Benvenuto in Termometro Politico - Forum.
Visualizza Feed RSS

Lo stagno dei fuochi fatui

Perchè la felicità....

Valuta Questa Inserzione
Amo molto la musica rebetika, che sento in profondità.

Qualcuno potrebbe chiedersi, conoscendomi un poco, il perchè di questa contraddizione. Cosa spinge una cultrice di studi tradizionali e quindi di un certo assetto aristocratico dell'esistenza, a fare queste passionali incursioni, questi bagni ripetuti in un ambito che rappresenta l'esatto contrario di quanto professato? Come si scende dalle altezze per impregnarsi di ciò che è il suo opposto?

In realtà non è la miseria esteriore che mi è aliena, ma quella interiore. Non è la povertà, la mancanza di orpelli esterni che mi trova distante, ma l'assenza di valori umani oltre che superiori a farmi sentire estranea. Non è la robusta qualità del popolo sofferente ad allontanarmi, bensì la volgarità interiore, la bassezza morale, non la necessità di coloro che avverse fortune hanno privato di tutto.

In verità la mia anima profonda non è per nulla aristocratica, se per aristocrazia si intende gelida distanza, indifferenza, freddezza nei confronti di chi guarda verso l'alto in attesa di protezione e aiuto.

Nel profondo di ogni donna compiuta, io credo, latita una madre. Una grande madre che vuole bagnarsi nello stesso liquido amniotico dei suoi figli.

Rembetiko: Music of the Outsiders - Part 4 - YouTube

In questo video, realizzato verso il 1988 in diverse parti con la storia del rebetiko, vi sono due brevi composizioni di uno dei rappresentanti più conosciuti della musica rebetika, Yorgos Mouflouzelis, nato nel 1917, ed una intervista che fa capire da cosa nasceva la musica di questa sottocultura popolare, fiorita nei bassifondi dove imperavano miseria estrema, violenza, malaffare, prostituzione, alcool, droga come sola fonte di consolazione dalle impervietà di una vita durissima e miserabile.

In questa piccola intervista vi è tutto: povertà totale, il matrimonio con una prostituta, con la quale viveva nonostante tutto felice a pane ed olive, il secondo matrimonio con una donna "perbene" che poi lo abbandona con il figlio di soli due anni. E la povertà e la solitudine che gli imponevano di andare comunque a suonare nelle taverne anche con il figlioletto ammalato, per il quale gli avventori raccoglievano offerte onde farlo curare. C'è tutta l'anima del rebetiko, la disperazione di un'esistenza quasi senza speranze, la grande tristezza di chi ricerca vanamente un po' di gioia nella vita.

Senza travorla mai. Perchè...
"Charà einai àpiasto poulì.." La felicità è un uccello che non si fa afferrare"

Ecco l'anima profonda della Tradizione che insegna la vanità del tutto, l'assoluta impermanenza, la provvisorietà di ogni barlume di gioia in questo mondo caduco: ciò che gravita profondamente dentro di me.

Ecco perchè.
Categorie
Non Categorizzato

Commenti

  1. L'avatar di Ucci Do
    Nell'intervista racconta che con la prostituta, in uno spasalizio d'amore, pane e olive, fu felice...mentre dal secondo matrimonio con una rispettabile signora ottenne solo un abbandono.

    L'amore non ha stilemi.
  2. L'avatar di primahyadum
    Ma certo che l'amore non ha stilemi!

    L'amore è sempre puro, da chiunque provenga. ed è con grande semplicità che Mouflouzelis dice: " m'agàpisse...che tin agàpissa.." (mi amò...e io l'amai). In queste poche parole è racchiuso tutto l'universo che era loro bastevole.

    Invece la " noikokira", signora rispettabile, in questo universo era un corpo assolutamente estraneo e fonte di solo dolore.
N. Post: