A 20 anni dalla sua morte è ancora viva la sensazione di quell'estate calda, di quel dolore grande e strano. Strano perché il dolore, quello vero e forte, è di solito un sentimento terribilmente riservato e personale. Invece, quel giorno, in quella Roma torrida, milioni di persone vivevano la stessa angoscia, lo stesso dolore. Bisogna vincere l’emozione per parlare di Enrico Berlinguer. E’ un’emozione grande, un’emozione che ha radici profonde. La sua umanità, la sua franchezza, il suo rigore, la sua modestia e la sua discrezione sono connotati che oggi fanno a pugni con le immagini ricorrenti di arroganza, astuzia, presunzione e ostentazione del potere cui siamo ormai abituati. La trasparenza e l’onestà della sua vita privata e pubblica hanno avuto un rilievo eccezionale nella vita politica del nostro paese. Quella forza, quel modello, quella capacità di cambiare è l’eredità che ci ha lasciato e che deve continuare a vivere. Se una così grande parte degli italiani, indipendentemente dalle loro posizioni politiche, pensa ancora oggi con dolore e tenerezza alla sua morte, questo nasce dal modello umano e politico che ci ha offerto, da una dignità politica diversa.
Nei giorni successivi alla sua morte, Benigni, ricordando la sua leggerezza nel prenderlo in braccio, era sicuro di accendere la televisione e di vederselo apparire con una colorata camicia hawaiana … era e rimane anche oggi solo un sogno, ma è bello pensarlo! Ciao Enrico.
Due o tre anni fa era possibile inserire nei post un file midi ... bho ... non so se è più possibile ... mi accontento di postare il testo dei MODENA CITY RAMBLERS
I funerali di Berlinguer
Un popolo intero trattiene il respiro e fissa la bara,
sotto al palco e alla fotografia.
La città sembra un mare di rosse bandiere
e di fiori e di lacrime e di addii.
Eravamo all'Osteriola, una sera come tante,
a parlare come sempre di politica e di sport,
è arrivato Ghigo Forni, sbianchè come un linsol,
an s'capiva 'na parola du bestemi e tri sfundon.
"Hanno detto per la radio che c'è stata una disgrazia,
a Padova è stato male il segretario del PCI"
Luciano va al telefono parla in fretta e mette giù
"Ragazzi, sta morendo in compagno Berlinguer".
Pipein l'è andè in canteina
a tor des butiglioun,
a i'am fat fora in tri quert d'ora,
l'era al vein ed l'ocasioun
a m'arcord brisa s'le suces
d'un trat as'sam catee
in sema al treno c'as purteva
ai funerel ed Berlinguer.
A Modena in stazione c'era il treno del partito,
ci ha raccolti tutti quanti, le bandiere e gli striscioni
a Bologna han cominciato a tirare fuori il vino
e a leggersi a vicenda i titoli dell'Unità.
C'era Gianni lo spazzino con le carte da ramino,
ripuliva tutti quanti da Bulagna a Sas Marcoun,
ma a Firenze a selta fora Vitori "al professor",
do partidi quattro a zero dopo Gianni l'è stè boun.
I vecc i an tachee
a recurder i teimp andee,
i de d'la resisteinza
quand'i eren partigian
a'n so brisa s'le cuntee
ma a la fine a s'am catee
in sema al treno c'as purteva
ai funerel ed Berlinguer.
Gli amici e i compagni lo piangono, i nemici gli rendono onore,
Pertini siede impietrito e qualcosa è morto anche in lui.
Pajetta ricorda con rabbia e parla con voce di tuono
ma non può riportarlo tra noi.
Roma Termini scendiamo, srotoliamo le bandiere,
ci fermiamo in piazza esedra per il solito caffè
parte Gianni il segretario e nueter tot adree
per andare a salutare il compagno Berlinguer.
Con i fazzoletti rossi ma le facce tutte scure,
non c'era tanta voglia di parlare tra di noi,
po' n'idiota da 'na ca la tachè a sghignazer,
a g'lom cadeva a tgnir ferem Gigi se no a'l finiva mel.
A sam seimpre ste de dre
e quand'a sam rivee
la piaza l'era pina
"ma quant comunesta a ghè"
a'n g'lom cadeva a veder un caz
ma anc nueter as' sam catee
in sema al treno c'as purteva
ai funerel ed Berlinguer
Pipein l'è andè in canteina
a tor des butiglioun,
a i'am fat fora in tri quert d'ora,
l'era al vein ed l'ocasioun
a m'arcord brisa s'le suces
d'un trat as'sam catee
in sema al treno c'as purteva
ai funerel ed Berlinguer.
Propongo ai moderatori una giornata tematica (come si faceva una volta) , venerdì 11 giugno ricordiamo Enrico.
Un saluto particolare ai "vecchi compagni resistenti" Seurosia e Informauro.
Claudio