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Papa Francesco e gli animali in paradiso

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Papa Francesco: “Anche gli animali vanno in paradiso”

Tra le varie battaglie che nel corso dei secoli si sono susseguite contro la Chiesa, una è sicuramente quella dell’anima degli animali. Secondo il clero infatti ufficialmente tutti gli animali sono creature di Dio, e non figli di Dio, per questo senz’anima e senza possibilità di andare in paradiso. Papa Francesco ha cambiato la tendenza, aprendo alla prospettiva del paradiso anche per gli animali. L’annuncio è stato fatto durante un’udienza generale dedicata al tema della vita e della morte. Su questo argomento il Pontefice ha citato l’apostolo Paolo che ad un bambino in lacrime per la morte del suo cane aveva risposto: “Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo”.

Anche Giovanni Paolo II in passato aveva adottato una linea simile, affermando che non solo gli uomini e le donne, ma anche gli animali hanno un “soffio divino”


Una svolta storica quella del Papa, d’ora in poi cani, gatti, pesci rossi e tutti gli altri animali, domestici e non, avranno la speranza di una vita eterna. L’ennesimo passo avanti di una Chiesa che per troppo tempo era rimasta ancorata a canoni antichi e fuori tempo, e che grazie a Francesco si è rinnovata. D’ora in poi non c’è più “il paradiso dei cani”, ma per tutti lo stesso paradiso. D’altra parte, che brutto posto sarebbe stato un mondo ultraterreno senza animali?

Papa Francesco: "Anche gli animali vanno in paradiso" - The Roman Post



GIOVANNI PAOLO II 'ANCHE LE BESTIE HANNO UN' ANIMA COME GLI UOMINI'



CITTA' DEL VATICANO Anche le bestie hanno un' anima. A dirlo è stato Giovanni Paolo II che ha affermato: Non solo l' uomo, ma anche gli animali hanno il soffio-spirito di Dio. Papa Wojtyla lo ha ricordato alle migliaia di fedeli convenuti in Vaticano per la tradizionale udienza generale del mercoledì. Trattando il tema l' azione creatrice dello spirito divino, Giovanni Paolo II cita la sacra scrittura che spiega come Dio sia intervenuto per mezzo del suo soffio, o spirito, per fare dell' uomo un essere animato: Nell' uomo dice c' è un alito di vita, che proviene dal soffiare di Dio stesso. Nell' uomo c' è un soffio o spirito che assomiglia al soffio o spirito di dio. Ma il libro della genesi, però, non accenna, parlando della creazione degli animali, ad una relazione così stretta col soffio di Dio. Altri testi, tuttavia, dice Giovanni Paolo II, ammettono che anche gli animali hanno un alito o soffio vitale e che l' hanno ricevuto da Dio. Sotto questo aspetto l' uomo, uscito dalle mani di Dio, appare solidale con tutti gli esseri viventi. Così il salmo 103-104 non pone distinzione tra gli uomini e gli animali quando dice, rivolgendosi a Dio creatore: Tutti da te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono. Poi il salmista aggiunge: Se togli loro il soffio, muoiono e ritornano nella polvere. Mandi il tuo soffio, sono creati e rinnovi la faccia della Terra. L' esistenza delle creature conclude il papa dipende dunque dall' azione del soffio-spirito di Dio, che non solo crea, ma anche conserva e rinnova continuamente la faccia della Terra. Ovviamente soddisfatta la reazione di don Mario Canciani, parroco di San Giovanni dei Fiorentini a Roma, che ormai da tempo apre le porte della chiesa agli animali. L' ultima benedizione per cani, gatti ma anche a tartarughe e a canarini c' è stata il 4 gennaio scorso. Il papa non è nuovo a questo genere di aperture. Infatti ha dedicato loro un passo nell' enciclica Sollicitudo rei socialis.
GIOVANNI PAOLO II 'ANCHE LE BESTIE HANNO UN' ANIMA COME GLI UOMINI' - la Repubblica.it




Papa Giovanni Paolo II:

“la Genesi ci mostra Dio che soffia sull'uomo il suo alito di vita. C'è dunque - disse - un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio. Gli animali non ne sono privi”

Passo a cui si riferisce il Papa:
Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente

And the LORD God formed man of the dust of the ground, and breathed into his nostrils the breath of life; and man became a living soul.
Genesis 2:7


Ricognizione storico - filologica.

In ebraico nefeš che significa respiro sarà un termini spesso tradotto con anima nella Bibbia.

Ancient Near-Eastern cultures held a characteristic set of beliefs about the human soul and the life beyond the grave. All of them distinguished between the ‘flesh’—the human body, and the ‘breath’—the animating life force. In Hebrew, the body was called bāsār (related to Arabic bašar, ‘man’), and the ‘breath’ nefeš (compare to the Arabic nafs).
The Hebrew word nefeš, literally meaning ‘breath,’ is the word most often translated as ‘soul’ in the Bible.
http://bahaiteachings.org/breath-soul

lo Spirito Santo in ebraico è nominato רוח הקודש, "ruah hakodesh"
In ebraico spirito רוח ("ruah"), nome di genere femminile che significa anche vento, respiro che verrà tradotto con pneuma nella teologia cristiana
Il termine utilizzato dai cristiani per definire lo spirito santo era πνεύμα (pneuma) che significa "respiro", "aria", "soffio vitale".

Infine in greco e poi in latino.
ànima s. f. [lat. anĭma, affine, come anĭmus, al gr. ἄνεμος «soffio, vento»]


Gli animali possiedono quindi - secondo Papa G.P. II - il soffio - spirito di Dio che è (o genera) l'anima.


According to Genesis 2:7 God did not make a body and put a soul into it like a letter into an envelope of dust; rather he formed man's body from the dust, then, by breathing divine breath into it, he made the body of dust live, i.e. the dust did not embody a soul, but it became a soul—a whole creature.[7]






Papa Francesco I:

“Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo”

Se si ha qualche dubbio inerente all’interpretazione da attribuire a questa affermazione si consideri:

Da quando i papi cambiano il proprio nome al momento dell'accesso al pontificato, il motivo più frequente per il cambio del nome è un riferimento ad un predecessore non troppo lontano, verso il quale il nuovo eletto intende esprimere la propria gratitudine per motivi personali. Questa usanza viene chiamata col termine latino pietas, che in questo caso si può tradurre con "venerazione" o "gratitudine".
https://it.wikipedia.org/wiki/Nome_p...cale#La_pietas

Che dire quindi della scelta del nome di un santo “animalista” per antonomasia, tanto distante nel tempo? Questo è un chiaro indizio dell’affinità di vedute con il Santo che implica la predilezione per tutte le creature, oltre ovviamente all’impegno verso gli uomini, specialmente i più umili.

Aggiornato il 03-10-16 alle 00:40 da Amoralizzatore

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