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QUINTO
09-11-10, 20:01
Svezia: nelle scuole tornerà preminente l’insegnamento del cristianesimo

FONTE: RADIO VATICANA: <b>Svezia: nelle scuole tornerà preminente l&rsquo;insegnamento del cristianesimo</b> (http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=429402)

Ecco i primi segni del crollo della tirannia ateista in Europa...:)

Popolare
09-11-10, 22:17
bene :)

Giò
09-11-10, 22:26
Bisogna ringraziare il "vento di estrema destra" che ha scosso la Svezia dal torpore del laicismo e dai sogni di frutta candita sulla società multiculturale, multietnica e multireligiosa. Non lo si deve di certo ai socialdemcoratici svedesi, che assomigliano tanto ai democristianoidi piddini di casa nostra.

Popolare
10-11-10, 01:09
delle volte certi "venti" portano odio, verso il diverso, l'immigrato, l'omosessuale. Almeno i democristianoidi insegnano il rispetto per la persona umana senza distinzioni di sorta.

Giò
10-11-10, 01:27
delle volte certi "venti" portano odio, verso il diverso, l'immigrato, l'omosessuale. Almeno i democristianoidi insegnano il rispetto per la persona umana senza distinzioni di sorta.

Di quanto questa cosa ce ne possa fregare, in quanto cattolici, non ci è dato saperlo a fronte dalla progressiva e crescente secolarizzazione e scristianizzazione della società non dovuta alla diffusione del razzismo o della xenofobia, quanto - al contrario - proprio alla dittatura del politicamente corretto e dell'ideologia umanitarista nelle sue ampie sfaccettature oltranziste e moderate che ci hanno imposto relativismo etico e società multiculturale, nonché sostanzialmente indifferente, per non dire ostile in taluni casi, al dato religioso e spirituale.

:Esther:
10-11-10, 09:08
delle volte certi "venti" portano odio, verso il diverso, l'immigrato, l'omosessuale. Almeno i democristianoidi insegnano il rispetto per la persona umana senza distinzioni di sorta.

Però attenzione, spesso è proprio un atteggiamento "anarchico" che porta le masse verso un motivato sentimento ostile al multuculturalismo.

Non la farei troppo semplice.

Popolare
10-11-10, 10:47
Però attenzione, spesso è proprio un atteggiamento "anarchico" che porta le masse verso un motivato sentimento ostile al multuculturalismo.

Non la farei troppo semplice.
anarchico no, lo definirei piuttosto xenofobo e omofobo

QUINTO
10-11-10, 10:47
delle volte certi "venti" portano odio, verso il diverso, l'immigrato, l'omosessuale. Almeno i democristianoidi insegnano il rispetto per la persona umana senza distinzioni di sorta.
mmm..."senza distinzioni di sorta" è una espressione che va trattata con le molle...io non la userei messa cosi, è molto fuorviante.
precisiamo che il cattolicesimo distingue i comportamenti; altrimenti sembra che per il cattolicesimo va tutto bene qualsiasi cosa fa l'individuo e la società. La Chiesa indica cosa è morale e cosa non lo è, non è una associazione che si occupa solo di fare carità spicciola.
nel "diverso" ma forse sarebbe più esatto chiamarlo "l'immorale" rientrano tante figure: può rientrarci l'omosessuale praticante, verso il quale va una certa tolleranza e un certo sdegno; può rientrarci il pedofilo verso il quale non va alcuna tolleranza e un altro tipo di sdegno; può rientrarci lo zooerasta o il sadomasochista, il poligamo o il capitalista spietato, eccetera e ognuno merita una tolleranza e uno sdegno diversi. Insomma essere cattolico vuol dire eccome fare delle distinzioni, questo va precisato non per pedanteria ma perché attualmente viviamo immersi in una folle ideologia egalitarista che ci ha portato al relativismo: quando un cattolico ricorda la verità viene tacciato di razzismo verso le persone che attuano determinati comportamenti.
per esempio ormai in tv, in quasi tutti i telefilm e film americani, quando c'è una persona che mostra sdegno verso la pratica omosessuale viene subito tacciata di omofobia, razzismo e trattata con disprezzo...proprio perché si pensa che "non bisogna fare distinzioni di sorta".

Popolare
10-11-10, 10:50
se una coppia di omosessuali tromba è affar loro e lo possono fare dove e quando vogliono. A me interessa che nel pubblico siano rispettate al pari di qualsiasi altra persona.

QUINTO
10-11-10, 11:00
se una coppia di omosessuali tromba è affar loro e lo possono fare dove e quando vogliono. A me interessa che nel pubblico siano rispettate al pari di qualsiasi altra persona.
si però il tuo modo di esprimerti è anche qui troppo vago...troppo fuorviante. E non ci possiamo più permettere di non parlare chiaro.
ad esempio: "al pari" potrebbe essere inteso che gli devono essere dati tutti i diritti che hanno gli etero: matrimonio, adozioni, per esempio. Oppure che non si può dire che la pratica omosessuale è una grave depravazione. Infatti oggi quelli che lottano per dare agli omosessuali quei diritti lo fanno dicendo "devono essere trattati come pari". Nei media ormai sono stati cacciati tutti quelli che potrebbero dire qualcosa contro la pratica omosessuale.
Diciamo piuttosto che va garantita loro una certa libertà, che consiste per esempio nel copulare fra di loro; e un certo rispetto, che consiste nel riconoscere i diritti minimi della persona: ovvero nessuno ha il diritto di trattarli con violenza verbale o fisica. Cosi mi sembra più chiara la questione.

:Esther:
10-11-10, 11:00
anarchico no, lo definirei piuttosto xenofobo e omofobo

Credo che non ci siamo capiti. Ho usato il termine anarchico per definire un certo tipo di politica sull'immigrazione di cui tu hai parlato, mettendolao in contrapposizione ai "venti di estrema destra" di cui parlava Gio.

Quello che voglio dire è questo: se a xenofobia (quella irrazionale) contrapponiamo anarchia nella gestione dell'immigrazione, l'effetto - come vediamo! - sarà quello di alimentare un sentimento di ostilità verso il multiculturalismo (che spesso viene confuso con la xenofobia). Il motivo per cui avviene questo processo è molto semplice, lo si conosce e non c'è bisogno che io lo spieghi dettagliatamente. Basti solo dire che l'immigrazione senza regole ben precise è una follia. Le follie creano malcontento e situazioni spiacevoli. E' per questo che il Santo Padre di recente ha detto che lo "Stato può difendere le frontiere" (fonte (http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo494281.shtml)).

Tra la xenofobia e l'anarchia c'è un abisso, dentro al quale ci sono posizioni (definite comunque xenofobe, o per dabbenaggine o per malafede) che sono semplicemente di buon senso. Sono queste posizioni che il cittadino comune tende a scegliere. Gli atteggiamenti xenofobi, come dicevo, sono solo il risultato di una paura, non tanto dell'immigrato ma di chi vorrebbe gestire l'immigrazione in maniera scellerata, in nome di valori che però debbono rendere conto a molti altri fattori di non minore importanza (che rispecchiano altrettanti giusti valori). E' una miscela che va saputata tarare. Un eccesso di ingrediente può renderla velenosa, mentre un eccesso di un altro ingrediente può renderla esplosiva.

Popolare
10-11-10, 11:04
Io ho parlato chiaro: le persone vanno rispettate senza distinzioni (art 3 della costituzione). Vuoi che aggiunga qualcosa sui matrimoni gay? Bene io dico no, perchè il matrimonio è tra uomo e donna, ma è gia un altro discorso. Vogliono adottare un bambino? No, perchè il bambino deve avere il sacrosanto diritto di crescere con un padre e una madre. Così ti piace di più? Io la penso così. Però voglio ribadire il rispetto verso queste persone è dovuto a prescindere dall'essere consenzienti o meno con questi "diritti".

:Esther:
10-11-10, 11:43
Io ho parlato chiaro: le persone vanno rispettate senza distinzioni (art 3 della costituzione). Vuoi che aggiunga qualcosa sui matrimoni gay? Bene io dico no, perchè il matrimonio è tra uomo e donna, ma è gia un altro discorso. Vogliono adottare un bambino? No, perchè il bambino deve avere il sacrosanto diritto di crescere con un padre e una madre. Così ti piace di più? Io la penso così. Però voglio ribadire il rispetto verso queste persone è dovuto a prescindere dall'essere consenzienti o meno con questi "diritti".

Daccordissimo.

Vorrei aggiungere che queste persone debbono rispettare a loro volta chi non la pensa come loro.

José Antonio
10-11-10, 22:01
Di quanto questa cosa ce ne possa fregare, in quanto cattolici, non ci è dato saperlo a fronte dalla progressiva e crescente secolarizzazione e scristianizzazione della società non dovuta alla diffusione del razzismo o della xenofobia, quanto - al contrario - proprio alla dittatura del politicamente corretto e dell'ideologia umanitarista nelle sue ampie sfaccettature oltranziste e moderate che ci hanno imposto relativismo etico e società multiculturale, nonché sostanzialmente indifferente, per non dire ostile in taluni casi, al dato religioso e spirituale.

Questo è parlare!

Giò
11-11-10, 01:10
E' eloquente notare come, anziché rifarsi ai Santi Vangeli o ai brani dell'Antico Testamento, si sia costretti a citare articoli dell'attuale Costituzione repubblicana per giustificare la propria visione della dignità umana.
Una Costituzione che, fra le altre cose, non è pienamente cattolica e quindi - figuriamoci - nemmeno pienamente cristiana.
In quest'occasione bisogna rammentare la lezione dell'allora Sommo Pontefice Pio X - grande Santo della Chiesa Cattolica la cui canonizzazione è indiscutibile - al movimento politico "democratico-cristiano" francese Sillon:

La dignità umana può essere concepita solo come una libertà nel quadro di una morale

[...] il Sillon pone, alla base di tutte le falsificazioni delle nozioni sociali fondamentali, un’idea falsa della dignità umana. A suo avviso, l’uomo sarà veramente uomo, degno di questo nome, soltanto a partire dal giorno in cui avrà acquisito una coscienza illuminata, forte, indipendente, autonoma, che può fare a meno di un padrone, che ubbidisce solo a sé stessa ed è capace di assumere e di portare senza cedere le più gravi responsabilità. Ecco i paroloni con cui si esalta il sentimento dell’orgoglio umano; come un sogno che trascina l’uomo, senza luce, senza guida e senza soccorso, sulla via dell’illusione, dove, aspettando il gran giorno della piena coscienza, sarà divorato dall’errore e dalle passioni. E questo gran giorno, quando verrà? A meno di cambiare la natura umana (il che non rientra nel potere del Sillon), verrà mai? E i Santi, che hanno portato la dignità umana al suo apogeo, avevano tale dignità? E gli umili della terra, che non possono salire tanto in alto e si accontentano di tracciare modestamente il loro solco nel ruolo che la Provvidenza ha loro assegnato, compiendo con energia i loro doveri nell’umiltà, nell’ubbidienza e nella pazienza cristiana, non sarebbero degni del nome di uomini, proprio loro che il Signore sottrarrà un giorno alla loro condizione oscura, per insediarli nel cielo fra i principi del suo popolo?

Questo passaggio è molto attuale, soprattutto perchè oggi si parla tanto di "dignità umana" - anche fra i cristiani - ma il più delle volte senza sapere minimamente cosa essa voglia significar, veramente.

Spesso questo gran parlare di dignità umana è strettamente, intimamente, connesso a quella che San Pio X chiamava "la falsa connessione fra cattolicesimo e democrazia".
Si crede, sbagliando, che la democrazia sia la forma di governo non solo migliore, ma addirittura l'unica realmente e veramente compatibile con la religione cristiana cattolica.
Anche il Sillon, all'epoca di Pio X, aveva sposato questa convinzione, oggi - purtroppo - assai diffusa fra certi cattolici.

Ma allora, che cosa dobbiamo pensare della sua azione nella Chiesa, di esso, il cui cattolicesimo è tanto puntiglioso che, quasi quasi, a meno di abbracciare la sua causa, si sarebbe ai suoi occhi un nemico interno del cattolicesimo e non si capirebbe niente del Vangelo e di Gesù Cristo? Crediamo opportuno insistere su questo problema, perché proprio il suo ardore cattolico ha ottenuto al Sillon, fino a questi ultimi tempi, incoraggiamenti preziosi e illustri sostegni. Ebbene, di fronte alle parole e ai fatti, siamo costretti a dire che il Sillon, tanto nella sua azione quanto nella sua dottrina, non soddisfa la Chiesa.

In primo luogo, il suo cattolicesimo si accorda soltanto con la forma del governo democratico, che giudica essere la più favorevole alla Chiesa, e, per così dire, confondersi con essa; perciò assoggetta la sua religione a un partito politico. Non siamo tenuti a dimostrare che l’avvento della democrazia universale non riguarda l’azione della Chiesa nel mondo; abbiamo già ricordato che la Chiesa ha sempre lasciato alle nazioni il compito di darsi il governo che ritengono più vantaggioso per i loro interessi. Ciò che vogliamo affermare ancora una volta dopo il nostro predecessore, è che vi è errore e pericolo nell’asservire per principio il cattolicesimo a una forma di governo; errore e pericolo che sono molto più grandi quando si fa la sintesi della religione con un genere di democrazia le cui dottrine sono erronee. E’ proprio il caso del Sillon; che, di fatto, e per una forma politica speciale, compromettendo la Chiesa, divide i cattolici, strappa la gioventù e anche sacerdoti e seminaristi all’azione semplicemente cattolica, e disperde, in pura perdita, le forze vive di una parte della nazione.


In Notre Charge Apostolique San Pio X ci mette in guarda pure dal cosmopolitismo, che in realtà l'idea di una società multirazziale, multietnica, multiculturale e multireligiosa sembra presupporre:

Cosmopolitismo neutrale sul piano culturale e politico

Osservate poi, Venerabili Fratelli, una stupefacente contraddizione. Proprio perché la religione deve dominare su tutti i partiti, invocando questo principio il Sillon si esime dal difendere la Chiesa attaccata. Certamente la Chiesa non è scesa nell’arena politica; la vi si è trascinata per mutilarla e per spogliarla. Il dovere di ogni cattolico non è dunque di usare le armi politiche che ha in mano per difenderla, e anche per forzare la politica e restare nel suo ambito e a occuparsi della Chiesa soltanto per renderle quanto le è dovuto? Ebbene, si ha spesso il dolore di vedere, di fronte alla Chiesa in tal modo violenta, i membri del Sillon incrociare le braccia, a meno che non trovino il loro interesse nel difenderla; li si vede enunciare o sostenere un programma che in nessun punto, né ad alcun grado, rivela il cattolico. Il che non impedisce che gli stessi uomini, in piena lotta politica, sotto il colpo di una provocazione, dichiarino pubblicamente la loro fede. Quindi non resta altro da dire che vi sono due uomini in ogni membro del Sillon: l’individuo, che è cattolico; il membro del Sillon, l’uomo di azione, che è neutrale.

Vi fu un tempo in cui il Sillon, in quanto tale, era formalmente cattolico. Relativamente alla forza morale, ne conosceva soltanto una, la forza cattolica, e andava proclamando che la democrazia sarebbe stata cattolica oppure non sarebbe stata. Venne un momento in cui cambiò parere. Lasciò a ciascuno la sua religione o la sua filosofia. Smise pure di qualificarsi cattolico e, alla formula: "la democrazia sarà cattolica", sostituì quell’altra: "la democrazia non sarà anticattolica", non più d’altronde che antiebraica o antibuddista. Fu l’epoca del più grande Sillon. Si chiamarono alla costruzione della città futura tutti gli operai di tutte le religioni e di tutte le sette. Si chiese loro unicamente di abbracciare lo stesso ideale sociale, di rispettare tutte le credenze e di portare un certo sostegno di forze morali. Certo, si proclamava, "i capi del Sillon mettono la loro fede religiosa al di sopra di tutto. Ma possono togliere agli altri il diritto di attingere la loro energia morale là dove possono? Al contrario, essi vogliono che gli altri rispettino il loro diritto di attingerla nella fede cattolica. Essi chiedono dunque a tutti quanti vogliono trasformare la società attuale nel senso della democrazia i non respingersi reciprocamente a causa delle convinzioni filosofiche o religiose che possono separarli, ma di camminare mano nella mano, non rinunciando alle loro convinzioni, ma cercando di fare sul terreno delle realtà pratiche la prova dell’eccellenza delle loro convinzioni personali. Forse su questo terreno dell’emulazione fra anime legate a differenti convinzioni religiose o filosofiche potrà realizzarsi l’unione". E nello stesso tempo si dichiarò (come lo si poteva realizzare?) che il piccolo Sillon cattolico sarebbe stato l’anima gemella del grande Sillon cosmopolita.

Di recente è scomparso il nome più grande Sillon, ed è comparsa una nuova organizzazione, senza modificare, anzi tutt’altro, lo spirito e la sostanza delle cose "per mettere ordine nel lavoro e per organizzare le diverse forze operative. Il Sillon resta sempre un’anima, uno spirito, che si mescolerà ai gruppi e ispirerà la loro attività". E tutti i raggruppamenti nuovi, divenuti apparentemente autonomi: cattolici, protestanti, liberi pensatori, sono pregati di mettersi all’opera. "I compagni cattolici lavoreranno fra loro in un’organizzazione speciale per istruirsi ed educarsi. I democratici protestanti e liberi pensatori faranno altrettanto da parte loro. Tutti, cattolici, protestanti e liberi pensatori avranno a cuore di armare la gioventù non per una lotta fratricida, ma per una generosa emulazione sul terreno delle virtù sociali e civiche".

Queste dichiarazioni e questa nuova organizzazione dell’azione del Sillon richiedono riflessioni assai gravi.

Ecco, fondata da cattolici, un’associazione interconfessionale, per lavorare alla riforma della civiltà, opera in primo luogo religiosa: infatti non esiste vera civiltà senza civiltà morale, e nessuna civiltà morale senza la vera religione: è una verità dimostrata, si tratta di un fatto storico.

E i nuovi membri del Sillon non potranno addurre a pretesto che lavoreranno soltanto "sul terreno delle realtà pratiche" dove non ha importanza la diversità delle credenze. Il loro capo sente tanto bene l’influenza delle convinzioni dello spirito sul risultato dell’azione, che li invita, a qualsiasi religione essi appartengano, a "dare, sul terreno delle realtà pratiche, la prova dell’eccellenza delle loro convinzioni personali". E a ragione, perché le realizzazioni pratiche rivestono il carattere delle convinzioni religiose, come le membra di un corpo, fino alle ultime estremità, ricevono la forma dal principio vitale che lo anima.

Consiglierei a certi cattolici - che pure scrivono qua - a badare meno al "pericolo razzista", alla "xenofobia", al rischio "omofobia", al "fascismo di ritorno" o al "nazismo strisciante" e un po' di più a Gesù Cristo e alla salvezza delle anime, che non guasta mai.

Popolare
11-11-10, 01:21
E' eloquente notare come, anziché rifarsi ai Santi Vangeli o ai brani dell'Antico Testamento, si sia costretti a citare articoli dell'attuale Costituzione repubblicana per giustificare la propria visione della dignità umana.
Consiglierei a certi cattolici - che pure scrivono qua - a badare meno al "pericolo razzista", alla "xenofobia", al rischio "omofobia", al "fascismo di ritorno" o al "nazismo strisciante" e un po' di più a Gesù Cristo e alla salvezza delle anime, che non guasta mai.
certo che è giusto rifarsi alla costituzione. è un nostro dovere civico.
Riguardo ai certi cattolici, è bene che riflettano su certi termini perchè anche Gesù Cristo condannava gli operatori di iniquità.Infine vorrei ricordare che parliamo di politica e non di fede in senso stretto.

Giò
11-11-10, 01:36
certo che è giusto rifarsi alla costituzione. è un nostro dovere civico.
Si deve obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.
Anche in questo caso, si dimostra come la lezione di Pio X non sia stata affatto ben compresa da certuni.
Oppure tu vorresti dirci che durante il Terzo Reich avresti sostenuto le autorità costituite e il Fuehrer nazionalsocialista perché si trattava di un dovere civico?


Riguardo ai certi cattolici, è bene che riflettano su certi termini perchè anche Gesù Cristo condannava gli operatori di iniquità.Infine vorrei ricordare che parliamo di politica e non di fede in senso stretto.

Come insegnava San Pio X, riprendendo gli insegnamenti dei suoi predecessori derivanti dal depositum fidei, alla morale dev'essere subordinata la politica e alla politica l'economia. Ma la morale non può altro che dipendere dalla vera religione, ossia quella cattolica.

Popolare
11-11-10, 01:51
Se si parla in termini di fede prendo la Bibbia come punto di riferimento, se parliamo in termini politici abbiamo la Costituzione, senza tralasciare la Bibbia.
I cattolici in politica devono agire secondo coscienza con il conforto della fede, elemento che se fosse preso veramente in considerazione e non per scopi propagandistici, eviterebbe certi odi diffusi verso il "diverso". Lo stesso vale nell'economico e nel sociale.

Giò
11-11-10, 02:33
Se si parla in termini di fede prendo la Bibbia come punto di riferimento, se parliamo in termini politici abbiamo la Costituzione, senza tralasciare la Bibbia.
I cattolici in politica devono agire secondo coscienza con il conforto della fede, elemento che se fosse preso veramente in considerazione e non per scopi propagandistici, eviterebbe certi odi diffusi verso il "diverso". Lo stesso vale nell'economico e nel sociale.

Ciò non confuta l'obiezione prima fatta, secondo cui non sarebbe un supposto odio verso il diverso la causa della scristianizzazione della società, ma ben altro.