EMMA BONINO RISPONDE ALLE DOMANDE DI INFORMAGAY.IT
Da www.informagay.it

EMMA BONINO

Da diverso tempo sta studiando da vicino la civiltà islamica. Conoscere è comprendere. Fino ad oggi non si è affrontata la questione delle persone omosessuali immigrate in Europa dai paesi islamici. Quale tipo di azione si potrebbe intraprendere a suo parere per migliorare la loro integrazione?
Non si è affrontato il problema specifico che lei richiama perché non si è affrontato in generale il fenomeno dell'immigrazione, e neppure quello dei diritti umani nel mondo, anche nel mondo islamico. Partiamo da quest'ultimo punto: è necessario rafforzare la protezione dei diritti umani appoggiando coloro che in quei paesi lottano per i diritti umani, per i diritti della donna, e per i diritti degli omosessuali. E' quello che stiamo facendo sulle mutilazioni genitali femminili, che è uno dei grimaldelli per rafforzare i diritti umani e della donna. L'omosessualità è ancora un tabù molto radicato nella cultura islamica, non se ne parla se non per annunciare l'arresto degli omosessuali. In Egitto, in occasione dei processi del Queen Boat, alcune ONG per i diritti umani egiziane e internazionali si sono mosse per fornire avvocati agli arrestati, per dare informazioni al mondo sullo svolgimento del processo e sulla sorte degli accusati. Questo ha permesso alla comunità internazionale di organizzare una campagna di mobilitazione che ha avuto un esito rilevante: 50 delle 52 persone allora arrestate sono state liberate. Il sostegno europeo a questi militanti dei diritti umani potrebbe aiutare una dinamica di democratizzazione che è in corso, sebbene proceda con una lentezza esasperante e con frequenti retromarce. Poi ci sono le relazioni dell'UE con i paesi terzi e le "clausole democratiche" negli accordi che l'UE sottoscrive con questi. L'UE deve da una parte creare occasioni di dialogo con i paesi islamici, come abbiamo fatto ad esempio con la conferenza si Sana'a, dalla quale è uscita una dichiarazione importante su diritti umani e democratizzazione. Quindi è importante sollevare il problema diritti umani nelle relazioni con gli Stati terzi, ed avere il coraggio di sospendere gli accordi nel caso in cui le violazioni siano gravi e sistematiche, cosa che peraltro raramente fa, purtroppo mettendo davanti ai diritti umani gli interessi commerciali ed economici. E' normale che chi è povero, o perseguitato, fugga verso l'Europa. E noi che facciamo? Chiudiamo i canali di immigrazione legale, nonostante la carenza di mano d'opera in numerosi settori, incentivando quella illegale. In un quadro del genere, penso che le organizzazioni per i diritti GLBT potrebbero aiutare gli immigrati omosessuali a integrarsi, anche se spesso il loro problema principale è accettare pienamente la loro sessualità e viverla serenamente. E questo puo' essere solo il frutto di un percorso individuale, che certo si puo' aiutare col dialogo e con il sostegno.

Il diritto d’asilo per le persone omosessuali e transessuali perseguitate nel loro paese di origine. Ci sarà spazio secondo lei per includere questo tipo di richieste nella prossima legislatura europea?
La mia speranza è naturalmente che sia possibile. Il Parlamento europeo lo ha chiesto ripetutamente, finora senza successo. Nelle direttive è presente una clausola relativa alla non discriminazione delle persone. Ma la non discriminazione non significa riconoscere la persecuzione sulla base dell'orientamento sessuale. Numerosi Stati membri dell'UE lo hanno previsto nelle loro legislazioni sull'asilo, altri ne tengono conto nella valutazione del caso. Con il progressivo aumento dei poteri affidati al PE, questo potrà fare sentire nuovamente la sua voce incidendo sulle direttive europee, cosa che non ha potuto fare per asilo e immigrazione fino ad oggi.

Dalla battaglia per il divorzio al referendum contro la legge sulla fecondazione assistita. Cosa è cambiato in questi anni nel fare queste battaglie?
Cosa bisogna fare per poter vincere quest’ultima? Guardi, non è cambiato nulla. Nel '74 sul divorzio ci siamo ritrovati soli rispetto alla classe politica di allora, ma forti dell'appoggio popolare. Oggi la situazione è la stessa sul referendum sulla procreazione assistita. I vertici dei partiti di sinistra, con poche eccezioni, non ci aiutano nella raccolta delle firme, nonostante la loro opposizione alla legge in Parlamento. Il tutto è lasciato all'appoggio individuale dei loro consiglieri, che a livello locale ci aiutano a raccogliere le firme, e che ringraziamo. Ma questo non basta, servirebbe una mobilitazione ben diversa per potere intercettare il sostegno popolare organizzando il doppio, il triplo di tavoli per la raccolta firme, che è grande, contro questa legge al fine di abrogarla. In queste condizioni, sarà estremamente difficile raccogliere le 500.000 firme necessarie. Per questo ogni aiuto è indispensabile, e vi invito a firmare e a darci una mano ai tavoli, o aiutarci finanziariamente, per il referendum.

Adozione, unioni civili, diritto d’asilo, ecc. Tutte battaglie iniziate, ma che il movimento omosessuale e transessuale ad oggi non è ancora riuscito a portare a casa. Dal suo punto di vista quale strategia è mancata fino ad ora?
Il problema principale è che né il Polo né l'Ulivo hanno nei loro programmi alcuna misura che faccia fare un salto di qualità all'Italia in materia di diritti civili. Diritti GLBT, droga, eutanasia, prostituzione, fecondazione assistita, ricerca scientifica, sono questioni che spaccano le alleanze e che non trovano in parlamento una maggioranza libertaria. Eppure in Europa e nel mondo molti Stati fanno passi avanti su questo, e sono punti centrali dei programmi delle forze politiche. Ma in Italia siamo fatti ostaggio di una classe politica prevalentemente di cultura illiberale, paternalista e clericale…noi Radicali siamo gli unici a fare di queste battaglie una bandiera, cercando di attivare gli strumenti che possiamo utilizzare, i referendum, per far fare passi avanti all'Italia in materia di libertà, come sulla fecondazione assistita, grazie all'appoggio popolare che come ha dimostrato recentemente il sondaggio Eures è più libertaria di quanto non si ritenga. Per questo, e tenendo conto che nel medio termine e con queste alleanze non vi sarà alcun progresso in Italia sui diritti GLBT, il movimento omosessuale potrebbe utilizzare lo strumento del referendum. E preoccuparsi maggiormente di votare candidati e partiti che per i diritti GLBT militano da anni…

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