Uno dei pochi per cui provavo rispetto....vabbè che potrebbe essere tutto falso, ma intanto
«Sirchia prese soldi su farmaci»
MILANO - Una legge americana sul falso in bilancio, terrore delle società quotate di Wall Street, ha spinto la Immucor, una multinazionale farmaceutica americana, a consegnare ai magistrati milanesi la fotocopia degli assegni con i quali nel 1998-99 effettuò alcuni pagamenti in Svizzera a Girolamo Sirchia, allora primario del Centro trasfusionale del Policlinico. E’ quanto scrive oggi il «Corriere della Sera».
Il ministro, interpellato dal quotidiano di via Solferino, smentisce: mai ricevuto pagamenti.
La Immucor ha inoltrato ai pm la lista di tutti i pagamenti ’cash’ a medici italiani: una novantina di nomi. L’inchiesta è la stessa che portò agli arresti (e il 4 ottobre al suicidio) del primario Francesco Mercuriali.
In particolare, la multinazionale farmaceutica ha consegnato ai magistrati la fotocopia di alcuni assegni con i quali la propria divisione in Germania nel 1998-1999 effettuò 4 pagamenti in Svizzera intestati a Sirchia, all’epoca primario del Centro trasfusionale del Policlinico e assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano. E ieri la Procura ha disposto l’acquisizione al Policlinico di tutti i contratti tra l’ospedale e l’Immucor Inc., primo atto con il quale si intende verificare se i pagamenti abbiano o no anche un qualche rilievo penale.
Sirchia, interpellato in serata, smentisce categoricamente: «Pagamenti da Immucor in assegni intestati a me? Che io mi ricordi, assolutamente no». Nemmeno consulenza scientifica? «Non mi ricordo proprio di qualcosa di questo tipo». Rimborsi per la partecipazione a convegni? «Non mi ricordo di essere mai stato a spese della Immucor». Ha un conto in Svizzera? «No, non è possibile». Con Immucor che rapporti aveva? «Solo di lavoro, come tra il nostro Centro trasfusionale e ogni altro produttore di macchinari diagnostici. Ricordo che al Policlinico abbiamo sperimentato alcune loro macchine, senza pagarle (questo sì) proprio perché era una sperimentazione». E allora cosa sono le carte di Immucor? «Non so, sono molto sorpreso. Io, poi, non mi occupavo degli acquisti, quindi non avrebbe avuto senso».
L’inchiesta sulla sanità il 29 settembre 2004 aveva già portato agli arresti domiciliari il professor Francesco Mercuriali, ex primario di immunoematologia del Niguarda, uccisosi in casa il 4 ottobre, e collaboratore e amico di Sirchia. A spingere la Immucor alla consegna degli assegni, la pressione della Sec americana, l’autorità di controllo della Borsa, che ha puntato sui vertici della società il mirino del Sarbanes-Oxley Act, la legge che obbliga i vertici delle società quotate a giurare sulla veridicità dei documenti contabili, promette fino a 20 anni di carcere per chi occulta prove, e minaccia sanzioni di milioni di dollari alle società.
La multinazionale, paventando che pure in Italia i pm Maurizio Romanelli e Eugenio Fusco usassero la legge 231 per bloccarne gli appalti pubblici, si è precipitata ad assicurare collaborazione alla Sec. Tra i crediti guadagnati presso la Sec, c’era appunto la collaborazione con le autorità italiane. Alle quali, così, sotto Natale il vicepresidente della multinazionale, Patrick Waddey, ha fatto consegnare in gran segreto dal suo staff legale un rapporto stilato da un team di revisori della Price Waterhouse su tutti i pagamenti contabilmente sospetti effettuati nel mondo in passato dall’azienda. La lista elenca pagamenti a 90 medici (anche per reali consulenze), una ventina dei quali però più «caldi» secondo i revisori. Tra essi, c’è anche Sirchia.
La multinazionale ha conservato e ha consegnato la fotocopia degli assegni con cui la sua filiale tedesca avrebbe effettuato 4 pagamenti a favore di Sirchia nel 1998-1999 per circa 70 milioni di lire. Particolari le modalità: la divisione tedesca di Immucor compila l’assegno della Commerzbank, intestato a Sirchia, e lo affida al corriere postale Ups, che lo spedisce in Svizzera, indicando come destinatario un funzionario dell’istituto di credito Ubs, che lo ritira nella filiale della banca di Lugano e lo versa su un conto.
Così, ricostruisce il «Corsera», avrebbero viaggiato 15mila dollari il 4 giugno 1998, 9mila dollari il 9 settembre 1998, 11mila marchi il 13 luglio 1999, e 6 mila dollari il 24 novembre 1999, mentre 10 milioni di lire sono annotati dall’azienda come spese per ’viaggio-staff’.
2/2/2005
metto il link prima che arrivi na denuncia
http://www.lagazzettadelmezzogiorno....&IDCategoria=7