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Lo stagno dei fuochi fatui

Il settimo velo

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Chi non ha sentito parlare della “danza dei sette veli”? Un mito, una leggenda, un episodio dello scritto biblico. Invece si tratta di una danza che un tempo fu sacra, riguardando l’insegnamento misterico segreto.

Nella danza una donna si libera via via di sette vestimenti fino a restare completamente nuda. Ciò che oggi è divenuto solo folklore in realtà rappresentava un simbolismo rituale tra i più potenti e suggestivi poiché la donna era espressione della Natura, del suo grande principio femminile immanente e trascendente e i veli che via via cadevano erano il graduale dispiegarsi e disoccultarsi di aspetti nascosti della sua essenza profonda. La potenza femminile si denudava gradatamente spogliandosi di ogni forma fino a mostrarsi nella sua più segreta ed elementare natura. Si trattava, nel linguaggio del simbolo, di quella “nudità abissale” terrifica e potenzialmente letale che il neofita avrebbe dovuto soggiogare per oltrepassarla al fine di conquistare ciò che era assoluto. Donna come sostanza primitiva nascosta sotto le infinite forme della manifestazione, donna come ricettacolo di segreti da disvelare per scoprire l’elemento primo della misteriosa natura madre.

Il simbolismo del “sette” si ritrova anche nel mito di Ishtar che scendendo all’Ade e attraversando sette porte lascia in ognuna una parte dei suoi vestimenti. La visione della Donna nella sua nudità era considerata terrifica in quanto espressione della sostanza prima “vergine” e non ordinata, suscettibile di risucchiare il neofita nel suo gorgo se costui non sia in possesso delle doti di virilità trascendente e reintegrato nel suo proprio principio. Dunque la nudità è preclusa ai non qualificati poiché vedere Diana nuda uccide Atteone nel mito e sempre nel mito la visione di Athena nuda acceca Tiresia.

Ma tracce di questi antichi simbolismi sono ancora presenti in alcune culture. La copertura della donna nella cultura dell’Islam non è che una propaggine di questi antichi significati ai quali se ne sono sovrapposti altri. La visione della donna integralmente scoperta è interdetta a tutti coloro che non siano suo marito. Ella si copre perchè la Natura è mistero e il velo d’Iside solo uno può sollevarlo senza conseguenze. La donna si vela perché in essa è oscuramente percepita la potenza abissale legata al suo sesso e dunque al suo principio trascendente. E se torniamo indietro nella memoria sempre la donna nella storia si è coperta in qualche modo il capo nel mostrarsi all’esterno nelle civiltà tradizionali. Si è razionalizzato questo gesto riconducendolo alla modestia femminile…ma i suoi significati sono antichi e perduti. E molto affascinanti.


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Commenti

  1. L'avatar di testadiprazzo
    La simbologia del sette è vastissima..e si origina da quella geometrica..dove alle sei direzioni *dello spazio si unisce il centro che è la settima direzione..origine delle altre direzioni e punto fondamentale d'equilibrio..dove tutte le cose si annullano diventando possibilità..

    Il sette quindi rappresenta la manifestazione e la sua origine.. ed è chiaro che i sette veli sono i sei* luoghi manifestati più il settimo..immanifesto..nascosto..equivalente al buco nero che assorbe i mondi e li guida verso un passaggio di stato oltre il nostro universo..che poi è una rinascita in altri mondi non sottoposti alle nostre condizioni spaziali e temporali..

    Il settimo è la porta che attrae..e non a caso alla donna è associata la morte..
    Bisogna morire per rinascere..e al settimo velo..la pietas..lo smarrimento..la reintegrazione che è passiva o attiva a seconda della nostra comprensione...
  2. L'avatar di primahyadum
    Sette sono anche le sfere planetarie da risalire spogliandosi di ogni condizionalità legata a ciascuna di esse fino alla nudità integrale in spirito e verità Il simbolismo del sette è vastissimo.

    La donna può essere morte o rinascita. La donna ordinaria è sempre morte, è strumento di caduta e di legame perenne al mondo manifesto. La Donna in cammino che ha invertito la propria polarità inferiore è invece opportunità di rinascita in senso umano e spirituale e strumento di salvezza per l'uomo e dunque anche per sè stessa.

    Occorre però la sottile saggezza di saper riconoscere la differenza tra i due archetipi.
    Aggiornato il 15-03-12 alle 14:44 da primahyadum
  3. L'avatar di testadiprazzo
    I simboli hanno sempre un doppio significato..malefico e benefico..così il serpente..simbolo dell'energia ascendente e discendente...così la donna..la Yogini può essere energia volta alla riproduzione e quindi all'illusione mondana..oppure simbolo di spazio sacro..luogo volto alla salita di cakra..di conversione energetica..di nascita del bambino filosofico..di accrescimento spirituale..e l'unico discrimine tra il bene e il male...e metafisicamente parlando tra il Principio e la manifestazione è la Presenza..

    *Come Mida trasformava in oro tutto ciò che toccava..così l'occhio della Conoscenza rende sacro tutto ciò che guarda..e se la Conoscenza è equivalente a Brahman...al Testimone..al Puro Essere..abbiamo che l'atto sessuale compiuto nella luce del principio è santo a sua volta..in quanto dove è luce il buio scompare..

    La donna allora diventa quel tappeto sacro..che in unione col lingam ricrea l'equilibrio originario..l'annullamento della differenziazione..l'androgino cosmico è ricreato..e l'uomo sfugge alla ruota della nascita e della morte..in quanto ormai stabilizzato nell'Uno..senza secondo..
    *Ovviamente in teoria..che nella pratica per sfuggire alla molteplicità e riconquistare l'Uno perduto è necessario cavalcare il Drago..o schiacciare la testa del serpente e.. S.Giorgio e San Michele temprano la nostra anima per renderla coriacea alle tentazioni del maligno..che ci precipitano nella lontananza di quel mondo infraumano in cui vive chi rinuncia ad essere se stesso..e cede a quello stordimento della coscienza che è conosciuto come peccato o perdita del ben dell'intelletto..intendendo per intelletto quell'intuizione che ci pone poi alla ricerca del Vero..e infine al suo possesso..che è solo un prenderne di nuovo coscienza dopo la caduta
  4. L'avatar di primahyadum
    E alla fine, e questo è noto, che altro sono l'amore e il sesso se non la potente istanza a ricostituire l'Uno primigenio?

    L'Uomo spezzato non ha altro anelito che quello di ricomporsi, nella memoria oscura e inconsapevole di una perfezione antica e perduta. Dare questa lettura a tutto ciò che chiamiamo sesso e amore offre una prospettiva nuova e differente a chi sente la necessità di guardare al manifesto e alla vita con un'ottica significativamente "altra", che renda ragione profonda di inquietudini ed interrogativi sepolti all'interno di sè.

    Loro si lavano nell'acqua...noi col fuoco.
    Loro bruciano col fuoco....noi nell'acqua.

    Una prospettiva diversa.
N. Post: