Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 84/09 del 1 ottobre 2009, San Remigio
Rassegna stampa del 1.10.2009
Valdesi brecciaioli
XX settembre 1870, una data fausta per le minoranze religiose in Italia, in primis protestanti ed ebrei. Perché? E’ molto semplice: perché fino al 20 settembre gli ebrei potevano vivere nella città del papa solo ghettizzati, i protestanti nemmeno quello. Tra la Riforma del XVI secolo e il 1870 a Roma mi risultano soltanto le seguenti presenze protestanti: quella del pastore Giovan Luigi Paschale, ministro delle chiese valdesi di Calabria, che vi fu condotto nel 1561 per essere processato dall’Inquisizione e che fu arso di fronte a Castel Sant’Angelo; i membri protestanti delle ambasciate europee, che nelle sedi diplomatiche potevano celebrare il loro culto, ma che dovevano esser sepolti fuori le mura della città santa; quelli che vennero a stamparvi il Nuovo Testamento durante la Repubblica Romana e che dovettero lasciare la città dopo il rientro di Pio IX e furono così risparmiati dall’assistere al rogo papalino dei testi evangelici. Possiamo immaginare – e li condividiamo come cittadini e come cristiani - i sentimenti dei colportori che entrarono in Roma poco dopo i bersaglieri con un carretto di Bibbie trainato da un cane che portava una gualdrappa con il nome Pio IX! XX settembre 1870, una data fausta per l’Italia (…)
(Fonte: http://biellaprotestante.blogspot.co...mbre-1870.html )
Cattolici in Arabia
Manila (AsiaNews) – “Mi sto recando a Riyadh in Arabia Saudita per lavorare come infermeria. Sono spaventata perché per due anni non potrò ricevere i sacramenti e assistere alla messa”. È quanto racconta ad AsiaNews Radika Canlas, ragazza cattolica filippina di 23 anni costretta a cercare lavoro nel Paese arabo dove vige l’islam radicale del wahabismo. Ella aggiunge che nonostante l’impossibilità di professare la sua religione cercherà di “testimoniare la fede” attraverso il suo lavoro. “La mia fede cattolica è molto importante, ma non ho avuto scelta a causa delle difficoltà economiche. Ci sono poche possibilità di lavoro nel mio Paese”, afferma Radika che in attesa di partire alla volta di Riyadh si è recata in una chiesa di Manila per confessarsi e prendere la sua ultima messa. Lei dice che durante il lavoro a Riydah “le preghiere personali, la recita del rosario e la lettura quotidiana della parola di Dio saranno la mia unica forza e il mio unico contatto con Gesù”. In Arabia Saudita vivono e lavorano circa 8,8 milioni di stranieri, i cattolici sono circa 900mila molti dei quali filippini. Nel Paese non vi è libertà religiosa e vige il divieto di portare simboli religiosi, di pregare in pubblico e in privato. I non islamici devono anche attenersi alle regole e tradizioni dell’islam come il Ramadan. La situazione si complica per le donne straniere impiegate soprattutto nella pulizia degli ospedali, costrette a vivere in uno stato di semireclusione chiuse durante il tempo libero in dormitori e lavorando sei giorni a settimana, 12 ore al giorno, fino al termine del contratto di lavoro. (…)
(AsiaNews del 10.09.2009)
Musulmani in Italia
Interventi musulmani sulle coste italiane nel solo XVI secolo: «1501, riduzione in schiavitù degli abitanti dell’isola di Pianosa; 1516, sbarco a Lavinio, dove lo stesso papa Leone X riuscì a sfuggire miracolosamente alla cattura; nel 1530 Kair ed-din detto Barbarossa, bey di Algeri e alleato di Francesco I, assaliva e devastava le coste tirreniche del Reame (di Napoli, ndr); 1534, sbarchi a Cetraro e San Lucido di Calabria, in vari luoghi del golfo di Napoli, a Sperlonga e a Fondi, nel Lazio; 1543, sbarchi a Messina e Reggio; 1544, in Liguria e a Talamone in Toscana; riduzione in schiavitù degli abitanti di Castellamare di Stabia e Pozzuoli; 1550, saccheggio di Rapallo; ancora nel 1550 un Mustafà, nel 1552 Sinan pascià attaccavano Reggio (…) e Draut raìs bruciava San Lucido; 1551 e 1552, saccheggio di Augusta; 1554, a Vieste, sulla costa pugliese, furono catturati 6mila abitanti; 1555, saccheggio di Paola; 1558, riduzione in schiavitù degli abitanti di Sorrento; 1560, sbarco a Villafranca, dove il duca di Savoia, Emanuele Filiberto, rischiò la cattura; era presa e distrutta Cariati, e il suo vescovo catturato; tra il 1561 e il 1565 saccheggio di Porto Maurizio, Antignano, Celle, Albissola; 1566 sbarchi a Ortona e Vasto, in Abruzzo. Le incursioni dei Turchi e Barbareschi dovevano continuare anche dopo Lepanto (…). Nel 1590 era bruciata Bovalino; nel 1594 il pascià Cicala (…) distruggeva dalle fondamenta Reggio (…). Nel 1625 bruciava Gioia, nel 1636 Nicotera. Nel 1644 e ’45…». Eccetera. Quella che avete letto è una mezza pagina di Controstoria delle Calabrie (Rubettino) di Ulderico Nisticò. Lo consiglio, e non solo ai lettori calabresi.
(Fonte: Rino Cammilleri - Antidoti contro i veleni della cultura contemporanea , Antitodi del 25.09.2009)
Il nuovo Iraq senza cristiani
KÖNIGSTEIN - I cristiani iracheni stanno iniziando ad abbandonare l'unica zona in cui pensavano di essere al sicuro – la loro antica patria nelle pianure di Ninive. Secondo i rapporti del clero del nord del Paese, negli ultimi mesi si è verificata un'emigrazione lenta ma costante dai villaggi e dalle città nei pressi di Mosul, dove i fedeli sono presenti fin dai primi secoli del cristianesimo. Tutto, riferisce l'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), avviene dopo gli avvertimenti di un altro attacco alla Chiesa atteso subito dopo le elezioni del gennaio prossimo. Padre Bashar Warda ha affermato che i cristiani nella regione di Ninive stanno iniziando a sentirsi minacciati dalla mancanza di sicurezza che ha colpito tanti fedeli in molte altre parti dell'Iraq. Secondo il sacerdote, anche se è difficile presentare stime precise, i villaggi totalmente cristiani della regione di Ninive perdono 30 o 40 fedeli al mese, a volte anche di più. Questi numeri sono ancora più preoccupanti se si considera che i villaggi quasi totalmente cristiani sono il luogo in cui si sono rifugiati i fedeli che si sentivano minacciati in altre zone del Paese. Dopo l'ondata di propaganda e attacchi anticristiani a Mosul dell'anno scorso, infatti, molti si sono trasferiti nella regione di Ninive. Padre Warda, rettore del Sdeminario maggiore di St Peter ad Ankawa, fuori Erbil, la capitale provinciale del nord curdo dell'Iraq, ha osservato che ci si attende un aumento dell'emigrazione da Ninive dopo che una famosa dottoressa è stata rapita in casa propria a Bartala, una delle più importanti città della zona. Mahasin Bashir, ginecologa, è stata liberata questa domenica a Baashiqa, a circa 10 chilometri da Bartala. Il rapimento, secondo padre Warda, “ha avuto forti ripercussioni” nella zona, che di recente non aveva subito sequestri, esplosioni e altri incidenti. Un'escalation della violenza in seguito alle elezioni del 2010 potrebbe avere conseguenze catastrofiche per la sopravvivenza della Chiesa e porterebbe ancor più fedeli ad abbandonare il Paese, ha avvertito il presbitero. Secondo le ultime stime, i cristiani iracheni, che nel 1987 erano 1,4 milioni, sarebbero ormai meno di 400.000.
(Agenzia Zenit del 30.09.2009)
Onu: condizioni invivibili per i palestinesi
“La popolazione palestinese è resa sempre più fragile dal blocco imposto sulla Striscia di Gaza da oltre tre anni, che costituisce una punizione collettiva contraria agli sforzi per la pace dispiegati da tante parti”: a tornare sulla questione dell’isolamento degli abitanti della Striscia di Gaza denunciando “le condizioni invivibili” in cui sono costretti è l’alto commissario per i diritti umani dell’Onu Navi Pillay. All’indomani della presentazione del rapporto Goldstone sulle violazioni commesse nel corso dell’offensiva israeliana Piombo Fuso che tra Dicembre e Gennaio ha causato circa 1400 morti palestinesi, la Pillay ha diffuso un documento, redatto personalmente, nel quale denuncia “il continuo deteriorarsi delle condizioni di vita” dei palestinesi nei Territori Occupati. L’alto commissario chiede un’inchiesta imparziale e indipendente sugli attacchi israeliani contro Gaza e sottolinea “che a parte rare eccezioni oltre un milione e mezzo di abitanti sono di fatto intrappolati all’interno dei 45 chilometri di terra che costituisce la Striscia di Gaza”. La Pillay insiste inoltre sul fatto che “l’attuale politica di colonizzazione della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, non fa che aggravare le condizioni dei diritti umani dei cittadini palestinesi”
(Agenzia Misna del 30.09.2009)
Fassino kasher
(...) Onorevole Fassino, come nasce il suo legame con l’ebraismo?
L’ebraismo è sempre stato presente in modo forte nella mia vita. Io sono cresciuto in una famiglia torinese di tradizione antifascista. Nella mia città, storicamente, la Comunità ebraica è sempre stata molto legata ai movimenti di sinistra. Quando ero bambino, ricordo gli amici ebrei di mio padre che riempivano la casa. Anche nel mio percorso politico ho mantenuto legami di amicizia molto forti con le comunità ebraiche italiane e con Israele.
C’è qualcosa di particolare, come una persona, un episodio, un libro, che può simboleggiare questo rapporto?
È difficile dirlo, ma dovendo scegliere, c’è un ricordo che mantengo particolarmente vivo. Si era nel 1967, all’indomani dello scoppio della Guerra dei Sei Giorni, momento in cui si produsse una frattura terribile tra Israele, che era appoggiato dagli Americani e la sinistra, che prese le parti degli Stati arabi supportati dall’Unione Sovietica. Ricordo che una sera si radunarono a casa nostra molti amici di religione ebraica di mio padre, pieni di apprensione e commozione per quanto stava accadendo, ma anche per il conflitto tra la loro identità ebraica e quella di uomini di sinistra. Insieme scendemmo per le vie di Torino, in una fiaccolata di solidarietà a Israele organizzata dalla Comunità ebraica. Non dimenticherò mai l’emozione dei loro volti, e nemmeno la tensione ideale che vi albergava. Da un punto di vista di vista culturale, non posso non citare, tra i miei autori preferiti, Amos Oz, Isaac Bashevis Singer, e molti altri, che mi hanno consentito di capire meglio il vissuto e i sentimenti ebraici, e come Israele rappresenti il simbolo di questa identità.(...)
(Fonte: http://moked.it/blog/fassino-lebrais...ella-mia-vita/ )
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