia democristiano-socialista e l’URSS erano talmente fiorenti che la Fiat era una delle principali multinazionali attive sul mercato sovietico e su tutti gli altri mercati dell’Europa orientale satellite all’epoca di Mosca.

Quando inaugurarono Togliattigrad (esiste ancora) c’era il vertice Fiat a fare affari con la nomenklatura sovietica.





p.s.: volevo fare una cosa breve, ma noto che anziché un pippone è venuto fuori un mezzo pippone...scusatemi e cercate di apprezzare lo sforzo



Apprezziamo lo sforzo ma se mi riscrivi un’altra volta un post di questo tipo salgo a Milano e ti butto nel naviglio...:D:ciaociao:

Avamposto
22-08-10, 21:36
Ma quel discorso Mevdeved o come si chiama esattamente, lo aveva pronunciato nel 2008, quando c' era l' amministrazione Bush, che perseguiva una politica anti-russa, in combutta con la Cina. L' amministrazione Obama persegue invece una politica di alleanza con la Russia in funzione anti-cinese. La Russia ha colto la mano tesa dell' amministrazione Obama, perchè sentiva il bisogno di un partner forte per garantirsi dall' espansionismo cinese.



Quel video e' stato inserito esclusivamente per dimostrare chi sono gli interlocutori di Medvedev negli Stati Uniti...a quando risalga cambia poco a mio avviso.

Non credo che Putin sia mai andato al CFR.

Sicuramente non ci sono stati Chavez, Ahmadinejad o Gheddafi (visto che il 3d e l'intera discussione era cominciata parlando di "amicizie scomode")...

Giò
22-08-10, 23:32
I Fascismi europei e l'Impero nipponico purtroppo hanno perso la seconda guerra mondiale. La loro sconfitta ha significato - 'metafisicamente' - una sorta di 'crepuscolo degli dei', che ha chiuso quella 'estate di San Martino nel lungo inverno della modernità' (cit. Freda) inziata agli albori del primo dopoguerra.
Ha prevalso la visione del mondo materialista nella sua doppia versione liberal-capitalista democratica e bolscevica.
E' un dato incontrovertibile su cui non possiamo fare nulla.
Oggi il mondo è l'esatto opposto di quello che volevano i Fascismi europei. Anche su questo non possiamo fare molto.
Ci sono la globalizzazione, il mondialismo, l'umanitarismo, il libero mercato come dogma, ecc. ecc.
Questo è il contesto storico nel quale ci troviamo a vivere non solo noi 'europei', ma addirittura il mondo intero.
Pensare di potersi affrancare totalmente da esso è una chimera utopica, a mio sommesso avviso.
Nemmeno l'Iran che, da quanto ho capito, trova la tua simpatia politica è estraneo ad esso. Se si crede che la Repubblica Islamica Iraniana sia un baluardo ideologico anti-mondialista incorruttibile e del tutto estraneo agli 'affari' di questo 'sporco mondo' si è in errore. La vicenda Iran-Contras insegna, così come insegna la stessa rivoluzione iraniana voluta, favorita e fomentata dai già citati ambienti di cui fa parte il 'giudeo-polacco-frankista-marrano' Brzezinski.
Pertanto, so bene che la Russia è una nazione capitalista, ma capitaliste lo sono tutte le nazioni del pianeta! Semplicemente, la Russia non aderisce al dogma del liberal-capitalismo, ma ad una forma di nazional-capitalismo di Stato che fa gli interessi della Federazione Russa e non solamente gli interessi di qualche plutocrate corrotto e asservito agli stranieri.
Nei settori fondamentali la Russia è sovrana come Stato e come nazione.
Essere anti-russi per 'obbedienza' - diciamo così - al pregiudizio anti-slavo (tra l'altro erroneo e superato, nella prassi, dalle SS - Waffen soprattutto - di Himmler) dello Zio Adolf, nel contesto attuale soprattutto, mi sembra castante. Relativamente alla Russia, preferisco quello che disse Leon Degrelle ne "La Nostra Europa", in appendice a 'Militia' edito dalle edizioni AR.

Avamposto
22-08-10, 23:55
I Fascismi europei e l'Impero nipponico purtroppo hanno perso la seconda guerra mondiale. La loro sconfitta ha significato - 'metafisicamente' - una sorta di 'crepuscolo degli dei', che ha chiuso quella 'estate di San Martino nel lungo inverno della modernità' (cit. Freda) inziata agli albori del primo dopoguerra.
Ha prevalso la visione del mondo materialista nella sua doppia versione liberal-capitalista democratica e bolscevica.
E' un dato incontrovertibile su cui non possiamo fare nulla.
Oggi il mondo è l'esatto opposto di quello che volevano i Fascismi europei. Anche su questo non possiamo fare molto.
Ci sono la globalizzazione, il mondialismo, l'umanitarismo, il libero mercato come dogma, ecc. ecc.
Questo è il contesto storico nel quale ci troviamo a vivere non solo noi 'europei', ma addirittura il mondo intero.
Pensare di potersi affrancare totalmente da esso è una chimera utopica, a mio sommesso avviso.



Questo non significa accettarne supinamente la visione materialista e di conseguenza le regole di vita. O no? :chefico:

E poi a volte le "utopie" aiutano a sopravvivere in un mondo sprofondato nel sonno senza fine dell'irrazionale corsa all'autodistruzione provocata dall'avidita' del capitale.

In ogni caso non posso che quotare la citazione dell'Editore. :giagia:



Nemmeno l'Iran che, da quanto ho capito, trova la tua simpatia politica è estraneo ad esso. Se si crede che la Repubblica Islamica Iraniana sia un baluardo ideologico anti-mondialista incorruttibile e del tutto estraneo agli 'affari' di questo 'sporco mondo' si è in errore. La vicenda Iran-Contras insegna, così come insegna la stessa rivoluzione iraniana voluta, favorita e fomentata dai già citati ambienti di cui fa parte il 'giudeo-polacco-frankista-marrano' Brzezinski.



L'Iran resiste: da trentuno anni e' un baluardo nel Medio Oriente alle politiche imperialiste americane e sioniste. Fa la sua parte e necessariamente muove le sue pedine su quella che, proprio il giudeo-polacco-frankista Brzezinski, chiama "la grande scacchiera".

Come scrivi e' possibile che la Rivoluzione Islamica sia stata favorita da determinati ambienti dell'Establishment (...in fondo tutte le rivoluzioni sono favorite dall'alto...tutte ...nessuna esclusa...) cosi' come e' altrettanto vero che l'Imam Khomeini ha un po' sbaragliato i piani di quelli che rappresentavano la lunga mano dell'Imperialismo in seno alla neonata Repubblica Islamica.

L'Iran fa il suo "gioco": lo fa in Irak come lo sta facendo in Afghanistan.

Identico discorso che tu applichi alla Russia lo possiamo applicare alla Repubblica Islamica dell'Iran: si chiama "realpolitik".

In ogni caso se attualmente ancora esistono movimenti di resistenza in Palestina e nel vicino Libano (Hamas e le altre organizzazioni palestinesi e Hezbollah) cio' e' - in massima parte - dovuto al ruolo che svolge Teheran nell'area mediorientale.

Penso che su questo converrai.






IPertanto, so bene che la Russia è una nazione capitalista, ma capitaliste lo sono tutte le nazioni del pianeta! Semplicemente, la Russia non aderisce al dogma del liberal-capitalismo, ma ad una forma di nazional-capitalismo di Stato che fa gli interessi della Federazione Russa e non solamente gli interessi di qualche plutocrate corrotto e asservito agli stranieri.
Nei settori fondamentali la Russia è sovrana come Stato e come nazione.



La Russia era capitalista anche quando si chiamava URSS. Era un capitalismo di Stato ma sempre capitalismo era.

Strano che tu non lo abbia messo in risalto: e' un aspetto essenziale a mio avviso che conferma che, in fondo, niente e' mutato a livello di economia e finanza planetaria. Ieri gli oligarchi d'Occidente facevano i loro affari con la nomenklatura sovietica delle bandiere rosse come oggi fanno gli stessi identici affari con i loro sostituti piu' o meno "democratici".

La Russia e' sovrana ma non sufficientemente indipendente dalle logiche del mercato mondiale e a quelle della finanza internazionale che potrebbero sprofondarla facilmente nel caos.

In ogni caso, ripeto, staremo a vedere nei prossimi anni (non certo settimane o mesi) che direzione prenderanno le politiche di Mosca.





Essere anti-russi per 'obbedienza' - diciamo così - al pregiudizio anti-slavo (tra l'altro erroneo e superato, nella prassi, dalle SS - Waffen soprattutto - di Himmler) dello Zio Adolf, nel contesto attuale soprattutto, mi sembra castante. Relativamente alla Russia, preferisco quello che disse Leon Degrelle ne "La Nostra Europa", in appendice a 'Militia' edito dalle edizioni AR.



Castante non so cosa significhi...castrante magari si.....

Ho letto "Militia" come, piu' o meno, quasi tutti i testi delle edizioni Ar.
Quando e se l'Europa ritrovera' una sua identita' ed una sua reale espressione politica indipendente da Washington sai perfettamente che e' un po' come fare ipotesi sulla data esatta della fine del mondo ....

In ogni modo senza una grande Germania la storia insegna che non si potra' costruire una Grande Europa....

La Russia continuerei a tenerla fuori.... opinione personale ovviamente. :ciaociao:

Giò
23-08-10, 00:07
Questo non significa accettarne supinamente la visione materialista e di conseguenza le regole di vita. O no? :chefico:

E poi a volte le "utopie" aiutano a sopravvivere in un mondo sprofondato nel sonno senza fine dell'irrazionale corsa all'autodistruzione provocata dall'avidita' del capitale.

In ogni caso non posso che quotare la citazione dell'Editore. :giagia:

Non dico che si debba aderire alla dittatura del pensiero unico politicamente corretto. Credo però che chiudersi in una 'torre d'avorio' sia controproducente ed impolitico, mentre invece alles leben ist kampf.


L'Iran resiste: da trentuno anni e' un baluardo nel Medio Oriente alle politiche imperialiste americane e sioniste. Fa la sua parte e necessariamente muove le sue pedine su quella che, proprio il giudeo-polacco-frankista Brzezinski, chiama "la grande scacchiera".

Come scrivi e' possibile che la Rivoluzione Islamica sia stata favorita da determinati ambienti dell'Establishment (...in fondo tutte le rivoluzioni sono favorite dall'alto...tutte ...nessuna esclusa...) cosi' come e' altrettanto vero che l'Imam Khomeini ha un po' sbaragliato i piani di quelli che rappresentavano la lunga mano dell'Imperialismo in seno alla neonata Repubblica Islamica.

L'Iran fa il suo "gioco": lo fa in Irak come lo sta facendo in Afghanistan.

Identico discorso che tu applichi alla Russia lo possiamo applicare alla Repubblica Islamica dell'Iran: si chiama "realpolitik".

In ogni caso se attualmente ancora esistono movimenti di resistenza in Palestina e nel vicino Libano (Hamas e le altre organizzazioni palestinesi e Hezbollah) cio' e' - in massima parte - dovuto al ruolo che svolge Teheran nell'area mediorientale.

Penso che su questo converrai.
Ma infatti io non muovo 'rilievi' all'Iran per via della sua realpolitik, più che legittima. Faccio solamente notare come - oggi - non esistano 'puri' da nessuna parte e che fare le pulci a tutti i costi in una situazione come quella attuale sia un approccio ideologico e quindi, in definitiva, sbagliato.




La Russia era capitalista anche quando si chiamava URSS. Era un capitalismo di Stato ma sempre capitalismo era.

Strano che tu non lo abbia messo in risalto: e' un aspetto essenziale a mio avviso che conferma che, in fondo, niente e' mutato a livello di economia e finanza planetaria. Ieri gli oligarchi d'Occidente facevano i loro affari con la nomenklatura sovietica delle bandiere rosse come oggi fanno gli stessi identici affari con i loro sostituti piu' o meno "democratici".

La Russia e' sovrana ma non sufficientemente indipendente dalle logiche del mercato mondiale e a quelle della finanza internazionale che potrebbero sprofondarla facilmente nel caos.

In ogni caso, ripeto, staremo a vedere nei prossimi anni (non certo settimane o mesi) che direzione prenderanno le politiche di Mosca.

Certo, ma ora in Russia quanto meno un minimo di iniziativa privata all'interno del paese c'è e non ci sono più le storture del sistema sovietico. Questo apparente miglioramento ha portato, purtroppo, allo schifo eltsiniano iniziale, ma poi - come ho già avuto modo di dire - Putin ci ha messo una bella 'toppa'.
Forse sarò influenzato, in quanto cattolico, dalla questione della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria Sempre Vergine, però - sinceramente - sentire un capo di governo - mi riferisco a V. Putin -chiedere pubblicamente alla Chiesa di indire processioni e pregare per la salvezza della Russia dalla crisi in un'epoca in cui la religione e la spiritualità genuina sono state messe sotto i tacchi, per non dire di peggio, mi fa capire che - al di là di economia e geopolitica - in Russia non si sta esattamente cazzeggiando.





Castante non so cosa significhi...castrante magari si.....

Ho letto "Militia" come, piu' o meno, quasi tutti i testi delle edizioni Ar.
Quando e se l'Europa ritrovera' una sua identita' ed una sua reale espressione politica indipendente da Washington sai perfettamente che e' un po' come fare ipotesi sulla data esatta della fine del mondo ....

In ogni modo senza una grande Germania la storia insegna che non si potra' costruire una Grande Europa....

La Russia continuerei a tenerla fuori.... opinione personale ovviamente. :ciaociao:Perdonami, nella fretta ho dimenticato una 'r'.

Tu dici che senza una Grande Germania - e io aggiungerei un po' sciovinisticamente una "Grande Italia" - non si potrà fare una Grande Europa. In linea di principio, posso concordare.
Però che ne pensi del fatto che, cosa del resto che accadde anche sotto A.H., la Germania non possa fare a meno di guardare....ad Est? :chefico:

Avamposto
23-08-10, 00:30
Non dico che si debba aderire alla dittatura del pensiero unico politicamente corretto. Credo però che chiudersi in una 'torre d'avorio' sia controproducente ed impolitico, mentre invece alles leben ist kampf.



Le torri d'avorio in politica servono talvolta a evitare sbandamenti e pericolose oscillazioni ideologiche fini a se' stesse...
Concordo, senza particolari adesioni ideali, sulla tua affermazione....







Ma infatti io non muovo 'rilievi' all'Iran per via della sua realpolitik, più che legittima. Faccio solamente notare come - oggi - non esistano 'puri' da nessuna parte e che fare le pulci a tutti i costi in una situazione come quella attuale sia un approccio ideologico e quindi, in definitiva, sbagliato.



I 'puri', ammesso ve ne siano realmente (e chi fa politica giocoforza deve sporcarsi sempre un po'), muoiono martiri... Lo insegna la storia.

Nessuno ha fatto "pulci": si stava semplicemente dibattendo su alcune tematiche di politica internazionale.

In ogni caso utilizzando questo tipo di approccio de-ideologico o a-ideologico si finisce per sostenere cio' che e' distante anni luce dagli ideali delle Rivoluzioni Nazionali europee degli anni Trenta.

Meglio molto meglio allora la torre d'avorio e l'approccio ideologico se permetti... :giagia:





Certo, ma ora in Russia quanto meno un minimo di iniziativa privata all'interno del paese c'è e non ci sono più le storture del sistema sovietico. Questo apparente miglioramento ha portato, purtroppo, allo schifo eltsiniano iniziale, ma poi - come ho già avuto modo di dire - Putin ci ha messo una bella 'toppa'.
Forse sarò influenzato, in quanto cattolico, dalla questione della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria Sempre Vergine, però - sinceramente - sentire un capo di governo - mi riferisco a V. Putin -chiedere pubblicamente alla Chiesa di indire processioni e pregare per la salvezza della Russia dalla crisi in un'epoca in cui la religione e la spiritualità genuina sono state messe sotto i tacchi, per non dire di peggio, mi fa capire che - al di là di economia e geopolitica - in Russia non si sta esattamente cazzeggiando.



Una domanda secca: ma a te, da cattolico intendo, che ti frega della Russia ortodossa? :chefico: (e se scendo sul piano spirituale/religioso e' perche' tu hai sottolineato la questione della consacrazione ecc ecc).

Io sono politicamente filo-iraniano perche' la Repubblica Islamica mi sostiene i palestinesi e Hezbollah contro Israele: combatte cioe' il nemico metastorico che gia' combatterono le Rivoluzioni Nazionali (fascismo e nazionalsocialismo) europee....

Posso rispettare l'Islam in quanto via spirituale al Divino come lo e' il Cristianesimo ma resto Nazionalsocialista.

Non capisco pero' cosa possa interessare ad un cattolico il futuro o meno della Russia ortodossa.... :gratgrat:

Per il resto nessuno ha affermato mai che Putin o i dirigenti a lui vicini stiano "cazzeggiando".... Non starei altrimenti qui a parlare da due giorni con te di Russia e politica estera russa.... pur restando della mia opinione che la Russia con l'Europa e l'unita' europea c'azzecca un po' come il due di coppe con briscola a bastoni...







Perdonami, nella fretta ho dimenticato una 'r'.

Tu dici che senza una Grande Germania - e io aggiungerei un po' sciovinisticamente una "Grande Italia" - non si potrà fare una Grande Europa. In linea di principio, posso concordare.
Però che ne pensi del fatto che, cosa del resto che accadde anche sotto A.H., la Germania non possa fare a meno di guardare....ad Est? :chefico:


Corsi e ricorsi storici appunto....
La spinta verso Est dei cavalieri teutonici, le battaglie dei laghi Masuri....
La storia insegna: la Germania sara' inevitabilmente portata a 'spinte' verso Occidente (Francia) e verso Oriente (Polonia e Russia).

Sono quelli gli "spazi vitali" geopolitici e strategici tedeschi....

Hitler non sbaglio' praticamente niente: la guerra verso Oriente era (indipendentemente poi dall'ostilita' ideologica che nutriva verso il giudeo-bolscevismo sovietico) inevitabile per la sopravvivenza del Reich. :giagia:

(Napoleone.... Hitler..... "non c'e' due senza tre"....qualcun'altro - prima o poi - tornera' "alla carica"... )

:ciaociao:

Giò
23-08-10, 00:46
Le torri d'avorio in politica servono talvolta a evitare sbandamenti e pericolose oscillazioni ideologiche fini a se' stesse...
Concordo, senza particolari adesioni ideali, sulla tua affermazione....
La purezza giustifica ogni durezza, il disinteresse ogni astuzia :D


I 'puri', ammesso ve ne siano realmente (e chi fa politica giocoforza deve sporcarsi sempre un po'), muoiono martiri... Lo insegna la storia.

Nessuno ha fatto "pulci": si stava semplicemente dibattendo su alcune tematiche di politica internazionale.

In ogni caso utilizzando questo tipo di approccio de-ideologico o a-ideologico si finisce per sostenere cio' che e' distante anni luce dagli ideali delle Rivoluzioni Nazionali europee degli anni Trenta.

Meglio molto meglio allora la torre d'avorio e l'approccio ideologico se permetti... :giagia:
Credo che uno dei grandi meriti delle Rivoluzioni Nazionali degli anni '20-'30 sia stato invece proprio il grande realismo politico, per quanto mosso da grandi visioni ideali.
Carl Schmitt insegna, ça va sans dire.



Una domanda secca: ma a te, da cattolico intendo, che ti frega della Russia ortodossa? :chefico: (e se scendo sul piano spirituale/religioso e' perche' tu hai sottolineato la questione della consacrazione ecc ecc).

Io sono politicamente filo-iraniano perche' la Repubblica Islamica mi sostiene i palestinesi e Hezbollah contro Israele: combatte cioe' il nemico metastorico che gia' combatterono le Rivoluzioni Nazionali (fascismo e nazionalsocialismo) europee....

Posso rispettare l'Islam in quanto via spirituale al Divino come lo e' il Cristianesimo ma resto Nazionalsocialista.

Non capisco pero' cosa possa interessare ad un cattolico il futuro o meno della Russia ortodossa.... :gratgrat:

Per il resto nessuno ha affermato mai che Putin o i dirigenti a lui vicini stiano "cazzeggiando".... Non starei altrimenti qui a parlare da due giorni con te di Russia e politica estera russa.... pur restando della mia opinione che la Russia con l'Europa e l'unita' europea c'azzecca un po' come il due di coppe con briscola a bastoni...

Il ritorno dei cristiani ortodossi nella Chiesa Cristiana Cattolica Apostolica Romana sarebbe un qualcosa di straordinario e segnerebbe un passo verso l'unità della Cristianità.
Di mezzo c'è la questione di quanto detto dalla Madonna a Fatima:

"Io chiederò la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato... Se vi atterrete alle mie richieste, la Russia si convertirà e il mondo avrà pace".







Corsi e ricorsi storici appunto....
La spinta verso Est dei cavalieri teutonici, le battaglie dei laghi Masuri....
La storia insegna: la Germania sara' inevitabilmente portata a 'spinte' verso Occidente (Francia) e verso Oriente (Polonia e Russia).

Sono quelli gli "spazi vitali" geopolitici e strategici tedeschi....

Hitler non sbaglio' praticamente niente: la guerra verso Oriente era (indipendentemente poi dall'ostilita' ideologica che nutriva verso il giudeo-bolscevismo sovietico) inevitabile per la sopravvivenza del Reich. :giagia:

(Napoleone.... Hitler..... "non c'e' due senza tre"....qualcun'altro - prima o poi - tornera' "alla carica"... )

:ciaociao:
E quindi come si può escludere la Russia dall'Europa e - soprattutto - da una Grande Europa con una Grande Germania?

agaragar
23-08-10, 02:37
(Napoleone.... Hitler..... "non c'e' due senza tre"....qualcun'altro - prima o poi - tornera' "alla carica"... )
Scusate se mi intrometto,
volevo far notare che se pure Napo si decise a invadere la russia alla fine, e mal gliene incolse,
si rifiutò sempre di proclamare l'indipendenza di Polonia Ucraina e repubbliche baltiche,

A Mosca aspettò credendo che lo Zar avrebbe accettato di trattare.

Napoleone era filorusso, gli interessava l'europa occidentale, il mediterraneo e le colonie,
e tutto questo in condominio con la Russia, tutto meno che uno spazio a est.

Avamposto
23-08-10, 02:40
La purezza giustifica ogni durezza, il disinteresse ogni astuzia :D


E aggiungerei anche "al di la' dell'approvazione o disapprovazione altrui" :)





Credo che uno dei grandi meriti delle Rivoluzioni Nazionali degli anni '20-'30 sia stato invece proprio il grande realismo politico, per quanto mosso da grandi visioni ideali.
Carl Schmitt insegna, ça va sans dire.



Realismo politico unito a lucido fanatismo ideologico. In fondo anche la Totalkampf nazionalsocialista portata a grandioso compimento nel rogo della Cancelleria di Berlino dai combattenti SS non e' nient'altro che l'ennesimo atto nichilista di un mondo occidentale che ha insistito nella sua storia eroica adattando alle sue migliori manifestazioni metapolitiche il vecchio adagio del "tanto peggio tanto meglio" o, per dirla con l'ultimo grande re di Francia, quella filosofia pessimistica del "dopo di me il diluvio".

Hitler in fondo l'ha anche scritto profeticamente: "...io sono stato l'ultima speranza dell'Europa..."




Il ritorno dei cristiani ortodossi nella Chiesa Cristiana Cattolica Apostolica Romana sarebbe un qualcosa di straordinario e segnerebbe un passo verso l'unità della Cristianità.
Di mezzo c'è la questione di quanto detto dalla Madonna a Fatima:

"Io chiederò la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato... Se vi atterrete alle mie richieste, la Russia si convertirà e il mondo avrà pace".



In attesa del "grande ritorno" quelli restano ortodossi... :D
Qualora si verificasse un evento del genere sarebbe probabilmente la fine delle comunita' cristiane d'Oriente: visto l'andazzo della Chiesa Apostolica Romana gli conviene restare cio' che sono.

Dopo il Vaticano II.o e' sempre peggio ...
E te lo dice uno che non si considera affatto "cristiano"....








E quindi come si può escludere la Russia dall'Europa e - soprattutto - da una Grande Europa con una Grande Germania?


E chi ha detto di escluderla? :conf:

Occupiamola e germanizziamola a forza! :crepapelle:

(era una battuta ovviamente... passamela che sono quasi le tre :sofico:)

:ciaociao:

Avamposto
23-08-10, 02:44
Scusate se mi intrometto,
volevo far notare che se pure Napo si decise a invadere la russia alla fine, e mal gliene incolse,
si rifiutò sempre di proclamare l'indipendenza di Polonia Ucraina e repubbliche baltiche,

A Mosca aspettò credendo che lo Zar avrebbe accettato di trattare.

Napoleone era filorusso, gli interessava l'europa occidentale, il mediterraneo e le colonie,
e tutto questo in condominio con la Russia, tutto meno che uno spazaio a est.

Neanche a me interessa uno "spazzaio" a Est a dire il vero :D

Scherzi a parte concordo con te ma evidentemente se decise quell'avventura militare c'erano delle ottime ragioni per marciare contro i russi.

(Hitler fece la stessa cosa per altri motivi....il vettore napoleonico era contro-tradizionale ed esportava le ideologie illuministe per l'intero continente...quello nazionalsocialista al contrario ha cercato una rettificazione della nazione tedesca recuperando anche tematiche di tradizioni estranee alla civilta' germanica...)

Giò
23-08-10, 03:12
E aggiungerei anche "al di la' dell'approvazione o disapprovazione altrui" :)
Certamente!


Realismo politico unito a lucido fanatismo ideologico. In fondo anche la Totalkampf nazionalsocialista portata a grandioso compimento nel rogo della Cancelleria di Berlino dai combattenti SS non e' nient'altro che l'ennesimo atto nichilista di un mondo occidentale che ha insistito nella sua storia eroica adattando alle sue migliori manifestazioni metapolitiche il vecchio adagio del "tanto peggio tanto meglio" o, per dirla con l'ultimo grande re di Francia, quella filosofia pessimistica del "dopo di me il diluvio".

Hitler in fondo l'ha anche scritto profeticamente: "...io sono stato l'ultima speranza dell'Europa..."
Come ho sempre detto, l'immagine dei resistenti di Berlino rimarrà sempre impressa nelle menti di chiunque. Fu l'epilogo 'nibelungico' di una lotta impari che la Germania di fatto combatté da sola, dopo il tracollo italiano - no, chiamiamolo col suo nome: il tradimento italiano - dell'8 Settembre 1943.
A Berlino non si combatté solo per il nazionalsocialismo e la Germania, ma per un qualcosa di molto più grande: l'Europa intera!
Detto questo, penso che in realtà uno dei pregi dei Fascismi europei fosse il loro essere 'anti-ideologici'.....idea, non ideologia. L'ideologia, in fondo, è 'roba giacobina'.
A dire il vero, devo ammettere che in effetti il NS assunse tratti non solo dogmatici ma ideologici in senso proprio (per ideologico, intendo il voler piegare la realtà alle proprie convinzioni, fare della parte, della fazione, il tutto....di fatto è la prospettiva del partigiano ben descritta da Carl Schmitt). Aspetti che secondo me non sono i migliori del NS.


In attesa del "grande ritorno" quelli restano ortodossi... :D
Qualora si verificasse un evento del genere sarebbe probabilmente la fine delle comunita' cristiane d'Oriente: visto l'andazzo della Chiesa Apostolica Romana gli conviene restare cio' che sono.

Dopo il Vaticano II.o e' sempre peggio ...
E te lo dice uno che non si considera affatto "cristiano"....

Essendo 'lefebvriano', con me sfondi una porta aperta in merito.
L'ecumenismo attualmente portato avanti dalle gerarchie vaticane non porta assolutamente a nulla, perchè di fatto non porta alla conversione dei cuori e delle menti, ma solo a meri rapporti diplomatici fra confessioni religiose diverse con i quali puoi prenderti tanti thé coi pasticcini in stile Gran Muftì di Gerusalemme con Hitler ma non garantisci la salvezza di alcuna anima.
E - dal loro punto di vista, chiaramente, non in assoluto - gli ortodossi fanno benissimo ad andarci molto cauti con l'attuale gerarchia ecclesiastica cattolica perchè imbevuta di modernismo giudaizzante anti-cattolico!
Del resto, le liturgie ortodosse conservano ancora molta della bellezza primordiale dell'antico rito orientale cattolico....perché mai dovrebbero associarsi con gli strimpellatori e i chitarristi di parrocchia dell'Occidente pseudo-cattolico protestantizzato?
La speranza è data solo dal cristico: "Inferi non prevalebunt!"

E chi ha detto di escluderla? :conf:

Occupiamola e germanizziamola a forza! :crepapelle:

(era una battuta ovviamente... passamela che sono quasi le tre :sofico:)

:ciaociao:
Beh, in teoria la Russia 'nasce' germanica (Variaghi).
:chefico:

Avamposto
23-08-10, 03:18
Come ho sempre detto, l'immagine dei resistenti di Berlino rimarrà sempre impressa nelle menti di chiunque. Fu l'epilogo 'nibelungico' di una lotta impari che la Germania di fatto combatté da sola, dopo il tracollo italiano - no, chiamiamolo col suo nome: il tradimento italiano - dell'8 Settembre 1943.
A Berlino non si combatté solo per il nazionalsocialismo e la Germania, ma per un qualcosa di molto più grande: l'Europa intera!
Detto questo, penso che in realtà uno dei pregi dei Fascismi europei fosse il loro essere 'anti-ideologici'.....idea, non ideologia. L'ideologia, in fondo, è 'roba giacobina'.
A dire il vero, devo ammettere che in effetti il NS assunse tratti non solo dogmatici ma ideologici in senso proprio (per ideologico, intendo il voler piegare la realtà alle proprie convinzioni, fare della parte, della fazione, il tutto....di fatto è la prospettiva del partigiano ben descritta da Carl Schmitt). Aspetti che secondo me non sono i migliori del NS.



Sulla battaglia di Berlino dopo ti posto qualcosa .... :D

Sugli aspetti "ideologici" del Nazionalsocialismo che posso dirti? Che sono proprio quelli che ne fanno un'Idea-Forza unica e irripetibile.

Anzi...se permetti...una Fede cieca! :gluglu:









Essendo 'lefebvriano', con me sfondi una porta aperta in merito.
L'ecumenismo attualmente portato avanti dalle gerarchie vaticane non porta assolutamente a nulla, perchè di fatto non porta alla conversione dei cuori e delle menti, ma solo a meri rapporti diplomatici fra confessioni religiose diverse con i quali puoi prenderti tanti thé coi pasticcini in stile Gran Muftì di Gerusalemme con Hitler ma non garantisci la salvezza di alcuna anima.
E - dal loro punto di vista, chiaramente, non in assoluto - gli ortodossi fanno benissimo ad andarci molto cauti con l'attuale gerarchia ecclesiastica cattolica perchè imbevuta di modernismo giudaizzante anti-cattolico!
Del resto, le liturgie ortodosse conservano ancora molta della bellezza primordiale dell'antico rito orientale cattolico....perché mai dovrebbero associarsi con gli strimpellatori e i chitarristi di parrocchia dell'Occidente pseudo-cattolico protestantizzato?
La speranza è data solo dal cristico: "Inferi non prevalebunt!"

Beh, in teoria la Russia 'nasce' germanica (Variaghi).
:chefico:


Niente da eccepire.... e' una tua legittima visione del mondo e della vita (oltre ad una fede che come tale ritengo insindacabile) :giagia:

Avamposto
23-08-10, 03:19
Berlino 1945: nel nome della razza

Maurizio Lattanzio



«Sparagli Piero / sparagli ora
e dopo un colpo / sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra / coprire il suo sangue»
Fabrizio De Andrè


Maurizio Lattanzio aveva coscientemente eluso l'evocazione razziale e la rappresentazione politico‑scrittoria della battaglia di Berlino (“Per chi?" è una gradevole canzone dei Gens ...), poichè ciò avrebbe configurato, nello sgangherato ambiente antropologico del neofascismo di servizio, il velleitario tentativo di allenare per il gran premio di galoppo «j'asene de Bazzoffie, che teneve novantanove piaghe i' la coda fraciche» (l'asino di Bazzoffie ‑personaggio vissuto in quel di Popoli, provincia di Pescara-, il quale aveva novantanove piaghe e la coda fradicia). Oggi lo abbiamo fatto perchè siamo certi dell’inesistenza di plausibili destinatari... dunque, non si verificheranno incomprensioni... perchè, con i contemporanei, non ci intenderemmo nemmeno se esprimessimo giudizi estetici riferiti alla signora Alba Parietti... infatti, essi noterebbero sicuramente soltanto i qualitativi difetti (mah!) della medesima... mentre noi a contrariis, affermiamo che, in una femmina o, nel caso di specie, in un’immagine femminile, ognuno vede ciò che ha dentro, in quanto la femmina è l'informe bestialità ricettiva che assume la forma del mondo interiore promanante dallo sguardo dell'uomo che sa imprigionarne la demoniaca animalità... se è un uomo e se ha voglia di ammirarla... saremmo d'accordo, invece, circa la spiccata conformità della dr.ssa Maria Latella nei confronti dell'archetipo femminile, soprattutto con riferimento alla marmorea sensualità irradiata dalla tondeggiante levigatezza carnale che accarezza la tornita perfezione volumetrica del suo collo...

Maurizio Lattanzio ha esploso un colpo di pistola contro la nuca pelata e lardosa del neofascismo atlantico di servizio, determinando la fine di una parodia politica funzionalmente complementare al Sistema giudaico‑mondialista. Ciò è avvenuto allo scopo di propiziare le condizioni necessarie, anche se non sufficienti, per l'affermazione dell'essenza rivoluzionaria del nazionalsocialismo tedesco, la quale, nel terzo millennio, si incarnerà nella forma razziale del soldato politico nichilista (ci vengono in mente i khmer rossi di Pol Pot... per intenderci...), conforme e coerente precipitato antropologico della verticale manifestazione guerriera che culminerà vittoriosamente nella leggendaria apoteosi combattente della battaglia di Berlino. In questo secondo dopoguerra, il neofascismo di servizio ha costantemente sottolineato la valenza ultimativa della più gran battaglia totale della storia, erigendola ad alibistica nobilitazione di un habitat antropologico malsanamente predisposto alla masochistica coltivazione e al patologico compiacimento della sconfitta, intesa quale premessa di deresponsabilizzazione politica e quale evento preclusivo per l’elaborazione di ogni successiva prassi politico‑progettuale antisistemica.

Per la malafede di costoro, avendo la battaglia di Berlino sancito la fine definitiva del Nazionalsocialismo e, più ampiamente, del Fascismo europeo ‑ogni realistica prospettazione di una dinamica politico‑rivoluzionaria di lotta al Sistema per l'annientamento del Sistema, sarebbe caratterizzata da velleitarismo, perchè, tanto, la partita decisiva era stata giocata nel 1945. Essi, tutt'al più, hanno intravisto l'effetto militare di quella battaglia e di quel conflitto, mentre, evidentemente, è sfuggito alla loro asfittica capacità di comprensione e alla loro complessiva sub‑dotazione razziale, manovrata dagli apparati di servizio statunitensi, il valore simbolico, spirituale e politico‑razziale del totalkampf di Berlino, oggi trasposto nella battaglia politica condotta dalla Comunità Politica di Avanguardia, consapevolmente schierata al fianco dell'Islam tradizionale e rivoluzionario esemplarmente incarnato dalla Repubblica Islamica dell'Iran.

La battaglia di Berlino costituisce l'epifania storica di un significato metastorico, ovvero della lotta cosmica ‑il Kòsmos, inteso quale ordine divino che si imprime sul disordine demoniaco assimilabile alla nozione di Kàos‑ fra il principio olimpico‑solare della Tradizione; incarnato dal Terzo Reich nazionalsocialista, e le forze tellurico‑lunari della Sovversione, incarnate dalle bande mercenarie sioniste asservite al bolscevismo ebraico e alle giudeo‑democrazie occidentali: «Da una parte ‑scrive Julius Evola- stava il principio olimpico della luce, la realtà uranica e solare; dall'altra, la violenza bruta, l'elemento titanico‑tellurico, barbarico in senso classico, feminile‑demonico. II tema di questa lotta metafisica ritorna in mille modi di apparizione in tutte le tradizioni di origine aria. Ogni lotta in senso materiale veniva sempre vissuta con la maggiore o minore consapevolezza che essa altro non era che un episodio di quell’antitesi...»; infatti «... l'arianità considerava se stessa quale milizia del principio olimpico (...). Nell'immagine del mondo tradizionale ogni realtà diveniva simbolo. Ciò vale per la guerra anche dal punto di vista soggettivo e interiore. Così potevano essere fuse in una sola e medesima entità guerra e via del divino. (...) il Walhalla è la sede dell'immortalità celeste, riservata principalmente agli eroi caduti sul campo di battaglia. II signore di questi luoghi, Odhino‑Wothan, viene presentato nella Ynghingasaga come colui che con il suo simbolico sacrificio all'Albero cosmico Ygdrasil ha indicato la via ai guerrieri, via che conduce alla sede divina, ove fiorisce la vita immortale. (...) nessun sacrificio o culto è gradito al dio supremo, nessuno ottiene più ricchi frutti ultraterreni di quel sacrificio che si offre mentre si muore combattendo sul campo di battaglia. (...) attraverso i guerrieri che, cadendo, offrono un sacrificio a Odhino, si ingrossa la schiera di coloro di cui questo dio ha bisogno per l'ultima battaglia contro il ragna‑rókkr, cioè contro il fatale “oscuramento del divino”, che, da tempi lontani, incombe minaccioso sul mondo». (1)

La battaglia di Berlino, dunque, anche sul piano simbolico‑tradizionale, lungi dal configurarsi quale ultima battaglia, è la prefigurazione storico‑simbolica della battaglia decisiva che, nel corso del terzo millennio (entro il primo quinquennio? O anche più tardi, considerando che l'ebreo Edward Luttwak, autorevole portavoce mondialista, in un'intervista rilasciata a "II Messaggero" del 25 marzo 1997, al giornalista Luigi Vaccari che gli chiedeva: «Che parte assegna, in questo scenario, al fondamentalismo islamico?», così rispondeva: «Comparato a questi grandi cambiamenti, è un problema da quattro soldi: veramente insignificante. La maggior parte dei Paesi mussulmani lo sta combattendo vigorosamente. Gli stessi fondamentalisti sono così deboli che neanche in Israele, dove vivono accanto al nemico, riescono a fare niente: uccidono tre persone lì, quattro persone là. Sono una banda di incapaci. La crisi di fine Secolo è il ritorno della povertà che si esprime con i bassi salari e con la disoccupazione non più temporanea ma cronica». Insomma, come dire: «non è cosa ...», ovvero, la volpe che parla dell'uva... lasciamo perdere l'Islam tradizionale e rivoluzionario sia perchè le sanzioni economiche, decretate unilateralmente dagli USA contro la Repubblica Islamica dell'Iran, sono ricadute (nel 1996) fragorosamente sulla testa vuota di Clinton, sia perchè c'è il rischio di farsi male ... sia perchè la strategia e la prassi mondialiste suscitano squilibri socio‑economici che, per gli oligarchi ebrei, risultano assai più pericolosi che non le avanguardie combattenti mussulmane... a tale proposito leggete il libro di Lester C. Thurow, "II futuro del capitalismo", Mondadori, ‘97... e anche perchè, una squadra dedita alle autoreti, così procedendo, trasmette una grande fiducia nella compagine avversaria... quindi, caro Luttwak, gli incapaci siete voi. Del resto, per voi, l'onda di riflusso iniziata nel gennaio 1991, continua... avreste dovuto giocare allora, e quando cazzo la chiudete più? Più incapaci di così... perchè il mondo si divide in due categorie: quelli che non chiudono le partite e quelli che rimontano: voi non sapete chiudere le partite ...), sarà combattuta, con esito vittorioso, dai militanti totali dell'Ordine della Tradizione contro il disordine sovversivo rappresentato dal Sistema giudaico‑mondialista, riflettendo, sul piano delle forme storiche, il simbolo metastorico della lotta spirituale fra la Tradizione e la Sovversione.

Sul piano spirituale, l'etica guerriera che alimenterà la superiore capacità di combattimento dei soldati politici SS, nonché dei soldati della Wermacht, costituisce la manifestazione storica dei valori interni ad ogni forma tradizionale, la quale abbia conosciuto esperienze spirituali di iniziazione guerriera: «... tale azione spirituale ‑scrive Julius Evola‑ consisteva nel trasformare l'io individuale dalla normale coscienza umana, che è circoscritta e individuata, in una forza profonda, superindividuale (...) che è al di là di nascita e morte.» Ciò determina «... una crisi distruttiva; così come un fulmine, in séguito a una tensione troppo alta di potenziale nel circuito umano. (...) in tal caso, si produrrebbe una specie di esperienza attiva della morte (...). Nella tradizione nordica, il guerriero vede la propria walkiria per l'appunto nell'istante della morte o del pericolo mortale. (...) All'apice del pericolo del combattimento eroico si riconobbe la possibilità di tale esperienza supernormale. (...) Le Furie e la Morte, che il guerriero ha materialmente affrontate sul campo di battaglia, lo contrastano anche interiormente sul piano spirituale, sotto forma di un minaccioso erompere delle forze primordiali del suo essere. Nella misura in cui egli trionfi su di esse, la vittoria è sua». (2)

Queste valenze formatrici simbolico‑guerriere hanno sicuramente plasmato la forma antropologica e ispirato le condotte esemplari di coloro che, consapevolmente, hanno vissuto la battaglia di Berlino quale atto assoluto che, irrompendo sul piano della contingenza storica, invera, al di là di ogni utilitaristica quantificazione delle occasioni, la dimensione divina del valore archetipico‑guerriero. Esso devasterà l'orizzonte storico della vacillante umanità adusa a misurare la convenienza politica correlata con l'esito militare di una vicenda bellica ormai estranea a qualsivoglia valutazione di opportunità, sia pure meramente tattica. Nel 1945, a Berlino, non si pensa più in termini umani: l'aristocrazia politica nazionalsocialista sarà l'esemplificazione razziale di uno stile comportamentale sottratto al dominio contingente delle esagitazioni attivistiche in cui gli umani (?) consumano le loro insignificanti esistenze. II Führer, infatti, conosce lo spessore cosmico sotteso allo scontro militare che lo oppone alle forze alleate, braccio armato del capitalismo ebraico internazionale. La guerra, dunque, si sarebbe sicuramente conclusa con la vittoria totale o con l'annientamento totale: «Già nel 1923 ‑scrive Serge Hutin‑, dieci anni prima della sua ascesa al potere, Hitler diceva, nel suo caratteristico stile profetico: "Ciò che oggi si prepara sarà molto più grande della Grande Guerra. Lo scontro avverrà sul suolo tedesco in nome del mondo intero! Non vi sono che due possibilità: o noi saremo gli agnelli sacrificali o noi saremo i vincitori"». (1) Parimenti, Berger e Pauwels scrivono: «(...) Fu una guerra manichea o, come dice la Scrittura, "una lotta di dèi". Non si tratta, beninteso, di una lotta tra Fascismo e democrazia (...). Questo è l'aspetto esteriore della lotta. C'è un esoterismo. Questa lotta di dei che si è svolta dietro gli avvenimenti appariscenti non è terminata sul pianeta ...». (4) È il 6 febbraio 1945, quando il Führer, nel suo Quartier Generale, pronuncia le seguenti parole: «Da una lotta disperata si irradia sempre un eterno valore esemplare». (5)

Sul piano politico‑razziale, noi affermiamo che, nell'apocalisse di Berlino, la forma politica nazionalsocialista scolpirà la connotazione razziale di una figura nuova, il soldato politico nichilista, il quale proietterà la sua disincarnata immagine oltre l'epilogo del secondo millennio. I soldati politici SS non combatteranno per una ratio strategico‑militare ormai inesistente; non combatteranno per Dio, latitante tra le macerie di Berlino; non combatteranno per la Patria (con la «P» maiuscola...), ormai integralmente occupata dalle bande mercenarie sioniste sovietico‑statunitensi; non combatteranno per le femmine e per i bambini, ormai preda di guerra per i calmucchi ubriachi; non combatteranno per sopravvivere: altrimenti si sarebbero arresi ... i soldati politici SS combatteranno nel nome della razza, ovvero nel nome della fedeltà alla propria razza, nella quale vive la superiore essenza del sangue arioeuropeo, fatalmente abbacinato da un destino di morte. Sono le visionarie prefigurazioni nichilistiche del superuomo di Friedrich Nietzsche e, successivamente, dell'autarca delineato da Julius Evola nella glaciale scultura scrittoria di "Cavalcare la tigre". Tra le rovine di Berlino, sorge l’uomo nuovo che affermerà i valori spirituali, aristocratici, gerarchici e guerrieri del Terzo Reich nazionalsocialista nell'epoca della contemporaneità nichilistica. È l'«atto del transito», che, muovendo dalla figura del soldato politico SS, approderà alla Iniziazione del Nulla, stabilendo un continuum antropologico con la futura forma razziale dell'aristocrazia politica composta dai soldati politici nichilisti del terzo millennio. Essi saranno gli iniziati del Nulla, ai quali, interiormente, non appartiene nessuna delle «buone e venerate cose» che corredano la porcilaia borghese, anche perchè, simmetricamente, a nulla essi appartengono. Il rogo di Berlino è la metafora storica del nichilistico rogo esistenziale della propria vita, condotta gradualmente a combustione dentro se stessi, mediante la gelida recisione delle aderenze naturalistiche che subordinano i comportamenti del singolo alla sfera vegetativa individuale, condizionata dalla bestiale dittatura della pulsione sentimentale e dell'istinto di conservazione. Per i combattenti di Berlino non esiste la paura, poichè chi non è schiavo della paura ha superato la vita; dunque, egli è il dominatore della morte. Chi non appartiene a nulla è capace di tutto (anche di venire a prelevarvi in braccio alle troie delle vostre mogli, a casa vostra...). Egli, dunque, risulta razzialmente idoneo a fini di arruolamento nell'aristocrazia politica rivoluzionaria che guiderà la guerra totale di annientamento contro il Sistema giudaico‑mondialista. Solo allora il teschio argenteo impresso sulle mostrine dell'uniforme indossata dai soldati politici SS non sarà impotente vagheggiamento nostalgico nè inerte compiacimento letterario. Questo sigillo simbolico identificherà dunque l'aristocrazia rivoluzionaria dei soldati politici nichilisti trasmutati dalla Iniziazione del Nulla, ovvero dalla «prova del Fuoco», così dis-velata da Julius Evola: «Saper gittare via tutto (...) ‑ questa (...) è la prima condizione per una tale via. È l'esperienza precedente la Grande Solitudine, il deserto senza luce in mezzo a cui l'io deve consistere, mediante una forza che egli deve 'assolutamente creare dal nulla. Di là da ciò la prova del Fuoco. (...) ... generare in sè la potenza di darsi una vita superiore mediante l'incendio e la catastrofe di tutta la propria stessa vita; confermare la propria autonomia consistendo quando ogni terreno sfugge da sotto i piedi, quando non si tocca più il fondo e tutto ciò su cui prima riposava la persuasione perde ogni fermezza e si dissolve in un caos incoercibile questo è il nuovo compito. Esso investirà (...) ogni categoria della persona; può trasmutare dunque dall'ironia per ogni espressione estetica e dalla dissoluzione di ogni religiosità, sino ad una pazzia cosciente e ragionata; da un'implacabile e onnipervadente scetticismo corrodente ogni certezza filosofica e scientifica, sino alla violazione deliberata di ogni legge morale e sociale; dalla riaffermazione di là da ogni valore riconosciuto e da ogni autorità, fino alla negazione di ogni fede, ideale o entusiasmo e al disprezzo di ogni sentimento di umanità, di amore o rispetto. Infine, dalla severità di una disciplina di ascesi e di mortificazione avente in se stessa, nel suo momento semplicemente negativo, il proprio fine e la propria gioia, sino a uno scatenato orgiasmo che, nello spingerle all'estrema intensità, arda in se stessa ogni passione. Di là da tutto: saper portare all'apice tutto ciò da cui il terrore originario è esasperato, tutto ciò che il nostro essere naturale e istintivo disperatamente non vuole, saper rompere il limite e scavare sempre più profondamente, dovunque, il senso dell'abisso vertiginoso, e consistere nel trapasso, sussistere là dove gli altri sarebbero travolti. Nulla deve più esistere, a questo punto, che possa venire rispettato, nulla che si senta di non essere capaci di fare. (...) una dipendenzá non è migliore di un'altra e lo scopo non è di cambiare padroni (legge del bene, dello spirito, della libertà, ecc.), sibbene di riaffermare l'io sopra ad ogni correlazione, qualunque essa sia ‑ di farne qualcosa di agile, di duro, di freddo, di inafferrabile, di pronto, qualcosa che è libero in questo suo vivere pericolosamente come potenza negatrice di ogni determinazione e di ogni appoggio». (6)

Per gli uomini di questa razza, il termine «resa» sarà un incomprensibile suono composto da quattro fonemi... per costoro, nell'ambito di uno specifico quadro di riferimento militare, il combattimento sarà concepito esclusivamente quale prassi tattico‑strategica offensiva, sempre e comunque diretta all'annientamento del nemico, pronta a fare peggio contro chiunque voglia farti male... essi saranno sempre decisi ad elevare il coefficiente di intensità del conflitto contro chi, in una notte ‑per altro, afosa... ‑ di mezza estate, ha sognato di fare loro paura... buh! ... sempre consapevoli del fatto che si risponde con moltiplicata efficacia di contrasto ad ogni attacco nemico... sempre capaci di lasciare segni indelebili sul viso e sulla vita di coloro che, non importa se con esito vincente o perdente, li hanno aggrediti... sempre determinati all'offensiva, anche sulle strade di Berlino, anche a poche centinaia di metri dal Führerbunker... Noi abbiamo così evocato, dalle scaturigini del Nulla, la razza dei combattenti capace di rendere probabile l'impossibile...

La battaglia del saliente di Kursk e la controffensiva delle Ardenne, preceduta dall'invasione alleata della Normandia, costituiscono gli eventi bellici che consentiranno alle bande mercenarie dell'ebraismo internazionale plutocratico‑bolscevico di inquadrare strategicamente l'obiettivo militare rappresentato dalla capitale del Terzo Reich.

Nell'estate del 1943, il Führer decide la ripresa dell'iniziativa strategica sul fronte orientale, avviando una terza offensiva. Ciò anche in relazione al fatto che l'industria bellica nazionalsocialista si appresta a conseguire i massimi livelli produttivi. È l'operazione "Cittadella". Si tratta di accerchiare e di annientare un milione di soldati sovietici, il 40% delle forze di cui dispone l'Armata Rossa, serrandoli con una manovra a tenaglia nel saliente di Kursk. Le divisioni corazzate della Wermacht si aprirebbero così di nuovo la strada verso Mosca, capitale del bolscevismo ebraico: «La vittoria di Kursk ‑il Führer ne è sicuro‑ sarà un faro che illuminerà il mondo». Ma l'azione spionistica della "Orchestra Rossa" consentirà ai sovietici di conoscere in anticipo i piani. nazionalsocialisti e di apprestare un solido sbarramento difensivo, grazie anche e soprattutto agli aiuti militari giudaico‑statunitensi. Basti solo pensare, ad esempio, ai

500.000 autocarri veloci che permetteranno ai sovietici di spostare, rapidamente e tempestivamente, soldati e mezzi lungo tutto l'arco del vastissimo fronte.

Alla fine della più grande battaglia di carri della storia, i combattenti nazionalsocialisti avranno perso mezzo milione di uomini, le migliori forze corazzate, nonchè, per sempre, l'iniziativa strategica sul fronte orientale.

«Quando sbarcheranno ‑sono parole di Erwin Rommel‑ li dobbiamo ributtare in mare il giorno stesso. Quello, per la Germania, sarà il giorno più lungo». E il giorno più lungo, sul fronte occidentale, verrà il 6 giugno 1944, quando i mercenari anglo statunitensi, braccio armato del capitalismo ebraico internazionale, inizieranno il processo imperialistico di occupazione dell'Eurasia, sbarcando in Normandia: «... 6480 navi da trasporto, con circa 4000 mezzi da sbarco, scortate da 6 navi da battaglia, 23 incrociatori, 122 cacciatorpediniere, 360 torpediniere e alcune centinaia di navi attrezzi» (7), vomiteranno contro le difese del Vallo Atlantico una marea di soldati e di armi. Nel cielo, 13.000 aerei, ai quale la Luftwaffe potrà opporne solo 319, sganceranno sugli eroici soldati del Terzo Reich 12.000 tonnellate di bombe. Da questo momento, grazie a un’immane supremazia materiale, le bande sioniste avranno aperto una ferita mortale nel fianco occidentale dell'Eurasia. Esse punteranno verso Berlino, fronteggiate, per altro, dal supremo orgoglio, dalla superiore volontà e dalla incomparabile capaci di combattimento dei soldati del Terzo Reich, simboleggiata dalla leggendaria controffensiva delle Ardenne del dicembre 1944: la "battaglia dei giganti", come sarà definita dagli stessi statunitensi: «Obiettivo Anversa, il grande porto belga ‑scrive Romualdi‑ senza il quale gli americani non potrebbero alimentare l'offensiva contro la Germania. È la estrema, geniale mossa di Hitler, che tenta di ripetere la manovra del 1940, la frattura del fronte nemico e l'insaccamento di una parte di esso». (8)

Tra i boschi delle Ardenne, i generali delle Waffen‑SS Sepp Dietrich e Jochen Peiper, i generali della Wermacht Hasso Von Manteuffel e Walter Model, saranno i protagonisti della magistrale controffensiva delle armate nazionalsocialiste. II 6° Panzerkorps di Dietrich sfonderà a Malmedy per puntare su Anversa; Von Manteuffel e Model punteranno su Bruxelles attraverso Bastogne e la Mosa; a sud, Peiper, al comando di un'altra leggenda (una delle tante...), ovvero la 1ª divisione corazzata "Leibstandarte SS Adolf Hitler", proteggerà il fianco meridionale: 28 divisioni, 200.000 uomini e 1000 carri si avventano contro le difese alleate. Gli anglo‑statunitensi, inizialmente travolti, vacillano. Sembra l'ennesimo miracolo bellico propiziato dall’insuperata genialità strategica del Führer. Ma, alla distanza, la mancanza di carburante, l'impossibilità di disporre dell'ausilio della Luftwaffe, favoriranno le armate asservite all'ebraismo internazionale.

Anche sul fronte occidentale, l'iniziativa strategica si è definitivamente esaurita.

Nel gennaio 1945, già prima della caduta di Budapest e di Varsavia, i rapporti di forza sono irreversibilmente saltati: lungo la linea compresa tra la Prussia orientale e i Carpazi, l'Armata Rossa schiera complessivamente 3.900.000 soldati contro 1.000.000; 50.000 cannoni contro 12.000; 9.800 carri contro 1836; 14.800 aerei contro 1570. II 12 gennaio 1945, guidata dal maresciallo Koniev, inizia l'offensiva sovietica in direzione di Berlino: «In tal modo ‑scrive Joachim C. Fest‑, l'intero schieramento tra il Mar Baltico e i Carpazi si mise in movimento, e si trattava, da parte sovietica, di una enorme macchina bellica, la cui superiorità era di undici a uno rispetto ai tedeschi per quanto riguardava la fanteria, di sette a uno per quanto atteneva alle forze corazzate, e di ben venti a uno quanto ad artiglieria». (9)

II 16 gennaio 1945, il Führer, lasciata la Wolfschanze di Rastenburg, nella Prussia orientale, rientrerà a Berlino per aspettare il nemico di razza e per fare della battaglia di Berlino la sua battaglia, ovvero l'apocalittica arsione della Civiltà arioeuropea: «Hitler aveva deciso di rimanere a Berlino per ua'ino la `rerà a Berlino per `assumere personalmente la difesa della città (...). I presenti cercarono di persuaderlo a lasciare la capitale perchè era ormai impossibile controllarne la situazione; ma Hitler rispose (...) che sarebbe rimasto e per sottolineare là sua decisione annunciò che avrebbe comunicato la sua presenza nella capitale». (10) Sono parole del Führer: «Se giunge la fine, allora voglio che mi trovi qui, nella Cancelleria del Reich. Per me non esistono compromessi. Nè tanto meno cadrò nelle mani del nemico. lo rimango a Berlino». (11) Le macerie della capitale del Reich saranno tappezzate ‑accanto alle preesistenti scritte: «WIR KAPITULIEREN NIE» (Noi non capitoleremo mai)‑ da manifesti recanti il seguente proclama: «II Führer è a Berlino. II Führer resterà a Berlino. II Führer difenderà Berlino fino all'ultimo respiro». A tale volontà porgerà eco il dr. Goebbels: «Parlando di questi giorni, la storia non potrà mai dire che il popolo abbia abbandonato il suo capo o il capo abbia abbandonato il suo popolo. E questa è la vittoria!» (12)

Intanto, 6200 carri sovietici T 34, sostenuti da migliaia di aerei, dilagano nelle pianure polacche. II ReichsFührer SS Heinrich Himmler, nominato comandante del Gruppo Armate Vistola, tenta l'impossibile sul fronte di Pomerania. Soldati politici SS e militi della Wermacht, volontari europei inquadrati nelle Waffen‑SS, si dissanguano per arginare le orde slavo‑mongole del bolscevismo ebraico. A marzo, però, l'impossibile diventa probabile: il fronte sarà fissato sull'Oder: Berlino è ormai città di prima linea e Joseph Goebbels, Gauleiter della capitale e Reichskommissar per la guerra totale, ne organizza la difesa. Proclamata la mobilitazione totale, tutti gli uomini validi dai 15 ai 60 anni, armati di Panzerfaust, vengono inquadrati nel Volksturm e nella Hitlerjugend; essi saranno l'esercito de popolo che contribuirà all'estrema difesa della capitale del Terzo Reich e dell'Eurasia.

II 16 aprile 1945, alle ore 4 del mattino, 22.000 cannoni, 13 armate, alla quale si oppone l'unica armata del Generale Heinrici, scatenano l'attacco finale a Berlino. Si combatterà casa per casa, nelle strade, nelle piazze, guidati dall'indomabile volontà del Führer, primo soldato politico dell'Ordine Nuovo, il quale sarà presente al suo posto di comando nel "Führerbunker" della Cancelleria del Reich, per combattere, fino al tragico esito finale, la sua battaglia, la battaglia .di Berlino. Quindi, si dissolverà nel sudario di sangue e di fuoco nel quale saranno composte le spoglie mortali della capitale del Terzo Reich.

Mentre sulla Alexanderplatz il Kampfkommandant Barefànqer risponde a chi gli obietta la scarsità di munizioni: «Allora combatteremo all'arma bianca. Noi difendiamo un'idea»; mentre sulla Friedrichstrasse, sulla Potsdamerplatz e sulla Wilhelmstrasse, le Waffen‑SS e la Hitlerjugend di Axmann, attingendo a vertici di sovrumano eroismo, riescono ancora a contenere l'assalto finale del branco slavo‑mongolo; mentre il 29 aprile 1945, i soldati politici della "SS Charlemagne" e della "SS Nordland" sferreranno una leggendaria controffensiva sulla Belle Alliance Platz, distruggendo sette carri sovietici; e, ancora, mentre il 30 aprile 1945, i difensori della Cancelleria del Terzo Reich ‑superstiti della "SS Charlemagne" e della "SS Nordland", del "15° Fucilieri SS Lettoni", e soldati della Wermacht‑ saranno annientati affrontando i sovietici all'arma bianca sulle scalinate e fin dentro i sotterranei del Reichstag, un annuncio radiofonico essenziale, scarno, spartano nella sua maestosa laconicità, testimonierà l'esemplare epilogo di una vita virilmente composta nella forma eroica della milizia totale: «II Quartier Generale comunica che, oggi pomeriggio, il nostro FüHrer Adolf Hitler è caduto per la Germania, al suo posto di comando nella Can*celleria del Reich, com*battendo il bolscevismo fino all'ultimo respiro. II 30 aprile il Führer ha nominato suo succes*sore il Grande Ammira*glio Doenitz».

«Altissime, poi vibranti e spezzate, poi ancora alte, cupe e solennemente fune*bri, erano risuonate le note della marcia funebre di Sigfrido dal "Crepuscolo degli Dèi"». (13)

Nel nome della razza.



NOTE:

1) Julius Evola, "La dottrina aria di lotta e vittoria", Ed. di Ar, s.d.;

2) Julius Evola, op. cit.;

3) Serge Hutin, "Governi occulti e società segrete", Ed. Mediterranee, Roma ‘73;

4) Berger e Pauwels, "II mattino dei maghi", Mondadori, Milano ‘63;

5) Adolf Hitler, "Ultimi discorsi", Edizioni di Ar, Padova ‘88;

6) Julius Evola, "Fenomenologia dell'Individuo Assoluto", Ed. Mediterranee, Roma ‘76;

7) A. Romualdi, "Le ultime ore dell'Europa", Ciarrapico Editore, Roma ‘76;

8) A. Romualdi, op. cit.;

9) Joachim C. Fest, "Hitler", Rizzoli Editore, Milano ‘74;

10) M. L. Gennaro, "La battaglia di Berlino", De Vecchi Editore, Milano ‘74;

11) R. D. Múller ‑ G. R. Ueberschar, "La fine del Terzo Reich", Il Mulino, Bologna ‘95;

12) P. J. Goebbels, discorso del 20 aprile ‘45;

13) A. Romualdi, (pref. a) Adolf Hitler, "La battaglia di Berlino", Ed. di Ar, Padova ‘77

Majorana
23-08-10, 04:40
In effetti...:sofico:

Aggiungici che il tipo e' del P.D. e immaginati che seratina.... :piango:

( ...ovviamente non si parla di politica....senno' je meno... :D )



Ma il tipo conosce i tuoi ideali politici??? :D:D:D


Eh anch'io ho passato una serata noiosa con sinistroidi beoti (amici di amici)...

Avamposto
23-08-10, 04:45
Ma il tipo conosce i tuoi ideali politici??? :D:D:D



Ovvio.... E' per questo che non parliamo ....lui soprattutto....di politica! :sofico:



Eh anch'io ho passato una serata noiosa con sinistroidi beoti (amici di amici)...


Vabbe' posto che vai beoti che trovi.... capita! :D

Majorana
23-08-10, 05:50
I Fascismi europei e l'Impero nipponico purtroppo hanno perso la seconda guerra mondiale. La loro sconfitta ha significato - 'metafisicamente' - una sorta di 'crepuscolo degli dei', che ha chiuso quella 'estate di San Martino nel lungo inverno della modernità' (cit. Freda) inziata agli albori del primo dopoguerra.


Vedi, la sconfitta dei "fascismi" mondiali (ci metto anche i nipponici), non ha significato solo la caduta del mondo spirituale (che non è la cosa più grave avvenuta), ma lo scontro tra due mondi totalmente diversi.
L'ideale socialista nazionale dei fascismi mondiali, voleva distruggere l'usura, il denaro e, con esso, l'individualismo viscido frutto del liberal capitalismo, istaurare uno stato organico, garantire il lavoro non come piaga per i cittadini (vivere per lavorare), ma come forma d'arte (lavorare per vivere) in cui venivano intesi l'artigianato e l'agricoltura come forma d'arte da tramandare ai propri figli (se volevano continuare l'opera del proprio genitore invece di cimentarsi negli studi).
Il sangue contro l'oro, questa fu la dfferenza tra chi diede il prorio sangue per il popolo e chi per i banchieri.
Questo lo dico perchè conoscendo il tuo pensiero, capisco che tu metta al primo posto la vittoria del materialismo su Dio, ma questa è solo una conseguenza della vittoria del denaro su tutto il resto.




Ha prevalso la visione del mondo materialista nella sua doppia versione liberal-capitalista democratica e bolscevica.

Non sono due versioni differenti, ma un unico ideale di pensiero, creato dalle stesse menti, per ridurre l'umanità ad un qualcosa di simile alle scimmie negli zoo.

http://27.media.tumblr.com/Yus0zHlZRpfp4ucicJBEu4Z2o1_500.jpg




E' un dato incontrovertibile su cui non possiamo fare nulla.
Oggi il mondo è l'esatto opposto di quello che volevano i Fascismi europei. Anche su questo non possiamo fare molto.
Ci sono la globalizzazione, il mondialismo, l'umanitarismo, il libero mercato come dogma, ecc. ecc.
Questo è il contesto storico nel quale ci troviamo a vivere non solo noi 'europei', ma addirittura il mondo intero.
Pensare di potersi affrancare totalmente da esso è una chimera utopica, a mio sommesso avviso.


Non è vero, questo è il sistema in cui si trovano a "vivere" gli occidentali.
Di popoli e nazioni che lottano ancora contro i "mercanti" ce ne sono tanti (Palestinesi, libanesi, siriani, iraniani, venezuelani, ecc...).
Il mondo non può ridursi al solo occidente, in particolar modo a questa Europa malata e morente, distrutta dalla mercificazione umana e dall'usura.
Il guaio è che tu sei sordo a queste realtà, forse per una sorta di puzza sotto il naso, un razzismo da stadio, che ti porta a confondere l'appoggio verso queste nazioni e questi popoli come una forma di immigrazionismo e meticciato oppure perchè di una religione diversa dalla tua, non capendo che l'appoggio a questi è importante se si condividono certi temi.




Nemmeno l'Iran che, da quanto ho capito, trova la tua simpatia politica è estraneo ad esso. Se si crede che la Repubblica Islamica Iraniana sia un baluardo ideologico anti-mondialista incorruttibile e del tutto estraneo agli 'affari' di questo 'sporco mondo' si è in errore. La vicenda Iran-Contras insegna, così come insegna la stessa rivoluzione iraniana voluta, favorita e fomentata dai già citati ambienti di cui fa parte il 'giudeo-polacco-frankista-marrano' Brzezinski.

Beh, c'era una guerra (Iran-Iraq), ovvio che gli iraniani comprassero armi dagli americani (figurati che io sono molto più filo-iraqueno che iraniano, quindi, in questo caso, non di parte).
L'iran è, attualmente, il nemico numero 1 dell'entità sionista, questo mi basta per capire dove sia la ragione.
I Soros e Brzezinski (e i loro simili) finanziano tutte le parti, in questo modo vincono sempre, ma come diceva un vecchio detto (vado a memoria) "Nutriti del cibo del tuo nemico per avere sufficiente forza per batterti contro di lui".



Pertanto, so bene che la Russia è una nazione capitalista, ma capitaliste lo sono tutte le nazioni del pianeta! Semplicemente, la Russia non aderisce al dogma del liberal-capitalismo, ma ad una forma di nazional-capitalismo di Stato che fa gli interessi della Federazione Russa e non solamente gli interessi di qualche plutocrate corrotto e asservito agli stranieri.
Nei settori fondamentali la Russia è sovrana come Stato e come nazione.


Non è vero, la Russia aderiva a questo dogma. E' stato Putin a far arrestare o fuggire molti oligarchi, a ridare al proprio popolo la sovranità energetica nazionalizzando le industrie di gas e, in parte, di petrolio.
Prima di Putin, in Russia, vi era il buio più totale, per questo, da quando non è più presidente, quei poteri occulti ed addormentati si stanno risvegliando. Se non sono riusciti a fagocitare nuovamente quel paese è grazie ancora ai suoi sforzi, di certo Medvedev non si è dimostrato all'altezza.
Bisogna auspicare che Putin torni al più presto a capo di quella nazione, servono altri 10 anni della sua presidenza, non solo per quel popolo ma anche per noi Europei e per molti stati arabi e asiatici.




Essere anti-russi per 'obbedienza' - diciamo così - al pregiudizio anti-slavo (tra l'altro erroneo e superato, nella prassi, dalle SS - Waffen soprattutto - di Himmler) dello Zio Adolf, nel contesto attuale soprattutto, mi sembra castante. Relativamente alla Russia, preferisco quello che disse Leon Degrelle ne "La Nostra Europa", in appendice a 'Militia' edito dalle edizioni AR.

La Russia ha troppi parassiti e corrotti tra le proprie fila, una burocrazia assurda, un apparato strutturale e tecnologico ancora colmo della ruggine sovietica, il lavoro da fare per vederla ai massimi livelli è ancora lungo e nessuno si è dimostrato all'altezza di questo compito se non Putin.
Per questo (e rispondo in questo modo ad un tuo post precedente in cui mi davi del filo russo), spero che torni nelle mani di Putin, io non supporto la Russia nella sua interezza ma, semplicemente, supporto quell'uomo e questo perchè esso si è dimostrato vicino al proprio popolo e ad altri popoli.
La nostra, non deve essere una vicinanza alla Russia solo perchè storicamente rivale degli americani, ma solo vicinanza agli uomini giusti di quel paese che, ovviamente, non sono (ancora) totalmente liberi dato il loro avere le mani legate dai poteri forti, ma (si spera) vogliosi di liberarsi da essi...

Majorana
23-08-10, 06:20
Non dico che si debba aderire alla dittatura del pensiero unico politicamente corretto. Credo però che chiudersi in una 'torre d'avorio' sia controproducente ed impolitico, mentre invece alles leben ist kampf.


Giusto e lo condivido. Ovviamente allearsi con Putin, Hamas, Libano, Siria, Venezuela, ecc... cioè con i paesi e con gli uomini sinceramente anti-capitalisti ed anti-sionisti (sperando che la futura presidenza Putin lo sia in modo più sincero e meno vincolato dai soliti poteri...).



Ma infatti io non muovo 'rilievi' all'Iran per via della sua realpolitik, più che legittima. Faccio solamente notare come - oggi - non esistano 'puri' da nessuna parte e che fare le pulci a tutti i costi in una situazione come quella attuale sia un approccio ideologico e quindi, in definitiva, sbagliato.



Ma non è vero, non puoi paragonare l'Iran con un paese occidentale, ciò è profondamente falso. L'Iran è un paese sinceramente anti-sionista, anti-capitalista, che non accetta la mercificazione della donna e del suo corpo (come avviene con le occidentali ridotte, dalla solita propaganda e dai media, a delle inutili put***e), dell'usura bancaria e che vuole la sovranità delle fonti energetche.



Certo, ma ora in Russia quanto meno un minimo di iniziativa privata all'interno del paese c'è e non ci sono più le storture del sistema sovietico. Questo apparente miglioramento ha portato, purtroppo, allo schifo eltsiniano iniziale, ma poi - come ho già avuto modo di dire - Putin ci ha messo una bella 'toppa'.
Forse sarò influenzato, in quanto cattolico, dalla questione della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria Sempre Vergine, però - sinceramente - sentire un capo di governo - mi riferisco a V. Putin -chiedere pubblicamente alla Chiesa di indire processioni e pregare per la salvezza della Russia dalla crisi in un'epoca in cui la religione e la spiritualità genuina sono state messe sotto i tacchi, per non dire di peggio, mi fa capire che - al di là di economia e geopolitica - in Russia non si sta esattamente cazzeggiando.


Ecco, questo è il problema, tu valuti una nazione in base alla sua vicinanza alla religione.
Capisco il tuo essere cattolico, ma, come tale, dovresti preoccuparti principalmente della sovranità politica-economica-energetica (del fatto che il popolo non sia schiavo, arrivi con decenza a fine mese e si senta parte di uno stato che lo tratti come un figlio).
Non voglio credere che per te conti la semplice preghiera, non voglio credere che sia l'unico volere di Dio. Un vero capo affronta la spiritualità principalmente ridando alla propria gente la dignità persa, distruggendo l'usura. Questo è il senso vero di Cristo, quel Cristo che non si recò al tempio per pregare e per invogliare alla preghiera, ma per scacciare i mercanti, gli usurai.



Perdonami, nella fretta ho dimenticato una 'r'.

Tu dici che senza una Grande Germania - e io aggiungerei un po' sciovinisticamente una "Grande Italia" - non si potrà fare una Grande Europa. In linea di principio, posso concordare.
Però che ne pensi del fatto che, cosa del resto che accadde anche sotto A.H., la Germania non possa fare a meno di guardare....ad Est? :chefico:


La "GRANDE ITALIA" è quella in cui i ladri, i capitalisti ed i banchieri non sono al potere. Dove Berlusconi, colui che ha distrutto il tessuto sociale del nostro paese americanizandolo, mercificandolo ed usando il nostro popolo unicamente come acquirente delle sue porcherie, non ne è a capo, ma al bando,ovviamente, assieme ai vari De Benedetti, Caltagirone, sinistroidi vari, ecc...

Per quanto riguarda l'allargamento ad est è semplice, ogni nazione che non vuol dipendere da altre deve avere degli spazi per l'autarchia alimentare, che è il primo compito ed assieme il problema principale da affrontare per non essere schiavi di fornitori esteri (come le campagne italiane in Africa, mica pensi che sia per "l'Impero", semplicemente occorre spazio per l'agricoltura ed altro, questo per la piena indipendenza e per non essere ricattati da altre nazioni).
Attualmente, succede la stessa cosa, molti stati stanno acquistando terreni fertili in altre nazioni (se non erro, per fare un esempio, la Corea del sud ha comprato terreni fertili dal Madagascar), comprendendo come il problema principale per il futuro del mondo non sia quello economico, ma quello alimentare.
Con questo non sto scrivendo che si debbano invadere altre nazioni, ciò sarebbe solo il pretesto usato dai soliti per muovere guerre, l'argomento è molto complicato e rischiamo di andare ot.

Gianky
24-08-10, 08:19
In parte è vero,però Berlusconi ha fatto collezione
di scomodi:da Putin a Lukaschenko,mancava solo Chavez
ed era fatta :D
Lungi da me esaltare un uomo che avuto 2 luci e 2000 ombre,ma riconosciamo come per tutti meriti e demeriti.

Sono d'accordo con te, Berluska è quello che è, inutile esaltarsi, però se fà qualche cosa di bene, bisogna dargliene atto.

Gianky
24-08-10, 08:29
Per me Berlusca e csx pari sono! Ovviamente è necessario ,per un governo italiano, dialogare con vicini partner commerciali quali la Libia e l'Iran. L'ha scritto anche Avanguardia: perfino il csx agì in questo modo. Ritengo, in un certo senso, accettabile questa agenda di politica estera...ma non dimentichiamo le lecchinate di Silviuzzo nei confronti del TRIO (usa-uk-israele).

Per quanto concerne i soliti "contestatori": stendiamo un velo pietoso.

Ma il berluska lo conosciamo tutti, sappiamo bene che da 65 anni l'Italia è una colonia ed in questi 65 anni è stata in balia dei "padroni". La cosa non è cambiata con Berlusconi e nemmeno poteva cambiare.

I "contestatori" sono della stessa pasta. Se però, ed insisto, silvietto, per motivi suoi, "abbozza" una minimissima indipendenza dai "padroni", io gliene dò atto, pur sapendo chi è.

Avanguardia
24-08-10, 12:16
Penso che tali rapporti del Cavaliere con Putin o Gheddafi (iniziati da Prodi) stiano bene a gran parte degli strateghi d' oltreoceano, l' amicizia del plutocrate peccatore serve a livello diplomatico per convincere quei capi di stato a non metterse di traverso ai piani imperialistici anglo-sionisti, e per costruire un fronte anti-cinese.

Nazionalistaeuropeo
25-04-11, 22:12
Già che parlavamo di meriti e demeriti...
Riconosco che Avamposto aveva ragione,e io un po meno, altri invece
coi loro deliri del berlusconi nuovo Mattei e la politica estera russo-giudeo-italia contro l'asse obama-terzomondo avevano torto.
Del resto mai dare retta ai vaneggiamenti di ex pornoattori e di gente che cambia idea da un giorno all'altro..

Eridano
26-04-11, 10:01
Ma il berluska lo conosciamo tutti, sappiamo bene che da 65 anni l'Italia è una colonia ed in questi 65 anni è stata in balia dei "padroni". La cosa non è cambiata con Berlusconi e nemmeno poteva cambiare.

I "contestatori" sono della stessa pasta. Se però, ed insisto, silvietto, per motivi suoi, "abbozza" una minimissima indipendenza dai "padroni", io gliene dò atto, pur sapendo chi è.

L'italia è stata fondata da "loro".

Nazionalistaeuropeo
18-05-11, 20:57
L'italia è stata fondata da "loro".
O meglio dai massoni..
:)