In questi ultimissimi giorni anche la stampa ha cominciato a guardare dentro il mondo dei fondamentalisti americani, battisti, ecc. Sembra una "sorpesa", e invece è solo il frutto di una colpevole dimenticanza.
In genere in Italia, grazie all'indottrinamento cattolico che si è insinuato anche nelle menti dei più illuminati (!) laici, liberi pensatori,, ecc., il protestantesimo non gode di buona stampa o immagine. Viene trattato con sufficienza, come una sottospecie di religione, anzi, come un ammasso di "sette" [la denominazione di sette per TUTTE le chiese protestanti era usuale tra i cattolici, fino al Concilio Vaticano, oggi il termine viene "sparato" solo contro i battisti, i "tremolanti", ecc. e magari contro quelli del reverendo Moon (il proprietario del "Washington Times", il giornale che dà largo spazio al pensiero neocons, americano ed europeo) del tutto insignificanti come "valore"]. E' un errore, che almeno i laici che si lamentano sempre perché in Italia non c'è stata la Riforma dovrebbero evitare.
Iniziamo con lo sfatare subito una leggenda che circola tra i neocons italiani (e spacciata anche grazie al contributo del Foglio di Giuliano Ferrara), e cioè che l'ispirazione religiosa americana, al 70% protestante e fondamentalista, possa essere assimilabile e fatta coincidere con una - presunta - religiosità cattolica da rivitalizzare, ecc.
Ma per carità: per un protestante serio, la Chiesa di Roma è piuttosto l'eresia pura, il frutto del diavolo....