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  1. #1
    SMF
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    Predefinito Ettore Muti 24 agosto 1943-24 agosto 2013

    Settant'anni d'infamia

    24 agosto 1943: l'assassinio di Ettore Muti

    Ad opera dei carabinieri badogliani. A sugello del tradimento, i vigliacchi al soldo del nemico uccidono alle spalle l'eroe nazionale.
    In quel solco da settant'anni senza onore né dignità.

    Settant'anni d'infamia
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  2. #2
    Cacciaguida
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    Predefinito Re: Ettore Muti 24 agosto 1943-24 agosto 2013

    Più che Carabinieri badogliani erano proprio Carabinieri.

  3. #3
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    Predefinito Re: Ettore Muti 24 agosto 1943-24 agosto 2013

    Il 24 giugno 1944 il comando provinciale della polizia G.N.R di Brescia venuto a conoscenza che nel comune di Orzinuovi un milite della guardia un certo Antonio Contiero asseriva di aver partecipato alla spedizione per l'arresto di Ettore Muti, culminato con l'uccisione dell'Eroe, ne ordinò il fermo. (..) A conclusione venne compilato un verbale del quale si riportano i punti più importanti.

    "Ero carabiniere in servizio alla stazione Maccarese (Roma) dal 10 aprile 1943 al 6 settembre dello stesso anno. Alle ore 0,30 del 24 agosto si presentò alla caserma dei carabinieri di Maccarese un signore in borghese che si qualificò per il Tenente Taddei dei carabinieri. Egli era accompagnato da un maresciallo della squadra speciale presidiaria di Roma, anch'egli in borghese, e da un altro uomo che indossava una tuta color kaki. I tre erano armati di fucile mitragliatore".

    Il Contiero fu incaricato di accompagnare il Ten. Taddei unitamente al carabiniere Frau Salvatore della sua stessa stazione, al posto fisso di Fregene, che il Taddei non sapeva dove fosse: in località Cancello attendevano una quindicina di carabinieri con un auto, che si unirono a loro. Al posto fisso il Tenente Taddei disse al comandante di esso, brigadiere Barolat, che doveva arrestare Muti: lo accompagnasse alla sua villa e prendesse con sé due uomini.

    "Giunti alla villa di Ettore Muti, il Tenente ordinò di circondare la villa e di aprire il fuoco senza preavviso se si fosse aperta qualche finestra e qualcuno avesse tentato di scavalcarla per scappare. Circondata la villa, si avvicinarono alla porta d'ingresso il tenente, il brigadiere Barolat, il maresciallo della squadra speciale e l'individuo in tuta. Dopo aver bussato diverse volte fu aperta la porta da un giovinotto il quale si qualificò per l'autista. Egli rispondeva che l'Eccellenza era a letto; io, che ero appena fuori dalla porta dopo il tenente e il brigadiere, udii perfettamente una voce dall'interno che domandava chi era che chiedeva di lui. Il brigadiere Barolat, allora, facendosi un pò avanti, rispose: 'Sono io, Eccellenza, il brigadiere della stazione'. L'eccellenza Muti allora venne fuori in pigiama e notando la presenza del Tenente Taddei, in abito civile, e col mitra, seguito dagli altri due pure in abito civile e armati di mitra, domandò chi fossero. Il tenente si presentò esibendo contemporaneamente la tessera di riconoscimento, e quindi era costretto a portarlo con lui. L'Eccellenza Muti allora, dopo aver fatto un cenno di impazienza, si ritirò nella sua stanza per vestirsi ma il Tenente Taddei lo seguì nella sua stanza in compagnia del brigadiere Barolat, mentre il maresciallo della squadra speciale, il famoso individuo in tuta ed alcuni carabinieri, fra i quali c’ero anch’io, rimanemmo nella stanza di entrata. Metto in rilievo che mentre l’Eccellenza Muti si intratteneva a parlare con il Tenente e il brigadiere Barolat, appena uscito dalla sua stanza, il Tenente Taddei fece tradurre in caserma un terzo signore che era nella villa, e che ritengo fosse un amico o il segretario. In camera, mentre l’Eccellenza si vestiva, potetti udire il tenente che lo pregava di indossare l’abito civile, perché, diceva, dovendo tradurlo in stato d’arresto, non gli sembrava fosse opportuno indossare la divisa. Siccome l’Eccellenza insistette e volle indossare la divisa, il tenente soggiunse: ’Sarebbe meglio l’abito civile, perché tanto le vostre medaglie adesso non contano’. Udii perfettamente l’Eccellenza dire: ‘Tenente, ricordatevi che io sono un colonello’.
    Dopo qualche minuto uscirono dalla stanza, e quindi andammo tutti fuori. Il tenente quindi dette l’ordine di partenza, e ricordo perfettamente l’ordine di marcia: avanti Ettore Muti con al suo fianco destro il maresciallo della squadra speciale, a sinistra il carabiniere Frau Salvatore della stazione di Maccarese, e alle spalle il famoso individuo in tuta kaki. Più indietro alla distanza di dieci o quindici passi circa, seguivano il gruppo dei carabinieri, del quale facevo parte anch’io, con al centro il Tenente Taddei e il brigadiere Barolat.
    Dopo circa cinque minuti di cammino i Tenente Taddei emise un fischio, al quale rispose un altro fischio che partiva dal gruppo dove era l’Eccellenza. Dopo qualche istante sentimmo improvvisamente una raffica di pochi colpi di mitra seguita immediatamente da altre scariche. Alla prima raffica, siccome eravamo stati avvertiti dal Tenente Taddei che per la strada saremmo stati attaccati, ci siamo tutti buttati a terra. Non vidi le fiamme della prima scarica perché ci colse all’improvviso (e dopo mi resi ragione del motivo per cui non le vedemmo) ma vidi perfettamente le scariche successive le cui fiamme, partendo dal gruppo di testa erano rivolte verso destra e in aria. Mentre eravamo tutti a terra, il tenente lanciò due o tre bombe, almeno ritengo sia stato il tenente, in direzione del gruppo di testa; ma un poco sulla sinistra. Per un momento rimasi convinto di essere stati attaccati, e feci tra me delle considerazioni sul fatto che il gruppo di testa sparava verso destra mentre l’attacco, a mio parere proveniva da sinistra. Dopo qualche istante però compresi perfettamente quello che era successo per il fatto che il tenente, cessata la sparatoria domandò ad alta voce: ‘Che cosa c’è?’, al che il maresciallo della squadra speciale rispose testuali parole: ‘Finestre chiuse è andato a casa’. Dopo questa risposta il tenente si alzò e dette ordine di adunata. Alla adunata era presente il maresciallo della squadra speciale e il famoso individuo in tuta kaki, e senza che nessuno avesse proferito parola ci avviammo tutti nella stessa direzione di marcia, e dopo una ventina di passi trovammo a terra disteso bocconi Ettore Muti. A questo punto il maresciallo gridò perché lo ascoltassero tutti: ‘ Siamo stati attaccati dalla destra ed è rimasto colpito l’Eccellenza Muti’. Dopo un breve dialogo tra il tenente e il maresciallo della squadra speciale, per stabilire da quale parte si fosse stati attaccati, il tenente dopo aver constatato la morte dell’Eccellenza Muti, dette l’attenti pronunciando le testuali parole: ‘Un minuto di raccoglimento per onorare la salma di un eroe e non di un farabutto’. In questo momento il famoso individuo dalla tuta kaki, che aveva la sigaretta accesa, fece l’atto di dare un calcio alla salma; al cui indirizzo pronunciò parole oltraggiose, quindi scavalcò il cadavere fermandosi a quattro cinque passi di distanza, continuando a fumare la sua sigaretta. Il Tenente Taddei non fiatò a questo gesto. Terminato il minuto di raccoglimento, il tenente comandò che quattro uomini rimanessero di guardia alla salma e il rimanente gruppo si diresse, con le armi in posizione di pronto impiego, verso la sinistra della strada, quasi come se si volesse rastrellare il terreno. Effettivamente, però, ritengo che il tenente, informato dal brigadiere Barolat che erano vicini alla villa abitata dal generale a riposo Ugo Sani, volesse rassicurare lo stesso e informarlo dell’accaduto. Il generale difatti, appena informato scese, e visitò la salma domandando poi i particolari sull’incidente. Il tenente raccontò al generale di essere stato attaccato e che durante l’attacco era rimasto colpito ed ucciso l’Eccellenza Ettore Muti”.

    PROSECUZIONE DELLA CONFESSIONE DEL CONTIERO:

    “Siccome il generale Ugo Sani continuava a chiedere come fossimo stati attaccati, il tenente rispose bruscamente che il giorno dopo si sarebbero fatti migliori accertamenti. Ho in mente un particolare, e non posso stabilire come mi sia rimasto impresso, e cioè che Ettore Muti fu colpito alle ore 2,30 precise”.

    Il Contiero, rientrato al posto fisso di Fregene, guardo in faccia il famoso individuo dalla tuta kaki: ”ed ebbi modo di constatare che si trattava di un criminale; almeno questa fu l’impressione che provai osservando i suoi lineamenti. Si partì dal posto fisso verso le ore 3,03 circa, il tenente direttamente alla volta di Roma, perché ritenne che avrebbe fatto più presto ad andare in macchina che a telefonare, e noi in bicicletta alla stazione di Maccarese. Dico noi per intendere io e il carabiniere Frau. Durante il tratto di strada non ci scambiammo che pochi monosillabi. Giunti in caserma il piantone, nell’aprire la porta, mi comunicò che aveva telefonato un capitano dell’Arma di Roma chiedendo notizie del tenente Taddei. Richiesi immediatamente la comunicazione (non ricordo se con la compagnia interna o con quella esterna) ebbi al telefono il capitano al quale dissi – alla sua richiesta del Tenente Taddei – che il tenente non aveva telefonato perché riteneva di fare più presto arrivando con la macchina. Siccome il capitano disse qualche cosa che io non compresi, risposi con la seguente frase (perché in quel momento avevo la precisa sensazione che tutto quello che era successo non era che una messa in scena per giustificare l’assassinio di Muti): ‘Tutto bene, non è successo niente’. Alla mia frase il capitano domandò: ‘Cosa significa non è successo niente?’ Allora per non fargli comprendere che ormai sapevo tutto, rettificai: ‘Voglio dire che siamo stati attaccati e non abbiamo avuto vittime tra noi’: Non accennai alla morte di Ettore Muti perché in quel momento, non comprendo come fosse, avevo la sensazione che il capitano ne fosse già informato, e quindi aggiungendo altre parole mi sembrava di immischiarmi in una cosa che interessava i miei superiori. La mattina dopo ho visto il carabiniere Frau, che, come ho detto, era sulla sinistra di Ettore Muti quando avvenne, posso dire, l’assassinio, che era alquanto sconvolto o per lo meno alquanto nervoso. Gli domandai che cosa avesse ed egli mi confesso che non aveva dormito tutta la notte, quindi, ricordando l’accaduto, mi raccontò che appena il tenente emise l’altro fischio era stato il maresciallo della squadra speciale e dopo pochi istanti l’istesso maresciallo col gomito toccò il famoso individuo con la tuta kaki il quale immediatamente alzò la canna del “mitra” sparando una raffica alla nuca di Ettore Muti. Appena dopo i due si misero a sparare in tutte le direzioni per simulare un attacco. Il carabiniere Frau fece anche la considerazione che, dopo averci obbligato a fare simili servizi (preciso: non a fare, ma a partecipare a simili servizi) si tentava anche di ammazzarci per completare la messa in scena. Ciò il Frau osserva perché aveva avuta precisa la sensazione che le bombe erano state tirate dal gruppo che era alle sue spalle. Quanto sopra lo ripetemmo anche al maresciallo comandante di Maccarese, Morittu Paolo, il quale dimostrò chiaramente di essere spoetizzato di quanto era avvenuto. Dissi al maresciallo che avrei avuto piacere di mettere a verbale quanto era accaduto e le nostre impressioni sull’accaduto stesso, facendo firmare il verbale dai tre carabinieri della stazione che avevano partecipato alla poco onorevole impresa. Questo, perché pensavamo, assieme agli altri due miei colleghi, che in un eventuale domani avremmo potuto mettere luce con un documento su un fatto che forse sarebbe rimasto sempre impreciso. Il maresciallo non fu del parere, per cui la cosa rimase in sospeso”.

    Visto, letto e sottoscritto:

    Ex carabiniere Antonio Contiero.

    -----------------------------------------------------------

    Nel carteggio dell'inchiesta giudiziaria della denuncia, in uno dei seguenti documenti si legge che... "Badoglio parlando con Carboni capo del SIM (Servizo informazioni Militari) a proposito dell'attività del Muti descritta nel solito rapporto quotidiano, dichiarò: "..allora bisogna arrestarlo subito altrimenti..". 20 agosto 1943.


    Il Maresciallo d'Italia
    Pietro Badoglio del Sabotino
    Per S.E. Senise

    Muti è sempre una minaccia, il successo è solo possibile con un meticoloso lavoro di preparazione.
    V.E. mi ha perfettamente compreso.
    Badoglio.

    Eja!
    La Rivoluzione è una cosa seria, non è una congiura di palazzo e non è
    nemmeno un mutamento di ministeri o l'ascesa di un partito che soppianti un altro partito.

  4. #4
    Alleanza Ribelle
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    Predefinito Re: Ettore Muti 24 agosto 1943-24 agosto 2013

    Mamma mia quanto lordume... Il bello è che oggi ci pensi, ma non hai somatizzato eventi del genere. Pensate aver vissuto avvenimenti come questo...

    Una delle tante vergognose e infami pagine della storia...
    Ultima modifica di RibelleInEsilio; 25-08-13 alle 10:39
    TIOCFAIDH ÁR LÁ
    ╾━╤デ╦︻

    革命无罪,造反有理

  5. #5
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    Predefinito Re: Ettore Muti 24 agosto 1943-24 agosto 2013

    Onore a Ettore Muti,il soldato più decorato d'Italia si può definire il primo martire della Rsi , tra l'altro su you tube c'è il video dei suoi funerali a Ravenna.
    ps: come dice giustamente Amerigo Dumini non erano "carabinieri badogliani" ma soltanto carabinieri, anche perchè i carabinieri durante la Rsi vennero sciolti e i più inviati in Germania.
    Bazooka!!!

  6. #6
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    Predefinito Re: Ettore Muti 24 agosto 1943-24 agosto 2013

    onore al più bel petto d'Italia!
    eja!
    ...vivono tutte ancora le isole madri di Eroi
    ogni anno rifioriscono...


  7. #7
    Cacciaguida
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    Predefinito Re: Ettore Muti 24 agosto 1943-24 agosto 2013

    Ettore Muti è quello sulla sx.
    Ultima modifica di amerigodumini; 31-08-13 alle 10:46

 

 

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