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Discussione: Osho

  1. #1
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    Predefinito Osho

    Chi era veramente Rajneesh Chandra Mohan Jain detto Osho?
    per molti fu un maestro illuminato, per altri un cialtrone miliardario...

    ....io ho impressioni discordanti sul suo conto...da una parte mi attira, dall'altra non mi convince....la cosa certa è che fu sicuramente un uomo estremamente carismatico e dotato di una grande intelligenza e di un'immensa cultura (se non erro era un ex docente universitario di filosofia).

    Sicuramente non fu un Maestro "ortodosso", non era appartenente ad alcun lignaggio tradizionale e non seguiva nessuna religione.....se non la sua.....cioè? qual era la religione di Osho?

    attendo le vostre risposte!

  2. #2
    人牛俱忘
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    Predefinito Rif: Osho

    ti dico quello che so....che forse è poco

    ho letto parecchio di lui e....oltre a un'impressione positiva riguardo alla conoscenza dei vari aspetti della dottrina mi ha sempre lasciato dentro un senso di freddezza
    ...strano,....molto strano,......io quando leggo qualcosa del dharma non duale,prima ancora di capire cosa stia succedendo mi ritrovo gli occhi gonfi di lacrime....perchè con Osho non avviene?
    interrogo il mio Maestro e....sperando di aver ben compreso riferisco

    Osho nella sua vita precedente era un allievo ....forse migliore di me....ma sempre un allievo
    Ha voluto provare ad insegnare.....il suo Maestro lo ha sconsigliato, poi per non privarlo dell'esperienza gli ha concesso di farlo
    Tuttavia non lo ha abbandonato, il vero Maestro di Osho l'ha seguito nascosto tra i suoi alievi.

    Questo è tutto
    Chiedo scusa se comprendendo male ho malamente riferito....ma avviene sempre così.

    Non avendo nulla di mio da dire non aggiungerò altro
    Non ho princìpi, l’adattabilità a tutte le cose è i miei princìpi

  3. #3
    .... .....
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    Predefinito Rif: Osho

    Osho è il Maestro che mi ha iniziato..
    E' bastato un libro..la dottrina suprema..e tutto è cambiato..la mia vita non è più stata la stessa..
    Tramite Osho ho poi potuto capire Gurdjieff..Guenon..Krishnamurti..
    e nella Sua Scuola ho sperimentato quelle tecniche che mi hanno aiutato a uscire dalla mente e trascendere le parole..
    Osho è il Maestro dei Maestri..parla di tutte le Tecniche e Tradizioni illuminandole con la Sua saggezza e comprensione..
    Senza di Lui io non sarei nulla..anzi..non sarei affatto..
    Osho mi ha dato la vita..sono vivo per merito suo..
    Non capisco chi non lo capisce..ma tutto si spiega..
    tanti anni fa lessi le sette valli....discorsi di Osho su un testo sufi..
    lo compresi mentalmente..sentii che era giusto..ma la vita mi chiamava ad altri impegni..e lasciai il libro sullo scaffale per molto tempo..
    Passarono gli anni..e la vita mi porto disillusioni..e deserti..e sete..sete di verità..di certezze..di rocce e non di sabbia..
    Mi venne una specie di febbre celebrale..e mi ricordai di aver visto una volta un ragazzo vestito di rosso con una medaglia al collo..e l'immagine di un Maestro..questo giovane aveva una faccia intelligente..e la foto mi colpiva..
    Andai febbricitante in libreria e comprai la dottrina suprema..
    Arrivato a casa comincia a leggere..e..miracolo..tutto ciò che avevo cercato nella vita stava scritto in quel libro...tutto era chiaro..avevo trovato ciò che avevo sempre cercato...
    Non dormii per tre giorni me tre notti..mi nutrivo del libro e la notte con gli occhi sbarrati ascoltavo il mio Centro..il Sé..la percezione dio esistere..l'Essere...ero a casa..!
    In quelle tre notti la mia vita cambiò..dentro di me si creò quel centro magnetico che mi avrebbe guidato per molti anni a ristrutturare la mia mente..e a farmi vedere il mondo con altri occhi..
    Questa è la mia esperienza..il Maestro non ha colpito la mia mente ma è arrivato fin nel profondo del Cuore..e ho bevuto tutto ciò che poteva dirmi..
    mi sono letteralmente dissetato..e quella febbre celebrale mi passò..
    Dopo è cominciata la mia ricerca..che dura tuttora..ma senza Lui..non
    avrei capito nulla..
    Osho ha toccato le cose più belle e profonde di me..dubitare di Lui..sarebbe come dubitare dell'esistenza del bello..del giusto..di un fiore o di una nuvoletta in cielo paffuta e dolce..
    parlare poi di cosa Osho sia..o non sia..le sue tecniche..e la Sua illuminazione..per chi lo ha amato..è tutto secondario..
    Osho non può essere fatto oggetto di cultura..può essere solo bevuto..amato..altrimenti è tempo perso..
    Bisogna dare all'uomo non ciò che desidera..ma ciò di cui ha bisogno...
    (la via diretta non è la più breve)

  4. #4
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    Predefinito Rif: Osho

    Citazione Originariamente Scritto da ferro da stiro
    per molti fu un maestro illuminato, per altri un cialtrone miliardario...
    Difatti ho sempre constatato che gran parte delle critiche rivolte ad Osho sono mosse principalmente da questa motivazione: il denaro. Ho sentito molte persone affermare che era un "ciarlatano" perchè "Osho aveva le rolls royce", "Osho cambiava ogni giorno un vestito nuovo di seta pregiata", "Osho aveva il rolex al polso", "Osho aveva i braccialetti di brillanti"ecc. ecc. ...a mio avviso è un'assurdità il voler a tutti i costi creare l'antitesi spiritualità/denaro, piuttosto l'antitesi sarebbe spiritualità/attaccamento e stai sicuro che molti, molti poveri sono attaccatissimi a quel poco che hanno, questo per dire che la povertà in sè non è una affatto una virtù (se non sai utilizzarla) e dato che Osho non era la Chiesa cattolica, il fatto che lui avesse i soldi non è in contraddizione con ciò che affermava nei suoi discorsi, infatti non ha mai fatto mistero dei beni materiali che lo circondavano.

    Circa la questione ricchezza e povertà, vorrei inserire lo stralcio di un discorso di Osho:

    Il denaro non è affatto un problema - a meno che tu non lo voglia far diventare un problema. Nel corso dei secoli, le cosiddette persone religiose si sono preoccupate molto del denaro. Non esiste inezia più grande! Né più grande preoccupazione. Giocaci! Se ne hai, godine; se non ne hai, godine. Cos'altro puoi fare, se non ne hai? Godine! E quando ne hai, cos'altro puoi fare? Godine! Non creare inutili problemi: il denaro è un giocattolo. A volte lo possiedi - giocaci.

    Ma la mia sensazione è che le persone incapaci di giocare col denaro, rinunciano ai soldi - sono troppo serie in merito. Per questo si preoccupano troppo dei soldi, perché in profondità vi sono aggrappate.

    Lo sapevi? Il primo discepolo del Mahatma Gandhi, Vinoba Bhave, non può guardare i soldi. Se gli porti una banconota da una rupia - qualcosa di insignificante, che non ha alcun valore economico - chiude gli occhi... ebbene, che attitudine è mai questa? E lo si ritiene un atteggiamento da grande santo; è elogiato in tutto il Paese, perché è libero dal denaro.

    Se sei veramente libero dal denaro, perché chiudi gli occhi? Quella rupia è forse così attraente da farti chiudere gli occhi? Hai forse paura di saltare addosso a quell'uomo, se non chiudi gli occhi? Una ragione deve esserci; sembra un po' ossessivo. Esiste una profonda paura - altrimenti perché chiudere gli occhi? Ti passano davanti un'infinità di cose, e tu non chiudi gli occhi - solo col povero denaro!

    E il denaro non è nulla - è solo un espediente per scambiarsi delle cose. Ma la gente veramente avara in profondità, che si aggrappa, a causa di questo aggrapparsi, della propria avarizia, vive una profonda disperazione, è infelice. Essi pensano che il denaro ne sia responsabile. Non è il denaro a causare la loro infelicità, come può il denaro generare la tua infelicità? È l'avarizia che crea la tua infelicità.

    Pensando che sia il denaro a causare infelicità, rinunciano al denaro, fuggono dal mondo del denaro. E a quel punto vivono nella paura costante; allora, nei loro sogni, di certo entrano nelle banche e aprono tesori, o cose simili - fanno l'amore coi soldi. È inevitabile che accada.

    Il denaro non è un problema! Può essere usato! Se ne hai, usalo; se non ne hai, allora usa la libertà che nasce dal non averne. Questo è il mio approccio. Se sei ricco, godine; la ricchezza porta con sé cose che nessun povero potrà mai godersi. Io sono stato sia ricco che povero, e in tutta onestà ti dico: ci sono alcune cose che solo i ricchi possono godersi. Godine quando sei ricco. E di nuovo ti dico, sono stato sia ricco che povero, e ci sono alcune cose che solo i poveri possono godersi. E non c'è modo di goderle entrambe contemporaneamente.

    Quindi, in ogni caso, qualsiasi cosa accada, godine. Un povero ha una sorta di libertà. La povertà implica una forma di pulizia, di rilassamento, di appagamento. La mente non è molto preoccupata; non c'è nulla di cui preoccuparsi. Puoi dormire benissimo; per un povero l'insonnia è impossibile. Quindi, dormi bene e russa, e godi la libertà che la povertà porta con sé.

    E a volte, quando ti ritrovi ricco, godi la ricchezza, perché ci sono alcune cose che solo un ricco può godersi. Puoi possedere i quadri migliori sui tuoi muri; un povero non li può avere. Puoi avere in casa tua la musica migliore; il povero non può averla. Puoi creare un giardino Zen intorno alla tua casa; un povero non lo può avere. Puoi leggere poesia, puoi dipingere, puoi suonare la chitarra, puoi cantare, puoi danzare, puoi meditare - ti si aprono mille e una opportunità.

    Il mio approccio è: in qualsiasi situazione, guarda semplicemente cosa ne puoi trarre. Se è la povertà, diventa un Buddha, inizia a vagabondare; prendi una ciotola per elemosine - e goditi la bellezza che solo un povero può avere. Non ha fissa dimora, oggi è qui, domani se n'è andato. È un flusso; non si aggrappa a un posto, non ha casa. Non si deve preoccupare perché le piogge stanno arrivando e il tetto dev'essere riparato. Non si deve preoccupare del fatto che qualcuno possa rubargli qualcosa - non ha nulla.

    Goditi la povertà, quando sei povero, e goditi la ricchezza - in quel caso diventa un janaka, un imperatore, e goditi tutte le bellezze che con il denaro diventano raggiungibili.

    Il mio approccio è globale. Non ti insegno a scegliere. Dico semplicemente: qualsiasi sia la situazione, la persona intelligente ne trarrà qualcosa di bello. La persona priva di intelligenza soffre: se ha soldi, soffre perché il denaro porta con sé preoccupazioni; non gode la musica che il denaro rende accessibile, la danza che il denaro rende accessibile, la pittura. Se ha soldi, non va sull'Himalaya per riposarsi, per meditare e cantare e urlare nelle valli e parlare alle stelle. Si preoccupa, perde il sonno, perde l'appetito - quando ha soldi fa la scelta sbagliata. E quest'uomo, se gli succede di diventare povero, se grazie a Dio diventa povero, ecco che soffre la povertà. In quel caso continua a preoccuparsi perché "Non ho questo e non ho quest'altro." Hai la povertà! Godine!
    fonte: www.gianfrancobertagni.it

    Citazione Originariamente Scritto da euvitt Visualizza Messaggio
    Osho nella sua vita precedente era un allievo ....forse migliore di me....ma sempre un allievo
    Ha voluto provare ad insegnare.....il suo Maestro lo ha sconsigliato, poi per non privarlo dell'esperienza gli ha concesso di farlo
    Tuttavia non lo ha abbandonato, il vero Maestro di Osho l'ha seguito nascosto tra i suoi alievi.
    Potrei sapere la fonte di questa informazione? giusto per curiosità perchè questa storia non l'ho mai sentita...
    Ultima modifica di Zed; 05-11-09 alle 13:01

  5. #5
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    Predefinito Rif: Osho

    Citazione Originariamente Scritto da Zed Visualizza Messaggio

    Potrei sapere la fonte di questa informazione? giusto per curiosità perchè questa storia non l'ho mai sentita...
    certo che non l'hai mai sentita
    l'ho scritto, è una domanda che ho fatto al mio Maestro....del quale mi fido

    gli ho fatto questa domanda perché sentivo e sento ancora che le parole di Osho non mi vanno più giù di quello che chiamo pensiero
    Non ho princìpi, l’adattabilità a tutte le cose è i miei princìpi

  6. #6
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    Predefinito Rif: Osho

    Di Osho conosco poco: lessi solo un libro una volta, non molto tempo fa.

    Le cose che esponeva erano sicuramente conformi alla dottrina tradizionale, su questo non dubitai...però questo non è sufficiente. Chiunque, qualunque buon divulgatore acculturato può esporre la dottrina nel modo corretto: altra cosa è se egli stesso abbia conseguito , o no, una trasmutazione interiore effettiva.
    Faccio un esempio: Julius Evola, che io molto apprezzo, è uno splendido erudito di disciplina tradizionale, di sterminata cultura e grande fascino sapienziale, ma....dietro questo non si percepisce l'esperienza personale, il calore della cosa vissuta. Tutto appare rimanere esclusivamente su un piano intellettuale.

    Molto diversa fu l'impressione che mi dette la lettura ad esempio di Paramahansa Yogananda, bhakti yogin, che sprizzava conoscenza fattuale derivante da una ben precisa esperienza interiore che sapeva comunicare.

    E' un esempio. Non potrei dire nulla di Osho, in effetti.

    Il fatto che Testa mostri ardente devozione e sostenga un suo effettivo cambiamento avvenuto rispetto al passato è un buon viatico, certo...il maestro viene per trasmutare il discepolo, non solo per erudirlo: i semi gettati nell'iniziazione devono germinare produttivamente.

    Mai come in questi casi l'albero si conosce dai frutti che dà.

    Per questo non mi addentro in altri giudizi di valore.
    "Così penseremo di questo mondo fluttuante: una stella all'alba; una bolla in un flusso; la luce di un lampo in una nube d'estate; una lampada tremula, un fantasma ed un sogno:"
    (Sutra di diamante)

  7. #7
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    Predefinito Rif: Osho

    Citazione Originariamente Scritto da primahyadum Visualizza Messaggio
    Faccio un esempio: Julius Evola, che io molto apprezzo, è uno splendido erudito di disciplina tradizionale, di sterminata cultura e grande fascino sapienziale, ma....dietro questo non si percepisce l'esperienza personale, il calore della cosa vissuta. Tutto appare rimanere esclusivamente su un piano intellettuale.
    Confermo, anche per me vale lo stesso.... non l'ho mai considerato un Maestro ma semplicemente uno studioso, di un certo spessore sicuramente, ma pur sempre uno studioso...e come ogni studioso ha i suoi pregi e le sue lacune, lo stesso vale ad esempio per Guènon, Eliade, Danielou, Avalon ecc. difatti pur leggendoli con piacere non ho mai apprezzato la mitizzazione di certi autori.

    Citazione Originariamente Scritto da euvitt Visualizza Messaggio
    certo che non l'hai mai sentita
    l'ho scritto, è una domanda che ho fatto al mio Maestro....del quale mi fido
    Capisco.
    Ultima modifica di Zed; 05-11-09 alle 13:12

  8. #8
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    Predefinito Rif: Osho

    Citazione Originariamente Scritto da primahyadum Visualizza Messaggio

    Il fatto che Testa mostri ardente devozione e sostenga un suo effettivo cambiamento avvenuto rispetto al passato è un buon viatico, certo...il maestro viene per trasmutare il discepolo, non solo per erudirlo: i semi gettati nell'iniziazione devono germinare produttivamente.

    Mai come in questi casi l'albero si conosce dai frutti che dà.

    Per questo non mi addentro in altri giudizi di valore.
    Anche l'albero migliore può dare frutti cattivi..non bisogna sempre incolpare il Maestro se qualche discepolo è un furfante..
    A una domanda perchè Osho desse il Mala a tutti rispose che se non lo avese fatto sarebbe rimasto solo..
    Disse anche che si contavano sulle dita di una mano le persone che potevano capire ciò che diceva..come la teoria della relatività quando venne esposta..
    Il Maestro parla..e si può avere una comprensione mentale..tutti la possono avere.. basta essere dotati di cervello..e può accadere..
    Ma per avere una comprensione esistenziale di ciò che dice..solo il cervello non basta..bisogna anche essere pronti....
    Quando lessi le sette valli non ero pronto..e il libro non mi cambiò..lo capii solo con la mente...ma anni dopo..quando lessi la dottrina suprema....ero pronto..e la mente non impedì la discesa delle parole nel Cuore..
    In realtà quando si dà un giudizio su Osho..diamo un giudizio su noi stessi..sulla nostra comprensione....
    Adesso leggere Osho mi infastidisce..come un cuoco viene infastidito se qualcuno li prepara la pappa sempre pronta..
    Un cuoco ha bisogno di imparare e di sbagliare e di trovare la sua via..
    All'inizio il Maestro ti conforta..ti nutre dopo anni di digiuni..ma dopo è necessario che le strade si dividano..è necessario preparare da soli la Strada..e dire anche cose che il Maestro non avrebbe detto o fatto..
    bisogna cioè capire che le Sue parole erano solo strumenti..pretesti..e che una volta usate cessano il loro ruolo..
    Bisogna cioè che il Maestro diventi Presenza..e la parole siano tue..come tua è la vita..
    Uccidere il Maestro è chiamata questa condizione..e ogni volta che lo leggi lo riporti in vita..
    Per questo non lo leggo più..come non vuole più il gesso chi vuol camminare con le sue gambe..e posso parlare solo delle sensazioni o consapevolezza che mi ha risvegliato..perchè solo mie..
    Ultima modifica di testadiprazzo; 05-11-09 alle 14:45
    Bisogna dare all'uomo non ciò che desidera..ma ciò di cui ha bisogno...
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  9. #9
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    Predefinito Rif: Osho

    qualcuno che ne sa più di me, leggo che qui addirittura c'è un allievo di osho, può fare chiarezza sulla sua misteriosa morte o almeno fornirci qualche elemento per capirla meglio??

  10. #10
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    Predefinito Rif: Osho

    Citazione Originariamente Scritto da personaggio Visualizza Messaggio
    qualcuno che ne sa più di me, leggo che qui addirittura c'è un allievo di osho, può fare chiarezza sulla sua misteriosa morte o almeno fornirci qualche elemento per capirla meglio??
    IL CASO OSHO LA GUIDA SPIRITUALE PIÙ DISCUSSA DELLA NOSTRA EPOCA

    Un alieno da eliminare

    Una congiura internazionale all'insegna del disprezzo dei diritti civili. La morte misteriosa per avvelenamento e un missing time di 24 ore in un carcere americano

    Il 19 Gennaio 1990, nell'Ashram di Poona, in India, abbandona il proprio corpo fisico Osho, fino a pochi anni prima chiamato Baghwan Shree Rajneesh, il più provocatorio e discusso maestro spirituale della nostra epoca. Nell'ampia sala in marmo, insonorizzata e climatizzata, dove ne sono custodite le ceneri, i suoi fedeli meditano nel silenzio assoluto, come in un'astronave che galleggia sulle onde dell'energia astrale, lanciata in un ultimo viaggio senza tempo nelle interiori dimensioni dell'essere. Le ceneri di quest'uomo scomodo e sgradito sono il silenzioso testamento dell'impermanenza e dell'assurdo gioco cosmico della vita. Questa frase è l'epitaffio del suo paradosso.

    OSHO
    Mai nato
    Mai morto
    ha solo visitato
    questo pianeta Terra tra
    l'11 Dicembre 1931
    e il 19 Gennaio 1990

    sho nasce da una ricca famiglia jainista, che gli trasmette un'educazione libera ed anticonformista. A ventuno anni, dopo un intenso e personale percorso interiore, consegue quella che in Oriente è chiamata "Illuminazione", la realizzazione del Sé. Insegna, per alcuni anni, filosofia all'università di Jabalpur. Ma presto andrà dalla gente, in mezzo alla gente. Percorre l'India come un predicatore, raduna fino a centomila persone. Demolisce i dogmi delle religioni, parla di comunismo. Nel 1968 comincia a parlare di sessualità, delineando un percorso unico e totalmente rivoluzionario. Elabora tecniche innovative sperimentate in numerosi ed affollati campi di meditazione. Nel 1970 accetta i primi discepoli. Nel 1974 viene creata una fondazione ed una sede stabile, a Poona. Qui Osho per sette anni tiene discorsi quotidiani. Arrivano gli occidentali, prima timidamente poi come un fiume di persone accomunate da un profondo bisogno di interiorità, di silenzio, di risposte al crollo di valori e convenzioni che in quegli anni in Occidente travolgeva le nuove generazioni. Osho porta "la meditazione nella piazza del mercato". È in quegli anni e precisamente nel 1980 che chi scrive si avvicina al mondo di Osho e ne diviene discepolo. Un'esperienza travolgente, un innamoramento, forse adolescenziale, ma proprio per questo totale, sconvolgente.

    Nel silenzio dell'esistenza interiore

    Le sue tecniche dinamiche scuotono le radici dell'essere, le sue terapie divelgono le catene della personalità per riscoprire il gusto del silenzio, l'oceano della realtà finalmente slegata dal passato e dal futuro in un presente senza confini in cui percepire il divino che danza e gioca dentro se stessi. E poi lui, il Maestro, amico misterioso, enigmatico, sostegno di un sentiero sconosciuto che conduce ai confini dell'abisso, accompagnandoti sugli alti sentieri spalancati sui baratri terrificanti della mente. Come un soffio di vento cammini davanti a noi, ci guardi, parli ma nei tuoi occhi vi è lo spazio inconoscibile della tua inquietante assenza, un dirompente flusso d'amore che sgorga dalla sorgente del vuoto. Poi il silenzio. Nel 1981 Osho entra in una fase di silenzio fisso, sconfinato, un maestro muto per carpire il significato di un messaggio senza parole. In quell'anno improvvisamente parte dall'India. Si stabilisce in un ranch di duemilacinquecento ettari nel deserto nello Stato dell'Oregon (USA). Un oceano di discepoli, da tutto il mondo, si riversa in questa landa deserta dell'America puritana e bigotta.

    Nei tre anni successivi, grazie al lavoro volontario di migliaia di persone che si avvicendano nella comune, viene costruita una città totalmente autosufficiente. Nonostante i turni massacranti, migliaia di persone lavorano, amano, cantano, danzano, giocano e si abbracciano intorno al silenzio di quest'uomo. Tutto questo, oltre a suscitare l'interesse delle fasce più libertarie della società americana, comincia ad irritare i gruppi conservatori ed a provocare un'aperta ostilità dei fondamentalisti cristiani, molto forti in Oregon, come del resto nel Governo degli Stati Uniti, allora guidato da Ronald Reagan. Nel frattempo il silenzio di Osho aveva permesso che assumesse forza e potere Sheela Silverman, sua segretaria dal 1980. Sheela aveva organizzato e trattato l'acquisto del ranch e gestito totalmente la nascita e lo sviluppo della comune. Progressivamente perduto di vista il progetto iniziale, ne fece un impero nel quale esercitare il proprio illimitato potere. Quando nel 1984 Osho riprende improvvisamente a parlare è un colpo durissimo per Sheela e per il suo gruppo di fedelissimi. Nei mesi successivi Osho smaschera il complotto. Sheela fugge dagli Stati Uniti nel Settembre 1985.

    La notte perduta

    L'F.B.I. entra nella comune su richiesta di Osho per indagare sui gravi crimini compiuti da Sheela, ma questo accende la miccia di un'azione d'attacco da tempo premeditata e studiata. Già dalla metà del 1985, circolava voce che il Governo investigasse su violazioni delle leggi sull'immigrazione nella comune. I gruppi fondamentalisti cristiani si erano scatenati con manifestazioni e minacce.
    Presagendo attentati alla vita del maestro, Osho è ospitato momentaneamente presso la casa di una discepola a Charlotte, nella Carolina del Nord, ma qui, il 28 Ottobre, viene arrestato a mitra spianati, ammanettato ed incatenato per reati sull'immigrazione. Violando le normali procedure, gli viene negato il rilascio su cauzione ed è trattenuto nel carcere di Charlotte fino al quattro Novembre, quando viene annunciato il suo trasferimento a Portland, a cinque ore di volo. Ma quella notte Osho non arriva a Portland.

    Solo il 6 Novembre, il suo avvocato riesce a rintracciarlo nel penitenziario di El Reno, dove era stato costretto a registrarsi sotto il nome di "David Washington". Il giorno seguente, viene trasferito da El Reno a Portland, ed il giorno successivo, l'otto Novembre, rilasciato. Il 14 Novembre, il giudice Leavy di Portland emette la sentenza. Espatrio immediato. Multa di quattromila dollari. Dieci anni di carcere con il beneficio della sospensione. Non mettere più piede negli Stati Uniti.
    Ma ecco il mistero. Osho delle due notti passate nel carcere di El Reno ne ricorda solo una. Cos'è successo durante la notte perduta dalla sua memoria? Qualcuno ha forse messo le mani sul "Diavolo indiano"? Certo è che tutta l'Amministrazione Reagan appartiene al movimento cristiano fondamentalista. Un giorno combatteranno la battaglia di Armageddon a fianco di Cristo per sconfiggere il demonio. Osho deve aver agitato il sonno di molti.

    Tra la vita e la morte

    Nel Dicembre 1985 Osho lascia gli Stati Uniti e si dirige in India. Ma immediati problemi ai visti d'ingresso dei discepoli lo portano velocemente in Nepal.Da qui, nel 1986, inizia la peregrinazione attraverso il mondo, una peregrinazione che durerà otto mesi e che toccherà 21 paesi. Ovunque gli viene negato il diritto di ingresso o è espulso in seguito a brevissime permanenze. Il primo Agosto 1986 ritorna in India. Si stabilisce nuovamente a Poona che torna ad essere il punto di riferimento per tutta la sua gente. Una grande esplosione di energia coinvolge l'intero lavoro proposto da Osho, una multiforme varietà di attività terapeutiche, di tecniche meditative, fanno di Poona il centro di terapia e di meditazione più grande del mondo. Ma dal periodo dell'incarcerazione, la salute va progressivamente peggiorando, con sintomi anomali che preoccupano seriamente il suo medico personale. Nei quattro anni successivi Osho patisce una degenerazione fisica e sofferenze sempre maggiori.

    Viene diagnosticato un avvelenamento da Tallio, ed i sintomi indicano chiaramente conseguenze di una contaminazione radioattiva. Nel Novembre 1987 Osho afferma pubblicamente di essere stato avvelenato dal Governo degli Stati Uniti. Arriva al 1990 in condizioni tali da non poter più parlare alla sua gente, debolissimo, vive tra la vita e la morte per settimane. Si presenta ai discepoli solo per pochi minuti, per condividere il silenzio.
    Negli ultimi giorni di Dicembre del 1989, Osho lamenta il fatto di percepire la recitazione insistente di un mantra [] durante la silenziosa meditazione serale. Nonostante numerose ricerche ed annunci, il fatto si ripete nelle sere successive. Osho considera questo evento un attentato alla sua vita, asserendo che l'attacco proviene dagli stessi individui che hanno distrutto la comune in America, che la CIA vi è coinvolta e che si sta facendo uso di "magia nera", affermando che stanno cercando di colpire il suo centro vitale.

    Il 17 Gennaio esce nell'auditorio solo per salutare i discepoli.
    Il 18 Gennaio non riesce nemmeno a fare questo.
    Il 19 Gennaio Osho lascia il corpo.
    Questa è la vicenda. Queste sono state le sue ultime parole, pronunciate il 10 Aprile 1989: "L'ultima parola di Buddha fu: sammasati, ricordati che sei un Buddha: sammasati."
    Addio Osho, alieno scomodo che mi hai "rapito" il cuore.

    L'inchiesta internazionale per stabilire la congiura e l'assassinio per avvelenamento di Osho da parte del Governo degli Stati Uniti è tuttora in corso. Una documentazione completa della vicenda e dell'inchiesta è trattata esaustivamente dal libro "Operazione Socrate" di M.Valcarenghi e I. Porta (Tranchida Editori, 1995) da cui questo resoconto è stato liberamente tratto.
    di Carlo Barbera
    Questo è ciò che si dice...ed io non ne so di più..
    Ma Osho ha sempre ripetuto che un Maestro usa tutto ciò che accade per veicolare il Suo messaggio..e sappiamo che il Tallio non lascia tracce..
    Ci dobbiamo quindi fidare della Sua parola..?
    C'è chi crede che le cose stiano come è scritto sopra..e chi crede invece che la sua malattia sia stata un'occasione per mettere in guardia i discepoli dai fondamentalismi...e creare un sentiero nuovo oltre le religioni del passato..
    Comunque..la faccenda è oscura..e sappiamo che la condizione di Illuminazione porta anche squilibri sul piano fisico..Ramana morì di cancro...come a dire che ormai il corpo non serve più e possono essere spezzati quei legami che lo tengono in vita ..sicuri che ormai danno non può più essere fatto..
    Se qualcuno sa qualcosa di più...io non ne so di più..e a dire la verità..per me Osho non è mai morto..e non è mai nato..solo il Suo corpo fisico ha camminato tra noi..e il corpo fisico è solo ciò che appare..l'Essere rimane..
    Ultima modifica di testadiprazzo; 05-11-09 alle 18:31
    Bisogna dare all'uomo non ciò che desidera..ma ciò di cui ha bisogno...
    (la via diretta non è la più breve)

 

 
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