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Ma gli italiani sognano pecore elettriche?

Ho visto tram che voi italiani non potete neanche immaginare...

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Diamo inizio a questo spazio di riflessione e confronto con voi lettori annoiati.

E' passato quasi un anno da quando ho lasciato il cosiddetto "bel paese" e ho osservato l'evolversi della situazione italiana con sguardo esterno e in maniera molto più rilassata di un tempo.
Una domanda che spesso mi pongono oltreconfine riguarda il perché l'Italia con tutte le sue ricchezze si è ridotta ad un livello tale da far fuggire tutti i suoi giovani (e meno giovani) abitanti verso altri lidi. E ogni volta non so mai esattamente come rispondere. Non credo che esista una risposta unica a tutto questo, ne tanto meno è facile racchiudere in un semplice dibattito davanti ad una birra il processo sociologico che è in atto in Italia dal dopo guerra ad oggi.
Qualche amico sotto voce mi suggerisce di tirare fuori l'asso dalla manica sempre utile per dare una risposta a questa domanda. Ma rispondere citando il nome di Silvio Berlusconi sarebbe un'enorme forma di minimizzazione di ciò che succede nella società italiana. E inoltre a me suona molto come una scusa.
Per cui nel rispondere a questa domanda cerco accuratamente di non nominare quel personaggio politico, anche se poi magari lo nomina il mio interlocutore.
Ultimamente ho trovato una metafora che sento come molto veritiera per spiegare i problemi dell'Italia, io la definisco la metafora del Tram. Nella mia attuale cittadina estera si gira parecchio in tram, anche chi ha l'auto generalmente tende a lasciarla a casa e a prendere il tram laddove debba spostarsi in centro città o nell'immediata periferia, per cui risulta essere un mezzo molto utilizzato. Quando sali su un tram solitamente è cortesia lasciare prima scendere coloro che sono arrivati alla propria fermata e solo successivamente salire sul mezzo. Qua da me questo avviene in maniera molto ordinata. Le persone non si camminano sopra, non si spingono, non cercano di fare la corsa ai "posti a sedere liberi". Semplicemente rispettano alcune semplici regole non scritte e di buona educazione.
Al contrario provate a prendere un tram o un bus in Italia. Ricordo che fin da ragazzini c'era la gara a chi riusciva ad infilarsi prima sul mezzo per occupare i posti liberi o quello cosiddetti "strategici" (solitamente erano i posti in fondo dove ti sentivi più libero di fare casino). E crescendo il comportamento delle persone non è certo migliorato. Nelle rare volte in cui ritorno al bel paese mi ritrovo ad essere spettatore di scene raccapriccianti. Persone di tutti i generi e di tutti i tipi che dribblano le vecchiette per fregare loro il posto, madri con figli piccoli che devono sollevarsi da sole i passeggini pur di salire sul mezzo, ragazzini (e non) che si mettono a sbraitare se c'è da aspettare qualche minuto in più per dare il tempo ad un disabile di salire sul mezzo. Per non parlare delle orde di ragazzini che pensano di essere proprietarie del mezzo in questione, che non pagano il servizio e che, dinnanzi al "controllore", o scappano saltando dai finestrini o iniziano ad insultarlo. Non voglio dire che dove sto io non esistano persone maleducate, ma il comportamento generale, la "norma", è esattamente l'opposto di quello che si può trovare in un bus o un tram italiano (a prescindere dalla latitudine).
E l'Italia è sostanzialmente un grande tram dove tutti cercano il modo di passarsi sopra l'uno con l'altro, dove le regole o le imponi a livello legislativo (anche se poi non riesci a farle rispettare) oppure non puoi aspettarti che il cittadino si autoregoli da solo, dove il senso civico è stato completamente dimenticato e dove chi è più furbo diventa una persona degna di rispetto.
E fidatevi se vi dico che dalle mie parti questa metafora rende molto bene il concetto.

Commenti

  1. L'avatar di Traiano
    bell'articolo. Aggiungerei anche fuor di metafora che nei paesi civili i mezzi pubblici funzionano e sono in orario. Qui in Italia , tranne alcune buone eccezioni, certamente non ti puoi fidare dei mezzi pubbllici...
N. Post: