Disastro Linate, salta il risarcimento alle famiglie


Escono dalla Finanziaria i 12 milioni promessi ai parenti delle vittime. L'Enac, che doveva renderli disponibili, cambia idea. "Siamo parte nel processo", spiegano i vertici.


ROMA - Borse cucite. Dalla finanziaria non esce un quattrino per i parenti delle vittime della tragedia di Linate. Le famiglie delle 118 persone che persero la vita nello schianto del 8 ottobre non avranno i fondi di solidarietà solennemente promessi dal governo. Almeno per il momento.

L’Odissea di questo “risarcimento” non è quindi finita. L’indennizzo era d’altronde partito male. Si era dovuto scomodare il premier Silvio Berlusconi, in un concitato consiglio dei ministri del luglio scorso, per far capire al ministro Giulio Tremonti la necessità della spesa e incrinarne quindi il rigore.

Alla fine il fondo di solidarietà fu partorito. Il comunicato del Consiglio dei Ministri del 2 agosto recitava: “Su proposta del Presidente Berlusconi: un disegno di legge che dispone una speciale elargizione in favore dei familiari delle vittime del disastro aereo di Linate, verificatosi l'8 ottobre 2001. Una ulteriore somma viene messa a disposizione dal Comitato costituito dai predetti familiari, per finanziare iniziative orientate prioritariamente a sostenere le famiglie più bisognose”.

Prima o poi, è l’assicurazione, l’aiuto dello Stato arriverà. Per ora ad aiutare le famiglie nelle spese del processo e nella vita di tutti i giorni ci sono solo i finanziamenti stanziati, spontaneamente, dal Comune di Milano, dalla Regione Lombardia e dalla compagnia aerea Sas. Oltre alle borse di studio istituite dalla Sea per i minori.

La colpa sarebbe dell’Enac. La somma, infatti, doveva esser prelevata da disponibilità dell’Ente. Ma la settimana scorsa l’Enac ha ritirato l’impegno. La giustificazione? L’Ente è poarte in causa nel processo. Quindi, lo stanziamento potrebbe sembrare un’ammissione di responsabilità.

“Non ci fidiamo più”, replica alla notizia Paolo Pettinaroli, il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, “8 ottobre, per non dimenticare”. “Non vorrei che questo fosse il prologo dello scaricabarile cui assisteremo al processo”.