La convivente di una delle vittime: "La base non era sicura"
Le prove in articoli di giornali e un'inchiesta di un generale
Strage Nassiriya, chiesti i danni
al ministero della Difesa
Quindici partiti iracheni chiedono il rinvio delle elezioni
Bush: "Auspico che si svolgano a gennaio come previsto"
BAGDAD - La base di Nassiriya, dove morirono 17 militari e due civili italiani, non era sicura, quindi il ministero della Difesa è responsabile di quelle morti. A sostenerlo è Adelina Parrillo, convivente del
produttore Stefano Rolla - uno dei due civili rimasti uccisi nell'attentato al quartier generale italiano in Iraq - che ha fatto notificare oggi al ministero della Difesa un "atto di invito" a risarcirle "tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali" subiti per la morte del suo compagno.
Assistita dallo studio legale Paoletti di Roma, la donna - facendo riferimento a numerosi articoli di stampa e a una "accurata indagine" svolta dal generale Antonio Quintana - sostiene che per la base Maestrale di Nassiriya "non era stata predisposta un'adeguata difesa e non erano state adottate tutte le misure" per evitare la strage. L'amministrazione della Difesa, quindi - sostiene Parrillo - "è responsabile della morte" di Stefano Rolla.
Intanto oggi in Iraq un fronte di quindici importanti formazioni politiche, tra partiti e gruppi, ha firmato un documento comune in cui si chiede il rinvio di almeno sei mesi delle elezioni previste per il 30 gennaio. Il documento è stato sottoscritto al termine di una riunione, nella residenza a Bagdad del sunnita Adnan Pachachi, leader dell'Iraqi National Congress ed ex candidato alla presidenza. Tra i firmatari vi sono almeno tre ministri dell'attuale governo provvisorio e due partiti curdi.
Subito da Washington è arrivato l'altolà di Bush. Il presidente americano ha espresso un "auspicio" che però non lascia dubbi: "La commissione elettorale irachena ha fissato le elezioni a gennaio e spero che questa data sia rispettata".
La giornata in Iraq è stata ancora caratterizzata da attacchi e vittime. Quattro persone, dipendenti nepalesi di una società di sicurezza britannica, sono stati uccisi oggi a Bagdad. La ditta inglese ha dato la notizia aggiungendo che ci sono altre 15 persone ferite. La Global Risk Strategies ha riferito che c'è stato un attacco nella Zona verde fortificata a Bagdad. "Riteniamo che l'attacco sia stato indiretto - ha riferito un portavoce dell'esercito americano - ma non sappiamo se sulla zona siano stati lanciati colpi di mortaio o granate". Dal ministero degli Esteri britannico è poi arrivata la notizia che le quattro vittime erano cittadini nepalesi ex membri delle
unità gurka delle forze armate britanniche.
La sede della società in cui lavoravano si trova nella Zona verde di Bagdad, un'area circondata da mura che ospita le ambasciate americana e britannica e la sede del governo e del parlamento ad interim iracheni. Ieri due forti esplosioni erano risuonate dalla Zona verde e da alcuni edifici si erano innalzate alte colonne di fumo nero.
I ribelli lanciano quotidianamente razzi e colpi di mortaio verso gli edifici dell'area e hanno tentato numerosi attacchi suicidi con autobomba verso i suoi ingressi. Il mese scorso due kamikaze si erano fatti esplodere in un caffè all'interno della Zona verde.
Nel paese le violenze sono ancora tante. Oggi due uomini sono morti, e una terza persona è stata ferita in modo grave dall'esplosione di una bomba vicino Falluja, a ovest di Bagdad. Secondo un testimone uno dei due uomini morti era colui che stava per collocare la bomba, e farla esplodere al passaggio di un convoglio americano. L'altra vittima è un civile.
(26 novembre 2004)