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  1. #1
    Cacciaguida
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    Predefinito Mercenari italiani in Libia?

    LIBIA: PD CHIEDE A LA RUSSA SE SIA VERA NOTIZIA DI MERCENARI ITALIANI

    (ASCA) - Roma, 22 feb - I deputati del Pd Emanuele Fiano, Piero Fassino, Lapo Pistelli e Francesco Tempestini hanno presentato oggi una interrogazione al ministro della Difesa per verificare se vi siano riscontri alle testimonianze trasmesse in queste ore dall'emittente televisiva araba Al Jazeera, al momento prive di altre conferme, secondo le quali nei terribili scontri in corso in Libia vi sarebbe la presenza di non meglio definiti ''mercenari' italiani.

    I parlamentari del Pd chiedono al ministro La Russa, ''se via siano notizie in merito a queste affermazioni che, se confermate, rappresenterebbero ovviamente un fatto di inaudita gravita'''.

    min/sam/alf

  2. #2
    Pasdar
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    Predefinito Rif: Mercenari italiani in Libia?

    Un bel rutto sarebbe la migliore risposta a questi sciacalli.
    Ultima modifica di Defender; 22-02-11 alle 18:50
    «Non ti fidar di me se il cuor ti manca».

    Identità; Comunità; Partecipazione.

  3. #3
    reietto estetico
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    Predefinito Rif: Mercenari italiani in Libia?

    self hating italians
    DEFORME AUTENTICO

  4. #4
    Cacciaguida
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    Predefinito Rif: Mercenari italiani in Libia?

    GHEDDAFI DI NUOVO IN TV - 'Useremo la forza, manifestanti ratti pagati dall'estero'. Nuova apparizione del Colonnello in tv dopo quella lampo della scorsa notte. Il leader libico ha parlato dalla propria abitazione nel centro di Tripoli che fu bombardata da aerei Usa nel 1986 e poi trasformata in un una sorta di monumento nazionale. Una sua figlia adottiva morì nel bombardamento. "Io morirò come un martire, come mio nonno". Ha detto Gheddafi dagli schermi della tv di Stato. "Resisterò: libertà, vittoria, rivoluzione!". Il Colonnello ha attaccato duramente i protagonisti della rivolta: i manifestanti sono "ratti pagati dai servizi segreti stranieri" e gli insorti sono "una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù". Gheddafi ha accusato Usa e Italia di avere "distribuito ai ragazzi a Bengasi" razzi rpg. 'Non siamo ancora ricorsi alla forza ma lo faremo', ha minacciato il leader libico. "Chiunque ami Muammar Gheddafi, esca di casa e vada nelle strade. Non useremo violenza", E' l'invito rivolto dal presidente libico durante l'intervento in tv.

    ansa

  5. #5
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    Predefinito Rif: Mercenari italiani in Libia?

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    GHEDDAFI DI NUOVO IN TV - 'Useremo la forza, manifestanti ratti pagati dall'estero'. Nuova apparizione del Colonnello in tv dopo quella lampo della scorsa notte. Il leader libico ha parlato dalla propria abitazione nel centro di Tripoli che fu bombardata da aerei Usa nel 1986 e poi trasformata in un una sorta di monumento nazionale. Una sua figlia adottiva morì nel bombardamento. "Io morirò come un martire, come mio nonno". Ha detto Gheddafi dagli schermi della tv di Stato. "Resisterò: libertà, vittoria, rivoluzione!". Il Colonnello ha attaccato duramente i protagonisti della rivolta: i manifestanti sono "ratti pagati dai servizi segreti stranieri" e gli insorti sono "una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù". Gheddafi ha accusato Usa e Italia di avere "distribuito ai ragazzi a Bengasi" razzi rpg. 'Non siamo ancora ricorsi alla forza ma lo faremo', ha minacciato il leader libico. "Chiunque ami Muammar Gheddafi, esca di casa e vada nelle strade. Non useremo violenza", E' l'invito rivolto dal presidente libico durante l'intervento in tv.

    ansa

    Altre versioni che ho consultato in rete non riportano questa frase ma generiche contestazioni all'operato europeo e attacchi ad americani e inglesi e il richiamo alla guerra anti-italiana.

  6. #6
    .
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    Predefinito Rif: Mercenari italiani in Libia?

    Grandi Italiani.


  7. #7
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    Predefinito Rif: Mercenari italiani in Libia?

    Gheddafi ancora una volta in tv
    «Non lascio, morirò da martire»


    Nuovo discorso dopo la fugace apparizione della notte: «Non sono un presidente, ma un leader rivoluzionario»


    MILANO - La situazione in Libia è critica. Il bilancio dei bombardamenti sulla folla di manifestanti si aggrava e Muammar Gheddafi torna in tv, dopo la brevissima apparizione, appena 22 secondi, della scorsa notte. Questa volta è un lungo messaggio quello che il raìs rivolge alla nazione, per dire, soprattutto, che non ha alcuna intenzione di lasciare la guida del Paese. «Non sono un presidente e non posso dimettermi» ha detto il Colonnello, sottolineando di essere invece il leader della rivoluzione e di voler rimanere, «fino all'eternità, un combattente». «Resterò a capo della rivoluzione fino alla morte, morirò come un martire, come mio nonno» ha aggiunto il raìs, lanciando una sorta di guanto di sfida al popolo che da una settimana contesta il suo potere e che ne chiede le dimissioni dopo più di 40 anni. «Io - ha ricordato - sono un rivoluzionario. Ho portato la vittoria in passato di questa vittoria si è potuto godere per generazioni».

    ACCUSE A ITALIA E USA - Gheddafi ha assicurato che il suo Paese non è in guerra e ha aggiunto di aver lasciato sempre il potere al popolo. «Voi avete deciso che il petrolio sia gestito dallo Stato, lo hanno deciso i comitati popolari» ha sottolineato. Riferendosi a quanto accaduto negli ultimi giorni a Tripoli, il Colonnello ha negato di aver fatto ricorso all'uso della forza. «Ma lo faremo» ha promesso pure, invitando i suoi sostenitori a scendere in piazza e a formare «comitati di sicurezza popolare». Quanto agli oppositori che hanno protestato in questi giorni, il leader libico non ha usato mezzi termini. «Hanno dato le armi ai ragazzini, li hanno drogati. Andate ad attaccare questi ratti. Le famiglie dovrebbero raccogliere i propri figli dalle strade» ha esortato Gheddafi, accusando anche gli Stati Uniti e l'Italia di aver «distribuito ai ragazzi a Bengasi» razzi rpg. L'invito al popolo libico è quello quindi di «uscire dalle case» e di «attaccare i manifestanti» in quella che definisce una «marcia santa». Alla polizia e all'esercito il Colonnello ha chiesto invece di «schiacciare la rivolta».

    LA MINACCIA - Una vera e propia minaccia quella di Gheddafi, che ha promesso di «ripulire la Libia casa per casa» se le proteste continueranno. In tal caso, ai «ribelli» sarà data una risposta «simile a Tienanmen e Falluja». Falluja, roccaforte dei ribelli sunniti iracheni, è stata rasata al suolo nel 2004 da due attacchi americani. L'intervento dell'esercito cinese contro i manifestanti nella piazza Tienanmen a Pechino, nel 1989, ha causato centinaia, se non migliaia di morti. Nel discorso trasmesso in diretta dalla televisione libica, il Colonnello ha anche aggiunto che non ha «nulla in contrario» al fatto che «il popolo faccia» una nuova Costituzione e nuove leggi e ha affermato che già mercoledì, se così si desidera, può nascere una «nuova Giamahiria» (Repubblica) nel Paese.

    IL DISCORSO DALLA CASA BOMBARDATA - Occhiali, turbante color cammello e casacca con mantella tono su tono. È apparso così il leader libico nel discorso alla tv di Stato libica. Gheddafi ha parlato a braccio (consultando solo qualche volta il suo Libro Verde), in piedi, con toni accalorati da guerriero beduino e, spesso, gesticolando con le mani. Il leader libico ha tenuto il discorso dalla sua abitazione nel centro di Tripoli, che fu bombardata da aerei Usa nel 1986 e poi trasformata in un una sorta di monumento nazionale. Dopo una quindicina di minuti dall'inizio del discorso, al raìs è stato portato un bicchier d'acqua.

    «SONO A TRIPOLI» - La notte scorsa, al termine di una giornata di caos con morti e feriti nelle maggiori città del Paese, il Colonnello ha fatto una breve apparizione in diretta sulla tv libica dalla sua residenza di Bab al Azizia, a Tripoli. «Sono qui e non in Venezuela», le sue prime parole, riprese da Al Arabiya. «Non dovete credere ai canali televisivi che appartengono ai cani randagi. Volevo dire qualcosa ai giovani di Piazza Verde e stare con loro fino a tardi ma poi è cominciato a piovere. Grazie a Dio, questa è una buona cosa». La brevissima apparizione tv aveva lo scopo di smentire le voci diffusesi lunedì di una fuga del raìs in Venezuela. «Vado ad incontrare i giovani nella Piazza Verde. È giusto che vada per dimostrare che sono a Tripoli e non in Venezuela», ha specificato il Colonnello. Proprio nella piazza della capitale libica citata da Gheddafi si erano svolte in precedenza, secondo la tv di Stato, manifestazioni pro governo. Sempre la tv libica, annunciando il discorso del raìs, aveva anticipato le parole con le quali il leader avrebbe confutato «le malevole insinuazioni che sono state diffuse dai media». Le principali emittenti arabe avevano rilanciato per tutta la giornata la notizia di raid aerei sui civili a Tripoli, oltre alle voci su una possibile fuga di Gheddafi.


    CAPPELLO DI PELLICCIA E OMBRELLO - Quello che era stato annunciato come un discorso alla nazione in realtà si è risolto in una brevissima apparizione. La immagini diffuse dalla tv libica mostravano Gheddafi sporgersi da un veicolo con un ombrello in mano e uno strano cappello di pelliccia nero. Affidabili fonti libiche hanno spiegato che il leader parlava dalla sua residenza-caserma di Bab Al Azizia. Il complesso che ospita la residenza e gli uffici di Gheddafi a Tripoli, fu uno degli obiettivi fatti bombardare dal presidente americano Ronald Reagan nel 1986. In quel momento il dittatore e la sua famiglia dormivano nell'edificio e riuscirono a scappare fuori pochi attimi prima del massiccio attacco, avvertiti dal presidente del Consiglio italiano, Bettino Craxi; Hanna, tuttavia, la figlia adottiva 15enne del Colonnello, fu ferita a morte.

    BALLETTO IN COSTUME - «Vado ad incontrare i giovani nella piazza Verde. È giusto che vada per dimostrare che sono a Tripoli e non in Venezuela: non credete a quelle televisioni che dipendono da cani randagi». Dopo aver pronunciato queste poche parole, Gheddafi ha salutato, ha chiuso l'ombrello ed è rientrato nel veicolo senza aggiungere altro. Prima di trasmettere le immagini del leader, la tv libica aveva mandato in onda un balletto in costume. Dopo, ha mostrato invece immagini patriottiche di soldati in marcia con musica araba come colonna sonora. Quella della scorsa notte è stata la prima apparizione televisiva del raìs da quando la rivolta contro il suo regime è scoppiata, una settimana fa. Suo figlio Seif al Islam, domenica notte, ha invece parlato in diretta per 45 minuti, promettendo riforme, denunciando un complotto internazionale contro la Libia e ammonendo che il regime intende resistere «fino all'ultimo uomo e all'ultima donna».

    Redazione online
    22 febbraio 2011
    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Gheddafi ancora una volta in tv «Non lascio, morirò da martire» - Corriere della Sera

  8. #8
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    Predefinito Rif: Mercenari italiani in Libia?

    22-02-11
    LIBIA: AMNESTY A BERLUSCONI, STOP A VENDITA ARMI E OPERAZIONI CONGIUNTE

    (ASCA) - Roma, 22 feb - L'Italia solleciti la Libia, ''in virtu' dei rapporti stretti e duraturi tra i due paesi'', a porre fine alle violazioni dei diritti umani e sospenda le ''operazioni congiunte con la polizia libica sul controllo dei flussi migratori''. Lo ha chiesto, con una lettera inviata al presidente del Consiglio Berlusconi, al ministro dell'Interno Maroni e al ministro degli Affari esteri Frattini, il Segretario generale di Amnesty International, Salil Shetty, che ha sollecitato anche la ''sospensione della fornitura di armi, munizioni e veicoli blindati alla Libia fino a quando non sara' cessato completamente il rischio di violazione dei diritti umani''.

    red-uda/sam/alf

    LIBIA AMNESTY A BERLUSCONI STOP A VENDITA ARMI E OPERAZIONI CONGIUNTE - Agenzia di stampa Asca

  9. #9
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    Predefinito Rif: Mercenari italiani in Libia?

    22-02-11
    LIBIA: GHEDDAFI SFIDA OCCIDENTE, VOLETE FORSE BIN LADEN? (SERVIZIO)

    (ASCA) - Roma, 22 feb - Come scenario ha scelto le rovine del palazzo presidenziale a Tripoli bombardato dagli americani nell'aprile del 1986, quando si salvo' la vita probabilmente grazie a una telefonata dell'allora presidente del Consiglio italiano, Bettino Craxi. Uno sfondo adatto per presentarsi alla nazione, per smentire le voci che lo volevano in fuga verso il Venezuela dell'amico Chavez, per minacciare ulteriori repressioni sanguinose e per ricordare all'Occidente il suo ruolo di baluardo contro l'integralismo islamico.

    ''Muammar Gheddafi non ha nessun incarico dal quale dimettersi. Non sono un presidente, sono la guida della Rivoluzione e tale restero' anche a costo del sacrificio della vita'', ha avvertito il leader libico nel suo lungo discorso alla nazione pronunciato oggi alla tv di Stato, facendo prevedere un clamoroso bagno di sangue che andra' ad accrescere il bilancio delle vittime nel paese, attualmente stimate in diverse centinaia.

    ''Fino ad ora non abbiamo usato la forza'', ha avuto il coraggio di sostenere Gheddafi, aggiungendo di non aver mai dato l'ordine di sparare, ma allo stesso tempo che ''chiunque rivolgera' le armi contro lo Stato dovra' essere ucciso''.

    Il leader libico ha messo sul tavolo anche la carta della minaccia islamica, sostenendo che i rivoltosi ''vogliono trasformare il paese in un emirato'' e che gli scontri di questi giorni ''hanno l'obiettivo di consegnare il paese all'America o a Bin Laden''.

    Il colonnello si e' rivolto ai giovani promettendo da domani una nuova Jamahirya (ovvero un nuovo regime), con libera stampa, una nuova costituzione e un nuovo sistema giuridico, ha detto di voler distribuire al popolo i proventi del petrolio, ma dietro alle apparenti aperture e' comparso a piu' riprese il volto feroce del dittatore, come quando si e' rivolto ai suoi sostenitori chiedendo di uscire per le strade e attaccare i manifestanti anti-regime. ''Andate a sterminare quei ratti'', ha detto senza mezzi termini.

    Nel suo discorso Gheddafi ha parlato anche dell'Italia, ricordando che ''grazie a me tutto il mondo ci guarda con rispetto e con timore. Ci siamo fatti rispettare da tutti, quando sono andato in Italia hanno salutato con rispetto il figlio di Omar Mukhtar'', ha proseguito facendo riferimento alla visita effettuata in Italia nel giugno del 2009, quando Gheddafi sbarco' a Ciampino assieme all'anziano figlio di Mukhtar, eroe della resistenza contro le truppe fasciste negli anni venti.

    uda/sam/alf

    LIBIA GHEDDAFI SFIDA OCCIDENTE VOLETE FORSE BIN LADEN (SERVIZIO) - Agenzia di stampa Asca

  10. #10
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    Predefinito Rif: Mercenari italiani in Libia?

    ho trovato questa...buon divertimento!!!

    Caccia e navi militari a Tripoli, Italia in guerra?

    Sono emerse nel pomeriggio di ieri, grazie a Twitter, le prime voci su mezzi militari italiani che, via aria e via mare, avrebbero raggiunto i confini libici al fine di sostenere la repressione dei fedelissimi del Rais Gheddafi.
    "Technico Blog", subito ripreso da decine di migliaia di utenti che hanno condiviso la notizia su Facebook, ha infatti reso noti i messaggi rilasciati su Twitter da due profili libici, "iyad_elbaghdadi" e "bintlibya", da cui si evince che navi da guerra italiane avrebbero già attraccato nei porti del Paese africano.

    In serata, a rafforzare la tesi di un possibile intervento italiano sul fronte libico, è arrivata un'ultimissima di Libya February 17th | Keeping with the events as they happen, il portale che riporta in diretta 24/24 notizie e testimonianze della rivolta contro Gheddafi; secondo l'edizione araba di Al Jazeera - come riportato dal sito - nei cieli di Tripoli sarebbero stati avvistati caccia da combattimento F16 intenti ad attaccare la folle dei rivoltosi.
    Il sospetto che gli F16 possano provenire dall'Italia è dettato dal fatto che l'aeronautica libica, a differenza di quella italiana, non dispone di quel modello di cacciabombardieri.

    Il portavoce della Farnesina Maurizio Massari, interpellato dai cronisti in merito alle notizie che fin da ieri hanno cominciato a circolare sui social networks, si è affrettato ad escludere qualsiasi coinvolgimento dell'esercito italiano nelle operazioni della repressione libica.
    E' stato confermato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, invece, che, dopo le batterie di caccia delle basi di Gioia Tauro e Trapani, anche la nave Elettra della marina militare è stata messa in stato di allerta per far fronte a qualsiasi evoluzione della realtà nord africana.

    Questa notte, nonostante la smentita del ministero degli Esteri, la possibilità di un coinvolgimento italiano nel disperato tentativo di Gheddafi di vincere quella che si è ormai trasformata in una vera e propria guerra civile, è tornata a prendere corpo grazie ad una nota dell'attivista Vittorio Arrigoni, ora a Gaza City, che ha reso note alcune testimonianze raccolte grazie ad una rete di contatti che lega attivisti libici e palestinesi.
    "In Libia è in corso un genocidio. - spiega Arrigoni - Perpetrato anche con il supporto del governo italiano (mezzi militari made in Italy e mercenari italiani inviati, secondo accreditati analisti arabi, dietro permesso di Berlusconi, per massacrare i manifestanti)".

    Attivisti libici, infatti, avrebbero avvistato in queste ore, nel cielo di Tripoli, anche degli elicotteri Agusta, fabbricati in Italia, intenti a colpire i civili scesi in piazza e per le strade.
    Stando alle note ufficiali dei ministeri degli Esteri e della Difesa è comunque tutt'ora escluso qualsiasi coinvolgimento delle forze militari italiane sullo scenario libico.

    Il movimento "17 febbraio" che ha ispirato la rivolta di questi giorni, intanto, ha diffuso questa mattina, intorno alle 10, una nota di condanna contro l'Italia, annunciando che "dopo il silenzio che avete osservato sui massacro perpetrato da Gheddafi, abbiamo deciso di tagliare il gas libico che parte dal campo di Al Wafa e che passa per la nostra regione verso l'Italia e il nord dell'Europa attraverso il Mediterraneo".

    Nonostante le smentite di diversi membri del Governo, la notizia che il flusso di gas importato in Italia dalla Libia attraverso il gasdotto Greenstream avrebbe subito un notevole rallentamento è stata confermata dall'Unione Europea, che ha però sottolineato che "non ci sono problemi di forniture di gas per l'Italia".

    Mattia Nesti

    e questo è il link:
    http://www.newnotizie.it/2011/02/22/...lia-in-guerra/
    Ultima modifica di peter from milan; 22-02-11 alle 21:02
    "chi è sicuro del valore della propria causa non sente il bisogno della sua vittoria: il valore della causa ne segna già il trionfo"

 

 
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