famedoro
04-11-10, 11:26
Ecco perché non si può non parlare di Berlusconi
di Filippo Rossi
Parlare di Silvio Berlusconi è un dovere etico, civile e politico. Parlare di quel che significa per un paese avere l'uomo di Arcore e di Mediaset come presidente del Consiglio è parlare di noi, di quel che siamo e di quel che vorremmo essere. Niente è ininfluente. Tutto è politica. È polis. È romanzo collettivo. Non esiste privato, non esiste azienda, non esistono processi, non esistono veline o feste, non esistono barzellette o bestemmie che non possano e debbano entrare nel discorso pubblico su Silvio Berlusconi. Perché la politica, forse è il caso di ribadirlo fino alla noia, non può ridursi allo stantio elenco delle cose fatte e delle cose da fare. Perché la politica non può essere solo i treni in orario e le strade pulite di fascistissima memoria. Cose importanti, certo, ma non tutto finisce lì. Non tutto può finire lì.No, la politica è molto altro: è il racconto pubblico di un popolo, è lo specchio di un'anima collettiva. La politica non è solamente "quel che fa" ma anche "quel che è", quel che rappresenta, quel che comunica. È per questo che parlare di Silvio Berlusconi è un dovere pubblico. Perché Berlusconi, volente o nolente, volenti o nolenti, ci rappresenta, rappresenta tutti quanti. Il suo agire è il nostro agire. Il suo privato è il nostro pubblico. E allora - oggi, in Italia - chi dice che bisogna parlare solo delle cose da fare o fatte da questo governo, fa finta di non capire che Berlusconi non è, non può essere, "Berlusconi Silvio" privato cittadino. Sarebbe bello per lui. E anche per noi. Ma non è così. Qualsiasi cosa voglia essere l'uomo di Arcore, gli italiani, tutti gli italiani, sono comunque coinvolti. Ed è per questo che parlare di Berlusconi è fare la cosa giusta. 1 novembre 2010
Ffwebmagazine - Ecco perché non si può non parlare di Berlusconi (http://www.ffwebmagazine.it/ffw/page.asp?VisImg=S&Art=9651&Cat=1&I=immagini/PERSONAGGI/berlusconiprofil_int.jpg&IdTipo=0&TitoloBlocco=NEWS%20FfMagazine&Codi_Cate_Arti=7)
di Filippo Rossi
Parlare di Silvio Berlusconi è un dovere etico, civile e politico. Parlare di quel che significa per un paese avere l'uomo di Arcore e di Mediaset come presidente del Consiglio è parlare di noi, di quel che siamo e di quel che vorremmo essere. Niente è ininfluente. Tutto è politica. È polis. È romanzo collettivo. Non esiste privato, non esiste azienda, non esistono processi, non esistono veline o feste, non esistono barzellette o bestemmie che non possano e debbano entrare nel discorso pubblico su Silvio Berlusconi. Perché la politica, forse è il caso di ribadirlo fino alla noia, non può ridursi allo stantio elenco delle cose fatte e delle cose da fare. Perché la politica non può essere solo i treni in orario e le strade pulite di fascistissima memoria. Cose importanti, certo, ma non tutto finisce lì. Non tutto può finire lì.No, la politica è molto altro: è il racconto pubblico di un popolo, è lo specchio di un'anima collettiva. La politica non è solamente "quel che fa" ma anche "quel che è", quel che rappresenta, quel che comunica. È per questo che parlare di Silvio Berlusconi è un dovere pubblico. Perché Berlusconi, volente o nolente, volenti o nolenti, ci rappresenta, rappresenta tutti quanti. Il suo agire è il nostro agire. Il suo privato è il nostro pubblico. E allora - oggi, in Italia - chi dice che bisogna parlare solo delle cose da fare o fatte da questo governo, fa finta di non capire che Berlusconi non è, non può essere, "Berlusconi Silvio" privato cittadino. Sarebbe bello per lui. E anche per noi. Ma non è così. Qualsiasi cosa voglia essere l'uomo di Arcore, gli italiani, tutti gli italiani, sono comunque coinvolti. Ed è per questo che parlare di Berlusconi è fare la cosa giusta. 1 novembre 2010
Ffwebmagazine - Ecco perché non si può non parlare di Berlusconi (http://www.ffwebmagazine.it/ffw/page.asp?VisImg=S&Art=9651&Cat=1&I=immagini/PERSONAGGI/berlusconiprofil_int.jpg&IdTipo=0&TitoloBlocco=NEWS%20FfMagazine&Codi_Cate_Arti=7)