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Zefram_Cochrane
22-09-10, 15:53
Calearo: da Pd a PdL un biglietto sola andata. Paga Veltroni
pubblicato il 21 settembre 2010
Correva l’anno 2008. L’uomo duro di Federmeccanica, quello che aveva tenuto testa ai metalmeccanici e con cui dopo sette mesi aveva trovato un accordo, diventava capolista dei Democratici in Veneto.

A candidare Massimo Calearo nelle liste del Pd nelle ultime elezioni era stato l’allora segretario del partito Walter Veltroni che lo annunciò da Pisa e subito scatenò le ire della Sinistra-L’Arcobaleno. “Ora così possiamo dire che in quelle liste ce ne sono due e mezzo di troppo perchè se Colaninno vale uno, Calearo vale uno e mezzo“. “E’ un falco. Ma come si fa?” chiedeva Bertinotti.

LA PRIMA GRANA - Lui, l’industriale vicentino, la vedeva in modo diverso. Per due motivi: “Ho accettato perchè credo che questo sia un momento fondamentale per il futuro del nostro paese e la mia candidatura può essere un’occasione per il nordest“, diceva “e poi perchè se nel Partito Democratico trovano spazio anime, culture e interessi (anche non di sinistra) come quelli di cui io sono portatore, significa che la politica italiana sta veramente cambiando“. Successe poi che a Ballarò, Massimo Calearo rendesse omaggio a Clemente Mastella perchè, tutto sommato, era stato “provvidenziale“. “Non avendo votato la fiducia al governo Prodi ha tolto la spina ad un esecutivo in agonia da sempre e ha fatto posto per fortuna a un partito come il Pd che ha un programma moderno“. Apriti cielo! Ne nacque un caso politico con il ministro della Difesa Arturo Parisi che tuonava: “Non riesco a credere a quello che ho letto e non posso far finta di non aver sentito...”. Minacciando addirittura le sue dimissioni e con Rosi Bindi che affermava: “”Mi auguro che Calearo voglia precisare meglio il suo giudizio sul governo, anche perchè il programma che come candidato del Pd dovrà promuovere in campagna elettorale presuppone non la negazione o la rimozione del lavoro fatto da Prodi ma la sua valorizzazione“. Fino alla marcia indietro, alla precisazione: “Intervenendo ieri in tv, nel vivo della polemica con i rappresentanti degli altri schieramenti ho espresso giudizi che hanno dato spazio a polemiche all’interno del Pd, e questo mi dispiace”. “Allora voglio precisare meglio il mio pensiero: credo che l’iniziativa del governo Prodi, per molti versi positiva, fosse minata da una maggioranza divisa, dalle continue polemiche, dalla presenza di tante forze attente soprattutto a distinguersi e mettersi in mostra“. Eletto in Veneto, ostentava ottimismo: “Non mi sembra un cattivo risultato. Abbiamo iniziato, mattone dopo mattone, a demolire il muro di diffidenza attorno al Pd, anche se non lo abbiamo ancora sbriciolato“.

LEGA MON AMOUR - Nessuna possibilità d’intesa invece con il nuovo segretario Pierluigi Bersani, al quale Calearo avrebbe spiegato che l’attuale Pd non corrisponde più alla sua storia personale e, soprattutto, al progetto di un partito moderato e riformatore. Eppure l’addio dell’ex ‘falco’ di Federmeccanica appare in linea con la sua breve carriera politica all’interno del Pd. All’indomani delle elezioni dichiarò: “Il centrosinistra sconta un ritardo storico sui temi della sicurezza e del federalismo. C’è un vecchio centrosinistra che ha perso nei due anni di governo e un nuovo centrosinistra che adesso deve pensare alla rimonta. Io vado a Roma per ridurre la burocrazia e fare il federalismo fiscale”. Una dichiarazioni d’intenti che fa pensare più alla Lega che al Pd, e infatti Calearo non ha mai nascosto le sue simpatie per il partito di Bossi. “Resto nel Pd perché non è di sinistra, ma l’unica vicina alla gente è la Lega” e spiegando la sua fuoriuscita dal Pd: “Essendo figlio di mio padre non ho un papà nel partito. Grazie a Dio faccio quello che voglio. Mi hanno chiamato loro, non ho chiesto io di andarci. Mi sento libero“. Alle ultime primarie si era appena schierato con Franceschini, spiegando: “Bersani è un amico di sempre, ma se il partito dovesse andare a sinistra io non mi ci riconosco più. Io di sinistra non sono mai stato“.

VA’ DOVE TI PORTA IL BENE (DEL PAESE) - Dopo lo strappo di Rutelli, l’ex falco di Federmeccanica approda, giusto un anno dopo le elezioni, nell’Api e sogna la nascita di un terzo polo che metta insieme Fini, Montezemolo e Casini. “Ma questo sodalizio è davvero possibile?”“Io lo credo e lo spero – spiegava Calearo in un intervista al Quotidiano Nazionale – non vedo come Fini possa reggere a lungo in una coalizione dove la Lega è egemone e dove Bossi veste i panni del direttore d’orchestra. Occorre solo lasciar passare un po’ di tempo, le cose poi matureranno da sole”. Ma non è finita qui, perché sempre mostrando una infallibile coerenza oggi afferma: ”Sento i 5 punti e poi decido per il bene del paese. Se ci sono cose convincenti in economia io voto Berlusconi. Non e’ vero che chi e’ stato eletto nel Pd non puo’ votare la fiducia a Berlusconi”. Cosi Massimo Calearo in diretta ai microfoni della Zanzara a Radio 24 denuncia il suo sentirsi libero da tutti e prosegue: ”Io sono nell’Api e in questo momento mi sento libero e vado dove si fa il bene del paese”. Sul Pd afferma: ”Il Pd non esiste piu’. Il bipolarismo sta crollando e il Pd di Bersani e’ oltre Cuba. La sinistra non e’ piu’ una sinistra ma un ibrido”. Poi prosegue l’affondo a Matteo Colaninno: ”Matteo Colaninno resta nel Pd solo per il rapporto del padre con D’Alema. Quando Roberto Colaninno padre ha comprato la Telecom c’era D’Alema alla Presidenza del Consiglio e questo dice tutto’‘. Cruciani lo mette alle strette per capire se hanno offerto a Calearo il ministero dello Sviluppo e l’onorevole risponde: ”Non ho ricevuto alcuna offerta per fare il Ministro e non la ricevero’. C’e’ una lunga fila prima di me. Certo e’ che avrei delle idee”. Sulla coerenza di Calearo non si discute. Bisognerebbe capire che idee aveva, invece, chi lo ha candidato con il Pd.

Calearo: da Pd a PdL un biglietto sola andata. Paga Veltroni | Informare per Resistere (http://informarexresistere.fr/calearo-da-pd-a-pdl-un-biglietto-sola-andata-paga-veltroni.html)

Ted
22-09-10, 16:03
scandaloso Calearo, scandaloso veltroni...