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MaRcO88
02-06-09, 12:40
Programma unitario per le elezioni europee




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La crisi del capitalismo non la paghino le lavoratrici e i lavoratoriLa crisi che stiamo vivendo è un prodotto dell’attuale capitalismo globalizzato e delle politiche neoliberiste, alle quali un contributo è stato dato anche da questa Unione Europea. Noi ci battiamo per un’altra Europa:

Per la sostituzione del Patto di stabilità - che ha penalizzato il lavoro - con un patto per la piena occupazione e la riconversione sociale ed ambientale dell’economia.
Per la socializzazione del sistema bancario e finanziario, con il controllo pubblico del credito.
Per un controllo democratico della Banca Centrale Europea e un radicale mutamento della sua missione, che deve essere tesa a promuovere uno sviluppo socialmente equo e ambientalmente sostenibile.
Per l’armonizzazione del sistema fiscale europeo, fondato sul principio della progressività delle imposte (chi ha di più, contribuisca di più).
Per la ripubblicizzazione di quanto privatizzato, a partire da beni comuni e servizi pubblici essenziali, come l’educazione, la salute, l’acqua, l’energia, i trasporti.
Per l’introduzione della Tobin Tax per tassare i capitali speculativi e per l’abolizione dei paradisi fiscali (dove confluiscono i soldi degli evasori e del malaffare).
Per un’Europa del lavoro, della piena e buona occupazione
Non sono le lavoratrici e i lavoratori a dover pagare la crisi, mentre banchieri e speculatori vengono salvati. La politica dei bassi salari e del lavoro precario è il cuore del problema. Noi ci battiamo per:

Un piano per la piena occupazione, con la creazione di un fondo finanziato con la tassazione della speculazione finanziaria e della rendita.
Il blocco dei licenziamenti e delle delocalizzazioni. Le imprese che usufruiscono di contributi pubblici non possono licenziare o usare questi fondi per spostare le produzioni.
La redistribuzione della ricchezza con l’aumento di salari e pensioni, contro la precarietà ed il dumping sociale, per l’abolizione della direttiva Bolkestein, contro l’estensione dell’orario di lavoro e l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne.
Un contratto e un salario minimo europeo, un reddito sociale ai disoccupati, un’adeguata pensione per tutte e tutti.
Per la Pace e il disarmo, un’altra Europa per un altro mondo

Sosteniamo un processo globale di disarmo, che attraverso la riduzione delle spese militari, liberi risorse a favore delle politiche sociali:

Per il ritiro dei contingenti europei in Iraq ed Afghanistan.
Contro la creazione di nuove basi Nato o Usa, a partire da quella di Vicenza, e contro l’installazione dello scudo missilistico.
Per un nuovo equilibrio globale multipolare, per lo scioglimento della Nato e la soluzione politica e civile dei conflitti.
Per il pieno riconoscimento del diritto del popolo palestinese ad avere il suo stato. Per il diritto della popolazione Saharawi all’auto-determinazione. Per la soluzione politica della questione kurda.
Contro le politiche neoliberiste del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e per l’abolizione del debito dei Paesi del Sud del mondo.
Per cambiare gli accordi commerciali tra il “mondo ricco” e il “mondo povero”, attualmente ispirati a iniqui criteri di scambio ineguale. Per la fine del blocco economico a Cuba.
Per un’Europa dell’ambiente, della sovranità alimentare e delle generazioni future

Questioni climatiche e sociali sono correlate. La risposta alla crisi sta anche in un nuovo intervento pubblico in economia per la riconversione ecologica del sistema produttivo, per rispondere al cambiamento climatico e modificare il nostro modello produttivo e consumistico.

Chiediamo una piena applicazione degli obblighi firmati dall’Unione Europea in tutti i settori relativi alle politiche climatiche ed energetiche.
Per ridurre le emissioni globali, per aumentare l’utilizzo di energie rinnovabili e l’efficienza energetica. Siamo contro l’uso del nucleare, sia civile che militare (pericoloso e costoso).
L’acqua è un diritto fondamentale dell’umanità, un bene universale che deve rimanere pubblico. Siamo contro ogni privatizzazione o mercificazione dell’acqua.
La sovranità e la sicurezza alimentare, la multifunzionalità dell’agricoltura sono obiettivi strategici di un nuovo modello agricolo europeo finalizzato alla tutela dei consumatori, alla valorizzazione dell’agricoltura biologica e dei prodotti tipici, al rifiuto degli OGM, alla salvaguardia della biodiversità, del territorio e del paesaggio.
Per un’Europa dei Diritti, delle libertà e della laicitàUno dei grandi limiti della costruzione europea è stato il suo carattere a-democratico. Noi siamo:

Per una Europa nella quale tutte le sue istituzioni siano democraticamente legittimate.
Per la partecipazione diretta nei processi decisionali, con referendum sulle questioni relative alle scelte fondamentali della stessa Unione Europea.
Per un’Europa democratica e aperta, che affermi la laicità come valore irrinunciabile delle sue istituzioni pubbliche.
Per un’Europa che protegga i diritti di coloro che sono discriminati a causa della loro origine etnica, orientamento sessuale e identità di genere, religione, ideologia, disabilità.
Contro un’Europa fortezza, la direttiva del ritorno, e per la chiusura dei centri di detenzione degli immigrati.
Per la difesa del carattere pubblico e laico della scuola e dell’università, così come di quello di una ricerca culturale e scientifica che sia svincolata dalle logiche mercantili.
Per il diritto alla casa e all’abitare, ad una sanità pubblica e di qualità.
Tutte le istituzioni pubbliche devono garantire la libertà delle donne e impegnarsi contro tutte le forme di patriarcato. Ogni donna deve poter decidere liberamente del proprio corpo, poter esercitare il diritto all'aborto, alla contraccezione, a una maternità consapevole e all’accesso alle tecniche di riproduzione artificiale.
Siamo convinti che la questione morale abbia un valore universale, in Italia come in Europa
Tutte le nostre elette e i nostri eletti aderiranno al GUE-NGL, il Gruppo parlamentare della Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica che unisce partiti comunisti, anticapitalisti, socialisti di sinistra ed ecologisti e al cui interno si colloca il Partito della Sinistra Europea.

Le forze che danno vita alla lista si impegnano a continuare il coordinamento della loro iniziativa politica anche dopo le elezioni europee.

Il voto a questa lista è un voto contro la destra italiana e alternativo al PD.

Il voto a questa lista è un voto per un’altra Europa: dell’uguaglianza e del lavoro, della pace, della giustizia sociale e ambientale, dei diritti e delle libertà.

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Rifondazione Comunisti Italiani - Su La Testa - Elezioni europee 2009 (http://www.unaltraeuropa.eu/programma_unitario_per_le_elezioni_europee.php)

MaRcO88
02-06-09, 12:41
APPELLO AL VOTO mercoledì 27 maggio 2009

Nulla è sicuro, ma scrivi (F. Fortini)
Viviamo il tempo buio di una crisi inedita e strutturale del capitalismo, una crisi economica, sociale, ambientale e alimentare determinata da decenni di politiche neoliberiste: si apre la strada ad una vera e propria crisi di civiltà il cui emblema è la guerra tra i poveri.
Il rischio è l'uscita da destra dalla crisi: la progressiva frantumazione del mondo del lavoro, il passaggio dal welfare alla carità, lo svuotamento della democrazia, resa sempre più impermeabile ai conflitti e ai soggetti sociali, e la ripresa di ideologie nazionaliste, razziste, fondamentaliste, sessiste e omofobe. È un processo che in Italia assume il volto di un nuovo autoritarismo - quello plebiscitario e populista del berlusconismo - che potrebbe essere rafforzato da una ulteriore deriva maggioritaria e dalla cancellazione definitiva di ogni possibile rappresentanza dell'opposizione sociale.
Noi ci battiamo per una uscita da sinistra dalla crisi e per questo motivo sosteniamo la lista anticapitalista e comunista a cui hanno dato vita esponenti dei movimenti altermondialista, femminista, pacifista, ambientalista, antirazzista, LGBTQ assieme a Rifondazione comunista - Sinistra Europea, Comunisti italiani, Socialismo 2000 e Consumatori Uniti. Un progetto di critica radicale e profonda alle politiche neoliberiste che in Europa hanno accomunato popolari, liberali e socialisti, cioè tutti i partiti attualmente presenti nel parlamento italiano.
Sosteniamo la lista anticapitalista e comunista per mantenere aperta la strada dell'alternativa, in Italia e in Europa. Un voto utile per proporre un'uscita da sinistra dalla crisi, per rafforzare un'ipotesi di ricostruzione della sinistra basata sulla connessione fra diversi soggetti del conflitto e culture critiche, fra vertenze territoriali e movimenti globali, fra ambiente e lavoro, fra uguaglianza e libertà: una sinistra che non abbia rinunciato ad elaborare un pensiero forte dalla parte dei deboli, alla sfida per l'egemonia e la costruzione di un nuovo senso comune.
Pensiamo in primo luogo ad un voto d'ascolto di questa giovane generazione di invisibili, o meglio di invisibili alla politica, che sembrava condannata, dalla precarietà del lavoro, dei saperi, delle vite a non poter immaginare il futuro, a non poter lottare per il futuro, e che ha invece trasformato la propria atipicità nell'anomalia di un'onda che ha invaso, con gioia e rabbia, scuole, università, città; che ha reclamato diritto alla conoscenza, cittadinanza, reddito sociale; che ha nominato la contraddizione tra il capitale e le vite con parole - noi la crisi non la paghiamo- che hanno connesso le tante lotte e vertenze di questi mesi.
Un voto che tenga aperta la speranza, che apra la strada all'aggregazione della sinistra anticapitalista, comunista e della sinistra socialista.
Perché il futuro si può ancora scrivere.

Primi firmatari:

Pietro Ingrao,
Vincenzo Accattatis (giurista), Gianni Alasia (ex partigiano), Mario Alcaro (università della Calabria), Piergiovanni Alleva (giuslavorista), Lucio Allocca (attore-regista teatrale), Bruno Amoroso, Pierpaolo Andriani (sceneggiatore), Cesare Antetomaso (avvocato), Franco Argada, Giorgio Arlorio (sceneggiatore), Ferdinando Arzarello (università di Torino), Franco Bacchelli (università di Bologna), Paola Baiocchi (redattrice "Valori"), Bruno Bartolozzi (giornalista), Riccardo Bellofiore (economista, università di Bergamo), Gioia Benelli (regista), Mauro Berardi (produttore cinematografico), Carlo Bernardini (fisico), Nicola Bernardini (compositore), Giovanni Bisogni (avvocato), Mimmo Borrelli (autore teatrale e attore), Nori Brambilla Pesce (segreteria Anpi Milano), Emiliano Brancaccio (economista, università del Sannio), Marco Brazzoduro (università La Sapienza, Roma), Sergio Brenna (Politecnico di Milano), Ferruccio Brugnaro (poeta operaio), Mario Brunetti (meridionalista, presidente MUSA), Benedetta Buccellato (attrice - segr. Associazione Per il teatro italiano), Fortunato Calvino (autore e regista teatrale), Luigi Cancrini (psichiatra), Antonio Caprai (vulcanologo), Berardo Carboni (regista), Antonio Carena (pittore), Massimo Carlotto (scrittore), Francesco Caruso, Raniero Casini (segreteria nazionale Sdl), Andrea Cavalletti (docente precario IUAV), Carlo Cerciello (regista teatrale), Valerio Cerretano (università di Glasgow), Paolo Ciofi, Elena Coccia (avvocata - Giuristi democratici Napoli), Paolo Coletta (attore-musicista), Vera Costantini (università Cà Foscari, Venezia), Silvano Cotti (fisioterapista nazionale italiana di calcio), Gastone Cottino (giurista, professore emerito università di Torino), Lorenzo D'Andrea (pittore), Dante De Angelis (macchinista- delegato alla sicurezza, licenziato), Walter De Cesaris (segretario Unione inquilini), Elena De Filippo (cooperatrice sociale), Roberto Del Gaudio (fondatore Virtuosi di S. Martino), Ivan Della Mea (cantautore e scrittore), Josè Luiz Del Roio (Forum mondiale delle alternative), Paolo de Nardis (università La Sapienza, Roma), Marco Dentici (scenografo), Massimo De Santi (fisico), Eugenio De Signoribus (poeta), Pippo Di Marca (regista teatrale), Don Andrea Gallo, Cristina Donadio (attrice), Eugenio Donise (già segretario regionale Pci Campania), Ada Donno (giornalista, Presidente AWMR), Angelo d'Orsi (storico, università di Torino), Lalla Esposito (attrice-cantante), Raffaele Esposito (attore), Angelo Ferracuti (scrittore), Nino Ferraiuolo (ex consigliere comunale Napoli, insegnante), Gianni Ferrara (costituzionalista), Luigi Ficarra (avvocato), Roberto Finelli (università Roma Tre), Milena Fiore (Cgil Bari), Iaia Forte (attrice), Giovanni Franzoni, Andrea Frezza (regista e scrittore), Galapagos (giornalista de "il manifesto"), Clara Gallini (università La Sapienza, Roma - Pres. Ass. Ernesto De Martino), Maria Luisa Gallo, Ezio Gallori (fondatore Comu), Ferruccio Gambino (università di Padova), Mario Geymonat (università Ca' Foscari, Venezia), Mario Gelardi (regista-autore teatrale), Ruggero Giacomini (storico), Enrico Giardino (Forum Dac, Roma), Antonella Guarnieri (storica), Diana Hobel (attrice), Domenico Jervolino (università Federico II, Napoli), Giorgio Inglese (università La sapienza, Roma), Davide Iodice (regista teatrale), Selly Kane (segreteria Cgil, Ancona), Roberto Lamacchia (avvocato), Beniamino Lami (segreteria nazionale Flc-Cgil), Peppe Lanzetta (autore-regista teatrale-attore), Fabio Licari (giornalista), Guido Liguori (università della Calabria), Giovanna Lombardi (avvocata), Sergio Longobardi (attore-regista teatrale), Domenico Losurdo (università di Urbino), Fabio Massimo Lozzi (regista), Domenico Lucano (sindaco di Riace), Mario Lunetta (scrittore-poeta), Fabio Marcelli (vice segretario Ass. internazionale Giuristi democratici), Giovanni Marini (università di Perugia), Citto Maselli (regista), Massimo Massussi (archeologo), Gerardo Mastrodomenico (attore), Daniele Mattera (attore), Giuseppe Mattina (avvocato), Eugenio Melandri (Associazione Chiama l'Africa), Lodovigo Meneghetti (architetto), Maria Grazia Meriggi (università di Bergamo), Davide Messinetti (università di Firenze), Peppe Miale (attore), Giuseppe Miale Di Mauro (autore-regista teatrale-attore), Emilio Molinari (ex parlamentare europeo), Raul Mordenti (università di Tor Vergata, Roma), Corrado Morgia (Fondazione Musica per Roma), Enzo Moscato (autore-regista teatrale-attore), Giuseppe Mosconi (sociologo del diritto, università di Padova), Luigi Negretti Lanner (compositore), Ibraima Niane (Fillea Cgil), Nicola Nicolosi (responsabile segretariato per l'Europa Cgil nazionale), Gian Paolo Patta (direttivo Nazionale Cgil), Tonino Perna, Ciro Pesacane (presidente Forum ambientalista), Barbara Pettine (sindacalista e femminista), Francesco Piccioni (giornalista de "il manifesto"), Guido Piccoli (giornalista), Agostino Pirella (presidente onorario Psichiatria democratica), Clio Pizzingrilli (scrittore), Massimo Pizzingrilli (università di Osnabruck e Munster), Chiara Platania (scrittrice e femminista), Francesco Polcaro (ricercatore IASF), Giuseppe Prestipino (filosofo), Michele Prospero (università La Sapienza, Roma), Massimo Ranieri (attore-cantante), Carla Ravaioli (saggista e ambientalista), Fausto Razzi (compositore), Andrea Ricci (economista, università di Urbino), Annamaria Rivera (attivista antirazzista, antropologa, università di Bari), Basilio Rizzo (consigliere comunale di Milano), Mimmo Rizzuti, Roberto Romano (ricercatore), Salvatore Romano (avvocato), Alessandro Rossetti (sceneggiatore), Nino Russo (regista), Giancarlo Saccoman (segreteria nazionale Spi Cgil), Antonio Salvatore (violinista), Edoardo Sanguineti (poeta), Massimo Sani (regista), Manlio Santanelli (autore teatrale), Mario Santella (autore-regista teatrale-attore), Paolo Scarsi (tecnologo), Gianni Serra (regista), Luisa Severi (Rialto occupato, Roma), Vincenzo Siniscalchi (coordinamento nazionale Sdl intercategoriale), Paolo Solier (ex calciatore), Anita Sonego (Libera Università delle Donne, Milano), Vincenzo Sparagna (giornalista-disegnatore), Gabriella Stramaccioni (dirigente associazionismo), Leopoldo Tartaglia (dipartimento internazionale Cgil), Stefano Tassinari (scrittore), Mario Torelli (università di Perugia), Patrizio Trampetti (attore-cantante), Delfina Tromboni (storica), Luciana Tufani (editrice), Fulvio Vassallo Paleologo (università di Palermo), Vauro (giornalista-disegnatore), Manlio Vendittelli, Giovanna Vertova (università di Bergamo), Pasquale Vilardo (avvocato), Imma Villa (attrice), Pasquale Voza (università di Bari), Virginia Zambrano (università di Salerno), Piero Zucaro (drammaturgo), Massimo Zucchetti (scienziati contro la guerra)

Danno il loro sostegno:
Lothar Bisky (Presidente Partito della Sinistra europea), Frei Betto (scrittore, Brasile), Emir Sader (sociologo, Segretario CLACSO, Brasile), Joao Pedro Stedile (dirigente Movimento Sem Terra, Brasile), Marcos Del Roio (docente universitario, membro International Gramsci Soc., Brasile), Carlos Nelson Coutinho (docente universitario, responsabile Gramsci Society Brazil), Victoria Donda (Deputata nazionale Argentina), Cecilia Merchan (Deputata nazionale Argentina), Ana Maria Ramb (scrittrice, Argentina), Iris Sicilia (giornalista, Argentina), Carlos M. Zamorano (avvocato diritti umani, Argentina), Nora Podesta (Lega Argentina diritti umani) Carlos Fonseca Teran (Nicaragua), Liliana Garcia Soza (attrice, Chile e Uruguay), Beda Sanchez (economista, ambientalista, Venezuela), Evelia Ochoa (operatrice sociale del Movimento delle organizzazioni di base Caracas), Mario Neri (fondatore del Circolo Antonio Gramsci del Venezuela), Giordano Bruno Venier (urbanista, architetto, Venezuela).
Per sottoscrivere l’appello al voto vai su: www.unaltraeuropa.eu (http://www.unaltraeuropa.eu/)
Perché il futuro si può ancora scrivere.
ELEZIONI
EUROPEE 2009
IL VOTO UTILE
w w w . u n a l t r a e u r o p a . e u

Rifondazione.it - Rifondazione.it (http://home.rifondazione.it/xisttest/content/view/5948/430/)

MaRcO88
02-06-09, 12:42
Voto comunista nel modo più chiaro e più netto che oggi in Italia mi è dato lunedì 01 giugno 2009


Intervista a Pietro ingrao, di Dino Greco e Cosimo Rossi


«Forse sbaglio, devo capire meglio: ma il cammino della mia vita e però anche tante lotte che ho vissuto intensamente insieme con Fausto mi sembra che seguivano visioni del mondo diverse dal tanto peggio tanto meglio. E mi interrogo su quale è il mutamento in campo che chiama Fausto a questi nuovi pensieri". Un sorriso spontaneo si allarga in volto a mitigare le parole di Pietro Ingrao, di quei sorrisi paterni che esprimono un'incredulità piena di benevolenza, come sono anche il suo affetto e l'attuale dissenso nei confronti di Fausto Bertinotti e delle sue notazioni (in una intervista all' Unità del 7 maggio scorso) a proposito della necessità di far "tabula rasa" della sinistra, cosicché possa rinascere "come una fenice" dalle proprie ceneri. Una provocazione, ma tutt'altro che astratta. E men che meno improbabile.

Domando a Ingrao che pensa.
Voglio riflettere. Fausto evoca questioni di prospettiva e di teoria ardue, di grande portata. Io non ho sicurezze sui fondamenti dei temi che solleva. Avrei da porgli domande, forse anche su nodi teorici. Ma sento qualcosa che mi chiama altrove: come se non avessi tempo. Fra giorni l'Europa va al voto e tante cose intorno a noi ci dicono come la prova sia pesante.

Temi che ci sia indifferenza sul voto?
Temo che molti non abbiano chiari la portata di questo voto e lo stato delle cose in cui avviene.
C'è una crisi dell'economia mondiale che qualcuno paragona a quella fatale del 1929. E l'Italia è fra i paesi più esposti: questa Italia che a capo del governo ha oggi un conservatore, per non dire un reazionario di sette cotte. Non mi turbano le sue relazioni con la giovinetta Noemi, che mi sembrano così melanconiche, persino patetiche. Mi spaventa il deficit di iniziativa, l'arretratezza del suo sguardo di fronte all'incalzare della crisi mondiale. Questo è il Berlusconi che nuoce alla nazione, e che tuttavia porta a casa un mucchio debordante di voti. Tale è oggi la situazione drammatica del potere pubblico in Italia, da cui vengono le mie ansie.


Primo punto: temo l'assenza dal voto, l'astensione. Mai come in questa ora difficile abbiamo bisogno che votino in tanti, e che votino bene. E non solo perchè dobbiamo dare un colpo a questo governo conservatore oggi così ampiamente maggioritario nel Paese, ma perchè oggi - ora assai più di ieri - abbiamo necessità di un peso e di un volto nuovo dell'Italia in Europa.
Abbiamo bisogno di un voto italiano che incroci nel nuovo Parlamento europeo le correnti progressiste, capaci di leggere il capitalismo mondiale che ora abbiamo dinanzi, nella dubbia e oscillante fase che esso attraversa. E qui l'oggi ha bisogno di un sapere antagonista che sappia intendere i nuovi terremoti che segnano l'Occidente, l'Asia e l'Africa. Provincialismi non ci sono più permessi.
Berlusconi è un piccolo reazionario di fronte a queste enormi scadenze. Scopre adesso - meno male! - che il Parlamento italiano è pletorico. E che iniziativa ha preso - da premier! - per snellirlo e articolarlo? E sa dare una lettura moderna e attiva del sindacato e del conflitto di classe? E se non fa questo di che futuro parla?

Ma a te pare che ci sia oggi nell'opposizione antiberlusconiana una sinistra coesa e anche audace nella costruzione di una alternativa?
Io vedo un lavoro grande che ci sta dinanzi, e sento aspramente il peso della divisione con cui la sinistra di classe va al voto.
Ricordo però come eravamo divisi - e persino lontani - quando - a metà degli anni Trenta - cominciammo a costruire lo schieramento e l'unità della Resistenza. Eppure reggemmo alla prova. Inventammo - nella differenza - linguaggi e istituzioni comuni e anche cittadinanze comuni, fratellanze...
Per le nuove prove di oggi servono come il pane pari ardimento: e prima di tutto c'è bisogno di un'avanguardia che ridia fiato alla lotta di classe nel suo senso più largo, prima di tutto nei luoghi di lavoro, nella sede cruciale e diretta dello scontro di classe: e insieme nelle sedi in cui maturano l'immaginario, il simbolico, che sono diventate oggi molto più penetranti: nel simbolico e nel politico e negli intrichi quotidiani che ne sgorgano.

Il voto significa però anche marcatura delle differenze.
Sì, e tuttavia io ho ancora una forte paura dello sparpagliamento degli elettori e soprattutto temo che una frantumazione condanni la sinistra a una drammatica esclusione dal nuovo parlamento europeo. Non so come si possa affrontare la questione senza generare inutili inasprimenti dal momento che ormai talune scelte son fatte.
E tuttavia mi chiedo: come possiamo dire e raccomandare che bisogna assolutamente evitare conflitti penosi nella sinistra o uno sparpagliamento infecondo o addirittura l'assenza?
Non sto chiedendo impossibili unanimismi. Sottolineo due obbiettivi essenziali, primari: un voto contro Berlusconi, e poi spero, mi auguro, un voto di sinistra. Io dichiaro la mia preferenza per Rifondazione, la forza che a sinistra mi sembra più solida in campo. Perchè non credo possibile ricominciare un lavoro di riunificazione della sinistra che di essa faccia a meno.
E io voto comunista nel modo più chiaro e più netto che oggi in Italia mi è dato. Lo scrivo già prima di quel mio ritiro nella cabina elettorale. Lo discuto nelle sale, nelle piazze, nelle case, poiché senza tale confronto aperto di identità non c'è costruzione di volontà pubblica.

Fatto sta che la disapprovazione del popolo di sinistra nei riguardi della classe politica sovente non si trasforma in impegno per riappropriarsi della politica, bensì in rinuncia…
E difatti dobbiamo rilanciare una grande, orgogliosa campagna che chiami alla scesa in campo, alla partecipazione, alla politica attiva.
Consentimi un ricordo. Ho viva nella memoria una data, la tragica estate del 1940, dopo che i tedeschi avevano invaso Belgio e Olanda volti a Parigi per quella tragica e trionfale sfilata Champs Elisées. E il 10 giugno Mussolini aveva annunciato la dichiarazione di guerra a fianco dei nazi dal balcone di Palazzo Venezia.
Ricordo come fosse oggi la domanda che in quei giorni tragici pulsava ostinata nella mia mente: "Che faccio?". Poi dentro di me maturò quella risposta dura ed elementare "Non ci sto". Nel senso che si sta dentro la lotta. Non ci si ritira dalla prova..

Tu ricordi catastrofi, conflitti, che hanno incendiato il globo. Qualunque paragone è certamente inappropriato. Ma cominciamo ugualmente di qui, per sottolineare quali sono, a tuo avviso, gli snodi cruciali della vicenda della sinistra italiana…
Penso al mio tempo. Sono nato nel 1915, quando l'imperialismo approdava all'epoca delle grandi guerre mondiali. Prima fu la dura lotta di trincea del triennio 1915 1918. Poi - alla fine dei torbidi anni Trenta - fu lo scatenarsi del nazismo nel mondo e la risposta straordinaria della Resistenza, questo nome che qualcuno ora vorrebbe cancellare e che ebbe un'espressione così ardita e ricca d'invenzione anche in Italia. Il comunismo italiano ne fu attore cruciale: nei suoi volti molteplici in termini di soggetto politico, soggetto sindacale, classe dirigente, movimenti di idee, vicende della cultura. Quella è stata un'Italia vigorosa, forte, ricca...

Ed è stata, appunto, il paese che ha visto affermarsi il più grande partito comunista occidentale. Di dove traevano origine la vitalità e la forza della sinistra e del Pci in particolare?
Quella forza rossa, di sinistra, per come l'ho conosciuta io e l'abbiamo conosciuta tutti viva e attiva nel mondo, aveva due gambe.
La prima era la capacità di incidere nel concreto del vissuto quotidiano: il suo legame con la storia del pane che si portava a casa. Qualcosa di costruito con grande fatica e concretezza, che si esprimeva attraverso la lotta sociale e l'iniziativa politica, e la presenza articolata non solo - e prima di tutto - nel luogo di lavoro, ma anche - e fitto - nel territorio, nelle contrade, nelle città, nei borghi.
L'altra gamba era la convinzione d'essere parte di una dimensione non solo nazionale ma addirittura mondiale della battaglia: e d'essere portatori di una visione generale del mondo, d'una ideologia. Il sindacato, la sezione, il circolo, il municipio - come li ho conosciuti io - erano tutti luoghi molto segnati da questa articolazione e da questa complessità che intrecciava la lotta immediata di ogni giorno alla convinzione di rivoltare il mondo.

Ma ora si sono sgretolate anche l'articolazione locale e del tessuto di rappresentanza, quel radicamento delle organizzazioni di massa, del partito, attraverso cui i bisogni immediati si allacciavano con la strategia generale, dalla fabbrica al quartiere, dalla scuola al municipio...
Appunto: la presenza articolata del soggetto liberatorio. Per fare un esempio: ricordo come fu ricca, multipla l'iniziativa dei sindaci delle città rosse; e come erano presenti nella vita quotidiana a risolvere problemi del qui e ora , e come intrecciavano le questioni del lavoro con le altre dimensioni dell'agire di ogni giorno.

Allora, in quella esperienza voi vi trovaste di fronte la Chiesa di Roma, al suo massimo livello. E non era vostra amica. Come agiste?
Cercammo testardamente il dialogo. Nonostante la scomunica. E riuscimmo a generarlo. Evoco un'esperienza personale. A Firenze esisteva un ramo di cattolicesimo avanzato, che aveva come guida e simbolo una figura come Giorgio La Pira. Con lui, con Ernesto Balducci vissi una ricerca confidente, schietta e sincera. Balducci giunse a fare parlare me, ateo dichiarato, dal pulpito della sua chiesa. E il mio dialogo con i cattolici - in altri giorni - proseguì con altri atei come la Rossanda, Tronti e altri in un convento sulla collina di Fano dove un monaco singolare invitava ogni anno a dialogare credenti e atei dichiarati: sulle cose del mondo. E potrei raccontarti ancora del mio dialogo con Dossetti, indimenticabile. Naturalmente c'erano alti prelati, come il cardinale Ottaviani, che erano anticomunisti feroci. Eppure anche con lui il compagno Franco Rodano dibatteva...

E poi, come si produsse una crisi di portata tale da condurre, oltre che al naufragio elettorale, al naufragio di un'esperienza invece così ricca e complessa?
Ci fu un passaggio storico che segnò l'inizio del cambiamento, ed è la sconfitta degli anni Ottanta, che vide la caduta del leninismo, il crollo dell'Urss, la sconfitta di Mao, e anche il tracollo di quei partiti che in qualche modo erano legati a quella storia. Attenti: noi comunisti italiani avevamo un nostro volto, ma discendevamo da quel corpo.
E la seconda metà del secolo fu complessa e sconvolgente. Prima ci furono le vicende straordinarie del Sessantotto e, ancor più in Italia, del Sessantanove.
Quell'anno in Italia la sinistra di classe - con Trentin e Carniti alla testa - toccò una vetta straordinaria. Ho ancora vivissimo il ricordo di cosa furono nell'Italia le lotte operaie: quelle - così innovative - del '69 che misero in ginocchio la Fiat e videro calare a Roma un corteo davvero infinito di tute blue alle soglie di una vittoria folgorante...
Dopo però venne l'inizio della sconfitta. La vivemmo anche nelle nostre roccaforti del Nord. Ma il crollo fu su scala internazionale.
E non fu solo la sconfitta dell'Urss, con l'avventura sciagurata dell'Afghanistan. Non resse più l'ipotesi leninista, che era stata la dottrina su cui si erano formate generazioni come la mia, illuminate da pionieri straordinari e originali del comunismo come Gramsci, Terracini, e poi Togliatti, l'uomo del compromesso di Salerno e del grande Partito Comunista di massa italiano...

E perché un comunismo italiano con queste radici e con quella dimensione di massa entra in crisi?
Perché vennero al pettine nodi su cui il leninismo e ancor più lo stalinismo e poi il maoismo, avevano dato una risposta che non resse alle prove della storia e che voleva una settaria concentrazione del potere al vertice. E intanto scattava la controffensiva conservatrice: Agnelli prende l'iniziativa, poi il binomio Reagan-Tatcher trionfa su tutti i piani.

Ma non ci sono anche delle cause endogene della crisi? L'articolazione territoriale che si prosciuga, la rappresentanza sociale che si sgretola mentre il lavoro si balcanizza, la sostanziale accettazione della moderazione salariale e del paradigma sviluppista mentre i contratti si precarizzano. Da questo punto di vista non sarebbe giusto osservare che la crisi della sinistra comincia anche prima degli anni Ottanta?
Sì. Ho detto che la crisi forte sgorgava dalle radici: il leninismo.
Lo so. È un grande tema. E io qui posso solo mettere qualche breve nome. E' l'idea leninista del soggetto che non regge alla prova della storia. La strategia della rivoluzione concentrata nel vertice di partito mobilitò masse straordinarie in Europa e nel mondo e le chiama a conquistare il comando in paesi sterminati. Ma non le rese compartecipi del governo, che restò nelle mani di un'élite straordinaria, ma pur sempre un'élite, che non regge alla luci e al passo inaudito del mondo. E allora crolla.

Ma anche il capitalismo insegue le sue crisi. Oggi è a una nuova prova. A partire dagli Stati uniti, stiamo assistendo a una dinamica davvero micidiale e brutale.
Prendiamo il caso Chrysler. Il padrone fallisce, interviene il manager di un altro grande gruppo come Marchionne e si mette d'accordo con Obama, l'azienda viene quindi rilevata a spese dei contribuenti americani e dei lavoratori, che ci mettono una barca di fondi pensione, per un totale pari al 55 per cento del patrimonio azionario.
Si potrebbe immaginare che di conseguenza si modifichi l'assetto sociale della proprietà. Invece non cambia nulla. Anzi: in un Cda di 9 persone ne entra una sola in rappresentanza del 55 per cento di azioni dei lavoratori, che in più cedono salario, rinunciano alle ferie e acconsentono a una moratoria sugli scioperi fino al 2015. Al che emerge in modo eclatante il rischio che la straordinaria crisi del capitalismo e del mercato non produca alcuno sbocco a sinistra, ma piuttosto porti a una gigantesca rivoluzione passiva che si risolva con una nuova razionalizzazione capitalistica.

Ma io non sono affatto convinto che ci sia un automatismo per cui, data la crisi del capitale, si realizza un avanzamento nella relazioni sociali e del movimento operaio. Non è assolutamente così. Nella mia vita ho già vissuto momenti di crisi economico-sociale profonda che si sono risolti con vittorie anche clamorose del capitalismo. Certamente è stato così nel primo dopoguerra in Italia, quando, attraverso lo scontro anche armato, si affermò la reazione bruta del fascismo, che spazzò via con la forza uno schieramento delle forze di sinistra che non era affatto poca cosa.
Se poi guardiamo agli anni Trenta troviamo dimostrazioni ancora più drammatiche. C'è la spaventosa crisi mondiale del '29. E, nel cuore d'Europa, la Germania esce da quelle crisi con lo scatenarsi del nazismo.

Mutatis mutandis, vedi in qualche misura delle analogie e dei paragoni possibili con la situazione attuale?
No. Non ci sono riproduzioni meccaniche. La rovina inaudita che hanno portato con sé il nazismo e il fascismo è un unicum. La differenza fra quella violenza nera e l'oggi pallido sono tuttora enormi.
E' vero, invece, che il determinarsi di una crisi della portata di quella cui stiamo assistendo non significa affatto che vi sia automaticamente una riscossa del mondo del lavoro. La partita, in questo senso, è tutta drammaticamente aperta.

Sennonché si gioca con l'handicap di una sconfitta storica ma ancora cogente della sinistra: l'avversario ha riconquistato non solo la fabbrica, ma i linguaggi, la concezione del mondo…

E anche i mezzi con cui le idee si esprimono. Pensiamo, per esempio, a che grande rivoluzione è stata la televisione. La grande invenzione della sinistra, in questo senso molto europea, era stata invece quella combinazione tra il soggetto del cambiamento globale e la capacità di farlo vivere nelle risultanze quotidiane. Oggi sono in crisi tutti e due i rapporti, tutti e due i linguaggi: quello per la narrazione della vicenda quotidiana e quello per la narrazione di un'idea della rivoluzione, della di trasformazione dell'organizzazione sociale. Da questo punto di vista la cosa che temo di più è la frantumazione della sinistra, cioè la perdita della sua capacità di ricondurre l'azione politica a un'idea e a una strategia mondiale del soggetto.

Il bisogno di riallacciare un discorso generale sulla trasformazione su cui insisti sconta l'annichilimento e la dispersione delle culture politiche della sinistra. E allora non credi che alla sinistra occorra, per così dire, prendere di sotto il sacco per rivoltarlo sul tavolo e affrontare i grandi temi ideali e culturali: pace, disarmo, libertà, differenza, uguaglianza, diritti, natura, produzione…; tutti quei filoni di ricerca e di impegno che in più delle volte invece la politica abbandona a se stessi o assume solo in modo episodico e utilitaristico, senza tesserli nella trama di una soggettività politica nuova?

Lo so. Lo abbiamo appreso dolorosamente, sia pur a tratti, e con dure mancanze. Se non diamo alla lotta questo fiato, questo respiro, non si riesce a intervenire nemmeno nell'immediatezza della lotta quotidiana, che pure ritengo così vitale. Se in Italia la sinistra ha avuto quella sua originalità e quella forza è stato perchè ho guardato alla terra natale e insieme ai rivolgimenti nel vasto e cangiante mondo.
Mi ricordo, ad esempio, cos'è stata in Italia nei nostri paesi la passione per la guerra - così lontana - in Vietnam.
Ricordo la reverenza con cui- in un mio viaggio in Vietnam- visitammo la casa di Ho Chi Min: il silenzio assorto con cui guardavamo quei nudi cimeli di una storia straordinaria: l'emozione senza parole su eventi pure così lontani e diversi da noi.
Allora in Italia la guerra in Vietnam giunse anche sulla bocca di un cantante popolare, Gianni Morandi, persino in quella Tv quasi tutta in mano ai conservatori...

Ancora il problema del 4 per cento, per concludere di dove si era cominciato. Con quel 4 per cento cosa dovrebbero fare Rifondazione e le altre forze riunite nella lista anticapitalista e comunista?
Superato il guado elettorale, devono iniziare un lavoro di riunificazione della sinistra: un progetto plurimo, ma che mantenga ricca e fertile la propria dimensione di soggetto politico. Che significa l'unità e la dialettica insieme: la democrazia come risorsa, non come fastidio.



(Liberazione, 31 Maggio 2009)
Rifondazione.it - Rifondazione.it (http://home.rifondazione.it/xisttest/content/view/5998/430/)

MaRcO88
02-06-09, 12:43
Paolo Rossi e Mario Monicelli votano comunista. All'appello per la lista comunista (primo firmatario Ingrao) si aggiungono molti altri nomi sabato 30 maggio 2009


"Sto dalla parte dei miei cugini comunisti": con queste parole l'attore Paolo Rossi, impegnato in questi giorni a Milano con lo spettacolo "Le guerre per il frutto del peccato", motiva la sua adesione all'appello "Se sei di sinistra, dillo forte" che vede per primo firmatario Pietro Ingrao e poi oltre 200 esponenti del mondo della cultura, della scienza, dello spettacolo, della società civile e del mondo del lavoro che alle prossime elezioni europee voteranno per la Lista comunista e anticapitalista formata da Prc, Pdci, Socialismo 2000 e Consumatori uniti.

Anche il maestro, regista di tanti film che hanno fatto la storia del cinema italiano, Mario Monicelli ha dichiarato il suo voto alla Lista comunista e anticapitalista. Tra le altre, tantissime, adesioni all'appello "Se sei di sinistra dillo forte" che stanno arrivando in queste ore si segnalano quelle del pittore Franco Mulas, di Marino Severini della rock band I gang, del designer e cartonista Enzo Apicella.

Tutti nomi che vanno ad aggiungersi, oltre che a quello del primo firmatario dell'appello, Pietro Ingrao, a quelli di molti altri, tra i quali il fisico Carlo Bernardini, lo psichiatra Luigi Cancrini, lo scrittore Massimo Carlotto, i preti don Franzoni e don Gallo, il costituzionalista Gianni Ferrara, il cantante e attore Massimo Ranieri, il poeta Edoardo Sanguineti, il disegnatore Vauro e altri 200 nomi.



Rifondazione.it - Rifondazione.it (http://home.rifondazione.it/xisttest/content/view/5987/430/)

MaRcO88
02-06-09, 12:44
"Saremo sempre critici, ma votiamo comunista". Parla la Banda Bassotti (Liberazione, 30 Maggio 2009)


New layer..
di Checchino Antonini
«Restiamo critici ma votiamo la Lista anticapitalista e comunista»: all’altro capo del filo David Cacchioni, 48 anni, romano, tra i fondatori della banda Bassotti, autore di alcuni testi, tra cui quello della mitica “Barboni”. Assieme a Mario Monicelli, Paolo Rossi, Cisco dei Modena City Ramblers e Marino Severini dei Gang, la storica formazione di combat rock ha firmato l’appello per votare alle Europpe la lista comunista
e anticapitalista.

«La Banda - spiega a Liberazione - non è un partito. Alcuni di noi, negli anni, hanno votato per Nunzio D’Erme. All’inizio ci sembrava importante che ci fosse Rifondazione. In altri momenti abbiamo dovuto votà Rutelli!». Come la maggior parte dei musicisti David non vive di musica. Manovale, facchino, fa quello che capita, «precario come tutto il mondo. Abbiamo deciso di firmare l’appello anche se io non sempre mi riconosco nella sinistra elettorale». Nei pochi minuti di intervista emerge la delusione per la stagione del centrosinistra al governo. «Parecchie leggi antipoeraie e antisindacali sono venute proprio con il governo Prodi e molti operai sono finiti a votare Lega. Oppure, nelle periferie, prende piede la destra. Io vivevo a San Basilio, periferia est di Roma. Bene, negli ultimi anni è cresciuta un’egemonia del centrodestra perché la sinistra è sparita dai quartieri e il sindacato concertativo non sempre ha difeso le lotte dei nostri nonni. Bisognerebbe tornare per strada».
Il cronista ricorda che i comunisti stanno già provando a farlo, fa l’esempio del partito sociale, del pane a un euro, delle Brigate di solidarietà attiva che da quasi due mesi operano tra i campi dei terremotati abruzzesi. «Mi sembrano cose interessanti, ma il problema reale è che un affitto costa 700 euro e che con mille euro di salario non si campa».
Fabio Santarelli, per tutti Scopa, 51 anni, romano, chitarra solista e voce del gruppo insieme dalla fine degli anni ’80, ricorda il mito fondativo: «Ci siamo conosciuti per strada, eravamo redskin, antifascisti». C’entra parecchio con la firma in calce all’appello: «E’ uno dei valori che vorremmo tenere alti, assieme alle lotte dei disoccupati, dei precari. Oggi in periferia è troppo visibile l’abbandono da parte della sinistra dei presìdi sociali e politici. I suoi esponenti, qualche volta, sembrano uomini d’affari, certe volte anche i giovani. La carriera ha preso il posto della passione». Non è usuale per una band che prenda posizione elettorale per una lista, specialmente in un momento di enorme frammentazione come questo. «Abbiamo sempre suonato nelle feste politiche di tutti - dice Santarelli - ma l’indicazione per il voto significa non voler chiudere gli occhi di fronte alla crisi della sinistra. E’ un pensiero mio, naturalmente, ma credo che la sinistra anticapitalista rischi di finire nei libri di storia. Invece i comunisti, quelli che tutti i giorni sono attivi nelle varie situazioni, hanno ancora qualcosa da dire.

I politici di professione, però, sono poco credibili. Preferisco un operaio rumeno, o anche italiano, alla nomenclatura di partito. Mi auguro che ora siano conseguenti con le parole che si pronunciano, senza timore di offendere poteri forti, come quello della Chiesa o di certa stampa. I comunisti devono riconquistare radicalità a partire dal linguaggio». «C’era bisogno di una falce e martello visibile e, speriamo, pure credibile. Voteremo per la lista che sostiene che bisogna mantenere le conquiste della classe operaia»,
dice Picchio, al secolo Paolo Picchiàmi, cantante della Banda. Poi precisa: «Sono un operaio, un precario, non sono un artista. E guardo il mondo con gli occhi di un operaio. Allora ti dico che quelle conquiste, troppo spesso sono state intaccate da tutti i governi. Il nostro appoggio alla Lista non deve far sottovalutare le critiche.

«E’ un sistema troppo perfetto, non è possibile cambiarlo, andrà rigirato. L’idea più moderna resta quella delle nazioni governate dai lavoratori», esordisce, infine Angelo ”Sigaro” Conti, chitarra e voce. Ma anche per lui, «è una cosa positiva che ci sia un punto di unione (la Lista anticapitalista e comunista, ndr). Certo, siamo stati molti critici con Rifondazione quando, alle ultime europee, non ha mandato Nunzio D’Erme a Strasburgo». Anche con lui, il cronista cerca di capire come sia stato possibile che Roma, soprattutto dalle periferie abbia scelto un sindaco come Alemanno. «Sai, siamo gente di strada, diventati comunisti dagli anni ’70, ci siamo resi conto che, nelle sezioni, c’erano operai di grande cultura. Dopo la scissione di Occhetto, invece, siamo restati colpiti da quelle sezioni vuote. Per questo la destra è penetrata nelle periferie. Come se quello che si diceva di sinistra dicesse “Votateci e poi fatevi gli affari vostri”. Invece la vita di sezione è molto importante.

Anche qualche “amico”, gente che abbiamo visto crescere, è diventato di destra, e sono operai. Oggi la libertà è solo per pochi, per chi ha i soldi e può scriversi le leggi. A sinistra vedo troppo distacco tra la base e il vertice: ad esempio, governare Roma doveva essere l’occasione per dimostrare che eravamo migliori, e invece m’è sembrato che tutti hanno inseguito i comitati d’affari, hanno imparato a chiudere gli occhi quando si sta al governo per riaprirli quando si va all’opposizione». Anche per “Sigaro”, le ferite si chiamano Pacchetto Treu e legge 30, sono ferite al mondo de lavoro.
Rifondazione.it - Rifondazione.it (http://home.rifondazione.it/xisttest/content/view/5901/314/)

MaRcO88
02-06-09, 12:45
Dichiarazione di voto femminista martedì 26 maggio 2009


http://home.rifondazione.it/xisttest/content/view/5939/314/images/votoDonne.jpg (http://home.rifondazione.it/xisttest/content/view/5939/314/images/votoDonne.pdf)“Giacché anche nei momenti più bui
noi abbiamo diritto a qualche illuminazione”
(Hannah Arendt)

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SIAMO
• Generazioni di donne in lotta contro ogni forma di fascismo, sessismo, razzismo.
• Tra quante hanno lottato sin dagli anni Settanta per affermare e difendere la libertà e l’autodeterminazione delle donne, la libertà di vivere la sessualità, la nascita, il dolore, la morte. Contro la legge 40 e il ddl sul testamento biologico.
• Donne che hanno persino fatto la Resistenza contro il nazifascismo (Lidia Menapace).
• Femministe e lesbiche che lottano per i diritti civili e la libertà dei corpi.
• Laiche, tenacemente laiche, contro la morale di stati e chiese.
• Contro il familismo ideologico, per “famiglie” fatte di singoli e singole con pari dignità e diritti.
• Contro le politiche sicuritarie che strumentalizzano la violenza sulle donne a fini razzisti e xenofobi.
• Per la dignità e la tutela del lavoro in tutte le sue forme, per un reddito sociale per tutti e tutte.

• Per scuola, cultura, formazione, ricerca pubbliche, per una cittadinanza piena e sessuata, così come le ragazze e i ragazzi dell’Onda hanno sostenuto in questi mesi per le strade delle nostre città.
• Per un’Europa pacifica, disarmata, accogliente, in una pratica di solidarietà attiva e di mutuo riconoscimento e rispetto fra donne “native” e migranti.
• Per la coscienza del limite nella relazione dell’umanità con le specie viventi e non viventi.
• Tra quante hanno partecipato ai movimenti antiglobalizzazione a Genova e oltre.
• Tra quante hanno contribuito a costruire i centri antiviolenza nei territori.
• Tra quante hanno attraversato confini e frontiere insieme alle donne di popoli e stati “nemici” (ex Yugoslavia, Israele e Palestina) convinte che la “diplomazia femminista” e la pratica della nonviolenza possono vincere nazionalismi e fondamentalismi.
PENSIAMO
• Che più donne nella politica e nelle istituzioni possono decostruire l’occupazione maschile del potere e fondare una critica vera del potere.
• Che la contraddizione capitale/lavoro non “assorbe” e non“comprende” le altre, ma va declinata attraverso il nesso con il conflitto di genere, che è la contraddizione originaria.
• Che insieme al capitalismo va combattuta la forma più antica di dominio, il patriarcato, anche quello di sinistra.
• Che siamo dentro la crisi economica e sociale che ha pesanti caratteristiche di genere, la crisi della politica, la crisi della sinistra.
• Che non possiamo accettare che una intera generazione di giovani, soprattutto donne, viva in condizioni di precarietà esistenziale.
• Che l’Europa che vogliamo debba riconoscere la matrice sociale e culturale della violenza maschile sulle donne come frutto di relazioni di potere storicamente diseguali.
PERCIO’
Non avendo certezze, non avendo modelli, non avendo dogmi, non difendiamo identità, ma
FACCIAMO delle SCELTE
di lotta e di passione.
Scegliamo per l’Europa la LISTA ANTICAPITALISTA perché vogliamo costruire percorsi di uguaglianza, differenza, libertà nella e con la Sinistra comunista.
Le compagne del Forum delle donne del Prc/SE

Prime adesioni:
Alfonzi Daniela (già senatrice), Amato Lucia (casalinga), Apicella Francesca (militante dell'Onda all'Orientale), Arcella Maddalena (assessora all'Innovazione Provincia di Salerno), Argentino Clara (pensionata), Artesio Eleonora (assessora Sanità Regione Piemonte), Avagliano Tina (pensionata), Belligero Anna (Giovani comunist@), Beltrame Giuliana (consigliera Comune di Padova), Benincasa Angela (operaia), Benincasa Antonella (operaia), Carotenuta Rita (impiegata), Castaldo Nunzia (militante movimento LGBT), Cecconi Patrizia (presidente Associazione culturale “Germogli”), Cittadino Margaret (dirigente CGIL), Coccia Elena (avvocata), Colombera Alda (direttivo FP CGIL Bergamo, rete28aprile), Contin Gemma (giornalista), Crivelli Giovanna (Udi di Catania), Damiani Cesarina (maestra scuola elementare), D'Amico Adriana (assessora alle Politiche sociali Comune di Caserta), De Zela Rosario (peruviana, Rete Antirazzista, Firenze), Esposito Carolina (insegnante), Faiella Anna (coordinatrice Forum "Dannazione" di Cava de'Tirreni), Ferrante Benedetta (imprenditrice), Frias Mercedes (già deputata), Galati Elisabetta (operaia), Guerra Tonia (consigliera Provincia di Bari), Guma Debora (Associazione Culturale Lesbica "Visibilia", Festival Internazionale del Cinema Lesbico "Immaginaria"), Iervolino Maite (militante movimento LGBT), La Cognata Anna (assessora Pari Opportunità Comune di Figline Valdarno), Lanfranco Monica (direttora di Marea), Lodato Natalina (militante dell'Onda all'Orientale), Losa Lia (SPI CGIL Area Lavoro Società), Manzo Antonella (insegnante di materie classiche), Moscardino Raffaella (militante movimento LGBT), Musumeci Anna (presidente Associazione sport e disabilità "La Rondine"), Nocentini Anna (consigliera Comune di Firenze), Palermo Anna Maria (già senatrice), Peluso Luisa (consigliera Provincia di Torino), Piscopo Silvana (insegnante), Platania Chiara (scrittrice e ricercatrice), Ragni Maria Rosaria (impiegata della Regione Campania), Ravaioli Carla (già senatrice, scrittrice, ambientalista), Ricciardelli Simona (Commissione Pari Opportunità Regione Campania), Rivera Annamaria (antropologa, saggista, attivista antirazzista), Sarno Laura (dirigente medicina della riabilitazione), Silvestrini Maria Teresa (Terry) (consigliera Comune di Torino), Sirca Mariangela (ambientalista), Sonego Anita (Soggettività Lesbica e Presidente Libera Università delle Donne di Milano), Sonno Silvana (scrittrice), Spatuzzi Ilaria (sindacalista), Spinelli Barbara (giurista), Trevisani Maria Pia (Associazione BergamoLaica- IFE-Iniziativa Femminista Europea), Turtor Vera (presidente del consiglio Comune di Battipaglia), Vano Olimpia (già senatrice), Zanetti Cristina (Associazione Culturale Lesbica "Visibilia", Festival Internazionale del Cinema Lesbico "Immaginaria")
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MaRcO88
02-06-09, 12:48
BGxiJS5Mu-E

buran
02-06-09, 12:50
ma il titolo del 3d non è mica lo slogan di ferrando?

MaRcO88
02-06-09, 12:51
ma il titolo del 3d non è mica lo slogan di ferrando?

ehm..no.è il nome della lista che comprende rifondazione, pdci, socialismo 2000 e i consumatori

MaRcO88
02-06-09, 12:53
http://partitosociale.files.wordpress.com/2009/02/partitosociale-banner2.jpg

Benvenuto nella community del Partito Sociale (http://www.partitosociale.org)

MaRcO88
02-06-09, 12:55
http://1.bp.blogspot.com/_Wt6NabL0r1U/SdqBn7b1QUI/AAAAAAAAAeg/Q3YibgxIBek/s400/brigata-solidarieta-attiva.png

www.diariodallabruzzo.org (http://www.diariodallabruzzo.org/)

tutte gli aggiornamenti, le news e le attività delle brigate di solidarietà, che dai primi giorni post-terremoto sono in abruzzo ad aiutare la gente del posto.

MaRcO88
02-06-09, 12:58
http://www.pdci-europa.org/images/pdcitv.gif

www.pdcitv.org (http://www.pdcitv.org)

la web-tv della lista comunista

MaRcO88
02-06-09, 12:59
VOTA E FAI VOTARE LA LISTA COMUNISTA ANTICAPITALISTA SU FACEBOOK! lunedì 01 giugno 2009



http://home.rifondazione.it/xisttest/content/view/6002/314/images/logo_facebook.jpg (http://www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=85285283885)3.000 iscritti in pochissimi giorni, 83 link di gruppi ed eventi, foto e video della campagna elettorale. Il segretario nazionale Paolo Ferrero e tutti i candidati. Connettetevi e fate connettere, iscrivetevi e fate iscrivere, e soprattutto DILAGATE, TRACIMATE, INVADETE TUTTO IL TERRITORIO VIRTUALE PER FAR VOTARE LA LISTA COMUNISTA ANTICAPITALISTA!









Un voto alla lista comunista, l'unica che può superare il quorum.
Appello di Ivan Della Mea

Bisogna votare la lista promossa da Rifondazione Comunista,Comunisti Italiani e Socialismo 2000 perché è dare il voto ad una forma di aggregazione sociale, politica e culturale che ha radicato e persegue nel portare avanti pratiche sociali di difesa del mondo del lavoro e in contrapposizione ed in rivolta rispetto al mondo storico del sopruso e della prevaricazione. Perché ha rivendicato e rivendica la verità della differenza incancellabile tra chi fece la resistenza come partigiano e chi vi si contrappose come repubblichino. E perché mette al primo posto non soltanto il lavoro ma la condizione oggettiva dei lavoratori.

Infine perché è l'unica formazione che ha dimostrato di avere l'occhio abbastanza lungo per vedere e cercare di interpretare, ed in alcuni casi organizzare, il nuovo che emerge, spesso in modo contradditorio, all'interno di questa nostra società. E perché infine è anche giustamente laica nei confronti di tutte le forze, di tutte le aggregazioni, di tutte le associazioni da quelle storicamente determinate ai fautori del libero pensiero. E perché, infine di tutte le infini, ha chiaro che qualsiasi essere umano che attraversa il mare per arrivare in questo paese è innanzitutto e soprattutto, è immediatamente un cittadino italiano.
Nel nome di questi valori questo simbolo crediamo che possa essere l'unico in grado di raggiungere quel quorum del quattro per cento che un sistema elettorale mentecatto impone per poter far parte della "cosìddetta democrazia

Rifondazione.it - Rifondazione.it (http://home.rifondazione.it/xisttest/content/view/6002/314/)

MaRcO88
03-06-09, 12:52
http://www.unaltraeuropa.eu/images/chiusura-campagna-elettorale-concerto-rifondazione.gif

MaRcO88
03-06-09, 16:27
Elezioni europee 2009:
Stampa questo articolo (http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=18268#)
“C’è bisogno come il pane di valori forti. Per questo ho deciso che vi voterò”
di Gino Barili
su Liberazione del 02/06/2009
Cisco, per 14 anni voce dei Modena City Ramblers, ora solista e nel progetto “ Stazioni lunari”


Che tempi sono, questi di oggi, Cisco ?

Hai ragione, iniziamo così, come si faceva giustamente un tempo, quando la cultura comunista, materialista, ci costringeva – positivamente - a contestualizzare, a leggere i fatti, anche i piccoli fatti, tutta la vita che avevamo addosso, nel mondo grande che ci era attorno. Sono tempi bui, oscuri, inquietanti . La stessa democrazia borghese è a rischio e ai fianchi ci striscia il serpente più velenoso : il razzismo. I diritti dei lavoratori sono diventati sabbia, volano via al minimo soffio dei padroni; i giovani non hanno più presente e il loro futuro è più oscuro dei giorni prsenti. E’ qui, in questo contesto, in questo quadro desolante che dichiaro la mia delusione più profonda, che è quella per una sinistra sempre più divisa, centrifuga, impotente. Una sinistra dei mille orticelli, ognuno curato e difeso contro l’altro orticello. E i padroni ridono. In una mia canzone dico : “ Viviamo in una notte buia/ notte fredda e scura/ lottiamo per il pane e le rose/ e loro ci rispondono con i cannoni”. Contro i cannoni ci dividiamo?


Ma di fronte a tante spinte scissioniste c’è una Lista per le europee e tante liste per le amministrative volte all’unità delle forze comuniste e anticapitaliste. Non è, finalmente, un buon segno ?

Vendola ha sbagliato, è caduto nella trappola della frammentazione funzionale agli interessi dei padroni e giudico la Lista comunista e anticapitalista una speranza nuova, una controtendenza unitaria positiva, che potrà porsi come polo catalizzatore dell’intera sinistra trasformatrice, una Lista che, dunque, voglio sostenere e che voterò. Abbiamo bisogno come il pane di rimettere in circolo i valori forti, quelli che sono alla base della democrazia, della civiltà e senza i quali non vi sarà mai nessun cambiamento radicale: l’antifascismo, la lotta di Liberazione, la memoria storica, il lavoro…


La centralità, come dicono i comunisti, del conflitto capitale-lavoro ?

Si : la centralità della lotta contro il capitale, ma anche il valore in sè del lavoro. Io sono cresciuto in una famiglia operaia. I miei genitori lottavano e, insieme, avevano un rispetto grande del lavoro e per poter lavorare dovevano anche pensare a come sistemare, durante le ore che passavano in fabbrica, i loro due figli. Perché la fabbrica era una scuola, era formazione politica, era cultura. Lottare contro lo sfruttamento e rispettare il valore del lavoro debbono tornare ad essere due colonne portanti di un nuovo pensiero della trasformazione. Anche per colpa di una certa sinistra li abbiamo dimenticati. Ti dico una cosa: avevo 17 anni quando ho smesso di studiare e sono andato in fabbrica. Non mi sono pentito: ho imparato più lì che in qualsiasi accademia. E non lo dico contro la scuola, anzi : credo che la scuola, la cultura, lo studio siano l’oro della vita. Ma deve essere studio che porta alla coscienza…


Tu sei un musicista, un artista: come si vede il mondo, questa Italia berlusconizzata, dalla vostra postazione ?

Nel mio mondo, come dici tu, vi è un desiderio forte di rialzare la testa, di cambiare le cose e vorremmo che questo nostro desiderio divenisse di massa. Abbiamo tante idee, sentiamo tante idee in giro, oltre noi, e pensiamo che occorrerebbe un soggetto forte – un partito comunista assieme ad una sinistra vasta e anticapitalista - in grado di metterle insieme queste idee, di organizzare la lotta. Sappiamo anche che non è e non sarà facile: occorre capire il mondo, decodificarlo, per poterlo cambiare e occorre dunque riattualizzare la teoria e la prassi, abbandonare il dogma e vivere la realtà. Un compito rivoluzionario, da comunisti…


Te la senti di fare un appello per il voto ?

Sono un musicista, non farmi fare appelli. Preferisco lasciarti un verso di una mia canzone, “ Lunganotte” , un verso che mi pare si addica ai nostri tempi e che, insieme, chiede coerenza: “ Rimani splendido / per sempre splendido/ come un diamante nel carbone”.

Non svendiamo più noi stessi, a sinistra, non tradiamo più la nostra gente. E risorgeremo.

l'ernesto (http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=18268)

MaRcO88
03-06-09, 16:46
CROLLO PIL FRUTTO POLITICHE LIBERISTE DI BERLUSCONI
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Oggi alle 16.41

Il crollo verticale del Pil nei paesi dell’Eurozona (-4,8%) e in particolare quello dell’Italia (-5,9% su base annua) dimostra che la situazione del nostro Paese è peggiore di quella, già pesante, degli altri Paesi europei.
Vuol dire che dentro le politiche liberiste sbagliate che hanno portato all’attuale crisi, le politiche del governo Berlusconi hanno sortito l’effetto esattamente opposto a quello necessario, aggravando la crisi anziché migliorarla.
Berlusconi pensa solo a salvare le banche e i banchieri, a finanziare le grandi e inutili opere, a mettere soldi per cacciabombardieri e nucleare, a mettere il tetto alle retribuzioni con l’accordo separato, a tagliare sanità e istruzione, licenziando i precari. Chiediamo invece di aumentare stipendi e pensioni, tassare i patrimoni e i grandi capitali, usare i miliardi stanziati per cacciabombardieri e nucleare per bloccare i licenziamenti e garantire la cassa integrazione a tutti coloro che perdono il posto di lavoro.


da:facebook

Il Pasquino
03-06-09, 17:05
Della serie: "Io me la suono, io me canto, io me la ballo"

Tronfio delle sue convinzioni ideologiche in pratica rifiuta il dialogo ed il confronto su principi per lo meno discutibili.

I soliti errori e limiti che il marxismo si porta appresso da quando fu presentato.

Un sistema che non tiene conto dell'uomo e che in fondo sottopone l'uomo ad un meccanismo che non gli appartiene in schematismi stalinisti che non tengono conto dei bisogni e degli interessi individuali. In fin dei conti non meno oppressivi per l'individuo del liberismi economici e finanziari berlusconiani.

Per questo il comunismo inteso con questi limiti non ha identità con gli individui del 21esimo secolo, non ha un futuro chiuso nelle nostalgie di un passato che non c'è più...

Saluti

Il Pasquino
03-06-09, 17:14
qualsiasi essere umano che attraversa il mare per arrivare in questo paese è innanzitutto e soprattutto, è immediatamente un cittadino italiano.

Beh con tutto il buonismo che si vuole avere se uno viene quì con una esperienza di guerra e violenza fn da quando è nato od ha subito dalla nascita un indottrinamento alla violenza ed alla sopraffazione è difficile che che si possa avere una cultura delle democrazia, del rispetto, della libertà simile alla nostra.

Ovviamente nessuno ne fa una colpa a questi poveri disgraziati "ignoranti". Il guaio è che spesso vengono con la prosopopea di portare culture migliori della nostra e badiamo bene è proprio questo che crea l'odio nella nostra cultura che a loro dire "errata" che ha il sopravvento sulla loro, molto migliore della nostra.

Il che, come è possibile capire, per un italiano anche di sinistra, aperto quanto vogliamo è SEMPLICEMENTE ABERRANTE!!!!:paura:

Quando si parla di paesi e culture diverse dalle nostre occorrerebbe conoscere ed entrare in contatto con loro e cercare di entrare nella loro mentalità, logica ma per certi punti aberrante per un cittadino italiano con la storia ed una cultura di oltre 2000 anni di civiltà .....

Saluti

MaRcO88
03-06-09, 18:18
Della serie: "Io me la suono, io me canto, io me la ballo"

Tronfio delle sue convinzioni ideologiche in pratica rifiuta il dialogo ed il confronto su principi per lo meno discutibili.

I soliti errori e limiti che il marxismo si porta appresso da quando fu presentato.



oh ma che cazzo vuoi?se nessuno risponde io faccio pubblicità alla lista.

MaRcO88
03-06-09, 18:19
Beh con tutto il buonismo che si vuole avere se uno viene quì con una esperienza di guerra e violenza fn da quando è nato od ha subito dalla nascita un indottrinamento alla violenza ed alla sopraffazione è difficile che che si possa avere una cultura delle democrazia, del rispetto, della libertà simile alla nostra.

Ovviamente nessuno ne fa una colpa a questi poveri disgraziati "ignoranti". Il guaio è che spesso vengono con la prosopopea di portare culture migliori della nostra e badiamo bene è proprio questo che crea l'odio nella nostra cultura che a loro dire "errata" che ha il sopravvento sulla loro, molto migliore della nostra.

Il che, come è possibile capire, per un italiano anche di sinistra, aperto quanto vogliamo è SEMPLICEMENTE ABERRANTE!!!!:paura:

Quando si parla di paesi e culture diverse dalle nostre occorrerebbe conoscere ed entrare in contatto con loro e cercare di entrare nella loro mentalità, logica ma per certi punti aberrante per un cittadino italiano con la storia ed una cultura di oltre 2000 anni di civiltà .....

Saluti


non condivido quel buonismo, per niente

MaRcO88
03-06-09, 18:21
Primo trailer in attesa del documentario completo sulle Brigate di Solidarietà Attiva, la struttura organizzata dal Partito della Rifondazione Comunista in aiuto agli Abruzzesi colpiti dal terremoto.
Un esempio di mutualismo e autogestione perfettamente riuscito.
Per ulteriori informazioni:
www.partitosociale.org/ (http://www.partitosociale.org/)
www.diariodallabruzzo.org/ (http://www.diariodallabruzzo.org/)

L6F--dRu_Ts

MaRcO88
03-06-09, 18:32
Roma, 3 giugno 2009.

Comunicato stampa.

Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se.

FERRERO, PRC: TERREMOTO, DESTINARE I 14 MLD PER GLI F35 ALLA RICOSTRUZIONE

I soldi per la ricostruzione dell'Abruzzo non ci sono, come stanno denunciando oggi, nel corso di una manifestazione convocata da tutti gli enti locali del territorio aquilano, migliaia di persone, in testa il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente.
Chiedo dunque a tutte le forze politiche nazionali di sostenere la richiesta già avanzata da Rifondazione comunista e già votata all'unanimità da tutti i gruppi politici del consiglio comunale dell'Aquila e cioè di destinare i 14 miliardi che il governo italiano prevede di stanziare per 100 cacciabombardieri F35 ai fondi per la ricostruzione del terremoto nell'aquilano perché è evidente, come denunciano tutti gli intervenuti alla manifestazione di oggi, che i soldi messi a disposizione dal governo o non ci sono o sono troppo pochi. Mi chiedo anche cosa ne pensano Pd e Idv, fino ad oggi silenti, di questa seria proposta che sale forte dagli aquilani?

--
Ufficio stampa Prc-SE
____________________

da:facebook

Il Pasquino
03-06-09, 18:53
oh ma che cazzo vuoi?se nessuno risponde io faccio pubblicità alla lista.:)
Fa quasi tenerezza...

Non si preoccupi che nel minimo della mia disponibilità non lascio solo nessuno che abbia delle idee!

Saluti

Il Pasquino
03-06-09, 18:54
non condivido quel buonismo, per niente
Ma allora che ...di comunista è????:conf:

Saluti

MaRcO88
03-06-09, 19:57
Ma allora che ...di comunista è????:conf:

Saluti

questa non l'ho capita.
e comunque signor pasquino(ma è il professore?), mi scuso per la volgarità, è che non mi piace mi si dia dello stronzo identitario che se le canta da solo.
visto che in tv non ci danno spazio, faccio un po' di pubblicità su internet...se qualcuno domanda, rispondo.

WalterA
04-06-09, 01:15
Marco, hai fatto un ottimo lavoro postando queste cose, il prgramma mi piace (anche se è scontato dirlo lo dico).
Aggiungo un'altra cosa, i forumisti che non condividono il prgramma lo possono anche scrivere ma solo motivandolo con obiezioni pratiche e non ideologiche, troppo facile scrivere "comunismo merda", il difficile è motivarlo in modo convincente e non apririoristico.
Insomma prima di postare qui (visto che è un Thread con uno scopo "istituzionale") leggete tutto, contate fino a 30, fate un bel respirone e poi decidete.

Saluti.

MaRcO88
04-06-09, 12:43
Marco, hai fatto un ottimo lavoro postando queste cose, il prgramma mi piace (anche se è scontato dirlo lo dico).
Aggiungo un'altra cosa, i forumisti che non condividono il prgramma lo possono anche scrivere ma solo motivandolo con obiezioni pratiche e non ideologiche, troppo facile scrivere "comunismo merda", il difficile è motivarlo in modo convincente e non apririoristico.
Insomma prima di postare qui (visto che è un Thread con uno scopo "istituzionale") leggete tutto, contate fino a 30, fate un bel respirone e poi decidete.

Saluti.

infatti....se criticate fatelo a ragion veduta, il primo che mi da dell'identitario lo insulto!

MaRcO88
04-06-09, 16:02
Messaggio di fine campagna elettorale: Oliviero Diliberto

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Messaggio di fine campagna elettorale: Paolo Ferrero

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Messaggio di fine campagna elettorale: Cesare Salvi

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MaRcO88
04-06-09, 16:02
Ferrero: «Riuscirò a superare il 4%
Il Muro? L’avrei picconato pure io»
Il leader del Prc alla partita decisiva: con la storia del «tesoretto» ho perso 2 voti su 3

Pare un grido di battaglia: compagni, sbertinottiziamoci! «Ehhhh... », sospira Paolo Ferrero. Ma certo che l’ha vista, la recensione su Liberazione del libro di Bertinotti. Le ironie del giornale che un tempo gli dedicava una pagina per descrivere la festa di compleanno («buonissimi tramezzini, piccoli supplì, leccornie varie ancorché semplici») contro l'ex Caro Leader descritto come uno «folgorato sulla via dall’Angelus Novus di Benjamin, quello che vola con la testa girata all'indietro».

Perché ci sono sempre questi rancori, questi odii, queste vendette a sinistra?

«Non so... Forse dipende dalla cultura politica dell’amico/nemico... ». Dice che lui no: «Non credo di aver offeso nessuno, in questi anni. È capitato a me d’essere insultato molto pesantemente. Ma non credo di avere io offeso. Non mi pare». Forse per via del carattere, dell’infanzia passata in una silenziosa contrada di cento abitanti in Val Germanasca, dell’esperienza fatta di segretario della Federazione giovani evangelici valdesi, della passione per il violino invece che per la grancassa: «Non sono rissoso. Mai stato. Credo che le mie tesi possano essere maggioritarie nel Paese. Quindi sarei interessato a spiegarle meglio possibile. Ma, certo, in una campagna elettorale come questa è difficile. Urlano tutti come se vendessero detersivi: il mio lava più bianco del tuo. È complicato spiegare le proprie ragioni». Tanto più che gli spazi per le minoranze, accusa, sono sempre più angusti: «È una partita truccata».

Diciamo che c’è un «regime bipolare asimmetrico ». La destra dilaga su tutte le tivù, il Pd e l’IdV hanno uno spazio e se lo tengono, e a tutti gli altri zero. E non è una questione solo di destra. Da quando sono segretario non sono mai stato invitato a Ballarò. Nonostante non mi risulti essere di An». Eppure è convinto che sì, ce la può fare a passare il 4 per cento: «Hanno cercato in tutti i modi di distruggerci. Pensando che sulle nostre ceneri possa esser costruita una sinistra più moderata ». Sempre convinto che la secessione di Vendola sia avvenuta su commissione del Pd? Sorride: «Ha dei dubbi?». Dice che ha ragione Oliviero Diliberto: «Togliere la falce e il martello dal simbolo è stato un errore grave. Non si devono buttare via le radici. Occorre riconoscere gli errori dello stalinismo. Ma per andare avanti. Non per tornare indietro. Bossi, molto più intelligentemente, dato che le radici non le aveva se le è costruite: il Po, la Padania, i celti... Una tesi politica ha bisogno di radici. E la sinistra le ha buttate via».

Non è una radice ingombrante, il comunismo? «Il crollo del muro di Berlino è stato un passaggio necessario. Sarei andato col piccone anch’io. Ma non si può dire che sia stata una 'nuova partenza'. Dopo il crollo del muro non è arrivata affatto una società perfetta: è arrivato il trionfo di una certa economia i cui risultati li stiamo subendo in questi mesi. È chiaro che non tutto il bene sta da una parte e non tutto il male dall’altra. Il nostro, del resto, è il partito della 'rifondazione' comunista».

Per carità, ammette che se in certe roccaforti storiche operaie la Lega è dieci volte più forte un problema c’è: «Dipende da tante cose. Per cominciare, dalla concertazione, che ha ridotto gli spazi della contrattazione collettiva. A quel punto tanti hanno pensato: visto che le battaglie fatte con gli altri non mi danno niente, meglio che pensi a me stesso. Visto che non riusciamo a far pagare le tasse a tutti, meglio che mi tenga le mie. È un sentimento che può portare a guai seri. Perché se poi i conti non ti tornano devi inventarti un capro espiatorio. Di chi è la colpa della crisi? Del sistema capitalistico? No: dell’immigrato. E mi creda, la situazione può peggiorare ancora».

Non bastasse, riconosce, «siamo stati identificati con quelli della Casta». Lo dice anche Bertinotti... «Adesso sì. Ma al congresso il problema l’abbiamo posto noi. Lasciamo stare... E abbiamo pagato cari gli errori fatti dal governo Prodi. Cosa si aspettavano da noi, i nostri elettori? L’abolizione della legge 30, la riduzione della povertà, il riconoscimento di alcuni diritti civili, più sicurezze sul lavoro... Cosa gli abbiamo dato? Niente di niente». «Abbiamo perso due voti su tre, noi, per queste scelte. Se lo ricorda il 'tesoretto'? Quando ci siamo trovati quei soldi in più dovevamo distribuire reddito alle famiglie più povere. Invece Padoa- Schioppa ha preferito abbassare un po’ il debito pubblico».

Non era un obiettivo nobile? «L’Europa ci aveva fissato un parametro di 2 punti e mezzo. Noi no, abbiamo voluto andare oltre: all’1,9. E invece di dare quei soldi alle famiglie che stavano alla canna del gas (e che avrebbero capito che noi stavamo dalla parte loro) siamo andati ad alleggerire di 8 miliardi il debito. Assurdo: a 8 miliardi l’anno quanti ce ne vogliono per rientrare? Duecento anni! Non ha senso. Difatti Tremonti se ne fotte, del debito. E libera i soldi per distribuirli al suo blocco sociale». Sta teorizzando che è meglio stare sempre all’opposizione? «No, puoi anche stare al governo: ma solo se hai la forza per fare le cose che vanno fatte. Noi non ci siamo riusciti. E abbiamo perso due voti su tre».

Basta, adesso: «Occorre ripartire dai bisogni delle persone. Punto primo, i salari: altro che gabbie salariali! Bisogna arrivare invece a un salario minimo europeo. Unico modo per evitare una drammatica guerra tra i poveri e arginare il razzismo.

L’idea di uscire dalla crisi tornando ai contratti degli anni Cinquanta è insensata. Hanno fatto l’Europa della moneta, delle frontiere aperte, del più grande mercato del mondo? È ora di fare un passo avanti: un mercato del lavoro europeo, un sistema fiscale europeo, un sistema dei diritti e europeo». E poi «invece di privatizzare e liberalizzare puntiamo sui salari, sul riciclo dei rifiuti, sulle energie pulite... È indecente buttare via 14 miliardi di euro per comperare degli aerei militari. Liberiamo quei soldi per investirli nello sviluppo». Si accende un sigaro: «E poi, scusi, cos’è questa storia che chi vota il Pd o Di Pietro vota contro Berlusconi?». Non è così? «È una frottola. In Europa non stanno affatto contro Berlusconi. In Europa otto volte su dieci votano insieme». Su tutti, però, ce l’ha con la Bce: «È assurdo che la Banca centrale europea risponda ai tecnocrati delle banche centrali e sia interessata solo alla stabilità della moneta e non alla piena occupazione». Non fa il suo mestiere? «Per niente. Nel momento in cui lavora sui tassi, la Bce può fare salire la disoccupazione al 30%. Ma chi li ha eletti? Chi sono? Per conto di chi si muovono? In confronto la Banca federale americana è bolscevica».

Gian Antonio Stella

http://www.corriere.it/politica/speciali/2...44f02aabc.shtml (http://www.corriere.it/politica/speciali/2009/elezioni/notizie/ferrero_soglia_4_gian_antonio_stella_391aaf0e-50cd-11de-89ad-00144f02aabc.shtml)

MaRcO88
04-06-09, 16:03
http://photos-a.ak.fbcdn.net/photos-ak-snc1/v4650/24/100/1421303298/n1421303298_30405592_7914028.jpg

Gianky
04-06-09, 16:50
http://photos-a.ak.fbcdn.net/photos-ak-snc1/v4650/24/100/1421303298/n1421303298_30405592_7914028.jpg

Bellissimo il manifesto, ma, temo per voi, non vi permetterà di raggiungere il 4%.

MaRcO88
04-06-09, 17:38
Bellissimo il manifesto, ma, temo per voi, non vi permetterà di raggiungere il 4%.

ci proviamo!quello comunista è l'unico voto utile a sinistra


Il vero voto utile è quello alla Lista comunista e anticapitalista

di Claudio Grassi

Siamo ormai alla conclusione di questa importantissima campagna elettorale. Dopo la disfatta dell'Arcobaleno dell'aprile 2008 speriamo che con il 6 e 7 giugno si realizzi una inversione di tendenza, anche se tutto il percorso che abbiamo fatto in questo ultimo anno è stato in salita. Avevamo bisogno di ricostruire una connessione con la nostra gente, dopo la deludente esperienza del governo Prodi. Invece si è voluto fare un congresso di conta, tutto interno. Per l'ennesima volta una parte significativa del gruppo dirigente del partito, la cui posizione è stata democraticamente sconfitta in un congresso, anziché accettarne l'esito ha praticato una insensata scissione creando ulteriore delusione tra i compagni più semplici, quelli che da sempre tirano la carretta e che anche in questa campagna elettorale ci hanno detto: «Ma come è possibile? Siete in pochi, non contate quasi niente e ogni due anni vi dividete». Difficile dargli torto.
A maggior ragione se si considera che chi ha abbandonato Rifondazione, in nome di un grande progetto unitario, si è ritrovato a dar vita ad una lista - Sinistra e Libertà - che è dichiaratamente un cartello elettorale e che all'indomani del voto si scioglierà. Ancora oggi non riesco a capire come sia possibile che compagni e compagne che sono stati per tanti anni prima nel Pci e poi in Rifondazione Comunista possano trovarsi meglio in una lista con i socialisti di Bobo Craxi che non con una lista comunista come la nostra.
Così come non capisco come si possa auspicare che vada male per tutti, come ha fatto recentemente Fausto Bertinotti, poiché solo così, suo dire, solo ricominciando da capo, si potrebbe ricostruire una nuova forza di sinistra. Non è mai stato così. La stessa esperienza della Linke tedesca, così spesso evocata e la cui capacità di tenuta andrà verificata nel tempo, si è costruita solo grazie ai risultati positivi della Pds e non alla sua sconfitta.
Nonostante questo quadro difficile siamo riusciti a reagire e a costruire una lista che, al contrario di Sinistra e Libertà, non è un cartello elettorale, ma un progetto comune che vuole andare oltre il 6 e 7 giugno. Infatti noi ci presentiamo agli elettori con un programma condiviso assai avanzato e impegnativo, dichiarando un'appartenenza comune nel Parlamento europeo. A conferma di questo c'è l'impegno da parte del Prc, Pdci, Socialismo 2000, di costituire fin dal giorno dopo le elezioni un coordinamento politico che garantisca la continuità di questo progetto.
Nella difficoltà di questa campagna elettorale questo è stato l'argomento che più ha fatto presa tra i compagni e le compagne. Da un lato una svolta rispetto alla subalternità praticata nei confronti del centrosinistra negli ultimi anni, dall'altro un processo di ricomposizione delle forze pi vicine a sinistra, esigenza questa molto sentita nella nostra base. Da questo punto di vista, il riavvicinamento tra Prc e Pdci, con tutti gli enormi problemi che porta con sé, sia territoriali che di cultura politica, che dovremo affrontare, viene vissuto positivamente e ci ha dato una spinta alla campagna elettorale. Ma di tutto questo parleremo dopo il 7 giugno.
Con queste mie considerazioni mi preme lanciare un ulteriore appello. Tutti i sondaggi ci dicono che siamo a cavallo del quattro per cento. La nostra lista è l'unica che, a sinistra del Pd, può concretamente superare lo sbarramento. L'appello di Franceschini, sulla falsa riga di quello che fece Veltroni alle politiche, per il voto utile al Pd contro Berlusconi è totalmente insensato.
Se non arrivassimo al quattro per cento i nostri tre o quattro seggi non andrebbero affatto al Pd o alla sinistra, ma sarebbero ripartiti tra le forze più grandi, quindi andrebbero prevalentemente alla destra. Viceversa se superiamo il quattro per cento tutti i nostri voti farebbero scattare seggi di sinistra. Il vero voto utile quindi è per la nostra lista comunista e anticapitalista. Ma c'è un altro argomento su cui insistere in questo scorcio di campagna elettorale.
In questi 20 anni la sinistra oltre ad essersi vergognata di quello che è stata, buttando via il bambino con l'acqua sporca, ha continuamente cercato di andare al centro «moderando le proprie posizioni politiche. Su questa strada è stato sciolto il Pci, è stato fatto il Pds, poi i Ds, poi il Pd. Il tutto per essere affidabili, prendere il governo del Paese e da lì cambiare le cose. Risultato: il partito nato dalle ceneri del Pci - il Pd - è guidato da un ex Dc ed è più piccolo del Pci dell'ultima fase.
In compenso le destre non sono mai state così forti, i lavoratori e la Cgil così isolati e in un angolo. Un vero capolavoro. Forse è il caso di scegliere un'altra strada. Di ricostruire una sinistra e un partito comunista che non abbiano paura di essere tali. Che dicano forte e chiaro che anziché spendere i soldi per acquistare 131 aerei da guerra F35 (14 miliardi di euro) si poteva cercare di garantire un futuro a tutti i precari; che anziché dare il via libera per costruire il Ponte sullo Stretto di Messina (7 miliardi di euro) si potrebbe ammodernare tutto il sistema ferroviario del meridione, una sinistra e un partito comunista che ricomincino a dire chiaramente che senza il superamento del capitalismo non c'è soluzione che tenga, che questa crisi non è causata da un qualche mattacchione che ha esagerato in borsa, ma da un capitalismo stesso che produce sempre più beni, che per i lavoratori non possono acquistare perché hanno i salari troppo bassi e che, come in passato, potrebbero essere distrutti con una guerra.
Un importante strumento che abbiamo è anche l'appello al voto per la nostra lista, primo firmatario Pietro Ingrao e sottoscritto tra gli altri da Paolo Rossi, Mario Monicelli, Massimo Ranieri, Edoardo Sanguineti, Gianni Ferrara, Vauro, Massimo Carlotto, Piergiovanni Alleva, Ivan Della Mea e moltissimi altri. Facciamolo conoscere.
Usiamo questi ultimi giorni per parlare con tutti, per portare i nostri argomenti.
Su la testa. Ce la faremo.

link (http://www.esserecomunisti.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=29138)

MaRcO88
04-06-09, 17:39
Roma, 4 giugno 2009.

Comunicato stampa.

Nota stampa dell'ufficio stampa del Prc.

EUROPEE, LA LISTA COMUNISTA CHIUDE LA CAMPAGNA ELETTORALE IL 5 GIUGNO A ROMA CON FERRERO, SALVI E DILIBERTO E CON L'APPELLO DI INGRAO E ALTRI 200 PERSONALITA' "SE SEI DI SINISTRA DILLO FORTE!"

La campagna elettorale nazionale della Lista comunista e anticapitalista composta da Prc-Pdci-Socialismo 2000-Consumatori uniti verrà chiusa venerdì 5 giugno, a partire dalle ore 17, a Roma, presso la Residenza Ripetta (via di Ripetta 231). Vi prenderanno parte il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, il segretario nazionale del Pdci Oliviero Diliberto, il leader di Socialismo 2000 Cesare Salvi, che discuteranno dell'appello "Se sei di sinistra dillo forte!" promosso da Pietro Ingrao e da altri 200 esponenti del mondo della cultura, dello spettacolo, del mondo del lavoro, . Tra i sottoscrittori dell'appello, che finora ha ricevuto su Internet, all'indirizzo Rifondazione Comunisti Italiani - Su La Testa - Elezioni europee 2009 (http://www.unaltraeuropa.eu), 2020 adesioni, figurano - solo per citare alcuni dei promotori con Ingrao - gli scrittori Massimo Carlotto, Peppe Lanzetta e Fulvio Abbate, il poeta Edoardo Sanguineti, l'attore Massimo Ranieri, il regista Mario Monicelli, l'attore Paolo Rossi, il costituzionalista Gianni Ferrara, lo storico Angelo D'Orsi, i preti di stada don Franzoni e don Gallo, il cantautore Ivan della Mea, il fisico Carlo Bernardini, lo psichiatra Luigi Cancrini,

--
Ufficio stampa Prc-SE
____________________

WalterA
04-06-09, 23:00
Vale la pena di votare comunista anche solo per l'adesione del grande MARIO MONICELLI :D

MaRcO88
05-06-09, 17:09
Questa volta il voto comunista è proprio e solo alla lista unita Prc-Pdci

Giovedì 04 Giugno 2009 11:45 redazione
http://www.sinistracomunista.it/templates/ja_teline_ii/images/emailButton.png (http://www.sinistracomunista.it/index.php?option=com_mailto&tmpl=component&link=aHR0cDovL3d3dy5zaW5pc3RyYWNvbXVuaXN0YS5pdC9pb mRleC5waHA/b3B0aW9uPWNvbV9jb250ZW50JnZpZXc9YXJ0aWNsZSZpZD0xMD kwOnF1ZXN0YS12b2x0YS1pbC12b3RvLWNvbXVuaXN0YS1lLXBy b3ByaW8tZS1zb2xvLWFsbGEtbGlzdGEtdW5pdGEtcHJjLXBkY2 kmY2F0aWQ9Mzc6cGFydGl0byZJdGVtaWQ9MTUw) http://www.sinistracomunista.it/templates/ja_teline_ii/images/printButton.png (http://www.sinistracomunista.it/index.php?view=article&catid=37%3Apartito&id=1090%3Aquesta-volta-il-voto-comunista-e-proprio-e-solo-alla-lista-unita-prc-pdci&tmpl=component&print=1&page=&option=com_content&Itemid=150) http://www.sinistracomunista.it/templates/ja_teline_ii/images/pdf_button.png (http://www.sinistracomunista.it/index.php?view=article&catid=37%3Apartito&id=1090%3Aquesta-volta-il-voto-comunista-e-proprio-e-solo-alla-lista-unita-prc-pdci&format=pdf&option=com_content&Itemid=150)

http://www.sinistracomunista.it/images/stories/106414756_e8c6ab892c_m.jpgdi Norberto Natali
Un numero crescente di compagne e compagni, nel passato, ha smesso di votare per il PRC. Non certo perché lo ritenessero troppo comunista o troppo estremista. Chi scrive è tra questi e per le stesse ragioni, stavolta, vota per la lista PRC-PdCI.
Sarebbe un grave colpo di carattere continentale se il gruppo della Sinistra al Parlamento Europeo mancasse di rappresentanti italiani mentre questi ultimi, storicamente, ne sono stati la componente fondativa e per lungo tempo maggioritaria.

Un risultato incoraggiante alle europee favorirebbe tutte le necessarie correzioni e rettifiche conseguenti all’autocritica, già coraggiosamente avviata dal PRC la quale deve essere ancor più dispiegata. Si tratta di riguadagnare un saldo ancoraggio alle posizioni di classe da cui ci si era nel tempo allontanati. Questo obiettivo sarebbe più fragile ed incerto se venisse conseguito un altro risultato perdente e demoralizzante. Disperdere il voto non servirebbe come “monito” ma andrebbe a vantaggio di chi vuole ulteriormente disgregare il partito e liquidare qualsiasi residuo di identità comunista.
Lo scrivente è stato tra i primi (e finora con i maggiori consensi) a promuovere liste elettorali alternative al PRC e al PdCI: ma era in chiave di opposizione e di indipendenza dalle “gabbie” (leggi centrosinistra) del regime bipolare. Votare oggi per altre liste che si richiamano al comunismo avrebbe il significato opposto, dato che il voto al PRC-PdCI rafforza l’opposizione ed aiuta ad allontanare la subalternità al PD.
E’ stravagante la posizione di chi, finchè il PRC partecipava al governo o al centrosinistra, stava “dentro” ed oggi che il partito è all’opposizione e tenta una strada alternativa al PD presenta liste elettorali in contrapposizione per la ragione che…in passato (quando c’era pure lui) il PRC partecipava al governo!
Il carnevale elettorale cerca di far apparire il voto per Di Pietro come un’incisiva alternativa al voto comunista. Per l’appunto. Finchè è utile per togliere voti ai comunisti Di Pietro assume le posizioni odierne, se molti però cadessero nel tranello e dunque il PRC risultasse ancor più debole ed emarginato, allora capiremmo –troppo tardi- a cosa serve il voto alla sua lista.
Se per un malinteso senso critico dovessimo disperdere il voto oggi, sarebbe come andare a votare SI al referendum del 21 giugno prossimo il quale ripristina il sistema elettorale che fu essenziale per l’instaurazione della dittatura fascista.
La dispersione del voto non avrebbe alcun significato “critico”, infine, poiché a far perdere voti provvedono già diversi dirigenti dei due partiti, per via di errori e difetti presenti anche in questa campagna elettorale.
Non sono un Vattimo qualsiasi ma una persona –al pari (o ancor meno) di tante e tanti altri- caricato di importanti responsabilità. Sono, infatti, un proletario comunista, nipote e figlio di partigiani ed operai comunisti, lotto per la ricostituzione del PCI: per questo voto la lista unitaria PRC-PdCI.

Questa volta il voto comunista è proprio e solo alla lista unita Prc-Pdci (http://www.sinistracomunista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1090%3Aquesta-volta-il-voto-comunista-e-proprio-e-solo-alla-lista-unita-prc-pdci&catid=37%3Apartito&Itemid=150)

contropotere
05-06-09, 17:28
[SIZE=4]Messaggio di fine campagna elettorale

E De Vita dov'è finito ?. Troppo imbarazzante, vero :sofico: ?.


Bellissimo il manifesto, ma, [B]temo per voi, non vi permetterà di raggiungere il 4%.

Ma che stai a dì. Temo per i compagni ???. Dimmi che stai a scherza :sofico:


Vale la pena di votare comunista anche solo per l'adesione del grande MARIO MONICELLI :D

Non è vero :1097:

MaRcO88
05-06-09, 19:22
E De Vita dov'è finito ?. Troppo imbarazzante, vero :sofico: ?.



devita appoggia la lista e basta

WalterA
06-06-09, 00:22
Non è vero :1097:

Non capisci un tubo di cinema :crepapelle:

trenta81
06-06-09, 08:28
mi sembrano strane certe cose del programma, in eu i comunisti sono diversi per fortuna

contropotere
06-06-09, 12:05
devita appoggia la lista e basta

Il logo della vostra lista reca anche il riferimento alla denominazione del movimento di devita. Ne concludo che è parte integrante della vostra alleanza.


Non capisci un tubo di cinema :crepapelle:

Cosa centra. Un gran registra può anche non capire di politica :chefico:

MaRcO88
06-06-09, 12:08
Il logo della vostra lista reca anche il riferimento alla denominazione del movimento di devita. Ne concludo che è parte integrante della vostra alleanza.




si, xkè appoggia ufficialmente la lista, ma per dire, non credo abbia candidati.

MaRcO88
06-06-09, 13:54
Vauro: Voto pensando a Pasolini e alla "Bandiera Rossa"

di Roberta Ronconi

Tra i firmatari dell’appello “Se sei di sinistra, dillo forte”, lanciato dalla lista comunista per le Europee con primo firmatario Pietro Ingrao, c’è anche lui, Vauro. Vignettista, satirista, editorialista, pacifista e soprattutto comunista, Vauro in realtà di alzare molto la voce in questi giorni non sembra aver voglia. Intorno a lui, del resto, ce n’è già parecchi a fare cagnara, ad alzargli la voce contro, a contrastare il suo lavoro sino a censurarlo. Storia recentissima, quella di poco più di un mese fa, che lo ha visto “sospeso” dalla partecipazione al programma “Anno zero” dal dg Rai Mauro Masi per le sue vignette sul terremoto abruzzese e i rischi di speculazione (politica e non solo) sulle disgrazie altrui. Se Vauro fosse tipo da montarsi la testa, il tasso di pericolosità attribuitogli in quei giorni dai nostri governanti ne avrebbe potuto fare un vero narcisista, un idolatra di se stesso. Invece...«Invece quello che è successo e succede a me sinceramente non mi sembra di grande interesse - si schernisce, ridacchiando, il pistoiese -. Queste cose le digerisco con una certa facilità. Non ho la vocazione del martire e continuerò tranquillamente a fare il mio lavoro, in modo onesto».

In che momento della tua vita e delle tue riflessioni ti incontrano queste elezioni europee? Ti sono successe diverse cose pesanti in questi ultimi tempi...

Ripeto, i miei casi non mi pesano. Mi pesa invece l’orribile sensazione di fondo che ricavo nell’osservare lo stato di salute di questo paese. E il livello di conformismo censorio che ha raggiunto. Questo sì, mi fa male.

Tu, che intimamente sei un uomo di pace, ti ritrovi spesso al centro di conflitti. Sia reali, come quello in Iraq, sia virtuali, come quello che ti ha visto protagonista ad “Anno zero”. Una condizione d’animo contraddittoria...

Una contraddizione che mi porto anche dentro le urne. Perché io voterò, come ho già dichiarato, la lista congiunta di Rifondazione e Pdci, due partiti che a suo tempo votarono entrambi per le missioni militari italiane. Un errore che somiglia a un orrore e che mi ha trovato e mi trova ancora profondamente contrario. Fu allora che decisi di uscire dall’attività diretta di partito, defilandomi un po’. Quella scelta, a mio avviso terribilmente sbagliata, ancora non l’ho superata. Dirò di più, quella scelta credo sia uno dei motivi che hanno fatto allontanare una parte dell’elettorato sia da Rifondazione che dal Pdci. Spero però che mai più si ripeta un errore simile.

Con quale spirito, allora, vai a votare?

Con lo spirito che mi suggerisce ogni giorno una poesia di Pier Paolo Pasolini attaccata ad una parete del mio studio. E che spero tutti i dirigenti dei nostri partiti conoscano. Si intitola “La bandiera rossa” e la sua parte finale è la mia fonte di ispirazione in queste elezioni: “Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa, sta per non conoscerti più, neanche con i sensi/ tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie/ ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli”.

La bandiera rossa. Sei molto legato a questo simbolo?

Più che al simbolo, a ciò che rappresenta, cioé ai poveri che sono sempre di più. Ecco, parafrasando ancora la poesia di Pasolini...noi la bandiera l’abbiamo quasi fatta diventare uno straccio e il suo colore è talmente sbiadito che i nostri sensi quasi non lo percepiscono più. Ma speriamo che almeno, ancora una volta con queste elezioni, sapremo affidare questo nostro simbolo alle mani dei più poveri, perché siano loro a sventolarlo.

Quando parli di poveri, tu che hai una dimensione non italocentrica del mondo e visto che parliamo di elezioni europee, a chi ti riferisci? A parti del mondo o anche a parte della nostra società? Sai, Berlusconi dice che da noi nessuno muore di fame...

Quando parlo di povertà mi riferisco alla povertà culturale, alla povertà di prospettive per i giovani, alla povertà materiale di una generazione senza lavoro. Ma anche alla povertà degli immigrati, dei carcerati, dei pensionati, degli operai. Alla povertà di un’etica e di una morale che ci fanno vivere circondati da un panorama desolante. E infine mi riferisco ad una miseria che ci riguarda tutti, la miseria della speranza. Contro queste povertà combatto e contro queste povertà darò il mio voto.

da "Liberazione" del 5 giugno 2009

AlBeRtO
22-06-09, 23:39
E per chi altri poteva votare Vauro? :O

Sinceramente...Andate a farvi fottere, voi comunisti "anti-capitalisti", non avete ancora capito un beato cazzo della realtà e tantomeno dell'Economia. Siete un branco di scimmie indottrinate che favoleggiano di cose che nemmeno capiscono e usano le parole a sproposito, e i risultati di questa prassi si vedono.

contropotere
23-06-09, 11:06
E per chi altri poteva votare Vauro? :O

Sinceramente...Andate a farvi fottere, voi comunisti "anti-capitalisti", non avete ancora capito un beato cazzo della realtà e tantomeno dell'Economia. Siete un branco di scimmie indottrinate che favoleggiano di cose che nemmeno capiscono e usano le parole a sproposito, e i risultati di questa prassi si vedono.

Guarda che quelli di cui si parla sono comunisti solo nominalmente.
A loro interessa solo il potere per il potere e per conservarlo sono disposti a far parte di governi antipopolari.
Poi accade che questi governi si sciolgono, nasce il PD e loro sono costretti a correre da soli atteggiandosi ad unica alternativa al sistema.
Non offendiamo i comunisti: quelle in questione sono delle puttane che venderebbero propria madre pur di mantenere la poltrona.

MaRcO88
23-06-09, 14:10
bla bla bla

contropotere
23-06-09, 14:47
bla bla bla

I vostri "bla bla bla" sono ciò di cui si sono accorti i vostri oramai ex elettori che vi hanno condannato a rimanere esclusi tanto dal parlamento nazionale quanto da quello europeo :sofico:

MaRcO88
23-06-09, 15:13
I vostri "bla bla bla" sono ciò di cui si sono accorti i vostri oramai ex elettori che vi hanno condannato a rimanere esclusi tanto dal parlamento nazionale quanto da quello europeo :sofico:

chiaro, chiaro