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apibroker
28-08-10, 06:36
Una retorica della "lealtà" che si riduce a sfregiare la verità delle cose
Interrogatori e facce di bronzo.
Così va avanti la "caccia al finiano"
di Federico Brusadelli

Fermi un attimo. C’è qualcosa che non quadra. Riassumendo: il 29 luglio il Gran Consiglio del Pdl caccia Gianfranco Fini dal partito che è stato da lui co-fondato; due ore e via, senza contraddittorio, senza dibattito, senza uno straccio di motivazione che non suoni grottesca o inquietante; Gianfranco Fini ne prende atto, e – mentre dalle colonne dei “giornali amici” (o “parenti”) del premier partono dossier e roghi mediatici – raccoglie attorno a sé un gruppo di deputati e senatori che, per solidarietà con chi è stato “epurato”, hanno deciso di costituire dei gruppi parlamentari autonomi. Ma non finisce qui.

Perché adesso il “traditore del Popolo” Fini, cacciato dal suo partito senza tanti complimenti con un gesto “autoritario” e stalinista (alla faccia dell’anticomunismo), ha perso il diritto di partecipare alla vita politica del paese. E non solo non può più presiedere la Camera (notoriamente nelle disponibilità del premier, come spiegano gli esegeti della Costituzione Inesistente, evoluzione di quella “Materiale”), ma dovrebbe smettere di fare politica tout court. In effetti è semplice e logico: non può farla nel suo partito perché lo hanno messo alla porta, e non può farlo in un suo nuovo movimento perché sarebbe un tradimento. Più chiaro di così.

E allora chi si riconosce nelle idee e nelle battaglie di Gianfranco Fini ha due strade davanti (poi dicono che non c’è libertà…): rinunciare alle sue idee per “tornare all’ovile”, o darsi all’ippica. Per capirlo, ai vertici del Pdl – come annunciato dal ministro La Russa – hanno avuto la brillante idea di ricorrere a interrogatori con i singoli amministratori o dirigenti locali “finiani”. Una cosa “poliziesca e intimidatoria”, l’ha definita Adolfo Urso. E forse a occuparsene saranno le neonate Squadre della libertà.

Insomma, la retorica della “lealtà” con cui i pasdaran berlusconiani stanno impostando la loro guerra contro Fini prevede necessariamente lo sfregio della verità delle cose. E può reggersi solo sulla distorsione dei fatti, sulla propaganda più banale e più velenosa. E sulla faccia di bronzo, anche.

Daniele Capezzone, il porta-voce del Pdl, in mancanza di argomentazioni che suonino se non credibili almeno non ridicole, ha deciso per ora di ricorrere alla saggezza popolare:«Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca». Stessa tecnica per Mario Valducci, perché «non si può avere il piede in due staffe». Alta politica. Anche se il capolavoro lo firma Margherita Boniver, ricordando che «chi ha provocato magari involontariamente o inconsapevolmente una scissione può sempre ritornare con onore sui propri passi».

E i giovani non stanno a guardare: Francesco Pasquali, che a 33 anni è a capo delle nuove leve del Pdl, è perentorio: ben vengano gli interrogatori «per non imbruttire l'impegno politico giovanile con la logica della convenienza personale». «È tutto paradossale», ha detto Benedetto Della Vedova. Sì, e non c’è altro da aggiungere. Libertà di scelta anche qui: ridere, o piangere.
Ffwebmagazine - Interrogatori e facce di bronzo. Così va avanti la "caccia al finiano" (http://www.ffwebmagazine.it/ffw/page.asp?VisImg=S&Art=7934&Cat=1&I=..%2Fimmagini%2FFoto+G-K%2Finterrogation_int.jpg&IdTipo=0&TitoloBlocco=In+Primo+Piano&Codi_Cate_Arti=50)

Nina
28-08-10, 17:21
Una retorica della "lealtà" che si riduce a sfregiare la verità delle cose
Interrogatori e facce di bronzo.
Così va avanti la "caccia al finiano"
di Federico Brusadelli

Fermi un attimo. C’è qualcosa che non quadra. Riassumendo: il 29 luglio il Gran Consiglio del Pdl caccia Gianfranco Fini dal partito che è stato da lui co-fondato; due ore e via, senza contraddittorio, senza dibattito, senza uno straccio di motivazione che non suoni grottesca o inquietante; Gianfranco Fini ne prende atto, e – mentre dalle colonne dei “giornali amici” (o “parenti”) del premier partono dossier e roghi mediatici – raccoglie attorno a sé un gruppo di deputati e senatori che, per solidarietà con chi è stato “epurato”, hanno deciso di costituire dei gruppi parlamentari autonomi. Ma non finisce qui.

Perché adesso il “traditore del Popolo” Fini, cacciato dal suo partito senza tanti complimenti con un gesto “autoritario” e stalinista (alla faccia dell’anticomunismo), ha perso il diritto di partecipare alla vita politica del paese. E non solo non può più presiedere la Camera (notoriamente nelle disponibilità del premier, come spiegano gli esegeti della Costituzione Inesistente, evoluzione di quella “Materiale”), ma dovrebbe smettere di fare politica tout court. In effetti è semplice e logico: non può farla nel suo partito perché lo hanno messo alla porta, e non può farlo in un suo nuovo movimento perché sarebbe un tradimento. Più chiaro di così.

E allora chi si riconosce nelle idee e nelle battaglie di Gianfranco Fini ha due strade davanti (poi dicono che non c’è libertà…): rinunciare alle sue idee per “tornare all’ovile”, o darsi all’ippica. Per capirlo, ai vertici del Pdl – come annunciato dal ministro La Russa – hanno avuto la brillante idea di ricorrere a interrogatori con i singoli amministratori o dirigenti locali “finiani”. Una cosa “poliziesca e intimidatoria”, l’ha definita Adolfo Urso. E forse a occuparsene saranno le neonate Squadre della libertà.

Insomma, la retorica della “lealtà” con cui i pasdaran berlusconiani stanno impostando la loro guerra contro Fini prevede necessariamente lo sfregio della verità delle cose. E può reggersi solo sulla distorsione dei fatti, sulla propaganda più banale e più velenosa. E sulla faccia di bronzo, anche.

Daniele Capezzone, il porta-voce del Pdl, in mancanza di argomentazioni che suonino se non credibili almeno non ridicole, ha deciso per ora di ricorrere alla saggezza popolare:«Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca». Stessa tecnica per Mario Valducci, perché «non si può avere il piede in due staffe». Alta politica. Anche se il capolavoro lo firma Margherita Boniver, ricordando che «chi ha provocato magari involontariamente o inconsapevolmente una scissione può sempre ritornare con onore sui propri passi».

E i giovani non stanno a guardare: Francesco Pasquali, che a 33 anni è a capo delle nuove leve del Pdl, è perentorio: ben vengano gli interrogatori «per non imbruttire l'impegno politico giovanile con la logica della convenienza personale». «È tutto paradossale», ha detto Benedetto Della Vedova. Sì, e non c’è altro da aggiungere. Libertà di scelta anche qui: ridere, o piangere.
Ffwebmagazine - Interrogatori e facce di bronzo. Così va avanti la "caccia al finiano" (http://www.ffwebmagazine.it/ffw/page.asp?VisImg=S&Art=7934&Cat=1&I=..%2Fimmagini%2FFoto+G-K%2Finterrogation_int.jpg&IdTipo=0&TitoloBlocco=In+Primo+Piano&Codi_Cate_Arti=50)
Alta politica

:)

trilex
28-08-10, 18:39
troppo poco

cantone_nordovest
28-08-10, 22:02
e intanto siamo arrivati al 30-esimo giorno di stalking

Ma la battaglia fra berluscisti e scissionisti promette di continuare ancora un bel po'