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Comunismo

Una primavera italiana?

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Si, lo sanno anche le pietre: ormai il nome di "Primavera" vale per tutto e quindi per niente.

Comunque voglio studiare questa ipotesi: forse è l'Italia il vero luogo di una primavera, cioè il punto geografico e storico in cui tramonta il vecchio paradigma, il punto dunque dove ci sarà l'alba dorata dei tempi nuovi.

Mi sembra che l'essenziale, per chi vuole riflettere su tale questione, comincia col capire due cose: cos'è il paradigma oggi dominante; quali sono le dinamiche interne a questo.

Stato presente delle cose e dinamiche interne, quindi il capitale e le sue contraddizioni.

Il capitale è un rapporto sociale, nel quale tra l'uomo e l'uomo c'è l'astrazione reale - e non, per esempio, la libera volontà associativa - e questo tipo di rapporto presuppone nel suo fondamento la separazione tra l'uomo e le condizioni di produzione della ricchezza sociale. Di tutto questo ho già parlato in più di 2000 interventi, basta e avanza.

Le contraddizioni: fonte del valore è il lavoro umano, ma realizzare il valore "contenuto" nella merce diventa impossibile quando, per via della competizione inter-capitalista, la produttività è aumentata dieci, cento o mille volte. In parole povere, il capitale produce troppo, e quindi produce anche una umanità "senza utilità" per la sua riproduzione.

A questo punto è chiaro che la crisi attuale è di tipo strutturale. Questo aspetto però non appare chiaramente nella periferia (in rapporto al centro capitalistico) che è il mondo arabo, in quanto la loro integrazione capitalistica è appunto molto indietro rispetto a quella europea. Per questa ragione, le rivolte arabe prendono la forma politica (esattamente come il fascismo durante l'ultima Grande Crisi).

In Italia invece non c'è una dittatura di tipo "tradizionale", ma una democrazia parlamentare, cioè una dittatura dell'oligarchia.
C'è da aspettarsi che una rivolta in Italia non prenda dunque la forma strettamente politica, e quindi spettacolare, che si è vista nei paesi arabi.

Perché in Italia il contenuto della rivolta sarebbe di molto più profondo e radicale: non la forma politica della dittatura oligarchica, ma il cambiamento di rapporto sociale.
Il giovane italiano non chiede "meno corruzione" o "più democrazia" - chiede anche questo, certamente, ma chiede nel fondo altra cosa, ben più importante: chiede una società nella quale l'integrazione non prende la forma della merce, cioè dove il lavoro non è da vendere e quindi non è mai separato dal suo contenuto specifico (valore d'uso), dove lo scambio non è la modalità unica di circolazione della ricchezza, dove la ricchezza è immediatamente sociale, e dove l'individuo non appare come proprietario autonomo, ma come partecipe di una comunità.

Tutto questo "programma" puo sembrare molto astratto e teorico, invece non lo è.
Non lo è perché semplicemente è il contenuto della negazione del paradigma dominante.

L'Italia, con metà dei giovani fuori dalla vita perché oggi il capitale è tutta la vita, è il luogo ideale della rivolta vera.
Gli arabi si sono fermati alla tappa politica della negazione e questa fermata produce l'aspettativa religiosa - cioè per loro la religione sembra realizzare un rapporto sociale diverso, mentre in realtà lo realizza... solo in cielo (esattamente come il fascismo, solo che questo al posto dell'islam metteva l'ideologia nazionalista).
Noi italiani non ci fermeremo alla politica, anzi andiamo subito al cuore della questione che è l'economia, e questo dovrebbe portare il contenuto radicale sotto la forma di una alba nuova, una alba dorata, rosso-dorata, un sole scoppiettante di ottimismo sociale, l'Italia proletaria dall'astrazione del discorso scende nel reale del corso storico.

Il fascismo, durante l'ultima Grande Crisi del capitale, risolta poi con la distruzione di milioni di esseri umani e di città e di paesi, voleva questa comunità, ma non avendo chiaro la dinamica immanente del capitale credeva che era una questione politica, e quindi "anti-materialista" (esattamente come gli arabi che portano al potere i religiosi).

Noi adesso sappiamo dove ha sbagliato Mussolini. La dinamica immanente è la madre della storia, e questa madre oggi è una vecchia, infame signora, è l'economia.

Per noi rivoluzionari, è giunta l'ora delle grandi responsabilità.L'ora delle decisioni irrevocabili. L'ora di buttare la vecchia economia a mare.
L'ora di fare dell'Italia la casa del Sole, l'Italia della Primavera,

L'Italia comunitaria,

L'Italia del Comunismo.
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Commenti

  1. L'avatar di Tommaso
    Grazie per il tuo commento Maria Vittoria,

    Stranamente dal blog non si vede che c'è un commento, sarà forse un problema di natura tecnica?
  2. L'avatar di Tommaso
    Citazione Originariamente Scritto da Giò
    Ti ha messo un "like", non un commento.
    No vedi c'è un commento e lo posso anche leggere!
    Vero però è che non c'è segnalazione che ci sono commenti nella colonna di destra.
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