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Nagano
27-05-09, 19:19
L’insostenibile pesantezza del divorzio all’italiana
Inserito il 25 maggio 2009
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Tags: diritti civili, divorzio, divorzio breve, politica, riforme

- E’ un piacere scrivere di divorzio breve per gli amici di Libertiamo, dopo che qualche sospettoso e malaccorto maniaco del pettegolezzo politico ci ha accusato di essere complici in una congiura contro Berlusconi. Visto che Sofia Ventura, che è animatrice di Libertiamo, aveva scritto per il periodico on line di Fare Futuro un pezzo sul velinismo politico e io, come Segretario della Lega italiana per il divorzio breve, avevo offerto una “tessera onoraria” a Veronica Lario (per le ragioni che di seguito spiegherò), in nome della comune origine radicale siamo stati accusati di un particolare reato associativo: quello per il divorzio del premier. Vabbé, parliamo di cose serie.
Nel gennaio di quest’anno è stata rilanciata una Lettera Appello a favore della riforma del divorzio in Italia, indirizzata dalla Lega Italiana per il Divorzio Breve a tutti i membri delle commissioni Giustizia di Camera e Senato. Tra i sottoscrittori vi è anche Benedetto Della Vedova, che quale voce liberale e radicale all’interno del PDL è stato invitato ad aderire e non ha mancato di dare il suo sostegno.
E’ una battaglia politica dura, che si trascina da anni, con il contributo di entrambi gli schieramenti politici, ma che, ad oggi, non è riuscita a giungere al traguardo per il cedimento a quelle famose ingerenze – vaticane, clericali o corporative che siano-, che hanno accomunato tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni. Unica eccezione, l’ultimo Governo Prodi, che è riuscito a cadere prima ancora che un testo base approvato in Commissione approdasse in Aula: avrebbero fatto in tempo a chiudere la porta in faccia anche a quel testo condiviso? Non lo sapremo mai.
Con il nuovo Governo si è dovuto ricominciare daccapo ed è ripartito l’ostruzionismo affinché le proposte di legge presentate in Commissione non vengano poste all’ordine del giorno. Se di un problema non si discute, è come se non esistesse. Se non esiste, è inutile discuterne. E così all’infinito.
Per questo ho scandalosamente chiesto di “tesserare” la moglie del premier, quando ha dichiarato di volere divorziare dal marito, e di volerlo fare come una “persona comune”. Perché conoscesse e, volendo, testimoniasse che cosa riserva una “legge tritacarne” alle persone comuni: due giudizi, separazione e divorzio, più tre anni di attesa, ai quali si sommano i mesi occorrenti alla giustizia-lumaca del nostro paese per giungere a sentenza. Mi sembrava legittima la richiesta di spostare dal personale al politico il suo dramma familiare: lo stesso che accomuna centinaia di migliaia di coppie. Non ci siamo schierati con la moglie contro il marito (le cui vicende, coi relativi gossip, non intendiamo né commentare né sfruttare). La LID (Lega italiana per il divorzio) non si è mai schierata con mariti o mogli. Né, a distanza di 40 anni, intendiamo farlo noi della Lega Italiana per il Divorzio Breve. Semplicemente, essendo stata Veronica a chiedere il divorzio, ci siamo rivolti a lei. E lo scandalo (della nostra offerta, non del divorzio - sia chiaro…) è almeno servito a riaprire la discussione su cosa significa divorziare, oggi, in Italia.
Ma cosa vogliamo, noi della Lega Italiana per il Divorzio Breve?
Semplicemente denunciare che la legge sul divorzio in Italia è una tra le più complicate, costose e logoranti d’Europa, al punto che l’edizione del rapporto sullo stato dei sistemi giudiziari redatto dalla Commissione europea per l’efficienza della giustizia (Cepej), divulgato l’8 ottobre 2008, contenente informazioni relative all’anno 2006 sullo stato della giustizia in 45 Stati su 47 membri del Consiglio d’Europa, ha assegnato all’Italia la “maglia nera” in tema di durata dei procedimenti di divorzio: nel nostro Paese i tempi nelle procedure in primo grado sono i più lunghi, con ben 634 giorni di attesa per giungere alla pronuncia di scioglimento del vincolo coniugale.
Ormai è forte l’attesa da parte di migliaia di cittadini impossibilitati a rifarsi una vita di coppia senza motivo e i tempi lunghi e gli alti costi del procedimento non sono certo un efficace deterrente allo scioglimento di un coniugio oramai finito; casomai il rischio è di aggravare rapporti già inevitabilmente tesi a causa di una storia che si conclude. Per questo chiediamo l’adeguamento del dato normativo all’evoluzione della società, e a quanto è già in vigore nella quasi totalità degli altri paesi dell’U.E., dove sono previste procedure più semplici, costi più contenuti e tempi più rapidi rispetto alla legislazione italiana. Chiediamo la fine del divorzio di classe, che consente a chi ha soldi da spendere di poter sciogliere il vincolo coniugale in tempi rapidi prendendo una residenza, vera o fittizia che sia, in uno dei paesi U.E. dove la legislazione è più morbida. Chiediamo che vengano presi in considerazione i sondaggi che ci dicono favorevoli alla riforma quasi il 70% degli elettori del PDL. Chiediamo che di questo se ne parli nella Tv pubblica italiana, e che la nostra battaglia non sia confinata solo agli ascoltatori di Radio Radicale, o ai telespettatori svedesi, che hanno l’opportunità di vedere gli speciali mandati in onda dalla loro televisione di Stato. Chiediamo che l’informazione su questo problema sia organizzata per dare spazio serio a tutte le tesi, non solo a quelle di comodo. Numerose sono le cose che chiediamo, ma, sostanzialmente chiediamo che in Parlamento abbia inizio la discussione su questo tema: chiediamo quindi che le proposte assegnate e giacenti in Commissione vengano poste all’ordine del giorno il più presto possibile. Chiediamo che il Presidente del Consiglio, premier di tutti gli italiani, ferventi cattolici o meno, lasci libertà di coscienza su questa materia ai deputati eletti nelle liste della maggioranza. Chiediamo che Benedetto Della Vedova, Libertiamo e tutte le forze liberali interne al PDL si facciano portavoce e sostenitori di questa campagna presso il Governo, presso i loro elettori e presso l’opinione pubblica. Chiediamo che si cominci, da subito, a coinvolgere tutti coloro che vivono sulla propria pelle le storture di questa legge attraverso seminari, convegni, manifestazioni, proposte. Anche all’interno del PDL, volendo, c’è spazio per il dibattito, perché questo sia libero, perché il parlamentare eletto nel PDL non sia legato, in questioni come queste, alla “disciplina di partito”.
« Su Nota Politica le scommesse sul Grand Prix del 6 e 7 giugno
Sicurezza, basta retorica antimmigrazione »

Inserito da:

Diego Sabatinelli - che ha inserito 1 articoli in Libertiamo.it.

39 anni, laureato in Giurisprudenza, dipendente pubblico, è Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve dal 2007. Più volte membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, è stato componente della Giunta di Radicali Italiani, revisore dei conti del PRT, segretario dell’associazione Radicali Roma e coordinatore della Rosa Nel Pugno per il Lazio

Libertiamo.it (http://www.libertiamo.it)

Nagano
27-05-09, 20:36
MANIFESTAZIONE PER IL DIVORZIO BREVE, MERCOLEDI' 17 GIUGNO, ORE 10.00, DAVANTI A PIAZZA MONTECITORIO
Mer, 27/05/2009 - 16:47 da admin

Care amiche, cari amici,
è arrivato il momento di manifestare con decisione la voglia di riformare la legge sul divorzio. Non è più possibile consentire al Palazzo di disinteressarsi di un problema che coinvolge centinaia di migliaia di coppie in tutta Italia che hanno deciso di sciogliere il proprio matrimonio, e per questo, uniche in Europa, sono costrette ad affrontare i costi ed i disagi di due giudizi, separazione e divorzio, e attendere oltre tre anni, anche quando la decisione è consensuale, quando si è d’accordo su tutto. E’ ora di dire basta a questa vergogna tutta italiana del divorzio di classe, per cui, se si hanno soldi, si può divorziare in un altro paese dell’U.E., acquistando una residenza, vera o fittizia che sia.
Non si può rimanere più inermi, non possiamo attendere oltre, per questo motivo è necessario che ognuno di noi faccia la sua parte, decida di scendere in piazza a manifestare il proprio dissenso verso la totale inerzia del nostro Parlamento. Sono anni che attendiamo una risposta positiva che non arriva, e che, senza un deciso intervento personale di ciascuno di noi, non arriverà mai! Ora è il momento di fare un ulteriore passo avanti, un ulteriore sforzo, per questo vi chiediamo di prendervi ferie, permessi o altro, e raggiungerci a Roma, mercoledì 17 giugno, alle 10.00, davanti a piazza Montecitorio per dire basta ad una legge crudele, inumana. Chiediamo l’immediata calendarizzazione delle pdl sul divorzio breve giacenti in Commissione Giustizia, e la nostra audizione da parte della stessa. Tutti a Roma a far sentire la nostra voce, non esistono solo divorzi illustri, è ora che la politica si occupi anche delle separazioni e dei divorzi delle tante persone comuni.
Un abbraccio a tutti, ne abbiamo bisogno
Diego Sabatinelli

Nicola
29-05-09, 15:42
(ANSA) - ROMA, 26 MAG - La crisi messa in evidenza dal
rapporto dell'Istat diffuso oggi pesera' di piu' sui separati.
Lo afferma Diego Sabatinelli, segretario della Lega Italiana per
il Divorzio Breve.
''Colpira' in modo piu' grave quei coniugi separati che gia'
oggi - spiega - faticano a pagare gli alimenti, spesso un mutuo
per la casa familiare, un nuovo affitto per chi e' costretto a
vivere altrove, tutto questo dopo aver saldato le spese legali
per la separazione e il divorzio. Sono varie le proposte di
legge presentate in Parlamento a sostegno dei coniugi separati,
i veri nuovi poveri. Non esiste solo l'affare papi Silvio,
quando ci sono migliaia di separati che sono costretti a vivere
in totale poverta'. I giornali e le TV di questi quando si
occuperanno?''. (ANSA).

Nicola
12-06-09, 17:07
I giudici applicano per la prima volta il divorzio breve, ora tocca al Parlamento
Ven, 12/06/2009 - 15:22 da diego

Dichiarazione di Diego Sabatinelli e Alessandro Gerardi, rispettivamente Segretario e Tesoriere della Lega Italiana per il Divorzio Breve:

Bene la magistratura italiana che per la prima volta applica la disciplina spagnola sul divorzio breve ad una coppia mista, lei italiana e lui spagnolo, sposata in Italia. Divorzio ottenuto in meno di un anno, Ora tocca al parlamento riformare la legge italiana in modo che tutte le coppie italiane, a prescindere dalla nazionalità, possano divorziare con unica sentenza e in meno di un anno come accaduto a Firenze, senza dover aspettare due giudizi, separazione e divorzio, e tre anni di attesa . Per questo la Lega Italiana per il Divorzio Breve ha organizzato una manifestazione mercoledì 17 giugno, ore 10, a piazza Montecitorio per chiedere la calendarizzazione delle proposte di legge sul divorzio breve giacenti in Parlamento.

motorino radicale
11-07-09, 19:37
Senza iscritti non abbiamo forza, senza contributi non abbiamo armi, senza informazione non sarà possibile vincere questa battaglia

Un solo piccolo spazio di informazione su un quotidiano nazionale può raggiungere migliaia di persone, e migliaia di persone possono fare la differenza, ma per comprare quello spazio servono molti soldi.

Ci si può iscrivere alla Lega Italiana per il Divorzio Breve versando la quota di Euro 100,00 sul conto corrente postale n. 82656505 intestato a Lega Italiana per il Divorzio Breve - Via di Torre Argentina n. 76 - 00186 Roma (nella causale specificare: iscrizione per l'anno 2009).

In alternativa, la quota di iscrizione può anche essere versata tramite bonifico bancario (il nostro CODICE IBAN: IT76 Y076 0103 2000 0008 2656 505).

A prescindere dall'iscrizione, si possono versare contributi economici a sostegno delle attività della Lega (quota minima consigliata: Euro 50,00)

Grazie,

Il Segretario
Diego Sabatinelli

Il Tesoriere
Alessandro Gerardi

motorino radicale
16-07-09, 12:38
DIVORZIO BREVE ANCHE IN ITALIA

Sono passati oltre trentasei anni dalla legge che introdusse il divorzio in Italia e venti dalla modifica che abbreviò da cinque a tre anni il tempo intercorrente dalla separazione dei coniugi alla cessazione degli effetti civili del matrimonio.
Da allora, come è chiaro a tutti, lo scenario sociale, culturale ed antropologico del nostro Paese è profondamente mutato; si è compreso che il decorso del termine triennale, piuttosto che rinsaldare la comunione di vita dei coniugi, ormai discioltasi, rischia invece di prolungare ed aggravare ulteriormente i già tesi rapporti personali tra marito e moglie, oltre a rappresentare un evidente trauma per i loro eventuali figli. In Europa altri Paesi hanno già affrontato il problema con l’obiettivo di facilitare le procedure burocratiche, incentivare le separazioni consensuali e ridurre i litigi in tribunale garantendo anche, in tal modo, il benessere dei figli. In Spagna il divorzio si può ottenere in pochi mesi, in Germania se i coniugi vivono separati da un anno, ma anche altre legislazioni hanno una disciplina che rende meno traumatico e difficile il percorso per ottenere lo scioglimento del vincolo coniugale.
Nel nostro Paese siamo in forte ritardo, senza contare che spesso, soprattutto a causa della lentezza della giustizia civile, i tempi di attesa per ottenere il divorzio superano di gran lunga i tre anni previsti. Ma non per tutti: un regolamento europeo consente ad una coppia dell'Unione di divorziare in un qualsiasi Paese comunitario purché si viva, si lavori o si possegga una residenza, anche secondaria, sul suo territorio.
Questa norma consente alle coppie che possono permetterselo una sorta di divorzio di classe, o almeno di censo. Recenti dati Istat confermano inoltre un’evoluzione del nostro Paese reale non riconosciuta e assecondata da un adeguamento normativo: si rilevano oltre 500.000 unioni di fatto, e in questo mezzo milione di “pubblici concubini” sono presenti anche molti che da anni aspettano un divorzio e che dalla loro situazione irregolare vedono deteriorarsi e complicarsi i rapporti umani e psicologici. Per fronteggiare i costi individuali ed anche sociali delle separazioni non serve dunque reprimere il fenomeno, ma agevolare forme nuove di ricomposizioni e di unioni tra le persone, allineandosi su questo terreno agli standard degli altri paesi europei.

Per questi motivi, dopo trentasei anni, consideriamo urgente e necessario avviare una nuova, forte battaglia civile, questa volta per il divorzio breve. E’ una battaglia che investe, o investirà, la responsabilità e il lavoro dei parlamentari ma che richiede primariamente, come risorsa necessaria, l’impegno attivo di tutti coloro che ritengono intollerabile che si neghi a qualcuno la possibilità, anzi il diritto, di determinare liberamente le proprie scelte di vita.

motorino radicale
29-07-09, 13:01
LA LEGA ITALIANA PER IL DIVORZIO BREVE COSTRETTA A CHIUDERE?
Gio, 23/07/2009 - 23:20 da diego

Care amiche, cari amici,
anche se l’obiettivo della calendarizzazione delle proposte di legge sul divorzio breve sembra meta quasi raggiunta, anche se questo risultato è dovuto al lavoro continuo svolto in questi mesi dalla Lega Italiana per il Divorzio Breve, che è riuscita a smuovere le montagne della politica, da gennaio ad oggi siamo riusciti a far parlare del problema ovunque, perfino diventando involontari coprotagonisti della vicenda Berlusconi-Lario!
Ebbene, nonostante la visibilità ottenuta e l’appoggio politico che siamo riusciti ad ottenere in modo trasversale agli schieramenti di maggioranza ed opposizione, tutto è stato fatto senza nessuna, ripeto NESSUNA risorsa economica a disposizione, siete liberi di non credere, ma tutto è stato portato avanti in modo volontario, con i pochissimi soldi del sottoscritto e di pochi altri contribuenti.
Finalmente sono riuscito a terminare la raccolta e la sistemazione razionale di tutte le vostre lettere e i vostri commenti lasciati in questi mesi per il dossier da presentare alle istituzioni ed ai cittadini per l’inizio della discussione alla Camera prevista per il prossimo autunno. Ma non sono abituato a prendere il nome delle campagne senza poi portarle realmente avanti, anche se basterebbe avere il nome sul sito e scrivere che siamo per il divorzio breve per vantare presenza, ma che senso e utilità avrebbe? Per questo motivo ho calcolato che serve alla LID una disponibilità iniziale per la campagna autunnale di almeno 5.000 euro, cinquemila, senza i quali non ha senso nemmeno iniziare questa campagna, ma con le prevedibili conseguenze: nessuno tallonerebbe più il Parlamento, nessuno spingerebbe per un confronto e dibattito con il risultato di vedere anche questa volta fallire l’obiettivo come accaduto nelle precedenti legislature. E’ bastato un voto segreto alla Camera voluto da Casini nel precedente Governo Berlusconi, per far bocciare la proposta di legge già approvata in Commissione!

Per questo motivo chiedo a tutti voi uno sforzo, un contributo secondo possibilità, anche solo pochi euro. Senza un budget minimo di almeno 5.000 euro entro il 30 settembre le attività della LID non possono proseguire e si chiuderanno in attesa di qualche altro pazzo disposto a spendere denaro e tempo per il bene di tutti, io non ne ho più. Sì, il bene di tutti, anche quelli non coinvolti pagano per la lentezza del sistema giustizia che soffre della enorme mole di cause di separazione e divorzio pendenti, e inutili, perché consensuali.
Pensateci bene, chiusa la LID rimane ben poco su questa battaglia!
Potete lasciare un contributo alla LID sul conto corrente postale n. 82656505.

Tramite bonifico bancario, il nostro CODICE IBAN: IT76 Y076 0103 2000 0008 2656 505.
Fate quello che potete, ma se non si arriva a quota 5.000 entro il 30 settembre, si chiude!
Un saluto,
Diego Sabatinelli - Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve

Burton Morris
04-08-09, 10:09
Care/i, quelli/e di noi che possono: difendiamo e sosteniamo (anche con un piccolo versamento, se non ce la fate a fare la tessera) la Lega per il Divorzio Breve, che rischia davvero di chiudere!!!

ConteMax
05-08-09, 19:31
Bisognerebbe dare la tessera onoraria a Silvio Berlusconi.

Burton Morris
05-08-09, 23:19
Bisognerebbe dare la tessera onoraria a Silvio Berlusconi.

:sofico: Se paga verrà sicuramente accolto, come quel boss mafioso negli anni 80.... come si chiamava?

motorino radicale
11-08-09, 19:23
Papa, è la democrazia e non il relativismo ad imporre che le leggi non si facciano secondo Dio
Mer, 05/08/2009 - 12:33 da diego

Dichiarazione di Diego Sabatinelli e Alessandro Gerardi, rispettivamente Segretario e Tesoriere della Lega Italiana per il Divorzio Breve

Anche oggi Papa Benedetto XVI ha voluto ricordarci che il nemico da abbattere per la Chiesa in questo Terzo Millennio è il “relativismo etico”, cioè, tradotto più chiaramente, il non assolutismo, il liberalismo, il pluralismo morale, la tolleranza ed il rispetto delle scelte individuali. Se questo è il nemico, confessiamo di avere piuttosto paura per l’assolutismo etico che pare invece trasparire dalle parole di Papa Ratzinger. Per fortuna la storia di questi decenni (a partire dal divorzio e dall’aborto) dimostra che i primi a non seguire il Papa su questa strada sono proprio i credenti italiani, sempre attenti a distinguere tra la loro personale opinione e la necessaria laicità delle leggi dello Stato.

motorino radicale
11-08-09, 19:24
News dalla LID
Lun, 10/08/2009 - 17:30 da diego

Care amiche, cari amici,
anche se siamo in periodo vacanziero, con l’avv. Alessandro Gerardi, Tesoriere della L.I.D., stiamo lavorando affinché si possa avere, alla ripresa delle attività parlamentari, strumenti validi per proseguire la nostra attività. Nonostante la politica sia distratta da altri avvenimenti, o dalle vacanze estive, nel Paese si continua a dibattere sulle separazioni e sui divorzi, e non certo per i divorzi c.d. eccellenti. Altri gravi fatti delittuosi, legati alla fine di un matrimonio, continuano a riempire le pagine dei quotidiani, e ogni volta che si contano nuove vittime scatta la rincorsa ai: perché? Le risposte sono molte, non una, ma certamente aiutare le persone ad affrontare una separazione o un divorzio senza “regalargli” in dono attese lunghissime, procedure costose e complicate e spesso anche umilianti, può essere una possibilità per ridurre i conflitti ed attenuare le conseguenze di una storia finita male. Di questo, e di tutto il resto, ne possiamo parlare nel filo diretto con i radioascoltatori che abbiamo deciso di tenere, grazie a Radio Radicale, martedì 11 agosto, alle ore 23 circa.
Cambiando argomento, mi preme rendervi partecipi di quanto avvenuto in queste ultime due settimane. La campagna di raccolta fondi per far vivere la L.I.D., ovvero per consentirgli di svolgere il compito per il quale è stata fondata, organizzare una campagna per ottenere il divorzio breve anche in Italia, ha raggiunto quota 1.500 euro circa, poco meno di un terzo della quota minima che ci siamo prefissati di avere entro il 30 settembre per proseguire la campagna: 5.000 euro.
E’ d’obbligo avvisare che, anche se sembra una cifra che desta speranza in tutti noi al fine di incardinare iniziative per questo autunno quando è prevista la discussione in Parlamento delle proposte di legge in materia di riforma del divorzio, ora viene la fase più difficile, in quanto il bacino dei possibili contribuenti della L.I.D. è destinato presto ad esaurirsi, e quindi ogni euro in più per attivare la campagna sarà difficile da ottenere. Per questo vi invito, se già non lo avete fatto, a destinare un contributo, anche piccolo, alla L.I.D. per ottenere il divorzio breve in Italia; se tutti voi contribuiste anche solo con 10 o 20 euro alla campagna, sarebbe molto più semplice consentire la realizzazione di alcuni degli obiettivi che ci siamo posti, e senza i quali riteniamo non ci sia motivo di proseguire contro l’evidente fallimento. E' possibile che non ci sia un editore, anche piccolo, un imprenditore, anche piccolo, che non sappia comprendere che almeno una volta nella vita è necessario farsi carico di un problema sociale enorme come quello che stiamo affrontando? Come pensiamo di spendere i nostri soldi, e i soldi di chi ha contribuito o contribuirà nelle prossime settimane?
Come già più volte ho fatto presente, anche nelle scorse legislature proposte di legge per il divorzio breve furono approvate dalle commissioni competenti di Camera e Senato, ma al momento del voto in Aula, grazie al silenzio dei media -giornali e TV-, e quindi alla totale ignoranza dell’opinione pubblica, fu sacrificata la riforma del divorzio agli appetiti di lobby molto influenti e alla politica dei divieti delle aree politiche più vicine al Vaticano. I risultati furono disastrosi in tutte le occasioni, tranne nel 2008, quando il Governo Prodi è riuscito a cadere prima che la proposta di legge, approvata in Commissione Giustizia, approdasse in Senato.
Ecco perché ci servono i soldi: per informare l’opinione pubblica del dibattito imminente; per pubblicare un dossier già pronto ed inviarlo a tutti i parlamentari, gli istituzionali, i giornali e i media; per consentirci di avere nel periodo caldo della discussione un ufficio attivo tutti i giorni, il quale richiede spese fisse, anche se in presenza di volontari. Insomma, tutto quello che può servire per portare avanti una campagna che durerà mesi, e che richiede un impegno costante, giorno per giorno, che noi, con le nostre risorse, non possiamo più garantire senza il vostro contributo.
Un abbraccio a tutti,
Diego Sabatinelli

Potete lasciare un contributo alla LID sul conto corrente postale n. 82656505.
Tramite bonifico bancario, il nostro CODICE IBAN: IT76 Y076 0103 2000 0008 2656 505.

motorino radicale
11-08-09, 19:29
Divorzio breve: stasera alle ore 23 filo diretto su Radio Radicale

Roma, 11 agosto 2009

Questa sera, alle ore 23,00 circa, andrà in onda su Radio Radicale, per la seconda volta con filo diretto, la trasmissione a cura della Lega Italiana per il Divorzio Breve. In studio l'avv. Alessandro Gerardi e Diego Sabatinelli. Oggetto della puntata: contribuzione straordinaria per le iniziative della LID.

La Lega Italiana per il Divorzio Breve invita a firmare gli 8 referendum per la Regione Lazio promossi dal Comitato referendario di liberazione "Ernesto Nathan" e a partecipare alla relativa mobilitazione straordinaria di raccolta firme anche nel periodo di agosto.



Divorzio Breve | Lega Italiana per il Divorzio Breve (http://www.divorziobreve.it)

motorino radicale
19-08-09, 16:36
Divorzio breve, Gerardi: il centrodestra italiano scelga la via di Sarkozy e Aznar

Roma, 19 agosto 2009

• Dichiarazione di Alessandro Gerardi, tesoriere della Lega Italiana per il Divorzio Breve

Sorpresa e ammirazione? No, è l’invidia il vero sentimento con cui in queste ore vediamo la destra di Sarkozy respingere l’offensiva della Curia e difendere la riforma della legge sul divorzio, riforma da lei stessa approvata e che prevede tempi rapidissimi (tre mesi) e procedure semplificate (una udienza davanti al giudice) per giungere allo scioglimento definitivo del vincolo coniugale. E’ la stessa invidia con la quale, non molto tempo fa, abbiamo visto il Partito Popolare di Aznar e Rajoy dare il via libera alla legge sul divorcio-express varata dal Governo Zapatero nonostante il parere contrario del clero spagnolo. E’ davvero desolante scoprire che mentre in Europa i maggiori partiti conservatori non si oppongono alla semplificazione delle procedure e alla riduzione dei tempi per ottenere il divorzio, qui in Italia il centro-destra, su questo e altri temi, decide di rimanere schiacciato sulle posizioni di Gaetano Quagliariello e Maurizio Gasparri, ossia su una piattaforma degna del ticket Fanfani-Almirante del 1974…

il Gengis
04-10-09, 22:49
Fini bravo e coraggioso sul divorzio breve
Mer, 26/08/2009 - 12:42 da alessandro

Fini bravo e coraggioso sul divorzio breve

Roma, 26 AGO (Velino) - "La proposta di legge sul divorzio breve depositata alla Camera dei deputati da Marcello De Angelis, deputato ex An tra i piu' ascoltati dal presidente Gianfranco Fini, e' molto precisa e ragionevole non solo perche' riduce a sei mesi (un anno in presenza di figli minori infraquattordicenni) il periodo triennale di separazione necessario per chiedere e ottenere il divorzio, ma soprattutto perche' e' stata elaborata sulla scorta di una doppia bussola: la fine del matrimonio si ha gia' con la separazione; costringere la coppia a passare attraverso tre o piu' anni di separazione legale prima di poter ottenere il divorzio significa infliggere agli ex coniugi una pena aggiuntiva". Lo afferma Alessandro Gerardi, tesoriere della Lega italiana per il divorzio breve e membro del Comitato nazionale di Radicali italiani. "L'opzione del presidente della Camera a favore del divorzio breve non e' certo una novita' e puo' finalmente aprire le porte ad una destra alla Aznar e alla Sarkozy, piu' aperta, liberale e moderna, in netta controtendenza rispetto alla ventata vandeana e reazionaria che si e' abbattuta in Italia contro le liberta' civili. La Lega italiana per il divorzio breve si dichiara disposta fin da subito ad avviare una collaborazione strutturale su questo tema non solo con il presidente della Camera ma anche con tutti quei parlamentari del Popolo della liberta' consapevoli, come noi, che i loro elettori sono in larghissima misura laico-riformisti, tolleranti e liberali e quindi contrari alle crociate alla Gasparri contro divorzio, aborto, fecondazione assistita e liberta' di cura". (com/udg) 261238 AGO 09 NNNN

il Gengis
04-10-09, 22:50
Ven, 11/09/2009 - 16:56 da admin

Sabato 19 settembre 2009, le Associazioni radicali Anticlericale.net e Certi Diritti, con l’adesione e la partecipazione di Radicali Italiani, Associazione Luca Coscioni, Nessuno Tocchi Caino, Lega Italiana per il Divorzio Breve, Radicali Roma, Comitato Ernesto Nathan, Agorà Digitale, hanno promosso la Marcia Anticlericale per commemorare la data del XX Settembre 1870, storica data della Breccia di Porta Pia.

In queste ore abbiamo ricevuto il diniego dalla Questura di Roma riguardo il percorso indicato qui di seguito. Su questo i nostri deputati hanno depositato un’interrogazione parlamentare urgente.

Abbiamo comunque deciso di confermare lo svolgimento della Marcia Anticlericale alla quale vi chiediamo di partecipare. Il percorso intende raggiungere alcuni dei luoghi del centro storico di Roma, storicamente significativi riguardo la lotta anticlericale.

La Marcia Anticlericale di sabato 19 settembre si svolgerà come segue:

- ore 14 appuntamento a Porta Pia;

- ore 14.30 interventi dal palco dei promotori della Marcia, di parlamentari e dirigenti radicali, esponenti e rappresentanti politici che parteciperanno alla Marcia;

- ore 16 partenza da Porta Pia > Via XX Settembre > Quirinale – Palazzo della Consulta > Via IV Novembre > Via del Plebiscito > Ghetto ebraico > P.za Cairoli > P.za Giuditta Tavani Arquati > Campo de’ Fiori > Corso Vittorio > Piazza Pio XII (confine italiano con il Vaticano).

Anticlericale.net da sabato mattina alle ore 10.30, terrà presso la sede di Via di Torre Argentina, 76 – Roma il suo V° Congresso fino alle ore 13.30 per poi riprendere i lavori domenica 20 settembre dalle ore 10 fino al primo pomeriggio.

L’Associazione Radicale Certi Diritti terrà domenica, dalle ore 10.30 alle ore 18 circa, la riunione del suo Direttivo (vicino alla sede dei radicali) aperta a tutti coloro che vorranno partecipare.

Maurizio Turco, Deputato radicale e Presidente di Anticlericale.net
Clara Comelli, Presidente dell’Associazione Radicale Certi Diritti
Carlo Pontesilli, Segretario Anticlericale.net
Sergio Rovasio, Segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti
Michele De Lucia, Tesoriere di Anticlericale.net e di Radicali Italiani

Di seguito elenchiamo il significato storico delle tappe della Marcia Anticlericale di sabato 19 settembre 2009:

Porta Pia

alle ore 10,10 del XX Settembre 1870 il primo bersagliere irrompe attraverso la breccia di Porta Pia.

Via XX Settembre;

In molte città Italiane le vie dedicate alla data del XX settembre partono quasi sempre dal duomo della città; ciò serviva a rimarcare la vittoria della Stato laico sulla chiesa.

Quirinale e Palazzo della Corte Costituzionale

prima del 1870 residenza dei papi (anche se già dal ritorno dall’esilio di Gaeta dopo i moti del 1848, il Papa aveva scelto il Vaticano come luogo di residenza); il Palazzo della Consulta ha quella sede dal 1955. Fino al 1870 era la sede del Tribunale della sacra consulta e del corpo delle guardie nobili;

Via XXIV Maggio – Via IV Novembre – P.za Venezia

Via del Plebiscito, via dedicata al Plebiscito del 2 ottobre 1870.

« Vogliamo la nostra unione al Regno d'Italia, sotto il governo del re Vittorio Emanuele II e dei suoi successori » . Il plebiscito si svolse il 2 ottobre 1870. I risultati videro la schiacciante vittoria dei sì, 40.785, a fronte dei no che furono solo 46. Il risultato complessivo nella provincia di Roma fu di 77.520 "sì" contro 857 "no". In tutto il territorio annesso i risultati furono 133.681 "sì" contro 1.507 "no".

Ghetto ebraico, luogo di segregazione, fino al 1870.

Un muro circondava la zona e cinque cancelli su di esso erano aperti soltanto durante il giorno per permettere agli ebrei di uscire per esercitare i due soli mestieri a loro consentiti: vendita ambulante di stracci e prestiti ad usura, sempre indossando, però lo speciale contrassegno di colore giallo a dimostrazione dell'appartenenza al popolo ebraico.

I cancelli erano sorvegliati da una sentinella (la cui remunerazione era a carico degli ebrei); nessun ebreo poteva allontanarsi dal ghetto di notte se non voleva essere gravemente punito. Il ghetto fu demolito nel 1870 con l'unificazione d'Italia e la perdita del potere temporale dei Papi.

Piazza Benedetto Cairoli

Benedetto Cairoli è stato un politico italiano. Fu garibaldino, rifugiato politico e cospiratore anti-austriaco, deputato al Parlamento, Presidente del Consiglio dei Ministri italiano nei periodi 24 marzo 1878 - 19 dicembre 1878 e 14 luglio 1879 - 29 maggio 1881

Il prestigio del Cairoli fu grande, anche in quanto rifletteva i meriti dei quattro fratelli, tutti caduti nelle guerre risorgimentali: il padre morto in esilio, Ernesto morto tra i Cacciatori delle Alpi, Luigi morto a Cosenza, di tifo, durante la Spedizione dei Mille, Enrico morto allo Scontro di villa Glori il 23 ottobre del 1867, Giovanni morto per le ferite riportare a villa Glori.

Trastevere Piazza Giuditta Tavani Arquati e Via della Lungaretta 97.

La mattina del 25 ottobre 1867, giorno in cui Garibaldi prendeva Monterotondo nel corso della terza spedizione per liberare Roma, una quarantina di patrioti, di cui 25 romani, si riunirono in via della Lungaretta 97, nel rione romano di Trastevere, nella sede del lanificio di Giulio Ajani, per decidere sul da farsi. Il gruppo preparò una sommossa per far insorgere il Roma contro il governo di Pio IX. Deteneva delle cartucce e un arsenale di fucili. Alla riunione partecipò anche la Arquati, con il marito e uno dei tre figli della coppia, Antonio. Verso le 12 e mezzo, una pattuglia di zuavi giunta da via del Moro attaccò la sede del lanificio. I congiurati cercarono di resistere al fuoco. In poco tempo, però, le truppe pontificie ebbero la meglio e riuscirono a farsi strada all'interno dell'edificio. Alcuni congiurati riuscirono a fuggire, mentre altri furono catturati. Sotto il fuoco rimasero uccise 9 persone, tra cui Giuditta Tavani Arquati, incinta del quarto figlio, il marito e il loro giovane figlio.

Campo dè Fiori (passando da Piazza Benedetto Cairoli)

Luogo simbolo degli anticlericali. Vi fu arso vivo Giordano Bruno il 17 febbraio 1600, condannato dall’Inquisizione perché considerato eretico. Sin dal 1876 un comitato studentesco aveva iniziato la sottoscrizione per un monumento in onore del filosofo nolano, martire del libero pensiero, raccogliendo col tempo adesioni prestigiose, tra cui quelle di Giosuè Carducci, Ernest Renan, Ferdinand Gregorovius, Victor Hugo, Michail Bakunin, George Ibsen.
Il pontefice minacciò di abbandonare Roma per rifugiarsi nella cattolica Austria, qualora la statua fosse stata scoperta al pubblico. Finalmente il 9 giungo 1889 venne inaugurato a Campo de' Fiori il monumento dedicato a Giordano Bruno. Alla base del monumento si legge un'iscrizione del filosofo Giovanni Bovio, oratore ufficiale della cerimonia di inaugurazione: "A Bruno, il secolo da lui divinato qui dove il rogo arse".

Corso Vittorio

Ponte Sant’Angelo – Castel Sant’Angelo

Luogo di prigionia e di esecuzioni capitali per opera del potere pontificio

Piazza Pio XII

Area di confine tra lo Stato italiano e il Vaticano

il Gengis
04-10-09, 22:50
Milano, 18 settembre 2009, dibattito sul divorzio breve
Gio, 17/09/2009 - 16:14 da admin

Venerdì 18, alle ore 18.00, si inaugura la nuova sede dei Radicali di Milano con un dibattito pubblico sul divorzio breve. Al centro del dibattito la prossima discussione in Parlamento della nuova proposta di legge per accorciare i tempi dello scioglimento del matrimonio.

Saranno presenti
Diego Sabatinelli, Segretario della Lega italiana per il divorzio breve
Alessandro Gerardi, avvocato e Tesoriere della Lega italiana per il divorzio breve
Magda Negri, Senatrice (PD)
Marco Perduca, Senatore (Radicale eletto nelle liste del PD)

La nuova sede si trova in Via Malachia Marchesi de Taddei, 10 (MM1 De Angeli – Bus 67 – Filobus 90/91)

Radicali Milano - iniziative (http://www.radicalimilano.it/public/iniziative/visua.asp?dati=ok&id=806)

il Gengis
04-10-09, 22:51
Al Senato sarà calendarizzata la riforma del divorzio, immediato intervento del Papa a gamba tesa
Ven, 25/09/2009 - 19:21 da diego

Appena giunta la notizia che in Senato sarà calendarizzata la riforma
del divorzio, immediato arriva l'intervento del Papa a gamba tesa:
alla faccia del rispetto, ognuno per il proprio ruolo.

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 25 SET - Il divorzio, la
convivenza e le famiglie allargate rovinano la vita di molti
bambini, spesso ''privati dell'appoggio dei genitori, vittime
del malessere e dell'abbandono'', e '' che si semntono orfani
non perche' figli senza genitori, ma perche' figli che ne hanno
troppi''. Benedetto XVI, parlando ad un gruppo di vescovi
brasiliani in visita 'ad limina', denuncia un ''assedio alla
famiglia'' basata sul matrimonio tra uomo e donna e ''la
profonda incertezza'' diffusa nel ''mondo secolarizzato''
''specialmente da quando le societa' occidentali hanno
legalizzato il divorzio''.(ANSA).

Roma, 25 set. (Adnkronos Salute) - "Anche le famiglie
tradizionali e unite, se i genitori sono infelici e in conflitto
permanente fra loro, possono creare problemi enormi ai figli". Lo
sottolinea Anna Oliverio Ferraris, ordinario di Psicologia dello
sviluppo all'Università Sapienza di Roma, dopo che Papa Benedetto XVI
oggi ha denunciato un 'assedio' alla famiglia basata sul matrimonio
tra uomo e donna, sostenendo che divorzio, convivenza e famiglie
allargate rovinano la vita di molti bambini, spesso "privati
dell'appoggio dei genitori, vittime del malessere e dell'abbandono, e
che si sentono orfani non perché figli senza genitori, ma perché figli
che ne hanno troppi".

"Una famiglia unita ma fortemente conflittuale è altrettanto
lesiva per i figli. Due genitori che non si separano, ma portano
avanti per anni una convivenza rabbiosa - dice la psicologa
all'ADNKRONOS SALUTE - possono fare danni notevoli a bambini che
vivono e crescono in un clima simile". E se oggi alla famiglia
'tradizionale' si è affiancata quella 'allargata', popolata da ex
coniugi e fratellastri, anche "in passato esistevano varie tipologie
di famiglie: uno dei due genitori moriva e ci si risposava, acquisendo
matrigne o patrigni, fratellastri o sorellastre. Oppure si viveva in
casa con nonni, zii e cugini".

Inoltre "le persone non si separano per capriccio, ma spesso per
ragioni forti, soprattutto se ci sono dei bambini. Insomma, ogni
tipologia di famiglia ha pregi e limiti - sostiene la psicologa,
autrice fra l'altro di due libri sul tema: 'Dai figli non si divorzia.
Separarsi e rimanere buoni genitori' e 'Il terzo genitore. Vivere con
i figli dell'altro' - L'importante è mantenere un clima di equilibrio
e serenità".

il Gengis
04-10-09, 22:51
Mar, 29/09/2009 - 13:21 da admin

L'8 ottobre si terrà un convegno dal titolo "Amore Civile - Progetto di riforma del diritto di famiglia dal diritto della tradizione al diritto della ragione".

AMORE CIVILE, PROGETTO DI RIFORMA DEL DIRITTO DI FAMIGLIA, DAL DIRITTO DELLA TRADIZIONE AL DIRITTO DELLA RAGIONE

Convegno - Roma, 8 ottobre 2009
Camera dei Deputati - Sala del Refettorio, Palazzo San Macuto ore 9 – 14 Via del Seminario, 76

Segreteria organizzativa: Giacomo Cellottini Tel. 06 67609021 E-mail diritto.famiglia@gmail.com
_____________________________

Presiede Sen. Emma Bonino, Vice Presidente del Senato

Modera CONCITA DE GREGORIO, direttrice de L’UNITA’

Ore 9.00 Sen. Emma BONINO - Saluto ai partecipanti ed apertura del Convegno

Ore 9.15 Bruno DE Filippis* - Presentazione del Progetto

La regolamentazione delle coppie di fatto

Ore 9.30 On. Rosy BINDI (da confermare)

Ore 10.00 Guido Allegrezza*

La separazione e la mediazione FAMILIARE

Ore 10.05 Francesca MARTINI, Sottosegretario di Stato al Lavoro Salute e Politiche sociali (da confermare)

Ore 10.20 Maurizio Quilici* e Giuliano Gramegna*

Il matrimonio tra persone dello stesso sesso

Ore 10.25 On. Anna Paola CONCIA

Ore 10.40 Francesco Bilotta*

Le norme sulla procreazione

Ore 10.50 Sen. Antonio PARAVIA – Norme sulla procreazione assistita

Ore 11.00 On. Benedetto DELLA VEDOVA – Norme sull’interruzione della gravidanza

Ore 11.10 Filomena Gallo*

La filiazione legittima e naturale

Ore 11.15 On. Jole SANTELLI

Ore 11.25 Sen. Donatella PORETTI

Ore 11.35 Anna Laura Zanatta*

Il divorzio breve

Ore 11.40 On. Vittoria FRANCO

Ore 11.50 On. Rita BERNARDINI

Ore 12.00 Diego Sabatinelli* e Alessandro Gerardi*

La VIOLENZA SULLE DONNE IN FAMIGLIA

Ore 12.05 On. Fiamma NIRENSTEIN

Ore 12.15 Enrichetta Buchli*

Commento sul Progetto di riforma del diritto di famiglia

Ore 12.20 Marco CAPPATO, Segretario Associazione Luca Coscioni

Ore 12.30 Simonetta MATONE, Capo di gabinetto Ministero Pari Opportunità (da confermare)

Ore 12.40 Giulia RODANO, Assessore alla Cultura della Regione Lazio

Ore 12.50 Sen. Emma Bonino, Vice Presidente del Senato

Ore 13.00 Conclusioni di Bruno DE Filippis

Ore 13.15 Dibattito con Marco PANNELLA

Ore 14.00 Chiusura dei lavori

* componente della Commissione di Studio per la Riforma del Diritto di Famiglia

Il Convegno è anche Commissione del VII congresso online dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.

In occasione del Convegno sarà presentato il volume: ‘Progetto di riforma del diritto di famiglia. Amore civile: dal diritto della tradizione al diritto della ragione’, Collana Quaderni Loris Fortuna, Mimesis edizioni, 2009.

Confermare entro e non oltre il 7 ottobre 2009 la propria partecipazione al seguente indirizzo e-mail: diritto.famiglia@gmail.com

specificando nell'oggetto: Convegno 8 ottobre Riforma Diritto di famiglia e scrivendo il proprio nome e cognome.

Per accedere alla Sala del Refettorio occorre avere un documento d'identità e, per gli uomini, la giacca.

Nicola
12-10-09, 16:45
IL DIVORZIO BREVE NELLA PROPOSTA DI RIFORMA DEL DIRITTO DI FAMIGLIA "AMORE CIVILE"
To members of Divorzio Breve
Lid Divorzio Breve October 9 at 10:31am Reply


“Finalmente abbiamo una proposta di riforma globale del diritto di famiglia, ora la politica più sensibile ai temi sui diritti civili non può fare finta di nulla, e campare di slogan, ma sarà costretta a difendere i fondamentali del nostro lavoro. E’ chiamata a decidere cosa fare da e in grande”.

Questa la dichiarazione rilasciata da Diego Sabatinelli, Segretario della Lega Italiana Divorzio Breve al termine del Convegno Amore Civile. Nel corso del quale parlamentari e associazioni della Galassia Radicale hanno presentato un progetto di riforma sul diritto di famiglia. In Italia, i diritti sottostanno al potere vaticano, e per questo il Codice Civile è rimasto fermo agli anni 70. Ma la società è cambiata, per questo Sabatinelli denuncia l’urgenza di una nuova riforma del diritto di famiglia che parta dall’introduzione del divorzio breve.

il Gengis
14-10-09, 19:28
LA LEGA ITALIANA PER IL DIVORZIO BREVE RINGRAZIA CHI CI HA AIUTATO A NON CHIUDERE
Gio, 23/07/2009 - 23:20 da diego

Care amiche, cari amici,
la LID ringrazia tutti coloro che con il loro contributo e la loro iscrizione ci hanno aiutato a non chiudere, a non dichiarare fallita questa esperienza. Ora è necessario da parte nostra: non deludere le aspettative dei tanti che ci hanno sostenuto; convincere tutti coloro che ancora non si sono iscritti, convincerli a sostenere questa battaglia di civiltà anche economicamente.
E' necessario affermare nuovamente la necessità, anche se l’obiettivo della calendarizzazione delle proposte di legge sul divorzio breve sembra meta quasi raggiunta, dello sforzo di ognuno per raggiungere l'obiettivo. Non ci è possibile portarne solo sulle nostre spalle tutto il peso, e grazie all'aiuto di molti amici siamo in grado oggi di potenziare, molto, l'efficacia del nostro lavoro. La possibilità di poter contare sul vostro supporto e sul vostro aiuto è un forte stimolo per lavorare di più, ma anche se la vostra fiducia ci ha dato speranza, e utile ribadire che 5.000 euro sono sempre una cifra molto modesta, insufficiente ad acquistare spazi di informazione sui media, o anche solo organizzare gruppi militanti in tutta Italia. Per questo chiediamo a tutti coloro che non hanno ancora contribuito di farlo il più presto possibile; e a tutti coloro che sono già iscritti, o hanno contribuito, di convincere anche altri dell'importanza del nostro lavoro.
Grazie a tutti, di cuore
diego sabatinelli

Potete lasciare un contributo alla LID sul conto corrente postale n. 82656505.

Tramite bonifico bancario, il nostro CODICE IBAN: IT76 Y076 0103 2000 0008 2656 505.

Diego Sabatinelli - Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve

il Gengis
14-10-09, 19:29
Mar, 13/10/2009 - 20:35 da diego

Care amiche, cari amici,
disturbo ancora una volta per raccontarvi le ultime sul fronte della riforma del divorzio, e più in generale del diritto di famiglia. Prima di questo, però, desidero cogliere l’occasione per darvi una buona notizia, o almeno spero lo sia per tutti noi. Come ricorderete questa estate abbiamo lanciato una campagna di autofinanziamento necessaria per poter portare avanti la nostra battaglia, soprattutto in questi mesi che dovranno essere pieni di iniziative, affinché lo scioglimento del vincolo coniugale si possa ottenere anche in Italia in tempi rapidi, in modo meno complicato e meno costoso.

Siamo riusciti grazie al vostro aiuto a raggiungere la cifra -5.000 euro- che avevamo stabilito come soglia minima per intraprendere iniziative “serie” ed organizzare meglio il nostro lavoro. Sarà nostro compito, ora, trovare nuovi contatti, nuovi sostenitori che possano nei prossimi mesi supportare la nostra campagna. Grazie, grazie a tutti coloro che hanno contributo, chi in modo più generoso, chi secondo le proprie possibilità: ogni centesimo dei vostri contributi sarà impiegato solo ed esclusivamente per la nostra battaglia. Cinquemila euro non saranno sufficienti, ma è un segnale, quello che aspettavamo, quello che dimostra non essere vano il nostro impegno.

Veniamo subito alle informazioni che possono essere utili per comprendere quanto sta avvenendo in questi giorni, soprattutto nelle istituzioni. Ci siamo lasciati nelle scorse news con il dibattito organizzato a Milano dalla LID, con la notizia della prossima calendarizzazione in Senato delle proposte di legge sul divorzio, con la battuta d’arresto dopo le parole del Papa sui minori e le famiglie allargate. Per questo motivo abbiamo ritenuto necessario intervistare immediatamente la prof.ssa Anna Oliveiro Ferraris, ordinaria di Psicologia dell'età evolutiva alla "Sapienza" di Roma, proprio sul rapporto tra minori e genitori dopo la separazione. Ritengo interessante ascoltare le parole della docente per comprendere cosa effettivamente può accadere al minore quando i genitori si separano, e come si possa intervenire per risolvere questo delicato momento senza dover demonizzare il divorzio; perché una soluzione rapida è preferibile al trascinarsi di situazioni di instabilità e contrasti non pienamente risolti tra i genitori.

Audio su Radio Radicale: Divorziobreve.it - Trasmissione della Lega Italiana per il divorzio breve | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/288010)

Il nostro lavoro ha previsto la partecipazione della L.I.D. all'organizzazione del Convegno “Amore Civile”, progetto di riforma del diritto di famiglia, svoltosi a Roma, l'8 ottobre 2009, presso la Camera dei Deputati - Sala del Refettorio, Palazzo San Macuto. Nutrita la presenza di cittadini, associazioni, professionisti e politici; molto interessanti gli interventi e le soluzioni prospettate. Potete riascoltare tutto il Convegno direttamente sul sito di Radio Radicale, link in basso. La parte strettamente riguardante il divorzio breve la trovate negli interventi della sen. Vittoria Franco, PD, dell’on. Rita Bernardini, radicale, e del sottoscritto. Ovviamente consiglio di ascoltare tutti i lavori, magari un po’ alla volta. Buon ascolto:

Amore civile - progetto di riforma del diritto di famiglia | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/288504)

Intervista su Agenzia Radicale: YouTube - Il canale di AgenziaRadicale (http://www.youtube.com/agenziaradicale#p/u/2/teCuTPrJ520)

Ringraziandovi per il vostro aiuto, v’informo che nei prossimi giorni altre iniziative verranno portate avanti dalla L.I.D., non ultima la pubblicazione e distribuzione del dossier che, grazie al vostro aiuto, è già ultimato e attende solo l’occasione propizia per essere diffuso nel modo migliore e più efficace. Non escludiamo tra breve una nuova manifestazione di stimolo davanti al Senato, magari per svegliare il PD dal “torpore da primarie” in cui versa ormai da troppo tempo.
Ricordo, per chi ancora non lo avesse fatto, di diffondere il più possibile l’appello per il divorzio breve in rete: Aderisci alla campagna | Divorzio Breve (http://www.divorziobreve.org/?q=node/2) , e di contribuire al nostro lavoro, magari iscrivendovi alla L.I.D.

Potete lasciare un contributo alla LID sul conto corrente postale n. 82656505.
Tramite bonifico bancario, il nostro CODICE IBAN: IT76 Y076 0103 2000 0008 2656 505.
Un abbraccio,
diego sabatinelli - segretario della Lega Italiana per il Divorzio breve

il Gengis
14-10-09, 19:32
Separazione, i minori si proteggono velocizzando le cause di divorzio
Mar, 13/10/2009 - 16:28 da diego

Dichiarazione di Diego Sabatinelli, Segretario della Lega
Italiana per il Divorzio Breve:

“Il caso di Ferrara, della mamma accusata dall’ex marito
di iperprotettività, dimostra nei fatti che,
indipendentemente dalle responsabilità, guerre prolungate
tra genitori danneggiano sempre i figli. Sostituire le
lunghe e burocratiche procedure in Tribunale con la
mediazione famigliare ridurrebbe sensibilmente i problemi
che 700 mila minori affrontano con la separazione dei
genitori, compreso il fenomeno dei bimbi in clausura.”.

il Gengis
14-10-09, 19:33
Audio - Video convegno "Amore Civile"
Ven, 09/10/2009 - 14:51 da admin

Audio - Video dal sito di Radio Radicale del convegno "Amore Civile" che si è svolto a Roma l'8 ottobre 2009 presso la Camera dei Deputati - Sala del Refettorio, Palazzo San Macuto.

Amore civile - progetto di riforma del diritto di famiglia | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/288504)

Buona visione

il Gengis
22-11-09, 15:37
Alloggi per padri separati, plauso ed incoraggiamento alla Giunta Alemanno
Mer, 28/10/2009 - 13:34 da diego

Dichiarazione di Diego Sabatinelli, Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve.

“Un plauso sincero va alla Giunta Alemanno e all'assessore alle politiche sociali, Sveva Belviso, per aver stanziato 346 mila euro per venti abitazioni transitorie da assegnare a padri separati in difficoltà economica. Il provvedimento è molto diverso dalla proposta di referendum regionale presentato nel Lazio dal Comitato referendario di liberazione Ernesto Nathan non appoggiato dall'attuale maggioranza capitolina, il quale prevedeva un intervento della Ragione Lazio per i coniugi in difficoltà economica a seguito di separazione, quindi non solo genitori e non solo padri, per una vera assistenza abitativa, ma anche psicologica e legale. Comunque, solo in parte, è stato colto lo spirito delle iniziative già in atto in altri enti locali, e magari con un po' più di coraggio e con una maggiore erogazione di fondi si può passare da una semplice dichiarazioni d'intenti all'effettivo tentativo di aiutare le persone a superare una delle maggiori cause di nuova povertà del nostro secolo.”. Intervista notiziario di Radio Radicale: Divorzio breve: intervista a Diego Sabatinelli | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/290093)

il Gengis
22-11-09, 15:37
Il buon risultato di Ignazio Marino fa ben sperare per le riforme urgenti
Lun, 26/10/2009 - 13:09 da diego

Dichiarazione di Diego Sabatinelli, Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve

“Il buon risultato della Mozione di Ignazio Marino alle primarie del PD dovrebbe far ben sperare anche per un serio dibattito interno al Partito Democratico, e quindi anche nel Paese, su quelle riforme sempre più urgenti e necessarie, soprattutto per nuovi diritti civili. Dalle prime dichiarazioni del candidato sembra chiara la volontà di proseguire la sua battaglia, e forte del buon risultato divenire un punto di riferimento futuro per i suoi attuali elettori e per molti altri che verranno. Avanti, dunque, con le proposte di riforma, perché alternativa peggiore sarebbe abbandonare quella parte del popolo delle primarie che lo sostiene con ancora più forza e convinzione.”.

il Gengis
22-11-09, 15:38
Mar, 03/11/2009 - 15:25 da diego

Care amiche, cari amici,
scrivo nuovamente per informarvi sulle ultime notizie in merito alla nostra battaglia per la riforma della legge sul divorzio, ma soprattutto per iniziare ad organizzare insieme nuove forme di pressione sulle istituzioni. Non sfugge certo la paralisi che ha “drammaticamente” colpito le attività parlamentari su tutti i fronti, e non poteva essere altrimenti anche sulle questioni che ci coinvolgono direttamente.

E' utile fare il punto della situazione con riepilogo per comprendere meglio come muoverci: le proposte presentate in questa legislatura, sia alla Camera che al Senato, sono varie. Primi firmatari di queste proposte sono eletti sia nelle liste della maggioranza che in quelle dell'opposizione; tra le proposte si individuano varie formulazioni, dalla semplice riduzione del tempo obbligatorio della separazione da tre ad un anno, a proposte più innovative che tendono non solo a ridurre i tempi, ma a semplificare anche le procedure e ridurre i costi per le parti coinvolte e per l'amministrazione della giustizia; ad esempio con l’intervento del Giudice di Pace o dei notai in casi particolari.
Tra le tante possiamo individuare al Senato le proposte del sen. Saro, PDL, della sen. Negri, PD, del sen. Perduca, radicali. Alla Camera interessanti sono le proposte dell'on. De Angelis, PDL, della on. Amici, PD, e della on. Farina Coscioni, radicali.

Prima della pausa estiva, immediatamente dopo la manifestazione promossa dalla Lega Italiana per il Divorzio Breve davanti a Montecitorio, era giunta notizia ai parlamentari che si sarebbe discussa ad ottobre la proposta della on. Sesa Amici, PD, discussione che non è stata nemmeno inserita nel calendario dei lavori della Commissione Giustizia dalla Presidente Bongiorno. Successivamente a fine settembre, sempre in coincidenza con un dibattito a Milano organizzato dalla L.I.D., a cui partecipavano la sen. Magda Negri ed il sen. Marco Perduca, giungeva notizia che la discussione sarebbe iniziata al Senato, nella Commissione Giustizia, e che già il relatore era stato individuato: forse la sen. Maria Alessandra Gallone eletta nel PDL?

Comunque sia, appena giunta la notizia della prossima calendarizzazione della discussione arrivava immediata “la scomunica” da parte della Santa Sede direttamente dalle parole del Papa che il 25 settembre dichiarava: il divorzio, la convivenza e le famiglie allargate rovinano la vita di molti bambini, spesso ''privati dell'appoggio dei genitori, vittime del malessere e dell'abbandono''.
A seguito dell’intervento del Papa sembra bloccarsi nuovamente l’iter per la discussione, che molto probabilmente attenderà l’esito dell’altra grande questione “etica” che impegna i lavori parlamentari: il testamento biologico.

Durante l’estate una delle notizie di gossip politico voleva che lo stesso Fini avesse a cuore, tra le varie riforme, quella sul divorzio, già presentata da uno dei “suoi” parlamentari nella scorsa legislatura, sen Antonino Caruso, e nuovamente presentata nell’attuale dall’on. Marcello De Angelis. Evidentemente anche il divorzio breve è uno dei punti qualificanti del confronto tra Fini e Berlusconi, confronto che non riesce però a decollare. Intanto centinaia di migliaia di italiani sono in attesa da anni per rifarsi una vita, magari ricostituire una nuova famiglia, sempre più immersi nelle carte bollate e in preda ad avvocati non sempre professionali. Almeno 400.000 minori figli della separazione aspettano che si stabilizzi la vita dei genitori, e quindi anche la loro, e che finisca il giro nei tribunali, dagli avvocati e in mezzo alle scartoffie. L’OSCE fa emergere l’anomalia della giustizia civile italiana per cui la durata media di una causa di divorzio nei tribunali italiani è di 582 giorni (oltre i tre anni obbligatori di attesa dalla separazione per iniziare la causa di divorzio). L’Eurispes dichiara che divorzi e separazioni costano allo Stato almeno 440 milioni di euro l'anno mentre l’ADOC ci spiega che alla coppia divorziare costa minimo 3.300 euro, ma si può spendere fino a 23.000 euro.

Cosa stiamo facendo noi della L.I.D. nel frattempo? Abbiamo deciso di non farci travolgere dagli eventi, ma di governare la situazione come possiamo. Intanto appoggiando quelle aree interne agli schieramenti che riteniamo maggiormente pronte a recepire il nostro allarme sull'urgenza di una nuova legge sul divorzio. Per questo abbiamo invitato gli elettori del PD a votare la mozione di Ignazio Marino alle primarie del 25 ottobre u.s.:

La Lega Italiana per il Divorzio Breve invita gli elettori del PD a votare Ignazio Marino alle primarie | Divorzio Breve (http://divorziobreve.it/?q=node/643)

Insistiamo perché nello schieramento di maggioranza si apra un confronto interno sulla riforma del diritto di famiglia:

Non nascondere i diritti sotto il tappeto del conformismo|Libertiamo.it (http://www.libertiamo.it/2009/10/27/non-nascondere-i-diritti-sotto-il-ta)...

Ci occupiamo di valorizzare, quando possibile, le iniziative degli enti locali che hanno a cuore le problematiche inerenti le separazioni ed i divorzi:

Alloggi per padri separati, plauso ed incoraggiamento alla Giunta Alemanno | Divorzio Breve (http://divorziobreve.it/?q=node/652)

Ma, soprattutto, continuiamo a fare attività di lobbying dentro e fuori il Palazzo, contattando giornali, TV, radio perché facciano emergere il più possibile il disagio sociale che la mancanza di una nuova legge sul divorzio provoca. Continuiamo ad organizzare incontri in tutta Italia tra i parlamentari sensibili al tema, i professionisti, le associazione ed i singoli cittadini, prossimo incontro l'11 dicembre a Torino.
Tutto questo sembra inutile se non supportato da una vera mobilitazione di piazza che proveremo ad organizzare già per metà dicembre, sempre e solo grazie al vostro aiuto, alla vostra collaborazione, alla vostra partecipazione.
Un abbraccio,
Diego Sabatinelli, Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve

il Gengis
22-11-09, 15:38
Ottima notizia dal PDL, ora si deve concludere subito!
Ven, 20/11/2009 - 21:12 da diego

Comunicato stampa, dichiarazione di Diego Sabatinelli, segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve:

"Ancora una volta singoli parlamentari del Popolo della Libertà fanno sperare gli italiani per una riforma rapida, necessaria del diritto di famiglia. Tutto il sostegno possibile ai senatori Maria Ida Germontani e Salvo Fleres, migliaia di italiani aspettano fiduciosi una riforma del divorzio entro questa legislatura, non deludiamoli ancora. Tutti, ma proprio tutti, a qualsiasi schieramento si appartenga, dobbiamo essere presenti martedì, alle ore 14, presso la Sala Nassirya di Palazzo Madama, alla presentazione dei tre disegni di legge che rinnovano la disciplina dei diritti individuali nelle coppie, ovvero: la modifica dell'articolo 29 della Costituzione estendendo il riconoscimento e la tutela dei diritti individuali ai rapporti di coppia stabiliti dalla legge; il secondo disciplina la reversibilità della pensione a favore di persone conviventi; infine il terzo disegno di legge riconosce che la procedura di separazione consensuale in assenza di figli minori avvenga davanti ai notai e agli avvocati."

il Gengis
22-11-09, 15:39
News dalla LID, trasmissione su Radio Radicale con l'avv. Maria Grazia Masella
Ven, 20/11/2009 - 21:51 da diego

Care amiche, cari amici,
in questi giorni di totale impasse parlamentare che sembra ormai la regola per le attività del nostro legislatore, la Lega Italiana per il Divorzio Breve prosegue il suo lavoro, anche se veramente tra mille difficoltà. Abbiamo fissato la data per un nuovo incontro-dibattito sul divorzio breve a Torino, venerdì 11 dicembre, dalle ore 19 circa, presso la Sala dell’Antico macello di Po, in via Matteo Pescatore 7.
Stiamo tentando di far incontrare nel Paese i parlamentari maggiormente coinvolti nella riforma della legge sul divorzio insieme agli operatori del diritto, docenti, studiosi, associazioni e cittadini interessati. A giorni dovremmo avere l’elenco completo dei relatori. La partecipazione è aperta a tutti, una partecipazione attiva in cui ciascuno ha il diritto, direi anche il dovere, di partecipare illustrando le proprie proposte, ponendo domande e cercando chiarimenti, raccontando la propria esperienza professionale o di semplice cittadino coinvolto. L’incontro dovrà essere occasione per arricchire ognuno, ma soprattutto per imporre a coloro che ne hanno il potere, e il dovere, la necessaria urgenza di questa riforma.

Intanto ci giunge questa notizia che si somma al nostro continuo lavoro: Martedì 24, alle ore 14 presso la Sala Nassirya di Palazzo Madama, i senatori del Pdl Maria Ida Germontani e Salvo Fleres presenteranno i tre disegni di legge di cui sono promotori che rinnovano la disciplina dei diritti individuali nelle coppie. Il primo ddl prevede la modifica dell'articolo 29 della Costituzione estendendo il riconoscimento e la tutela dei diritti individuali ai rapporti di coppia stabiliti dalla legge; il secondo disciplina la reversibilità della pensione a favore di persone conviventi; infine il terzo disegno di legge riconosce che la procedura di separazione consensuale in assenza di figli minori avvenga davanti ai notai e agli avvocati.

Martedì 17 novembre, durante la consueta trasmissione quindicinale su Radio Radicale a cura della Lega Italiana per il divorzio breve, abbiamo avuto occasione di avere ospite in studio l’avv. Maria Grazia Masella, avvocato in Roma, specialista in diritto di famiglia e dei minori, generalmente conosciuta per i suoi interventi nelle trasmissioni della RAI su questo argomento. Durante la trasmissione, che ha visto la presenza in studio anche dell’avv. Alessandro Gerardi e del sottoscritto, è stato possibile interloquire direttamente con gli ascoltatori interessati a porre domande o risolvere problemi.

Potete riascoltare l’intera interessantissima puntata sul sito di Radio Radicale:

Divorziobreve.it - Trasmissione della Lega Italiana per il divorzio breve | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/291386)

Un abbraccio,
diego sabatinelli, segretario della lega italiana per il divorzio breve

il Gengis
22-11-09, 15:40
Intervista a Simona: due genitori uniti pur essendo separati
Lun, 16/11/2009 - 19:11 da diego

Da: genitoricrescono (http://www.genitoricrescono.com)

Simona è un architetto d’ Interni, vive a Roma ed è mamma di una bimba di sei anni. Da quattro anni è separata dal papà di sua figlia e tutti e due hanno instaurato nuove relazioni stabili di convivenza. La sua è un’esperienza di un rapporto costruttivo e disteso tra genitori separati che gestiscono in accordo la crescita della figlia.

Quando Silvia mi ha proposto questa intervista ho subito accettato con entusiasmo, perché spero di riuscire a dimostrare che si può essere dei genitori uniti pur essendo separati.
La mia è una storia come tante, ed io stessa sono una come tante. Una di quelle “Donne Spezzate” di cui narra Simone De Beauvoir nel suo meraviglioso libro. Donne tradite, umiliate ed abbandonate.
Spesso la rabbia prende il sopravvento sul buon senso ed i figli diventano l’inconsapevole strumento di vendetta. Sento spesso dire “se ha fatto Questo a me, come può essere un buon padre?”. E a me verrebbe da chiedere “se neghi ai tuoi figli di viversi il padre, come puoi essere una buona madre?”
Essere madri non da l’esclusiva sui figli né tanto meno la da l’essere state tradite. I figli non ci appartengono, non sono “cose” di cui possiamo disporre a nostro piacimento. Sono Persone che hanno un padre anche se è “quel” padre, che è il “loro” padre: le donne che ostacolano gli ex compagni ad essere padri fanno una violenza inaudita ai loro figli, e si infliggono una condanna terribile: una vita di conflitti pari ad un ergastolo.
Se oggi posso dire di aver raggiunto un buon equilibrio con il padre di mia figlia lo devo alla consapevolezza che se una coppia intesa come uomo e donna si può sciogliere, quella genitoriale no; si rimane genitori dello stesso bambino tutta la vita.

Come definiresti oggi il rapporto con il tuo ex compagno ed attraverso quali fasi è passato?
Dopo un periodo di rodaggio lo definirei “faticosamente sereno”.

Quanti anni aveva vostra figlia al momento della separazione? Come avete affrontato l’argomento con lei e chi di voi genitore si è fatto maggior carico di spiegare cosa stava accadendo?
Aveva poco più di due anni, ed era quindi inconsapevole di quello che le accadeva intorno.
Adesso che ne ha sei, sia io che il padre le spieghiamo che ci siamo lasciati perchè non andavamo più d’accordo cercando di trasmetterle la sensazione che la separazione sia stato un passaggio sereno, un’inevitabile conseguenza, una sorta di rimedio a qualcosa che non andava, e ribadendo sempre l’affetto che continua ad esistere tra noi anche se non siamo più una coppia.

Qual’è l’atteggiamento di vostra figlia oggi rispetto alla vostra separazione? Pensi ci sia ancora qualcosa di irrisolto?
Mia figlia è una bambina ragionevolmente serena ma rimane pur sempre una bimba che non ha alcun ricordo dei genitori insieme. Se da un lato è stato un bene perché non ha vissuto il trauma del distacco “fisico” dal padre, dall’altro è piena di domande e di curiosità rispetto ad un passato che ci vedeva tutti e tre insieme.
Lei, ovviamente, vorrebbe il papà e la mamma sotto lo stesso tetto e paradossalmente, i nostri rapporti distesi la mettono spesso in confusione.
È molto “dispiaciuta” ma non disperata e percepisce chiaramente che tra me e il padre esiste un legame anche se non ha ancora gli strumenti necessari per capirne esattamente la natura.

Secondo te i bambini soffrono più della separazione dei loro genitori o del loro rapporto conflittuale ed ostile?
Quando i genitori sono in conflitto i figli vivono una profonda destabilizzazione perché entrano in rotta di collisione le due navi guida che li affiancano nella crescita.
La separazione, per come la intendo io, dovrebbe essere la medicina che sana un rapporto “malato”, ovvero la fine di qualsiasi ostilità e non l’inizio.
Ma se il conflitto resta, se non si và OLTRE, è come se quel rapporto malsano non si sia mai interrotto, e i bambini ne vengono travolti.

Parliamo del rapporto con i nuovi compagni di mamma e papà: qual’è stato il modo per avvicinare tua figlia al tuo attuale compagno e com’è il suo rapporto con la compagna del papà?
Per quel che mi riguarda e avvenuto tutto in modo molto graduale, al punto che è stata lei a dirmi –mamma, perché Marco non viene a vivere con noi?-
Per il padre è stato diverso, la sua attuale compagna era presente nella sua vita da prima della separazione e per mia figlia è un po’ come se ci fosse sempre stata.
È una ragazza intelligente, che si è saputa costruire un rapporto affettivo con mia figlia senza scavalcarmi e rispettando profondamente il mio ruolo di madre.

Hai dei consigli per i genitori che stanno attraversando i momenti più critici di una separazione su come aiutare i figli a gestire questa esperienza?
Credo che non si possa evitare ai nostri figli di soffrire.
Lo sforzo e il compito di ogni genitore separato è quello di rendere il loro dolore “sano” : gli abbiamo distrutto qualcosa, dobbiamo costruirgliene un’altra. Il modo migliore per aiutare i nostri figli è quello di rispettarli.
Rispettare la loro sofferenza, la loro delusione e soprattutto rispettare il loro dna: sono l’unione di due esseri umani che un tempo si sono amati e che si sono fusi in loro.
E il dna non si modifica neanche se portate sulla testa un bel paio di corna.

il Gengis
22-11-09, 15:41
Divorzio: in aumento e più donne mantengono ex mariti
Ven, 20/11/2009 - 18:23 da diego

NEL 2007 +2,3% PER SENTENZE DEFINITIVE, +1,2% PER LE SEPARAZIONI (ANSA) - ROMA, 20 NOV.

Non solo in Italia ci si separa e ci si divorzia sempre di piu', ma negli ultimi anni sono in aumento le donne donne 'condannate' a mantenere l'ex marito.
Professioniste o con attivita' commerciali, vivono nel Centro Nord e a volte rischiano di perdere anche la casa coniugale.
Quello che storicamente succede agli uomini con le ex mogli.
Se i dati sulle rotture delle famiglie sono quelli dell'Istat (pubblicati nell'Annuario Statistico 2009), la pur lieve inversione di tendenza sul mantenimento e' stata segnalata dall'Associazione Matrimonialisti Italiani (Ami).
Secondo i dati Istat, nel 2007 sono in crescita sia i divorzi (+2,3%, per un totale di 50.669) che le separazioni (+1,2%, 81.359) e nell'86,3% dei casi le coppie scelgono la separazione consensuale. I figli minori coinvolti sono 25.495 nei divorzi e 66.406 nelle separazioni. In aumento l'affidamento condiviso, stabilito per la meta' dei casi di divorzio (era il 28% nel 2006) e per quasi due terzi delle separazioni.
'Negli ultimi cinque anni, anche in Italia, sta aumentando il fenomeno dei mariti che ottengono l'assegno di mantenimento dalle mogli dalle quali si separano o divorziano', spiega Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell'Ami.
'Si calcola, in base alle rilevazioni del Centro Studi dell'Ami, che nel 4% dei casi di frattura del matrimonio le mogli siano condannate a mantenere gli ex mariti o trovino accordi consensuali in tal senso', aggiunge Gassani.
'Le mogli piu' tartassate sono del Centro-Nord e svolgono attivita' professionali o commerciali. Cosi' come succede per i mariti, se le mogli godono di un reddito almeno tre volte superiore a quello del coniuge, sono obbligate a pagare l'assegno perequativo in favore di quest'ultimo, anche tenendo in considerazione il tenore di vita della coppia'.
'Emerge tuttavia un altro dato interessante: le donne pagano l'assegno senza particolari problemi. Per quelle in carriera, senza orari ne' fissa dimora, puo' accadere che se i figli sono collocati stabilmente presso il padre esse rischino di perdere anche la casa coniugale, anche se di loro proprieta'', conclude Gassani.
Secondo i dati Istat, nel 2006 nel 94,5% dei casi di separazioni con minori e' stato il padre a dare l'assegno di mantenimento; entrambi i genitori nel 4% dei casi, la madre solo nell'1,5%. Sempre nel 2006, l'importo medio mensile e' stato di 499,62 euro nelle separazioni e di 441,49 euro nei divorzi.
L'assegno varia a secondo del numero dei figli: oscilla in media da 414,38 nelle separazioni con un minore a 753,99 con almeno tre figli. Aumentano le richieste di revisione delle condizioni di separazione e divorzio, +6,8% rispetto al 2005, pari a complessive 11.167. Ne sono state esaurite 10.424. (ANSA).

il Gengis
28-11-09, 17:32
Conferenza stampa dei senatori Fleres e Germontani annullata, non si chiuda con solito ordine di scuderia
Mar, 24/11/2009 - 16:36 da diego

COPPIE FATTO: LEGA PER DIVORZIO BREVE, NO A ORDINI SCUDERIA

(ANSA) - ROMA, 24 NOV - ''A fatica comprendiamo l'ennesimo
richiamo all'ordine e alla disciplina del Pdl, che ha comportato
l'annullamento della conferenza stampa dei senatori Fleres e
Germontani, alla faccia della tanto sbandierata liberta' di
coscienza dei singoli parlamentari in queste materie'': lo
afferma Diego Sabatinelli, segretario della Lega Italiana per il
Divorzio Breve. ''Sia almeno, questa - aggiunge - l'occasione
per aprire un grande confronto pubblico tra tutte le componenti
del Popolo della Liberta', e tra il partito e la societa'
civile''. (ANSA).

il Gengis
28-11-09, 17:33
Radio Radicale, intervista alla sen. Germontani
Gio, 26/11/2009 - 16:53 da diego

Martedì 24 novembre puntata speciale su Radio Radicale della trasmissione a cura della Lega italiana per il Divorzio Breve. Intervista alla senatrice Maria Ida Germontani, PDL, a seguito dell'annullamento della conferenza stampa di presentazione delle tre proposte di riforma del diritto di famiglia. La senatrice Germontani spiega ai microfoni di Radio Radicale in diretta i motivi dell'annullamento della conferenza stampa ed illustra le proposte presentate insieme al senatore Fleres.

Dal sito di Radio Radicale, riascolta: Divorziobreve.it | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/291861)

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il Gengis
28-11-09, 17:34
Dalla famiglia ai dormitori: la dura vita dei papà separati
Mar, 24/11/2009 - 19:07 da diego

Gli ex mariti in povertà emergenza sociale in tutta Italia. A Roma una struttura protetta: una palazzina con venti alloggi

Da: Il Messaggero - Home Page - sezione HOME (http://www.ilmessaggero.it)

di Anna Maria Sersale

ROMA (23 novembre) - «Ci accusano di essere assenti, padri part-time, fantasmi, o peggio padri-bancomat che dopo avere dato l’assegno se ne infischiano dei problemi... Etichette che ci hanno cucito addosso ingiustamente, con danni pazzeschi. Pregiudizi, certo. Ma noi non ci stiamo. Se siamo separati dalle mogli, non vogliamo essere separati anche dai figli... Però è dura. Io, come tanti altri, sono stato travolto. Come tanti altri non ce l’ho fatta a reggere economicamente. Il Tribunale ci mette alla porta, assegna la casa a lei, fissa l’assegno mensile, i problemi di sopravvivenza non contano. Chi resta, la madre, ha mille modi per rendere difficile la vita dell’altro: un’insidia sotterranea, un boicottaggio invisibile, una miriade di minuti ricatti quotidiani. Avevo una piccola bottega, per due anni ho dormito nel retro. Ho passato tante notti in macchina, poi sono tornato da mia madre, una sconfitta, a 50 anni mi è crollato il mondo addosso».

Il colletto della camicia stirato male, la giacca consumata, i jeans con l’aria sdrucita. Riccardo T. ha superato i cinquanta, ma non il trauma da “padre separato”. Trauma economico e esistenziale. Della povertà dei separati - entrata a far parte delle nuove emergenze sociali - se ne è accorta per prima la Caritas: «A Roma e Milano ce li siamo trovati nei dormitori, sempre più numerosi».

Ora se ne stanno accorgendo anche i Comuni. L’inverno scorso Sveva Belviso, assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, quando è andata a portare le coperte per il freddo ai barboni e agli immigrati che l’amministrazione ospitava nell’ex Fiera di Roma, sulla Colombo, dentro ci ha trovato tanti uomini separati, che per avere una branda e un piatto caldo si appoggiavano alla struttura comunale. «Gente normale, con un lavoro, ma che non riusciva a sostenere i costi della separazione - racconta l’assessore Belviso - Gente che di mattina prendeva la valigetta per andare in ufficio. Mi sono detta, un’altra emergenza. Così è nato il progetto sperimentale appena varato: i separati, finiti in condizioni di marginalità e povertà, avranno presto un rifugio, una residenza protetta».

Nasce a Roma la “Casa per i papà separati”. Il Comune ha emanato il bando per reperire una palazzina con almeno venti-ventidue appartamenti. Si tratta di «piccoli alloggi con angolo cottura, camera da letto, saloncino e tv, bagno arredato con lavatrice, e spazi comuni, giardini, aree per le attività ricreative» in modo da avere un luogo adatto ai bambini, dove poterli ospitare il fine settimana. Per ora un avvio sperimentale, ma la Belviso sa di dover aumentare il sostegno.

A Bolzano già avviata una esperienza analoga. Anche lì il Comune è intervenuto in soccorso dei padri che lasciano la dimora coniugale e finiscono per strada. Ma se a Bolzano è arrivata perfino la televisione coreana a riprendere la casa di accoglienza per i padri separati, la Regione Liguria è stata la prima ad approvare una legge che nel bilancio 2009 ha messo alcuni milioni di euro per case temporanee e per il sostegno psicologico e legale alle famiglie che si rompono.

Soddisfatte le associazioni che raggruppano i padri. In prima linea Antonio Matricardi e Tiziana Arsenti, rispettivamente vice presidente e presidente dell’associazione “Papà separati dai figli”: «Era ora che si accorgessero di questo dramma». Ma c’è chi non è per nulla convinto e accusa i padri di «vittimismo». «Non si tratta di vittimismo, le separazioni delle coppie con figli, oltre ad un trauma personale - sostiene ancora l’assessore capitolino Sveva Belviso - comportano un improvviso aumento delle spese con un impoverimento generale della famiglia. A precipitare nel disagio economico sono i genitori non affidatari, solitamente i padri, che oltre a versare l’assegno mensile devono lasciare la dimora». I separati in difficoltà, dunque, a Roma potranno restare nella struttura comunale per 12 mesi.

Il fenomeno è esteso. Lo dice anche la diocesi di Milano nell’ultimo rapporto su vecchie povertà e bisogni emergenti, c’è un capitolo riservato ai divorziati, sottolineando come «molti di essi siano finiti agli ultimi posti della scala sociale». In genere si tratta di uomini di età compresa tra i 35 e i 54 anni. Ma quanti sono in totale? Secondo le stime Istat toccano quota 200 mila i padri con una ex moglie e almeno un figlio minorenne. Ovviamente non sono tutti in povertà, ma la fascia del disagio è comunque ampia. Quanto ai bambini si sa che sono 263 mila quelli che non vivono più con i padri: cifra destinata a crescere visto l’incremento delle separazioni e visto che la legge sull’affidamento condiviso è in parte inattuata (in Parlamento ora è in discussione un ddl di modifica della legge, per evitare che le norme vengano aggirate).

Non sono emigrati, non sono disoccupati, non sono imprenditori rovinati dalla crisi. Come nel caso di Riccardo T. «i padri separati chiedono di avere una vita dignitosa, anche per non perdere il rapporto con i figli». Ma come sono i padri oggi? «Hanno una relazione molto più stretta con i figli - sostiene Marino Maglietta, presidente dell’associazione Crescere insieme - Percepiscono un senso enorme di perdita quando devono rinunciare alla quotidianità con il figlio, si sentono defraudati. Nessuno vuole fare del femminismo al contrario, ma il più penalizzato dalla separazione è lui». Lui che ora si sente vittima delle contraddizioni: nuove leggi sul congedo familiare chiedono agli uomini di assumere più responsabilità, nella cura dei figli, nella collaborazione con il partner. «I padri oggi danno più presenza materiale, affettiva, ma poi - osserva l’avvocato Maria Pia Sabatini - al momento della separazione e del divorzio vengono accompagnati gentilmente alla porta, indicando la cifra mensile da versare per i figli e i giorni di visita non trattabili, soprattutto se, come accade quasi sempre, tra gli ex c’è un alto livello di conflittualità».

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il Gengis
28-11-09, 17:37
Si apre lo scontro nel Pdl bloccata la proposta di legge dei finiani
Mer, 25/11/2009 - 14:05 da diego

Stop di Gasparri e Giovanardi alla Germontani. Lei: non mi arrendo
Salta la proposta per legittimare le 300mila coppie che convivono

da: La Repubblica.it » Homepage (http://www.repubblica.it)

di CARMELO LOPAPA

ROMA - Diritti alle coppie di fatto da inserire in Costituzione, separazione breve (in tempi di processo breve) per i coniugi senza figli minori e pensione di reversibilità anche per i conviventi. Due senatori Pdl - Maria Ida Germontani, finiana, e Salvo Fleres, forzista di area laico-repubblicana - ci hanno provato. Tre disegni di legge per legittimare le 300 mila coppie italiane che oggi convivono senza matrimonio. Ma due ore prima della conferenza stampa di presentazione a Palazzo Madama, arriva l'altolà dei capigruppo del partito.

Maurizio Gasparri chiama a rapporto la Germontani, Gaetano Quagliariello incontra Fleres. Contestano ai promotori la mancata comunicazione di un'iniziativa tanto delicata, di averla appresa dai giornali. Ma il problema è di merito - spiega Quagliariello - in campagna elettorale abbiamo promesso il quoziente familiare, per essere credibili dobbiamo realizzarlo e aiutare la famiglia tradizionale, prima di riconoscere diritti ad altre forme di unione". I due senatori annullano la conferenza stampa. "Ci hanno detto che occorre fare un approfondimento - racconta la Germontani - io comunque non mi arrendo, è una battaglia di diritti civili che porterò avanti". E rincara: "Non siamo soli. Tanti colleghi del Pdl ci hanno espresso solidarietà e ci hanno invitato ad andare avanti". Nel frattempo arriva la stroncatura del governo, col sottosegretario alle politiche familiari Carlo Giovanardi. Proposte "inaccettabili dal punto di vista politico ed economico" contesta, citando il Family day e l'impegno lì assunto dal Pdl in favore della famiglia. "Ma allora il Pdl non esisteva nemmeno! E poi ci siamo dotati di una carta dei valori della persona, che ne vogliamo fare?" replica la Germontani. Ma Giovanardi "non ha letto nemmeno i ddl" dice Fleres: "Giusto fermarsi e approfondire, ma sono ddl semplicissimi e di buon senso", minimizza.

Con il primo, si modifica l'articolo 29 della Costituzione per riconoscere i diritti "individuali scaturenti dai rapporti di coppia" accanto a quelli della famiglia fondata sul matrimonio. Con il secondo, si consente l'omologazione della separazione davanti al notaio (e non al giudice) nel caso in cui sia consensuale e senza figli minori. Infine, riconoscimento al convivente della quota di legittima (30%) della pensione, la stessa che spetta al coniuge. Ddl depositati, ma per i dirigenti Pdl è una partita già chiusa. E lo zampino finiano sull'operazione ha pesato non poco sullo stop.

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Nicola
28-12-09, 17:51
Subject: News dalla L.I.D. e trasmissione su Radio Radicale

Care amiche, cari amici,
nell'augurarvi buone feste colgo l'occasione per informare gli iscritti alla list, ovvero tutti i sottoscrittori dell'appello on-line sul nostro sito, sulle ultime notizie dal fronte del divorzio breve. Il prossimo appuntamento in commissione giustizia della Camera per il divorzio breve, salvo variazioni sempre possibili, è fissato per il 12 gennaio. In attesa dell'inizio della discussione è bene dare qualche informazione in più.

Nelle proposte da esaminare non sono state inserite le proposte che tendono ad abolire sic et simpliciter il giudizio di separazione mantenendo solo quello per ottenere direttamente il divorzio (vedi la proposta dell'on. Maria Antonietta Farina Coscioni). Il motivo ce lo spiega nella mail che vi trascrivo l'avv. Alessandro Gerardi, Tesoriere della L.I.D. e collaboratore dell'on. Rita Bernardini, nostro punto di riferimento in commissione giustizia:
“Come sai Rita si è rivolta alla presidenza della commissione giustizia chiedendo insistentemente che insieme a quelle di Paniz, Sesa Amici e De Angelis, venga calendarizzata anche la nostra proposta. Bene, le hanno risposto che la proposta radicale sul divorzio breve non può essere calendarizzata insieme a queste tre perché non prevede alcuna riduzione del periodo di separazione legale, ma direttamente l'abrogazione dell'istituto della separazione in modo da consentire alla coppia di chiedere e ottenere direttamente il divorzio. Insomma, non è previsto l'accorpamento per "estranieità della materia"! Ho consigliato a Rita di non darsi per vinta e alla prima occasione utile di tornare a chiedere direttamente a Giulia Bongiono la calendarizzazione anche della proposta radicale”.

Noi siamo fortemente contrari a mantenere l'istituto della separazione legale come fase preliminare per chiedere il divorzio. Riteniamo sia solo un'inutile spesa per i coniugi e per lo Stato, un aggravio di lavoro per la macchina della giustizia italiana, già al collasso, e una perdita di tempo che negli anni si è dimostrata totalmente inutile quale occasione per un ripensamento. Un ipocrisia ormai quasi esclusivamente italiana, che rischia solo di peggiorare i rapporti già logori degli ormai ex coniugi. Assurda è la pretesa che si mantenga in vigore l'obbligo della separazione legale per i coniugi che hanno figli minori, o comunque differenziare i tempi per ottenere il divorzio in base alla presenza o meno di figli minori o non autosufficienti nati dal coniugio. L'ipocrisia in questo Paese raggiunge ormai limiti inaccettabili a cui ci si deve ribellare.

In questo link potete riascoltare l'ultima trasmissione della LID condotta da Alessandro Gerardi andata in onda su Radio Radicale, e in cui prova a spiegare il tutto in modo dettagliato:
Leaving Facebook... | Facebook (http://www.facebook.com/l/23fb8;www.radioradicale.it/scheda/293847)

Nei prossimi giorni proveremo ad organizzare le iniziative necessarie perché si ottenga il massimo possibile, e non il minimo. Se la risposta di molti parlamentari ancora prima d'iniziare il dibattito è “se volete il divorzio breve vi dovete accontentare”, noi non ci accontentiamo e non lasceremo impunemente nessuno fuori dalla riforma. Anzi, questa riforma sarà il primo banco di prova tra maggioranza e opposizione, perché si giunga ad un “inciucio” positivo a favore dei cittadini, perché non sia ancora una volta la solita merce di scambio da sacrificare sull'altare!

Leaving Facebook... | Facebook (http://www.facebook.com/l/23fb8;www.divorziobreve.org/?q=node/1996)

Auguri a tutti noi,
Diego Sabatinelli, Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve

il Gengis
06-01-10, 22:11
Servirebbe un inciucio riformatore, a partire dal divorzio breve
Mar, 05/01/2010 - 16:36 da diego

Da: Libertiamo.it|La politica nel Popolo della Libertà (http://www.libertiamo.it)

Sui diritti servirebbe un inciucio riformatore, a partire dal divorzio breve e dalle unioni civili

Non sempre un “inciucio” è negativo, e non è obbligatorio che opposizione e maggioranza, quando si accordano su qualcosa, lo facciano per interessi spartitori e ai danni del Paese. Vero è che non fa ancora per noi un sistema che consente a chi vince le elezioni di “governare tutto” e a chi perde di fare opposizione e controllare tutto.

Troppe questioni dividono gli schieramenti politici al loro interno, troppe sono le emergenze imposte agli elettori, che peraltro spesso manifestano un disaccordo profondo con le scelte del partito e dello schieramento votato. E tutto questo si accentua soprattutto nei partiti di massa che pretendono di rappresentare la generalità della società italiana, senza riuscire a farlo e senza neppure rispettare quelle “sintesi” di cui la società stessa si mostra capace.

Certamente non può essere definito partito di massa o, in termini contemporanei, “partito-paese” quello in cui non si dibatta su ogni aspetto della società e della vita comune e in cui non siano rappresentate o rappresentabili le più varie posizioni che trovano legittimamente spazio nel dibattito civile.

Le questioni che riguardano le libertà individuali e i diritti civili sono considerate, spesso, “non negoziabili” dai partiti e dagli esponenti politici, pur essendo chiaramente “negoziate” nella discussione pubblica e nella sensibilità di larga parte dell’elettorato. I sondaggi dimostrano che, su questi temi, le decisioni della politica non rispondono all’orientamento dell’opinione pubblica e l’attitudine a non fare, a non svegliare il “cane che dorme” del dibattito civile, continua a essere prevalente e condivisa. E’ una sorta di “inciucio al negativo”, un accordo per non discutere, piuttosto che una discussione finalizzata alla ricerca di un compromesso. Come è possibile sostituire a questo “inciucio al negativo” nei confronti delle riforme, che più riguardano la sfera personale e la libertà dell’individuo, qualcosa di realmente positivo?

Al tacito accordo tra i vertici degli schieramenti, per cui il niet o il rinvio serve a sfangarla fino al termine della legislatura, “tanto poi si dovrà ricominciare daccapo”, si può sostituire il dibattito, il consenso trasversale per fare, una sorta di passione espressa, contro la paura neppure espressa, ma taciuta? Sarebbe bello un “inciucio riformatore”, uno spazio trasversale e trasparente in cui si cerca una soluzione, piuttosto che rinviare un problema troppo delicato, perché “di coscienza”.

Nelle prossime settimane si tornerà a discutere della riforma del divorzio, meglio nota come “divorzio breve”, già calendarizzata alla Camera in Commissione Giustizia, e sempre nelle prossime settimane convocheremo il congresso della Lega Italiana per il Divorzio Breve. Quale migliore possibilità è offerta per “inciuciare” insieme, ma questa volta ad alta voce e per i cittadini? Il 70,5% degli elettori italiani è favorevole al divorzio breve, e tra gli elettori del PDL la percentuale scende di pochissimo: 69%.

A questo punto, se vogliamo veramente “inciuciare”, come possono non ricoprire un ruolo formale di direzione politica nella L.I.D. i parlamentari di opposizione e maggioranza che più si stanno impegnando per portare a buon fine questa battaglia? Come non estendere “l’inciucio” a tutti quei temi che vedono impegnati, senza divisa, gli appartenenti all’uno e all’altro schieramento, a partire dal riconoscimento delle unioni civili? Domanda che attende rapidissima risposta, solo poche settimane.

Diego Sabatinelli
Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve

Burton Morris
13-01-10, 13:13
Gerardi: stupisce e preoccupa la mancata calendarizzazione della proposta di legge sul divorzio breve presentata dai deputati radicali eletti nelle liste del Pd

12 gennaio 2010


Dichiarazione di Alessandro Gerardi,Tesoriere della Lega Italiana per il Divorzio Brevei

La discussione iniziata oggi in Commissione Giustizia della Camera sulle varie proposte di legge concernenti la riduzione dei tempi per ottenere il divorzio è viziata dalla mancata calendarizzazione del disegno di legge a prima firmataria Maria Antonietta Farina Coscioni (radicale eletta nelle liste del PD). Quello dei deputati radicali è l’unico progetto di legge che, se approvato, porterebbe tout court all’abrogazione dell’istituto giuridico della separazione legale consentendo così alla coppia di chiedere e ottenere direttamente il divorzio senza passare attraverso un preventivo giudizio di separazione, il tutto con grande risparmio di tempo e di costi, proprio come avviene nel resto degli altri Paesi europei. E’ grave e scandaloso che questa decisione sia stata “avallata” dalla Presidente della Commissione Giustizia, onorevole Giulia Buongiorno, che nulla ha detto al riguardo. Vista la situazione, la deputata Rita Bernardini, radicale eletta nelle liste del PD, non potrà fare altro che chiedere ufficialmente e formalmente alla presidenza di inserire anche il disegno di legge della Lega per il Divorzio Breve (A.C. 248) tra quelli in discussione. In caso di risposta negativa, ci appelleremo ai regolamenti parlamentari e proporremo reclamo al Presidente della Camera Gianfranco Fini.

zulux
15-01-10, 22:51
Gerardi: nel Lazio la Polverini getta la maschera e punta ad una coalizione anti-laica

13 gennaio 2010


Dichiarazione di Alessandro Gerardi, Tesoriere della Lega Italiana per il Divorzio Breve
La presa di posizione del sindaco di Roma e le dichiarazioni integraliste e illiberali degli esponenti regionali dell’UDC e del leader della Destra Francesco Storace a proposito della candidatura di Emma Bonino sono le prime avvisaglie di quella Grosse Koalition etica riunitasi all’ombra della Polverini e non fanno altro che dimostrare quanto il centro-destra laziale sia attualmente distante dalle aspettative e dalle urgenze di larga parte dell’elettorato laico e liberale. Già alle amministrative del 2005 il disamore, lo scontento, l’astensione dei laici e dei liberali sono cresciuti fino al 10 per cento nelle grandi aree urbane dove il centrodestra (a quel tempo alleato con l’UDC), e Forza Italia in modo particolare, hanno perso esattamente 10 punti. C’è dunque da augurarsi che alle prossime regionali quella parte della pubblica opinione moderna e modernizzatrice, liberale e urbana, che vedeva nel PdL l’alternativa al dirigismo, al consociativismo e allo statalismo, riesca a fare davvero la differenza scegliendo di sostenere la candidatura di Emma Bonino.

zulux
15-01-10, 22:52
Divorzio Breve. Confronto immediato con il Forum delle famiglie

15 gennaio 2010

* Dichiarazione di Diego Sabatinelli, Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve:

"Alle osservazioni del Forum delle famiglie cattoliche, e alla campagna iniziata oggi dall’Avvenire contro il divorzio breve all’esame della Commissione Giustizia della Camera, non possiamo che rispondere con la ragionevolezza della nostra posizione. L’attuale legge prevede per gli ex coniugi un tentativo di riconciliazione fatto di aule di tribunale, spese legali, istigazione al litigio, sfinimento dei rapporti interpersonali, separazioni che diventano rotture irreparabili a causa delle lungaggini e degli ostacoli che la legge impone in nome della salvaguardia di una presunta unità famigliare già dissolta, ma soprattutto, ed è peggio, in difesa della stabilità della società a discapito delle scelte personali. E questo è il percorso che oggi viene imposto non solo agli ormai ex coniugi, ma ai loro famigliari, soprattutto ai loro figli. Per questo urge un confronto aperto e pubblico con i rappresentanti del Forum. La LID chiede di sostituire alla odierna procedura, solo punitiva, la possibilità per i coniugi di vedere rispettata la propria scelta, sostituendo alla separazione legale, al doppio giudizio con relativi costi ed attese, un passaggio preliminare di mediazione famigliare e il diritto di chiedere subito il divorzio."

il Gengis
05-02-10, 19:13
Sabatinelli e Gerardi: L?unica soluzione alle prassi distorsive e alle illegalità di sistema può essere garantita solo da una radicale riforma della legge sul divorzio

5 febbraio 2010



* di Diego Sabatinelli e Alessandro Gerardi, rispettivamente Segretario e Tesoriere della Lega Italiana per il Divorzio Breve


Ci spiace dirlo ma nel suo articolo pubblicato oggi su Il Giornale, l’avv. Bernardini De Pace, persona che stimiamo moltissimo e che consideriamo un’autentica autorità in materia di diritto di famiglia, inciampa in una piccola contraddizione: da una parte infatti sostiene che i procedimenti di divorzio congiunto, anche se non si svolgono davanti a un Collegio composto da tre giudici, non sono nulli; ma poi, dall’altra, si affretta a precisare che la nullità della sentenza derivante dal vizio di formazione del Collegio non è più deducibile né denunciabile una volta passata in giudicato la sentenza di primo grado. Il che però significa, a contrario, che se uno dei due coniugi, o magari entrambi, sollevasse ritualmente e tempestivamente l’eccezione di nullità della sentenza per essersi il procedimento svolto non davanti al collegio ma ad un unico giudice, allora il problema effettivamente si porrebbe.
Tutto ciò ci porta a ritenere che, fatta salva la validità e l’efficacia delle sentenze di divorzio emanate in questi anni dalla nona sezione civile del Tribunale di Milano, tutte passate in giudicato e non più rivedibili, esiste comunque un dato di evidente mancanza di rispetto della Legge sul Divorzio (così come modificata dalla successiva L. 6 marzo 1987 n. 74) nel momento in cui quest’ultima stabilisce che i procedimenti congiunti diretti allo scioglimento del vincolo coniugale debbono appunto essere esaminati e decisi da un collegio composto da tre magistrati.
Ed invero, come dimostrato dagli ottimi articoli pubblicati nei giorni scorsi da Luca Fazzo, la predetta disposizione, che in teoria non ammetterebbe deroghe né eccezioni, non viene affatto rispettata nella prassi quotidiana; senza considerare che ciò non accade solo a Milano, trovando semmai puntuale riscontro nella stragrande maggioranza degli uffici giudiziari italiani, come sanno perfettamente tutti coloro che hanno un minimo di confidenza con le aule di giustizia.
Peraltro la contemporanea presenza dei tre magistrati che compongono il Collegio non può certo essere surrogata dal fatto che “spesso” (?), nel corso dell’udienza, i giudici si alzano e si consultano nelle rispettive stanze all’interno delle quali ciascuno di loro, uti singulis, ha nel frattempo ricevuto i coniugi divorziandi. Premesso che di questa frenetica attività di consultazione nel corso delle udienze non si ha alcuna traccia nel mondo fenomenico; sul punto la legge è oltremodo chiara e non soggetta a difformi interpretazioni: infatti sebbene la struttura del procedimento congiunto abbia natura negoziale ed escluda ogni possibilità per il tribunale di effettuare alcun tipo di accertamento istruttorio in ordine al perdurare del vincolo coniugale, il legislatore ha comunque voluto demandare ad un organo collegiale e, quindi, alla contemporanea presenza di più magistrati, il compito di sentire i coniugi in udienza così da valutare con particolare e maggiore attenzione, ad esempio, la rispondenza delle condizioni del divorzio all’interesse dei figli.
Certo, l’avv. Bernardini De Pace ha perfettamente ragione nel ribadire che questa prassi deviante trae origine unicamente dalla mancanza di mezzi, di risorse, di giudici, di aule e di cancellieri, e non certo da atteggiamenti colpevoli o, peggio, conniventi e superficiali della magistratura italiana; però allora si abbia il coraggio di trarre le dovute conseguenze da questa sconfortante diagnosi e, senza avallare atteggiamenti e pratiche distorte del dettato normativo, si proceda ad una immediata modifica della Legge sul Divorzio.
Si pensi per un attimo cosa succederebbe se domani si applicasse alla lettera la norma di legge che prescrive la competenza del Tribunale collegiale in merito ai procedimenti di divorzio congiunto: ogni giorno nelle aule di giustizia verrebbero trattati molti meno ricorsi di quanto già oggi non avvenga, il che porterebbe ad un intollerabile appesantimento della procedura con un conseguente aumento dei tempi per ottenere il divorzio, i quali già oggi sono i più lunghi in Europa.
Proviamo dunque senza ipocrisie a chiederci se abbia ancora senso continuare a prevedere due distinti procedimenti, uno di separazione e uno di divorzio, per giungere allo scioglimento del vincolo coniugale e se non sia giunto il momento di abrogare o comunque rendere facoltativo l’istituto giuridico della separazione legale, consentendo finalmente alla coppia in crisi di chiedere e ottenere direttamente il divorzio.
Questa semplice modifica legislativa, peraltro a costo zero, avrebbe tre immediate conseguenze: consentirebbe ai cittadini di ottenere una pronuncia di divorzio in tempi notevolmente più ridotti e con costi notevolmente più contenuti rispetto a quelli attuali; diminuirebbe il carico di lavoro dei nostri uffici giudiziari che da un giorno all’altro non si vedrebbero più costretti ad occuparsi delle centinaia di migliaia di inutili procedimenti di separazione legale, con tutto ciò che questo comporta in termini di liberazione di energie e di risorse, sia umane che economiche; e, soprattutto, metterebbe finalmente il nostro ordinamento giuridico al passo con quello degli altri Paesi europei e non solo.
L’avv. Bernardini De Pace, persona che parla sempre con cognizione di causa, si è già espressa a favore di questa soluzione; come Lega Italiana per il Divorzio Breve ci batteremo affinché anche il nostro legislatore, il quale si sta occupando di questa materia in Commissione Giustizia della Camera dove sono attualmente in discussione tre disegni di legge (il cui relatore è l’on.le Maurizio Paniz), si dimostri altrettanto illuminato e lungimirante.

Nagano
18-02-10, 11:56
Milano, le cause di divorzio sono tutte «fuorilegge»
Mer, 03/02/2010 - 11:24 da admin

Da: www.ilgiornale.it

di Luca Fazzo

I milanesi che divorziano sempre di più, le risorse della giustizia che sono quello che sono. Per fare fronte all’ondata di richieste, il tribunale di Milano ha instaurato da tempo una sorta di rito ambrosiano, che indubbiamente accelera di molto lo smaltimento delle pratiche. Peccato che si tratti di un sistema adottato in violazione di quello che prevede la legge, e falsificando i verbali di udienza. Dove il codice civile prevede la presenza di tre giudici, in realtà ce n’è uno solo. Gli altri passano a fine giornata, a mettere la firma, dichiarando di avere preso parte a una udienza cui in realtà non hanno mai messo piede. Il sistema va avanti così da anni, con soddisfazione di tutti: avvocati, giudici, e soprattutto dei cittadini che grazie al «rito ambrosiano» vedono ridursi molto i tempi di attesa. Ma è sufficiente questo a rendere il rito rispettoso della legge?
A pronunciarsi sulle istanze di separazione e divorzio a Milano è la nona sezione civile del tribunale. Pochi giorni fa sul Corriere della sera, Cesare Rimini - avvocato, specializzato in diritto di famiglia - ha segnalato con soddisfazione il record di 263 divorzi consensuali in un giorno stabilito dalla nona sezione. Ma è evidente che neanche con tutta la buona volontà del mondo si sarebbe potuto raggiungere un risultato simile se a tenere l’udienza fosse stato davvero - come prevede il codice - un tribunale collegiale, in cui ogni pratica venisse esaminata da tre giudici.
Apparentemente, margini di interpretazione la legge non ne lascia. Il codice civile stabilisce che nei casi di ricorso congiunto, presentato da coniugi che hanno già raggiunto un accordo non solo sulla scelta di lasciarsi ma anche sulle condizioni dello scioglimento, il ricorso venga indirizzato «al tribunale in camera di consiglio». Viene a quel punto fissata una udienza e nominato un giudice relatore. E a questo punto, dice sempre il codice civile, «il tribunale, sentiti i coniugi, decide con sentenza». Il tribunale: e dunque tre magistrati. Altrimenti la norma direbbe: il giudice.
Ora, come può agevolmente testimoniare chiunque abbia avuto occasione di divorziare a Milano in questi anni, non accade praticamente mai che i coniugi si trovino davanti più di un magistrato. È un solo magistrato a tenere l’udienza ed è solo quel medesimo magistrato a pronunciare la sentenza di divorzio. Che viene solo letta: la copia è messa a disposizione degli ex coniugi solo qualche giorno dopo, in cancelleria. E a quel punto, in fondo al foglio, sono comparse le firme di altri due giudici, che in udienza non si sono visti, ma che firmano ugualmente come se ci fossero stati.
Va ribadito: è tutto a fin di bene. Nel momento in cui il magistrato uno e trino teneva udienza nella sua stanza, ciascuno dei suoi colleghi teneva altre udienze ed emetteva altre sentenze, destinate anch’esse a venire firmate a fine giornata dai colleghi.
Il problema è che si tratta di divorzi - tecnicamente parlando - falsi: allo stesso modo in cui sarebbe priva di validità una sentenza emessa in un processo penale, da un tribunale composto da un giudice solo invece che da tre come prevede la legge. La differenza è che nelle udienze di divorzio tutti i protagonisti del processo hanno interesse a non fare troppe storie, in dieci minuti si chiude una storia d’amore, e avanti un altro. Ma cosa accadrebbe se dopo qualche tempo uno dei due ci ripensasse, e chiedesse di cancellare il divorzio basandosi proprio sul fatto che la sentenza non rispecchia affatto quel che è davvero successo in udienza?

In realtà, il «rito ambrosiano» ha trovato una soluzione anche per questo: in caso di divorzio congiunto, tra le formulette di rito che vengono firmate al momento dell’udienza ce n’è una con la quale marito e moglie rinunciano formalmente a presentare appello contro la sentenza. Vietato ripensarci, quindi. Vietato ripensare agli alimenti, all’amore che non c’è più, all’affidamento dei figli. E anche a quelle tre firme miracolosamente comparse su una sentenza emessa da un giudice solo.

Nagano
18-02-10, 11:56
Divorzi, i giudici non ci stanno «La legge? È meglio cambiarla»
Gio, 04/02/2010 - 15:19 da admin

Da: IlGiornale.it - Le ultime notizie, attualità, politica, economia, meteo (http://www.ilgiornale.it)

di Luca Fazzo

Migliaia di divorzi all’anno, sfornati a ritmo di record dalla nona sezione civile del tribunale di Milano, con grande soddisfazione di giudici, avvocati, e dei tanti milanesi in attesa di sciogliere il loro matrimonio. Peccato che - come raccontato ieri dal Giornale - questa ammirevole efficienza produttiva passi attraverso una vistosa forzatura del codice di procedura civile: anziché davanti ai tre giudici previsti dalla legge, le udienze di divorzio consensuale si tengono davanti ad un solo magistrato. Gli altri due giudici nel frattempo tengono ciascuno altre udienze, e il terzetto si ricompone a fine giornata solo per mettere le firme in fondo alle sentenze. Un piccolo falso a fin di bene, che però potrebbe mettere le sentenze a rischio di annullamento.
Tutti fuorilegge, dunque, i divorzi dei milanesi? Gloria Servetti, presidente della nona sezione civile, la sezione specializzata in diritto di famiglia, non ci sta: «Si tratta di una prassi - spiega la dottoressa, la stessa che dovrà decidere sulla separazione tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario - che in questo tribunale viene applicata da moltissimo tempo: dal 1988, direi, forse addirittura dalla fine del 1987. Ed è rimasta in vigore senza interruzioni, sotto la presidenza di diversi validi magistrati». Il fatto che il «rito ambrosiano» sia in vigore da più di vent’anni, però, non elimina i dubbi sulla sua fedeltà al codice civile... «Il codice - risponde Gloria Servetti - prevede che i divorzi richiesti congiuntamente vengano esaminati e decisi da un collegio di tre giudici. E questo è esattamente quel che accade. Se poi materialmente i tre giudici sono seduti in stanze diverse non mi sembra un problema decisivo».
In realtà, come al sesto piano del palazzo di giustizia sanno tutti, la partecipazione dei giudici alla decisione è una pura finzione: i coniugi compaiono davanti ad un solo giudice, un solo giudice li dichiara divorziati, grazie e arrivederci. È assolutamente vero, peraltro, che il sistema data da molti anni a questa parte, e che punta ad aggirare una norma del codice troppo farraginosa. Ma allora non sarebbe preferibile cambiare il codice, anziché fare come se non esistesse? «Certamente - risponde un magistrato che ha lavorato alla nona sezione civile e che non vuole essere citato -sarebbe più logico che il codice prevedesse, nei casi di ricorso congiunto, un giudice monocratico».
«Anche io - continua lo stesso magistrato - ho utilizzato questa prassi che, va ricordato, ha come unico obiettivo rendere un servizio migliore al cittadino, esaminando e decidendo in una giornata il triplo delle cause che potrebbero essere affrontate se i tre giudici stessero davvero tutti insieme».
Sì, vabbè, ma il codice civile per ora prevede tutt’altro. «Finora non mi risulta che si sia mai lamentato nessuno. Si tenga presente che questa soluzione viene adottata unicamente nei divorzi consensuali, dove non c’è in realtà assolutamente nulla da decidere. Non c’è da tentare di rappacificare i coniugi, visto che sono già separati da tempo. Non c’è da discutere sulle condizioni del divorzio, perché all’udienza i due coniugi arrivano già con l’accordo fatto, già trascritto su un modulo, e spesso assistiti da uno stesso avvocato. Insomma, al tribunale non resta di solito che verificare la legittimità dell’accordo e ratificarlo. Se queste ratifiche avvengono a fine giornata, a raffica, tutte insieme, non mi penso che questo costituisca chissà quale illegalità».

Nagano
18-02-10, 11:58
Audio/video, presidio a Milano per Divorzio Breve
Ven, 12/02/2010 - 20:38 da admin

(ANSA) - MILANO, 12 FEB - I Radicali hanno manifestato stamani davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, per chiedere una legge sul 'divorzio breve' che sostituisca quella attuale.
Assieme all'esponente radicale Marco Cappato, erano presenti i rappresentanti della Lega Italiana Divorzio Breve.
'E' necessario togliere l'obbligo della separazione legale che allunga i tempi del divorzio - ha spiegato il segretario della associazione, Diego Sabatinelli - e sostituirlo con la mediazione familiare come avviene in tutta Europa'. Le cause di separazione e di divorzio, ha aggiunto Sabatinelli, 'ingolfano i Tribunali e i giudici sono costretti a lavorare nell' illegalita'. Alle udienze, infatti, si presenta sempre un solo giudice, invece che tre come previsto dalla legge'.
Una legge che non viene applicata, ha spiegato Cappato, 'e' una legge sbagliata. Le cose restano cosi' perche' da parte della politica e del Vaticano si attribuisce un disvalore morale al divorzio'. Il 'boicottaggio legale e giudiziario', ha concluso Cappato, 'deve essere sostituito da una nuova legge sul divorzio breve'. (ANSA).

Video manifestazione: YouTube - Lega del divorzio breve da Sergio Taxista (http://www.youtube.com/watch?v=g2twkT6ZH4I)

o su: YouReporter.it (http://www.youreporter.it/video_Protesta_Milano_della_Lega_del_divorzio_brev e_r)...

Audio, palinsesto Radio Radicale, ore 20.17: Riascolta | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/palinsesto/2010/2/12)

Nagano
18-02-10, 11:58
g2twkT6ZH4I

Nagano
18-02-10, 11:59
Quell'ingiusta burocrazia dei sentimenti
Lun, 15/02/2010 - 16:34 da admin

Da: Il Sole 24 ORE: finanza, economia, esteri, valute, borsa e fisco (http://www.ilsole24ore.com)

di Michele Ainis

I numeri sono importanti, perché trasformano le impressioni in fatti. Quelli del Sole 24 Ore dimostrano che la realtà può ben essere peggiore di come ce la raffiguriamo. La prova dei numeri s'applica in questo caso al microcosmo degli affetti, o per meglio dire dei sentimenti infranti. E in conclusione racconta una storia di fatiche giudiziarie, di diseguaglianze, di diritti negati. Perché c'è anche una burocrazia dei sentimenti, non meno inetta delle altre burocrazie che ci tengono in ostaggio. Ma la sua inefficienza colpisce dove fa più male, dove c'è già una ferita aperta dal matrimonio che è fallito. E colpisce doppiamente i più deboli, economicamente e socialmente. Per loro, soprattutto per loro, i diritti restano di carta, esistono soltanto sulla carta.

Eccola infatti la cifra unificantedi quest'inchiesta in cifre su separazioni e divorzi: in Italia s'apre un abisso fra il cielo delle Gazzette ufficiali e l'inferno dei rapporti quotidiani. Tuttavia i diritti vivono nella prassi, non nelle dichiarazioni normative. Altrimenti muore con loro l'autorità della legge, che nessuno prenderà più troppo sul serio. E infatti la crisi di legalità del nostro Paese ha qui le sue radici.
In secondo luogo i diritti sono di tutti, perché in caso contrario diventano altrettanti privilegi.
L'universalità dei diritti ne costituisce l'attributo più prezioso, insieme all'effettività. E invece vengono negate entrambe, come per l'appunto testimoniano i numeri del Sole 24 Ore. Più in particolare, questa testimonianza illumina almeno tre profili.

Primo: si sfascia un matrimonio su 3, però le separazioni superano i divorzi di gran lunga. Per quale ragione? Perché sottoporsi a un secondo giro d'avvocati è un lusso che non tutti possono permettersi.D'altronde è un lusso anche la separazione in sé: proprio il Sole, qualche anno fa (17 marzo 2003), calcolava che si spendono non meno di 8mila euro per andare in tribunale, senza contare il raddoppio dell'affitto, delle bollette, delle spese domestiche. Da qui l'aumento dei separati in casa, tanto che nel 2000 (sentenza n. 3323) la Cassazione ha dovuto arrendersi al fenomeno, estendendo a tali coppie lo status di quelle legalmente separate. Una cosa però potremmo farla: sbarazzarci di questo doppiogrado di giudizio per sciogliere il vincolo matrimoniale, quantomeno se i coniugi si dichiarano d'accordo.

Secondo:l'importo degli assegni di mantenimento balla da una regione all'altra,tanto che in Lombardia misura oltre il doppio del Molise. Insomma non c'è una sola Italia bensì almeno due, divise da un muro invisibile. Lo sapevamo già, così come sappiamo che in Valle d'Aosta il reddito medio supera i 18 mila euro, in Basilicata non arriva a 11 mila. Ma in questo caso dev'esserci dell'altro, altrimenti non si spiega perché mai nella stessa Valle d'Aosta gli assegni per il coniuge e per i figli minori siano decisamente più bassi rispetto al Lazio o alla Campania, dove girano assai meno quattrini. Giudici più avari? Più sensibili alla sorte dei mariti? O non c'è invece nel sistema un elemento imprevedibile e arbitrario, un eccesso di discrezionalità che puòtrasformare ogni divorzio in una giocata ai dadi? Nel 2003 l'Associazione nazionale magistrati diffuse a propria volta una ricerca: per accertare la capacità patrimoniale del coniuge tenuto al versamento dell'assegno, il 48% dei tribunali si limita ad acquisire la dichiarazione dei redditi, ma il 93% se ne discosta allegramente.

Terzo: la lotteria dei tempi. Tempi biblici, tanto per cambiare; soprattutto se hai avuto la disgrazia di nascere al Sud. Il mese scorso, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario,il presidente Carbone ha raccontato che a Messina servono 900 giorni per una causa di divorzio, 972 giorni a Bari. Viceversa al Nord la media è di 571 giorni: un po' meglio, ma certamente senza la velocità degli Emirati Arabi, dove per rompere le nozze basta un Sms. E oltretutto i nostri tempi giudiziari s'allungano di anno in anno, come documenta il Sole: 617 giorni per una separazione giudiziale nel 2002, 739 giorni nel 2008. L'incapacità di somministrare in tempi ragionevoli i torti e le ragioni infligge un «danno alla qualità della vita», osserva Marcella Fortino in un bel libro appena pubblicato (I danni ingiusti alla persona, Cedam 2009); ma almeno sul fronte dei matrimoni in crisi, una via di fuga ci sarebbe. Quale? Il divorzio breve, l'abbassamento da tre a un anno del periodo di separazione prima di sciogliere il matrimonio.
Insomma il divorzio resta un diritto che gli italiani devono ancora conquistarsi, quarant'anni dopo la legge che lo aveva battezzato. Servono correttivi normativi, serve rompere l'ipocrisia che ne ostacola la concreta applicazione, in questo caso come nel caso della fecondazione assistita, della pillola abortiva RU486 e via elencando: permesse dalla legge formale, ma non dalla sostanziale.

Ma se non altro l'esperienza italiana conferma il rilievo di Oscar Wilde: «Il Libro della Vita inizia con l'immagine di un uomo e una donna in un giardino. Termina con l'Apocalisse».

Nagano
18-02-10, 12:11
Mar, 09/02/2010 - 13:28 da diego

Dichiarazione di Diego Sabatinelli, Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve:

Come prevedibile è arrivata un'altra dichiarazione terroristica dalla Santa Sede contro i genitori separati e divorziati, questa volta il card. Antonelli, con particolareggiata statistica ci dimostra come i figli dei separati e dei divorziati diventeranno con ottima probabilità: affetti da turbe psichiche, socialmente emarginati, ignoranti, con scarse possibilità di affermazione professionale, tossicomani, stupratori, suicidi e barboni. Sarebbe il caso di ricordare che anche nelle famiglie c.d. unite non sono tutte rose e fiori, se si calcola che la stragrande maggioranza delle violenze avvengono all'interno delle pareti domestiche; ma, tralasciando statistiche varie: siamo proprio sicuri che una famiglia unita nel litigio, nel rancore, nella frustrazione tra coniugi sia il luogo migliore per la crescita di un figlio? Perché costantemente si torna ad infliggere la croce a coloro che hanno scelto di separarsi e divorziare, spesso proprio per la serenità ed il bene dei propri figli? Perché continuare nella pratica violenta di far sorgere sensi di colpa e di inferiorità verso i coniugi divorziati?

Diego Sabatinelli - Segretario Lega Italiana Divorzio Breve

Nagano
18-02-10, 12:12
Maggiore coraggio dai giudici che non ci stanno
Gio, 04/02/2010 - 15:57 da admin

Dichiarazione di Diego Sabatinelli, segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve:

Il Giornale.it torna con un nuovo articolo sul divorzio a Milano, sempre a firma Luca Fazzo, e questa volta per registrare critiche da parte dei magistrati contro l’attuale legge sul divorzio, rigorosamente in anonimato. Ma è necessario che questa ammissione di totale inutilità del sistema divorzio all’italiana emerga con forza e convinzione per rendere un vero servizio ai cittadini. Non è certo spaccandosi la schiena, o moltiplicando risorse che non ci sono, che si può sconfiggere il male provocato da una legge ormai sorpassata, inutile fardello di una soluzione che fu adottata ormai quarant’anni fa. Non sarebbe la prima volta che si leva dalla magistratura una voce autorevole in questo senso; lo stesso sostituto procuratore di Milano, Francesco Greco, nel 2007, citando il suo collega Piercamillo Davigo, disse che in Italia, vista l’attuale normativa sullo scioglimento del matrimonio, può capitare che i tempi per ottenere una separazione superino quelli di una pena infliggibile per omicidio, sicché, a volte, risulterebbe “più facile per il marito uccidere la moglie (o viceversa) piuttosto che venire a capo di un divorzio difficile”.

Nagano
18-02-10, 12:13
Anno giudiziario, 972 giorni per divorziare a Bari
Ven, 29/01/2010 - 17:44 da diego

Da: La Repubblica.it - Homepage (http://www.repubblica.it)

Ci vogliono 972 giorni per una causa di divorzio nel distretto di Bari e 900 giorni per farla a Messina. Sono alcuni dati contenuti nella relazione preparata dal primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone. In media, una causa di divorzio in tribunale dura 678 giorni nelle Isole, 693 nel Sud, 781 nel Centro e 571 nel Nord. Giustizia ancora piu' lenta in materia di separazioni giudiziali.

(ANSA) - ROMA, 29 GEN - Uno 'scandalo conosciuto ed evitabile': cosi' Diego Sabatinelli, Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve, commenta quanto riferito dal primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, per cui ci vogliono 972 giorni per una causa di divorzio nel distretto di Bari e 900 giorni per farla a Messina.
'Come evitabile - aggiunge Sabatinelli - e' l'ingolfamento della macchina della giustizia con l'assurdita' del doppio giudizio, separazione e divorzio, per ottenere lo scioglimento del vincolo coniugale in tutti i casi, anche quando vi sia totale consenso tra i coniugi. Una vergogna tutta italiana alla quale si puo' porre immediatamente termine con la riforma in discussione attualmente nella Commissione Giustizia della Camera. Se solo ci fosse il buon senso di evitare la separazione legale in tutti quei casi ove non c'e' necessita''.

Nagano
18-02-10, 12:14
La Commissione Giustizia rifiuta proposte ragionevoli su divorzio breve
Mar, 26/01/2010 - 15:24 da admin

Dichiarazione di Diego Sabatinelli e Alessandro Gerardi, rispettivamente Segretario e Tesoriere della Lega Italiana per il Divorzio Breve:

“La Commissione Giustizia della Camera, nella discussione sul divorzio breve, ha rifiutato l'abbinamento del Disegno di Legge radicale n. A.C. 248 a prima firma on. Maria Antonietta Farina Coscioni, che può evitare agli ormai ex coniugi il doppio passaggio in Tribunale, separazione e divorzio. Lo comunica l'on. Rita Bernardini, radicale eletta nelle liste del PD e componente della Commissione. La stessa Bernardini ci conferma che il PD ha votato a favore dell'abbinamento, mentre decisivo è stato l'intervento contrario del relatore, on. Maurizio Paniz, PDL. Non è stato sufficiente da parte della Bernardini ribadire che in questo modo ci si dichiara preventivamente contro la costituzione di nuove famiglie; non è bastato avvisare in queste settimane i membri della commissione del rischio che il doppio passaggio, separazione e divorzio, possa aggravare ulteriormente i rapporti tra gli ex coniugi a discapito dei loro figli.
L'on. Bernardini ha confermato che faremo di tutto affinché la nostra proposta sia presa in considerazione, dalla Commissione e dall'Assemblea di Montecitorio.”

FAMIGLIA: LEGA DIVORZIO, ANCORA NO CAMERA A PROPOSTE SENSATE

(ANSA) - ROMA, 26 GEN - La Commissione Giustizia della Camera, nella discussione sul divorzio breve, ha rifiutato l'abbinamento del ddl radicale che evita ai coniugi il doppio passaggio in Tribunale, separazione e divorzio. Lo rendono noto Diego Sabatinelli e Alessandro Gerardi, della Lega italiana per il divorzio breve, riferendo quanto comunicato loro dalla deputata radicale del Pd Rita Bernardini, componente della Commissione.
'Bernardini - spiegano - ci conferma che il Pd ha votato a favore dell'abbinamento, mentre decisivo e' stato l'intervento contrario del relatore, Maurizio Paniz del Pdl. Non e' stato sufficiente da parte della Bernardini ribadire che in questo modo ci si dichiara preventivamente contro la costituzione di nuove famiglie; non e' bastato avvisare in queste settimane i membri della commissione del rischio che il doppio passaggio, separazione e divorzio, possa aggravare ulteriormente i rapporti tra gli ex coniugi a discapito dei loro figli'. 'Rita Bernardini ha confermato che faremo di tutto affinche' la nostra proposta sia presa in considerazione, dalla Commissione e dall'Assemblea di Montecitorio' concludono. (ANSA).

Nagano
18-02-10, 12:14
Resoconto in Commissione, 12.1.2010
Gio, 21/01/2010 - 20:29 da admin

Disposizioni in materia di separazione giudiziale tra i coniugi*.
C. 749 Paniz, C. 1556 De Angelis e C. 2325 Amici.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti.

Giulia BONGIORNO, presidente, dichiara di aver ricevuto una nota dell'onorevole Bernardini con la quale viene sostanzialmente contestato il mancato abbinamento d'ufficio della proposta di legge n. 248 a prima firma Farina Coscioni alle proposte in materia di separazione giudiziale all'ordine del giorno. A tale proposito, rileva che la ragione del mancato abbinamento d'ufficio è dettata unicamente dalla circostanza che non ricorrono i requisiti previsti dall'articolo 77 del Regolamento, quali l'identicità o il vertere su materia identica, per procedervi.
Nel caso in esame, le proposte all'ordine del giorno vertono sulla durata della separazione giudiziale che viene ridotta, con alcune differenze, da tre anni ad un anno.
La proposta di legge dell'onorevole Farina Coscioni, invece, è diretta a prevedere come nuova causa di ammissibilità della domanda di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio l'effettuazione, con esito negativo, di un tentativo di conciliazione in sede non contenziosa davanti al giudice civile. Si tratta di cosa ben diversa da quanto previsto dalle altre proposte abbinate.
Ricorda che, considerato, comunque, che la materia in senso lato è sempre quella del divorzio, un abbinamento sarebbe possibile qualora venisse specificatamente deliberato dalla Commissione.
Avverte pertanto che si procederà alla relazione e successivamente si affronterà la questione di un eventuale abbinamento della proposta n. 248.

Maurizio PANIZ (PdL), relatore, ricorda che la questione della durata della separazione relativamente alla pronuncia di divorzio è stata affrontata in maniera approfondita dalla Commissione giustizia nel 2003, quando fu approvato all'unanimità dalla medesima Commissione un testo che successivamente, a seguito di voto segreto, fu bocciato dall'Assemblea. Il contenuto del testo sul quale si era raggiunto un consenso unanime è stato da lui riprodotto nella proposta di legge n. 749, al fine di consentire al Parlamento di riprendere l'esame di tale questione ripartendo da un punto sul quale si era comunque registrata condivisione. Ritiene che siano maturi i tempi per ridurre ulteriormente il periodo necessario per ottenere il divorzio dopo che sia stata pronunciata sentenza di separazione. Ricordando che nel 1989 tale periodo fu ridotto da 5 a 3 anni, rileva l'opportunità di procedere ad una ulteriore riduzione almeno nei casi in cui non siano coinvolti dal divorzio figli minorenni. Non ritiene che siano fondate quelle tesi secondo le quali violerebbe il principio di uguaglianza una normativa di differenziasse la durata della separazione in base alla presenza di figli minorenni, in quanto in quest'ultimo caso vi sono delle esigenze particolari delle quali il legislatore non può non tenere conto.
Per quanto attiene al contenuto delle proposte di legge in esame, queste sono dirette a modificare l'articolo 3, comma 1, n. 2, della legge sul divorzio (n. 898 del 1970), con la finalità di anticipare la possibilità di proposizione della domanda di divorzio, collegata alla separazione dei coniugi. Il testo vigente della disposizione che si intende modificare, alla lettera b), nel prevedere quale causa di divorzio la pronuncia con sentenza passata in giudicato della separazione giudiziale fra i coniugi o l'omologazione della separazione consensuale fissa, ai fini della proposizione della domanda di divorzio, in tre anni il periodo minimo di separazione ininterrotta, decorrente dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale. Come chiarito dalla giurisprudenza, l'attuale termine triennale costituisce un termine minimo, poiché al fine di iniziare il giudizio del divorzio è comunque necessario il previo passaggio in giudicato della sentenza di separazione, anche se sul solo addebito.
Le tre proposte di legge, mantenendo quale dies a quo il momento della comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale, incidono sulla durata del periodo di separazione ininterrotta.
La proposta C. 2325 Amici riduce, in via generale, tale periodo ad un anno.
Le proposte di legge C. 1556 De Angelis e C. 749 Paniz differenziano invece detto periodo in ragione della presenza e dell'età dei figli, nonché del tipo di separazione. Il periodo è fissato in un anno, se non vi sono figli minori, permanendo in caso contrario l'attuale limite dei tre anni (C. 749, articolo 1). Nell'attribuire particolare rilievo all'accordo dei coniugi, la proposta di legge prevede l'applicazione del termine breve alle separazioni consensuali, nonché al caso in cui il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale o siano state precisate dai coniugi conclusioni conformi. Il periodo è di sei mesi, in assenza di figli o in presenza di figli maggiori di 14 anni ovvero un anno se vi sono figli infraquattordicenni (C. 1556, articolo 1). Il termine semestrale si applica anche nel caso in cui non sia stata pronunciata sentenza nel giudizio contenzioso o se questo si sia trasformato in consensuale.
La proposta di legge C. 1556 contiene anche una disciplina transitoria (articolo 2).
In particolare, in base all'articolo 2, comma 1, i termini più brevi per la proposizione della domanda di divorzio (sei mesi o un anno, in presenza di figli infraquattordicenni) sono applicabili anche alle separazioni contenziose giunte a sentenza, anche non definitiva, alla data di entrata in vigore del provvedimento nonché alle separazioni consensuali in corso alla stessa data, a condizione che i coniugi, prima della medesima data dichiarino di volersene avvalere.
In base al comma 2, l'applicabilità dei termini brevi, sia nelle citate separazioni consensuali ancora non «omologate» sia in quelle in cui è stata già dichiarata l'omologazione (prima della data di vigenza della legge in esame), è condizionata alla necessità di un ricorso congiunto dei coniugi al tribunale (per lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio) che indichi anche compiutamente le condizioni inerenti alla prole e ai rapporti economici.
Le proposte di legge C. 749 e C. 2325, con disposizione identica, novellano anche l'articolo 191 del codice civile, in materia di cause di scioglimento della comunione legale dei coniugi.
In base al testo vigente di tale disposizione, lo scioglimento della comunione dei beni tra marito e moglie consegue al passaggio in giudicato della sentenza di separazione personale.
L'articolo 2 di entrambe le proposte di legge anticipa lo scioglimento della comunione al momento in cui il presidente del tribunale, in sede di udienza presidenziale, autorizza i coniugi a vivere separati.

Giulia BONGIORNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

*Nota dell'avv. Alessadro Gerardi
Tesorire della Lega Italiana per il Divorzio Breve

Nagano
18-02-10, 12:15
Trasmissione Radio Radicale, confronto con il Forum delle associazioni familiari
Gio, 21/01/2010 - 20:46 da admin

Martedì 19 gennaio è andata in onda in diretta la consueta puntata a cura della Lega Italiana per il Divorzio Breve su Radio Radicale. In studio Alessandro Gerardi e Diego Sabatinelli, rispettivamente Tesoriere e Segretario della L.I.D.. In collegamento telefonico il Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, Francesco Belletti, organizzazione contraria all'approvazione del divorzio breve in Italia. A seguire l'avv. Matteo Santini del Consiglio Direttivo Nazionale del neonato Centro Nazionale Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori, associazione di professionisti ed esperti di diritto di famiglia, che aderiscono alla proposta di riforma della Lega Italiana per il Divorzio Breve. Trasmissione aperta al filo diretto con gli ascoltatori.

Per riascoltare: Divorziobreve.it - Trasmissione della Lega Italiana per il divorzio breve | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/295746)

Nagano
24-02-10, 12:13
Divorzio breve? Una finzione
Mar, 23/02/2010 - 10:55 da diego

Dichiarazione di Diego Sabatinelli, Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve:

La notizia che passa sui media è che in commissione Giustizia si stanno esaminando tre proposte di legge sul divorzio breve, che, oltre a semplificare la vita dei cittadini tentando di non aggravare i rapporti familiari già tesi, dovrebbe allegerire il carico gravante sulla giustizia civile italiana. Tutto falso! Questa è finizione, nulla a che vedere con il c.d. Divorzio breve. Quello che si discute in commissione è solamente la riduzione dei termini obbligatori della separazione legale, senza assolutamente modificare, se non marginalmente, la procedura per ottenere il divorzio. Il lavoro che grava sui tribunali non verrebbe assolutamente decongestionato, rimarrebbero entrambi i giudizi, parazione e divorzio, e per i cittadini non ci sarebbe nessuna semplificazione degna di nota. L'unica vera riforma del divorzio per il nostro Paese consiste nell'eliminare la separazione legale, unici ad avere questo farraginoso sistema del doppio giudizio, sostituendo questo passaggio inutile con una più efficace mediazione familiare. Tutto il resto è finzione, non divorzio breve”.

FAMIGLIA: LEGA DIVORZIO BREVE, PDL PER ACCORCIARE I TEMPI SOLO UNA FINZIONE =

Roma, 23 feb. - (Adnkronos) - 'La notizia che passa sui media e' che in commissione Giustizia si stanno esaminando tre proposte di legge sul divorzio breve, che, oltre a semplificare la vita dei cittadini tentando di non aggravare i rapporti familiari gia' tesi, dovrebbe allegerire il carico gravante sulla giustizia civile italiana. Tutto falso! Questa e' finizione, nulla a che vedere con il c.d. Divorzio breve. Quello che si discute in commissione e' solamente la riduzione dei termini obbligatori della separazione legale, senza assolutamente modificare, se non marginalmente, la procedura per ottenere il divorzio'. Lo dice Diego Sabatinelli, Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve.

'Il lavoro che grava sui tribunali non verrebbe assolutamente decongestionato, rimarrebbero entrambi i giudizi, separazione e divorzio, e per i cittadini non ci sarebbe nessuna semplificazione degna di nota -aggiunge- L'unica vera riforma del divorzio per il nostro Paese consiste nell'eliminare la separazione legale, unico Paese ad avere questo farraginoso sistema del doppio giudizio, sostituendo questo passaggio inutile con una piu' efficace mediazione famigliare. Tutto il resto e' finzione, non divorzio breve'.

Nagano
24-02-10, 12:13
News dalla LID, trasmissione su Radio Radicale con Michele Ainis
Ven, 19/02/2010 - 16:49 da admin

Care amiche, cari amici,
nuovo appuntamento per le News dalla L.I.D., Lega Italiana per il Divorzio Breve. Non sono novità che riguardano strettamente il lavoro interno alla commissione Giustizia della Camera, che ci sembra ancora all'inizio, ma si muove con maggior vigore qualcosa a livello mediatico. Carta stampata e TV stanno facendo uscire le prime notizie su quello che avviene in Parlamento, e ricordo a tutti che una pubblica opinione informata è la nostra migliore assicurazione contro trabocchetti dell'ultimo minuto in Aula.
Si comincia con Il Giornale che denuncia il rito irregolare utilizzato dai giudici milanesi per velocizzare i tempi per l'udienza, e di cui abbiamo parlato nella scorsa edizione delle news, e che ha portato ad organizzare la nostra manifestazione di Milano del 12 febbraio:

Audio/video, presidio a Milano per Divorzio Breve | Divorzio Breve (http://www.divorziobreve.org/?q=node/2921)

Segue l'articolo de Il Sole 24Ore che riporta i dati aggiornati del ministero della Giustizia relativi al primo semestre 2009. Ogni tre matrimoni celebrati uno finisce con una separazione, quasi 300 coppie sposate ogni mille chiedono la separazione, soprattutto consensuale:

Una separazione ogni tre matrimoni | Divorzio Breve (http://www.divorziobreve.org/?q=node/3135)

Ai dati riportati da Il Sole 24Ore si aggiunge il commento del prof. Michele Ainis, pienamente sulle nostre posizioni:

Quell&#039;ingiusta burocrazia dei sentimenti | Divorzio Breve (http://www.divorziobreve.org/?q=node/3136)

Mentre i tribunali ecclesiastici continuano “allegramente” ad annullare matrimoni in tempi molto più ridotti di quelli che servono al cittadino italiano per divorziare, ovviamente a danno della parte debole a cui non spetta nulla a seguito di annullamento del matrimonio:

Matrimoni religiosi, in aumento a Bologna sentenze di nullità | Divorzio Breve (http://www.divorziobreve.org/?q=node/3302)

Questa è una piccola carrellata di quello che sta avvenendo ogni giorno nei media, che non possono essere certo annoverati tra i nostri migliori amici (ne parlano programmi di RAI, Mediaset e LA7), prossimamente ci saranno altri giornali ed altre trasmissioni nazionali che racconteranno la storia delle persone che sono in attesa di un divorzio che non arriva mai. Insomma, il nostro compito di divulgazione e pressione ha funzionato abbastanza bene. Ciò non basta, abbiamo bisogno del vostro aiuto per continuare a lottare per una legge più giusta; abbiamo bisogno che siano organizzati altri presidi davanti ai tribunali, come quello che abbiamo fatto a Milano. Bisogna raccontare la nostra battaglia ai cittadini, agli avvocati, ai giudici. Questi ultimi devono sapere che i loro problemi professionali possono e devono essere risolti ora, subito! Per fare un presidio occorre veramente poco, anche tre o quattro persone, potete chiedere a noi tutto quello che vi occorre (permessi, volantini, ecc. ecc.).

Intanto vi potete riascoltare la trasmissione andata in onda su Radio Radicale martedì 16 febbraio. In studio Alessandro Gerardi e Diego Sabatinelli, in collegamento Maurizio Quilici, dell'Istituto Studi sulla Paternità, ed il prof. Michele Ainis:

Divorziobreve.it | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/297741/divorziobreve-it)

Come ben sapete noi siamo un'associazione della c.d. “galassia radicale”, per poter avere maggiori risorse è utile avere eletti nelle regioni dove presenteremo simbolo e candidati. Aiutaci firmando e prendendo le firme, e a fare campagna elettorale. Chiedici come fare rispondendo a questa mail.
Il nostro lo stiamo facendo, ora tocca a voi!
Un abbraccio,

Diego Sabatinelli
Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve

Nagano
03-03-10, 11:45
Breve il divorzio, minore il trauma dei figli. Ma la Camera ragiona al contrario
Mer, 24/02/2010 - 19:17 da admin

Da: Libertiamo.it|La politica nel Popolo della Libertà (http://www.libertiamo.it)

di Diego Sabatinelli*

Iniziato l’esame in commissione Giustizia della Camera delle proposte di riforma della legge sul divorzio, è cominciato anche il consueto balletto di dichiarazioni sulla necessità o meno di questo aggiornamento della norma, anche se in realtà queste proposte non porteranno ad una vera riforma. L’occasione di una vera riscrittura della normativa sul divorzio sembra essere sfuggita di mano al legislatore nel momento in cui la commissione Giustizia ha respinto a maggioranza dei propri componenti la richiesta di abbinamento delle proposte che sostanzialmente trattano la stessa materia.

Cosa propongono le proposte di legge in discussione e quelle escluse?

Delle tre in esame, quella del relatore Paniz, la più controversa ed incomprensibile, stabilisce una riduzione da tre ad un anno dell’obbligo di separazione legale solo nel caso in cui la coppia non abbia figli minori, altrimenti tutto rimane invariato, prevede che la comunione dei coniugi si scioglie nel momento in cui, in sede di udienza presidenziale, il presidente autorizza i coniugi a vivere separati. La seconda proposta, quella della deputata Sesa Amici del PD, considerata più “equilibrata”, prevede una riduzione dei termini da tre ad un anno in tutti i casi. Una riduzione ancora maggiore è stabilita invece dall’ultima proposta, quella dell’on. Marcello De Angelis: sei mesi di separazione obbligatoria, ma nel caso vi siano figli minori di 14 anni il termine si allunga ad un anno.

La prima considerazione da fare è che in due delle proposte menzionate la presenza di figli minori allunga i termini. Questa soluzione è esclusivamente dettata dalla ipocrita speranza che si possano evitare in tal modo le obiezioni di quella parte politica ideologicamente contraria a qualsiasi riforma della legge sul divorzio. Tuttavia, se tale parte politica è pregiudizialmente contraria ad una riforma e nessuna soluzione di compromesso può smorzarne le obiezioni, tanto vale non compromettersi. Cosa comporta, dal punto di vista concreto, questa differenziazione in presenza di figli minori? Nessun esperto professionista della materia potrà dirvi che la separazione dei coniugi non sia un trauma per i figli, ma non è certamente allungando il tempo della separazione per ottenere il divorzio che questo trauma si lenisce, tutt’altro.

Dal momento in cui papà e mamma vengono autorizzati a vivere separati, smettono di litigare in casa ed iniziano con gli avvocati senza alcuna rete per i figli, che si trovano spesso al centro delle vicende legali dei genitori. Certamente più è lunga questa fase, più tempo passa, più si rischia che i coniugi si incattiviscano, talvolta spinti da parenti, amici e legali sconsiderati, con la conseguenza di aggravare il trauma dei figli. A tutto questo andrebbe posto rimedio con la riforma del divorzio, e non certo con una semplice riduzione dei termini della separazione legale, che è comunque legata anche ai tempi della giustizia civile, difforme nelle varie realtà del Paese, certamente tra le più lente al mondo, al 156° posto su 181 paesi presi in esame dalla Banca mondiale.

Ecco perché si dovrebbe parlare di occasione mancata se non ci riuscisse di inserire nel dibattito politico quelle proposte di legge che prevedono una vera riforma della materia, proposte letteralmente espulse dall’esame della commissione Giustizia a causa di ambizioni personali deleterie, o di inutili tentativi di raggiungere un compromesso con chi non ne vuole.

Una vera riforma, come chiedono i più grandi avvocati matrimonialisti ed esperti di diritto di famiglia, dovrebbe prevedere l’eliminazione della separazione legale, almeno quando non sia richiesta dai coniugi, per essere sostituita da una fase preliminare di mediazione familiare con l’obiettivo di aiutare le parti a trovare un nuovo equilibrio che vada oltre il mero interesse personale o di rivalsa, al fine di diminuire la tensione ed il conflitto. In questo modo, eliminando uno dei due giudizi previsti dalla legge attuale, separazione e divorzio, si alleggerirebbe il carico di lavoro che grava sulle spalle della nostra giustizia civile, con notevole risparmio di risorse e di tempo per tutti, sostituendo questo passaggio totalmente inutile con un vero e concreto aiuto per i coniugi che hanno deciso di divorziare, e che statisticamente, una volta giunti dall’avvocato, quasi mai tornano sui propri passi.

A meno che la richiesta dell’avvocato non venga fatta per una separazione fasulla a danno dei contribuenti o di terzi.

*Segretario della Lega Italiana per il Divorzio breve

Nagano
03-03-10, 11:46
Ven, 26/02/2010 - 17:35 da admin

Disposizioni in materia di separazione giudiziale tra i coniugi.

C. 749 Paniz, C. 1556 De Angelis e C. 2325 Amici.
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del
26 gennaio 2010.

Giulia BONGIORNO, presidente, al fine di accelerare l'approvazione di un
provvedimento particolarmente atteso da molti cittadini ritiene, concorde la
Commissione, che per la prossima settimana il relatore possa presentare una
proposta di testo base, sulla quale la Commissione potrà lavorare per
addivenire ad un testo condiviso. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia
il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.15.

Nagano
12-03-10, 16:17
Esclusione lista PDL nel Lazio, Diego Sabatinelli spiega come sono andati i fatti
Gio, 04/03/2010 - 19:01 da admin

Esclusione Lista PDL nel Lazio, Diego Sabatinelli, segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve e Candidato nella Lista Bonino - Pannella per la Regione Lazio, presente al momento del deposito delle liste presso il Tribunale di Roma, racconta come sono andati i fatti, quelli veri

da: Primo piano | Diego Sabatinelli (http://www.diegosabatinelli.it)

Come notorio in data 27 febbraio 2010 scadeva, alle ore 12.00, il termine per la presentazione delle liste di candidati per le elezioni Regionali del Lazio.
Come altrettanto noto, per aver avuto una straordinaria eco mediatica, i delegati del Partito PDL, hanno mancato di depositare la Lista dei candidati per la circoscrizione elettorale di Roma e Provincia.
I motivi per i quali questo è accaduto sono stati ampiamente sviscerati da tutta la stampa nazionale e locale e la circostanza è stata per lo più attribuita, da alcuni autorevolissimi esponenti dello stesso Pdl, oltre che da Ministri e componenti del Governo, all’incapacità e alla superficialità dei delegati. Nel tentativo di far fronte e di giustificare ai propri elettori il mancato deposito della Lista, i rappresentanti politici del PDL, dopo una prima mezza giornata di sconcerto e smarrimento, hanno tentato di ricostruire la vicenda - a partire sostanzialmente da una manifestazione convocata a Piazza del Popolo a Roma il 28 febbraio 2010 e per bocca della Candidata Governatrice del Lazio, sig.ra Renata Polverini - in termini di aggressione e di atti violenti dei radicali che avrebbero, con la violenza appunto, impedito il regolare deposito delle liste.

Questi i fatti:

Sabato 27 febbraio 2010, Diego Sabatinelli si trovava nell’area dell’Ufficio elettorale centrale costituito presso il Tribunale di Roma per attendere, in qualità di delegato della Lista Bonino-Pannella, al deposito della Lista per la circoscrizione elettorale di Roma e Provincia, incombenza che aveva già espletato essendo in attesa di essere chiamato per ricevere la copia del verbale di presentazione.
Verso le 12. 30, quindi già in un momento successivo allo scadere del termine per la presentazione delle Liste, il sig. Atlantide Di Tommaso, insieme al sig. Gerardo De Rosa, rispettivamente delegato effettivo e delegato supplente della Lista del PSI, notavano il sig. Milioni, delegato alla presentazione della Lista del PDL e personalmente conosciuto dal Di Tommaso, approssimarsi nell’area delimitata dell’ufficio elettorale, proveniente dall’esterno del Tribunale con della documentazione tra le mani.
Quanto sopra avveniva contestualmente con l’aver notato, in particolare il sig. Gerardo De Rosa, che l’altro delegato al deposito della lista del PDL, presumibilmente il sig. Polesi, da qualche minuto rimaneggiava il materiale contenuto nello scatolone contenente le firme necessarie per la presentazione della Lista.

Tale atteggiamento suscitava in De Rosa e Di Tommaso un alone di sospetto posto che l’Ufficio elettorale era libero da circa 15 minuti ma il Polesi, quale delegato supplente o principale che fosse della Lista del PDL, non si accingeva ad entrare nella stanza per dare inizio alle operazioni di deposito, come avrebbe potuto fare se solo avesse avuto con se tutta la documentazione necessaria; invece il Polesi non era evidentemente pronto, essendo in attesa di ulteriore documentazione, che difatti giungeva dall’esterno portata dal Milioni.

La scena del signore chino sullo scatolone, presumibilmente sig. Polesi, veniva ripresa dal sig. De Rosa con il proprio telefonino, fino a quando, giunto all’interno il Milioni, quest’ultimo, dopo aver chiesto all’uomo chino sullo scatolone se conosceva la persona che stava facendo il video, e avendone ricevuto una risposta negativa, si avvicinava al medesimo De Rosa dicendogli “e mò lo stai a fa apposta”.
A questo punto il De Rosa richiamava l’attenzione dei carabinieri sulla circostanza dell’entrata nell’area, ben dopo il termine delle ore 12.00, del sig. Milioni che recava con sé l’ulteriore documentazione portata solo allora dall’esterno, e contestualmente veniva indicato alle forze dell’ordine presenti alle quali i delegati chiedevano contezza di quanto andava accadendo. A quel punto il sig. Polesi ed il sig. Milioni - che aveva sempre con sé l’ulteriore documentazione mancante – senza che vi fosse alcuna violenza o minaccia, ma mentre era in corso una discussione tra i delegati presenti con i responsabili dell’ordine che avevano consentito, dopo la scadenza del termine, che fosse introdotta nell’area della nuova documentazione, spontaneamente si allontanavano, uscendone, dall’area delimitata dell’Ufficio elettorale centrale; quasi come se uno seguisse l’altro.
I due, dopo essersi allontanati ed essere usciti dalla visuale di coloro che erano dentro l’area delimitata, rimanendovi per diversi minuti, tentavano, alle ore 12.45 circa di far rientro nell’area, ciò sempre con il sig. Milioni che portava con sé l’ulteriore documentazione mancante, riconosciuta nell’atto denominato Atto Principale di presentazione di una lista, insieme ai lucidi dei simboli e ad alcuni fogli presumibilmente relativi alle accettazione delle candidature.

Nel frattempo, prima cioè del tentativo di rientrare dei due delegati del PDL, era già intervenuto il magistrato responsabile dell’Ufficio, chiamato dai delegati delle altre liste e dai carabinieri, al quale i medesimi delegati degli altri partiti stavano spiegando l’accaduto, mentre le forze dell’ordine, su disposizione del magistrato presente, si posizionavano in modo da presidiare l’ingresso dell’area delimitata.

Cosicchè alle 12.45, al momento del tentativo di far rientro nell’area delimitata da parte dei due delegati del Pdl, gli stessi non solo sono stati visti giungere da fuori anche dal magistrato presente, ma trovavano l’ingresso presidiato dalle forze dell’ordine.
A questo punto è seguita una discussione, tutt’altro che animata, dei due delegati del PDL con il magistrato, e mentre ciascuno spiegava le proprie ragioni , ivi compresi gli altri delegati degli altri partiti, oltre al Sen. Pallone del Pdl nel frattempo giunto sul posto insieme ad altre persone, Atlantide Di Tommaso e Diego Sabatinelli si sdraiavano in terra davanti alle forze dell’ordine poste a presidio dell’ingresso, in un gesto simbolico, non violento e semmai finalizzato ad osservare dal basso che non venissero passate delle carte furtivamente tra le mani dei presenti. (foto)

Il gesto di stendersi in terra di Atlantide Di Tommaso, così come quello di Diego Sabatinelli, non ha avuto dunque alcuna incidenza causale con la mancata presentazione delle liste da parte del sig. Milioni o del sig. Polesi, non rappresentando alcun tipo di ostacolo, tanto che gli impiegati passavano tranquillamente ai lati dei corpi stesi. Non v’è stata alcuna minaccia, fisica o verbale e non v’è stato, mai, neppure per un secondo, alcuna violenza, costringimento a fare o a non fare qualcosa, così come non v’è stato alcun contatto fisico tra i delegati delle liste. Tanto più che erano presenti molti uomini delle forze dell’ordine e giornalisti, oltre che un magistrato.
Il tutto si concludeva dopo pochi minuti quando, udite le parti, il magistrato diceva a tutti i presenti di lasciare i locali. A seguito di ciò Milioni e Polesi si allontanavano dalla zona delimitata, abbandonando quella parte di documentazione che si trovava all’interno dell’area e portando con sé, il Milioni, quella della quale non aveva mai perduto il possesso.
Nel percorso lungo l’uscita il sig. Milioni ripetutamente tentava di giustificarsi, udito anche dai giornalisti che ne facevano un video registrato, dicendo di essere giunto in ritardo, alle 12.30 circa, perché si era fermato a mangiare un panino.

Nota alle agenzie, lunedì 1 marzo 2010

"Al Presidente del Consiglio dei ministri, on. Silvio Berlusconi, "Presidente di tutti gli italiani" - ha dichiarato Diego Sabatinelli, radicale, Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve - rivolgo un appello affinché intervenga immediatamente per ripristinare la verità, quella vera e non romanzata, sui fatti accaduti sabato 27 mattina. Non è più tollerabile ricevere accuse di aver usato violenza nei confronti degli incaricati del PDL a presentare la lista provinciale.

Ai fatti hanno assistito gli incaricati delle altre liste presenti, i giornalisti delle agenzie stampa, le forze dell’ordine ed il magistrato. Nei filmati è visibile chiaramente la presenza del magistrato e delle forze dell’ordine: come è possibile accusarci di aver usato violenza? Si vuole intendere per violenza l’aver richiamato l’attenzione e denunciato ciò che stava accadendo, ovvero il tentativo di presentare la documentazione abbondantemente oltre il limite previsto dalla legge?

Presidente, non le chiedo solo di far rispettare la legge, ma di impedire ai dirigenti del suo Partito di alimentare immotivatamente l’ira degli elettori del PDL contro chi non ha responsabilità alcuna, e solo per coprire la palese incapacità e leggerezza dei loro rappresentanti".

Nagano
12-03-10, 16:18
News dalla LID
Mer, 10/03/2010 - 13:01 da admin

Care amiche. Cari amici,
questi ultimi giorni hanno segnato un passaggio importante
per quanto riguarda l'involuzione politica e domocratica nel
nostro Paese. Nel caso non fosse ancora noto a tutti, tra
coloro che hanno segnalato sabato 27 febbraio le
irregolarità nella procedura per la presentazione delle
liste presso il Tribunale di Roma, in occasione delle
elezioni regionali 2010, c'è il sottoscritto. Anche io mi
trovavo nell’area dell’Ufficio elettorale centrale per
attendere, in qualità di delegato della Lista
Bonino-Pannella, al deposito della Lista per la
circoscrizione elettorale di Roma e Provincia. Quello che
è accaduto lo potete leggere cliccando su questo link:

Come sono andati realmente i fatti | Diego Sabatinelli (http://www.diegosabatinelli.it/sito/node/7)

Da quanto descritto è seguito il famoso DL “salva
lista”, la sentenza del TAR che ha respinto il ricorso del
PDL, e l'ufficio circoscrizionale elettorale che ne ha
escluso la riammissione.
Come andrà a finire non possiamo saperlo, certamente
“è stato imposto” dai fatti alle istituzioni, alla
politica, al Parlamento di occuparsi di un problema, quello
della presentazione delle liste alle elezioni, più volte
da noi denunciato, anche con scelte dure (quale può essere
lo sciopero della fame e della sete di Emma Bonino appena
una settimana prima degli eventi descritti).
Come è avvenuto per la regolarità della presentazione
delle liste alle regionali, così nell'ambito del diritto
di famiglia, ed in modo particolare per il c.d. “divorzio
breve”, cerchiamo di imporre un dibattito politico vero,
che attualmente ci è impedito dal mancato abbinamento
delle proposte di legge radicali in commissione Giustizia
della Camera: : dopo le regionali vogliono far approvare
d'urgenza un testo base che terrebbe fuori dalla riforma dei tempi
(da 3 a 1 anno) tutti i coniugi con figli.
Noi non demordiamo e continueremo a far
sentire forte la nostra voce, con la forza di chi crede in
quello per cui si batte: Noi non demordiamo e continueremo a far
sentire forte la nostra voce, con la forza di chi crede in
quello per cui si batte:

Divorzio breve? Una finzione | Divorzio Breve (http://www.divorziobreve.it/?q=node/3677)

Insistere ci aiuta a far riflettere i media, la politica, i
cittadini su ciò che appare evidente: la dramatica
inadeguatezza delle norme per ottenere il divorzio,
inadeguatezza che genera conflitti invece di risolverli.
Esattamente come avviene per altre leggi che impediscono al
cittadino “qualunque” di veder riconosciuti i propri
diritti, anche quello di elettore. Gli ultimi avvenimenti,
con la copertura mediatica ricevuta, s'inseriscono in un
quadro di ulteriore interesse dei media per la materia e di
sesibilizzazione dell'opinione pubblica sul problema.
Come avete potuto constatare il nostro lavoro è
importante, in soli 3 anni, grazie all'impareggiabile
contributo dell'avv. Alessandro GERARDI, abbiamo dato un
volto nuovo a questa battaglia, offriamo un'organizzazione a
decine di migliaia di persone potenzialmente coinvolte che,
se solo sapessero della nostra esistenza,“sposerebbero”
immediatamente la nostra azione, la nostra causa! Con queste
elezioni regionali abbiamo dato un segnale chiaro e diretto:
rispettate i cittadini!

Breve il divorzio, minore il trauma dei figli. Ma la Camera ragiona al contrario | Divorzio Breve (http://www.divorziobreve.it/?q=node/3680)

Mi pesa chiedere il vostro aiuto ancora una volta, perché
ne conosco il valore e l'importanza, e se questo aiuto non
sarà possibile per me vale il sostegno che mi avete dato
in questi mesi. Sono candidato alle regionali nel Lazio per
la Lista Bonino – Pannella, la mia candidatura è
portatrice di un interesse chiaro a tutti: diritto di
famiglia e diritti dei coniugi separati e divorziati in
difficoltà, non solo economica. Tutto questo, ovvio,
insieme a ciò che i radicali offrono al Paese:
trasparenza, legalità, impegno civile costante. Gli eventi
recenti non hanno fermato, ma nemmeno rallentato la nostra
comune battaglia. Non chiedo solo il voto, ma di attivarvi
con amici, parenti, conoscenti, colleghi, affinché si
ottenga un buon risultato che porti alla mia elezione e a
nuove risorse per tutti noi. Se ciò non vi è possibile
capisco ed accetto, per quello che sempre abbiamo voluto:
una LID di tutti, ma proprio di tutti, anche di coloro che
votano altro, o non votano affatto!
Grazie, di cuore

Diego Sabatinelli
segretario lega italiana per il divorzio breve

Lega Italiana per il Divorzio Breve
Via di Torre Argentina, 76 - 00186 Roma
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Nagano
12-03-10, 16:20
Mar, 23/02/2010 - 22:27 da diego

"SCIOGLIMENTO DELLA COMUNIONE QUANDO SI INIZIA A VIVERE SEPARATI". DA TRE ANNI A UNO PER DIRSI ADDIO. SECONDO "AVVENIRE" COSI' E' IN PERICOLO LA STABILITA' DEL VINCOLO MATRIMONIALE.

di GIACOMO GALEAZZI

da LASTAMPA.it (http://www.lastampa.it)

Un anno per dirsi addio per sempre. Lentamente, procede in commissione Giustizia della Camera l’esame delle proposte di legge per introdurre nell’ordinamento il cosiddetto divorzio breve, vale a dire per portare dagli attuali tre anni ad un anno il tempo della separazione necessario per ottenere lo scioglimento del matrimonio. Un’iniziativa trasversale, visto che i testi in discussione sono presentati da esponenti sia della maggioranza che dell’opposizione. Uno è di Maurizio Paniz, del Pdl, che è anche relatore del provvedimento; un altro è di Marcello De Angelis, sempre del Pdl, sostenuto anche dai colleghi di partito Giampiero Catone, Fabio Gava ed Enzo Raisi; l’ultimo di Sesa Amici, del Pd.Caposaldo di tutte e tre le proposte la possibilità di ridurre ad un anno il tempo di separazione ininterrotta necessario per poter accedere al divorzio, modificando l’attuale disciplina che invece fissa in tre anni tale termine. Un periodo che decorre dalla comparsa dei coniugi in tribunale per l’avvio della separazione personale con l’autorizzazione del giudice a vivere separati, anche se per la giurisprudenza la causa di divorzio può iniziare solo dopo il passaggio in giudicato della sentenza di separazione, benchè sul solo addebbito.

I testi elaborati dai deputati del Pdl prevedono tuttavia delle differenziazioni in rapporto all’eventuale presenza dei figli e alla loro età. Così per Paniz deve restare l’attuale termine di tre anni se ci sono minori, mentre la proposta di De Angelis riduce ulteriormente il termine a sei mesi in assenza di figli o in presenza di figli maggiori di 14 anni, mentre lo prevede di un anno se l’età dei figli non supera i 14 anni. Altra discrimante importante prevista dalla proposta di Paniz, è la possibilità del cosiddetto divorzio breve soltanto in presenza di separazione consensuale, compreso il caso in cui il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale. Infine tutti e tre i progetti di legge prevedono di anticipare lo scioglimento della comunione al momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati.
«La realtà odierna -spiega Paniz- ci dice che il termine di tre anni, dall’inizio della separazione, per lo scioglimento del matrimonio, non serve in alcun modo come deterrente per la prosecuzione di esperienze di coppia ormai logorate ed invece funziona come intralcio per la formalizzazione delle ulteriori scelte di vita che nel frattempo sono maturate. Anche una parte delle istanze che si riferiscono al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto sono legate a queste situazioni necessitate, in cui la convivenza, di fatto, non è una scelta, ma un comportamento obbligato rispetto alle rigidità della legge».«Per questo, pur confermando la necessità che intercorra un periodo di tempo tra la separazione e lo scioglimento e il tentativo di conciliazione affidato al giudice, appare opportuno -aggiunge Amici- diminuire a un anno il periodo di durata della separazione ai fini dello scioglimento del matrimonio».«Il divorzio -sottolinea De Angelis- non ha posto in alcun modo in pericolo la stabilità del vincolo matrimoniale, ma si è configurato semplicemente per quello che è, cioè una via d’uscita, auspicabilmente dignitosa, da situazioni di vita coniugale non altrimenti risolvibili».«Se dunque è certo che il divorzio si pone solo come rimedio specifico al fallimento di singole vicende di vita, e non come un proposito di attentato sociale alla stabilità dell’istituto matrimoniale, occorre di conseguenza -prosegue l’esponente del Pdl- che non siano aggravate le situazioni personali nelle quali vengono a trovarsi coloro che, a volte anche non certo per propria scelta, sono nella condizione di dover intraprendere questo difficile cammino». «L’impianto normativo sino ad oggi vigente non dà accettabili risposte, ed è conseguentemente solo punitivo, giacchè individua il momento dello ’ strappò tra i coniugi in quello del divorzio, e non già -come in realtà è- in quello della separazione. Il nuovo modello proposto, viceversa, parte dall’assunto che se uno ’"strappo" si è verificato ciò è avvenuto ben prima dell’accesso dei coniugi davanti al magistrato per la pronuncia di separazione e che da quel momento non vi sarà più rimedio possibile (tantomeno attraverso un passivo decorso di tempo), come del resto ci hanno dimostrato ben trentanove anni di esperienza pratica, con la conseguenza che tanto vale allora accelerare il recupero di libera espressione di capacità affettiva da parte degli interessati e ’scommetterè sulla loro conseguente ’voglià di una ’nuova famiglià».Arrivare ad un testo ampiamente condiviso che possa essere approvato dal Parlamento.

È l’obiettivo a cui lavora Maurizio Paniz, deputato del Pdl, autore di una delle tre proposte di legge sul cosiddetto divorzio breve all’esame della commissione Giustizia della Camera e relatore del provvedimento. «Il testo da me presentato -spiega l’esponente del centrodestra parlando del suo progetto- riprende interamente quello che fu approvato nel 2003 all’unanimità in commissione e che fu poi bocciato dall’Aula. Ora vedremo se a distanza di sette anni il Parlamento ha maturato una convincimento diverso».Paniz è attualmente impegnato nell’elaborazione del testo base sul quale dovranno esprimersi i deputati: «attendo la conclusione della discussione in corso in commissione e spero che prima delle elezioni regionali o subito dopo si possa arrivare alla scelta del testo base. Ovviamente il mio auspicio e l’obiettivo al quale lavoro è di arrivare ad una proposta e ad eventuali emendamenti che siano ampiamente condivisi».Ma stavolta si riuscirà ad arrivare all’approvazione della nuova legge? «Naturalmente rispetto la sovranità del Parlamento -risponde l’esponente del Pdl- ma finora non ho registrato particolaricontrarietà e la percezione che ho è che riusciremo a varare le nuove norme per ridurre i tempi necessari per passare dalla separazione al divorzio. Questo almeno è l’orientamento che ho registrato confrontandomi con i parlamentari con i quali ho parlato, non so se poi alla fine emergerà una posizione diversa».Possibile e prevedibile il confronto che potrà caprirsi con il mondo cattolico, anche alla luce della posizione netta assunta alcuni giorni fa dal quotidiano ’Avvenirè, che in un editoriale ha sottolineato le conseguenze negative che potrebbe produrre il cosiddetto divorzio breve: aumento delle devianze tra i giovani figli di divorziati e relativizzazione dell’istituto matrimoniale. "Ovviamente -replica Paniz- ho il massimo rispetto per le posizioni di Avvenirè".Tuttavia il deputato del Pdl non rinuncia a sostenere argomentazioni contrarie a quelle esposte dal quotidiano della Cei: »l’esperienza ci dice che esiste una forte pressione per ridurre la tempistica per l’ottenimento del divorzio proprio per poter regolarizzare e consolidare nuovi rapporti che nel frattempo si sono formati"."Una riduzione dei tempi potrebbe quindi essere utile, come già avvenne quando nell«87 si portò da cinque a tre anni il tempo di separazione necessario per il divorzio. Certo, per i figli la fine di un matrimonio è un trauma, ma ricordo che la proposta che ho presentato e che riprende quella che fu approvata sette anni fa in commissione non prevede il divorzio breve in presenza di minorenni. In ogni caso, ho il massimo rispetto per le opinioni di "Avvenire" e per quello che deciderà il Parlamento».

Nagano
12-03-10, 16:20
Il divorzio breve, ma solo di comune accordo
Mer, 24/02/2010 - 19:21 da admin

Da: Il Messaggero - Home Page - sezione HOME (http://www.ilmessaggero.it)

di Germana Consalvi

In principio erano cinque anni. Poi, nel 1987, sono scesi a tre. E ora potrebbe diventare uno solo, visto che nell’agenda dei lavori parlamentari è entrata anche la discussione sul cosiddetto “divorzio breve”, proposta di legge per ridurre i tempi dalla separazione al divorzio. Tutto in un anno. In sintonia con altri Paesi occidentali. Non sarà un cammino facile, né agile. Ma sinceramente doveroso, se si vuole prendere atto della realtà e dei suoi numeri poco incoraggianti per l’istituzione del matrimonio: sono tantissime le coppie che fanno fatica a crescere e a restare unite “per sempre” con quel vincolo-sacramento-patto-contratto sottoscritto con il/la partner. E questo anche se ci sono dei figli che, come tutti i figli, amerebbero l’indissolubilità di mamma e papà.

Alla fatidica riduzione non si arriverà rapidamente, la materia sarà oggetto di ping pong e strumentalizzazioni. Ma la fotografia del Paese è fatta di tribunali sempre più presi d’assalto da coppie che insieme non vogliono o non possono più stare insieme. Ridurre il passaggio dalla separazione al divorzio a un anno, peraltro, nelle intenzioni parlamentari non dovrebbe riguardare tutti i casi, ma “solo” quelli, come dire, tranquilli, laddove ci sia il pieno accordo di entrambi i coniugi. Se l’accordo non c’è, resta tutto come prima. Idem se si hanno figli piccoli.

Il divorzio breve, insomma, sarà il divorzio “facile” di chi non si fa la guerra ma usa il buon senso di arrendersi all’inevitabile. Non sarà il divorzio all’italiana del Terzo Millennio, con guerre sanguinarie senza alcun rispetto per i figli. Figli, preziosi frammenti di un discorso amoroso, usati troppo spesso per alzare la posta delle pretese e delle vendette. Sembrerà un paradosso, ma proprio per tutelare loro ci vorrebbe invece il divorzio breve: ci sono vertenze e conflitti nelle aule di tribunale che si trascinano con tempi e modi estenuanti. A farne le spese, fuor di retorica, sono soprattutto i bambini che, di fatto, non trovano certezze in mamma e papà, impegnati come sono a combattere fra di loro, e neanche nella legge, quando impiega troppo tempo a prendere decisioni continuando nel frattempo a farli vivere nell’inferno.

Un anno per congedarsi da un matrimonio impossibile non è poco. Quando si arriva in tribunale, ci sono ben più di 365 giorni di sofferenza alle spalle. A lasciarsi ci si arriva, in genere, dopo anni di riflessioni e patimenti, dopo tentativi di rimettere insieme i cocci di qualcosa che invece è irreparabile.
Ma non c’è da scoraggiarsi: “per sempre” non è un messaggio-miraggio, credibile solo se si legge fra le dolci carte dei cioccolatini. L’amore esiste, esiste chi ci crede sul serio e si impegna consapevolmente, sapendo che le stagioni della vita non sono tutte uguali, che la passione, come la bellezza e la giovinezza, sono armi vincenti ma passeggere.

Sapendo anche che il non saper/voler pensare la vita senza l’altro/a non è un antidoto alle proprie insicurezze ma una scelta del cuore che, tra fisiologici alti e bassi, può diventare pura fusione. Quella che è bellissimo vedere nelle tenerezze delle coppie “veterane”, che stanno insieme da una vita e camminano tenendosi per mano come fidanzatini.
Lo stesso non si può dire nell’epoca “fast” (and furious) del post-fidanzamento all’avanguardia. Ci si guarda ancora negli occhi per dirsi “ti mollo”, ma purtroppo avanza il tecno-barbaro style. Su internet non si scaricano solo filmati e affini, ma anche le persone. Scusa, ma ti chiamo orrore.

Nagano
12-03-10, 16:21
Casa, studio Cittalia, problema riguarda anche chi ha reddito
Ven, 26/02/2010 - 19:21 da admin

(ASCA) - Venezia, 26 feb - Vi e' una vasta area ''grigia'', di persone che si trovano a fronteggiare il problema abitativo, pur potendo contare su un reddito e su una condizione di relativa stabilita'. Sono persone che non rientrano nei canoni di poverta' economica previsti per accedere all'edilizia residenziale pubblica ma che, allo stesso tempo, non sono in grado, da sole, di misurarsi con il mercato odierno dell'abitare. In questa area grigia, si trovano famiglie monoreddito, lavoratori precari, famiglie monogenitoriali, giovani e anziani. E' uno degli aspetti centrali del ''problema abitativo' che emerge dall'indagine Cittalia presentata oggi alla terza conferenza nazionale Anci sulla casa.

Tra le famiglie che vivono il disagio abitativo la maggioranza e' rappresentata da affittuari ma vi e' anche una componente di famiglie proprietarie (nel 2004 questa condizione di disagio riguardava il 37,5% delle famiglie in affitto e il 9,5% delle famiglie proprietarie). Vi e' poi da considerare la situazione dei proprietari che pagano un mutuo, la cui rata mensile - si evince dallo studio - e' mediamente pari a 465 euro. Ma proprio un'altra analisi, svolta questa volta di Nomisma, evidenzia come il 37% delle 4,5 milioni di famiglie che nel 2009 sostenevano le spese per un mutuo dichiari di avere difficolta' a rimborsare la propria banca.

Per Cittalia la poverta' relativa e' uno dei tasselli che compongono il ''puzzle' della domanda abitativa. Nel 2008 - sottolinea lo studio - le famiglie in situazioni di poverta' relativa rappresentavano l'11,3% delle famiglie residenti in Italia, corrispondenti al 13,6% dell'intera popolazione, (un dato in crescita rispetto al 2006: era pari al 12,9%). Vanno poi considerati anche i profondi cambiamenti intervenuti nella composizione delle famiglie, con la crescita delle famiglie monoreddito e monoparentali: si e' passati da 185,6 separazioni del 1997 a 273,7 separazioni ogni 1.000 matrimoni nel 2007. In crescita anche i divorzi nel decennio 1997-2007, passati da 99,8 a 165,4 ogni 1.000 matrimoni (+ 66%).

Altri elementi - ricorda la ricerca - sono l'aumento significativo, soprattutto tra la popolazione anziana, del numero di persone che vive da sola. Ancora i giovani che, pur lavorando, non possono permettersi un'abitazione propria e continuano a vivere con i genitori. Ed infine la crescita della popolazione straniera residente - piu' 151% tra il 2003 e il 2009 - immigrati che vivono prevalentemente in affitto: nel 2007 solo il 12,3% aveva una casa di proprieta', mentre il 64% pagava un canone mensile.

(Asca)

Nagano
12-03-10, 16:22
I figli delle seconde nozze, più nascite dopo i divorzi
Ven, 26/02/2010 - 19:24 da admin

Raddoppia la probabilità del parto per le separate

da: Corriere della Sera (http://www.corriere.it)

PARIGI — Più separazioni, più nuovi amori, più figli: la Francia campionessa europea di natalità segue (all’anagrafe) il ritmo dei tre più. Lo dice l’ultimo studio dell’Ined, l’Ente nazionale degli studi demografici, pubblicato ieri: «L’aumento dei divorzi e delle seconde nozze hanno conseguenze importanti tanto sulla fecondità individuale che sul numero di nascite». In cifre percentuali, ciò significa che «per una persona di 35 anni al secondo matrimonio (con uno o più figli) le probabilità di avere un altro bambino sono 2,5 volte superiori a quelle di una persona nelle loro stesse condizioni rimasta al primo matrimonio». Più del doppio. Dice Eva Beaujouan, l’autrice di questo ritratto delle nuove famiglie francesi, che «l’incontro di un nuovo partner è spesso occasione di una nascita che non avrebbe avuto luogo se si fosse rimasti con il partner vecchio».

Lapalissiano, Eva? Il 45% dei matrimoni in Francia finisce in divorzio. I francesi si sposano presto. Dunque forse non deve sorprendere troppo che sul totale dei bebè nati tra il 2000 e il 2004 (ultimi dati disponibili) quasi uno su 4 (il 22%) nasca dal secondo matrimonio del padre, mentre per la madre la percentuale cala al 17%. Il 14% dei francesi e il 9% delle francesi nati tra il 1960 e il 1969 hanno avuto il primo figlio in seconde nozze (o convivenza) contro l’1% dei genitori nati prima del 1950%. Le differenze per sesso sono legate al fattore età: superati i 32 anni gli uomini hanno più probabilità di avere figli delle donne. In Francia oltre la metà dei maschi under 42 che si sposano o convivono hanno compagne sotto i 35.

Anche coppie miste: Vanessa Paradis e l’americano Johnny Depp (due bambini), Laetitia Casta e Stefano Accorsi, parigini discreti. Lei 31 anni, lui 39, due piccoli: Orlando, 3 anni, Athena 6 mesi. Accorsi non ha avuto figli in precedenza, mentre Laetitia nel 2001 ha avuto una bambina da Stéphane Sednaoui. Ci sono coppie reduci da divorzi (Angelina Jolie e Brad Pitt) che hanno preso in mano i biberon soltanto in seconde nozze. Ma è interessante sottolineare che avere avuto figli da passate unioni non diminuisce la «voglia» di averne altri. La considerazione «caro/a, abbiamo già dato» non vale se c’è un nuovo partner. Anzi: «Si desidera un’altra nascita proprio per marcare la nuova unione e consolidarla» ha detto al Figaro il ricercatore dell’Ined Laurent Toulemon (per non parlare della questione eredità, vedi signori Murdoch). Non a caso il quotidiano Libération ha scelto di raccontare il fenomeno della nuova «natalità diffusa» partendo dai desideri della prima dama Carla Bruni-Sarkozy, che in più occasioni non ha fatto mistero di volere un figlio con Sarkò: «Io ne ho già uno, mio marito tre. Certo non si può dire che ne abbiamo la necessità ». E però, «se non fosse possibile dal punto di vista biologico, sarei pronta all’adozione ». Il risultato, indica il rapporto Ined, è un apparente paradosso che riguarda chi ha avuto diverse unioni. Le due situazioni, i due gruppi più frequenti? Quelli che non hanno avuto figli all’inizio (e hanno continuato a non averne) e quelli che (di relazione in relazione) ne hanno sommati quattro o cinque. Dalle famiglie con genitori separati i ragazzi tendono a prendere il volo due anni prima dei coetanei i cui genitori non si sono divisi. A 23 anni via (22 le femmine). Mammoni anche in Francia: il 40% dei figli di divorziati incontra la madre una volta alla settimana, soltanto il 19% vede il padre con la stessa frequenza.

Michele Farina

Nagano
12-03-10, 16:22
Non chiamatela festa. L’8 marzo è battaglia per l’emancipazione
Mar, 09/03/2010 - 22:42 da diego

da Il Secolo d’Italia, di domenica 7 marzo 2010 –

Domani, 8 marzo, si celebra quella che ormai viene comunemente definita la “Festa della donna”. Ma sarebbe più opportuno utilizzare l’espressione corretta “Giornata internazionale della donna”. Perché l’8 marzo non è un gentile omaggio all’ “altra metà del cielo”, ma una data con la quale si ricorda la lunga strada che le donne hanno percorso fino ad oggi per vedere riconosciuti i loro diritti di persone e cittadine e si invita a riflettere sulle violenze e sulle discriminazioni che le donne ancora subiscono in ogni parte del mondo.
Guardando all’Italia, non si capisce poi che cosa ci sia da festeggiare. Certo, rispetto agli anni Cinquanta dei passi avanti sono stati compiuti. Ciò nonostante, le donne italiane subiscono ancora gravi discriminazioni sul lavoro, risultano sottooccupate rispetto alle donne di molti altri paesi occidentali, raggiungono con estrema difficoltà i livelli dirigenziali, sono poco presenti nelle assemblee politiche elettive e negli organi di governo. Nelle diverse classifiche che misurano il grado di discriminazione o di avanzamento nella società, nell’economia, nella politica delle donne, l’Italia è spesso tra i paesi con le peggiori performance.

A questa grave situazione oggettiva, si aggiungono due fattori che non fanno ben sperare per il futuro della condizione femminile in Italia. Da un lato, vi è il fatto che la concreta emancipazione femminile non è al centro dell’agenda politica del nostro paese. Dall’altro – ma le due cose non sono scollegate tra loro – la nostra cultura politica sembra incapace di liberarsi di stereotipi ormai superati in altri paesi e che la battaglie femministe degli anni Settanta parevano avere messo definitivamente in crisi e, al tempo stesso, sta subendo una vera e propria involuzione, laddove legittima un nuovo modello “vincente” di donna che assomiglia molto, troppo, al modello della prostituta.

Partiamo da quest’ultimo punto. A questo proposito vale la pena di citare quanto riportato nel bel libro di Caterina Soffici (Ma le donne no. Come si vive nel paese più maschilista d’Europa), in relazione alla trasformazione della donna, comunque sempre oggetto, nella pubblicità italiana. Soffici descrive questo cambiamento così come appare dalla fotografie di Ico Gasparri, che da anni raccoglie documentazione sull’immagine della donna nei cartelloni pubblicitari: “vent’anni fa le donne avevano le cosce chiuse, poi le hanno aperte. Poi alle cosce aperte si è aggiunta la bocca aperta. Poi ancora la lingua di fuori … sono diminuiti l’ammiccamento e il richiamo sessuale per passare direttamente all’azione … le scritte sono più esplicite, aggressive, volgari … si ricorre sempre più a immagini lesbo; nella pubblicità è sbarcata l’omosessualità femminile, elemento fondamentale della pornografia maschile”.

La televisione non è da meno. Lo ha illustrato in modo crudo Lorella Zanardo nel suo documentario “Il corpo delle donne”: donne spogliate, riprese oscene, donne mute messe a fare da ornamento o che giocano il ruolo dell’ochetta e che come tali sono trattate. Il video è stato cliccato centinaia di migliaia di volte (www.ilcorpodelladonna.it). Ma tante donne e tanti uomini che non utilizzano internet, che non seguono La7 (unica rete nazionale che ha trasmesso parte del video durante la trasmissione di Gad Lerner L’Infedele) continuano ad assistere nelle principali reti nazionali, pubbliche e private, a questo scempio della dignità femminile, in molti casi giungendo a considerarlo “normale”. Il modello della donna simil-prostituta rischia di guadagnare sempre più spazio nella nostra cultura; il messaggio rivolto alle donne è chiaro: sono gli uomini che comandano, per fare strada dovete piacere a loro, mostrare la vostra avvenenza e soprattutto la vostra disponibilità. Nella cattolicissima Italia un vero e proprio invito alla prostituzione. Accanto all’immagine di donna prostituta sopravvive, poi, quella di madre, sposa, “massaia”. Le pubblicità mostrano mamme belle e felici e casalinghe entusiaste della scoperta di un detersivo migliore e merendine più nutrienti. Sposa o meretrice, la comunicazione pubblica continua a mantenere la donna prigioniera di asfissianti stereotipi.

Di fronte a tutto questo, a livello politico non accade pressoché nulla. Anzi, sembra che la politica di quegli stereotipi si nutra e li riproduca. E’ ancora Caterina Soffici che riporta l’incitamento del nostro premier alle sue fan: “Siete le nostre padrone: tra le mura domestiche le padrone siete voi: noi lo sappiamo bene” “Signore, per i giorni del voto ho una missione speciale per voi: cucinate”. “una volta – scrive la giornalista – si lottava per abbattere la figura della massaia e rimuoverla dalla società. Oggi la si evoca e la maggioranza delle donne non protesta neppure”. E una politica sempre più debole e permeabile giunge addirittura a introdurre tra i criteri di reclutamento quelli propri del casting dei programmi televisivi. E tante ragazze che si accalcano per partecipare a provini umilianti per poter inseguire il loro sogno di celebrità, ormai potranno cominciare a pensare che tante porte potranno loro aprirsi grazie all’offerta del loro corpo: il fantastico mondo della Tv, ma anche quello della politica, perché ormai la differenza rischia di non essere più percepita.

La politica diventa così essa stessa vittima e veicolo degli stereotipi che dominano nel nostro paese. Difficile aspettarsi da essa l’input per un cambiamento di orientamenti. Ed infatti, in Italia, essa ben poco fa per l’emancipazione femminile. Questa affermazione potrebbe risultare ingenerosa di fronte all’attivismo del nostro attuale Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna. L’on. Carfagna si è impegnata seriamente contro la violenza sulle donne, contro l’omofobia e si sta impegnando a favore delle donne che lavorano. Ma a fronte della gravità della nostra situazione, la sua azione appare sottodimensionata e soprattutto si sviluppa all’interno di un approccio fortemente “paternalista”. Sono impressionanti le parole che chiudono la sua “lettera” nella home page del sito del ministero: “Questo è il fascino di una avventura che faccio per e insieme a voi: capire quali sono i bisogni dei più deboli. E cercare una risposta. Giusta e efficace. Come farebbe ognuno di voi se si trattasse della vostra moglie, compagna, sorella, figlia o figlio …”. Le donne sono soggetti deboli da aiutare e il ministro ci dice che lei le aiuterà, così come farebbero mariti, compagni, fratelli, padri! Mara Carfagna si rivolge ai maschi e dice, io aiuterò le donne così come lo fareste voi. Lo scivolamento nello stereotipo è evidente.

Nell’azione del ministro sembra che manchi la consapevolezza che in una società bloccata come la nostra, un reale miglioramento della condizione femminile debba necessariamente passare attraverso, da un lato, la continua sollecitazione (anche attraverso discorsi che possono dispiacere alla propria parte politica) di una nuova consapevolezza delle donne, dall’altro, un’azione più incisiva contro le discriminazioni. Le conclusioni di un rapporto del ministero della Funzione Pubblica e di quello della Pari opportunità sull’applicazione della parità nelle amministrazioni pubbliche (2008) è sconfortante e rileva la persistenza di gravi discriminazioni. Non varrebbe la pena, ad esempio, lanciare una campagna “alla Brunetta”, questa volta non contro i “fannulloni”, ma contro i “maschilisti” e chi non applica con rigore le norme a favore delle pari opportunità? Talvolta per ottenere risultati bisogna anche avere il coraggio di risultare inopportuni.

Una politica a favore delle donne dovrebbe essere più coraggiosa. Le donne, ancorché poche, che hanno ruoli di responsabilità nell’attuale governo e che hanno ruoli politici rilevanti dovrebbero esserne consapevoli. Dovrebbero avere il coraggio di rovesciare gli schemi, di affrontare il problema femminile non come un semplice problema di tutela di una parte debole, di vittime potenziali, ma come una questione di sacrosanta affermazione di diritti. E per questo dovrebbero innanzitutto gridare contro lo scandalo della scarsissima presenza di donne in politica. Dopo il fallito tentativo dell’ex ministro delle Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo, la questione delle “quote rosa” nelle liste è stata dimenticata. Il ministro Carfagna si dichiara addirittura contraria, sostenendo che “pian piano le donne sapranno prendersi gli spazi che meritano, senza ‘riserve indiane’”. Pian piano? Di quanti decenni stiamo parlando? E nel frattempo quante risorse, vite e legittime ambizioni saranno state sprecate? In altri paesi le quote hanno funzionato, se non le si vuole bisogna sapere spiegare perché e proporre alternative convincenti, non affidarsi alle lente trasformazioni, specialmente in un paese che più che andare avanti sembra invece arretrare. Al tempo stesso, sarebbe necessario guardare in faccia la realtà e rendersi conto che la “salvaguardia della tradizione”, così cara a parte del centrodestra, cozza contro i diritti delle donne e l’emancipazione femminile. Come dimostra la famigerata legge 40, che ha umiliato il desiderio di maternità di tante donne e si è violentemente intrufolata nel corpo femminile. Molte donne in politica, oggi, sembrano così attente a non disturbare il manovratore e a non contrastare la nuova ideologia “tradizionalista”, che non si sognano nemmeno di sollevare la necessità di misure come il divorzio breve o la regolamentazione delle coppie di fatto, che se introdotte non solo ci metterebbero in linea con gli altri paesi europei, ma fornirebbero un importante sostegno a tante donne .

A livello politico, una mobilitazione femminile trasversale a favore dei diritti delle donne e contro il diffondersi di una cultura maschilista, dunque, sembra quasi impossibile. Molte di coloro che hanno raggiunto, in un modo o nell’altro, posizioni di visibilità e autorità sembrano essere paghe del loro successo, non incentivano la mobilitazione femminile e soprattutto offrono modelli di ruolo di donne “arrivate”, ma al tempo stesso obbedienti e fedeli al leader (il fenomeno è particolarmente evidente nel centrodestra, ma è fortemente presente anche a sinistra). Una politica indifferente, donne politiche in gran parte deferenti, una cultura che mortifica le donne: dunque, l’8 marzo, “Festa della donna”, non ci resta che piangere? Forse sì. O forse no, qualcosa nella società si sta muovendo, perché la misura appare colma. Certo è che noi donne dovremo imparare, insieme, a fare da sole.

Sofia Ventura

Nagano
06-09-10, 15:43
News dalla L.I.D. 25 marzo 2010
Gio, 25/03/2010 - 17:09 da admin

Cara amica, caro amico,
come annunciato la discussione sul divorzio “breve” in commissione Giustizia della Camera attende di riprendere il percorso dopo le elezioni regionali, quindi sul fronte parlamentare ancora tutto rimane fermo al proposito di licenziare un testo base in breve tempo per poi proseguire l'iter parlamentare.
Non si arresta, invece, l'attenzione dei media per quello che riguarda il variegato mondo delle separazioni, dei divorzi e degli annullamenti. In questo senso si muove la commissione Ue per la Giustizia e i diritti fondamentali che, in merito alle coppie internazionali, cerca di evitare l'attuale caos:

Arriva il divorzio all&#039;europea | Divorzio Breve (http://www.divorziobreve.org/?q=node/5511)

Ma anche nel nostro Paese il dibattito ed il confronto restano aperti sulle inutili lungaggini per ottenere il divorzio, e soprattutto per rendere la nostra legislazione più simile a quella degli altri paesi U.E.:

Lasciamoci così, più in fretta possibile... | Divorzio Breve (http://www.divorziobreve.org/?q=node/5512)

Colpisce anche l'interessamento dei media sulla sostanziale disparità di trattamento per chi accede all'annullamento rotale:

Benedetto sia quel divorzio | Divorzio Breve (http://www.divorziobreve.org/?q=node/5004)

Insomma, anche grazie al nostro lavoro, pur restando fermo il lavoro parlamentare, non si ferma il dibattito. Lo stesso si può dire per il mondo degli operatori, che continuano ad essere sollecitati a confrontarsi sulle nostre proposte. In questo senso abbiamo avuto ospiti ai microfoni di Radio Radicale, martedì 16 marzo, gli avvocati Santini e Spoletini del Centro Studi e Ricerche sul diritto della famiglia e dei minori:

Centro studi sul diritto di famiglia (http://www.dirittodellafamiglia.com)

Pur essendo diventati un punto di riferimento in materia, tanto da essere spesso chiamati da giornalisti e media per consulenze varie, ovviamente sempre a titolo gratuito, le TV nazionali non ritengono di dover chiedere anche la nostra opinione nei dibattiti. Questa sta diventando, purtroppo, una prassi consolidata: “avete un ospite?”, “avete dati aggiornati?”, “ci spiegate il fenomeno dei divorzi all’estero?”. Mai, ma assolutamente mai che, oltre alla richiesta del caso personale o dei dati aggiornati, ci venga richiesta la disponibilità ad essere ospiti di queste trasmissioni per poter dire la nostra.

Il 31 marzo mattina sarò presso il Tribunale di Perugia per essere interrogato dal PM in merito ai fatti accaduti durante la presentazione delle liste alle regionali del Lazio e all’esclusione della lista PDL nella circoscrizione provinciale di Roma, vicenda ormai ampiamente dibattuta. Certamente le elezioni regionali sono un momento molto importante per noi, non solo per le competenze che hanno le regioni, che ci spinsero questa estate a presentare un referendum, proprio nel Lazio, per il sostegno dei coniugi separati in difficoltà economica; ma anche per le risorse che la Regione può mettere a disposizione per la nostra battaglia. Per questo t’invito a votare alle regionali, dove non ci è stato impedito di presentarci, la Lista Bonino – Pannella, e se vivi nel Lazio, nel collegio di Roma e provincia, ti chiedo di darmi la preferenza per consentirci in questo modo di lavorare al meglio.

Grazie
Diego Sabatinelli

Segretario della Lega Italiana per il Divorzio Breve

Nagano
06-09-10, 15:43
Delude il testo base sulla riduzione dei tempi per ottene il divorzio depositato in commissione Giustizia
Gio, 15/04/2010 - 15:41 da alessandro

DELUDE IL TESTO BASE SULLA RIDUZIONE DEI TEMPI PER OTTENERE IL DIVORZIO DEPOSITATO IN COMMISSIONE GIUSTIZIA

Di seguito riportiamo il testo base depositato dal relatore Paniz (Pdl) in Commissione Giustizia (seduta del 13 aprile 2010 consultabile anche nella sezione "In Commissione Giustizia" posta all'interno del Menu principale) e il conseguente comunicato stampa diramato congiuntamente dalla deputata radicale eletta nel PD, on.le Rita Bernardini, e della Lega Italiana per il Divorzio Breve

Disposizioni in materia di separazione giudiziale tra i coniugi. C. 749 Paniz, C. 1556 De Angelis e C. 2325 Amici.

PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO DEL RELATORE
Art. 1.
1. Al secondo capoverso della lettera b) del numero 2) del comma 1 dell'articolo 3 della legge 1o dicembre 1970, n. 898, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al primo periodo le parole: «tre anni» sono sostituite dalle seguenti: «un anno»;
b) dopo il primo periodo è inserito il seguente: «in caso di presenza di figli minori, il termine di cui al periodo precedente è di due anni»

Art. 2.
1. All'articolo 191 del codice civile è aggiunto, in fine, il seguente comma:
«Nel caso di separazione personale, la comunione tra i coniugi si scioglie nel momento in cui, in sede di udienza presidenziale, il presidente autorizza i coniugi a vivere separati».

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DIVORZIO BREVE: BERNARDINI, TESTO PANIZ E' DELUDENTE
(ANSA) - ROMA, 14 APR - 'Il Testo Base sul Divorzio Breve presentato ieri in Commissione Giustizia dal relatore Paniz costituisce l'ennesimo compromesso al ribasso e discrimina fortemente chi non e' religioso e chi non ha figli'. Lo affermano, in una nota congiunta, Rita Bernardini, deputata radicale eletta nelle liste del PD, membro della Commissione Giustizia della Camera, e l'avvocato Alessandro Gerardi, Tesoriere della Lega Italiana per il Divorzio Breve.
'L'articolato, com'era prevedibile, strizza l'occhio alle pretese illiberali del clero cattolico non riconoscendo - sottolineano - la possibilita' alla coppia di chiedere e ottenere direttamente il divorzio, senza passare attraverso un preventivo quanto inutile periodo di separazione legale. Inoltre e' discriminatorio laddove riduce il termine interlocutorio di separazione a un anno per chi non ha figli minori, mentre in caso contrario lo porta a due. E' appena il caso di ricordare che in questa legislatura i radicali eletti nel gruppo del PD hanno presentato una proposta di legge davvero risolutiva con la quale viene stabilito un principio per noi irrinunciabile ossia che, in alternativa alla separazione, per la coppia in crisi irreversibile il divorzio deve poter essere possibile fin da subito'.
'La Commissione Giustizia, a maggioranza dei suoi membri, ha deciso, in modo alquanto discutibile, di non calendarizzare insieme agli altri quel nostro disegno di legge a prima firma Farina Coscioni. Ora pertanto - concludono - non ci resta che tentare di migliorare, per quanto possibile, questo testo base presentato dal relatore Paniz, consapevoli del fatto che oramai i cittadini interessati al divorzio non accettano piu' il significato della separazione'. (ANSA).

DIVORZIO BREVE: BERNARDINI (RI), DELUDE TESTO BASE =
(AGI) - Roma, 14 apr. - "Il testo base sul divorzio breve presentato in commissione Giustizia della Camera dal relatore Paniz ( Pdl), costituisce l'ennesimo compromesso al ribasso e discrimina fortemente chi non e' religioso e chi non ha figli".
Lo dicono Rita Bernardini, deputata radicale eletta nelle liste del Pd, e l'avvocato Alessandro Gerardi, tesoriere della Lega italiana per il divorzio breve, che aggiungono: "L'articolato, com'era prevedibile, strizza l'occhio alle pretese illiberali del clero cattolico, non riconoscendo la possibilita' alla coppia di chiedere e ottenere direttamente il divorzio, senza passare attraverso un preventivo quanto inutile periodo di separazione legale. Inoltre e' discriminatorio laddove riduce il termine interlocutorio di separazione a un anno per chi non ha figli minori, mentre in caso contrario lo porta a due".
I radicali eletti nel gruppo del Pd hanno presentato una proposta di legge con la quale viene stabilito il principio per cui, "in alternativa alla separazione, per la coppia in crisi irreversibile il divorzio deve poter essere possibile fin da subito, ma la commissione Giustizia - conclude Bernardini - a maggioranza dei suoicomponenti, ha deciso di non calendarizzarla insieme agli altri". (AGI) Cav 141421 APR 10

Apc-Divorzio breve/Riparte iter: 1 anno per averlo, 2 se figli minori
Dopo 7 anni Camera ci riprova, testo base in commissione
Roma, 14 apr. (Apcom) - Riparte alla Camera l'iter del 'divorzio breve'. Maurizio Paniz, deputato del Pdl, ha svolto oggi la sua relazione generale in commissione Giustizia alla Camera sulla legge che dovrebbe rendere possibile anche in Italia il cosiddetto divorzio breve: in sintesi, per sciogliere un matrimonio di fronte alla legge, si dovrà aspettare in genere un anno, due se oltre alla coppia saranno componenti della famiglia anche figli minorenni. "Questo testo - spiega Paniz - è la sintesi delle varie proposte di legge presentate alla Camera sull'argomento. E mi sembra che trovi condivisione in gran parte delle forze politiche".
L'ultimo tentativo di mettere mano alla normativa sulla famiglia è di sette anni fa, quando lo stesso Paniz provò a presentare una analoga norma. Contraria alla norma la deputata radicale Rita Bernardini. "Il testo base sul divorzio breve - afferma - costituisce l'ennesimo compromesso al ribasso e discrimina fortemente chi non è religioso e chi non ha figli".
"L'articolato, com'era prevedibile, strizza l'occhio alle pretese illiberali del clero cattolico non riconoscendo - sottolinea la parlamentare radicale - la possibilità alla coppia di chiedere e ottenere direttamente il divorzio, senza passare attraverso un preventivo quanto inutile periodo di separazione legale. Inoltre è discriminatorio laddove riduce il termine interlocutorio di separazione a un anno per chi non ha figli minori, mentre in caso contrario lo porta a due".
Gic
141828 apr 10

Nagano
06-09-10, 15:44
Trasmissione radiofonica del 11 maggio 2010
Mer, 12/05/2010 - 14:06 da alessandro

Al seguente link potete riascoltare la trasmissione radiofonica sul Divorzio Breve andata in onda il giorno 11.05.2010.

Divorziobreve.it - Trasmissione della Lega Italiana per il divorzio breve | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/303375)

In studio l'avv. Alessandro Gerardi, Tesoriere della Lega Italiana per il Divorzio Breve

Nagano
06-09-10, 15:45
Settimo: non rubare! Sulle sfide dell’etica pubblica, quali sono le priorità della Chiesa?
Mar, 18/05/2010 - 11:15 da admin

da Libertiamo.it*|*Idee per una politica liberale, liberista e libertaria (http://www.libertiamo.it)

di Benedetto Della Vedova

Incombono tempi in cui il nostro Paese sarà chiamato a gravi sacrifici per fronteggiare la crisi finanziaria che investe i bilanci pubblici di tutta Europa (per lo più guastati da colpevole insipienza). Che ciò succeda mentre la classe politica è delegittimata dai comportamenti troppo spregiudicati e disinvolti di alcuni suoi protagonisti, impone a tutti un dovere di maggiore responsabilità.

Non se ne uscirà additando al pubblico ludibrio qualche “presunto colpevole” e sacrificando qualche capro espiatorio. Occorre una riscossa dell’etica civile, a partire dal rispetto delle regole e della legge e dalla valorizzazione del merito più che delle “relazioni” come criterio per la promozione professionale.

Sul terreno dell’etica civile, va costruita una forte alleanza di tutti i cittadini, cattolici e laici, senza distinzione. “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” non è solo il presupposto evangelico della distinzione tra il potere temporale e il potere spirituale, ma è anche un invito alla “importante collaborazione tra istituzioni religiose e statali, tra associazioni umanitarie, singole imprese sociali e organizzazioni statali”, secondo le parole del Cardinal Martini.

Mi si permetta, date per acquisite le tante e pesanti travi negli occhi della società “laica”, di parlare anche delle pagliuzze che vedo negli occhi della Chiesa italiana, proprio sul fronte dell’etica e dell’educazione civile. Non mi riferisco alle vicende sulla corruzione della “cricca” degli appalti, che hanno lambito il Vaticano: questi, come altri in passato, devono essere valutati e giudicati come episodi di malcostume e di corruzione personale. Penso ai messaggi che provengono dalla Chiesa italiana.

La mia impressione (impressione?) è che la Chiesa abbia scelto di concentrare la sua azione più incisiva, anche in termini di pressione sul mondo politico, prioritariamente sui temi della bioetica e della morale sessuale. Forse sono un osservatore poco attento, ma a me è parso che i richiami più solenni al Parlamento – e ai parlamentari – siano moniti che riguardano unicamente quella piattaforma morale costituita dai cosiddetti “valori non negoziabili”: perché non si legiferi “contro la famiglia naturale”, cioè non si riconosca giuridicamente, le convivenze stabili al di fuori del vincolo matrimoniale, peggio se omosessuali (una tra “le insidie maggiori per il bene comune”); perché si agisca per sabotare la RU486 (e quindi non già per prevenire gli aborti, ma per imporre a donne e medici quello chirurgico); perché sia pregiudicata la possibilità di lasciare direttive vincolanti e anticipate di trattamento, in previsione di uno stato di incapacità; perché si pongano e si difendano vincoli al limite (e al di là) del ragionevole in materia di fecondazione assistita; perché non si favorisca e legittimi la contraccezione come scelta responsabile, specie tra i più giovani….

Potremmo continuare, ma ci fermiamo. Sono questioni, per altro, sulle quali altre confessioni cristiane esprimono posizioni assai diverse, quando non opposte, e convergenti con gli orientamenti prevalenti nella società.

La “predicazione politica” della Chiesa, dunque, è in larghissima parte centrata sulla morale della vita, della sessualità e del matrimonio e non su virtù – l’onestà, la dedizione, la sincerità, il rispetto, la dignità, il lavoro, l’impegno – che attengono alla dimensione comune della vita e delle relazioni sociali. Se nelle questioni dell’etica pubblica i valori morali, anzi questi specifici valori morali non negoziabili, sono considerati come le vere e indispensabili virtù civili è inevitabile che la “questione antropologica” diventi non solo il principale, ma di fatto l’unico tema qualificante dell’impegno politico dei cattolici.

Il risultato è quello di svalutare altre forme di impegno, per cui appare “più cristiano” il politico che si oppone al divorzio breve o al riconoscimento delle unioni gay di chi vive con coerenza di esempio e di testimonianza la propria fede. Sembra diventato più cristiano opporsi ai Pacs che non rubare, non mentire, non mancare ai doveri di giustizia. Da oltre Tevere suscitano più parole di riprovazione e di scandalo i politici che “attentano alla famiglia indissolubile fondata sul matrimonio” di quelli che degradano la vita pubblica fino ai confini – e spesso oltre i confini – del malaffare. Così la Chiesa, ”agenzia morale” per eccellenza nella società italiana, abdica al suo ruolo da protagonista per la crescita di un’etica civile, rispettata e condivisa, volta al bene comune.

Tra le tante, consideriamo due possibili obiezioni a queste considerazioni. La prima è che, semplicemente, ciò non risponda alla verità, ma ad una caricatura della “politica della Chiesa”. Può darsi che le mie osservazioni, pur scevre da malanimo e ostilità, pecchino di strabismo. Eppure credo siano in molti ad avere questa percezione, anche tra i fedeli. Abbiamo visto la durezza con cui vennero negati i funerali religiosi a Piergiorgio Welby: un gesto il cui impatto mediatico e simbolico, in quei giorni, non poteva certo sfuggire alla Chiesa, a cui non difetta la sapienza nelle strategie di comunicazione di massa. Abbiamo ascoltato giudizi di una durezza inusitata (il Cardinal Ruini parlò senza perifrasi di “assassinio”) nei confronti di Beppino Englaro che accompagnò alla morte la amata figlia Eluana dopo diciassette anni di coma vegetativo. Abbiamo osservato la risolutezza tetragona della Chiesa contro l’uso dei profilattici al fine di combattere la pandemia dell’Aids. La durezza e la voluta potenza politica di questi messaggi, mi pare proprio non accompagnino altri momenti del Magistero.

La seconda obiezione che prendiamo in considerazione è più di sostanza. Gli interpreti più accreditati della parola della Chiesa spiegano che questi (e non altri) siano i “valori non negoziabili” sui quali si fonda non solo la dottrina, ma la sostanza della fede cristiana. E aggiungono: la difesa di questi valori è altrettanto essenziale per la tenuta dei fondamenti culturali e civili della società occidentale. Rotto questo argine il degrado e il declino materialista finirebbero per perderci tutti quanti, credenti e no.

Sul primo punto – se questo sia l’ubi consistam del messaggio cristiano – non sta a chi non è un buon cristiano di giudicare. Ma, ad esempio, le parole del Cardinal Martini – che citiamo senza alcun intento strumentale e solo perché egli resta una figura di riferimento del cattolicesimo italiano – sulla morale sessuale appaiono di gran lunga meno drastiche di quelle che capita spesso di ascoltare: “La Chiesa può e deve richiamarsi alla Bibbia. La Bibbia limita in modo evidente i messaggi sulla sessualità. Di fronte all’adulterio traccia una linea netta. … La Bibbia è chiarissima anche riguardo alla violenza nei confronti delle donne. E’ vietata. Gesù pone al centro i bambini e tutti coloro che hanno bisogno di protezione. … A prescindere da queste nette linee tracciate dalla Bibbia, dobbiamo fare riferimento alla responsabilità personale e al discernimento degli spiriti”. Sull’omosessualità, poi, Martini esprime una posizione di grande prudenza, ricordando come altre confessioni che si rifanno alle Sacre Scritture esprimano posizioni di apertura all’amore fra persone dello stesso sesso.

Ma è il secondo punto – l’identificazione dell’occidente con “questa” dottrina cristiana – che non ci convince affatto. L’occidente libero e liberale ha certo le sue radici culturali e storiche anche nel cristianesimo e nella sua idea di libertà e dignità umana, ma sarebbe storicamente infondato sostenere che quando la società europea si è mossa in direzioni diverse da quelle suggerite e imposte dal Magistero abbia indebolito la propria identità e la propria capacità di coesione e di inclusione.

A 150 anni dall’Unità d’Italia, è perfino inutile ricordare che sulle tesi del Sillabo è stata la Chiesa a dovere ricredersi ed emendarsi. Se poi parliamo dell’Occidente libero di oggi – e non di quello delle guerre di religione, dell’inquisizione, della colonizzazione, e della violenza politica totalitaria – penso che esso viva il tempo migliore per la promozione umana e per la libertà cristiana, molto più di quello in cui il “potere” era cristiano e dunque gli individui non erano davvero liberi di esserlo. Per questa libertà e non per la sua immoralità l’Occidente è nel mirino del fanatismo religioso islamista.

Credo che sia fuorviante affermare che divorzio, aborto legale, coppie gay o fecondazione eterologa siano una degenerazione destinata a far perdere di identità, di unità e di forza la società italiana più che l’illegalità diffusa o la mancanza di un sentimento comune di appartenenza civile alla Repubblica, del cui destino siamo tutti artefici.

Nessuna persona libera e ragionevole chiederà mai alla Chiesa, di rinunciare al suo messaggio, alla predicazione, al proselitismo, ma questo uso dei temi bioetici e della morale sessuale possono al più nutrire il neo-confessionalismo politico, non divenire la comune frontiera della moralità civile del Paese.

Peraltro, appare sempre più evidente che la partita dei “valori non negoziabili” si gioca ormai pressoché interamente sul piano politico-legislativo e non su quello pastorale, come se la Chiesa, prendendo atto della sempre più evidente “disobbedienza cristiana” ai principi della morale sessuale e familiare, considerasse necessario ricorrere alla forza cogente della legge per surrogare la scarsa forza persuasiva della predicazione. Se si esclude il tema dell’aborto, che conserva una radicalità dolorosa e dirimente, sulla vita sessuale, sulla contraccezione, sull’omosessualità, sulla famiglia, sul divorzio e sulla libertà di cura si può infatti ragionevolmente ritenere che la maggioranza dei credenti non segua la Chiesa. E per lo più non la segue ritenendo di non venir meno ai doveri di una coscienza cristiana.

Riconosco e apprezzo in tutta la sua vitale importanza l’attività incessante e preziosa dei cattolici, dei sacerdoti e delle tantissime organizzazioni che attraverso il volontariato e una caritatevole presenza quotidiana animano e migliorano la vita di milioni di persone. Ma non è questa la voce che parla più alta e forte alla politica e al Paese.

La Chiesa italiana sceglie le sue priorità: nessuno può pensare di mettere in discussione questa piena libertà di azione e di parola. Il che significa, però, che delle azioni, delle parole e delle loro conseguenze possa essere chiamata altrettanto liberamente a rispondere.

Io credo che cattolici e laici abbiano oggi più ragioni di unione sul piano dell’etica civile che di divisione in uno scontro, che oggi rischia di divenire senza sbocco, sulla bioetica e la morale sessuale. Mi piacerebbe che su questo si potesse aprire un confronto appassionato, nel rispetto delle diverse posizioni e ragioni.

Pubblicato in contemporanea su Libertiamo.it e Ffwebmagazine.it

Nagano
06-09-10, 15:46
Divorzio Breve: la trasmissione radiofonica di martdì 22 giugno sui papà separati
Mer, 23/06/2010 - 13:16 da alessandro

La puntata di martedì 22 giugno ha affrontato il caso di Angelo Grasso e dei papà separati.

La potete riascoltare al seguente link: Divorziobreve.it - Trasmissione della Lega Italiana per il divorzio breve | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/306359)

In studio l'avv. Alessandro Gerardi

Nagano
06-09-10, 15:46
SEPARAZIONE DAL NOTAIO? POSITIVA L'INIZIATIVA DI ALFANO
Sab, 03/07/2010 - 18:03 da alessandro

SEPARAZIONE DAL NOTAIO: LA LEGA ITALIANA PER IL DIVORZIO BREVE GIUDICA POSITIVAMENTE L'INIZIATIVA DEL MINISTRO ALFANO
(ANSA) - ROMA, 3 LUG - L'idea a cui sta lavorando il ministro Alfano di trasferire ai notai le competenze in materia di separazione dei coniugi 'e' condivisibile, anche perche' se un matrimonio fallisce e non ci sono figli, in via consensuale tutto si risolve in un mero accordo economico, quindi perche' non ricorrere al notaio?'. Lo afferma in una nota Alessandro Gerardi, membro del comitato nazionale dei Radicali Italiani e tesoriere della Lega italiana per il Divorzio Breve.
Una pratica gestita dal notaio, spiega Gerardi, 'si risolverebbe in due o tre sedute al massimo. Ma e' anche una proposta coerente perche' in linea con il trend di outsourcing di molta della nostra giustizia, basti pensare ad alcune attivita' giurisdizionali delegate come le esecuzioni immobiliari e le omologhe degli atti societari, prima di competenza esclusiva della magistratura ed ora passate ai notai con un risparmio netto di un decimo sui tempi della giustizia civile'.
'Si tratta quindi - rileva - di una riforma a costo zero che produrrebbe una serie di immediati effetti benefici per il nostro comatoso sistema giudiziario in termini di numero di procedimenti iscritti, definiti e pendenti e in termini di budget allocato dallo Stato per il funzionamento della macchina giudiziaria civile. Cio' detto noi della Lega Italiana per il Divorzio Breve restiamo convinti del fatto - afferma ancora Gerardi - che in Italia il problema dei tempi lunghi per ottenere lo scioglimento del vincolo coniugale possa essere risolto definitivamente solo riconoscendo alla coppia in crisi la possibilita', se lo vuole, di chiedere e ottenere direttamente il divorzio, senza passare - conclude - attraverso un preventivo quanto inutile periodo di separazione legale, proprio come avviene in tutti gli altri Paesi europei'. (ANSA).

SEPARAZIONE DAL NOTAIO? BERNARDINI DE PACE, NON E' ROGITO /ANSA
'La separazione non e' un rogito e in questa materia l'esperienza giuridica, umana e psicologica contano piu' di ogni altra cosa'. Non piace ad Annamaria Bernardini De Pace, noto avvocato matrimonialista, l'ipotesi di mettere fine alle nozze, quando non ci siano figli da tutelare, non piu' davanti a un giudice ma a un notaio. Alla proposta lanciata dal ministro Angelino Alfano insieme al Consiglio nazionale del notariato per cercare di accorciare i tempi della giustizia civile, Annamaria Bernardini De Pace e' 'fermamente contraria' perche' sarebbe come 'farsi operare al cuore da un medico che non e' un cardiochirurgo esperto'. Senza togliere nulla alla loro professionalita' 'ritengo che i notai non abbiano l'esperienza per gestire il momento preparatorio' perche' ' fare una separazione non vuol dire solo ratificare, ma e' necessario portare i due coniugi a superare i conflitti e, se c'e', a dividere il patrimonio nei termini di giustizia'.
Che poi il notaio 'ratifichi' la spartizione di un patrimonio o il trasferimento di immobili 'va bene, ma accade gia' adesso', poiche' ha competenze che la magistratura tempo fa gli ha trasferito. 'Quindi - prosegue l'avvocato - non perderebbero i loro clienti' Quanto all'esigenza di accorciare i tempi il legale rilancia: 'E se si facesse fare tutto a noi avvocati per poi depositare nella cancelleria del tribunale?'. Inoltre precisa che gli avvocati in Italia 'sono 250 mila mentre i notai molto meno' e, dunque, per la coppia ci sarebbe meno da attendere 'meno file'. Quel che Annamaria Bernardini vuole sottolineare e' il ruolo centrale degli avvocati, in particolare quelli specializzati in questa materia, in quanto 'hanno un'esperienza sul campo molto maggiore. La separazione - ribadisce - non e' un fatto banale, ma e' un momento rivoluzionario della vita di chiunque sotto il profilo sia affettivo sia patrimoniale'. In piu', aggiunge, 'si corre il rischio che il piu' 'potente' e il piu' ricco tra i due coniugi obblighi l'altro ad andare da un notaio per chiudere, magari anche con un ricatto'.
Insomma per l'avvocatessa 'non ci si puo' improvvisare da un giorno all'altro giudici della separazione. C'e' un archivio di emozioni che non puo' essere trascurato e ci vogliono competenze ed esperienze. Pertanto - conclude - non vanno bene ne' i notai e nemmeno gli avvocati che si occupano di altre materie.
Altrimenti si va incontro ad equivoci, prendono spazio la voglia di litigare e le incomprensioni tra marito e moglie', con le conseguenze che cio' comporta, perche' mettere fine a un matrimonio non e' come sottoscrivere 'un rogito'. (ANSA).

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I comunicati sopra riportati traggono spunto da questa notizia apparsa sabato 3 luglio sul sito del Corriere della Sera:

Famiglia - L’annuncio del Guardasigilli al consiglio nazionale dei professionisti.
«Gli sposi dal notaio per separarsi»
Semplificazione per chi non ha figli. Alfano studia una proposta di legge
Famiglia - L’annuncio del Guardasigilli al consiglio nazionale dei professionisti.

«Gli sposi dal notaio per separarsi»
Semplificazione per chi non ha figli. Alfano studia una proposta di legge

ROMA — La separazione dal notaio anziché in tribunale, ma solo se non ci sono «minori da tutelare». È una delle ipotesi per snellire la giustizia civile alla quali lavoreranno nelle prossime settimane il ministro per la Giustizia, Angelino Alfano, e il Consiglio nazionale del notariato (cioè l’organo di autogoverno della categoria). Ieri il Guardasigilli è stato l’ospite d’onore della prima riunione del nuovo Consiglio dei notai: ha simbolicamente presieduto i lavori. E ha lanciato la proposta: istituire un tavolo di «consultazione permanente con il notariato per individuare soluzioni per il funzionamento della giustizia civile».

Tradotto: individuare nuove competenze da assegnare ai notai per alleggerire il lavoro dei magistrati civili. Fra queste, appunto, ci potrebbe essere in tempi ragionevolmente brevi «la composizione patrimoniale nel caso delle separazioni senza figli», cioè l’attribuzione dei beni fra marito e moglie. E, con un intervento legislativo più complesso, ma «se c’è la volontà nel giro di qualche mese », anche l’intera separazione dal notaio. Il percorso è stato illustrato da Giancarlo Laurini, presidente del Consiglio dei notai. «I dati dimostrano che laddove come categoria siamo stati chiamati a coadiuvare i giudici, le cose hanno funzionato bene: mi riferisco per esempio al controllo degli atti societari, che ci è stato affidato nel 2000. E il contenzioso su queste materie non esiste. Diciamo che abbiamo una funzione preventiva. Il giudice risolve i conflitti decidendo, la nostra azione permette di prevenirli».

E dagli atti societari ai matrimoni in crisi, il passo potrebbe essere molto breve. «Noi siamo professionisti particolari, abbiamo un ruolo super partes, di controllo. Non rappresentiamo interessi di parte. Per questo sarebbe molto semplice affidarci il ruolo della composizione nelle separazioni», aggiunge il notaio Laurini. Del resto, i tempi di attesa nei tribunali sono spesso molto lunghi: 3 o 4 mesi solo per avere la prima udienza. E se—anche nel caso di separazioni consensuali— ci sono beni da spartire, i tempi possono allungarsi fra perizie e verifiche. Dal notaio i tempi potrebbero subire un sensibile accorciamento. E i costi? «In realtà non si tratterebbe di attività lucrose per noi. Mettiamo a disposizione le competenze e la professionalità per permettere ai tribunali civili di occuparsi di altre questioni», dice ancora il leader dei notai, spiegando di aver già parlato della questione con il ministro.

E da via Arenula, sede del dicastero della Giustizia, i tecnici confermano che «allo studio ci sono varie ipotesi per snellire le procedure civili, anche per le separazioni». L’ipotesi di affidare al giudice di pace le competenze per i conflitti fra marito e moglie è stata scartata perché—fra i motivi— rischierebbe di allungare i tempi, anziché accorciarli. «I notai, almeno per le questioni patrimoniali, hanno però le competenze adatte», aggiungono dal ministero. «All’estero ci sono Paesi nei quali l’intera separazione e anche il divorzio sono affidati ai notai », sottolinea Giancarlo Laurini, ricordando che «anche al seguito di Cristoforo Colombo c’era un notaio mandato dalla regina di Spagna per certificare la presa di possesso delle nuove terre». Figuriamoci se può essere un problema certificare la fine di un amore.

Paolo Foschi
03 luglio 2010

Nagano
06-09-10, 15:47
Divorzio Breve: la trasmissione radiofonica di martedì 13 luglio
Mer, 14/07/2010 - 11:55 da alessandro

Divorzio Breve: la trasmissione radiofonica di martdì 13 luglio sui papà separati e sulla proposta di devolvere le competenze in materia di separazione ai notai

Nel corso della puntata di martedì 13 luglio si è discusso di affido condiviso e della proposta del Ministro della Giustizia Alfano di devolvere le competenze in materia di separazione ai notai.

La potete riascoltare al seguente link: Divorziobreve.it - Trasmissione della Lega Italiana per il divorzio breve | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/307659)

In studio l'avv. Alessandro Gerardi

Nagano
06-09-10, 15:47
Divorzio Breve: la trasmissione radiofonica di martedì 27 luglio
Sab, 31/07/2010 - 20:35 da alessandro

Nel corso della puntata è stato affrontato il tema della crisi dell'istituto matrimoniale così come emerso dai recenti dati ISTAT con i quali è stato registrato un netto aumento delle separazioni e dei divorzi.

In studio l'avv. Alessandro Gerardi

In collegamento telefonico la dott.ssa Camilla Scalco

E' possibile riascoltare la puntata al seguente link: Divorziobreve.it - Trasmissione della Lega Italiana per il divorzio breve | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/308731)

Nagano
06-09-10, 15:48
Divorzio Breve: la trasmissione radiofonica di martedì 10 agosto
Mer, 11/08/2010 - 13:39 da alessandro

Nel corso della puntata, l'ultima prima della pausa estiva, si è discusso del disegno di legge avente ad oggetto la riforma globale del diritto di famiglia che sarà depositato a settembre alla Camera e al Senato dai deputati e senatori radicali. Dopodiché si è lasciato spazio al filodiretto con gli ascoltatori.

In studio l'avv. Alessandro Gerardi.

E' possibile riascoltare la puntata al seguente link: Divorziobreve.it - Trasmissione della Lega Italiana per il divorzio breve | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/309309)

Nagano
06-09-10, 15:48
DIVORZIO, ADDIO TRIBUNALE: DAL NOTAIO SE SENZA FIGLI
Mar, 06/07/2010 - 15:48 da alessandro

DIVORZIO, ADDIO TRIBUNALE: DAL NOTAIO SE SENZA FIGLI

*-*Leggo (http://www.leggo.it/articolo.php?id=71207&sez=ITALIA)

Separarsi dal notaio anziché in tribunale, ma solo se non ci sono figli minorenni da tutelare. Si tratta di una ipotesi per snellire la giustizia civile su cui sta lavorando il Consiglio nazionale del notariato in concerto con il ministro della Giustizia. Alfano ha lanciato ieri la proposta per individuare nuove competenze da assegnare ai notai, per potere così alleggerire il lavoro dei tribunali civili. Tra le proposte possibili ci sarebbe, stando a quanto scrive il Corriere della sera, la "composizione patrimoniale nel caso delle separazioni senza figli", e, con una legge apposita, anche l'intera separazione dal notaio. "I dati dimostrano che laddove come categoria siamo stati chiamati a coadiuvare i giudici, le cose hanno funzionato bene", ha detto Giancarlo Laurini, presidente del Consiglio dei notai. "Noi non rappresentiamo interessi di parte - ha aggiunto al Corriere - sarebbe semplice affidarci il ruolo della composizione nelle separazioni". Dal Ministero arrivano conferme: i tecnici hanno detto che allo studio "ci sono varie ipotesi" per snellire le procedure civili. "I notai hanno le competenze adatte", hanno fatto sapere da via Arenula.

BERNARDINI DE PACE: "NON E' UN ROGITO" «La separazione non è un rogito e in questa materia l'esperienza giuridica, umana e psicologica contano più di ogni altra cosa». Non piace ad Annamaria Bernardini De Pace, noto avvocato matrimonialista, l'ipotesi di mettere fine alle nozze, quando non ci siano figli da tutelare, non più davanti a un giudice ma a un notaio. Alla proposta lanciata dal ministro Angelino Alfano insieme al Consiglio nazionale del notariato per cercare di accorciare i tempi della giustizia civile, Annamaria Bernardini De Pace è «fermamente contraria» perchè sarebbe come «farsi operare al cuore da un medico che non è un cardiochirurgo esperto». Senza togliere nulla alla loro professionalità «ritengo che i notai non abbiano l'esperienza per gestire il momento preparatorio» perchè « fare una separazione non vuol dire solo ratificare, ma è necessario portare i due coniugi a superare i conflitti e, se c'è, a dividere il patrimonio nei termini di giustizia». Che poi il notaio «ratifichi» la spartizione di un patrimonio o il trasferimento di immobili «va bene, ma accade già adesso», poichè ha competenze che la magistratura tempo fa gli ha trasferito. «Quindi - prosegue l'avvocato - non perderebbero i loro clienti» Quanto all'esigenza di accorciare i tempi il legale rilancia: «E se si facesse fare tutto a noi avvocati per poi depositare nella cancelleria del tribunale?». Inoltre precisa che gli avvocati in Italia «sono 250 mila mentre i notai molto meno» e, dunque, per la coppia ci sarebbe meno da attendere «meno file». Quel che Annamaria Bernardini vuole sottolineare è il ruolo centrale degli avvocati, in particolare quelli specializzati in questa materia, in quanto «hanno un'esperienza sul campo molto maggiore. La separazione - ribadisce - non è un fatto banale, ma è un momento rivoluzionario della vita di chiunque sotto il profilo sia affettivo sia patrimoniale». In più, aggiunge, «si corre il rischio che il più 'potentè e il più ricco tra i due coniugi obblighi l'altro ad andare da un notaio per chiudere, magari anche con un ricatto». Insomma per l'avvocatessa «non ci si può improvvisare da un giorno all'altro giudici della separazione. C'è un archivio di emozioni che non può essere trascurato e ci vogliono competenze ed esperienze. Pertanto - conclude - non vanno bene nè i notai e nemmeno gli avvocati che si occupano di altre materie. Altrimenti si va incontro ad equivoci, prendono spazio la voglia di litigare e le incomprensioni tra marito e moglie», con le conseguenze che ciò comporta, perchè mettere fine a un matrimonio non è come sottoscrivere «un rogito».