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Discussione: Citizen Berlusconi

  1. #1
    Knifnil fior di Zucca*
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    Predefinito Citizen Berlusconi

    Piccolo spazio pubblicità: è in edicola un documentario dal titolo “Citizen Berlusconi: il premier italiano e la stampa”. Si tratta di 55 minuti tra l’inchiesta e il reportage andati in onda sull’unica tv pubblica americana, la Pbs e mai trasmessi in Italia. La rivista “Internazionale” lo allega con il suo numero in uscita questa settimana. Perché ve ne parlo? Perché immagino, visto che non è stato venduto ad alcuna tv italiana, che non potrete vederlo se non ve lo comperate. E perché dovreste vederlo? Per avere con voi un piccolo documento storico di questi ultimi anni su cui riflettere un po’.

    “Citizen Berlusconi” di Susan Gray e Andrea Cairola (prodotto da Stefano Tealdi della Stefilm) inizia spiegando agli americani chi è il protagonista del documentario: “Pensate a Bush, Murdoch, Perot, Forbes in un’unica persona ed avrete Berlusconi”, dice lo speaker. Poi l’analisi passa al Milan, al “media tycoon” che fonda Forza Italia, ai primi culi e tette dei canali dell’imprenditore lombardo negli anni ’80, a Milano 2, la Fininvest che diventa Mediaset, Mondadori, Mediolanum, Canale 5, Italia 1, Rete 4, i processi.

    A proposito di processi, viene ricostruita la vicenda Santoro e Biagi, con le esternazioni bulgare e successiva cacciata dei due giornalisti che hanno parlato nelle loro ultime trasmissioni proprio di quei processi. Si parla della fuoriuscita di Ferruccio de Bortoli dalla direzione del Corriere della Sera e si vede un momento toccante, l’anziano Alfredo Pieroni della testata di via Solferino che piange ad una riunione: “Nessuno può alzare un dito perché Berlusconi è spietato”, dice tra i singhiozzi.

    Tra gli intervistati: Marco Travaglio, lo stesso Biagi, Furio Colombo (sul potere dell’intimidazione), Enrico Mentana (sulla battaglia alla Rai), Carlo Freccero, Tana de Zulueta, Paul Ginsborg, il professor Giovanni Sartori.
    Le scene più belle: la riunione del sindacato dei giornalisti Rai. Una giornalista: “Abbiamo avuto problemi ad usare la parola ‘pacifisti’ ”. Ribatte una voce: “Bisognava usare la parola ‘disobbedienti’ ”.

    Francesco Vaccaro, giovanissimo candidato di Forza Italia alle ultime elezioni: “In Italia il conflitto di interessi è un falso problema. E’ più che altro un argomento politico ed elettorale”.

    Si vedono anche degli agenti in civile che maltrattano il cameraman fuori dalla sede di una tv. Si analizza poi il calo di raccolta pubblicitaria che ha subìto la Rai da quando è premier il “mero proprietario” di Mediaset, e, sempre nel medesimo periodo, l’impennata dei titoli Mediaset in Borsa. Si vede la scena della battuta sul “kapò” al Parlamento europeo. Si ascolta la voce inflessibile dello speaker spiegare come due degli avvocati nei processi di Berlusconi, Ghedini e Pecorella, all’inizio della settimana siedono sul banco della difesa a Milano, e il giorno dopo l’udienza scendono a Roma nella loro veste di parlamentari di Forza Italia per cambiare le stesse leggi su cui dovrebbero esprimersi i giudici.

    Questo documentario non è stato trasmesso dalle tv italiane. Anche perché né Rai né Mediaset, spiega il produttore Tealdi, hanno una persona incaricata dell’acquisto di documentari. Poiché si sa, come dimostra brillantemente “Citizen Berlusconi” noi italiani preferiamo la fiction.

    Perfetto, ora pubblicizziamo anche la politica!!!

  2. #2
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    Come se di documentari sugli animali non ne facessero già troppi!

  3. #3
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    Del resto ogni paese ha il capo che si merita.
    La storia dei nostri ultimi trent'anni è caratterizzata dal cedimento sistematico di tutte le resistenze costruite sapientemente in precedenza e che avevano la funzione di mettere in riga un popolo indisciplinato ed individualista.
    Dapprima il fascismo con metodi anche repressivi e poi nel dopoguerra i governi dello scudo crociato, erano riusciti anche se con ricette diverse, ad inquadrare il popolo ed a orientarlo verso percorsi indotti e controllati.
    Venuto meno il controllo sistematico e totalitario del fascismo e le censure imposte del regime democristiano, il popolo immaturo si è trovato nelle condizioni di scegliere opzioni di libertà che hanno aperto la strada a chi sapientemente capitalizza le "debolezze" umane a proprio favore.
    Le tette del drive-in, Dallas, Dinasty, il calcio spettacolo e tutte le vetrina dell'immoralità collegate, nei loro rivoluzionari messaggi, hanno dato la spallata definitiva nelle coscienze degli italiani, ai residui di quel passato ritenuto così oppressivo e che aveva in realtà in sè le uniche valenze necessarie per la sopravvivenza di un popolo come il nostro e delle sue tradizioni.
    In nessun' altra nazione europea è stato così rapido ed efferato l'effetto della demolizione degli argini rispetto alla tradizione, messo in atto dalla rivoluzione di pensiero del berlusconismo imperversante.
    Purtroppo in opposizione allo stesso, esiste solo l'esercito dell'invidia progressista, che si nutre dell'immagine dello stesso Berlusconi, per trarre dall'odio contro lo stesso, l'unico motivo delle proprie azioni politiche, dimenticandosi forse che la politica dovrebbe avere ben diverse motivazioni ed al centro del quale dovrebbero collocarsi le esigenze della gente e non la demonizzazione sistematica dell'avversario politico.

  4. #4
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    E noi ci meriteremmo come capo del governo un imprenditore anzichè un politico? Bella l'Italia



  5. #5
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    In Origine Postato da Tullio
    E noi ci meriteremmo come capo del governo un imprenditore anzichè un politico? Bella l'Italia

    I padri di famiglia con coscienza, i lavoratori, la gente che crede nei valori, si meriterebbero solamente di avere al governo gente onesta che si richiama ad ideali veri e che abbiano al centro dei propri pensieri, gli interessi della gente, nulla più.
    Purtroppo so che è pura utopia.

 

 

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