http://www.youtube.com/watch?v=xUn10yA09vI

Trasponete "operaio" con post-borghese, secondo un linguaggio molto a la Preve ed otterrete l'attualizzazione del "niente di più feroce della banalissima televisione".

Il tono didascalico chiaramente deve essere trasposto in tono volgare, vivendo nella società dell'omologazione del linguaggio del venditore di fumo, o piazzista, come lo definiva Montanelli. Non siamo certamente ai tempi della Treccani di Levi, Gentile, Marconi ed Einaudi.

E se Ungaretti ha ragione nel definire come l'atto della civiltà dell'essere umano, al momento del concepimento e della nascita, come il più feroce atto innaturale, o anormale, allora la domanda che qualunque persona minimamente sensibile si dovrebbe porre è
"chi è l'anormale e chi è il normale nell'osservare una scatola quadrata, capace di rendere idioti e distaccati dopo solo qualche minuto di visione ininterrotta?"

Fate attenzione al cenno fondamentale sulla comunicazione e sul linguaggio trasmessi da chi si erge al di là dello schermo verso chi poltronegga al di qua dello stesso, in un rapporto che Pasolini definiva estremamente antidemocratico, alla domanda di Biagi sulla censura in televisione.

Poi, magari, tra 30 anni si ripeterà lo stesso refrain riguardo ad internet ed alla società senza più cavi.

3 geni assoluti e sempiterni abbiamo avuto in Italia nel '900, Gramsci, Pasolini e Fellini.
Tutti e tre buttati nel cesso, senza sciacquone.