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  1. #21
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    SHARON ASSASSINO CONFESSO



    Il premier israeliano Ariel Sharon è un assassino confesso.
    Anzi un mandante che ha voluto ringraziare pubblicamente i sicari.
    Ecco il testo integrale della breve dichiarazionedi “Arik” davanti ai deputati del suo partito, il Lukud, riuniti alla Knesset (il parlamento), pronunciato lo stesso giorno dell’omicidio del fondatore e capo spirituale di Hamas, sheikh Hamad Yassin..
    ‘’Lo Stato di Israele ha colpito questa mattina il primo degli assassini e terroristi palestinesi. La quintessenza dell’ideologia di quest’uomo e’ l’assassinio e l’omicidio di ebrei, dovunque essi siano, e la distruzione dello Stato di Israele.
    Suppongo che voi tutti conosciate il passato pieno di sangue e odio di questo primo degli assassini che figura in prima fila tra i nemici di Israele.
    Voglio qui ringraziare l’apparato della Difesa nei suoi differenti settori per l’operazione di questa mattina.
    Voglio precisare che la guerra contro il terrorismo non è finita. Essa proseguirà ogni giorno, in ogni luogo.
    E’ una battaglia difficile, alla quale tutti i Paesi del mondo libero comprendono che devono prender parte.
    E’ diritto naturale del popolo ebraico, come di ogni altro popolo che ama la vita, colpire chi vuole colpirlo’’.
    Un diritto naturale non riconosciuto, però, al popolo palestinese che cerca di riconquistare la libertà della sua patria invasa dai sionisti; è un diritto negato alla Resistenza irachena e a tutti quei popoli “non amici” del Nuovo Ordine Mondiale.


    Rinascita

  2. #22
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    Mo:Onu, veto Usa a condanna Israele
    Risoluzione era per omicidio del leader di Hamas Yassin


    (ANSA) WASHINGTON,25 MAR- Gli Usa hanno bloccato con il proprio veto una risoluzione di condanna di Israele per l'assassinio del leader di Hamas, Ahmed Yassin. La risoluzione ha ricevuto 11 voti favorevoli e un 'no' (quello degli Usa) mentre Gran Bretagna, Germania e Romania si sono astenuti. Washington e' rimasta isolata dal coro mondiale di condanna dell'operato di Israele, che lunedi' mattina aveva centrato con un missile a Gaza il leader paraplegico di Hamas.
    © Ansa

  3. #23
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    In origine postato da gnista
    Quanto ai vampiri rumeni

    E' vero, dopotutto non dimentichiamo quella buonanima del Conte Vlad, detto l'Impalatore...pace all'anima sua...
    Purtroppo i Paesi dell'Est stanno diventando sempre più le pedine della plutocrazia sionista...del resto, come biasimarli, hanno fame (nel senso reale del termine), e vanno dietro al miglior offerente...
    Concordo: povera Germania, che fine del cacchio ha fatto...

  4. #24
    cricetoso
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    In origine postato da gnista

    Quanto ai vampiri rumeni - beh, sono solo plebaglia affamata come un branco di lupi pronta a vendersi a qualunque offerente.
    P.S. Sai quanto prende un docente universitario in Romania? CENTODIECI <a href="http://www.ntsearch.com/search.php?q=euro&v=54&src=zon">euro</a> al mese in un paese con prezzi uguali all'Italia. Con quella micragna non ci si può aspettare molto eroismo anti-imperialista.

    Evidentemente non tutti al mondo possono avere la Bmw e giocare a insultare gli ebrei dalle tastiere di un computer



    E tu saresti comunista?

  5. #25
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    Nelle prime ore di lunedì 22 marzo un'operazione terroristica dell'entità sionista denominata israele ha causato la morte di otto palestinesi tra i quali lo Sceicco Ahmed Yassin, capo spirituale del Movimento Islamico di Resistenza Hamas.
    Ancora una volta l'entità giudaica, con a capo il massacratore di Sabra e Chatila Ariel Sharon, ha mostrato il suo feroce carico di odio razziale che, oltre a massacrare dei civili inermi, continua a ledere attraverso una cruenta repressione militare ogni diritto alla libertà, alla autodeterminazione ed alla Patria dell'eroico ed indomito Popolo Palestinese.
    L'ulteriore criminale azione dei sionisti ha persino provocato malumore e risentimenti da parte degli Stati europei e del vaticano.
    Nel contempo le masse arabo-islamiche dal Maghreb all'Indonesia sono scese in piazza per ribadire il sostegno alla causa palestinese e denunciare la criminale condotta perseguita dall'imperialismo giudaico-sionista.
    La Comunità Politica di Avanguardia china le proprie insegne in memoria dello Sceicco Ahmed Yassin, ribadisce la propria incondizionata solidarietà alla causa palestinese ed a tutto il popolo della Palestina, affermando che nessun compromesso è possibile nè può essere praticato con chi, uccidendo prammaticamente innocenti civili, pratica una autentica azione sterminazionista per far prevalere il sogno messianico della 'grande-israele'.

    Comunità Politica di Avanguardia

  6. #26
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    L'Iman Khamenei sul martirio di Ahmad Yassin



    La Guida Suprema della Rivoluzione Islamica Ayatollah Seyyed Alì Khamenei ha condannato l'assassinio, commesso dal regime sionista, del fondatore e guida spirituale di Hamas, Shaykh Ahmad Yassin.

    In un messaggio, l'Ayatollah Khamenei ha detto: «Sono stato informato che le mani peccaminose del regime d'occupazione sionista hanno commesso un grande crimine ed hanno assassinato il fondatore e guida spirituale di Hamas Shaykh Ahmad Yassin. Indubbiamente, il martirio era il desiderio di questo uomo pio, ma ciò non può far diminuire la grandezza del peccato commesso dai criminali occupanti sionisti", ha detto la Guida Suprema. Il sangue di Ahmad Yassin feconderà il grande albero della Resistenza Islamica ed infiammerà ulteriormente la rabbia dei Palestinesi. La sua oppressione solleverà lo stendardo dell'oppressione dei Palestinesi», ha detto la Guida.

    «L'unica cosa che hanno potuto togliere a Shaykh Yassin ed al popolo palestinese è stato un corpo debole e disabile. Ma non possono privare i Palestinesi delle sue idee, dalla linea che ha tracciato e dal sentiero che ha aperto. Lo spirito di Shaykh Yassin è vivo ed i suoi pensieri, che sono stati ora ulteriormente illuminati dal suo sangue oppresso, saranno d'ispirazione per la gioventù palestinese", ha detto Ayatollah Khamenei. Gli occupanti criminali della Palestina dovrebbero sapere che la loro sciocca forza è la maggiore testimonianza del loro fallimento e della loro debolezza. Il regime sionista è condannato all'annientamento. La Palestina appartiene ai Palestinesi ed ogni ostinazione contro questo diritto inalienabile è destinata alla sconfitta» ha concluso l'Ayatollah Khamenei.



    Associazione Islamica Ahl-al-Bait

  7. #27
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    Le porte dell’inferno e quelle del paradiso
    (L’assassinio dello Sceicco Ahmed Yassin, fondatore di HAMAS)

    «Non ho paura. Sarò felice di morire come un martire.
    IL CREDENTE MUORE UNA SOLA VOLTA, IL PAUROSO MOLTE VOLTE».
    (Sceicco Ahmed Yassin: dichiarazione del giugno 2003, dopo il fallito attentato israeliano ad Aziz Rantisi).



    Dunque ebrei ed americani hanno avuto la loro vendetta.
    All’alba del 22 marzo, a Gaza, martoriata capitale dell’omonima striscia, lo Sceicco Ahmed Yassin, fondatore e leader spirituale di Hamas, è stato ucciso; falciato proprio uscendo da una moschea per la preghiera del mattino, con uno dei suoi figli e gli uomini della scorta, da tre missili Hellfire (Fuoco d’Inferno), sparati da elicotteri israeliani, mentre i jet F-16 con la stella di Davide sorvolavano la zona in copertura.
    Otto morti sono rimasti a terra, otto nuovi martiri di un popolo votato al martirio da 56 anni nell’indifferenza di quasi tutto il mondo.
    Eppure quello che al momento sembrerebbe un trionfo di Sharon e della sua cricca di macellai assassini ha tutte le premesse per trasformarsi alla lunga in una disfatta, un effetto boomerang per i sionisti ed i loro alleati, in America e nel mondo.

    Mai come in questo caso infatti l’uccisione di un leader palestinese, oltre che criminale ed ingiustificata, si sta già rivelando e sempre più si manifesterà come un errore politico devastante per l’entità sionista;
    e non certo per le ipocrite condanne e prese di distanza di governi e politici internazionali, da sempre conniventi con il terrorismo di stato israeliano.

    È la figura stessa dello Sceicco Yassin, la Sua vita esemplare e la Sua morte nel martirio, a rappresentare un modello di comportamento e di mobilitazione per ogni palestinese, per ogni arabo, per ogni mussulmano e per ogni uomo che si batta, in ogni angolo del mondo, per la libertà del proprio popolo e per quella Giustizia e Verità che superano il piano semplicemente umano.



    È stato scritto:
    “Se Yassin fino all’alba di ieri era un faro ideologico, oggi è un modello da venerare…”
    Ahmed Yassin non si nascondeva, non temeva per la Sua vita, anelava anzi al martirio già sfiorato a settembre 2003 e affrontato da migliaia e migliaia di uomini e donne, vecchi e bambini della sua terra.
    Viveva in mezzo a loro, nella più povera e martoriata “striscia di Palestina”, di questo “arcipelago GULAG palestinese”, ritagliato e rinchiuso dalle forze d’occupazione.
    In una casa modesta, con moglie e undici figli, nelle condizioni fisiche a tutti note.


    Una rettitudine quasi ascetica, riconosciutagli anche dai suoi più feroci detrattori, che faceva ancor più risaltare il contrasto con la corruzione dilagante della classe politica nata dall’OLP, quella che cerca di trattare con gli occupanti sionisti, specie dopo il ritorno di Arafat dall’esilio. Un contrasto che balza agli occhi persino dall’abbigliamento: un semplice scialle opposto alle giacche firmate e alle cravatte di politicanti che conducono un tenore di vita scandaloso, specie se rapportato all’estrema miseria del loro popolo schiavizzato.
    Per alleviare questa miseria e per combatterne le cause era nata il 14 dicembre 1987, ai tempi della I° Intifada, HAMAS, Movimento di Resistenza Islamica (Harakat al-Muqawama al-Islamiyya fi Filistin) il cui acronimo è traducibile con “Fervore, Ardore, Zelo”.
    Un’organizzazione che, al contrario di quello che i media occidentali fanno credere, non si dedica alla lotta armata all’occupante (per la quale sono delegate altre strutture), ma all’impegno sociale e politico a favore dei poveri, dei perseguitati (vedove, orfani, prigionieri, invalidi).
    Hamas ha fondato asili, scuole, centri di assistenza, ospedali, biblioteche e, ovviamente, moschee. Molti dei loro dirigenti sono medici, tanto che la propaganda sionista ha cercato di bollare il movimento come “Hamas psichiatrica!”
    Possiede magazzini alimentari per soccorrere le famiglie più indigenti, ricostruisce le case demolite dagli israeliani e sovvenziona gli orfani e le vedove degli Shaheed, i martiri-suicidi che si fanno esplodere tra gli occupanti israeliani.
    Hanno dimostrato insomma non solo di essere l’avanguardia della lotta all’invasore, tanto che oramai migliaia di giovani disertano l’OLP e le sue organizzazioni e si riversano al Movimento Islamico, ma di saper porre le basi di un vero stato palestinese-mussulmano in fieri, come quello della Repubblica Islamica dell’Iran.
    Proprio come il movimento sciita fratello Hezbollah ha saputo fare nel Libano meridionale dopo aver cacciato a forza le truppe d’occupazione israeliane e i loro cani da guardia cristiani dell’ELS.




    La cosa che più colpisce nello Sceicco Yassin è proprio il contrasto tra quello che ha saputo creare con la Sua forza di volontà e la sua condizione fisica di tetraplegico, costretto su una sedia a rotelle dall’età di dieci anni, in seguito ad un incidente di gioco nel campo profughi di Chatti.
    Era nato ad Al Jura, villaggio del distretto di Ashkelon nel 1936.
    A dieci anni l’incidente che lo paralizzerà per tutta la vita ma che segnerà anche la sua missione.

    Nel 1948 nasce lo stato di Israele, gli arabi sono cacciati a forza dalle loro case pena la morte (come a Der Yassin) e il piccolo profugo si trasferisce nella striscia di Gaza, allora ancor egiziana. Ed in Egitto insegnerà, conoscerà i Fratelli Mussulmani e studierà alla Ein Shams University, ma sarà cacciato ed anche imprigionato dalle autorità del Cairo per le sue prese di posizione politiche e religiose.
    Nel 1973 fonda a Gaza la Lega Filantropica Islamica che, nel 1982 diviene Al-Majhadoun Al-Filastiniyun, su posizioni ben distinte da quell’OLP oramai sulla via che porterà a Oslo ed alla capitolazione in cambio di brandelli di Palestina sotto controllo israeliano, una specie di “bantusthan”, di “riserva indiana” per palestinesi.
    Arrestato una prima volta nell’83, uscirà nel maggio 1985 per uno scambio di prigionieri.
    Nel 1986 mette su un gruppo per combattere gli spacciatori di droga;
    Israele infatti, che dapprima trascura gli islamici sperando anzi di indebolire l’OLP, non disdegna di diffondere la droga tra i giovani palestinesi per distruggerli fisicamente e psichicamente, distraendoli dall’impegno militante. Una tecnica così ben riuscita, per esempio, in Italia negli anni ’70-80.
    Allora nel maggio dell’89 Ahmed Yassin è di nuovo arrestato, due anni dopo la nascita di Hamas.
    Nonostante le sue condizioni fisiche resterà nelle terribili carceri israeliane fino all’ottobre 1997, quando tornerà a Gaza, accolto da decine di migliaia di palestinesi festanti; in cambio Israele riavrà dalla Giordania agenti del Mossad arrestati in piena Amman, dopo il tentativo di assassinare un capo del politburo di Hamas.
    Ciò non toglie che anche la cosiddetta “Autorità Palestinese” di Arafat lo ponga più volte agli arresti domiciliari.
    Nonostante che lo Sceicco, pur restando radicale nei principi ispiratori della carta di Hamas aperta dalla frase : “Il Profeta è l’esempio, il Corano è la nostra Costituzione, il Jihad un dovere di ognuno” (una Palestina – “bene religioso dell’ Umma Islamica” - unificata dal Giordano al mare), fosse molto realista sul piano politica e per nulla un estremista.
    Aveva offerto ai sionisti una tregua della lotta armata in cambio del ritiro israeliano intanto sulle posizioni del ’67, e intrapreso colloqui con altri gruppi radicali laici.




    Una saggezza tattica e strategica che certo il governo Sharon non poteva tollerare, lanciato com’è in una folle politica di annientamento dei palestinesi che, sfruttando la naturale risposta armata di difesa, possa giustificare all’opinione pubblica interna e soprattutto a quella internazionale (americana in primis) il proseguimento dell’occupazione di Cisgiordania e Gaza, la costruzione del “Muro” per rinchiuderli in un grande carcere all’aperto, l’eliminazione fisica dei suoi leaders, l’umiliazione di Arafat e dei fantocci collaborazionisti dell’ AP.
    E non ultima, ovviamente, la propria sopravvivenza politica.

    E’ noto infatti che il 60-70% degli ebrei israeliani è favorevole agli assassini politici dei dirigenti palestinesi, alla loro deportazione, e contrario alla nascita di uno stato palestinese indipendente. All’estero la percentuale aumenta.
    Una delle conseguenze dell’ 11 settembre (come prevedemmo allora scrivendo “Chi semina vento ?”), è stato il rafforzamento della politica sionista in generale e di quella sterminazionista di Sharon, supportato dalla lobby ebraica americana, ampiamente rappresentata tra i think-thanks dello staff di Bush.
    Non a caso lo Sceicco Ahmed Yassin aveva affermato, ad una conferenza nell’Università Islamica di Gaza, che l’ 11 settembre di New York era “CERTO OPERA DEL MOSSAD”, il servizio segreto esterno di Israele. Una dichiarazione che quindi pone Hamas al di sopra di ogni sospetto di collaborazione con Al-Qaeda, almeno per chi vuole ancora attribuire all’organizzazione del fantomatico Bin Laden l’attacco alle Twin Towers e al Pentagono.

    Forse proprio quel giorno, con quella semplice verità, lo Sceicco di Gaza ha firmato la Sua condanna a morte da parte del governo Sharon, da lui indicato come il mandante dei duemila morti di New York. Una verità che se fosse confermata mondialmente segnerebbe la fine di Israele.

    Ad essa Bush e Sharon contrappongono la teoria strumentale di una “internazionale islamica del terrore” avallata da tutti i media asserviti all’ America e al sionismo, mussulmani (o presunti tali…) compresi.
    Proprio nelle ore seguenti l’uccisione di Ahmed Yassin, sui giornali italiani si è continuato a raccontare la storiella di Hamas terrorista, del “diritto” di Israele alla difesa preventiva proprio come predica Bush, all’ “internazionale del terrore islamico” ecc… eccc…
    L’esempio più ripugnante, osceno di queste infamie sul corpo ancora insepolto del fondatore di Hamas è venuto dal solito, famigerato Magdi Allam che sul “Corriere” del giorno dopo, senza neanche la pietà e il rispetto che si dovrebbe avere davanti alla morte, non ha esitato a sputare sul Movimento di Resistenza Islamico e il suo capo spirituale.




    Anche se lo scopo principale dell’articolo “I proclami in Italia degli amici dello sceicco” era quello di denunciare alle forze repressive l’ UCOII (Unione delle Comunità Islamiche in Italia) e in particolare il Segretario Nazionale Hamza Piccardo, nonché i “Comitati per la Resistenza del Popolo Iracheno”, e ancora l’estrema destra e l’estrema sinistra, tutti uniti secondo l’editorialista del “Corriere della Ser[v]a” e di “Repubblica” dal comune denominatore del fondamentalismo terrorista, antimperialista e antisionista.
    Dichiarazioni che fanno il paio con quelle televisive e delle quali il suddetto dovrà rispondere in via legale, ma soprattutto davanti al popolo palestinese e agli islamici tutti, per non dire del suo Dio, se ce ne ha uno.
    Sarà la comunità mussulmana in Italia, ne siamo certi, a occuparsi di costui.
    Dice un proverbio arabo:
    “I cani abbaiano, la carovana passa”.

    Non so se per l’Islam Allah sia sempre e verso tutti “il Compassionevole, il Misericordioso”.

    Non credo lo sarà certo verso gli assassini dello Sceicco Ahmed Yassin.
    Il suo successore già eletto, Abdel Aziz al-Rantisi lo ha giurato sul cadavere straziato del suo capo:
    “La guerra è ormai aperta con questi assassini, con questi criminali e terroristi.
    Non sarà una vendetta, la nostra, ma una guerra aperta.
    Sono gli uccisori dei Profeti e oggi hanno ucciso un simbolo islamico”.
    Sharon, il macellaio di Sabra e Chatila, ha ottenuto di trasformare una guerra di liberazione nazionale in una guerra santa al Sionismo e all’ America che ha permesso, tollerato e finanziato l’entità sionista-terrorista in Palestina !
    Lo sceicco Yassin ha vinto con il Suo stesso martirio.
    Le Brigate Ezzedin al Qassam sono pronte a colpire.
    Forse questo articolo non sarà ancora stato pubblicato che le famiglie israeliane saranno già a piangere sui propri morti; ma questa volta non potranno maledire un povero vecchio che su una sedia a rotelle è stato più forte di tutti i carri armati con la stella a sei punte.
    Un Uomo che con il Suo stesso martirio ha posto uno spartiacque insuperabile a tutti i suoi successori: nessuna tregua o accordo finché esisterà l’entità sionista sulla sacra terra di Palestina, finché una bandiera islamica non sventolerà su Al Aqsa.

    Per i Martiri, scrive il Corano, si aprono le porte del Paradiso.
    Per Israele da ora “SI APRONO LE PORTE DELL’INFERNO”.
    Lo hanno promesso i capi di Hamas e di tutta la resistenza palestinese all’unisono.
    E le famiglie di Israele dovranno maledire soltanto la follia suicida del loro governo, peraltro supportato da una larga maggioranza.
    MALEDITE SHARON, MADRI DI ISRAELE, per l’inferno che verrà.



    E gli ebrei di tutto il mondo, che affermavano la necessità dello stato sionista per avere un luogo sicuro dove rifugiarsi e sfuggire all’ira dei popoli, oramai sono insicuri in tutto il mondo e soprattutto in Palestina, proprio a causa dell’esistenza di Eretz Israel.
    E tutto il mondo è ostaggio di Israele.
    Bel risultato !

    In quanto ad Ahmed Yassin, il martire sulla sedia a rotelle, il Vincitore su una vita così dura e una morte così esaltante e simbolica, vogliamo ricordarlo con due foto, due immagini recenti.
    Nella prima è tra un gruppo di ragazzini sorridenti e felici che guardano verso la telecamera; lui guarda verso di loro con gli occhi vispi e luminosi, un sorriso tra il divertito e il complice, come un nonno tra i nipotini, o meglio un ragazzo tra ragazzi:
    lo sguardo pieno di triste dolcezza di chi è rimasto giovane perché fu privato dell’adolescenza, dall’incidente come dall’invasione israeliana.

    Nella seconda, una delle ultime, Yassin sempre seduto sulla sedia del suo dolore, il volto serio incorniciato nell’ovale della coperta, lo sguardo duro che guarda verso il sole, oramai distaccato dalle miserie di questo mondo: dietro di lui giovani miliziani in divisa lo vigilano, bandiere palestinesi al vento.
    I giovinetti di ieri si sono fatti uomini, puri e duri come l’acciaio, forgiati sul modello del loro capo e guida spirituale, pronti a immolarsi per la libertà della Patria e della Fede.

    Un riflesso di Paradiso per i martiri, mentre gli assassini e i complici di assassini attendono tremanti le fiamme del loro inferno in terra.

    “Il credente muore una sola volta, il vile molte volte”.


    Carlo Terracciano

 

 
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