non dice un granché, a parte il fatto che Geithner era a conoscenza di una manipolazione del libor. Sentiamo cosa dirà in audizione al senato la prossima settimana. Non capisco però il movente, nell'eventualità Geithner fosse stato connivente con la banca d'inghilterra, quando fu proprio la banca d'inghilterra a negare il salvataggio di Lehman Brothers.
Qualcosa non quadra.
Ferrara era comunista poi il comunismo è morto, allora è diventato Craxiano e Craxi è morto, poi è diventato Berlusconiano. PORTA SFIGA
(brunik - 25/09/2011)
16/07/2012 - Emergono documenti che mostrano come la Federal Reserve fosse al corrente della truffa bancaria
Nuovo colpo di scena nello scandalo Libor: lo sapeva la FED e lo sapeva Timothy Geithner attuale Segretario al Tesoro di Obama, questo stando alle ultime novità sul tema che sta facendo tremare molte banche usa.
CI SONO LE PROVE - Le autorità statunitensi sembrano intenzionate ad aprire un procedimento penale per la truffa sul LIBOR, emersa pubblicamente dopo che Barclays ha concluso una transazione con le autorità ammettendo di avervi preso parte e che alla truffa hanno partecipato altre delle banche alle quali era assegnato il compito di fissare il tasso LIBOR, quello al quale fanno poi riferimento quasi tutte le operazioni e transazioni finanziarie nel mondo. L’investigazione punterà su Barclays, ma non potrà fare a meno d’interessare le altre banche coinvolte, che in maggioranza sono le maggiori banche statunitensi. Anche alcune autorità locali statunitensi si sono lanciate in investigazioni criminali a tutto tondo, anche se i media statunitensi indicano per ora solo istituti europei tra quelli presi di mira.
FED COMPLICE DELLE BANCHE - Nei giorni scorsi sono stati resi noti documenti nei quali appare chiaro che il personale delle banche interessate era già stato “scoperto” dal FED mentre era impegnato nella truffa, ma anche come a questa scoperta non abbia fatto seguito alcun intervento repressivo e neppure correttivo. Di più, quando le autorità americane hanno inviato una serie di raccomandazioni su come “migliorare” le relative procedure, non hanno fatto altro che girare alle autorità britanniche gli interessati suggerimenti ricevuti dalle stesse banche coinvolte nella truffa, che ovviamente si sono guardate bene del proporre maggiori penalità o controlli e altrettanto ovviamente non hanno denunciato la truffa in corso.
AL SERVIZIO DELLE BENCHE - Quando il primo giugno del 2008 Geithner spedisce via mail un rapporto intitolato “Recommendations for Enhancing the Credibility of LIBOR” a Mervyn King, governatore della Bank of England, non fa che inoltrare quelle che sono le richieste di quelle stesse banche e sostenere la richiesta da parte loro di maggiori poteri e minori controlli. Un comportamento gravissimo, che potrebbe mettere in imbarazzo anche l’amministrazione Obama, che però sull’argomento non riceve attacchi dai repubblicani, che hanno un evidente interesse a non agitare le acque dello scandalo.
LA FED SAPEVA DELLA TRUFFA - Eppure pochi giorni prima, nel maggio di quello tesso anno un rapporto della FED metteva in causa la credibilità stessa del LIBOR, come già emersa in altri numerosi documenti e interviste ad operatori del settore e delle stesse banche coinvolte nella truffa. Una realtà inquietante quella che si presenta di fronte agli occhi dei cittadini americani e della comunità d’affari internazionale, che vede la FED consapevole e complice di quella che potrebbe risultare la più grande truffa finanziaria della storia.
UNA TRUFFA GIGANTESCA - Tanto grande da non essere per ora quantificabile, ci ha provato uno studio specializzato della city ed è arrivato a quantificare in quasi 40 miliardi di sterline i danni che le banche potrebbero essere chiamate a rifondere solo in Gran Bretagna, costi che potrebbero salire e di molto in paesi come gli Stati Uniti, dove i giudici possono erogare sanzioni punitive o nel caso che insieme alle richieste di rimborso di quanto truffato si aggiungano richieste per danni ulteriori, già annunciate per esempio dalle amministrazioni locali intenzionate intenzionate a rivalersi anche per i danni subiti dalla cittadinanza a causa dei minori servizi erogati o dalle amministrazioni a causa del peggioramento dei rating a seguito dei danni procurati dalla truffa.
LA CACCIA AI RISARCIMENTI - L’ammontare complessivo della truffa è enorme e tale da essere quasi incalcolabile, ma è chiaro che molti riusciranno a calcolare i danni subiti e ne chiederanno il risarcimento, negli Stati Uniti sono già decine i soggetti che hanno citato le banche coinvolte e chiesto risarcimenti milionari, nonostante lo scandalo sia scoppiato da poco e stia ricevendo ben poca attenzione, tanto da non essere neppure nominato delle due campagne che accompagnano Obama e Romney verso le presidenziali di novembre. Ancora meno attenzione sembra ricevere nel nostro paese, dove alcuni studi legali si sono già attivati senza fanfare e dove i media brillano per disinteresse.
Qualcuno volò sul nido del Libor
Ma davvero qualcuno pensava che tutte le banche centrali "ignorassero" sta cosa? :sofico:
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