Borsato amico dei serenissimi
Gigi D'Alessio amico dei camorristi................

---------------------------------Gigi D’Alessio interrogato per un’ora ieri in Tribunale al processo «Vesuvio»
Sono un cantante, non un camorrista
«Conosco Buono e Russo perchè ho cantato per loro, ma non so nulla dei loro affari


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Alberto Pellegrini


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«Ma quale camorrista, io sono solo un cantante e semino amore in questo momento di odio e di guerra». Così, non senza una punta di retorica, Gigi D’Alessio ha commentato ieri mattina sulla porta del Tribunale di Brescia il suo coinvolgimento nel processo «Vesuvio» che vede imputato un gruppo di persone accusate di aver costituito tra Brescia e il lago di Garda una «cellula» camorristica legata prima alla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo e quindi all’Alleanza di Secondigliano. D’Alessio, rivolgendosi ai giornalisti per chiedere un po’ di riguardo per la sua posizione, ha detto: «Si fa tanto per fare due passi avanti, non fatemi ora tornare indietro» e poi ha aggiunto a proposito delle sue fotografie con dedica che figurano nel processo bresciano: «Nelle case dei napoletani ci sono sempre tre fotografie, anzi quattro: la mia e quelle di Maradona, di San Gennaro e di Mario Merola». Prima di questa serie di battute il noto cantante napoletano aveva risposto per poco più di un’ora alle domande dei pm Fabio Salamone e Paolo Savio in qualità di testimone, ma imputato per reato connesso. D’Alessio infatti era finito nel registro degli indagati della Procura di Brescia per concorso esterno in associazione camorristica e favoreggiamento. Ma Gigi ieri ha risposto a tutte le domande con tranquillità, non senza concedere qualcosa allo stile partenopeo, ma soprattutto in modo convincente. In pratica D’Alessio non ha negato di aver conosciuto bene i principali imputati del processo bresciano, Luigi Buono, Ciro Russo e Michele Coppola, e di aver più volte cantato per loro a feste e cerimonie come matrimoni, cresime e battesimi. Ha anche ammesso di aver ricevuto dei finanziamenti da loro, in un paio di occasioni nelle quali si trovava in difficoltà, ma ha precisato di aver restituito tutto senza ricevere richieste strane e pressioni. La conoscenza con Russo e Buono, ha ricordato D’Alessio, risale ai primi anni ’90 quando cantò alla prima comunione di una bambina al ristorante «Il galeone» di Posillipo. «Io ho cantato a migliaia di matrimoni e altre cerimonie - ha detto Gigi D’Alessio - ero un cantante da cerimonia molto noto nel panorama degli artisti che si definivano "neomelodici" e che tuttora vengono scritturati nella galleria Umberto I a Napoli». Mentre il cantante ripondeva alle domande è intervenuto anche, in videoconferenza, lo stesso Luigi Buono che ha scagionato D’Alessio confermando i rapporti esclusivamente «artistici». Anche a proposito della carta d’identità intestata al fratello di D’Alessio ma con la foto di Luigi Buono, trovata in una perquisizione a Brescia, D’Alessio ha confermato di non saperne nulla ed ha aggiunto di aver fatto fare tramite i suoi legali indagini difensive dalle quali è emerso che in quel documento sono stati utilizzati dati di una persona del ’29, che non ha nulla a che fare col fratello.