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Risultati da 1 a 7 di 7

Discussione: Oddo Biasini

  1. #1
    Repubblicano nel Partito
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    Predefinito Oddo Biasini

    Questa mattina, a Cesena, è morto Oddo Biasini, repubblicano fino all'ultimo giorno della sua vita.
    Se no, no!

  2. #2
    repubblicano perciò di Sx
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    Predefinito Riferimento: Oddo Biasini

    Ricordo quando nel'64 venne a Porto S. Stefano a tenere una lezione ad un campeggio di giovini repubblicani; fin da allora ebbi l'impressione di un uomo forte, onesto e dalla schiena diritta.
    "E' decretato che ogni uomo il quale s'accosta alla setta dei moderati debba smarrire a un tratto senso morale e dignità di coscienza?" G. Mazzini

    http://www.novefebbraio.it/

  3. #3
    Repubblicano nella sx
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    Predefinito Riferimento: Oddo Biasini

    Un affettuoso ricordo, e fraterne condoglianze al cugino Luciano , accademico e esponente di primo piano dell' ENDAS

  4. #4
    laico progressista
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    Predefinito dal sito www.pri.it

    Vi invito a leggere la commemorazione di Giorgio La Malfa a Oddo Biasini.
    Ci troverete toccanti parole di affetto, e anche importanti consdiderazioni politiche.



    I funerali di Oddo Biasini

    Il repubblicanesimo storico perde il suo ultimo erede

    Venerdì a Cesena si sono tenuti i funerali di Oddo Biasini. In un grande concorso di popolo, hanno partecipato anche Giorgio La Malfa, il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, gli amici Gerolamo Pellicanò e Guglielmo Castagnetti.

    Pubblichiamo il discorso tenuto da Giorgio La Malfa per la commemorazione.


    di Giorgio La Malfa

    Cittadini di Cesena, amici repubblicani, cara Giannina, sapevamo, ovviamente, che la fine di Oddo Biasini si avvicinava inesorabilmente. Egli aveva compiuto ormai 92 anni essendo nato a Cesena il 13 maggio del 1917; inoltre gli era stato diagnosticato un male che non lasciava speranze. Ma quando, venendo in Romagna, ci si recava da lui in visita, lo si trovava, come sempre, attento ed informato sulle vicende politiche, interessato alle prospettive del Partito, sollecito nell’auspicare l’unità del gruppo dirigente. Per questo la perdita di questo nostro amico prezioso è ancora più dolorosa.

    Oddo aveva partecipato alla Resistenza come vicecomandante del gruppo Mazzini. Dopo la Liberazione era stato eletto Consigliere comunale della sua Cesena e poi Assessore, negli anni ‘50, con il grande sindaco repubblicano di quella città, Tonino Manuzzi. Eletto al Parlamento nel 1968 fu deputato per 5 legislature, fra il 1968 e il 1987. Più volte sottosegretario alla Pubblica Istruzione, fu Ministro per i Beni Culturali fra l’80 e l’81 e infine vicepresidente della Camera fra il 1983 e il 1987. Fu, soprattutto, segretario del PRI fra il 1975 e il 1979 in anni fra i più drammatici e difficili della Repubblica. In quell’incarico mise in mostra grandi doti di equilibrio e di saggezza politica.

    Con Oddo Biasini scompare l’ultima grande figura del repubblicanesimo storico, dopo Oronzo Reale e Randolfo Pacciardi, quello che aveva le sue radici in Romagna, nelle Marche, in certe zone della Toscana, a Roma e nella zona dei Castelli romani. Biasini aveva le caratteristiche tipiche dei repubblicani di tradizione romagnola, quella tradizione da cui provennero alcuni grandi esponenti repubblicani fra la fine dell’800 e il secondo dopoguerra. Come Giuseppe Gaudenzi, che fu fra i fondatori del PRI nel 1895, Ubaldo Comandini, Cino Macrelli, e da cui derivò in particolare una grande tradizione amministrativa esemplificata dalla figura di Tonino Manuzzi: una fortissima passione politica, un assoluto disinteresse personale, il senso del dovere verso le istituzioni, un amore di stampo risorgimentale per l’Italia, un legame indissolubile con il Partito repubblicano. Per gli uomini che vengono da questa tradizione, la politica è prima di tutto, come aveva insegnato Mazzini, apostolato popolare, un apostolato che Biasini ha esercitato nel corso intero della sua vita.

    La Fondazione Ugo La Malfa, che custodisce i Diari di Oddo Biasini, ha pubblicato nel volume degli Annali uscito nelle scorse settimane le pagine del diario che si riferiscono al periodo che va dal 20 febbraio alla fine del mese di marzo del 1979. In quel periodo si svolse il tentativo di formazione del governo affidato dal Presidente della Repubblica, Pertini, a mio padre, seguito dalla formazione del nuovo gabinetto Andreotti, dall’arresto del Direttore generale della Banca d’Italia, Sarcinelli e dall’incriminazione di un galantuomo come il Governatore Baffi e infine dal malore di mio padre, seguito dalla sua morte. A conclusione di quelle settimane drammatiche, Biasini, che era allora segretario del Partito, scrisse una bellissima pagina di Diario, che desidero leggervi e dalla quale risultano con chiarezza quelle caratteristiche di serietà e di modestia cui ho accennato. Questo è il testo di quella pagina di diario: "Dunque La Malfa non è più tra noi: solo in un momento così difficile provo uno smarrimento che si fa angoscia. Nessuno può credere a quanto casuale sia stata la mia carriera di politico. Nel 1946 riluttai ad entrare nelle liste del PRI: alla fine fui inserito come indipendente ed eletto in Consiglio Comunale: 30 anni! Dal 1946 al 1975! Casuale e di necessità la mia nomina a segretario provinciale e regionale. Casuale il mio ingresso nel triumvirato dopo le dimissioni di O. Reale. Nel 1963 puntai con forza al Parlamento: ma La Malfa mi escluse con l’opzione a favore di Montanti1. Allentai, per quanto possibile, il mio impegno e venni eletto nel 1968, quando ormai la passione politica si attenuava: feci con slancio, e qualche buon risultato, il sottosegretario alla Pubblica Istruzione.

    Infine venni travolto da impegni che non sollecitavo, che non desideravo, che temevo: Segretario nel 1975; riconfermato nel 1978: trascinato sempre riluttante ad impegni più forti delle mie capacità e soprattutto estranei ormai ai miei desideri. Ed ora la scomparsa di La Malfa dà una drammatica svolta alla mia vita politica. Mi manca la lena, ma sento imperioso il richiamo del dovere e non mi sottrarrò certo ad esso: ma quali saranno gli sbocchi di questa terribile responsabilità? A volte temo di essere travolto: La Malfa ci aveva esonerato dal pensare e dall’assumere posizioni pronte; ora tutto va pensato ed analizzato. Non mi fido di quelli che mi stanno attorno, come Ugo La Malfa non si fidava di nessuno: ma Egli aveva una ferma, illimitata, fiducia in se stesso, e questo gli dava forza e sicurezza, aveva una straordinaria fantasia, una sbalorditiva capacità di lavoro. Tutto questo oggi mi manca e i compiti si faranno ogni giorno più pesanti. Come si concluderà questa vicenda? Mi domando a volte quali tempi mi stiano a fronte, e mi smarrisco".

    C’erano a Roma, nel giorno dei funerali di mio padre, una banda musicale proveniente dalla Romagna e le bandiere delle sezioni della Romagna, così come oggi. E c’era la stessa partecipazione commossa. Ma diversamente da allora, quando la vita politica italiana era tutta segnata da antiche bandiere che rappresentavano tradizioni politiche, diverse, spesso opposte, ma che tutte partecipavano alla vita delle istituzioni democratiche che aveva il suo centro nel Parlamento, oggi le nostre bandiere, nate quando nacque l’Italia, nel secolo XIX, sono le sole bandiere che rappresentano una tradizione politica. Il resto è fragile e posticcio. Amici repubblicani, io sento che sta manifestandosi nel nostro Paese una crisi. Non mi riferisco soltanto alla grave crisi economica in cui l’Italia si dibatte e a cui non vediamo apprestare da parte del Governo una risposta adeguata. Penso a una vasta crisi politica ed istituzionale. Sta per chiudersi, in un modo o nell’altro, il ciclo apertosi nel 1993-94 quando entrò in crisi l’assetto che aveva caratterizzato la Repubblica nel corso del secondo dopoguerra. Due uomini hanno occupato la scena in questo periodo, avvicendandosi al Governo, Romano Prodi e Silvio Berlusconi, non alla guida di forze politiche, ma di confusi schieramenti troppo spesso portatori di istanze e di posizioni contraddittorie. Non è stato costruito, in questo periodo, un assetto istituzionale capace di affrontare i problemi del Paese. È stato indebolito il Parlamento, ma nulla è stato messo al suo posto. Se uscisse di scena Berlusconi, che cosa accadrebbe, ancor prima che sul piano politico, sul piano istituzionale?

    Questa analisi ci conduce a individuare per il partito Repubblicano, il partito delle istituzioni, un compito da assolvere. Voglio dirlo qui oggi davanti alle spoglie di Oddo Biasini che fu il leader del nostro partito in anni non così lontani. Noi dobbiamo recuperare una posizione autonoma nella vita politica italiana per costituire un punto di riferimento per un’opinione pubblica che potrebbe presto rischiare di smarrirsi in una crisi senza precedenti. Dobbiamo farlo al più presto, senza paura e senza esitazioni. Non dobbiamo temere l’esiguità presente delle nostre forze. Sono certo che, se sapremo scegliere la posizione politica dalla quale parlare all’Italia, la forza ci verrà conferita da quanti – e non saranno pochi – coglieranno questa nostra posizione, la condivideranno, la apprezzeranno e la rafforzeranno con la loro adesione ed il loro impegno. È un compito al quale – ne sono sicuro – il PRI non si sottrarrà.

    Cara Giannina, ieri ti ho chiesto se Oddo, che era sempre stato un grande lettore, avesse mantenuto questa abitudine anche in questi mesi. Mi hai risposto che leggeva meno, ma che c’era un libro di poesie che teneva spesso accanto a sé. Ti ho pregato di farmelo avere e ieri notte l’ho letto. È un libro del grande Biagio Marin, scritto nel suo dialetto con accanto la versione italiana. Capisco che Oddo amasse Biagio Marin: la sua voce proviene da Grado, anch’essa una città dell’Adriatico come sono Cesena e Cesenatico, cui Oddo era così legato. Ho trovato i segni delle pagine sulle quali Oddo si era soffermato, poesie che parlano della vecchiaia e, spesso, della morte. Voglio leggere a voi tutti una di quelle che Oddo aveva contrassegnato:

    "Anche il gabbiano muore
    in mezzo al dosso
    sul sabbione rosso
    quando il mare scorre alla foce.

    Anche lui solo
    sul dosso immenso
    che il mare bacia schioccando
    ed in alto splende una nuvola.

    Non apre l’ala
    non vola più
    nel cielo blu
    il sole cala."



    Ma ora vorrei leggervi qualche verso di un’altra poesia di Marin che, invece, non porta i segni che Oddo vi si fosse soffermato, ma che gli si addice profondamente. Eccola:

    "Non mi dispiace d’esser nato
    di aver goduto il sole d’oro
    il canto delle stelle lento in coro,
    che in notti chiare mi faceva beato: d’aver mangiato il pane appena cotto
    croccante, coi fichi tutti un miele,
    guardando in alto il cielo
    con un navigare di nuvoli, devoto.

    Non mi dispiace
    D’esser arrivato al ponente
    Dopo tanto sole preso sulle spiagge
    e tanto mare ridente".


    Noi sappiamo quanto Oddo amasse la vita ed il mare ed è così che desideriamo ricordarlo oggi nel momento dell’estremo saluto.

  5. #5
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    Predefinito Riferimento: Oddo Biasini

    Per una volta concordo con le parole di Giorgio La Malfa. C'ero anche io al funerale di Oddo Biasini ed è stata una giornata davvero commovente. Mi ha ricordato quando andai insieme ad altri amici repubblicani al funerale di Giovanni Spadolini: quel giorno di 15 anni fa ebbi la sensazione che un'epoca gloriosa per i repubblicani si fosse chiusa per sempre e a posteriori direi che purtroppo non mi ero sbagliato. Speriamo che vengano tempi migliori anche per i repubblicani...
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  6. #6
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    Predefinito Riferimento: Oddo Biasini

    Citazione Originariamente Scritto da IX Febbraio Visualizza Messaggio
    Per una volta concordo con le parole di Giorgio La Malfa. C'ero anche io al funerale di Oddo Biasini ed è stata una giornata davvero commovente. Mi ha ricordato quando andai insieme ad altri amici repubblicani al funerale di Giovanni Spadolini: quel giorno di 15 anni fa ebbi la sensazione che un'epoca gloriosa per i repubblicani si fosse chiusa per sempre e a posteriori direi che purtroppo non mi ero sbagliato. Speriamo che vengano tempi migliori anche per i repubblicani...
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    Predefinito Riferimento: Oddo Biasini

    E' morto Oddo Biasini
    Leader storico del Pri

    Nato nel 1917, è spirato dopo una lunga malattia. E' stato anche ministro dei Beni culturali e sottosegretario alla Pubblica istruzione. I funerali venerdì mattina. Il presidente Napolitano ricorda "l'impronta della sua calda umanità"
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    Oddo Biasini (foto Ravaglia) Cesena, 8 luglio 2009 - Oddo Biasini, leader storico del Partito Repubblicano, è morto all'alba di oggi nella sua casa di Cesena, dopo una lunga malattia. Era nato il 13 maggio 1917. Fu segretario del Pri negli anni '70, fu più volte deputato e vicepresidente della Camera dal 19 luglio 1983 al 1° luglio 1987.

    Due volte ministro dei Beni culturali nei governi Cossiga e Forlani tra l’80 e l’81, tre volte sottosegretario alla Pubblica Istruzione in due Governi Rumor e con Colombo, Biasini era un'istituzione in Romagna. Un episodio su tutti fa capire quanto era grande la stima che la gente aveva di Biasini: in un’elezione di tanti anni fa, quando ancora c’erano le preferenze, fu secondo per quelle raccolte solo a Giulio Andreotti. E fu eletto anche in collegi distanti, come la Sicilia, il Friuli Venezia Giulia, la Versilia.

    Fu presidente della ‘Giunta per l’esame delle domande di autorizzazioni a procedere in giudizio’ dal 24 ottobre 1973 al 23 aprile 1975 e della ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l’assassino di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia’ dall’8 gennaio 1980 al 5 marzo 1980.

    Per quanto riguarda gli aspetti privati della sua vita si ricorda un episodio che lo segnò profondamente: la morte del figlio Maurizio nel novembre scorso in California. Era caduto in mare e cercò disperatamente di risalire, ma non ci riuscì e fu ritrovato cadavere un mese dopo.

    Biasini lascia la moglie Gianna e i figli Gilda e Augusto. I funerali saranno celebrati venerdì 10 luglio alle 10,30 alla chiesa dell'Osservanza di Cesena. Domani, in palazzo del Capitano, sarà allestita la camera ardente.




    COMMOZIONE NEL MONDO POLITICO

    Profonda commozione nel mondo politico. "Ne ricordo - scrive il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio alla vedova Gianna, ai figli e ai familiari - il lungo e appassionato impegno politico nelle fila del Partito repubblicano, di cui è stato segretario nazionale, la feconda attività come deputato in numerose legislature, nonchè il contributo offerto quale autorevole componente di vari governi. Oddo Biasini - sottolinea il Capo dello Stato - è stato profondamente consapevole dell'insostituibile ruolo delle istituzioni parlamentari, nelle quali assunse le importanti funzioni di vicepresidente della Camera e presidente della commissione
    sulla strage di via Fani, dimostrando in ogni occasione profondo attaccamento all'etica pubblica e al senso del dovere. Nel corso della intensa attività politica e istituzionale fu sempre presente l'impronta della sua calda umanità".

    Giorgio La Malfa ricorda Biasini come "l'erede della grande tradizione mazziniana della Romagna da Giuseppe Gaudenzi, che fu tra i fondatori del Partito Repubblicano Italiano nel 1895 a Ubaldo Comandini a Cino Macrelli, a Tonino Manuzzi, grande sindaco di Cesena''. La Malfa continua affermando che ''Con Biasini scompare l'ultima delle grandi figure del repubblicanesimo storico. Egli univa la grande passione ideale al rigore etico, caratteristica che i repubblicani hanno ereditato dagli uomini del Risorgimento. Benchè molto avanti negli anni Oddo seguiva con passione e intelligenza la vita politica italiana e l'azione del Partito Repubblicano con cui la sua vita si è identificata''.
    da Sole 24 Ore - Il resto del Carlino

 

 

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