Contatore defalut

[zlais]

Default Italia / Quanto tempo ci resta...



premesso che per me è una boiata anche solo teorizzare un momento preciso in cui avviene un defalut, idea carina e suggestiva per stigmatizzare il momento

[benjamin_linus]

[Grifo]

Default Italia / Quanto tempo ci resta...



premesso che per me è una boiata anche solo teorizzare un momento preciso in cui avviene un defalut, idea carina e suggestiva per stigmatizzare il momento

Cause della Rivoluzione Francese.
Da Wikipedia:

Luigi XVI (nella Francia del XVIII secolo il potere era riposto nella monarchia assoluta di diritto divino rappresentata da Luigi XVI. La società era suddivisa in tre ceti o classi sociali: nobiltà, clero e terzo stato. Il terzo stato costituiva il 98% della popolazione ed era la classe maggiormente tassata, in quanto la tradizione monarchica francese prevedeva dei consistenti privilegi per la nobiltà e il clero. I raccolti andati a male, le carestie ed il clima avverso portarono in quegli anni ad una forte inflazione, mentre le tasse elevate non bastavano allo Stato per "mantenere la casta dei nobili e clero, che da sola assorbiva metà del bilancio statale, l'esercito l'atra metà" (nota mia) Il prezzo del pane aumentò a dismisura, costringendo la gente comune alla miseria. La situazione economica era aggravata anche dagli sprechi e dai costi delle guerre fin qui sostenute. A Parigi intere famiglie si recavano sui ponti della Senna e si buttavano a fiume (ancora nota mia)

Così, un bel giorno, mentre la folla manifestava sotto il Palazzo, la Regina Maria Antonietta ebbe la bella idea di dire: "Non hanno pane? Che mangino i biscotti!"

E rasero al suolo la Francia

[Ping Pong]

Beccatevi la prima pagina del Corriere...

"A sorpresa".

Ma se zerohedge ne parla almeno da 5 giorni? onf:

Vabe'...

[benjamin_linus]

Beccatevi la prima pagina del Corriere...

"A sorpresa".

Ma se zerohedge ne parla almeno da 5 giorni? onf:

Vabe'...

Domani sarà una carneficina... :sofico:

[zlais]

Cause della Rivoluzione Francese.
Da Wikipedia:

Luigi XVI (nella Francia del XVIII secolo il potere era riposto nella monarchia assoluta di diritto divino rappresentata da Luigi XVI. La società era suddivisa in tre ceti o classi sociali: nobiltà, clero e terzo stato. Il terzo stato costituiva il 98% della popolazione ed era la classe maggiormente tassata, in quanto la tradizione monarchica francese prevedeva dei consistenti privilegi per la nobiltà e il clero. I raccolti andati a male, le carestie ed il clima avverso portarono in quegli anni ad una forte inflazione, mentre le tasse elevate non bastavano allo Stato per "mantenere la casta dei nobili e clero, che da sola assorbiva metà del bilancio statale, l'esercito l'atra metà" (nota mia) Il prezzo del pane aumentò a dismisura, costringendo la gente comune alla miseria. La situazione economica era aggravata anche dagli sprechi e dai costi delle guerre fin qui sostenute. A Parigi intere famiglie si recavano sui ponti della Senna e si buttavano a fiume (ancora nota mia)

Così, un bel giorno, mentre la folla manifestava sotto il Palazzo, la Regina Maria Antonietta ebbe la bella idea di dire: "Non hanno pane? Che mangino i biscotti!"

E rasero al suolo la Francia

purtroppo la situazione è sempre più simile, volevo aprire un topic con qualche considerazione sul rischio effettivo che la dmocrazia stia fallendo e quindi finirà...

se ci pensi, in italia l'80% delle tasse viene da dipendenti, pensionati e piccoli imprenditori.
il sistema retributivo in pratica funziona al contrario, dal basso verso l'alto.
le imposte che generano più ricavi al fisco sono sempre quelle che colpiscono la gente comune in maniera maggiore: irpef(dove è risaputo che solo i dipendenti pagano tutto) e iva (tassa uguale per tutti che quindi incide in misura maggiore su chi ha un redditto più basso).
si sta tagliando il welfare (grande spauracchio dei liberisti nostrani), ma le tasse rimangono quelle di prima (anzi aumentano).cioè pagheremo più tasse per avere servizi peggiori o addirittura inesistenti: follia.
abbiamo una classe politica che prima ha creato il debito e ora pretende di cambiare maschera e presentarsi con il volto del rigore, sembrano volerci prendere in giro, epr non parlare del fatto che i politici e la politica costano una cifra (e il problema è proprio sistemico, non tanto il numero o i privilegi dei parlemntari, anceh quelli certo)

troppa ingiustizia sociale, potrebbe trasformarsi in sommovimenti politici effettivamente

[zlais]

Beccatevi la prima pagina del Corriere...

"A sorpresa".

Ma se zerohedge ne parla almeno da 5 giorni? onf:

Vabe'...

beh credo dicano a sorpresa perchè avevano annunciato che invece di dare il giudizio in questi giorni (dopo 90 giorni dalla messa sotto osservazione), avrebbero rimandato a ottobre.. invece ci han ripensato.

[Ping Pong]

Domani sarà una carneficina... :sofico:

Goduria... :gluglu:

anche se, probabilmente, dovrò tornare a zappare pure io tra non molto.

Ci andrò con immenso piacere, comunque!

[benjamin_linus]

On Sept. 19, 2011, Standard & Poor's Ratings Services lowered its unsolicited long- and short-term sovereign credit ratings on the Republic of Italy to 'A/A-1' from 'A+/A-1+'. The outlook is negative. The transfer and convertibility assessment remains 'AAA', as it does for all members of the eurozone.

Rationale

The downgrade reflects our view of Italy's weakening economic growth prospects and our view that Italy's fragile governing coalition and policy differences within parliament will likely continue to limit the government's ability to respond decisively to the challenging domestic and external macroeconomic environment.

Under our recently updated sovereign ratings criteria, the "political" and "debt" scores were the primary contributors to the downgrade. The scores relating to the other elements of our methodology--economic structure, external, and monetary--did not contribute to the downgrade.

More subdued external demand, government austerity measures, and upward pressure on funding costs in both the public and private sectors will, in our opinion, likely result in weaker growth for the Italian economy compared with our May 2011 base-case expectations, when we revised the outlook to negative.

We believe the reduced pace of Italy's economic activity to date will make the government's revised fiscal targets difficult to achieve. Furthermore, what we view as the Italian government's tentative policy response to recent market pressures suggests continuing future political uncertainty about the means of addressing Italy's economic challenges.

In our opinion, the measures included in and the implementation timeline of Italy's National Reform Plan will likely do little to boost Italy's economic performance, particularly against the backdrop of tightening financial conditions and the government's fiscal austerity program (see "Italy Delivers", published by the Italian Ministry of the Economy and Finance at http://www.mef.gov.it/documenti/open.asp?idd=27880).

Our reduced expectations concerning Italy's growth prospects also reflect key structural impediments that we have written about before:

Low labor participation rates and tightly regulated labor and services markets;
What we consider to be an inefficient public sector; and
Relatively modest foreign investment inflows.

In our view, the authorities remain reluctant to tackle these issues (see our full analysis on Italy, published Dec. 1, 2010, on RatingsDirect on the Global Credit Portal). For example, we note that in the July 2011 political discussions about the Decree Law No. 98/2011 (converted into Law No. 111/2011), several proposed supply-side measures, including the liberalization of professional services, were shelved or delayed because of opposition within the governing coalition and in parliament.

The government projects that its fiscal consolidation program will result in a cumulative fiscal consolidation of about €60 billion, overall, with the largest savings projected in 2012 and 2013 (see "Italy Delivers", http://www.mef.gov.it/documenti/open.asp?idd=27880).

However, we think that the government's projection of a €60 billion savings may not come to fruition for three primary reasons:

First, as described below, we view Italy's economic growth prospects as weakening;

Second, nearly two-thirds of the projected budgetary savings in the crucial 2011-2014 period rely on revenue increases in a country already carrying a high tax burden; and

Third, market interest rates are anticipated to rise.

We have adopted a revised base-case macroeconomic scenario, which we view as consistent with the downgrade and negative outlook. Compared with the May 2011 base case, the revised base-case scenario assumes that annual real GDP growth will be 0.6 percentage points lower over the 2011-2014 forecast horizon because of more sluggish growth in exports, investment, and public- and private-sector consumption. Since May 2011, financial conditions in Italy have tightened and the pace of economic recovery of its principal global and eurozone trading partners has slowed. We also note that our revised base case is broadly similar to the downside (downgrade) scenario we published in May 2011.

We have also adopted a revised downside scenario, consistent with another possible downgrade. The revised downside assumes a mild recession takes hold next year, with real GDP declining by 0.6%, followed by a modest recovery in 2013-2014. The economic main drivers in our revised downside scenario are tighter financial conditions, with higher interest rates on government bonds, as well as weaker trajectories for private-sector consumption and exports.

We have also adopted a revised upside scenario, which, if it occurred, would be consistent with our view of a revision of the outlook to stable. Our revised upside scenario assumes that financial conditions will gradually improve, along with the trajectories for GDP growth, exports, and investment. For details of the revised base case and alternate scenarios, see our analysis on Italy, published Sept. 19, 2011.

Under all three scenarios, we expect that Italy's net general government debt burden will remain the key rating constraint for the foreseeable future. We project that such net debt will be 117% of GDP at year-end 2011, up from 100% of GDP in 2007.

Under our revised base case, the net debt burden would fall only slightly to 115% of GDP by 2014, a similar rate to the May 2011 downside scenario.

[Grifo]

troppa ingiustizia sociale, potrebbe trasformarsi in sommovimenti politici effettivamente

Potrebbe.
La Merkel è stata chiara, se si sfascia l'euro si sfascia l'europa.
Quindi siamo a un punto che è di non ritorno, o si supera la crisi, e non si supera, o tutto l'edificio si sfalda.

Se dovessi fare il parallelo col primo dopoguerra direi che l'Euro è il Trattato di Versailles, e ora stiamo per entrare nella crisi di Weimar.
Dieci anni, più o meno ci siamo.