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    Predefinito Riferimento: Etnonazionalismo Völkisch




    Federico Prati - Silvano Lorenzoni - Flavio Grisolia

    I Fondamenti dell'Etnonazionalismo Völkisch


    "Nella vita sangue e conoscenza
    debbono coincidere.
    Allora sorge lo spirito"
    FRANZ SCHAUWECKER


    "Riteniamo di fondamentale importanza, in un'epoca etnicamente e
    culturalmente decadente, un'epoca che disprezza ogni distinzione
    qualitativa, fornire gli elementi essenziali per poter comprendere
    appieno concetti così rilevanti per l'Europa quali sono, a nostro
    avviso, i fondamenti dell'etnonazionalismo völkisch. Gli
    Stati-Nazione, di chiara matrice giacobina, stanno segnando il passo.
    Ad essi pare si voglia sostituire un'Unione Europea, voluta
    unicamente da tecnocrati e dalla finanza apolide e nettamente rifiutata
    dalle Comunità etniche, che in essa vedono, realisticamente, il
    pericolo della perdita d'ogni propria Identità. A difesa e
    salvaguardia dei Popoli d'Europa dal mondialismo multirazziale e
    dalla globalizzazione omologante si pone unicamente
    l'etnonazionalismo völkisch."


    Dati libro:

    Titolo: I Fondamenti dell'Etnonazionalismo Völkisch
    Autori: Federico Prati - Silvano Lorenzoni - Flavio Grisolia
    Dati: 154 pagine.
    Anno: 2006.
    Prezzo: 16,00 Euro.
    Editore: Effepi Edizioni.


    I Fondamenti dell' Etnonazionalismo Völkisch



    http://www.libroelibri.com/Effepi.htm
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #12
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    Predefinito Riferimento: Etnonazionalismo Völkisch

    Scritti etnonazionalisti. Per un’Europa delle Piccole Patrie


    Federico Prati – Silvano Lorenzoni
    Effepi Edizioni, pagg.50, Euro 6,50

    IL LIBROIn questo saggio è analizzato compiutamente il pensiero etnonazionalista völkisch e come esso rappresenti davvero l'unica soluzione ai mali che da tempo affliggono l'Europa ovvero l'immigrazione allogena, il mondialismo massonico, la globalizzazione omologante, il materialismo comunista, il liberismo capitalista. Dal testo si evince chiaramente che solo l'etnonazionalismo völkisch sarà in grado di ridare e ripristinare quella grandezza che da sempre ha caratterizzato l'Europa, grandezza che la Terra degli Arii pare abbia tuttavia smarrito a causa di questi ultimi 50 anni di sudditanza all'arroganza degli invasori angloamericani.

    DAL TESTO – “L'etnonazionalismo, e gli etnonazionalisti, si rifanno al federalismo etnico, forma modernizzata del nazionalismo etnico e dell'ideologia völkisch. Tale ideologia assegna la priorità alla tutela del Volk, inteso come comunità di Sangue e Suolo. L'etnicità costituisce per noi etnonazionalisti völkisch il criterio fondante della nazione, che prende corpo attraverso la forza del Sangue. Il singolo individuo è subordinato al volere della Volksgemeinschaft, della comunità etnica. Nella nostra visione etnonazionalista la mappa geopolitica dell'Europa deve essere ridisegnata, attraverso la nascita di una Federazione europea etnica, costituita da Regioni-Stato, etnicamente omogenee. Ecco perché nel nostro “edificio etnocentrico” non vi è posto per lo Stato nazionale etnicamente eterogeneo. Il pensiero etnonazionalista si rifà ad una concezione oggettiva della nazione, che corrisponde al Volk della tradizione di Herder, Fichte e M.H. Boehm. Bisogna sostituire gli Stati nazionali etnicamente pluralisti, e quindi ingiusti, con un insieme d'unità etnicamente omogenee. Lo Stato nazionale di matrice massonica e giacobina è il nemico in quanto si è storicamente sviluppato come realtà istituzionale etnicamente eterogenea, che non fonda i diritti di cittadinanza sull'appartenenza etnica. ”.

    GLI AUTORI – Federico Prati e Silvano Lorenzoni.

    INDICE DELL’OPERA – L’Etnonazionalismo Völkisch – Il Contadinato quale fonte di vita delle comunità etnonazionali europee – Etnonazionalismi e Imperi; Stati nazionali e “Moltitudini” – Il costo sociale e finanziario dell’immigrazione extracomunitaria – Etnonazionalismo Völkisch e questione allogena– Immigrazione: il problema del XXI secolo – Il Pensiero Etnonazionalista – A difesa della famiglia tradizionale – Il Mondialismo – Contro il Mondialismo massonico – La Massoneria: ecco il nemico dei Popoli Europei! – Per una Europa Etno-Federale – Patrioti, non razzisti; Europeisti, non mondialisti.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  3. #13
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    Predefinito Riferimento: Etnonazionalismo Völkisch

    Etnonazionalismo ultima trincea d’Europa

    Federico Prati – Harm Wulf – Silvano Lorenzoni
    Effepi Edizioni, pagg. 134, Euro 15,00

    IL LIBRO – Diretto “continuatore” di “Scritti etnonazionalisti - Per una Europa delle Piccole Patrie", questo testo si propone il non facile compito di illustrare e far conoscere il pensiero etnonazionalista. In esso gli autori cercano di evidenziare quali siano le risposte che il pensiero etnonazionalista völkisch fornisce in materia di federalismo, immigrazione allogena, mondialismo multirazziale, globalizzazione, famiglia tradizionale. Nel testo si spiega compiutamente quale sia la vera nozione di Volk e quali siano le reali radici del pensiero völkisch. Questo testo rappresenta un piccolo, ma significativo, contributo alla battaglia meta-politica condotta da tutti quei Patrioti europei che, lottando per la libertà delle proprie Nazioni etniche, vogliono contrapporsi all’oppressivo Sistema mondialista.

    DAL TESTO – “L’integrazione, e quella di massa in particolare, è una pianta che solo apparentemente cresce e fruttifica in modo sano e rigoglioso. In realtà produce frutti nel migliore dei casi acerbi, quando non avvelenati, e questo perché le sue radici non affondano nel suolo della patria, ma poggiano bensì su un arido strato di necessità e utilitarismo; la linfa che scorre nel suo tronco e nei suoi rami è una linfa estranea, non è la nostra e non lo sarà mai. Solo un intelligente ritorno alle tradizioni e alla pienezza di un comune sentire che sgorghi dal cuore e non sia mediato dal cervello o suggerito da convenienze di bottega, potranno allontanare da noi il pericolo di scomparire come civiltà, come popolo, come persone”.

    GLI AUTORI – Federico Prati, Harm Wulf e Silvano Lorenzoni.

    INDICE DELL’OPERA – Nota editoriale – Neuordnung Europas aus Blut und Rasse – Europa risorgi! - Ipotetico dialogo sulla “questione degli allogeni” fra un Etnonazionalista Völkisch ed un fautore dell’immigrazione – La nozione di “Volk” – Alle radici del pensiero völkisch: il “Turnvater” di Friedrich Ludwig Jahn – L’avventura degli Artamanen – Nel segno del Wolfsangel – Le armi Della Sovversione massonica – C’è immigrazione e immigrazione – Denatalità e immigrazione allogena – America, protestantesimo e islam – La situazione sanitaria internazionale quale realmente è – L’implosione biologica del sud del mondo – L’americano, “bantù” del futuro – Manifesto Etnonazionalista – Appendice.

    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  4. #14
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    Predefinito Riferimento: Etnonazionalismo Völkisch

    I Fondamenti dell’Etnonazionalismo Völkisch


    Federico Prati – Silvano Lorenzoni – Flavio Grisolia
    Effepi Edizioni, pagg. 154, Euro 16,00

    IL LIBRO – Il libro fornisce gli elementi essenziali per poter comprendere quali sono i fondamenti dell’etnonazionalismo völkisch. Secondo gli autori è necessario, vitale, “ridestare” quell’ancestrale “Volksgeist” da troppo tempo “narcotizzato” dai nemici dei Popoli d’Europa: massoneria, liberismo, marxismo, mondialismo, è necessario “restituire” ai Popoli d’Europa quell’essenza smarrita e così preziosa che è la facoltà e la volontà d’essere se stessi. L’auspicio degli autori, dunque, è che i Popoli europei riacquistino quell’aspetto spirituale, quei profondi legami decretati dalle più remote forze naturali che costantemente identificano un uomo, prima che come singolo soggetto, come discendente di un Popolo e della propria Comunità etnica. Solo dopo aver “riconfermato” la priorità di tali valori, che nelle più ataviche energie dell’Ethnos hanno la loro origine, si potranno rinvenire le possenti forze che giacciono nel più profondo dell’anima dei Popoli Europei e che vanno nel senso della volontà di ritornare finalmente padroni della propria Terra.
    DAL TESTO – “Riteniamo di fondamentale importanza, in un’epoca etnicamente e culturalmente decadente, un’epoca che disprezza ogni distinzione qualitativa, fornire gli elementi essenziali per poter comprendere appieno concetti così rilevanti per l’Europa quali sono, a nostro avviso, i fondamenti dell’etnonazionalismo völkisch. Gli Stati-Nazione, di chiara matrice giacobina, stanno segnando il passo. Ad essi pare si voglia sostituire un’Unione Europea, voluta unicamente da tecnocrati e dalla finanza apolide e nettamente rifiutata dalle Comunità etniche, che in essa vedono, realisticamente, il pericolo della perdita d’ogni propria Identità. A difesa e salvaguardia dei Popoli d’Europa dal mondialismo multirazziale e dalla globalizzazione omologante si pone unicamente l’etnonazionalismo völkisch. ”.

    GLI AUTORI – Federico Prati, Silvano Lorenzoni e Flavio Grisolia.

    INDICE DELL’OPERA – Premessa – L’Identità dell’Europa – Le Idee – Riflessioni sulla Weltanschaaung dell’Etnonazionalismo Völkisch – Le Proposte.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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  5. #15
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    Predefinito Riferimento: Etnonazionalismo Völkisch

    Orizzonti del Nazionalismo Etnico.
    Pensiero Etnonazionalista e Idea Völkisch



    F.Prati, S.Lorenzoni, F.Grisolia, H.Wulf
    Effepi Edizioni, pagg. 144 Euro 16,00

    IL LIBRO – Nel testo, vera guida dogmatica al Pensiero Etnonazionalista ed all’Idea Völkisch, si affermano quali debbano essere le “linee guida” che ogni “Soldato politico” etnonazionalista, per essere definito e considerato tale, debba seguire. Il Pensiero Etnonazionalista Völkisch assurge al ruolo di nuovo paradigma etno-identitario di cui la Volksgemeinschaft, la Comunità di Sangue, ne diviene il cardine. Il Popolo rappresenta la Comunità di Sangue: il concetto di Razza e d’ereditarietà, le nozioni derivate dalle ancestrali tradizioni degli Avi. Una comunità di popolo che vuole proteggere e favorire i valori radicati nell'individuo che accetterà ed accoglierà l'atavica eredità atropo-razziale, etno-culturale e storico-politica per riacquistarne ed attualizzarne i Valori fondanti l'identità etnonazionale. Questo paradigma consiste dunque in una riscoperta e riproposizione del concetto di Sangue e Suolo, Razza e Patria, Etnia e Stato.

    DAL TESTO – “ Il non facile compito che gli autori del libro si sono proposti è quello di “illustrare” e “spiegare”, nella maniera più completa ed organica possibile, la Weltanschauung che sta alla base del pensiero Etnonazionalista Völkisch. Illustrare, pertanto, quale sia, la particolarità metapolitica dell’Etnonazionalismo Völkisch, che gli conferisce una costante attualità, in quanto Idea-Forza in grado di fornire sempre serie e concrete soluzioni politico-culturali capaci di ovviare ai mali che da troppo tempo affliggono l’Europa tutta. Difendere ad ogni costo le Identità etnico-razziali e le ancestrali Tradizioni delle Piccole Patrie europee dalla Sovversione politico-culturale e spirituale che le minaccia. Riaffermare con forza la volontà di ritornare pienamente padroni sulle nostre terre. Rendere edotti e consapevoli i Giovani d’Europa di appartenere a comunità etnico-nazionali antichissime aventi nei Popoli Indoeuropei i nobili padri fondatori. Vigilare, custodire, ricordare le ataviche Tradizioni di quell’Europa Aria che diede vita alle nostre Nazioni di Sangue e Suolo. Salvaguardare l’immenso ed unico patrimonio razziale, etnico, culturale, storico, linguistico ed ambientale delle nostre millenarie Heimat.”

    GLI AUTORI – Federico Prati, Silvano Lorenzoni, Flavio Grisolia e Harm Wulf .

    INDICE DELL’OPERA – Premessa – Pensiero Etnonazionalista e Idea Völkisch – Immigrazione allogena, massoneria e mondialismo capitalista – Bibliografia essenziale.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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  6. #16
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    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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  7. #17
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    Predefinito Riferimento: Etnonazionalismo Völkisch

    Cultura völkisch e comunità di popolo
    Harm Wulf

    Mi è stato recentemente inoltrato un messaggio di posta elettronica che riportava delle note del Prof. Claudio Mutti a proposito dell'etnonazionalismo e della cultura völkisch ( http://www.claudiomutti.com/index.ph...=4&id_news=103 ). Vorrei fare qualche precisazione:
    - ho altissima stima dell'opera di intellettuale e di divulgatore culturale del Prof. Claudio Mutti. Molti dei libri fondamentali che ho letto sono stati da lui scritti, tradotti o pubblicati. Raccomando a tutti gran parte delle opere della sua casa editrice All'insegna del Veltro di Parma ( http://www.insegnadelveltro.it/ )
    - ho volentieri prestato tre miei scritti agli autori del libro "Etnonazionalismo ultima trincea d’Europa" Genova, 2006, Edizioni Effepi ( www.effepiedizioni.com ) perchè ritengo, in base a quanto conosco e penso, che non vi sia contraddizione tra le istanze di chi vuol difendere la sua terra e quelle di chi voglia anche difendere la terra degli altri dall'imperialismo americano. Se minimamente sospettassi che dietro coloro che sostengono l'etnonazionalismo (perdonate la ridondanza) ci fossero "Croisés de l’Oncle Sam" me ne terrei felicemente alla larga.
    - i popoli esistono, non sono un'invenzione dei pensatori völkisch. Essi sono il prodotto di sangue, suolo (trasmessi dagli antenati) e cultura (trasmessa dalla Tradizione "sapere delle generazioni" passate e dall'innovazione che produce il presente e la tecnica.
    - per nostro destino siamo europei ma questo non toglie che tutti i popoli che conservano la loro identità abbiano la stessa dignità e gli stessi diritti. Non è una questione cromatica (personalmente ritengo assai più degno un indios amazzonico o un guerriero Ogala che un degenerato e massificato cittadino americano biondo di crine e ceruleo d'occhi).
    - i popoli hanno delle loro caratteristiche peculiari che sono poi le cose che ci colpiscono quando viaggiamo (se arrivi in Svezia o in Euskadi o altrove capisci dall'osservazione generale di popolo e terra che queste caratteristiche ci sono e sono plurali). Gestione del territorio, modo di costruire ed abitare, abitudini alimentari, tradizioni musicali, particolarità del linguaggio e tutte le altre cose che ci meravigliano.
    - cantare la Tzara e la Neam la terra e la stirpe come fecero in modo eccelso poeti del calibro di Mihail Eminescu e George Cosbuc o gli uomini della Legione dell'Arcangelo Michele non è becero razzismo ma amore per la propria terra. Pamîntul stramosesc, la terra degli avi, come si intitolava il giornale legionario (vedi Corneliu Zelea Codreanu "Guardia di Ferro" Ed. Ar, Padova, 1973, www.libreriaar.it ), doveva essere onorata e difesa dalle invasioni esterne .
    - la polemica sull'omogeneità etnica mi sembra alquanto strumentale. Sono sicuro che un intellettuale sottile quale è il Prof. Claudio Mutti capisce perfettamente che il problema centrale del discorso è quello del radicamento, del legame che si crea tra un popolo e la terra che abita da generazioni. Riaffermare il sacrosanto diritto per tutti i popoli della terra a non essere sradicati e ad amare il suolo in cui generazioni di antenati hanno vissuto e lavorato non è pleonastico. Ricordo un bel manifesto attaccato in Germania da chissà chi che diceva: "I popoli sono come gli alberi: non si possono sradicare!" Sradicamento significa alienazione e distruzione spirituale.
    - oggi in Italia certe detestabili caratteristiche del peggior sud levantino si vanno espandendo a livello nazionale. Dappertutto prevale un "familismo amorale" e un individualismo anarcoide e devastante. Essere popolo, avere un senso comune di storia e destino è esattamente l'opposto. Manca identità, radicamento e senso di esser parte di una comunità di destino. Se prendiamo un gruppo di giovani italiani e gli diciamo di cantare qualcosa insieme, escludendo il ricchissimo patrimonio musicale regionale, non restano che l'inno di Mameli (se va bene la prima strofa...), forse qualche vecchio canto della prima guerra mondiale (se è stato orecchiato dal nonno) ed i canti politici (che sicuramente non uniscono una comunità ma la fratturano e la dividono). I canti euroasiatici esisteranno sicuramente ma nessuno li conosce. Sui mezzi di trasporto, in gita, nelle escursioni gli studenti non cantano: sono soli con il loro apparecchietto che spara musica al 90% americana. E' solo un piccolo esempio ma serve a far capire che per fare un discorso politico bisogna parlare ad una comunità reale, ad un popolo, cioè ad un gruppo di persone che hanno un patrimonio comune (etnico, storico, geografico). Decebalo, nella stupenda poesia di George Cosbuc (Guardia di Ferro pag 286), si rivolge al popolo, al suo popolo. Fare la Politica dovrebbe essere perseguire il bene della polis, della comunità di popolo ed è palese che invece oggi in Italia la politica sia misera cosa ed i politici uno squallido ceto di grassatori del pubblico denaro.
    - il mondialismo è proprio la perdita totale dell'identità dei popoli e la loro distruzione attraverso lo sradicamento, il mescolamento, la distruzione delle peculiarità linguistiche e culturali. Che tipo di comune sentire e quindi che vita associata possa poi avere questo "Mischmasch" o macedonia è cosa che non interessa coloro che dirigono la mondializzazione ma dovrebbe interessare noi tutti. A loro interessa che ci sia un mercato planetario, un consumatore universale, ed una massa di iloti meticci che lavori per due lire, ascolti la stessa musica, mangi lo stesso cibo, si esprima trogloditicamente con lo stesso "basic english".
    Ora credo che resistere a questa funesta prospettiva non sia passatismo o nostalgia ma preciso dovere di quanti comprendono il problema. La nostra identità, che è quella dell'origine, è stata sfregiata da troppe influenze aliene. Il danno maggiore è quello inferto dall'annientamento della nostra tradizione. L'unica evoluzione possibile è quella di comprendere la devastazione della modernità e progettare un'altra rivoluzione (re-volvere) conservatrice che ci riporti all'origine. Noi e gli altri europei dobbiamo tornare ad essere popolo. Non per farci "Croisés de l’Oncle Sam" (ipotesi irreale e repellente) ma per essere noi stessi e far capire agli altri popoli del pianeta che l'individualismo liberista yankee è la peggior minaccia per la loro sopravvivenza.
    Harm Wulf

    Fonte: http://www.archiviostorico.info/Rubr...liHarmWulf.htm
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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    Predefinito Riferimento: Etnonazionalismo Völkisch

    Cultura völkisch e comunità di popolo
    Harm Wulf

    Mi è stato recentemente inoltrato un messaggio di posta elettronica che riportava delle note del Prof. Claudio Mutti a proposito dell'etnonazionalismo e della cultura völkisch ( http://www.claudiomutti.com/index.ph...=4&id_news=103 ). Vorrei fare qualche precisazione:
    - ho altissima stima dell'opera di intellettuale e di divulgatore culturale del Prof. Claudio Mutti. Molti dei libri fondamentali che ho letto sono stati da lui scritti, tradotti o pubblicati. Raccomando a tutti gran parte delle opere della sua casa editrice All'insegna del Veltro di Parma ( http://www.insegnadelveltro.it/ )
    - ho volentieri prestato tre miei scritti agli autori del libro "Etnonazionalismo ultima trincea d’Europa" Genova, 2006, Edizioni Effepi ( www.effepiedizioni.com ) perchè ritengo, in base a quanto conosco e penso, che non vi sia contraddizione tra le istanze di chi vuol difendere la sua terra e quelle di chi voglia anche difendere la terra degli altri dall'imperialismo americano. Se minimamente sospettassi che dietro coloro che sostengono l'etnonazionalismo (perdonate la ridondanza) ci fossero "Croisés de l’Oncle Sam" me ne terrei felicemente alla larga.
    - i popoli esistono, non sono un'invenzione dei pensatori völkisch. Essi sono il prodotto di sangue, suolo (trasmessi dagli antenati) e cultura (trasmessa dalla Tradizione "sapere delle generazioni" passate e dall'innovazione che produce il presente e la tecnica.
    - per nostro destino siamo europei ma questo non toglie che tutti i popoli che conservano la loro identità abbiano la stessa dignità e gli stessi diritti. Non è una questione cromatica (personalmente ritengo assai più degno un indios amazzonico o un guerriero Ogala che un degenerato e massificato cittadino americano biondo di crine e ceruleo d'occhi).
    - i popoli hanno delle loro caratteristiche peculiari che sono poi le cose che ci colpiscono quando viaggiamo (se arrivi in Svezia o in Euskadi o altrove capisci dall'osservazione generale di popolo e terra che queste caratteristiche ci sono e sono plurali). Gestione del territorio, modo di costruire ed abitare, abitudini alimentari, tradizioni musicali, particolarità del linguaggio e tutte le altre cose che ci meravigliano.
    - cantare la Tzara e la Neam la terra e la stirpe come fecero in modo eccelso poeti del calibro di Mihail Eminescu e George Cosbuc o gli uomini della Legione dell'Arcangelo Michele non è becero razzismo ma amore per la propria terra. Pamîntul stramosesc, la terra degli avi, come si intitolava il giornale legionario (vedi Corneliu Zelea Codreanu "Guardia di Ferro" Ed. Ar, Padova, 1973, www.libreriaar.it ), doveva essere onorata e difesa dalle invasioni esterne .
    - la polemica sull'omogeneità etnica mi sembra alquanto strumentale. Sono sicuro che un intellettuale sottile quale è il Prof. Claudio Mutti capisce perfettamente che il problema centrale del discorso è quello del radicamento, del legame che si crea tra un popolo e la terra che abita da generazioni. Riaffermare il sacrosanto diritto per tutti i popoli della terra a non essere sradicati e ad amare il suolo in cui generazioni di antenati hanno vissuto e lavorato non è pleonastico. Ricordo un bel manifesto attaccato in Germania da chissà chi che diceva: "I popoli sono come gli alberi: non si possono sradicare!" Sradicamento significa alienazione e distruzione spirituale.
    - oggi in Italia certe detestabili caratteristiche del peggior sud levantino si vanno espandendo a livello nazionale. Dappertutto prevale un "familismo amorale" e un individualismo anarcoide e devastante. Essere popolo, avere un senso comune di storia e destino è esattamente l'opposto. Manca identità, radicamento e senso di esser parte di una comunità di destino. Se prendiamo un gruppo di giovani italiani e gli diciamo di cantare qualcosa insieme, escludendo il ricchissimo patrimonio musicale regionale, non restano che l'inno di Mameli (se va bene la prima strofa...), forse qualche vecchio canto della prima guerra mondiale (se è stato orecchiato dal nonno) ed i canti politici (che sicuramente non uniscono una comunità ma la fratturano e la dividono). I canti euroasiatici esisteranno sicuramente ma nessuno li conosce. Sui mezzi di trasporto, in gita, nelle escursioni gli studenti non cantano: sono soli con il loro apparecchietto che spara musica al 90% americana. E' solo un piccolo esempio ma serve a far capire che per fare un discorso politico bisogna parlare ad una comunità reale, ad un popolo, cioè ad un gruppo di persone che hanno un patrimonio comune (etnico, storico, geografico). Decebalo, nella stupenda poesia di George Cosbuc (Guardia di Ferro pag 286), si rivolge al popolo, al suo popolo. Fare la Politica dovrebbe essere perseguire il bene della polis, della comunità di popolo ed è palese che invece oggi in Italia la politica sia misera cosa ed i politici uno squallido ceto di grassatori del pubblico denaro.
    - il mondialismo è proprio la perdita totale dell'identità dei popoli e la loro distruzione attraverso lo sradicamento, il mescolamento, la distruzione delle peculiarità linguistiche e culturali. Che tipo di comune sentire e quindi che vita associata possa poi avere questo "Mischmasch" o macedonia è cosa che non interessa coloro che dirigono la mondializzazione ma dovrebbe interessare noi tutti. A loro interessa che ci sia un mercato planetario, un consumatore universale, ed una massa di iloti meticci che lavori per due lire, ascolti la stessa musica, mangi lo stesso cibo, si esprima trogloditicamente con lo stesso "basic english".
    Ora credo che resistere a questa funesta prospettiva non sia passatismo o nostalgia ma preciso dovere di quanti comprendono il problema. La nostra identità, che è quella dell'origine, è stata sfregiata da troppe influenze aliene. Il danno maggiore è quello inferto dall'annientamento della nostra tradizione. L'unica evoluzione possibile è quella di comprendere la devastazione della modernità e progettare un'altra rivoluzione (re-volvere) conservatrice che ci riporti all'origine. Noi e gli altri europei dobbiamo tornare ad essere popolo. Non per farci "Croisés de l’Oncle Sam" (ipotesi irreale e repellente) ma per essere noi stessi e far capire agli altri popoli del pianeta che l'individualismo liberista yankee è la peggior minaccia per la loro sopravvivenza.
    Harm Wulf

    Fonte: http://www.archiviostorico.info/Rubr...liHarmWulf.htm
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    Predefinito Rif: Etnonazionalismo Völkisch

    Ciao. Se a calcun ghe interessa è vegnesto fora el n.3 dei "Quaderni Veneti di Coscienza Etnica"

    Quaderni Veneti di Coscienza Etnica

 

 
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