1 ha rivisto le posizioni di 7 no global arrestati
L'abiura della violenza
motivo della scarcerazione

COSENZA - "L'abiura della violenza rappresenta il
presupposto del
venir meno della pericolosità sociale di chi se ne è
reso autore;
Claudio Dionesalvi e Gianfranco Tallarico non possono
essere più
considerati socialmente pericolosi e vanno rimessi in
libertà": è
questo uno dei passaggi dell'ordinanza con cui il Gip
di Cosenza,
Nadia Plastina, ha disposto la scarcerazione dei due
indagati e la
concessione degli arresti domiciliari per altri
quattro.

Decisivo, al fine della decisione, l'interrogatorio di
garanzia a cui
Dionesalvi e Tallarico sono stati sottoposti dal Gip.
"Entrambi gli
indagati - scrive il Gip - con molta serenità, hanno
fornito elementi a
loro discolpa che dovranno essere certamente
verificati, ma,
soprattutto, dato che rileva in questa sede, hanno
esplicitamente e
con decisione e chiarezza di avere, elaborando un
percorso
personale, ripudiato definitivamente il metodo della
violenza nella
lotta politica e di non volere più delegare a gruppi
la rappresentanza
delle proprie idee".

"Non sembri ciò - aggiunge il
giudice delle indagini preliminari -
troppo poco per rivedere il
giudizio sulla sussistenza della
ragione di cautela e dunque sulla
pericolosità sociale degli autori. E
difatti il provvedimento coercitivo
emesso ha censurato la violenza
programmata concretamente
dagli indagati e attuata in varie
occasioni dagli stessi (quegli
stessi che la avevano
programmata) per finalità di lotta
politica e non certo reprimere le
idee alla lotta politica sottese".

"Ovviamente - sostiene poi Nadia
Plastina nella sua ordinanza - si
comprende bene il diritto degli indagati di difendersi
in ogni modo, di
invocare i diritti costituzionali, di gridare alla
giustizia liberticida, di
dichiarare di essere stati colpiti per le opinioni e
non per il
programma violento concepito concretamente e gli atti
violenti che lo
attuavano: si tratta di prevedibili argomenti
difensivi in tema di reati
contro la personalità dello Stato, ma il giudice deve
avere ed ha ben
chiaro il distinguo tra opinioni e reati ed in
ordinanza non ha
trascurato questa analisi, come la lettura integrale
di essa dimostra
agevolmente. Tuttavia pare necessario ribadire ciò che
pure
sembrava essere stato già affermato a chiare lettere
con il supporto
di giurisprudenza e dottrina autorevoli: la violenza
anche per ragioni
di ideologia politica è reato e al di là di ogni
critica sui reati applicati,
sui dubbi di costituzionalità (ma nell'ordinanza è
contenuto un
puntuale esame delle pronunce della Consulta e della
Cassazione che
supera queste perplessità), esiste un assunto
insuperabile: violenza e
diritto sono incompatibili".

"Accettare la trasmigrazione nel dibattito politico
della violenza vuol
dire consentirne la propagazione, favorirne la
condivisione ed il peso
ideologico. L'abiura della violenza, rappresenta,
allora,
coerentemente, il presupposto del venir meno della
pericolosità
sociale di chi se ne è reso autore". Per quanto
riguarda le posizioni
degli altri indagati per i quali sono stati modificati
i provvedimenti
adottati inizialmente, il Gip motiva la revoca degli
arresti domiciliari
per Vittoria Oliva e la trasformazione della
detenzione in carcere in
arresti domiciliari per Giancarlo Mattia, Anna Curcio
e Antonio Paolo
Rollo per ragioni di salute. Rollo, in particolare,
deve accudire la figlia
gravemente malata.

Il Gip sottolinea anche che gli arresti domiciliari
per Mattia sono stati
adottati "solo" per le sue condizioni, "dal momento
che egli, richiesto
dal giudice più volte nel corso dell' interrogatorio
di chiarire se la
Rete meridionale del sud ribelle ammettesse la
violenza come
strumento di affermazione della propria ideologia, ha
dichiarato di
non poter rispondere trattandosi di 'questione
politica'".

Diversa la motivazione, invece, per Antonino Campennì.
"Il parere
favorevole espresso dal pm alla attenuazione del
regime restrittivo -
scrive Nadia Plastina - è da ricondursi alle
dichiarazioni rese dal
soggetto in sede di interrogatorio. Il prevenuto ha in
effetti esposto la
sua versione fornendo elementi che certo dovranno
essere
riscontrati, ma che costituiscono in qualche modo una
presa di
distanza dalla Rete. Peraltro, anche rispetto alla
partecipazione ai
disordini di Napoli, occorrerà acquisire le
dichiarazioni rilasciate
all'autorità giudiziaria di quella città per
comprendere il ruolo
complessivo del soggetto nella vicenda. Il quadro
cautelare così
risultante appare compatibile con una misura meno
afflittiva quale gli
arresti domiciliari".

Tutte le altre posizioni, sottolinea quindi il Gip di
Cosenza, "non hanno
subito modifiche significative alla luce degli
elementi raccolti nel corso
degli interrogatori, sicché si richiamano le
considerazioni svolte in
sede di prime cure, e, in qualche caso, addirittura,
risultano
aggravate per via degli esiti delle acquisizioni
probatorie successive,
per come segnalato dallo stesso pm nel parere del 21
novembre".

(22 novembre 2002)

2
GALILEO
Atto d'abiura di Galileo Galilei 1633

Io Galileo, figliuolo del quondam Vincenzo Galileo di
Fiorenza, dell'età mia d'anni 70, costituto
personalmente in giudizio, e inginocchiato avanti di
voi Eminentissimi e Reverentissimi Cardinali, in tutta
la Republica Cristiana contro l'eretica pravità
generali Inquisitori; avendo davanti gl'occhi miei li
sacrosanti Vangeli, quali tocco con le proprie mani,
giuro che sempre ho creduto, credo adesso, e con
l'aiuto di Dio crederò per l'avvenire, tutto quello
che tiene, predica e insegna la Santa Cattolica e
Apostolica Chiesa.
Ma perché da questo S. Offizio, per aver io, dopo
d'essermi stato con precetto dall'istesso
giuridicamente intimato che omninamente dovessi
lasciar la falsa opinione che il sole sia centro del
mondo e che non si muova e che la terra non sia centro
del mondo e che si muova, e che non potessi tenere,
difendere né insegnare in qualsivoglia modo, né in
voce né in scritto, la detta falsa dottrina, e dopo
d'essermi notificato che detta dottrina è contraria
alla Sacra Scrittura, scritto e dato alle stampe un
libro nel quale tratto l'istessa dottrina già dannata
e apporto ragioni con molta efficacia a favor di essa,
senza apportar alcuna soluzione, sono stato giudicato
veementemente sospetto d'eresia, cioè d'aver tenuto e
creduto che il sole sia centro del mondo e imobile e
che la terra non sia centro e che si muova.

Pertanto volendo io levar dalla mente delle Eminenze
Vostre e d'ogni fedel Cristiano questa veemente
sospizione, giustamente di me conceputa, con cuor
sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li
sudetti errori e eresie, e generalmente ogni e
qualunque altro errore, eresia e setta contraria alla
Santa Chiesa; e giuro che per l'avvenire non dirò mai
più né asserirò, in voce o in scritto, cose tali per
le quali si possa aver di me simil sospizione; ma se
conoscerò alcun eretico o che sia sospetto d'eresia lo
denonziarò a questo S. Offizio, o vero all'Inquisitore
o Ordinario del luogo, dove mi trovarò.

Giuro anco e prometto d'adempire e osservare
intieramente tutte le penitenze che mi sono state o mi
saranno da questo S. Offizio imposte; e contravenendo
ad alcuna delle dette mie promesse e giuramenti, il
che Dio non voglia, mi sottometto a tutte le pene e
castighi che sono da' sacri canoni e altre
constituzioni generali e particolari contro simili
delinquenti imposte e promulgate. Così Dio m'aiuti e
questi suoi santi Vangeli, che tocco con le proprie
mani.

Io Galileo sodetto ho abiurato, giurato, promesso e mi
sono obligato come sopra; e in fede del vero, di mia
propria mano ho sottoscritta la presente cedola di mia
abiurazione e recitatala di parola in parola, in Roma,
nel convento della Minerva, questo dì 22 giugno 1633.

Io, Galileo Galilei, ho abiurato come di sopra, mano
propria.
http://www.mtsn.tn.it/astrofili/mat/testi/abiura.html


3
DURANTE IL NAZISMO


Ai testimoni di Geova rinchiusi nelle prigioni e nei
campi di concentramento fu data la opportunità di
essere liberati dopo aver firmato il seguente
documento nel quale si rinnegavano le loro credenze e
veniva indicata la loro volontà di diventare soldati
dell'esercito.
La maggior parte di loro non cedettero nonostante
fossero percossi e torturati anche fino alla morte.

Modulo di abiura

Campo di concentramento........................
...............,lì................

Dichiarazione

Riconosco che l'Unione Internazionale dei Testimoni di
Geova diffonde una dottrina eretica e che, con il
pretesto di attività religiose, persegue fini
sovversivi.
Per questa ragione mi sono staccato totalmente da
questa organizzazione e mi sono liberato anche
interiormente di questa setta.
Con la presente dichiarazione assicuro che non
parteciperò mai più alle attività dell'Unione
Internazionale dei Testimoni di Geova. Denuncerò
immediatamente chiunque tenti di convertirmi alla
dottrina eretica dei Testimoni di Geova o chi, in un
modo o nell'altro, si dia a riconoscere come un adepto
di questa setta.
Consegnerò immediatamente al più vicino posto di
polizia ogni pubblicazione che mi venisse dai
Testimoni di Geova.
In futuro intendo osservare le leggi dello Stato,
difendere con le armi la mia patria in caso di guerra
e integrarmi completamente nella comunità nazionale.
Mi è stato comunicato che, se agirò contrariamente a
quanto espresso nella seguente dichiarazione, verrò
rimesso in custodia protettiva.

.......................................
(firmato)


(Traduzione a cura del KZ-Gedenkstatte Dachau)
http://triangoloviola.interfree.it/docabiura.html

4
MA AI CRISTIANI NON ANDAVA MEGLIO:
112 dc. Plinio si era limitato a chiedere l'abiura
sulla base di tre condizioni, soddisfatte le quali
lasciava in libertà gli inquisiti: 1) invocazione
degli dèi pagani, secondo una formula da lui stesso
suggerita; 2) sacrificio con incenso e vino al genius
di Traiano (la cui statua era stata posta da Plinio
insieme ai simulacri degli altri dèi), 3) maledire il
Cristo. Plinio sapeva che queste cose un "vero
cristiano" non le avrebbe mai fatte. Se non otteneva
l'abiura procedeva con l'esecuzione, a meno che i
colpevoli non fossero cittadini romani, nel qual caso
li inviava a Roma. (Le fonti dell'epoca, tuttavia, non
riportano nomi di cristiani che in Bitinia siano stati
martirizzati, né si conosce la sorte di quelli inviati
a Roma per il processo).
http://www.homolaicus.com/storia/ant...ioni_fonti.htm