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Visualizza Versione Completa : La base finiana protesta sul web per il doppio voto lodo- Lunardi: il nostro parere



destradipopolo
21-10-10, 11:25
“FAREFUTUROWEB” OSPITA CENTINAIA DI MESSAGGI DI PROTESTA DI FINIANI PER IL VOTO SUL LODO ALFANO E SU LUNARDI… “LI CAPISCO, MA I TEMPI DELLA POLITICA SONO DIVERSI” REPLICA FILIPPO ROSSI….DOVE STA LA VERITA’? UNA SQUADRA DEVE ESSERE SOSTENUTA SIA DAGLI ULTRAS CHE DAI TIFOSI DELLE TRIBUNE

Ai sostenitori di Futuro e Libertà non è piaciuto il voto favorevole, nella commissione Affari costituzionali del Senato, al lodo Alfano costituzionale e quello che ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere contro Lunardi.
La delusione dei fans del presidente della Camera ha trovato oggi sfogo su Facebook, su Farefuturoweb e su Generazione Italia.
Il più bersagliato è Filippo Rossi, direttore del web magazine di “Farefuturo”. Sulla sua pagina di Facebook si è scatenata da ieri sera la delusione di chi si sente tradito.
Centinaia di messaggi con lo stesso filo conduttore. “Che fine ha fatto la questione della legalità?” è la domanda più ricorrente.
Alcuni sostenitori arrivano a mettere in discussione l’esistenza stessa del nuovo soggetto politico dopo il doppio voto di ieri.
“Valeva la pena farsi massacrare per tre mesi sulla casa di Montecarlo per poi cancellare il processo a carico di Lunardi?”, scrive Angelo.
La prima risposta di Rossi non spegne le polemiche: “Su Lunardi sono perplesso come Granata. Sul Lodo è quello che i finiani hanno sempre detto. Si può non essere d’accordo e lo capisco. Ma non c’è novità“.
Le proteste continuano anche questa mattina e costringono il direttore di Farefuturo a un editoriale sulla questione.
Titolo del corsivo: “Ma il berlusconismo non può finire per via giudiziaria”. “Considero il lodo Alfano un atto doveroso (e faticoso), attacca Rossi, di realismo politico, di responsabilità“.
In coda poi Rossi riporta alcuni dei commenti più critici per farsi, almeno un po’, “portavoce di chi ci segue”. Le critiche non si fermano. “La legge non può finire per via berlusconiana”, è la risposta per le rime.
“Li capisco tutti”, dice Rossi “ma a volte i tempi della politica sono più lenti di quelli della piazza telematica”.
Più d’uno con una buona dose di realismo politico scrive: siamo solo alla prima mossa di una partita a scacchi tra Fini e Berlusconi.

A questo punto riteniamo doveroso per chi, come noi, non è mai stato finiano, ma ha qualche anno di militanza politica alle spalle, esprimere alcuni rilievi:
1) Sul caso Lunardi, la decisione è ineccepibile: chi la contesta non conosce il caso o è in malafede.
Futuro e Libertà non ha votato per l’impunità a Lunardi, ha votato per richiedere al tribunale di Perugia la metà dei documenti che la Procura non aveva inviato per farsi un’idea precisa del caso.
Quando arriveranno si rivoterà a ragion veduta. Rimandiano al nostro articolo in cui si spiega la vicenda. E se una persona stimata come Angela Napoli ha spiegato come stanno le cose, non c’è motivo di non crederle.
Se poi qualcuno vuole la forca in piazza senza processo si rivolga agli specialisti del cappio come leghisti e dipietristi, ha sbagliato comunità umana.
2) Sul lodo costituzionale, Futuro e Libertà è da mesi che ha annunciato la propria posizione: a noi personalmente non piace, avremmo preferito altro, ma non ci svegliamo ora a starnazzare sulla scelta. Perchè qualcuno degli ultras non l’ha fatto nei mesi scorsi, invece che indignarsi adesso?

Ma ritornando su considerazione più generali vorremmo ricordare :
1) Se in Italia non sono passate leggi liberticide come la legge bavaglio o il processo breve, tanti contestori ( a destra come a sinistra) dovrebbero salire la scala santa in ginocchio e posare un ex voto ai finiani.
2) Se in Italia è stato posto un freno agli interessi personali del premier e alla deriva razzista leghista che avrebbero portato allo sfascio del Paese, questo è merito dei finiani che ora hanno la golden share del governo
3) Se i finiani hanno saputo resistere a infami campagne di diffamazioni e a sporchi tentativi di compagna acquisti, va loro riconosciuto questo merito morale non comune.
4) Le rivoluzioni non le fanno chi urla di più, ma chi usa il cervello: secondo molti, i finiani erano quattro gatti, alla fine condizionano il parlamento, sono riusciti a essere determinanti, faranno un partito, godono di buoni sondaggi.
Che cazzo volete di più in soli quattro mesi?

Passiamo invece ai problemi veri che “Futuro e Libertà” ha e che gli urlatori non vedono ancora bene:
1) Le strutture territoriali non sono ancora pronte e necessitano di una organizzazione che ancora non c’è. Occorre fare politica sul territorio, non chiacchiere in cui molti sembrano specializzati.
2) Sull’onda del successo stanno aderendo a Fli persone nuove e perbene, ma anche “cani e porci”, transfughi di altri partiti, carrieristi e poltronisti. Ci vuole una selezione, prima di ritrovarsi in casa qualche lestofante.
3) Si stanno privilegiando politiche di aggregazione di notabili, attraverso giochetti di potere locali, per darsi visibilità negli enti locali. Ma dimenticando i temi ideali di Futuro e Libertà che raramente vengono illustrati e spiegati.
4) Meno cenette e pizzette e più scuola quadri, meno aperitivi e più analisi e approfondimenti politici: non dobbiamo organizzare miss Padania, ma un futuro partito.
5) E’ evidente che Fini sta cercando di tenere insieme gli ultras e i moderati, non può permettersi lo stadio vuoto.
Ma la squadra va sostenuta attraverso il tifo congiunto delle curve e delle tribune, altrimenti sfogatevi a casa con le vuvuzelas di Bondi o di Gasparri: i tempi politici non li detta la piazza.
Occorre una squadra ben organizzata e coesa, “tutti in attacco e tutti in difesa” a seconda dei momenti, non un complesso di solisti dove ognuno fa i cazzi che gli pare.
Sono solo alcuni degli aspetti che ci permettiamo, con la consueta franchezza, di segnalare ai nostri lettori.
Ma sono anche i confini che possono portare a un partito vero e organizzato di destra vera o ad accontentarsi di un effimero e temporaneo successo da spendersi al mercato della politica italiana.
Occorre saper guardare oltre.
Oltre Berlusconi e, in prospettiva, persino oltre Fini.
E anche sapersi adattare ai momenti, senza perdere di vista l’obiettivo finale.