Nel 1965 scoppia un piccolo casino. Don Lorenzo Milani,in risposta ad una condanna dell’obiezione di coscienza,incorre in un procedimento giudiziario a suo danno per apologia di reato e balle varie.
Non ho potuto fare a meno di riscontrare inquietanti analogie fra quei cappellani militari e la tronfia retorica italiota che gira per i forum di POL.
Mi permetto di trascrivere stralci della vicenda copiati da: “Documenti del processo di Don Milani. L’ OBBEDIENZA NON E’ PIU’ UNA VIRTU’”. Libreria editrice fiorentina,consigliandone caldamente l’acquisto.
Non si pretende certo di tacciare Don Milani di Padanismo ante litteram; dubito che,se fosse ancora in vita,si metterebbe con disinvoltura dalla parte dei padani.
Sta di fatto,però,che questi scritti dovrebbero rappresentare l’esempio di come una persona onesta con se stessa e con gli altri si dovrebbe porre di fronte a certi temi.
“I Cappellani militari in congedo della Regione Toscana… BLA BLA BLA BLA… considerano un insulto alla Patria e ai suoi caduti la cosiddetta “obiezione di coscienza”che,estranea al comandamento cristiano dell’amore,è espressione di viltà”.
Da “LA NAZIONE” del 12 febbraio 1965.
RISPOSTA DI DON LORENZO MILANI AI CAPPELLANI MILITARI TOSCANI CHE HANNO SOTTOSCRITTO IL COMUNICATO DELL’ 11-02-1965.
[…] Non discuterò qui l’idea di Patria in sé. Non mi piacciono queste divisioni. Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che nel vostro senso io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati ed oppressi da un lato,privilegiati ed oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria,gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto,senza essere chiamati dalla curia,di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda,allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: Le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere,mutilare,distruggere,far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto.
[…] Certo ammettere che la parola Patria è stata usata male molte volte. Spesso essa non è che una scusa per credersi dispensati dal pensare,dallo studiare la Storia,dallo scegliere,quando occorra,tra Patria e valori ben più alti di lei.
[…] Se vedremo che la storia del nostro esercito è tutta intessuta di offese alle Patrie degli altri dovrete chiarirci se in questi casi i soldati dovevano obbedire o obiettare quel che dettava la loro coscienza. E poi dovrete spiegarci chi difese più la Patria e l’onore della Patria: quelli che obiettarono o quelli che obbedendo resero odiosa la nostra Patria a tutto il mondo civile? Basta coi discorsi altisonanti e generici. Scendete nel pratico. Diteci esattamente cosa avete insegnato ai soldati. L’obbedienza a ogni costo? E se l’ordine era il bombardamento dei civili,un’azione di rappresaglia su un villaggio inerme,l’esecuzione sommaria dei partigiani,l’uso delle armi atomiche,batteriologiche,chimiche,la tortura,l’esecuzione d’ostaggi,i processi sommari per semplici sospetti,le decimazioni (scegliere a sorte qualche soldato della Patria e fucilarlo per incutere terrore negli altri soldati della Patria),una guerra di evidenti aggressioni,l’ordine di un ufficiale ribelle al popolo sovrano,le repressioni di manifestazioni popolari? Eppure queste cose sono il pane quotidiano di ogni guerra. Quando ve ne sono capitate davanti agli occhi o avete mentito o avete taciuto.
[…] E allora (esperienza della storia alla mano) urgeva più che educaste i nostri soldati all’obiezione che all’obbedienza. L’obiezione in questi 100 anni di storia l’han conosciuta poco. L’obbedienza,per disgrazia loro e del mondo,l’han conosciuta anche troppo.
Scorriamo insieme la storia. Volta volta ci direte da che parte era la Patria,da che parte bisognava sparare,quando occorreva obbedire e quando occorreva obiettare.
1860. Un esercito di Napoletani,imbottiti dell’idea di Patria,tentò di buttare a mare un pugno di briganti che assaliva la sua Patria. Fra quei briganti c’erano diversi ufficiali napoletani disertori della loro Patria. Per l’appunto furono i briganti a vincere. Ora ognuno di loro ha in qualche piazza d’Italia un monumento come eroe della Patria.
[…] La guerra seguente 1866 fu un’altra aggressione. Anzi c’era stato un’accordo con il popolo più attaccabrighe e guerrafondaio del mondo per aggredire l’Austria insieme. Furono aggressioni certo le guerre (1867-1870) contro i Romani i quali non amavano molto la loro secolare Patria,tant’è vero che non la difesero. Ma non amavano molto neanche la loro nuova Patria che li stava aggredendo,tant’è vero che non insorsero per facilitarle la vittoria. Il Gregorovius spiega nel suo diario: “L’insurrezione annunciata per oggi,è stata rinviata a causa della pioggia”.
Nel 1898 il Re “buono” onorò della Gran Croce Militare il Generale Bava Beccaris per i suoi meriti in una guerra che è bene ricordare. L’avversario era una folla di mendicanti che aspettavano la minestra davanti a un convento di Milano. Il Generale li prese a colpi di cannone e di mortaio solo perché i ricchi (allora come oggi) esigevano il privilegio di non pagare le tasse. Volevano sostituire la tassa sulla polenta con qualcosa di peggio per i poveri e di meglio per loro. Ebbero quel che volevano. I morti furono 80,i feriti innumerevoli. Fra i soldati non ci fù ne un ferito ne un obiettore. Finito il servizio militare tornarono a casa a mangiare polenta. Poca perché era rincarata.
Eppure gli ufficiali seguitarono a farli gridare “Savoia” anche quando li portarono a aggredire due volte (1896 e 1935) un popolo pacifico e lontano che certo non minacciava i confini della nostra Patria
[…] Poi siamo al ’14. L’italia aggradì l’austria con cui questa volta era alleata.
Battisti era un patriota o un disertore? E’ un piccolo particolare che va chiarito se volete parlare di Patria. Avete detto ai vostri ragazzi che quella guerra si poteva evitare? Che Giolitti aveva la certezza di poter ottenere gratis quello che poi fu ottenuto con 600.000 morti? Che la stragrande maggioranza della Camera era con lui (450 su 508)? Era dunque la Patria che chiamava alle armi? E se anche chiamava, non chiamava forse a una “inutile strage”? (L’espressione non è d’un vile obiettore di coscienza ma d’un Papa).
Era nel ’22 che bisognava difendere la Patria aggredita. Ma l’esercito non la difese. Stette a aspettare gli ordini che non vennero. Se i suoi preti l’avessero educato a guidarsi con la coscienza invece che con l’obbedienza “cieca,pronta,assoluta” quanti mali sarebbero stati evitati alla Patria e la mondo (50.000.000 di morti). Così la Patria andò in mano ad un pugno di criminali che violò ogni legge umana e divina e,riempiendosi la bocca della parola Patria,condusse la Patria allo sfacelo.
[…] Nel ’36 cinquantamila soldati italiani si trovarono imbarcati verso una nuova infame aggressione. Avevano avuto la cartolina di precetto per andar “volontari” a aggredire l’infelice popolo spagnolo. […] Se in quei tristi giorni non ci fossero stati degli italiani anche dall’altra parte,non potremmo alzar gli occhi davanti a uno spagnolo. Per l’appunto questi erano italiani ribelli e esuli della loro Patria. Gente che aveva obiettato.
[…] Poi dal ’39 in là fu una frana: i soldati italiani aggredirono una dopo l’altra altre sei Patrieche non avevano certo attentato alla loro (Albania,Francia,Grecia,Egitto,Jugoslavia,Russia). Era la guerra che aveva per l’italia due fronti. L’uno contro il sistema democratico. L’altro contro il sistema socialista. Erano e sono per ora i due sistemi politici più nobili che l’umanità si sia data. […] Non vi affannate a rispondere accusando l’uno o l’altro sistema dei loro vistosi difetti e errori. Sappiamo che son cose umane. Dite piuttosto cosa c’era al di qua dael fronte. Senza dubbio il peggior sistema politico che oppressori senza scrupoli abbiano mai potuto escogitare. Negazione d’ogni valore morale,di ogni libertà se non per i ricchi e per i malvagi. Negazione d’ogni giustizia e d’ogni religione. Propaganda dell’odio e sterminio d’innocenti. Fra gli altri lo sterminio degli ebrei (la Patria del Signore dispersa nel mondo e sofferente).
Che c’entrava la Patria con tutto questo? E che significato possono più avere le Patrie in guerra da che l’ultima guerra è stata un confronto di ideologie e non di Patrie?
Ovviamente arriva la denuncia ai danni di Don Lorenzo Milani da parte di un gruppo di ex combattenti.
Vi riparmio le menate di tale denuncia.
Per motivi di salute Don Milani non può presenziare al processo seguente tale denuncia.
Non manca però di farsi sentire con la
LETTERA AI GIUDICI.
[…] Alcuni mi accusano di aver mancato di rispetto ai caduti. Non è vero. Ho rispetto per quelle infelici vittime. Proprio per questo mi parrebbe di offenderle se lodassi chi le ha mandate a morire e poi si è messo in salvo. Per esempio quel Re che scappò a Brindisi con Badoglio e molti Generali e nella fretta si dimenticò perfino di lasciar gli ordini.[…] Bisognerà anche ricordare le guerre per allargare i confini oltre il territorio nazionale. Ci sono ancora dei fascisti che mi scrivono lettere patetiche per dirmi che prima di pronunciare in nome santo di Battisti devo sciacquarmi la bocca.
E’ perché i nostri maestri ce l’avevano presentato come un eroe fascista. Si erano dimenticati di dirci che era un socialista. Che se fosse stato vivo il 4 Novembre quando gli italiani entrarono nel Sud Tirolo avrebbe obiettato. Non avrebbe mosso un passo di là da Salorno per lo stessissimo motivo per cui 4 anni prima aveva obiettato alla presenza degli austriaci di qua da Salorno e s’era buttato disertore come dico appunto nella mia lettera.
“Riterremo stoltezza vantar diritti su Merano e Bolzano” (Scritti politici di Cesare Battisti, vol. II p. 96-97).
“Certi italiani confondono troppo facilmente il Tirolo col Trentino e con poca logica vogliono i confini d’Italia estesi fino al Brennero” (ivi).
Sotto il fascismo la mistificazione fu scientificamente organizzata. E non solo sui libri,ma perfino sul paesaggio. L’Alto Adige,dove nessun soldato italiano era morto,ebbe tre cimiteri di guerra finti (Colle Isarco,Passo Resia,S. Candido) con caduti veri disseppelliti a Caporetto.
[…] nella Prima guerra mondiale i morti furono 5% civili 95% militari (si poteva ancora sostenere che i civili erano morti incidentalmente).
Nella seconda 48% civili 52% militari (non si poteva più sostenere che i civili fossero morti incidentalmente).
In quella di Corea 48% civili 16% militari (si può ormai sostenre che i militari muoiono incidentalmente). [Nota mia: Non mi tornano i conti: 64% ?]
Sappiamo tutti che i generali studiano la strategia d’oggi con l’unità di misura del megadeath (un milione di morti) cioè che le armi attuali mirano direttamente ai civili e che si salveranno forse solo i militari.
Che io sappia nessun teologo ammette che un soldato possa mirare direttamente (si può dire ormai esclusivamente) ai civili. Dunque in casi del genere il cristiano deve obiettare anche a costo della vita. Io aggiungerei che mi pare coerente dire che a una guerra simile il crisitano non potrà partecipare nemmeno come cuciniere.
Gandhi l’aveva già capito quando ancora non si parlava di armi atomiche.
“Io non faccio alcuna distinzione tra coloro che portano le armi di distruzione e coloro che prestano servizio di Croce Rossa. Entrambi partecipano alla guerra e ne promuovono la causa. Entrambi sono colpevoli del crimine della guerra”. (Non-violence in peace and war. Ahmedabad 14 vol. 1).
A questo punto mi domando se non sia accademia seguitare a discutere di guerra con termini che servivano già male per la seconda guerra mondiale.
[…] Spero di tutto cuore che mi assoloverete,non mi diverte l’idea di andare a fare l’eroe in prigione,ma non posso fare a meno di dichiararvi esplicitamente che seguiterò a insegnare ai miei ragazzi quel che ho insegnato fino a ora. Cioè che se un ufficiale darà loro ordini da paranoico hanno solo il dovere di legarlo ben stretto e portarlo in una casa di cura. Spero che in tutto il mondo i miei colleghi preti e maestri d’ogni religione e d’ogni scuola insegneranno come me.
Poi forse qualche generale troverà ugualmente il meschino che obbedisce e così non riusciremo a salvare l’umanità. Non è un motivo per non fare fino in fondo il nostro dovere di maestri. Se non potremo salvare l’umanità ci salveremo almeno l’anima.
SENTENZA.
[…] il Milani,pertanto,va assolto dal delitto ascrittogli trattandosi di persona non punibile perché ilo fatto non costituisce reato.
Interessante notare il fatto che,di fronte ad un esposizione di fatti storici tanto semplice e allo stesso precisa e inoppugnabile,i giudici controbattano con le stesse motivazioni oggi tanto care agli eredi telematici dei sopracitati cappellani militari:
[…] si rilevano i gravi limiti di informazione e soprattutto di attitudine all’analisi storica dell’imputato. Forse il patrimonio culturale del Milani è quantitativamente non scarso,ma certo è assai ridotta la sua capacità d’introspezione degli avvenimenti storici […] ciò si afferma soprattutto in riferimento alle guerre risorgimentali e alla prima guerra mondiale,liquidate con poche proposizioni,nelle quali è difficile dire se sia maggiore l’improvvisazione retorica (LUI !!!! ),la confusione di idee o la passionalità del giudizio.
Se vedòm!