Piccoli leghisti crescono

[Der Wehrwolf]

Una nuova classe di dirigenti politici del Carroccio è pronta a prendere il posto dei veterani delle battaglie autonomiste. Meno di lotta e più di governo, età fra i trenta e i quarant'anni, ecco chi sono.
di Gianluca Roselli

ROMA - A un anno dall'inizio della legislatura, in tutti i partiti si tirano le somme sull'attività parlamentare e sulle capacità dei propri membri. Succede anche in casa Lega dove Umberto Bossi è sempre alla ricerca di persone capaci, visto che per anni la grave falla nel movimento era proprio la difficoltà a creare una classe dirigente nel partito e nelle istituzioni nazionali e locali.

Ora, dopo anni di delusioni e tradimenti, di speranze mal poste e rotture improvvise, il senatur può dirsi contento: la Lega sembra dotata finalmente di uomini in grado di gestire compiti sempre più importanti. Messi in soffitta leader di ieri come i Pagliarini, i Boso e i Borghezio, quelli su cui il senatur ha puntato si sono dimostrati all'altezza: i Cè, i Giorgetti, i Provera e i Moro sono ormai delle colonne del partito.

Ma una nuova generazione si sta facendo sotto e Bossi guarda questi nuovi "pulcini" per la sua scommessa nel futuro, pensando anche al momento in cui deciderà di lasciare la guida al successore in pectore Roberto Calderoli (anche se le voci di corridoio di via Bellerio danno in salita le quotazioni di Giorgetti). Ma vediamo chi sono i giovani rampolli che stanno guadagnando punti agli occhi del senatur.

Tra i parlamentari, per esempio, in ascesa sono le quotazioni di Federico Bricolo, 36enne veronese molto combattivo che ha fatto della lotta all'Islam e a Sergio Cofferati le sue battaglia più importanti. Cattolico fino al midollo, belloccio, a volte si lascia andare a critiche verso i colleghi di Forza Italia e di solito gira accompagnato alla biondissima 31enne Carolina Lussana la quale, in commissione Giustizia alla Camera, spesso si è trovata ai ferri corti con la lobby degli avvocati di Berlusconi.

Ma tra le austere sale del Palazzo spiccano altre due green lady: Francesca Martini e Giovanna Bianchi Clerici, entrambe molto attive nelle battaglie a difesa della famiglia e della tutela dei minori. Anche se, tra le donne, la preferita di Bossi in assoluto, quella che il senatur farebbe subito ministro, resta quella Alessandra Guerra che invece non ne vuole sapere di lasciare il suo posto di vicepresidenza alla Regione Friuli.

Rimanendo nel Palazzo, freccia in su anche per Davide Caparini, 35enne responsabile dell'informazione del movimento nonché membro della commissione di Vigilanza Rai: l'uomo di Bossi nel servizio pubblico avrà un ruolo sempre più decisivo nelle scelte strategiche di viale Mazzini, a stretto contatto con il consigliere d'amministrazione Ettore Albertoni, il direttore di Rai due Antonio Marano e il vice direttore del Tg3 Romano Bracalini.

E proprio Caparini in questi giorni si sta dando da fare per piazzare Simonetta Faverio, ex portavoce di Bossi, alla vicedirezione delle Tribune Politiche di Anna La Rosa, e l'ex presidente della provincia di Varese Massimo Ferrario alla direzione del Centro di Produzione Rai di Milano, da cui dovrebbe prendere forma il progetto di tv federalista.

E dalla provincia di Varese, vera e propria fucina di talenti lumbard (Giorgetti docet), provengono altri giovani rampolli su cui il Bossi punta molto: Gianfranco Tosi, ex sindaco di Busto Arsizio, da poco nominato nel Cda dell'Enel, e Marco Reguzzoni, attuale presidente della provincia di Varese, giovanotto di belle speranze con le idee molto chiare. Anche i presidenti dei Consigli Regionali di Veneto e Lombardia, Enrico Cavaliere e Attilio Fontana, godono della stima del senatur che li tiene sotto stretta osservazione, mentre ha perso qualche punto Roberto Cota a causa dei poco brillanti risultati alle ultime amministrative nel "suo" Piemonte.

Tornando in Lombardia, altri due "giovani" in grande ascesa sono Davide Boni, capogruppo della Lega in Regione, e Massimo Zanello, assessore all'Industria e al Turismo, che si sono dimostrati talmente capaci nella gestione del potere che, in futuro, sicuramente verranno cooptati a più alti incarichi. E per finire, tre giovanissimi che stanno velocemente scalando posizioni all'interno del movimento: il leader dei giovani padani Paolo Grimoldi, a cui va il merito dei successi delle liste leghiste nelle università del Nord, Denis Bertolini, segretario del Trentino la cui posizione si è rafforzata dopo lo scontro da cui è uscito vincitore con Erminio Boso, e il segretario cittadino di Milano Matteo Salvini, che finalmente è riuscito a riportare l'attenzione del senatur sul capoluogo lombardo.

(19 LUGLIO 2002; ORE 132)

[ilariamaria]