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Visualizza Versione Completa : Farefuturo nel gotha del Ppe. I popolari europei promuovono le "idee di Fini"



famedoro
18-09-10, 20:42
Francesco Alessandri
Chissà come la prenderanno dalle parti del Pdl quando sapranno (ma siamo sicuri che già ne sono a conoscenza) che è proprio Farefuturo l'unica fondazione italiana a essere stata accreditata come rapporteur al tavolo delle fondazioni del Partito popolare europeo, e per parlare proprio del tema dei valori. Sì, per una strana ironia della sorte, proprio il think tank presieduto da Gianfranco Fini ed accusato - assieme al suo principale sponsor - di essere eterodosso e incompatibile per le sue idee con i valori del Popolo della libertà in Europa, invece, è da tempo uno dei pensatoi di punta nella famiglia del popolarismo.
«Sì siamo l'unica realtà italiana a essere stata invitata a tenere le conclusioni di un tavolo permanente sul tema dei valori e della libertà per l'Ein», ha spiegato Adolfo Urso, sottosegretario allo Sviluppo economico e segretario generale di Farefuturo. Ma non solo. «Il ruolo che è stato assegnato a Farefuturo - ha spiegato Urso che giovedì si trovava al tavolo della presidenza assieme al presidente del Ppe Wilfierd Martens e il presidente della Repubblica ungherese Pal Schimitt - testimonia inoltre come le idee di Gianfranco Fini siano perfettamente integrate nel dibattito europeo tanto da affidare alla sua fondazione uno dei temi portanti della riunione annuale».
Proprio a margine dei lavori dell'European Ideas Network, che riunisce anche quest'anno le oltre sessanta fondazioni che gravitano attorno al centrodestra europeo (che nel programma di questa sessione ha avuto il tema della crisi in Europa e gli strumenti per aiutare la crescita e combattere la povertà) è stato Federico Eichberg - responsabile esteri della fondazione Farefuturo e appunto l'unico italiano a svolgere il ruolo di rapporteur nei lavori - a spiegare il senso della sua relazione: «Abbiamo portato all'attenzione quali dovranno essere le strategie di aggiornamento dell'agenda di Lisbona del 2000, elaborata per la maggior parte dai governi di centrosinistra, con il portato culturale dei partiti del centrodestra europeo: e ciò si ottiene enfatizzando l'importanza di promuovere politiche che combattano il predeterminismo, che sappiano restituire respiro strategico nel campo demografico, dei corpi sociali, dei settori produttivi».
Ma non è una novità questo rapporto strutturale tra Farefuturo e la famiglia delle fondazioni del Ppe che si riuniscono nell'Ein: un percorso iniziato nel 2007 e che è maturato fino all'invito di quest'anno a Budapest dove oggi si conclude la summer school. Ma è proprio nella quotidianità che la fondazione che fa capo al presidente della Camera ha saputo integrarsi con gli altri pensatoi. Tanto che in questi anni i rapporti di partenariato con il meglio dei pensatoi europei sono stati numerosi e su temi dirimenti nel dibattito politico: basti pensare agli appuntamenti annuali con la fondazione Faes di Jose Maria Aznar (con la quale è stato presentato il Report on Europe il novembre scorso) o lo scambio continuativo con la fondazione Konrad Adenauer con cui ha svolto un ciclo di seminari aperto dai presidenti dei due parlamenti Fini e Lammert.
Insomma, per essere quel pensatoio che nel nostro paese viene accusato di essere quotidiamente la spina nel fianco nel dibattito politico e culturale del centrodestra dovrebbe suonare un po' strano questo ruolo di prestigio assegnato a Farefuturo. E invece, a quanto sostengono i massimi esponenti del Ppe non è così. Il perché di questa strana divaricazione lo spiega Mario Ciampi, direttore del think tank: «Farefuturo è nata proprio con la volontà di traghettare la destra italiana all'interno della grande famiglia del popolarismo europeo», per cui «per noi è naturale sentirci a casa quando si parla di green economy, di integrazione e di economia sociale di mercato». Sì, ma le polemiche sull'incompatibilità di Fini e dei suoi pensatori che si sono succedute in questi mesi? «Non ci siamo mai sentiti isolati all'interno del Ppe, tutt'altro - continua Ciampi - Siamo perfettamente integrati nel mainstream culturale dei partiti che fanno riferimento al gruppo, basti pensare - solo per fare un esempio - alla grande sinergia con i colleghi tedeschi sul tema del disarmo ideologico per ciò che riguarda il dibattito sul biotestamento». Da qui un consiglio del direttore di Farefuturo ai polemisti di casa nostra. «Chi ha accusato le idee di Fini di essere eterodosse rispetto al quadro dei valori del centrodestra farebbe bene a leggere i programmi e i documenti politici dei partiti gemelli in Europa. Si accorgerebbero che all'interno di questi esiste un dibattito vivace, nel quale pur nella differenza però non esistono veti». Che tradotto significa che, almeno in Europa, a causa delle proprie idee non esistono espulsioni ma ci si siede a un tavolo. In Europa, appunto. Dove le posizioni di Fini sono "di casa" (ma non ditelo al Pdl).



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