(DIRE) Roma, 8 apr. - Porte aperte a interessanti prospettive in ambito clinico per il trattamento di patologie a grande diffusione, come l'ictus e la sclerosi multipla, attraverso l'uso della canapa indiana (Cannabis sativa) e dei suoi derivati, come l'hashish e la marijuana.

Nuova luce sulle effettive capacità terapeutiche di questa sostanza nel bloccare i processi degenerativi secondari ad eventi traumatici del cervello e del midollo spinale, e dei meccanismi con cui i principi attivi in essa contenuti svolgono un'azione neuroprotettiva, arriva infatti da uno studio svolto in questo campo dall'Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma in collaborazione con l'università di Teramo.

Il lavoro scientifico è pubblicato oggi sul Journal of Neuroscience, rivista ufficiale della Società Americana di Neuroscienze. Lo studio ha permesso, per la prima volta, di distinguere gli effetti psicotropi della cannabis dall'azione neuroprotettiva che essa può svolgere.

Da tempo si sa che a determinare le conseguenze a livello psichico è prevalentemente uno specifico recettore presente sui neuroni:

il recettore cannabico di tipo 1.

In caso di danno cerebrale i neuroni sono però in grado di esprimere anche un secondo recettore, non presente in condizioni normali:

il recettore cannabico di tipo 2.

La ricerca della Fondazione Santa Lucia e dell'Università di Teramo ha dimostrato che proprio stimolando questo secondo recettore si induce un aumento della sopravvivenza neuronale.

E' stato cosi' compiuto un passo avanti rispetto ai precedenti studi che hanno indagato il ricorso alla canapa indiana per il trattamento del dolore e della spasticità: le nuove informazioni scientifiche, infatti, contribuiranno ad individuare farmaci che siano in grado di stimolare l'azione neuroprotettiva evitando contemporaneamente gli effetti psicotropi e dannosi.

Il lavoro scientifico si è svolto presso la Fondazione Santa Lucia nell'ambito delle linee di ricerca in Neuroscienze Sperimentali dirette dal prof. Giorgio Bernardi.

Tutto lo studio è stato coordinato dal prof. Marco Molinari, responsabile del Laboratorio di neuroriabilitazione sperimentale e direttore dell'Unità Operativa Complessa di riabilitazione neuromotoria e Sezione Mielolesi dell'IRCCS Fondazione Santa Lucia, e dal prof. Mauro Maccarrone; vi hanno preso parte Maria Teresa Viscomi, Sergio Oddi, Laura Latini, Nicoletta Pasquariello e Fulvio Florenzano.

Con la Fondazione di Roma ha collaborato il Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell'Università di Teramo diretto dal prof. Maccarrone e di cui fanno parte il dott. Oddi e la dott.ssa Pasquariello.

I risultati di questo nuovo lavoro si aggiungono a quelli dei precedenti studi svolti nel 2007 e nel 2008 dai ricercatori della Fondazione sul ruolo degli endocannabinoidi nella sclerosi multipla e nelle patologie neurologiche.

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