Caro Orazio:
Picasso ha detto di sé il peggio del peggio. Sarei un ipocrita se non dicessi che lui e Joyce sono stati tra i primi personaggi massmediali del '900 (pensiamo alla promozione di Ulisse tramite Valery Larbaud).
Detto questo, Picasso fu tutt'altro che un "imbrattatele". Da giovane era capace di una maniacalità che sfiorava l'iperrealismo. Ci tornò anche dopo, verso la metà della sua fase produttiva. Tecnicamente non conosco altri pittori che siano stati capaci di confrontarsi con ogni stile stravolgendolo attraverso se stessi e una fisicità dirompente. In Picasso c'è tutta la pittura possibile, tutta l'arte possibile completamente reinterpretata. Lo stesso dicasi per Joyce, naturalmente, figura letteraria che ha eguagliato il pittore in quanto a "totalità".
Picasso ha fatto politica, è vero. Era iscritto al Partito Comunista, ha realizzato Guernica per denunciare il primo bombardamento sui civili. Ma è poca cosa rispetto a quello che è stato quel periodo artisticamente: più che occuparsi di politica, pittori come lui s'interrogavano su come portare i colori e le forme a conseguenze estreme. Lo stesso vale per i letterati: Joyce portò lo stile al plurisignificato, la Woolf annullò il tempo e lo spazio, nonché i sessi (pensiamo a Orlando).
La politica è secondaria. Di loro, tra cent'anni si discuterà ancora sull'importanza delle loro opere, non certo sulle scelte politiche. Lo stesso vale per Céline: apprezzeremo ancora la sua prosa distorta e inimitabile, mentre c'importerà poco del suo collaborazionismo.
Originally posted by Orazio Coclite
Picasso?!?! Scusami Ughetto ma quello oltre ad essere stato un bieco imbrattatele (e per sua stessa ammissione), ha fatto le sue fortune proprio sulla veicolazione di un messaggio politico ben definito. Avrei altri appunti anche su altre delle cose da te scritte, ma su Picasso ho un'opinione molto negativa.
Oggi non riesco, ma nei prossimi giorni ti riporto alcune considerazioni al riguardo.
Ave.