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Visualizza Versione Completa : Il regno d'Italia (1805-1815)



famedoro
04-11-10, 18:36
Ieri stavo girellando per casa quando sono incappato in una moneta...

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b7/Regno_d%27Italia_-_40_lire_1812.jpg

Al che mi sono detto... ma guarda un pò... me ne ero completamente scordato... voi avete mai ragionato su questo Regno d'Italia, e prima di lui sulla Repibblica Italiana, vissute entrambe durante il periodo napoleonico?

http://it.wikipedia.org/wiki/Regno_d%27Italia_%281805-1814%29

http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Italiana_%281802-1805%29

occidentale
04-11-10, 18:50
Non male come spunto.

Maria Vittoria
05-11-10, 19:49
Ieri stavo girellando per casa quando sono incappato in una moneta...

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b7/Regno_d%27Italia_-_40_lire_1812.jpg

Al che mi sono detto... ma guarda un pò... me ne ero completamente scordato... voi avete mai ragionato su questo Regno d'Italia, e prima di lui sulla Repibblica Italiana, vissute entrambe durante il periodo napoleonico?

http://it.wikipedia.org/wiki/Regno_d%27Italia_%281805-1814%29

http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Italiana_%281802-1805%29


Ho ragionato su questa prima esperienza statale moderna in Italia riguardo i l'istituzione del Convitto Nazionale - inizialmente fruibile dagli orfani dei militari , tuttora esistente e aperto a bambini dai 6 anni e ragazzi fino circa ai 18.

Altra istituzione che risale alla Repubblica Napoleonica: l'Archivio di Stato, formato purtroppo dalla selvaggia spoliazione degli Archivi Francescani (almeno nel Bolognese).

Gilbert
06-11-10, 01:54
Il Regno e la Repubblica Napoleonica, non erano assolutamente accettati dalla stragrande maggioranza della gente, la quale vi si era opposta con le armi in tutta la penisola.

Per ricordare i massacri perpetuati dai francesi, tante città costruirono cattedrali per ringraziare la Madonna.

Rimane comunque assodato che Napoleone tra tanti difetti che aveva, aveva forse un merito, quello di aver innovato parecchio il DIRITTO con i codici civili...anche se con i mezzi peggiori a disposizione.

Per il resto fu comandante di assassini invasori e ladri, secondo il mio modestissimo parere.

occidentale
06-11-10, 11:12
Grazie al quale preò gli Italiani presero a praticare l'arte delle armi per la prima volta dopo secoli. In un esercito italiano.

Gilbert
06-11-10, 13:35
Grazie al quale preò gli Italiani presero a praticare l'arte delle armi per la prima volta dopo secoli. In un esercito italiano.

più che in un esercito italiano, contro un esercito di mercenari asserviti allo straniero.

gli eserciti italiani si schierarono viceversa per la prima volta tutti insieme contro i francesi. E poi la guerra continuò come guerriglia contro i francesi.

L'esercito della rep. Cispadana, peraltro, era trattato con arroganza dai francesi, che spesso non consideravano neanche italiani i soldati con le divise verdi, (e spesso blu di Francia), ma francesi, (e talvolta erano francesi).

Scrisse giustamente Vignoli (mi pare fosse Vignoli....) comunque l'autore del libro: "La Vandea Italiana", che ti invito a leggere, di come la Francia e Napoleone contribuirono a creare in tutta la penisola un sentimento patrio, ma CONTRO di loro, e fondato su un simbolo unificante per tutti incarnato nelle parole: Trono e Altare.
Il simbolo comune infatti, accanto ai vari vessilli reali era la croce.
Solo nella ex repubblica veneziana, la stragrande maggioranza della gente che insorgeva lo faceva con la croce e basta, poiché Venezia era caduta nel disonore più totale.
Furono pochi i casi di gente che insorse con il Leone di San Marco, anche se significativi. In alcuni posti, la gente piangente andò a deporre questi vessilli nelle chiese, a significare la morte della loro vecchia Patria.

Nel 1807, quando l'Austria liberò il Veneto, il popolo festante esultò e si sentì fieramente suddito dell'Imperatore fino al 1848, quando, con la prima guerra di indipendenza, prevalse lo spirito unitario, alimentato dalle condizioni di vita duro del popolo, da ex giacobini, ora mazziniani (pochi ma ricchi), dallo spirito indomito di Casa Savoia, una Casa Reale Italiana, in guerra contro lo straniero per liberare e unire tutti i popoli d'Italia!

occidentale
06-11-10, 14:53
Posso condividere sui sentimenti di molte parti d'Italia, ma sul Veneto e suoi suoi sentimenti filo austriaci ho qualche dubbio.
Sta di fatto che le divisioni italiche e napoletane fecero meraviglie in Russia, a Maroslavets, per esempio. E che questo sarebbe rimasto eccome nel sentire comune.

Gilbert
06-11-10, 17:34
Posso condividere sui sentimenti di molte parti d'Italia, ma sul Veneto e suoi suoi sentimenti filo austriaci ho qualche dubbio.
Sta di fatto che le divisioni italiche e napoletane fecero meraviglie in Russia, a Maroslavets, per esempio. E che questo sarebbe rimasto eccome nel sentire comune.

molto meglio gli austriaci dei francesi!!!!
In veneto era sicuramente così !

Riguardo ai napoletani, ho i miei dubbi che sentissero comunemente le imprese napoleoniche come loro!

Maria Vittoria
07-11-10, 09:27
Io credo che il popolo italiano sia abituato da millenni a sopportare, osservare, criticare e - sfruttato l'invasore del momento - conservarne ciò che può essere utile all'evoluzione della propria storia e al miglioramento del proprio territorio.

Così è stato con bizantini, longobardi, franchi, svevi, spagnoli, francesi, austrungarici, inglesi, australiani (avendo distrutto Cassino questi ultimi hanno parecchio da fare per meritare redenzione), americani & coetera . Avanti il prossimo, se desidera venire macinato e diventare farina per il nostro sacco

:D

Lucio Vero
09-11-10, 01:34
più che in un esercito italiano, contro un esercito di mercenari asserviti allo straniero.

gli eserciti italiani si schierarono viceversa per la prima volta tutti insieme contro i francesi. E poi la guerra continuò come guerriglia contro i francesi.

L'esercito della rep. Cispadana, peraltro, era trattato con arroganza dai francesi, che spesso non consideravano neanche italiani i soldati con le divise verdi, (e spesso blu di Francia), ma francesi, (e talvolta erano francesi).

Scrisse giustamente Vignoli (mi pare fosse Vignoli....) comunque l'autore del libro: "La Vandea Italiana", che ti invito a leggere, di come la Francia e Napoleone contribuirono a creare in tutta la penisola un sentimento patrio, ma CONTRO di loro, e fondato su un simbolo unificante per tutti incarnato nelle parole: Trono e Altare.
Il simbolo comune infatti, accanto ai vari vessilli reali era la croce.
Solo nella ex repubblica veneziana, la stragrande maggioranza della gente che insorgeva lo faceva con la croce e basta, poiché Venezia era caduta nel disonore più totale.
Furono pochi i casi di gente che insorse con il Leone di San Marco, anche se significativi. In alcuni posti, la gente piangente andò a deporre questi vessilli nelle chiese, a significare la morte della loro vecchia Patria.

Nel 1807, quando l'Austria liberò il Veneto, il popolo festante esultò e si sentì fieramente suddito dell'Imperatore fino al 1848, quando, con la prima guerra di indipendenza, prevalse lo spirito unitario, alimentato dalle condizioni di vita duro del popolo, da ex giacobini, ora mazziniani (pochi ma ricchi), dallo spirito indomito di Casa Savoia, una Casa Reale Italiana, in guerra contro lo straniero per liberare e unire tutti i popoli d'Italia!

:chefico:

FrancoAntonio
11-11-10, 18:30
Ieri stavo girellando per casa quando sono incappato in una moneta...

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b7/Regno_d%27Italia_-_40_lire_1812.jpg

Al che mi sono detto... ma guarda un pò... me ne ero completamente scordato... voi avete mai ragionato su questo Regno d'Italia, e prima di lui sulla Repibblica Italiana, vissute entrambe durante il periodo napoleonico?

http://it.wikipedia.org/wiki/Regno_d%27Italia_%281805-1814%29

http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Italiana_%281802-1805%29
c'è un piccolo errore: il regno d'Italia si concluse nell'aprile del 1814, non nel 1815 col linciaggio del ministro principale del Regno governato dal principe Eugenio de Bauharnais (poi nominato duca bavarese di Leuchtenberg)

Il conte Giuseppe Prina (Novara, 20 luglio 1766 – Milano, 20 aprile 1814) è stato un politico italiano.

La notizia dell'abdicazione di Napoleone intervenuta l'11 aprile 1814 raggiunse Milano il 16 aprile e sollevò speranze di indipendenza. Il Senato era stato già convocato per il 17 e i sostenitori del Melzi d'Eril, chiesero la votazione di una mozione che chiedeva la nomina di Eugenio di Beauharnais a re di un Regno d'Italia indipendente, in luogo dell'abdicante Napoleone. Ma essi erano sostanzialmente minoritari a fronte di chi chiedeva un re italiano, o che il trono fosse dato a Gioacchino Murat o, infine, ai sostenitori del ritorno tout court all'Austria e, infatti, non superarono la resistenza della maggioranza degli ottimati che componevano il Senato, i quali accettarono solo di inviare delegati a Vienna affinché perorassero una generica richiesta di indipendenza.

La seduta venne riconvocata il successivo 20 aprile e gli oppositori del Melzi d'Eril organizzarono una sommossa, ricordata come la Battaglia delle Ombrelle. Alla mattina, una folla furiosa entrò nel Senato ne saccheggiò l'aula e cercò ovunque l'odiato Prina. Non avendolo trovato, i rivoltosi si diressero verso la sua abitazione. Dopo avere saccheggiato la casa e dopo averlo scovato in un armadio, i rivoltosi denudarono Prina e lo gettarono dalla finestra. Un commerciante dell'attuale Via Manzoni riuscì inizialmente a offrirgli ospitalità, ma Giuseppe Prina stesso si offrì alla folla imbestialita per evitare che la casa del negoziante fosse, a sua volta, distrutta e vi fossero altre vittime.

La folla – composta da rispettabili cittadini - iniziò a colpirlo con le punte degli ombrelli. Il linciaggio nella vicina Piazza della Scala durò ben quattro ore, sebbene si fosse in pieno giorno, tanto che alla fine il corpo era praticamente irriconoscibile. Nessuna autorità né civile né militare venne in suo soccorso. Anche a distanza di anni gli storici non sono arrivati ad esprimere un giudizio univoco sugli avvenimenti di quella giornata. In particolare da parte di alcuni si accoglie l'affermazione di Carlo Botta, espressa nella sua Storia d'Italia dal 1789 al 1814 che a capo della folla che uccise il Prina ci fosse il conte Federico Confalonieri che non molti anni dopo sarà il compagno di Silvio Pellico nel processo e nella prigionia allo Spielberg. Più verosimile appare la ricostruzione di Antonio Casati che afferma essere il linciaggio istigato e organizzato da emissari della polizia austriaca che avevano aizzato la plebe contro Prina.[2]

Gli eventi del 20 aprile convinsero il Viceré De Beauharnais a rinunciare a ogni velleità sul trono. Il giorno 26 aprile egli abdicò e lasciò l'Italia per raggiungere la corte dei suoceri, i Wittelsbach, a Monaco di Baviera. Il poco che era rimasto della dimora del Prina fu demolito per lasciare posto ad una piazza.

FrancoAntonio
12-11-10, 11:16
c'è un piccolo errore: il regno d'Italia si concluse nell'aprile del 1814, non nel 1815 col linciaggio del ministro principale del Regno governato dal principe Eugenio de Bauharnais (poi nominato duca bavarese di Leuchtenberg)

Il conte Giuseppe Prina (Novara, 20 luglio 1766 – Milano, 20 aprile 1814) è stato un politico italiano.

La notizia dell'abdicazione di Napoleone intervenuta l'11 aprile 1814 raggiunse Milano il 16 aprile e sollevò speranze di indipendenza. Il Senato era stato già convocato per il 17 e i sostenitori del Melzi d'Eril, chiesero la votazione di una mozione che chiedeva la nomina di Eugenio di Beauharnais a re di un Regno d'Italia indipendente, in luogo dell'abdicante Napoleone. Ma essi erano sostanzialmente minoritari a fronte di chi chiedeva un re italiano, o che il trono fosse dato a Gioacchino Murat o, infine, ai sostenitori del ritorno tout court all'Austria e, infatti, non superarono la resistenza della maggioranza degli ottimati che componevano il Senato, i quali accettarono solo di inviare delegati a Vienna affinché perorassero una generica richiesta di indipendenza.

La seduta venne riconvocata il successivo 20 aprile e gli oppositori del Melzi d'Eril organizzarono una sommossa, ricordata come la Battaglia delle Ombrelle. Alla mattina, una folla furiosa entrò nel Senato ne saccheggiò l'aula e cercò ovunque l'odiato Prina. Non avendolo trovato, i rivoltosi si diressero verso la sua abitazione. Dopo avere saccheggiato la casa e dopo averlo scovato in un armadio, i rivoltosi denudarono Prina e lo gettarono dalla finestra. Un commerciante dell'attuale Via Manzoni riuscì inizialmente a offrirgli ospitalità, ma Giuseppe Prina stesso si offrì alla folla imbestialita per evitare che la casa del negoziante fosse, a sua volta, distrutta e vi fossero altre vittime.

La folla – composta da rispettabili cittadini - iniziò a colpirlo con le punte degli ombrelli. Il linciaggio nella vicina Piazza della Scala durò ben quattro ore, sebbene si fosse in pieno giorno, tanto che alla fine il corpo era praticamente irriconoscibile. Nessuna autorità né civile né militare venne in suo soccorso. Anche a distanza di anni gli storici non sono arrivati ad esprimere un giudizio univoco sugli avvenimenti di quella giornata. In particolare da parte di alcuni si accoglie l'affermazione di Carlo Botta, espressa nella sua Storia d'Italia dal 1789 al 1814 che a capo della folla che uccise il Prina ci fosse il conte Federico Confalonieri che non molti anni dopo sarà il compagno di Silvio Pellico nel processo e nella prigionia allo Spielberg. Più verosimile appare la ricostruzione di Antonio Casati che afferma essere il linciaggio istigato e organizzato da emissari della polizia austriaca che avevano aizzato la plebe contro Prina.[2]

Gli eventi del 20 aprile convinsero il Viceré De Beauharnais a rinunciare a ogni velleità sul trono. Il giorno 26 aprile egli abdicò e lasciò l'Italia per raggiungere la corte dei suoceri, i Wittelsbach, a Monaco di Baviera. Il poco che era rimasto della dimora del Prina fu demolito per lasciare posto ad una piazza.

Insomma il 20 aprile 1814 il regno Italico (molto ridotto rispetto all'Italia odierna) si termino' col massacro del ministro delle finanze Giuseppe Prina da parte della popolazione in pieno centro di Milano, e questo episodio mi ha sempre marcato fin da quando ho iniziato ad appassionarmi alla storia

Maria Vittoria
12-11-10, 11:49
Insomma il 20 aprile 1814 il regno Italico (molto ridotto rispetto all'Italia odierna) si termino' col massacro del ministro delle finanze Giuseppe Prina da parte della popolazione in pieno centro di Milano, e questo episodio mi ha sempre marcato fin da quando ho iniziato ad appassionarmi alla storia



L''abitazione del Prina risultò modesta, segno che il Ministro era stato onesto; e che chi lo linciò fu istigato dagli austrungarici .

occidentale
12-11-10, 19:32
L''abitazione del Prina risultò modesta, segno che il Ministro era stato onesto; e che chi lo linciò fu istigato dagli austrungarici .

L'italico vizio di correre in soccorso dei vincitori.

Maria Vittoria
14-11-10, 15:41
L'italico vizio di correre in soccorso dei vincitori.

"in soccorso" ?

occidentale
14-11-10, 15:45
"in soccorso" ?

Eufemismo per non apparire troppo squallido. Viene da Montanelli, peraltro.:chefico:

Maria Vittoria
14-11-10, 16:00
Eufemismo per non apparire troppo squallido. Viene da Montanelli, peraltro.:chefico:


(a Roma mi pare avesse trovato il modo di alloggiare ospite in 1 appartamento affacciato su Piazza Navona ; piuttosto bravo a cavalcare la tigre il toscanaccio)

occidentale
14-11-10, 16:05
(a Roma mi pare avesse trovato il modo di alloggiare ospite in 1 appartamento affacciato su Piazza Navona ; piuttosto bravo a cavalcare la tigre il toscanaccio)
Ospite molto ben accetto a Roma. Un tantino meno a MIlano.:chefico:
Visto che parlavamo di soccorso ai vincitori....

FrancoAntonio
15-11-10, 19:03
Ospite molto ben accetto a Roma. Un tantino meno a MIlano.:chefico:
Visto che parlavamo di soccorso ai vincitori....tornando a Eugenio de Beauharnasi figlio di Giuseppina, ho una certa ammirazione per questo personaggio: dopo avere amministrato saggiamente per 9 anni il Regno d'Italia col titolo di vicerè si reco' in Baviera presso la corte di suo suocero il re Massimiliano di Baviera e giuro' di non riprendere mai piu' le armi "se non molestato": mantenne la promessa e per 10 anni fu considerato uno dei personaggi piu' importanti del REgno, ebbe il titolo di Altezza Serenissima e di Duca di Leucthenberg, il palazzo Leushtneberg a Monaco è uno dei piu' belli della splendida città bavarese, la sua tomba monumentale nella Theatirer kirche merita una visita e dimostra quanto venissee tenuto in cosiderazione.
Mori' giovane a poco piu' di 40 anni nel 1824.

Come consolazione tutti i suoi figli fecero matrimoni a dir poco spettacolari:

la prima figlia Desideria sposo' il Re di Svezia Oscar I figlio di Bernadotte, mori' molto vecchia e forse fu lei che trnsmise ai reali svedesi l'ereditarietà della logevità: l'attuale re Carlo Gustavo XVI (nato nel 1946) fu tenuto a battesimo dal suo bisnonno Gustavo V (1858-1950) il quale era stato tenuto a battesimo dalla nonna Desideria Leuchtenberg!

un altro figlio sposo' la Regina Maria II di Portogallo (ma mori' solo dopo due mesi)

un altra figlia sposo' l'imperatore del Brasile

E infine l'ultimo figlio sopravvissuto sposo' una sorella dello Zar di Russia diventando altezza imperiale russa, questa discendenza è ancora fiorente in Germania

Peccato che a Monaco di Baviera vi sia quasi un culto per i Leuchtenberg -Beauharnais mentre a Milano dove regno' per 9 anni di Eugenio non ci sia traccia

FrancoAntonio
16-11-10, 13:05
:

la prima figlia Desideria sposo' il Re di Svezia Oscar I figlio di Bernadotte, mori' molto vecchia e forse fu lei che trnsmise ai reali svedesi l'ereditarietà della logevità: l'attuale re Carlo Gustavo XVI (nato nel 1946) fu tenuto a battesimo dal suo bisnonno Gustavo V (1858-1950) il quale era stato tenuto a battesimo dalla nonna Desideria Leuchtenberg!


Una rettifica su questa parte: la prima figlia di Eugenio de Behaurnais-Leuchtenberg si chiamava Giuseppina come la nonna (come poteva chiamarsi diversamente?) e non Desideria.
Desideria o Desirée era la moglie di Bernadotte

riepilogando: Desideria nata nel 1780 circa e morta nel 1860 fu moglie di Bernadotte ma prima di sposare Bernadotte fu la fidanzata di Napoleone (sua sorella Julie sposo" il fratello di Napoleone Giuseppe Bonaparte)

nel 1858 tenne al battesimo il re Gustavo V che nel 1946 tenne a battesimo l'attuale re di Svezia, suo bisnipote!

Maria Vittoria
17-11-10, 09:13
Una rettifica su questa parte: la prima figlia di Eugenio de Behaurnais-Leuchtenberg si chiamava Giuseppina come la nonna (come poteva chiamarsi diversamente?) e non Desideria.
Desideria o Desirée era la moglie di Bernadotte

riepilogando: Desideria nata nel 1780 circa e morta nel 1860 fu moglie di Bernadotte ma prima di sposare Bernadotte fu la fidanzata di Napoleone (sua sorella Julie sposo" il fratello di Napoleone Giuseppe Bonaparte)

nel 1858 tenne al battesimo il re Gustavo V che nel 1946 tenne a battesimo l'attuale re di Svezia, suo bisnipote!

Strana abitudine: il Padrino di Battesimo non dovrebbe essere giovane quanto se non più del padre, in modo da poter diventare tutore in caso il piccolo resti orfano ?

FrancoAntonio
17-11-10, 15:56
Strana abitudine: il Padrino di Battesimo non dovrebbe essere giovane quanto se non più del padre, in modo da poter diventare tutore in caso il piccolo resti orfano ?

nel mondo delle monarchie il padrino è spesso il papa ( per i paesi cattolici) vedi Pio XII per Juan Carlos, oppure la persona piu' alta di grado della famiglia

Maria Vittoria
17-11-10, 16:05
nel mondo delle monarchie il padrino è spesso il papa ( per i paesi cattolici) vedi Pio XII per Juan Carlos, oppure la persona piu' alta di grado della famiglia

Grazie per la spiegazione, Candido.

(avevo proposto a mia mamma di tenere a battesimo il nascituro di mia figlia : mi era stato risposto che era opportuno fosse 1 persona giovane ... adesso posso continuare a dibattere la questione a 1 livello davvero elevato)