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Angeli e Diavoli

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I cry,
when angels deserve to die

(Serj Tankian - Daron Malakian)


A volte, anche gli angeli meritano di morire.
Il programma della giornata è quello di attraversare il Cañon del Diablo fino ad arrivare al Salto Angel.
Quindi siamo partiti alle quattro della notte (servono sette ore per andare e altrettante per tornare) nel buio caldo e umido della notte equatoriale.
Il nostro angel custode, Waku, ci ha fatto accomodare (è un eufemismo, anzi un ossimoro) sulle panche della piccola piroga intagliata in un unico albero e abbiamo preso il largo, sulla laguna che sovrasta Canaima.


dopo mezzora si scende e si cammina a piedi per un'ora nel giurassico paesaggi della Gran Savana


fino a raggiungere il placido Rio Carrao.


Ma dopo due ore di tranquilla navigazione si inizia a risalire le vorticose rapide del Rio Churunì, entrando nel Cañon del Diablo, attraverso la Puerta del Diablo.


dopo altre due ore di sballottamento tra le rapide, con più acqua addosso di quanta ce n'era nel fiume, approdiamo alla confluenza fra il Rio Churunì e il torrente che porta le acque che scendono dal Salto Angel.


Qui inizia la parte difficile del viaggio: quattro chilometri a piedi nella intricata selva amazzonica, arrampicandosi sulle pendici dell'Auyuan Tepui, per arrivare al punto dove, secondo l'indio Waku che ci fa da guida, si vede bene la cascata più alta del mondo.


Dopo un'ora di salita, con più sudore addosso di quanta acqua avessimo dopo le rapide, arriviamo al mirador del Salto Angel, per ammirarne la visione, resa ancor più angelica dalla cima incappucciata di nuvole.



Dopo un'ora di altrettanto difficoltosa discesa dentro la selva, cercando di non inciampare tra sassi, radici e serpenti, scendiamo alle barche, disfatti.
Qui, nelle chiare,fresche e dolci acque del rio che scende dal Salto Angel, decido di farmi un meritato pediluvio.
Mi allontano dieci metri dall'approdo, attraverso un boschetto, e scendo al fiume: metto i piedi a mollo, alzo gli occhi e vedo il Salto Angel ancora meglio di come si vedeva in cima al mirador:


Avrei strozzato la guida, che sogghignava sulla rupe, se solo mi fosse rimasta la forza e non fosse stato così grosso e così in alto!

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