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    Predefinito Gli onesti per prescrizione

    che fine avranno mai fatto????hefico:


    28 maggio 2007
    Materazzi alla festa in smoking bianco: «Siamo puliti»
    LUCA TAIDELLI MILANO Il tasso di comicità sul palco era troppo elevato perché non ci scappasse una sottile replica alla caduta di stile milanista dopo la vittoria della Champions. «Lo scudetto mettilo nel c...» aveva inneggiato Ambrosini (ma non solo) dal pullman rossonero? «Si, ma voi per favore non fatelo», mandano a dire a fine serata Gino e Michele, direttori artistici della festa scudetto dell' Inter, mostrando un disegno della coppa Campioni, con le sue «orecchie» di difficile penetrazione. MATERAZZI PER TUTTI Sull' argomento si esprimerà poi Marco Materazzi, che in precedenza si era chiarito con Toldo dopo lo scontro in partitella e che dopo il rigore ha mimato una tastiera perché il decimo sigillo in campionato gli è costato un pc da regalare al massaggiatore Massimo Della Casa. «Quando abbiamo visto lo striscione l' abbiamo fatto togliere, a differenza di altri - spiega il difensore che per l' occasione ha sfoggiato uno smoking bianco con un 15 in swarovski tricolori sulla schiena -. Il Milan comunque si è scusato. Premesso che l' insospettabile non sono io, che al Milan non voglio andare, Ancelotti con la sua frase è stato ancora meno elegante del gesto di Ambrosini. Ibrahimovic è stato tirato in mezzo. Lui ha rispetto per Moggi, come io a Perugia ero tra i pochi ad andare d' accordo con Gaucci. Ibra ha detto che vuole migliorare l' Inter, non che vuole abbandonarla. Lo smoking bianco? Perché il nostro scudetto è pulito». PENSIERO A GIACINTO Prima c' erano state due ore di festa spontanea, senza fronzoli. Sul palco montato a centrocampo, la squadra, rientrata vestendo la nuova maglia del centenario, ha ricevuto la coppa-scudetto dalle mani del presidente di Lega Antonio Matarrese e, dopo la foto di rito, ha fatto un giro di campo concluso con un tuffo sul prato proprio sotto la Nord. Il tutto mentre Paolo Bonolis, gran cerimoniere e interista doc, sottolineava la pulizia morale di questo scudetto («Ci sono bambini vestiti con le maglie di tutte le squadre di serie A che hanno partecipato a un campionato finalmente pulito»). Lo stadio si commuove quando appaiono le immagini di Giacinto Facchetti. «Mai niente e nessuno potrà portare via da questo stadio il nome e la storia di Giacinto Facchetti» urla Bonolis. RISATE E CANZONI Il tutto poi scorre rapido. La premiazione delle altre Inter scudettate (Primavera e Pulcini); le ovazioni per i giocatori nerazzurri del passato (all' applausometro vince Nicola Berti); le gag di Santin della Gialappa' s, dei Fichi d' India, di Elio, di Flavio Oreglio, di Enrico Bertolino, di Gabriele Salvatores e Paolo Rossi (che invoca sul palco Evaristo Beccalossi e lo sfida ai rigori); il coro gospel; le canzoni di Max Pezzali e Roberto Vecchioni. L' audio non è perfetto, ma è proprio questo il bello della festa (gratuita, giova ricordarlo). La sua genuinità, l' improvvisazione, l' interazione tra artisti, pubblico e giocatori. Una sorta di gigantesco pic-nic con centinaia di bambini a scorrazzare sul prato di San Siro. Come annunciato, la ciliegina sulla torta tricolore la mette Ligabue, che manda definitivamente in visibilio la folla con la sua grinta da mediano. Alle 19.18 tutti a casa. Felici e vincenti.

    Taidelli Luca
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  2. #2
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    Predefinito Rif: Gli onesti per prescrizione

    "IL BADANTE di Oliviero Beha (Il FQ 06-07-2011)

    LA PARTITA DEGLI ONESTI

    In questa rubrica, cominciata lo stesso giorno in cui il giornale
    che state leggendo è andato in edicola, non ho volutamente mai
    parlato di temi sportivi. Se infrango questa regola che m'ero data è
    solo perché il gomitolo/calcio continua a essere una formidabile
    lente di ingrandimento per molti e decisivi settori di questo Paese. E
    all'indomani della "novità " sul caso Inter, ieri in prima pagina
    dappertutto, prescritta ma accusata dal Pm della Federcalcio,
    Stefano Palazzi, di "illeciti sportivi" tamquam Moggi e soci del
    2006, forse un capo di questo filo va tirato. In ballo non c'è tanto o
    solo "lo scudetto degli onesti" aggiudicato da un tavolino
    traballante all'Inter terza arrivata cinque anni fa. Vedremo se e
    come e da chi verrà revocato. In ballo c'è proprio il sostantivo
    "onestà", evidentemente ormai fuori mercato anche lessicale. Non
    solo: è jettatorio. Chi ricorda Giorgino La Malfa che nel 1992
    voleva un "partito degli onesti" per il Pri che doveva smarcarsi da
    Andreotti? E oggi chi non muore dal ridere sentendo
    l'autodefinizione di "partito degli onesti" di Alfano e consoci
    mentre rifuggono dal far processare il loro Papa? Dunque bisognava
    forse dubitare e sorridere anche nel 2006, quando è cominciata la
    cosiddetta "operazione Moggi", atta a ripulire finalmente il calcio
    italiano dai disonesti. Non c'erano le intercettazioni in merito,
    finalmente? E dunque pagassero loro, in rappresentanza della
    società più titolata d'Italia da sempre sinonimo della casa regnante
    (gli Agnelli, non certo i Savoia abituati alle macchinette e ai
    fucili...). Anche a me, dopo oltre trent'anni che denunciavo il
    marcio nel pallone, faccia vistosa e oppiacea di un Paese sempre
    più marcio, parve finalmente un "redde rationem". E via con
    Moggiopoli, e intemerate su chi aveva sbagliato e doveva pagare,
    sul "maggiordomo che era l'assassino", sul bisogno di catarsi. Mi
    ero sbagliato. Quasi subito ho sentito puzza di bruciato, anche
    nella foga con cui una stampa che aveva sempre osannato i
    colpevoli del momento li voleva morti. Da un lato perché
    conoscevo meglio e dal di dentro questo ambiente dopo tutti questi
    anni, il Totonero, il caso Camerun ecc., dall'altro perché mi pareva
    impossibile che tutta la "monnezza" del pallone fosse riconducibile
    solo a Moggi e Giraudo (Bettega era di riporto), un po' come per
    Berlusconi... Di qui l'idea che si tentasse di utilizzare i colpevoli
    come "discarica" in cui far precipitare tutti i rifiuti "indifferenziati"
    della raccolta dell'estate 2006. Idea che le successive
    intercettazioni sull'Inter, e non solo (pensate a quelle sul Milan e
    molte altre squadre), prodotte non dai Pm a Napoli né
    precedentemente dall'accusa nel processo sportivo, ma dalla difesa
    e soltanto un anno e mezzo fa, mi hanno confermato: un sistema
    che consisteva nel violare le regole sportive sputacchiando sulla
    "lealtà" che dovrebbe ispirarle, in una franchigia "penale". Ma un
    sistema praticato e condiviso da tutti, pena il fatto di rimanerne
    fuori. Ho dunque cercato più verità, non la difesa dei primi
    colpevoli, e mal me ne è incolto. Per quasi quattro anni sono stato
    sbertucciato come "difensore di Moggi" sia da chi sapeva tutto sia
    da chi non sapeva nulla del sistema guasto di cui sopra, ignorando
    che le istituzioni del calcio sono le prime responsabili di un andazzo
    deteriore che non sanno, vogliono o possono cambiare. Tutto
    questo con il conforto tacito dei media, eccetto quelli "juventini".
    Adesso Moratti si indigna, come di solito fa Berlusconi, anche lui nel
    club dei prescritti tra cui si segnala Andreotti, se non sbaglio…



    Ultima modifica di blacknoir; 06-07-11 alle 16:48

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    Predefinito Rif: Gli onesti per prescrizione

    Moggi: Calciopoli? Presto qualcuno piangerà


    L’argomento Calciopoli prende il sopravvento sul calciomercato, almeno in questo frangente estivo. Dopo le frasi del pm Palazzi, quelle del presidente dell’Inter, Massimo Moratti, e le nuove dichiarazioni da parte dell’ex designatore degli arbitri Bergamo, arriva anche la volta di alcune dichiarazioni, a tutto tondo, del grande accusato del 2006, Luciano Moggi.

    L’ex Direttore generale della Juventus, per come si legge su “juvemania.it”, nell’intervista a “Tuttosport” ha dichiarato: “Finalmente siamo riusciti a tirargliele fuori ste co*se! Ci vuole ancora tempo per la vittoria come la intendo io. Per quello che mi hanno fatto e che hanno fatto alla Juventus ci vuole ben altro. Diciamo che ora finalmen*te mi godo il fatto che qual*cuno mi ha ascoltato. Pec*cato che sia tardi… Io certe cose le dicevo nel 2006“.

    Palazzi scrive: Moratti può rinunciare alla pre*scrizione. Lei cosa fareb*be al suo posto?
    “Io al suo posto avrei evita*to di andare in giro a dire che ero pulito e onesto per tutti questi anni, ora quel*le frasi sono ancora più stridenti alla luce della re*lazione di Palazzi. E, co*munque, se lui pensa di es*sere davvero così onesto, allora rinunci alla prescri*zione! Ora penso a quelle immagini dei giocatori del*l’Inter che cantano: “vincia*mo senza rubare”. Mi sa che devono inventarsi un nuovo coro adesso…“.

    Senza il lavoro dei suoi le*gali a Napoli tutto questo non sarebbe stato possibi*le…
    “Hanno sbagliato a darmi per morto. Pensavano che dopo le condanne del 2006 io dormissi e invece non ho dormito. Anche se questa battaglia mi è costata un mucchio di quattrini” .

    Per chi l’ha fatta?
    “Per me, è ovvio. Per i tifo*si juventini che continuano a volermi bene e che meri*tavano qualcosa di meglio che una mancata difesa nel 2006. E per quei poveri dia*voli di arbitri che sono fini*ti triturati in questa fac*cenda senza avere nessuna colpa. Gente che è stata ro*vinata senza alcuna colpa: Cassarà, Pieri, De Santis, Dattilo… E’ soprattutto per loro che voglio che venga ristabilita la verità. E’ buffo, dicevano che ero amico degli arbitri e non era vero, lo sono diventato adesso perché meritano giustizia“.

    Con queste telefonate nel 2006, le sentenze sarebbe state diverse?
    “Beh, iniziamo a dire che la Juventus e il sottoscritto non hanno avuto nessun articolo 6 diretto, al contra*rio dell’Inter, almeno se*condo quanto si legge nella relazione Palazzi… D’altra parte quando Cobolli Gigli dichiara, una volta dimesso da presidente, che Guido Rossi doveva colpire la Ju*ventus. O quando l’assi*stente Coppola dice in tri*bunale che gli inquirenti respinsero la sua proposta di collaborare dicendogli: l’Inter non ci interessa. In*somma…“.

    Lei vuol far capire che la mancata difesa della Ju*ventus fa parte di quel di*segno?
    “No, non dico questo. Dico che siamo rimasti soli al*l’improvviso. E che la man*cata difesa della Juventus ha sicuramente incoraggia*to l’atteggiamento giusti*zialista dell’estate 2006” .

    A questo punto lei conti*nua nella sua battaglia: sta preparando la richie*sta della revisione ex articolo 39?
    “Assolutamente sì. Hanno voluto Calciopoli? Bene, ora se la prendano, ma tut*ta però, il pacchetto com*pleto. Qualcuno piangerà, qualcuno dovrà spiegare, tutti devono stare attenti“.

    Ma, dica la verità, si aspet*tava una relazione di Pa*lazzi così dura nei con*fronti dell’Inter dopo tut*to quello che la giustizia sportiva ha fatto in questi anni?
    “Io ho sempre fiducia nella giustizia, ora finalmente ha letto bene le situazioni. Cinque anni fa le lesse ma*le e poi perse troppo tem*po. Ma io non mollo e alla fine la verità viene a gal*la” .

    Effettivamente sono tante le battaglie che sta com*battendo dal punto di vi*sta legale. Oggi è a Napoli per l’ennesima udienza del processo penale, ve*nerdì sarà a Roma davan*ti alla corte di giustizia federale per l’appello con*tro la radiazione…
    “E’ una cosa buffa. Io dopo cinque anni vengo radiato senza aver avuto nemmeno un articolo 6, Moratti con l’articolo 6 a carico dell’Inter dopo cin*que anni viene prescritto! A ripensarci non è buffo: è kafkiano!” .

    A cosa penserà questa se*ra prima di addormentar*si?
    “Che io ho ricevuto moltis*simo dal mondo del calcio italiano e al mondo del cal*cio ho dato anche tantissi*mo, per esempio, una na*zionale campione del mon*do costruita con i miei gio*catori. Insomma, è un pa*reggio. Alla fine vorrei pa*reggiare anche con la giustizia, quella sportiva e quella penale. Mi sembre*rebbe… giusto“.

    :gluglu:

  4. #4
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    Predefinito Rif: Gli onesti per prescrizione

    Non prendetevela, cari interisti, ma “fate schifo”

    luglio 6th, 2011 Vincenzo Ricchiuti

    Ha ragione il mio amico Angelini versione Pompilio giovane e abbronzato. “Fate schifo”. Premessa: non ho nulla contro di voi. Ho odiato l’Inter un paio d’anni dopo Calciopoli, poi m’è scaduta o innalzata a indifferente. Non potrei mai avercela con voi come persone. L’affetto più grande della mia vita vive nerazzurro. Mi rivolgo a voi come categoria. Ve lo dico a freddo. Senza offesa, “fate schifo”.

    “Fate schifo” perché come diceva quello parlate contro la corruzione romana nell’attesa della presidenza di un ente.

    “Fate schifo” perché non sapete difendervi. Quando vorrò una vostra risposta intelligente, ve la scrivo.

    “Fate schifo”. Le telefonate erano lecite. Le nostre, le vostre, le loro. Un concetto troppo di fino per chi taglia d’accetta. Dite di sapere chi è Facchetti e chi Moggi, di conoscere questo e quello. E non conoscete il calcio. Il calcio è come la strada, dannati figli di famiglia. Si campa di fama per non fare la fame. Le pistole son fatte a dita e non c’è un morto ammazzato. Il calcio è come il postribolo, vergini care. Si dice si a tutti e non s’ama nessuno.

    “Fate schifo”. Quello che v’hanno fatto è un po’ una mascalzonata. Quello che non sapete dire è peggio. La prescrizione non significa colpevolezza, anzi. La prescrizione significa un bel niente. Avete impersonato per così tanti anni il Bene da non saper la differenza con il Male. Il bene è: il male, si diventa. Mentre per voi fisionomisti anche il male è. Lo avete stabilito coi criteri di Lombroso.

    “Fate schifo” e non dovreste farlo. Si è innocenti in natura. Solo se c’è processo e una sentenza si diventa colpevoli. E quella di Palazzi non è una colpa perché della colpa è soltanto un moncherino. Un tentativo. Solo che poi aprite bocca e non sapete quello che dite. Lo sappiamo solo noi.

    “Fate schifo”. Quella d’essere innocenti è la presunzione più bella e giusta che l’uomo ha saputo donare a se stesso e i suoi nemici. Però quando si leggono i vostri scrivere, come ha fatto Crippa giornalista del Foglio sul suo blog, “ho sempre solo creduto nella positività della cacciata della Triade: se non altro per motivi estetico-antropologici: per come parla Moggi, per le giacchette che metteva Bettega”, allora sembra non fare schifo neanche la macchina del fango se poi tocca a voi. Esteticamente ed antropologicamente. Una mascalzonata speculare ma uno schizzo di fango non guasta. “Fate schifo” voi e gli schizzetti che vi hanno macchiato. “Fate schifo” voi ed il vostro sputtanamento.

    “Fate schifo” perché tutto il mondo è paese e le vostre reazioni sono proprio le nostre.

    “Fate schifo” perché non capite un cazzo. Perché potreste ammettere tutti innocenti, persino dire tutti colpevoli tanto siete scemi. Voi non fate così. Dite tutti colpevoli tranne me. Vivete di risulta, di paragone. Di “io so’io e voi non siete”.

    “Fate schifo” e siete snob. Siete dei filosofi che come dicono i seduttori costruiscono castelli e vivon nelle stalle.

    “Fate schifo” perché ormai alla parola onesti si mette mano alla pistola. Perché ormai alla parola onesti si grida Al ladro.

    “Fate schifo”, che un po’ lo fate ve l’ha detto pure Olivari. Suvvia, come la mettete con gli altri derubati. Non si può difendersi dai ricchi fregando gli altri poveri. Non si può compiere torti per tutti e tenersi solo per sé l’avere ragione.

    “Fate schifo” perché come Scarpini vi inventate amici immaginari. Il blocco sul mercato. La libertà negata. Giacinto Facchetti. Si, persino lui è una invenzione.

    “Fate schifo” perché voi conoscevate Facchetti, arrivate a garantire per lui. Cosa conoscevate, di che parlate.

    “Fate schifo” perché vi sentite offesi se lo paragonano a Moggi. Sapete chi era Facchetti, pretendete di sapere persino chi è Moggi. Ci avete stufato. Ma che ha fatto ‘sto Facchetti perché al confronto suo si sia tutti meno, che cosa ha fatto Moggi. Che cosa ha fatto uno che aveva un nome da prima comunione a parte l’essere stato di bell’aspetto, alto, un magro figurino ora passato alle figuracce che al massimo ha tirato due calci ad un pallone e indossato camicie su misura sempre con identica espressione, l’aria da ornamento. Ma come vi permettete. “Fate schifo”. Sapete chi è la persona perbene ? Uno come Moggi. Perché ha la caratteristica principe dei perbene: non dice mai di esserlo.

    “Fate schifo” voi ed il vostro amico immaginario. Seguiamolo, seguiamo quel che ha fatto. Boccalone quando nei bar di Bergamo si faceva convincere da uno come Nucini dell’esistenza di un complotto. Infame quando l’ha mandato a spiare e a tender trappole. Corruttore quando gli ha promesso posti di lavoro in ricompensa. Ipocrita quando se ne vergognava. Cagasotto quando non ha avuto mai il coraggio di mettere la faccia sotto una denuncia. Loffio quando si vedeva passare sotto gli occhi bidoni e passaporti. Deamicisiano quando al lume di candela e una matita comprata di sua tasca senza sconto e con scontrino vergava felpato memorie dal sotto suolo divenute poi da sotto sola e piani di conquista rubando il sonno dei giusti e l’idea al Grande Fratello. Sbrigativo e padronale quando voleva aiuto pure per una semifinale di Coppitalia. Compiaciuto quando gli facevate il monumento ancora in vita. Vanesio quando s’è fatto mettere in mezzo da Moratti che lo ha messo al posto suo. La firma in calce a una denuncia no, in calce a una cambiale si. Tipico. Purché non si sapesse e si vedesse. Statuario quand’è vissuto da figurina, monumentale quand’è passato alla vita eterna delle brutte figure. Ora come allora, (un) immobile.

    “Fate schifo” è lo striscione che meritate in tutti gli stadi. Perché non avete avuto neanche l’istinto degli juventini quando pensavano di avere torto di mettere nero su bianco che il fine giustifica i mezzi. Perché noi da mal fatti siamo uomini compresi di Bene e di Male. Sappiamo di essere vivi e dunque imperfetti, dei dannati. Un po’ porci ma non vogliamo le ali. Voi fatti bene una manica di santi distratti ma legati, legati come i matti, perfetti come i morti. Senza colpa e dunque senza anima. La vostra fine è il coronamento logico di una carriera spesa per la santità. Non tutti i morti sono per questo santi. I santi però son tutti morti. “Fate schifo” perché non capite come si possa rubare senza aver mai vinto, perché non capite che il posto in Cempions o la Coppa del Nonno sono furti pure quelli, perché non capite che più si è scarsi e più serve l’aiuto. Perché più protestate la vostra bacheca vuota, i vostri insuccessi e più date peso alle vostre raccomandazioni.

    “Fate schifo” perché non avreste dovuto offendere. Perché vi dovreste solo difendere e basta. Perché la vostra battaglia per la giustizia non è una battaglia per la realtà. Una battaglia che non santifica per quanto sia umana e ti venga spontanea tu sia bello o tu sia brutto. Una battaglia che sappiamo persa. La gente è vogliosa di cattivi da esecrare come nei videogiochi per cui ti devi accontentare di come va il mondo a prescindere da quale sia la realtà. Come dice Moggi, ti deve bastare scansare i colpi perché tanto non vale la pena. Noi la si fa uguale, voi la farete male. La vostra battaglia per la giustizia non è una battaglia per la realtà bensì per la vostra realtà. Bensì per la superiorità.

    “Fate schifo”. Siete quelli che ormai parlan da soli. Quelli che ripetono “io so chi sono” anche se gli si chiede l’ora. Certo che sappiamo chi siete. Tranquilli. Siete come Facchetti, il vostro ei fu protettore. Un falso d’autore.

    “Fate schifo”. Siete vanesi allo specchio, adoratori dell’apparenza. Sensibili solo allo scandalo, ingolfati dinanzi la chiacchiera, sussiegosi alle istituzioni oramai disoccupati, la rivoluzione a una condizione, sputacchianti anatemi che non vi sporchino troppo. Invecchiati di colpo come Dorian Gray di balera più che galera da quando qualcuno ha scritto la vostra storia. “Fate schifo” perché s’è stufi nel vostro mondo di (falsi) magri di fare la donna cannone.

    “Fate schifo” ora più di sempre. Noi siamo e saremo nei secoli vestiti (di) male. Voi però siete vestiti come il vostro presidente è vestito ora. Di vermi.


    http://juvemania.it/
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  5. #5
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    Predefinito Rif: Gli onesti per prescrizione

    Potete pure cancellare i thread che apro nel vostro forum indossatori di scudetti altrui FATE SCHIFOho già pronta la t-shirt con questa dicitura tanto per ricordare al mondo intero chi siete:gluglu:

  6. #6
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    Predefinito Rif: Gli onesti per prescrizione

    Calciopoli 2, Sandulli: “Scudetto 2006 Inter può essere revocato”
    By redazione– 7 luglio 2011


    La domanda frequente delle ultime ore sul contestato scudetto 2006 riguarda la competenza o meno del Consiglio Federale a decidere in merito. Ha provato a fare chiarezza Piero Sandulli, attuale capo della seconda sezione della Corte di giustizia federale che 5 anni presiedette la Corte che emise le sentenze sportive di secondo grado su Calciopoli:

    “Il consiglio federale ha il potere di revocare lo scudetto che nel 2006 il commissario straordinario Guido Rossi, sentendo il parere dei tre saggi, assegnò automaticamente all’Inter, alla luce delle sanzioni che colpirono le altre squadre e modificarono la classifica del campionato. Inquadrando un simile procedimento come atto amministrativo, ci si può rifare alla legge che specifica come l’amministrazione, quando si rende conto che un atto che ha emanato è divenuto illegittimo, può revocarlo attraverso il meccanismo dell’autotutela - ha precisato Sandulli, come riporta ‘La Gazzetta dello Sport’ -. La posizione della Juve? Un fatto è certo: qualsiasi cosa accada, lo scudetto del 2006 non può tornare indietro. Ci sono sentenze sportive passate in giudicato, la cui correttezza è stata affermata anche dal Tar“.

    Andrea Agnelli è pronto ad andare sino in fondo alla questione ed attende con ansia le decisioni del prossimo 18 luglio, non escludendo un ricorso alla giustiza ordinaria in caso esito negativo. Anche l’Inter si dice disposta a tutto pur di difendere lo scudetto più contestato nella storia del calcio italiano. In caso di revoca Massimo Moratti ricorrerebbe prima al Tar per sottoporre l’illegittimità dell’eventuale decisione del Consiglio Federale e poi richiederebbe un risarcimento danni da estendere anche ai componenti del Consiglio stesso. (goal.com)

  7. #7
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    Predefinito Rif: Gli onesti per prescrizione

    Guido Rossi non ebbe dubbi Abete & C. non scappino


    di Franco Ordine

    No, non è un affare «secondario» considerare Facchetti sullo stesso piano di Moggi. Ne va del nostro onore collettivo. Chi volesse farlo, incautamente, per amore di rivalità calcistica, cavalcherebbe una tigre molto pericolosa da montare perchè le intercettazioni parlano chiaro per tutti. Ma non è un affare «secondario» neanche la revoca dello scudetto 2006. Attiene, come si capisce, a rendere appena credibile il calcio italiano e le sue regole, oltre che il suo governo eletto allo scopo di prendere decisioni coraggiose, non solo per viaggiare gratis sull’aereo della Nazaionale o entrare gratis allo stadio. Si può esibire la faccia feroce del calcio italiano nei confronti di Luciano Moggi con la giusta radiazione e strizzare invece l’occhio all’Inter dopo aver letto la relazione di Palazzi con la scusa che non sappiamo chi deve prendere la decisione? La risposta è ancora una volta: no, cari signori, non si può.
    La revoca dello scudetto 2006 non è un affare «secondario» per il semplicissimo motivo che il paracadute della prescrizione impedirà alla giustizia sportiva e ai tifosi di altre squadre coinvolte in quell’estate torrida, di vedere l’Inter sottoposta a regolare processo utilizzando le intercettazioni venute alla luce nel processo penale di Napoli contro Moggi. I tremolii traditi da alcuni consiglieri federali, alcuni dei quali hanno sbandierato con legittimo orgoglio («tifo Inter è vero, non è una colpa» la dichiarazione resa a Telelombardia dal vice-presidente vicario Carlo Tavecchio martedì sera) la propria fede , è solo un comodo paravento dietro il quale nascondere la volontà di lavarsi le mani. Per amicizia, per simpatia, per mero calcolo politico. Persino il finto dibattito giuridico sulla competenza del provvedimento di revoca risulta un abbaiare alla luna: il commissario Guido Rossi (di fatto sostituto del consiglio federale al completo e del presidente) lo appuntò sulle maglie dell’Inter, con un semplice comunicato stampa, lo stesso organismo può scucirlo, 5 anni dopo. Le cronache narrano di consiglieri terrorrizzati dalla prospettiva di affrontare un giudizio per danni promosso da Moratti e dai suoi avvocati. Se così fosse ci ritroveremmo dinanzi al riconoscimento solenne dell’incapacità di esercitare il proprio ruolo: vadano a casa, allora.


    P.S.: qualcuno, evitando il giochino squallido dello scaricabarile, ci spiegherà un giorno per quale motivo, nell’inchiesta di Napoli, furono “cestinate“ le intercettazioni di marca interista?

  8. #8
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    Predefinito Rif: Gli onesti per prescrizione

    Piaccia o non piaccia Moggiopoli non esisteva
    7 luglio 2011 Blog

    Nella frase «piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti», pronunciata ancora nel 2008 dal pm di Napoli c’è tutta Calciopoli. Anzi c’è tutta Farsopoli.

    Oggi, cinque anni dopo, stiamo qui a discettare su responsabilità uguali o diverse di Moggi e Facchetti e Meani e anche degli altri presidenti. Ma non è questo il punto. Il punto è che 5 anni fa, nascoste non si sa perché né da chi le telefonate dell’Inter, alcune del Milan e anche le molte altre di molti altri dirigenti, si è imbastito un finto processo sportivo, e una feroce gogna mediatica, agevolata anche dalle responsabilità della Juventus, soltanto sulle telefonate di Moggi.
    Si è parlato di un sistema Moggi. Di comportamenti esclusivi di Moggi. Di Moggiopoli. E’ stata fatta passare l’idea che a telefonare fosse solo Moggi. Piaccia o non piaccia, si diceva, non ci sono telefonate di Moratti eccetera. Invece c’erano e configuravano illeciti sportivi, dice oggi – 5 anni dopo – la procura federale che allora chiese la retrocessione della Juventus senza ascoltare tutte le telefonate.
    Non entro nel merito delle accuse, che per me (e in realtà anche per le sentenze sportive) non hanno a che fare con illeciti, ma con violazioni del principio di lealtà, ma queste telefonate che, piaccia o non piaccia, c’erano ed erano estese, diffuse e imbarazzanti fanno crollare l’intera impalcatura accusatoria creata intorno a un Sistema Moggi che controllava designatori, mercato* e il calcio.

    Tutti telefonavano a tutti. Tutti chiedevano rispetto ai designatori. I designatori incontravano a cena tutti i dirigenti, anche quelli onesti, e a tutti davano conforto e schiacciavano l’occhio. Alcuni chiedevano addirittura arbitri specifici e assistenti amici, provando a bypassare i sorteggi. Altri non si sa che cosa facessero con schede sim estere (intercettabili come le altre, però). Altri si servivano di agenzie deviate della Telecon per spiare mezza Serie A.

    Ma, di nuovo, è il contesto svelato dalle telefonate occultate allora ad aver cambiato la prospettiva sul calcio italiano: il sistema Moggi non c’era e se c’era era parallelo a quello degli altri. Più o meno influente, ma esattamente come quello degli altri.

    Se allora si fossero ascoltate tutte le telefonate, nascoste negli incartamenti e scoperte dalla difesa di Moggi al processo di Napoli, sono certo che non avrebbero condannato anche l’Inter per illecito sportivo e magari più decisamente il Milan o altri. Non avrebbero condannato nessuno. Non sarebbe successo niente, perché niente era successo: se non sul campo di gioco.

    Sarebbe semplicemente crollata la chiacchiera da bar dello sport, alimentata da quelli che «nun ce volevano sta’» a perdere contro i palesemente più bravi, invece che essere elevata a teorema giudiziario pronto a crollare, sia pure in ritardo, nel momento esatto in cui le difese sono state messe in condizione di difendersi.

    ——
    * l’accusa di controllare il mercato del calcio, in associazione a delinquere attraverso la Gea, è già crollata di fronte a un tribunale ordinario

  9. #9
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    Predefinito Rif: Gli onesti per prescrizione

    Arbitra il signor Kafka di Praga

    Lo scudetto del 2006 cucito sulle maglie dell’Inter non può essere revocato in quanto non c’è mai stato un atto amministrativo che lo assegnasse ai nerazzurri. Ah, mizzica, e allora l’Inter dove lo ha trovato, quel perizoma tricolore che ha esibito nel 2007? In tabaccheria insieme con l’accendino? Su un adesivo comperato in autogrill con la Rustichella e l’aranciata? In edicola dentro la plastica di un settimanale? Poichè della vicenda non potrebbe importarmi di meno, avendo sempre pensato che pure il Milan, la squadra per la quale faccio ormai per abitudine il tifo, sia stato ignobilmente graziato in quella occasione e le “squadre degli onesti” esistano esattamente come esiste “il partito degli onesti” di Little Angel, la morale di questa storia non è nè calcistica nè sportiva. E’ nella ennesima dimostrazione, attraverso questa formulazione surreale da “Comma 22″ o, se preferite, da Kafka, che l’Italia si avvia (stamani sono generoso) a essere una nazione tragicamente ridicola anche nelle cose irrilevanti come questa.

    http://zucconi.bloga....repubblica.it/





  10. #10
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    Predefinito Rif: Gli onesti per prescrizione

    L`ossessione di Massimo
    di Giuseppe Cruciani

    Non c`è bisogno di essere tifosi della Juventus per sostenere che c`è un uomo prigioniero delle sue fisime, e si sa quanto sia difficile liberarsene avendo tali manie creato un mito inesistente: quello dello «scudetto degli onesti». Sto parlando del presidente dell`Inter Massimo Moratti che esulta per la conferma del tricolore 2006 (grazie a una Federcalcio passiva, ma alzi la mano chi si aspettava qualcosa di diverso) senza il minimo senso del pudore. Solo per restare alle ultime vicende, perché parecchio si potrebbe dire anche su Calciopoli e dintorni, abbiamo saputo dall`indagatore calcistico Stefano Palazzi (lo stesso che 5 anni fa era un eroe e ora secondo la proprietà nerazzurra sarebbe alla mercè di poteri oscuri) che pure l`Inter commise illeciti e che, se le telefonate con i capi degli arbitri fossero state rivelate tutte all`epoca, molto probabilmente la storia del calcio italiano dell`ultimo lustro sarebbe stata molto diversa.
    Il ricco petroliere invece vive di un`ossessione: per non guardare in faccia la realtà s`è convinto, come nelle discussioni da bar, che fino al 2006 la sua Inter è stata vittima di furti e ruberie, mentre sorvola su centinaia di milioni buttati via su giocatori e progetti fallimentari.
    Quindi non è questione di angeli e demoni, di buoni e cattivi. Di fronte ai fatti Moratti dovrebbe arrendersi, essendo in sostanza un condannato prescritto. Si consiglia, modestamente, di fare un gran gesto: rinunciare a quella roba di altri che gli fu assegnata con una specie di rapina, cioè con un comunicato stampa dopo essere arrivato a 15 punti dai primi. Ma non lo farà e continuerà nella solita tiritera. Noi siamo quelli puliti...

    fonte: Panorama




 

 
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