. "sic transit gloria mundi" (cit.) .
Ho letto solo ora. Condoglianze.
Sentite condoglianze ps. ho ancora la spilla. E' assieme alle altre 5mila della mia collezione.
le mie più sentite condoglianze per la tua perdita.
Originariamente Scritto da trash Quando la morte è una "buona morte" come quelle di una volta, nel letto di casa, con i figli vicini che ti tengono la mano (e un po' di morfina per alleviare i sussulti dell'agonia), senza aver mai visto l'ospedale, e dopo una lunga vita, sembra tutto più accettabile e sopportabile; così va la vita e così dovrebbe andare la morte se si è fortunati. E' vero, ma anche per avere diritto a poter morire così occorrono una serie di combinazioni e di intrecci che non sono facili da realizzare. La tua mamma è stata davvero fortunata a poter morire così: per altri è un lusso che bisogna strappare con un dispendio di energie e di fatica enormi. Ti abbraccio.
C'è una tenerezza infinita mescolata ad una certa quantità di mestizia nella narrazione del ricordo allacciato alla morte della mamma. Trasmette l'ineffabile tristezza di un addio.
Quando la morte è una "buona morte" come quelle di una volta, nel letto di casa, con i figli vicini che ti tengono la mano (e un po' di morfina per alleviare i sussulti dell'agonia), senza aver mai visto l'ospedale, e dopo una lunga vita, sembra tutto più accettabile e sopportabile; così va la vita e così dovrebbe andare la morte se si è fortunati.
Delicatissimo, ma ugualmente triste il tuo annuncio, trash. Sicuramente quel refolo di vento fresco era una carezza e ne seguiranno ancora, insieme al succedersi di fatti e sogni che ti faranno sentire la sua presenza. Mi dispiace. Condoglianze.
Tu sei bravo, calmo e compassato, io non riesco nemmeno a pensarci.
Grazie, così ha più senso. I primi piani travisavano la misura e sembravano piccole sculture. Così invece riacquistano un senso di tenerezza, essendo minute, come misura giusta per essere tenute in mano da una bambina.
Originariamente Scritto da iki-sagitta quanto sono grandi queste 3 bambole? e sono anche queste di terracotta? sembrano di pietra. più o meno, la testa è alta due o tre centimetri, è sicuramente terracotta e ha un foro sotto al collo dove probabilmente era fissato uno snodo di cordicella per lasciarla mobile: qualcosa tipo questa: SEZIONE DONNE
quanto sono grandi queste 3 bambole? e sono anche queste di terracotta? sembrano di pietra.
"Queequeg era un nativo di Rokovoko, un'isola molto lontana verso sud-ovest. Non la troverete segnata in nessuna mappa: i luoghi veri non lo sono mai." (Hermann Melville, "Moby Dick o la Balena") L'unica Isola del Tesoro verso cui salperei è l'isola che non c'è: non quella tanto inflazionata di Peter Pan, ma l'isola che non c'è di Queequeg, il Maori tatuato di Melville:l'isola di Rokovoko. Di Rokovoko (o Kokovoko in altre edizioni del Moby Dick) effettivamente pare non ci sia nessuna notizia - che non sia riferita alla citazione melvilliana - nemmeno su Google. A ulteriore riprova, ecco un'altra verifica: nella mucchia delle mie vecchie carte non poteva mancare una mappa ottocentesca dell'Oceania; eccone qua un estratto: La datazione della mappa è piuttosto incerta: l'Australia si chiama ancora "Nuova Olanda" (fino al 1849 era la denominazione ufficiale dell'Australia) , la Tasmania si chiama terra di Diemen e la Nuova Zelanda si chiama Tasmania. La longitudine è calcolata sul meridiano di Parigi, forse un ultimo residuo della cartografia napoleonica prima dell'avvento del meridiano di Greenwich. Un dettaglio sulla zona di origine di Queequeg tuttavia non rivela alcun Rokovoko né Kokovoko: a riprova dell'affermazione proto-borgesiana di Melville, quella che fa di Rokovoko la mia isola preferita, "Non la troverete segnata in nessuna mappa: i luoghi veri non lo sono mai". Dell'unica mappa che avrebbe potuto raffigurare anche Rokovoko esistono forse solo lacere rovine nei deserti del Sud-Ovest, come scrive Suàrez Miranda nel suo "Viaggi di uomini prudenti": In quell'Impero, l'Arte della Cartografia raggiunse tale Perfezione che la mappa d'una sola Provincia occupava tutta una Città, e la mappa dell'impero, tutta una Provincia. Col tempo, codeste Mappe Smisurate non soddisfecero e i Collegi dei Cartografi eressero una Mappa dell'Impero, che uguagliava in grandezza I'Impero e coincideva puntualmente con esso. Meno Dedite allo Studio della Cartografia, le Generazioni Successive compresero che quella vasta Mappa era Inutile e non senza Empietà la abbandonarono alle Inclemenze del Sole e degl'Inverni. Nei deserti dell'Ovest rimangono lacere Rovine della Mappa, abitate da Animali e Mendichi; in tutto il Paese non è altra reliquia delle Discipline Geografiche. (Suàrez Miranda: Viaggi di uomini prudenti, libro quarto, cap. XLV, Lérida, 1658.) A proposito di Suàrez Miranda, mi sa che forse non esiste nemmeno lui ed è una invenzione di Borges, visto che su Google esiste solo nella citazione di Borges...
bando alla pigrizia: quando salpiamo, forti della Mappa ?
solo il corpo giace nel sepolcro.
Carino sto gioco
ah ecco chi era maxhead.org
Grazie ;-)
quelli li trovi anche in encipolpedia... Incubo a Pankow