Roma, 26 settembre 2004

INTERVENTO DELLA FEDERAZIONE DI ROMA
La nostra parola d'ordine è ricostruzione. Radicale, integrale, profonda. E se le nostre critiche, puntualizziamo, sempre fatte in assoluta buona fede e mai per un proprio torna conto personale, hanno suscitato la reazione di qualche personaggio in cerca d'autore, vuol dire che avevamo e abbiamo ragione. Chi si è risentito per le nostre prese di posizioni, vuol dire che è realmente colpevole.

Di cosa? Di non aver saputo capire dei passaggi importanti per la crescita del Movimento, inseguendo magari piccole logiche di bottega. Di aver distrutto e aver portato il Movimento Sociale Fiamma Tricolore ai minimi storici. E soprattutto di non avere avuto neanche l'umiltà ed il buon gusto di fare un minimo di autocritica.

Noi non vogliamo nessuna spaccatura, tanto meno rappresentare una fronda di qualcosa o qualcuno, a noi i "cattivi maestri" non sono mai piaciuti e abbiamo imparato sulla nostra pelle cosa voglia dire essere strumentalizzati. Noi vogliamo rivolgerci a tutto il Movimento, che venga finalmente rivitalizzato, con un immagine più degna della nostra Storia e della nostra Tradizione.

Che sia espressione dei militanti e che incida, negli anni a venire, in maniera profonda nella vita politica della nostra Nazione. Stiamo ormai cadendo nell'anonimato, incapaci di trovare dei punti programmatici per rilanciare la nostra politica. Stiamo rasentando il ridicolo, basta leggere tutti i giorni Linea e andare alla rubrica "vita di partito" per rendersene conto.

Nell'ultima pagina del giornale regalato da Rauti a Pescatore leggiamo soltanto di feste, festicciole e sbrodolamenti vari, accompagnati da nomi e cognomi di perfetti sconosciuti, che molto probabilmente non vengono riconosciuti neanche nel loro condominio, con vicino cariche altisonanti, federale, coordinatore, prof, dott, grande ufficiale ecc. ecc.

E poi ci lamentiamo se il partito continua a perdere voti, consensi e simpatie. Poniamoci una domanda semplice: perché i cittadini dovrebbero sostenere o votare il Ms-Ft? Cosa abbiamo fatto o facciamo per acquisire credibilità?

Diventa oltremodo naturale formulate delle critiche a chi ci ha preceduto per gli scarsi risultati ottenuti che sono sotto gli occhi di tutti e non ce l'abbiate con noi se cerchiamo di evidenziare questi aspetti. Far finta che non è colpa di nessuno non aiuterà di certo il Movimento a crescere.

Quanto tempo è passato dall'ultimo corteo? Quanti militanti, veri non virtuali, abbiamo? Perché nell'ultimo decennio l'attività militante, tranne rarissime eccezioni, è pressoché scomparsa?

Invece di organizzare delle belle mangiate, che sanno più di festa da paese che di altro, Noi dovremmo, come si dice a Roma "spaccare il culo ai passeretti". Cioè stare in mezzo alla gente, diventarne punto di riferimento, combattere contro tutte le ingiustizie e rappresentare il disagio nazionale. Lanciare nuove parole d'ordine e individuare nuovi strumenti di lotta.

Il Movimento deve tornare ad essere espressione di militanza e lotta politica, non quello delle carte bollate, delle cause e dei tradimenti. Forte, liberato dalle zavorre, giovane, se non nell'età, quanto meno nello spirito, snello, organizzato e strutturato in maniera semplice e che possa essere, dopo tanti anni, la casa della ribellione e dell'antagonismo italiano.

E tutto questo sta soffocando la Fiamma. Basti pensare che c'è chi ancora rimpiange Rauti, oppure ancora esalta il lavoro delle forze armate o le forze dell'ordine, denotando un completo scollamento dalla realtà popolare e giovanile, che da anni non si sente più rappresentata da questo stato tangentista e capitalista o dai suoi soldati sparsi per il mondo impegnati a difendere gli interessi atlantici. Bisogna entrare nelle proteste e nelle mobilitazioni popolari e nazionali.

Essere morali e non moralisti. E non venite a parlarci di immagine rassicurante!

In tutta Europa, i partiti di estrazione radicali, con chiari e netti riferimenti ideologici, acquisiscono un successo dopo l'altro. Dovuto proprio alla loro radicalità e alla contrapposizione ai due poli.

Basti vedere i successi del Fronte Nazionale francese, del Npd tedesca o dei partiti nazionalisti della Serbia e dell'Europa orientale. E in queste nazioni la criminalizzazione è molto più feroce di quella che subiamo in Italia. Segno che i cittadini europei hanno capito che i liberal democratici, di destra e di sinistra, ormai dicono le stesse identiche cose e difendono solamente gli interessi delle lobby finanziarie internazionali. Qualcuno ha parlato di fantasmi del passato. Hanno sbagliato!

I cittadini non hanno più paura del passato, ma del presente e del futuro. Hanno paura delle guerre americane, del caro vita e del caro euro. Della distruzione dello stato sociale, della disoccupazione o del lavoro interinale. Hanno paura dell'invasione di migliaia di immigrati. Della mancanza di assistenza sanitaria, scolastica e previdenziale. E cercano una vera opposizione sociale e nazionale.

E noi cosa facciamo? Nulla. Si pensa alla guerra intestina o alla segreteria nazionale. O peggio ancora alla gestione dei soldi. Noi vogliamo cambiare registro. E in parte lo abbiamo fatto. Incuranti dei giochi potere, dal 20 maggio ad oggi, abbiamo organizzato più di venti iniziative, portando in strada centinaia di connazionali e avvicinando molta gente. E in parte siamo stati ripagati con una piccola crescita a livello elettorale. L'anno scorso, alle provinciali di Roma, il Ms-Ft prese lo 0,6, senza la concorrenza della Lista Scicolone, mentre nelle ultime europee, abbiamo raggiunto l'1, con picchi, in alcuni quartieri, del 2, 2,5 per cento.

Ma non è questo il dato che ci nobilita, ma il fatto di aver fatto tornare la Fiamma ad illuminare le piazze della capitale, avvicinando camerati che da anni non facevano più politica, aprendo sedi e nuclei e tanto altro.

Noi vogliamo questo. Militare e lavorare per tornare ad essere un partito credibile e di opposizione radicale ed incisiva.

E soprattutto che la dirigenza tenga sempre presente che è solo uno strumento al servizio della base. Chiediamo troppo? Non lo crediamo.

Noi non vogliamo essere il solito partito di estrema destra. Vogliamo andare oltre. Essere la vera alternativa alla destra e alla sinistra, più o meno estrema. Rifarci ai valori sociali e socialisti del Fascismo e della Repubblica Sociale. Essere avanguardia nelle lotte di conquista sociale. Riproporre la socializzazione come unica reale alternativa alla dittatura capitalista.

Ma per operare in questa direzione ci vuole una dirigenza più elastica e produttiva, meno interessata alla carica e più all'Idea. E soprattutto idee chiare. Sapere chi siamo, cosa vogliamo e dove vogliamo arrivare. Noi siamo il partito che affonda le radici a Salò e da quei valori che bisogna ripartire. Ora che grazie ad An e la cacciata di Rauti abbiamo finalmente chiuso con le ambiguità atlantiche, sioniste e liberali, possiamo tornare ad essere ciò che eravamo integralmente.

Per questo abbiamo proposto una struttura diversa, rivoluzionaria per certi aspetti. Vogliamo un segretario nazionale, e crediamo che in questo momento il partito non possa che rifondarsi intorno a Luca Romagnoli, che ha avuto il merito di cacciare il "polista" Rauti e di vincere, malgrado i bastono tra le ruote messe da molti di quei dirigenti che oggi si propongono come nuove guide, le elezioni europee. E diciamo la verità: qualcuno ha fatto di tutto per cercare di boicottare l'elezione di Romagnoli, pensando magari di fare un "colpaccio" da Bigliardo.

E per quanto ci riguarda direttamente, ci spinge a sostenere Luca, la fedeltà verso un camerata che ci ha accolto senza se e senza ma, dentro al partito.

Poi una segreteria ristrettissima, composta da cinque vicesegretari nazionali, uno per ogni collegio europeo e un segretario amministrativo, nominati dal Comitato Centrale.

Infine un Comitato Centrale che sia la vera espressione della base, formato solamente da federali provinciali e coordinatori regionali.

E il resto tutti a lavorare in mezzo alla strada per far rinascere la Fiamma.

E per nobilitare la figura dei reduci della Rsi, di uomini di cultura o di lunga e provata militanza, si potrebbe creare una sorta di Senato o Consulta del partito, con valenza culturale e formativa, che sia un serbatoio per la Scuola di Partito, nominata dalla segreteria.

Questo è quello che chiederemo al congresso. Questo chiederemo al segretario. E se qualcuno storce il naso gli rispondiamo che "tentar non nuoce", tanto "peggio di così non si può andare". Dateci fiducia. Non vogliamo fare le scarpe a nessuno. Siamo tutti nella stessa barca.

Fatta la struttura, subito una linea politica chiara e che sia una per tutta la Nazione.

Tre o quattro battaglie: Sovranità ed indipendenza nazionale e continentale, difesa dello Stato sociale, lotta all'immigrazione, nessun accordo con i due schieramenti liberal democratici di destra e di sinistra, di chiara ed esplicita ispirazione antifascista (e non solo a livello storico, ma soprattutto a livello ideologico). Il nostro antagonismo ad An e al polo non può essere solamente nostalgico e reducistico, ma politico. Nessun accordo con chi è a favore delle guerre imperialiste, con i sionisti, con i capitalisti, con i banchieri e gli affamatori di popolo. Noi siamo altro.

Possibile invece ogni accordo con chi lotta per la libertà dei popoli, per la giustizia sociale e per i valori eterni della Rsi. Valori condivisi e sottoscritti. Senza paura e sotterfugi. Chiarezza e mea culpa soprattutto per chi proviene da Alleanza Nazionale: devono passare sotto le nostre "forche cautine". Superare l'esame. Vedere se sono davvero vaccinati dalla peste filo atlantica e antifascista. Ma prima pensiamo a noi, alla nostra ricostruzione, alla nostra forza e alla nostra credibilità.

Cominciamo a dare delle risposte certe sui problemi che affliggono la nostra Nazione. Il partito, mentre la nostra terra vive anni drammatici, non ha proposto nulla e soprattutto non ha fatto niente a livello di mobilitazione di piazza, che rimane il fulcro di qualsiasi lotta che si voglia fare.

Quale iniziative politiche ha preso il partito contro l'euro, contro la guerra angloamericana, contro gli esuberi dell'Alitalia, contro la gestione Fiat? Cosa abbiamo proposto alle fasce più deboli? Ai pensionati? Ai disoccupati? Ai senza tetto? A queste persone il partito deve rivolgersi. Sono loro il nostro serbatoio di voti e consensi. Il popolo. Dal popolo. Con il popolo. Lotta di popolo. Ci vorrà tempo. Poco importa. Ne abbiamo perso già troppo. Qualche mese o anno in più non sarà drammatico. Ripartiamo finalmente da zero. Cambiamo volto. Atteggiamento. Metodologia.

Torniamo ad essere quello che erano i nostri nonni. Patrioti, socializzatori, difensori dei lavoratori. Rivoluzionari e antagonisti. Scordiamoci i nostri antenati più recenti. Voltiamo pagina.

Creiamo un bollettino interno, tra l'altro già in cantiere, che dia delle direttive a tutti i militanti. Che riavvicini la base e con il vertice. Creiamo la figura di un addetto stampa con le palle, che allacci rapporti con i giornalisti e i media. Che sia un uomo scaltro, deciso e determinato.

Basta con le mezze calzette che hanno paura della propria ombra, che non rischiano mai e calcolano sempre tutto. Il partito ha bisogno di spregiudicatezza e di coraggio.

Dopo anni di ghetto e ombre, vogliamo tornare alla luce, in mezzo agli italiani e intonare "il domani appartiene a noi!" E ricordatevi, meglio uno schietto e sano confronto, che porti il partito alla chiarezza, che carte bollate e tribunali. Meglio chi critica in faccia, che chi pugnala alle spalle. D'altronde, noi, siam fatti così.

La Federazione di Roma