LIBRO DEL GIORNO: GULAG, UNO SFRUTTAMENTO DA STERMINIO(ANSA) - ROMA, 24 NOV -
TOMASZ KIZNY, 'GULAG' (BRUNO MONDADORI, 550 fotografie, pp. 496 - 59,00 euro). Una foto di questo libro risulta subito impressionante per associazione: quella che ritrae un gigantesco ammasso di scarpe vecchie nel Gulag Central'ny della valle dei Terrasovyj, davanti alla quale si pensa subito all'identico mucchio conservato nel lager di Auschwitz. Ma allora i due grandi sistemi totalitari, quello nazista e quello sovietico, finivano per essere eguali? La domanda se la pone anche Jorge Semprun, scrittore, ex ministro della cultura spagnolo e sopravvissuto del campo di Buchenwald, in una delle tre prefazioni a questo sconvolgente album fotografico, pi— di 500 immagini uscite da archivi privati e pubblici in Urss e Polonia, grazie alla paziente ricerca durata 17 anni di Tomasz Kizny, pubblicato per la prima volta in Francia un anno fa e di cui ora esce l'edizione italiana. ''Negli arcipelaghi dei lager nazisti e del Gulag staliniano si ritrovano sia identit…, sia alterit…. Le immagini di questo libro permettono di rendersene conto - risponde sempre Semprun - Mi sembra che il paragone oggettivo, fondato su documenti, tra i due sistemi totalitari, sia l'ultima tappa che dobbiamo completare per mettere la parola fine sulla cecit… occidentale nei confronti del Gulag sovietico''. Nell'impresa aiuta l'arrivo contemporaneo in libreria, per lo stesso editore Bruno Mondadori, di un volume a pi— voci intitolato 'Storia di uomini giusti nel Gulag' (pp. 374 - pp. 22,00). Raccoglie testimonianze e biografie su personaggi come Anna Achmatova, Vasilij Grossman, Alexander Solzenicyn, Varlam Salamov, Andrej Sacharov o Gustav Herling, e nasce dalla coscienza appunto che occorra lavorare su una memoria trasversale dei genocidi etnici e sociali del Novecento, perche' non si crei una memoria divisa e a compartimenti stagni. Questo secondo libro Š dedicato ai 'giusti' del Gulag e a tutti coloro che resistettero, in nome della dignit… umana, alla violenza della costruzione coatta dell'uomo nuovo sovietico. Valgano per tutti i nomi di Nina Samoeva e Boris Lesnjak, che salvarono la vita a Salamov, cosi' che, ribadendo ''No, l'anima non ve la d•'', ha potuto darci quella straordinaria testimonianza che sono i 'Racconti della Kolyma', che valgono le tante testimonianze dei sopravvissuti alla Shoah e si affiancano alla prima denuncia di Solzenicyn in 'Una giornata di Ivan Denisovic', uscito nel 1962. Se ormai i milioni di morti dei lager sono stati contati quasi con esattezza, grazie anche alla macabra burocrazia nazista, sono ancora tutte da esplorare le cifre, certamente spaventose, dei morti nei Gulag. Mentre i primi, tra l'altro, avevano luoghi nati solo per lo sterminio (come Birkenau o Treblinka) nell'arcipelago dei campi sovietici ci si proponeva lo sfruttamento dell'uomo come forza lavoro, anche se nel modo pi— estremo, esponendolo ai tremendi geli siberiano, denutrito, o magari mandandolo nelle minire di uranio e nelle centrali nucleari privo di alcuna protezione, cos? da segnarne inequivocabilmente la vita. E le foto di questo grande drammatico album restituiscono cos? piu' immagini di lavoro brutale che di morte in diretta, anche se ne vediamo, principalmente di fosse comuni e tombe individuali. Era il risultato di sistemi di lavoro bestiali, come alla Kolyma, miniera d'oro sul fiume omonimo dove il termometro poteva scender sino a -65 gradi e a ogni forzato era richiesto all'inizio di scavare un metro cubo al giorno, due anni dopo, nel 1935, il doppio, passando poi in pochi mesi da quattro a sei metri cubi, senza nemmeno maggiorazioni a un vitto gi… miserabile. Il risultato di sistemi simili di ''rieducazione con lavori socialmente utili'' sono facilmente intuibili. Per non parlare di quando si aggiunge la beffa: con sistemi rudimentali, medioevali, come dimostrano le foto, immersi nel fango e al gelo, 80 mila condannati scavarono il canale tra mar Bianco e mar Baltico, e quando Stalin nel 1933 and• per inaugurarlo lo trov• troppo piccolo, e impose di ricominciare da capo. La mappa nera dell'ex Urss, con i puntini bianchi dei campi, che vanno dall'Ungheria alla Lapponia e a est sino all'estrema Siberia del mar di Bering, Š impressionante per la quantit…. Inutile sorprendersi oggi. Gabriele Nissim, anche lui ebreo, che firma la prefazione al volume sugli 'uomini giusti', ricorda come ''negli anni '60 Jean-Paul Sartre avesse ben sintetizzato il pensiero dominante nella cultura progressista, quando aveva raccomandato di tacere sugli orrori dei Gulag per non infrangere le speranze dei lavoratori nella lotta contro il capitalismo''. Basta questo per capire come mai sappiamo tanto della Shoah e solo da poco stiamo aprendo gli occhi e capendo le dimensioni dell'arcipelago Gulag (Gulag Š l'acronimo derivato da Glavnoe Upravlenie Lagerej - Direzione Generale dei campi). (ANSA). 24-NOV-04 12:08