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Maestrale

Perché Maestrale

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Molti velisti conoscono, e giustamente temono, il vento di cui porto il nick: il maestrale se lo incontri sulle coste francesi davanti alla Valle del Rodano, in Corsica o in Sardegna può fare brutti scherzi, le sue mareggiate furiose sono memorabili da quelle parti.

Ma in Versilia, dove ho passato le mie estati da adolescente fino ai miei 20 anni circa, il maestrale invece è un vento buono che tutti auspicano, almeno nei mesi più caldi: pulisce il cielo e spazza via le nubi, regalando il bel tempo senza alzare troppo le temperature (viene da nord, quindi è fresco).

Lo so bene perché da ragazzo quando andavo con la mia famiglia in vacanza a Viareggio seguivo spesso mio zio in barca, mentre cugini, sorelle e genitori se ne stavano sotto l'ombrellone tutto il giorno... è una cosa che non ho mai compreso: come si fa a passare le giornate in spiaggia senza far nulla? Per me era una tortura, in acqua mi divertivo ma poi sulla spiaggia m'annoiavo tremendamente. Mio zio lo sapeva, lui era un pò come me. Mi strizzava l'occhio e mi diceva: "andiamo al porto?" e io saltavo sempre in piedi come una molla per andargli dietro. Massimo mezz'ora e io e lui sfrecciavamo sulla sua barchetta a vela in mezzo al Mar Tirreno. Mi faceva anche guidare, cosa che naturalmente sarebbe vietata per un minorenne... lo faceva solo quando eravamo proprio soli in alto mare, facendomi provare quella libidine tipica dei quattoridicienni quando fanno qualcosa di unico e proibito, da raccontare a tutti i compagnetti di classe quando ricomincia la scuola a settembre.

Dunque ho scelto il nick Maestrale perchè evoca alcuni bei ricordi della mia gioventù: comprendere quale fosse il vento della giornata era una ricorrenza, e il maestrale a differenza del libeccio era il vento che favoriva il mare calmo o poco mosso e le belle giornate, quindi il vento buono che permetteva di salpare. Ho sentito la voglia di raccontarlo nel mio blog perché stamattina alle 5 mio zio è partito per la sua ultima regata dalla quale non tornerà più, un tumore al midollo osseo se l'è portato via in pochi mesi. Il decorso della malattia è stato rapidissimo, rispecchiando pienamente lo stile dell'uomo: l'aveva scoperta meno di un anno fa, si è sottoposto a qualche chemio ma non ha mai smesso di vivere la vita, non riusciva a stare in casa era più forte di lui, anche con una malattia così grave alla sua età. Mi hanno raccontato che quest'estate, solo pochi mesi fa, ha voluto correre ancora con la sua barca un paio di gare, a 82 anni. Pare che abbia vissuto come sempre fino a 3 settimane fa. Poi, improvvisamente, il rapido peggioramento a tempi di record... quasi che abbia accelerato le "operazioni finali" per non vivere l'ultima parte della sua vita da invalido: conoscendolo avrebbe preferito morire subito piuttosto che farsi imboccare a letto. E così è stato, la fase terminale è durata solo una o due settimane.

Non lo vedevo da anni, abitando in un'altra ragione le occasioni di incontrarsi non erano molte e i contatti si erano fatti sempre più sporadici, anche perchè la mia insofferenza verso la vita da spiaggia mi ha portato a scegliere la montagna e non il mare come meta di vacanza negli ultimi anni. Ma oggi che improvvisamente è mancato mi ritrovo molto più triste di quel che immaginavo: mi sono reso conto, come spesso capita in questi casi, che nonostante sia passato molto tempo gli volevo ancora bene. Mi dispiace di non aver avuto il modo di dirglielo, ciao zio.

Aggiornato il 27-09-15 alle 14:51 da Maestrale

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Commenti

  1. L'avatar di Maestrale
    grazie PI
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