Fonte: Corriere della Sera

Tra le accuse anche l'uso mirato dei cartellini contro rivali della Juve

Caso Moggi, «ammonizioni scientifiche»

La procura di Napoli indaga sul comportamento degli arbitri considerati vicini al dg bianconero. Scommesse: 7 indagati, 4 sono calciatori della Juve: Buffon, Chimenti, Maresca e Iuliano

NAPOLI - Un metodo basato sull'uso sistematico del cartellino giallo o rosso per impedire ad alcuni giocatori di essere in campo nelle partite delle loro squadre contro la Juventus: ci sarebbero anche «interventi chirurgici» di questo tipo da parte degli arbitri ritenuti vicini alla Gea nel cosiddetto «sistema Moggi» sul quale sta indagando la Procura di Napoli. Anche su questo aspetto stanno indagando da oltre un anno, i carabinieri del reparto operativo di Roma che avrebbero acquisito in merito - secondo quanto si è appreso - diverse intercettazioni telefoniche.

NUOVO FILONE - L'indagine sul presunto giro di scommesse poco chiare è una nuova tegola che cade sull'ambiente bianconero, mentre in primo piano rimane la vicenda delle intercettazioni, su cui l'ordine di scuderia della Procura di Torino è aspettare gli atti di Napoli e Roma, per valutare l' ipotesi di riaprire le indagini nei confronti della Juventus. Al riguardo, c'è grande prudenza tra gli inquirenti torinesi, che per primi hanno indagato sulle designazioni arbitrali. Tre mesi di intercettazioni telefoniche (dal luglio al settembre del 2004) hanno portato alla scoperta di uno «scenario inquietante», ma senza che venissero ravvisati estremi di reato.

La Procura aveva inviato tutto al vaglio delle autorità sportive (oggi lo stesso responsabile dell' ufficio indagine della Figc Italo Pappa ha preso contatto con gli inquirenti torinesi per alcuni chiarimenti) ed ora una riapertura del fascicolo dipenderà dagli elementi acquisiti dalle due inchieste sulla Gea World.

La linea di condotta è stata già comunicata ai titolari delle inchieste di Napoli e Roma e verrà formalizzata in modo ufficiale in tempi brevi. Obiettivo dei magistrati è avere una visione ampia di tutte le indagini sul calcio e dei legami tra i vari personaggi coinvolti e verificarle con i risultati del lavoro svolto in passato. Alla Procura di Torino sono infatti custoditi ancora numerosi faldoni con il contenuto di intercettazioni che non sono state spedite alla Federcalcio perchè ritenute del tutto ininfluenti, ma che, sulla base di eventuali elementi nuovi provenienti da Napoli e Roma, potrebbero essere letti in modo differente. Non si esclude, tuttavia, che, una volta esaminati i fascicoli, il capitolo Juventus-arbitri venga definitivamente chiuso.

LE INCHIESTE DI TORINO - A Torino rimangono comunque in piedi altre due inchieste che riguardano la società e i suoi giocatori. La prima è su Antonio Giraudo, iscritto nel registro degli indagati con l' ipotesi d' accusa di falso in bilancio. La seconda, quella sul calcio scommesse, si intreccia con un'altra inchiesta della procura di Parma, dove uno o più bookmaker non autorizzati a raccogliere denaro per scommesse per il gioco in Italia avrebbero gestito denaro inviato loro dai quattro bianconeri. Sono tre, una delle quali in qualche modo legata all'ambiente del calcio, le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Parma. Il pm Pietro Errede sta lavorando con il contributo del Nucleo della Polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma per appurare su quali eventi sportivi - e se italiani o esteri - venivano fatte queste puntate. Il ruolo dei tre indagati - tutti privi delle necessarie licenze - era quello di raccogliere i soldi necessari alle scommesse e di puntare, anche attraverso la creazione di società fittizie e l'accensione di conti correnti e il trasferimento di somme all'estero, per conto degli amici calciatori. Si parla di qualche milione di euro. Obiettivo dei magistrati è verificare se ci siano state scommesse clandestine sulle stesse partite in cui erano protagonisti gli indagati.

E i nomi che circolano riguardano ovviamente i giocatori juventini che hanno giocato a Parma, come ad esempio Buffon, anche se al momento si tratta solo di illazioni. Altri giocatori coinvolti sarebbero Chimenti, Maresca e Iuliano. Il sospetto si accentrerebbe in particolare su un Atalanta-Juventus di Coppa Italia del 2004-2005, con i bianconeri eliminati negli ottavi (2-0 a Bergamo e 3-3 a Torino). Il rischio, se i sospetti fossero accertati, è che Buffon possa essere costretto a saltare i mondiali.

SCENARI - Intanto le propaggini dello scandalo intercettazioni si diramano su più scenari. Per quello arbitrale, dopo le interrogazioni di Bertini, Cassarà e Dattilo, è stata ascoltata la segretaria della Can Maria Grazia Fazi. Segreto il colloquio ma sulla Fazi spara l'ex arbitro Pirrone: «Io posso parlare a testa alta - dice Pirrone - ricordo bene quando Maria Grazia Fazi si chiudeva con Bergamo e Pairetto per preparare i bussolotti del sorteggio. Quella era un'altra Triade».

Le inchieste delle procure di Roma e Napoli fanno tremare mezza serie A. Sotto l'esame dei magistrati 18 partite sospette della scorsa stagione, 12 delle quali riguardanti la Juventus. Ma oltre alla Juve sembrano implicate per ora anche Fiorentina, Lazio, Udinese, Siena, Messina in serie A, Arezzo, Crotone e Avellino in B. Chi può si difende e professa la sua estraneità. Il dg dell'Udinese Pietro Leonardi per esempio: «Siamo delusi e arrabbiati - ha detto - perchè noi ci riteniamo danneggiati da quanto emerso dalle intercettazioni e non certo protagonisti di vicende che non ci toccano. L'Udinese è serena perchè ha dimostrato negli anni di essere un club serio e credibile in tutti i sensi».

Stupore da parte della Lazio. A parlare per il club di Lotito è stato l'avvocato Gentile che è anche il presidente del Consiglio di sorveglianza della Lazio: «Noi cadiamo dalle nuvole - ha detto - stiamo cercando di capire quanto accaduto ma tutto ci sembra molto strano. Noi siamo tranquilli anche perchè l'anno scorso presentammo un dossier sui torti arbitrali subìti».

I Della Valle da Firenze si dicono sereni «nell'assoluta convinzione - si legge in una nota ufficiale della società viola - della regolarità e della linerità del comportamento tenuto in ogni circostanza». Il presidente del Livorno Spinelli ha parlato di cautela, anche se il suo club non è coinvolto nell'inchiesta. «C'è un Mondiale alle porte - ha detto - e le chiacchiere non fanno bene. Tutto il calcio italiano ne esce male, aspettiamo e vediamo cosa risulterà dalle inchieste altrimenti si rischia di parlare fuori luogo».